• Non ci sono risultati.

Type of course

2.2.4 EMI in relazione a ELF

Nel paragrafo precedente è stata data una descrizione dell’English as a Lingua Franca (ELF), uno dei termini a cui l’EMI viene talvolta accostato in alcuni studi (v. Costa, 2015; Smit, 2010a; Björkman, 2011a), poiché entrambi rappresentano delle situazioni linguistiche in cui dei parlanti non-nativi d’inglese usano questa lingua per interagire. Nella letteratura, però, i due paradigmi dell’EMI e dell’ELF sono stati trattati come due binari separati, sviluppatisi indipendentemente l’uno dall’altro (Smit, 2010a, p. 60; Hynninen, 2012, p. 14). Mentre l’EMI sottintende sempre un contesto di apprendimento, come la parola “instruction” indica nel nome, la definizione di ELF può essere applicata ad un contesto molto più vasto, poiché “lingua franca” include tutte le situazioni comunicative in cui l’inglese è il mezzo preferito, o spesso l’unico mezzo a disposizione dei parlanti per interagire fra di loro.

the term ‘lingua franca’ […] is understood in the strict sense of the word, i.e. an additionally acquired language system that serves as a means of communication between speakers of different first languages, or a language by means of which the members of different speech

43

communities can communicate with each other but which is not the native language of either – a language which has no native speakers. (Seidlhofer, 2001, p. 146)

In alcuni casi però questi due termini possono servire a descrivere lo stesso contesto linguistico, come ad esempio avviene nel momento in cui la situazione di apprendimento è quella dei corsi in inglese di materie non-linguistiche (EMI), offerti in paesi in cui la lingua nativa non è l’inglese, a studenti internazionali che perciò utilizzano l’inglese come lingua franca (ELF).

lectures held in English by non-native academics may be the object of analysis of both English as a lingua franca (ELF) and English as a medium of instruction (EMI) studies. Nevertheless, it should be acknowledged that ELF and EMI analyse the same object from different points of view and with different aims. (Mariotti, 2013, p. 86)

Infatti, alla luce del fatto che i processi di internazionalizzazione richiedono ai docenti e agli studenti di fare affidamento sull’inglese come unico mezzo di comunicazione, “even though they usually have diverse and multilingual repertoires” (Smit, 2010a, p. 60), in queste situazioni linguistiche si verifica che “ELF lecturers and students work via English in instructional situations where they are ‘users’ of English, not ‘learners’ of it” (Pilkinton-Pihko, 2010, p. 59). Il fatto che gli interlocutori non siano apprendenti d’inglese ma facciano uso della lingua a scopo pragmatico rende perciò impossibile riferirsi alle loro interazioni come English as a Foreign Language (EFL), in cui l’inglese viene imparato per poter comunicare con i parlanti nativi anglofoni.

Tuttavia, non tutti i contesti accademici possono essere definiti secondo i canoni dell’ELF (v. Seidlhofer, 2001, p. 146), perché in paesi come l’Italia ad esempio, dove la maggioranza dei docenti e degli studenti è italiana (Helm, 2017, p. 8), la comunicazione in molti dei corsi tenuti in inglese avviene fra parlanti della stessa lingua, e quindi “not all of the lecturers’ classes may be defined as ‘English as a lingua franca’ contexts” (Guarda & Helm, 2016, p. 10). Al contrario, molti di questi corsi, dal punto di vista organizzativo, possono essere definiti attraverso l’EMI, che si è affermato come il termine per indicare il tipo di programmi accademici dove non sempre vengono specificati gli obiettivi di apprendimento linguistico (cfr. Unterberger, 2012), ma in cui i parlanti di una determinata L1 si trovano ad usare l’inglese per comunicare fra di loro, come sempre più spesso avviene nei programmi di “internationalization at home” (v. Knight, 2008).

44

Nonostante queste differenze a livello descrittivo, con sempre maggior frequenza si avverte il bisogno di far convergere i due “investigative frames” (Smit, 2010a, p. 60), di ELF e EMI, per ragioni che trascendono la denominazione del contesto d’uso. La prima ragione risiede nel fatto che, fra i due fenomeni linguistici, l’ELF è quello che presenta una letteratura più documentata, che è andata via via ampliandosi nell’arco degli ultimi vent’anni (v. Jenkins, Cogo & Dewey 2011 per una lista), mentre l’affermarsi del termine EMI in ambito accademico è più recente (Björkman, 2016; Smit & Dafouz, 2012b) e il numero degli studi che se ne occupano nello specifico è cresciuto in maniera esponenziale dal 2012 (Wilkinson, 2017, pp. 36, 80).

Le ricerche sull’ELF sono di grande rilevanza nel contesto EMI in quanto non solo hanno analizzato le caratteristiche linguistiche delle interazioni dei parlanti non-nativi d’inglese senza il filtro o cultural bias della conformità alla norma nativa (v. Cogo & Dewey, 2006; Seidlhofer, 2009, 2011), ma ne hanno anche legittimato l’esistenza fornendo un modello di riferimento (Seidlhofer, 2001, 2010). In ambito accademico, è importante tenere presente il modello ELF anche per controbilanciare il dilagare di quello anglo-americano, che può portare ad una standardizzazione troppo elevata dei modelli di insegnamento, sia nell’ambito delle pubblicazioni che in quello della ricerca (v. Coleman, 2006; Phillipson, 2003). Infatti, l’ELF può aiutare i docenti a non fare riferimento solo alla norma nativa come modello da eguagliare nelle comunicazioni – come spesso avviene – perché ciò potrebbe compromettere la loro sicurezza in sé stessi o la loro identità come docenti (v. Tange, 2010).

Inoltre, gli studi sull’ELF si sono concentrati sulle dinamiche della conversazione, analizzate da un punto di vista pragmatico (v. Björkman, 2011a) e sulle strategie di comunicazione, che nell’ELFA (English as a Lingua Franca in Academic settings) si traduce in analisi del classroom discourse (Smit & Dafouz, 2012b, p. 7). Dalle analisi delle interazioni di classe, per esempio, è emerso il ruolo importante che rivestono le funzioni metadiscorsive (v. Dafouz Milne & Núñez Perucha, 2010; par. 2.3.2) nell’assicurare che gli studenti stiano seguendo il filo logico della lezione: “ELF researchers should be given credit for drawing attention to the importance of metadiscourse, which indisputably is a great help in deciphering lecture content” (Denver et al., 2016, p. 58). Infatti, questa prospettiva di analisi non è solo funzionale per capire come avvengono le dinamiche nelle classi internazionali, ma è utile anche per indirizzare i docenti sulle modalità di comunicazione più efficaci per trasmettere i concetti della propria disciplina agli studenti. I risultati degli studi sull’ELFA possono quindi essere validi per i programmi EMI in particolare, ma venire eventualmente estesi ed applicati anche ai corsi erogati nella lingua

45

locale. Tali ragioni giustificano il ricorso all’ELF nel presente lavoro di ricerca, e la legittimità del suo ruolo non solo come parte integrante delle dinamiche EMI, ma anche all’interno del processo di internazionalizzazione delle università.

Dalle descrizioni fornite finora sugli approcci e sui paradigmi più frequenti che compaiono negli studi sull’uso dell’inglese in ambito accademico, si prosegue con una panoramica sullo stato dell’arte dell’EMI in Europa, attraverso esempi tratti principalmente da studi in cui viene fatto riferimento direttamente all’EMI, ma includendo anche studi che utilizzano la denominazione CLIL e ICLHE, e talvolta studi appartenenti al campo dell’ELF. Prima di procedere, però, si è ritenuto utile riassumere i concetti trattati in una tabella che mettesse a confronto le tipologie dei fenomeni menzionati.

Tabella I. Confronto tra le tipologie di paradigmi più ricorrenti nei corsi erogati in inglese

Nome EMI CLIL / ICLHE (ICL) ELF (ELFA)

Definizione

“teaching and learning through an additional language, English, where the goal is necessarily the learning of the content and to a lesser extent the learning of the language” (Wilkinson, 2017, p. 37)

“Content and Language Integrated Learning (CLIL) is a dual-focused educational approach in which an additional language is used for the learning and teaching of both content and language” (Coyle et al., 2010, p. 1)

“when English is chosen as the means of

communication among people from different first language backgrounds, across linguacultural boundaries, the preferred term is ‘English as a lingua franca’” (Seidlhofer, 2005, p. 1) Ambito Accademico (scolastico in Asia) Scolastico (CLIL); Accademico (ICLHE) Accademico (ELFA), Economico, Turistico. Lingua Inglese

“not synonymous with English language.” (Coyle et al., 2010, p. 9); promotes LOTE

(Languages Other Than English) (p. 9) Inglese Uso della lingua “language as a tool” (Smit, 2013, p. 15); Uso della lingua ancora in fase di discussione: EFL (Macaro, 2015); ELF (Seidlhofer, 2011; Jenkins, 2014;); ELFA (Mauranen, 2010; Björkman, 2013)

CLIL – The language triptych: Language for learning, Language of learning, Language through learning (Coyle,

et al., 2010, p. 36);

Scaffolding and language progression (Coyle, et al., 2010)

ICLHE: Focus on Form (Costa, 2012)

“a useful tool” (Cogo & Dewey, 2006, p. 65); “intelligibility is of primary importance, rather than native-like accuracy” (Graddol, 2006, p. 87);

“the central concerns for this domain are

efficiency, relevance and economy in language

46

learning and language use” (Seidlhofer, 2001, p. 141)

Tipo di approccio

“From the EMI perspective, the main communicative purpose of lecturers in

internationalisation programmes is that of conveying subject matter contents to students in a clear and effective way” (Mariotti, 2013, p. 83)

“an educational approach in which various

language-supportive methodologies are used which lead to a dual- focused form of instruction where attention is given both to the language and the content” (Coyle, et al., 2010, p. 3)

“The target model of English, within the ELF framework, is not a native speaker but a fluent bilingual speaker, who retains a national identity in terms of accent, and who also has the special skills required to negotiate understanding with another non-native speaker” (Graddol, 2006, p. 87) Obiettivi e focus Apprendimento di contenuti accademici attraverso l’inglese. (Focus on content) Apprendimento congiunto della lingua e del

contenuto; promozione delle capacità cognitive e interculturali (Dual focus)

Comunicazione fra parlanti di diversi background, in contesti diversificati (es. contesto accademico)

(Focus on communication)