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SAMPIERI

1. LE RISORSE

2.3.3 Le risorse e le criticità urbane 2. LE CRITICITA'

Aree in stato di abbandono Aree vuote

Parcheggi non regolamentati Edifici in stato di abbandono

Chiesa rupestre di Santo Spirito. Fonte: Foto dell’autore

Sant’antonino o delle Milizie, etc.

Per alcuni di questi beni sono da poco stati co-municati l’ammissione ai finanziamenti e la vicina attuazione di programmi di restauro, mentre altri risultano ancora, per questioni di priorità o maga-gne burocratiche, fuori da programmi di restauro.

Tuttavia è necessario sottolineare che la posizio-ne strategica di questi edifici li rende visibili anche a grande distanza e di conseguenza favoriscono ad accrescere la sensazione di degrado.

La buona condizione di conservazione del patri-monio architettonico religioso è sicuramente un fattore positivo e importante ma occorre in se-conda battuta una prospettiva di utilizzo del bene che ne eviti una irragionevole chiusura al momen-to di conclusione dei cantieri di restauro.

Sono di fatto molteplici i beni ecclesiastici in buo-ne condizioni chiusi a causa di carenza di perso-nale, mentre altri rimangono aperti solamente grazie all’operato di associazioni private.

Al puntuale degrado dei centri religiosi si aggiun-ge un fenomeno più diffuso che interessa gli edifi-ci privati ad uso residenziale.

Infatti, con l'innalzamento della qualità della vità, i

cittadini hanno preferito trasferirsi in zone della città più comode e accessibili o in abitazioni più confortevoli, lasciando all'incuria le proprietà del centro storico. Inoltre le sostanziali rendite delle operazioni immobiliari, che facevano dell'edilizia la seconda attività economica della città, spinge-va la popolazione ad investire su questo tipo di mercato costruendo un gran numero di nuovi fabbricati. Il recupero degli immobili non era di fatto conveniente.

Altre ragioni di questo fenomeno sono da ricer-care nell'atteggiamento attendista dei proprietari che in seguito all'incremento del valore degli im-mobili del centro storico, hanno preferito atten-dere eventuali acquirenti piuttosto che addos-sarsi i costi e le trafile amministrative di eventuali progetti di recupero.

Infine in altre situazioni l'abbandono dei fabbricati è dovuto a problemi di tipo ereditario che, fram-mentando la proprietà ne complicano di fatto gli interventi privati.

Queste diverse ragioni, addizionate alla semplice carenza di fondi, hanno determinato l’abbandono di un gran numero di fabbricati del centro.

CAPITOLO II. Scicli

Scicli, Lotto della futura piscina comunale. Fonte: https://www.sciclivideonotizie.it/2019/02/23/scicli-torna-alla-ribalta-la-piscina-co-munale/; Modifiche dell’autore

Scicli, via Aleardi. Fonte: Foto dell’autore

Infatti, come notato dal prof. Trombino G.165, ri-portando i dati Istat degli ultimi 20 anni, in parti-colare gli anni 1981 - 1991 – 2001, nonostante la popolazione sia numericamente cresciuta di 2000 unità in quegli anni, il centro storico ha visto una

165 ABBATE G., CANNAROZZO T., TROMBINO G., Op. cit

diminuzione demografica di 2300 unità che han-no determinato un aumento dei tassi di abban-dono che in alcuni quartieri come San Giuseppe hanno raggiunto anche il 45%. Contemporanea-mente sono cresciute, in alcuni casi raddoppiate, le popolazioni delle periferie e delle borgate.

L’espansione cittadina e la necessità di aree edi-ficabili non ha evitato la presenza di aree urbane indefinite, ovvero porzioni di città “incolte“ e sen-za alcuna funzione ma anche porzioni eccessiva-mente cementificate che non trovano altra fun-zione se non il parcheggio abusivo.

Le prime, oltre che saltuariamente nello spazio urbano, sono particolarmente presenti in spondenza del torrente Modica-Scicli e in corri-spondenza dei vuoti infrastrutturali che accompa-gnano le carreggiate.

Altri vuoti sono invece in corso di trasformazione in favore di edifici residenziali o edifici pubblici come nel caso della futura piscina comunale.

Il secondo tipo di area indefinita è quello presente in gran parte del nuovo insediamento nel quar-tiere di Jungi. La grande distanza tra i fabbricati, tra l’altro senza la presenza di marciapiedi, genera ampie aree cementificate in cui domina la circo-lazione carrabile; apparentemente un quartiere poco adatto alla normale vita cittadina, esclusa la presenza di centri sportivi e per l’educazione.

Altri fattori che determinano una maggiore

2.3 Lo stato di fatto: Risorse, criticità e prospettive

Bruca. Fonte: https://www.ragusanews.com/2014/08/11/lette-re-in-redazione/nasce-un-comitato-pro-bruca/45808; Modifi-che dell’autore

Scicli, quartiere San Matteo. Fonte: Foto dell’autore

cezione di degrado urbano riguardano l’azione dell’uomo sull’ambiente e il desiderio di adatta-mento dello spazio alle proprie necessità senza curarsi dell’adeguatezza degli interventi.

Sono molteplici nel centro storico gli esempi di adeguamento tecnologico o sostituzione di ele-menti architettonici come infissi, ringhiere, etc.

che hanno portato all’inserimento di elementi estranei al costruito e che di fatto mortificano le visuali.

Nonostante si riconosca come necessario un in-tervento privato per migliorare la vivibilità del centro, e di conseguenza il diritto a perseguire un maggior benessere urbano, si sottolinea come questo avvenga spesso nella mancanza di super-visione da parte di organi superiori, soprattutto dovuto al fatto che i cittadini, per evitare un ap-pesantimento burocratico o economico, agiscano nella totale libertà individuale. Infatti come sotto-linea P. Bellia, “[...] agli inizi del XX secolo esisteva una vera e propria demarcazione tra urbanistica di necessità e urbanistica di speculazione. “.166 La piaga dell’abusivismo ha rappresentato per la

166 BELLIA P., Ambiente e Architettura, Il Giornale di Scicli, Scicli, 1998

provincia, e in realtà per l’Italia intera, un fattore estremamente degradante per il territorio, so-prattutto se si considera che in Italia, negli anni Novanta, nonostante la comprovata riduzione delle nascite, sono state costruite circa 450mila abitazioni l’anno, la metà delle quali rappresen-ta seconde case167 e parte delle quali costruite in maniera abusiva e poi condonate.

Altre volte invece non si tratta di azioni non rego-lamentate ma anche aggiunte o costruzioni nor-mate ma che di fatto non rispecchiano il corretto modus operandi corrente e si rifanno ad approcci ormai considerati anacronistici.

Queste problematiche riguardano non solo il pri-vato cittadino ma anche le costruzioni pubbliche che, a mio avviso, risuonano per la maggior parte come un’occasione persa di innovare lo spazio urbano seguendo modelli nuovi pur nell’assoluto rispetto del luogo in cui ci si inserisce.

Si vedano come esempio il caso della costruzio-ne della (mai amata) scuola Micciché-Lipparini e la possibile proposta di ricostruzione; il progetto dello spazio aperto antistante lo stadio di Jungi o gli interventi di edilizia popolare nello stesso quar-tiere, etc.

167 BELLIA P., Op. cit.

208 209

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Scicli, parcheggio di via Nicolò Tommaseo. Fonte: Foto dell’autore

Stazione di Scicli. Fonte: https://www.ilportaledeitreni.it/2016/

04/22/stazione-di-scicli-luglio-2006/; Modifiche dell’autore

Ulteriore problematica del centro storico, alla quale si sta cercando in parte (timidamente) di porre rimedio, è legata al ramo della viabilità vei-colare e sostenibile, scomponibile in tre criticità principali.

La prima si lega allo stato di inadeguatezza delle infrastrutture dei trasporti, quindi allo stato di ma-nutenzione e di disegno urbano della carreggiata, situazione che interessa indubbiamente gran par-te dei comuni del sud Italia e che non ha di certo a Scicli le peggiori criticità in quanto sono nume-rosi negli ultimi anni i cantieri per il rifacimento del manto stradale. Tuttavia la qualità urbana dei nuovi interventi e i dettagli tecnologici lasciano spesso a desiderare.

Il secondo problema è legato alla localizzazione delle aree di sosta e di transito che spesso in-teressano assi e spiazzali del centro storico de-gradando notevolmente le visuali e talvolta osta-colando la circolazione pedonale. Le ragioni di queto fenomeno sono da ricercare nel punto di mezzo tra le abitudini dei residenti e gli interventi

urbani che offrano delle valide alternative.

Infine un terzo fattore di criticità è rappresentato dal rilevante sottosviluppo dell’infrastruttura dei trasporti pubblici, come il trasporto ferroviario e su gomma, che non solo disincentiva la mobilità sostenibile, ma sfavorisce anche gli spostamenti dei ceti sociali più deboli e dei turisti che non sia-no forniti di mezzo privato.

Foce del fiume Irminio, Riserva naturale Macchia foresta del fiume Irminio. Fonte: Foto dell’autore

Abbandono di rifiuti. Fonte: www.zazoom.it

Da un punto di vista sociale, ma anche politico, è invece limitata la ricerca di un modello di mobilità più sostenibile come l’utilizzo di mezzi a basso im-patto ambientale o non dotati di motore.

Le ultime criticità evidenziate si allineano su que-sto punto e hanno negli aspetti ambientali il pro-prio fulcro, denunciando la presenza di rifiuti e elementi inquinanti.

Risulta infatti fondamen-tale nell’accrescere la percezione di degrado urbano e ambientale la presenza di rifiuti abban-donati dall’uomo e i depo-siti naturali che alterano negativamente l’aspetto di un luogo.

La prima questione, ri-scontrabile ai margini del-le strade e neldel-le aree peri-feriche, è esclusivamente

ricercabile nell’inciviltà dei singoli e una mancata tempestiva rimozione, mentre la seconda, verifi-cabile in città nella vegetazione infestante e nei depositi dei siti naturali, dipende da cause natura-li alla quale si aggiunge una scarsa manutenzione.

Le criticità derivanti da elementi inquinanti deter-minano invece un impatto ancora più importante considerata la tutela della biodiversità e le

condi-tale per la conservazione della biodiversità, ma anche indirettamente sul sistema economico e sociale dei territori, stravolgendo gli stili di vita dei loro abitanti; previsioni scientificamente accettate ma alla quali siamo davvero insufficientemente preparati.

zioni igienico-sanitarie di un territorio, e di conse-guenza il benessere delle specie che lo abitano.

Nonostante le problematiche locali, che interes-sano l’utilizzo di sostanze inquinanti nell’agricoltu-ra e il fenomeno delle fumarole, ovvero la com-bustione dolosa di depositi di rifiuti, le cause del crescente inquinamento dipendono dagli impatti di politiche insostenibili a livello globale.

Al problema dell’inquinamento si aggiunge, in connessione, quello del riscaldamento globale;

entrambi fenomeni legati al sistema produttivo e che negli ultimi anni hanno intensificato i propri effetti a scala globale.

La politica pare non riuscire a dare risposta imme-diata a questi problemi che a breve impatteran-no sul territorio con i previsti feimpatteran-nomeni di flussi migratori e innalzamento del livello delle acque che interesseranno fortemente i territori lungo la costa.

Questo avrà delle conseguenze non solo sulle specie autoctone che hanno un ruolo

fondamen-CAPITOLO II. Scicli

Spiaggia di Bruca. Fonte: https://www.ragusanews.com/2014/02/02/cronaca/mareggiata-danni-a-bruca/39580;

Modifiche dell’autore

Fumarole. Fonte: https://www.novetv.com/lotta-alla-fumarole-la-poli-zia-provinciale-di-ragusa-denuncia-tre-agricoltori/; Modifiche dell’autore

zo del Demanio Marittimo)169, attorno alla quale sono iniziate le discussioni; un documento di pia-nificazione previsto dalla Legge regionale 15/05 che individua le modalità di utilizzo del litorale marino della città e ne disciplina gli usi.

A partire dal riconoscimento Unesco, il comune si è attivato per restaurare un gran numero di edifici storici, gran parte di essi già ultimati e altri pros-simi al cantiere, sebbene nella maggior parte dei casi sia saltuario il loro effettivo utilizzo.

L’amministrazione ha tentato di ovviare a questa problematica tramite l’adozione nel 2017 di due regolamenti comunali; il primo relativo ai beni condivisi con cui i privati possono usufruire di un immobile comunale per fini pubblici mentre il secondo è relativo agli spazi aperti come aree verdi, piazze e strade. Questa iniziativa ad oggi ha prodotto pochi risultati a causa della scarsa co-noscenza da parte dei cittadini di queste oppor-tunità e la scarsa esperienza da parte degli uffici amministrativi.

Due beni, in particolare, sono oggi al centro del dibattito riguardo la loro trasformazione: Chiafura e la Fornace Penna.

Riguardo il primo si tratta di un insediamento ru-rale composto da un gran numero di grotte sca-vate nel costone roccioso che delimita la città; per questo bene un’associazione si sta impegnando per una loro fruizione entro la fine del 2019, obiet-tivo difficilmente realizzabile, mentre è in corso la fase di progettazione, preceduta da una fase di concertazione con i cittadini, che vedrà sorgere probabilmente una infrastruttura ricettiva. Si at-tendono comunque concreti sviluppi.

Riguardo il secondo si tratta di un bene storico (antico centro per la produzione di manufatti in cotto) conosciuto in tutto il mondo grazie alle ri-prese della fiction “Il commissario Montalbano”, per la quale, purtroppo, non sono stati predispo-sti fondi regionali per la sua acquisizione e messa in sicurezza e che purtroppo versa in uno stato di precario equilibrio.

169 http://www.videomediterraneo.it/news/attualita/3593- scicli-piano-spiagge-ecco-che-cosa-sorgera-nei-18-chilometri-di-costa.html

2.3.4 Quadro generale sui progetti