PROTOCOLLO ITACA CASACLIMA WINE LEED
sola componente energetica dell’edificio.
Ponendo invece l’attenzione sugli indicatori e criteri contenuti nelle linee guida è evidente come alcuni di essi siano stati estrapolati da un contesto diverso e vadano quindi a valutare aspetti che non risultano così rilevanti nella valutazione della sostenibilità della cantina. Il riferimento va in parti- colare all’ “Ambito Sito e Trasporti” all’interno del quale vengono valutati per esempio la vicinanza alle infrastrutture e ai servizi, il supporto all’uso di biciclette, la scelta di siti ad alta priorità, tutti aspetti decisamente più legati ad un contesto cittadino che a quello rurale e agricolo proprio delle cantine. Altre tematiche invece mancano del tutto, si pensi infatti al rappor- to che l’edificio ha con il paesaggio, considerato parzialmente soltanto da LEED nel criterio “Viste di qualità” che premia l’apertura dall’edificio verso il paesaggio, o ancora il riutilizzo dei rifiuti di vinificazione, di cui si parla soltanto in CasaClima Wine, ma neanche con un indicatore proprio. È da segnalare inoltre la difficoltà che si può riscontrare sia da parte degli enti certificatori nel reperire i dati necessari per la verifica dei criteri, sia da parte delle aziende vinicole nel fornirli: in questo stesso problema si è im- battuto iiSBE durante la fase di raccolta dati per la redazione del Protocol- lo, infatti molti produttori non sono stati in grado di fornire valori numerici circa i consumi, emissioni, rifiuti prodotti nello specifico. Questo porterebbe a pensare alla necessità di svincolarsi da un approccio troppo tecnico in quanto in questo ambito è molto complesso lavorare su dati numerici viste soprattutto le diverse tipologie di aziende e lavorazioni a cui ci si dovrà poi riferire in fase di valutazione. Una possibile soluzione potrebbe essere l’utilizzo di un approccio più ampio, vicino a quello riscontrato dall’analisi delle certificazioni di sostenibilità del processo produttivo, che lavorano in un’ottica di ecosistema. Sarebbe interessante lavorare su obiettivi che l’azienda deve conseguire per poter attestare il proprio impegno in termini di sostenibilità e valutare il tutto tramite il riscontro di un miglioramento supportato da monitoraggi periodici. Tra i sistemi di cui oggi disponiamo il più vicino è sicuramente CasaClima Wine che in certi versi si pone come una checklist e diventa uno strumento utile al progettista, contraddistinto da una lettura maggiormente comprensibile ed immediata rispetto agli altri due perché basato per alcuni aspetti su parametri qualitativi. Se si riuscisse a lavorare appunto sul rispetto di impegni organizzati per macro tematiche
di più ampio respiro questi diventerebbero un vero e proprio input per il progettista e per tutto il team che viene coinvolto nella realizzazione di una nuova azienda vinicola; conseguentemente ci si svincolerebbe dagli indi- catori numerici di difficile reperimento e si aprirebbero diverse strade per l’attuazione di pratiche sostenibili in un quadro completo. In quest’ottica sa- rebbe quindi interessante riuscire a valutare l’architettura del vino secondo tutte le sue sfaccettature che sono state prese in considerazione nel corso di questa tesi: sostenibilità dell’edificio, sostenibilità del processo produttivo e qualità architettonica. Quest’ultimo aspetto è sicuramente complicato da valutare essendo molto soggettivo, tuttavia in un contesto dove, come si è visto attraverso l’analisi dei casi studio presentati nella Parte 1 “Architettura e Vino”, l’immagine a livello di marketing e turismo è di primaria impor- tanza sarebbe interessante trovare alcuni spunti di riflessione e valutazione anche su questo fronte, magari legati all’inserimento paesaggistico, al re- cupero dell’esistente e alla ricerca dei materiali costruttivi. In conclusione è possibile porre un interrogativo che si potrebbe collocare alla base di un dibattito molto più ampio: le cantine certificate in termini di sostenibilità riescono a mantenere la qualità architettonica legata alla sola immagine? Ovviamente la domanda non è limitata solo all’argomento di questa tesi, ma è estendibile a tutti i campi dell’architettura: infatti molto spesso questi due aspetti non dialogano, per cui la sostenibilità dell’edificio viene ottenu- ta a discapito della qualità architettonica e questo accade perché si rimane legati soltanto ai calcoli numerici riferiti alle prestazioni dell’edificio. Sa- rebbe importante dimostrare il superamento di questo divario mantenendo un’opportuna sensibilità su entrambe le tematiche. In questa trattazione non si vuole dare una risposta al quesito, ma lo si vuole porre come spunto per future considerazioni. Ci si limita qui ad accostare, almeno a livello nazionale, le immagini di alcuni dei casi studi presenti su territorio italiano analizzati nella tesi, comprendo quindi i progetti presentati nella prima parte, costituenti i progetti esemplari dell’architettura del vino contempo- ranea, e quelli proposti in questa terza ed ultima parte, ovvero gli edifici certificati CasaClima Wine.
Grafico 29 (in questa pagi- na): individuazione di tutti i casi studio analizzati a livel- lo nazionale nel corso della trattazione: in viola i casi studio certificati (parte 3) e in blu i casi studio dell’architet- tura del vino contemporanea (parte 1)
elaborazione grafica dell’autrice Grafico 30 (nella pagina a fianco): accostamento delle immagini rappresentati alcu- ni dei casi studio analizzati presenti su territorio italiano: in viola i casi studio certificati (parte 3) e in blu i casi studio dell’architettura del vino con- temporanea (parte 1) elaborazione grafica dell’autrice
La presente tesi costituisce uno studio dell’architettura del vino nella sua completezza. Nella prima parte della trattazione viene infatti analizzata la cantina come oggetto architettonico legata essenzialmente all’immagi- ne aziendale, caratterizzato da un determinato background, che ha no- tevolmente incentivato la sua affermazione nel panorama architettonico internazionale, e da un legame intrinseco con il paesaggio. La seconda e la terza parte hanno invece permesso di comprendere l’entità dei consumi energetici della cantina intesa come edificio produttivo, la comprensione delle esigenze funzionali e del layout della struttura ed hanno focalizzato l’attenzione sulla tematica della sostenibilità, portando al conseguimento di due degli obiettivi iniziali, che consistevano nella comprensione dell’at- tuale livello di sviluppo della sostenibilità del settore vinicolo e l’individua- zione degli strumenti di cui si dispone per la sua valutazione.
È molto difficoltoso comprendere quale sia ad oggi il peso che la sostenibi- lità ha assunto all’interno di questo settore perché non esiste in letteratura un riferimento alla totalità di aziende certificate a scala globale, ma è sicuramente chiaro che c’è un interesse per la questione manifestato dalla proliferazione dei sistemi di certificazione di cui disponiamo. La ricerca svolta a scala internazionale e rivolta sia al processo produttivo che all’edi- ficio ha comunque permesso di arrivare ad avere una visione complessiva dei diversi approcci adottati nei confronti della sostenibilità: è stato infatti possibile distinguere sistemi di certificazione, in particolare relativi alla va- lutazione del processo produttivo, caratterizzati da una notevole capacità di sintesi che sono stati in grado di rappresentare la cantina come parte di un ecosistema integrante, mentre altri, relativi all’edificio, risultano contrad- distinti da una visione piuttosto ristretta e molto legata alla raccolta di dati numerici riguardanti i consumi.
Il terzo obiettivo della tesi consisteva nel dimostrare come grazie a questi strumenti fosse possibile valutare la sostenibilità della cantina nella sua completezza, ma nel corso delle varie analisi sono stati identificati dei limiti relativi ai sistemi analizzati legati soprattutto alla scarsa adesione e ad un approccio troppo riduttivo se comparati a quello che la cantina rap- presenta, per cui all’ipotesi iniziale è da attribuirsi una risposta negativa in quanto ad oggi non è ancora possibile valutarne la sostenibilità nella sua interezza, ma solo parzialmente. Le stesse aziende vinicole hanno dimo- strato uno scarsissimo interesse per le certificazioni di sostenibilità dell’e- dificio e questo è dimostrato dal numero di cantine certificate su territorio nazionale; i vignerons sono maggiormente interessati a certificare il loro prodotto sia per una questione di riduzione di costi e consumi a livello di processo produttivo, decisamente più energivoro rispetto all’edificio, sia per il valore aggiunto che una certificazione di questo tipo attribuisce al prodotto e all’azienda. A questo punto è chiaro che si preferisce continuare ad investire sulla qualità architettonica della cantina preferendo la proget- tazione da parte di un Archistar piuttosto che l’attenzione al contenimento di consumi e costi relativi all’edificio. Per cui le certificazioni di sostenibilità relative all’edificio allo stato attuale non vengono probabilmente ritenute utili dai produttori vinicoli per la loro attività, in quanto limitate ad aspetti energetici che nella totalità sono poco influenti. In questa fase conclusiva è interessante sottolineare che pur partendo dall’architettura del vino per trattare il tema della sostenibilità nel corso della ricerca i confini sono stati allargati a tal punto da raggiungere una scala di ecosistema all’interno del quale il tema dell’architettura è solamente una piccola parte pure margi- nale. La motivazione di tale allontanamento sta nel fatto che intorno alla cantina ruotano altri aspetti più rilevanti consistenti nel paesaggio, la tutela del genius loci, la salvaguardia dell’habitat naturale, la relazione con il vigneto, la gestione del processo produttivo, aspetti sociali, ambientali ed economici. Per cui è possibile introdurre un’ulteriore research question, ovvero: qual è il vero rapporto che intercorre tra architettura e vino? La necessità ad oggi consiste nel porsi a queste tematiche con un approccio differente e nell’individuare un unico strumento che permetta di analizzare la sostenibilità nel suo senso più ampio, valutando la cantina non soltanto come edificio, ma come insieme più complesso.
Grafico 31 (nella pagina a fianco): individuazione a livello internazionale delle certificazioni di sostenibilità relative a processo ed edifi- cio analizzate nel corso di questa trattazione.