Capitolo 2. Ippolito nel dominio di Artemide
2.6. Il percorso iniziatico di Ippolito e la memoria delle imprese di Teseo
2.6.1. Sinis
Come si è osservato in relazione a Ippolito, anche negli intrecci mitici che narrano la giovinezza di Teseo è in gioco la legittimazione sul piano delle classi d’età, intesa come transito dall’adolescenza verso lo status di cittadino adulto440.
La nozione di “passaggio” trova, in tal caso, anche un riscontro geografico441: l’eroe
si mette in cammino, da Trezene verso Atene, per presentarsi al padre Egeo e ottenere il riconoscimento come figlio legittimo442. Dopo lo scontro con il Minotauro, l’eroe può
436 Su Teseo in contesto democratico, cfr. Podlecki 1971, 140- 143; Walker 1989, 18 ss.
437 Sul processo di eroizzazione di Teseo ad Atene, cfr. Kearns 1989, 120 ss.; Di Donato 2001, 165.Sul
rapporto fra il mito di Teseo e la gestione degli edifici pubblici cfr. Blake Tyrrell, Brown 1991, 162-188; Strauss 1993, 107-108; Walker 1995 (2), 27 ss; Kousser 2009, 263- 282
438 Delle Oscoforie si avrà modo di parlare più avanti, a proposito di alcuni rimandi a queste feste presenti
nell’Ippolito. Per gli aspetti generali di entrambe le feste, cfr. Parke, 1977, 77-79; Parker 2005, 211ss, 253 ss, 480- 481.
439 Cfr. Gernet 1968, 93-137, con plasticità del mito si intende rintracciare il processo per cui alcune
immagini di un mito risultano risemantizzate all’interno di intrecci diversi da quello originario.
440 Le fonti che narrano le imprese giovanili di Teseo sono Bacc.17; 18; Plut. Thes.; cfr. Calame 20182. Per
una raccolta di fonti iconografiche sul mito di Teseo, cfr. Brommer 1982.
441 Cfr. Moreau 1992, 213: Le jeune homme franchit des passages, symboles physiques du changement de
classe. Questo dato è importante perché gli spazi geografici della fuga di Ippolito corrispondono ad alcune
delle tappe percorse da Teseo.
442 La nascita di Teseo a Trezene è un dato fortemente dibattuto: cfr. Walker 1995, 7 ss. per il quale le
aspirare alla regalità in Attica, avendo acquisito uno statuto eroico ben consolidato dalle imprese compiute443. Sulla via che dal Golfo Saronico lo conduce ad Atene, Teseo
affronta alcuni nemici mostruosi e inaugura, così, una serie di exploits eroici, seguendo le orme di Eracle444.
Già Bacchilide e poi la Vita plutarchea indicano la classe d’età in cui Teseo si trova nell’arco di questo ciclo di esperienze eroiche, dalle quali traspare un significato iniziatico445: dapprima è descritto fra τοὺς μεταβαίνοντας ἐκ παίδων, “coloro che hanno attraversato l’infanzia446; diviene poi μειράκιον, al momento della consegna dei symbola
paterni447 ed è, infine, un πρώθηβος quando affronta i nemici che infestano la regione di Trezene.
Siamo dunque di fronte ad un eroe simile a un efebo, che sperimenta un periodo di lontananza dalla dimensione poleica e costruisce la sua identità di cittadino e re,
fra le due aree geografiche. Calame 20182, 459 n. 59 pone l’accento sull’artificialità dell’origine trezenia
di Ippolito, ma le fonti antiche sono concordi su questo dato, a partire da Bacch. 17. 58. Nell’Ippolito, la nascita di Teseo a Trezene acquista importanza per instaurare associazioni fra le due leggende e rievocare dinamiche e simboli della leggenda di Teseo, attraverso le vicende tragiche di Ippolito (cfr. 1.1., 1.2.).
443 Sulle dinamiche di acquisizione della regalità di Teseo, cfr. Gernet 1983, 75 ss; 2004, 117 ss.; Calame
20182, 193- 194.
444 Teseo era ispirato dalle imprese di Eracle e voleva eguagliarle (Plut. Thes. 3) La prima prova eroica di
Teseo ha luogo a Trezene e consiste nel recuperare i symbola (una spada e dei sandali) lasciati da Egeo sotto una roccia, dopo essersi unito a Etra, figlia di Pitteo (Plut. Thes.2.1). L’etimologia del nome Theseus deriva, infatti, da θέσις, “porre, deporre (simboli del potere)”, ma anche di θέμενος, che designa l’atto del riconoscere (Plut. Thes. 4), cfr. Calame 20182, 71. Il conseguimento della legittimità familiare e sociale è
alla base del ciclo leggendario di Teseo, giacché i sandali e la spada di Egeo devono assicurare la continuità del potere politico ad Atene, minacciato dai Pallantidi, cugini di Teseo. Nel prologo dell’Ippolito questo episodio viene menzionato (vv. 34- 40), solo per giustificare l’assenza di Teseo, andato a purificarsi per il delitto dei suoi parenti, cfr. Barrett 1964, 162- 163. Sul rapporto fra le leggende di Teseo ed Eracle cfr. Wilkins 1990, 329- 339; Stafford 2012, 39 ss.
445 Bacch. 17. 43-44, in cui compare la parola ἠίθεος, un giovane di “sette volte sette” anni (cfr. Maelher
2004, 180), come i tributi partiti con Teseo alla volta di Creta. Bacch. 18, 19-20, 25-26, 56, dove sono citati i nomi di Sinis, Skiron, Krommyon e Kerkyon, avversari mostruosi dell’eroe. In Plut. Thes. 6-11, si trova una sistematizzazione delle imprese e delle classi d’età, secondo la quale l’eroe affronta Perifete, Sinis, la scrofa di Krommyon, Skiron, Kerkyon, Procuste e, dopo la purificazione per l’omicidio del Pallantidi, il Toro di Maratona. Per l’iconografia di relativa a questo ciclo cfr. Neils 1982, 17 ss. L’elaborazione del complesso di questi temi potrebbe risalire alla Teseide, (cfr. cap.1.1), che presenta un Teseo civilizzatore già prima del completo assorbimento nel panorama mitico ateniese di età classica; cfr. Walker 1995, 38- 41; Ampolo, Manfredini 1988, 203-204.
446 Plut.Thes. 5.1.: Teseo è descritto nell’atto di sacrificare una ciocca di capelli a Delfi, all’età di sedici
anni; abbiamo già visto (2.5 e 2.5.1), che il rituale del taglio dei capelli era il fulcro rituale della Koureotis, che i giovani ateniesi compivano per essere ammessi nella fratrìa, il terzo giorno delle Apaturie. Il significato iniziatico del rito è messo in luce da Moreau 1992, 207 e da Leitao 2003, 35- 41. Vari sono gli esempi mitici in cui il taglio di capelli marca una transizione: ad esempio Oreste offre un ricciolo al fiume Inaco in Aesch. Ch. 6-7; Medea, al momento di lasciare la Colchide, taglia anche una ciocca dei suoi capelli, in segno di lutto e di rito prematrimoniale (Ap. Rh. 4. 27-29).
cimentandosi in imprese abilitanti448. Queste prove rappresentano un paradigma positivo per gli efebi di età storica, i quali pur non dovendosi confrontare con particolari pericoli, traevano dal periodo di isolamento e dall’acquisizione di queste competenze relative alla materia mitica, la corretta educazione per il loro ruolo di cittadini449.
Accanto alla corroborazione dello statuto eroico, le imprese della giovinezza di Teseo hanno un fine civilizzatore, in quanto volte a debellare manifestazioni di crudeltà incontrollata da una determinata area geografica e a inaugurare il processo di organizzazione territoriale, proprio degli eroi fondatori450.
Trovo significativo che nel dramma si faccia riferimento alle imprese iniziatiche di Teseo riproponendole in un altro, importante momento di passaggio, cioè la transizione di Ippolito da cacciatore adolescente e ostile ad Afrodite, a eroe destinatario di un culto istituzionalizzato nel dominio di quest’ultima.
Il primo riferimento si trova nei versi dell’agone fra padre e figlio e rievoca la sconfitta di Sinis451. Costuiera notoper le crudeltà inflitte ai viaggiatori che attraversavano
l’Istmo a nord di Trezene: dilaniava le sue vittime legandone le estremità a due pini piegati, che scattavano poi verso l’alto ed era perciò detto πιτυοκάμπτης “il piega pini”452.
448 Cfr. Faraone 2003, 67- 68, che identifica il carattere iniziatico di imprese delle imprese di Teseo; il
riconoscimento paterno (Egeo/ Poseidone), l’iniziazione alla sessualità (Arianna) e la successione al trono, rappresentano i nodi principali della costruzione dell’identità eroica di Teseo. La lontananza dalla città e l’esercizio di pratiche militari sono i fondamenti dell’efebia ateniese individuati da Vidal- Naquet 1988, 156 n.19 nel mito di Melanthos; nonostante le recenti revisioni apportate alla teoria dello studioso (cfr. 2.2), questi due presupposti restano validi strumenti per leggere episodi del mito come il viaggio di Teseo verso Atene e, nel nostro caso, l’allontanamento di Ippolito da Trezene.
449 Cfr. Graf 2003, 18-19: parlare di efebi nel mito, come nel caso di Ippolito e Teseo è diverso dal parlare
di efebi d’età storica, per i quali gli eroi rappresentano solo un paradigma di ανδρεῖα. L’efebia ateniese aveva come fine la difesa della patria in gruppo e non la performance di aristie guerriere individuali; le vicende eroiche rappresentano, per gli efebi, una proiezione dello status in cui avviene la transizione da una classe d’età all’altra, cfr. cap. 2.2. Sulle prove iniziatiche nel mito, cfr. Brelich 1969, 34-35; Moreau 1991, 220; sul percorso efebico di Teseo, Calame 20182, 188-189.
450 Cfr. Kearns 1989, 44 ss. e Calame 20182, 71- 72, 190 ss., per i quali è significativo che la leggenda
acquisisca nel tempo connotati sempre più vicini agli interessi geografici di Atene: il percorso di Teseo efebo comprende la μεσογαία, cioè il territorio interno, fra Trezene e Atene; la ἄστυ, cioè Atene, in cui Teseo si ricongiunge a Egeo; infine la παραλία dove, nel resoconto di Plut. Thes.14, affronta il toro di Maratona. Queste tre realtà spaziali saranno le coordinate della ripartizione delle tribù clisteniche (cfr.
451 Bacch. 18. 19-22; 17.19; Diod. 4.59.3; Plut. Thes. 8.3.; Paus. 2.1.4; Apollod. 3.16.2. L’episodio è noto,
in ceramica, a partire dall’età tardo arcaica, prima che nella documentazione letteraria (Brommer 1982, 6- 7); compare inoltre sulle metope del tesoro degli Ateniesi a Delfi e nell’Hephaisteion (o Theseion) di Atene, fra le imprese di Teseo e quelle di Eracle (Ampolo, Manfredini 1988, 206).
452 Diod. 4.59.3; Paus. 2.1.4. Al mito di Sinis il “piega pini” allude Aristofane (Ran. 966), che fa pronunciare
Nella tragedia, Sinis è menzionato nel momento della condanna di Ippolito all’esilio e quindi alla morte. Proprio questa rappresenta il presupposto della sua eroizzazione ed è, perciò, anche la premessa della conclusione del percorso di maturazione e dell’entrata nel dominio di Afrodite453.
Il significato iniziatico delle imprese di Teseo e la liminarità geografica dei luoghi in cui si sono svolte fanno, così, da sfondo alla fuga di Ippolito, che avviene in una ἐσχατιά dell’Attica, la costa trezenia del Golfo Saronico454.
Teseo spiega il motivo della condanna: preservare la sua reputazione eroica.
[Θη]: εἰ γὰρ παθών γε σοῦ τάδ᾽ ἡσσηθήσομαι, οὐ μαρτυρήσει μ᾽ Ἴσθμιος Σίνις ποτὲ
κτανεῖν ἑαυτὸν ἀλλὰ κομπάζειν μάτην455
Se sarò clemente, dopo quello che mi hai fatto, Sinis che abita l’Istmo non testimonierà che un tempo l’ho ucciso, ma dirà che mi vanto invano.
Nella fase che si potrebbe definire “efebica” del ciclo di Teseo456, rievocata agli
spettatori dell’Ippolito dal nome di Sinis, l’azione civilizzatrice dell’eroe si manifesta sul piano del combattimento. Teseo sconfigge i suoi avversari adottando le stesse tecniche da loro usate, contro i nemici. L’eroe si apprende e si appropria di metodi di combattimento diversi, che vengono successivamente istituzionalizzati dalla città. Ciò significa, in
Del Corno 1985; Ampolo- Manfredini 1988, 205. Ciò aggiunge credibilità all’idea che queste prime imprese di Teseo fossero ben note al pubblico della tragedia.
453 Cfr. Bruit Zaidman 1998, 333- 351; Mitchell- Boyask 1999, 59- 61.
454 Eur. Hipp. 973- 975. Trezene è, nelle parole di Fedra, un ἔσχατον di Atene (vv. 372- 373). Sul concetto
di ἐσχατιά come periferia cfr. 2.2.1. Sul significato iniziatico delle imprese giovanili, Cfr. Calame 20182,
71- 72; Walker 1995 (2), 115 mette in luce il nesso esistente fra la geografia del ciclio efebico di Teseo e gli spazi dell’esilio di Ippolito: Places recalling the former victories of Theseus against bandits who
plagued the Saronic Gulf form the background of the dead of his son...For Theseus, his former achievements and his divine birth join together to punish his son.
455 Eur. Hipp. 976- 978.
456 Calame 20182, 188 ss che identifica classi d’età specifiche per le imprese compiute. In questa fase, Teseo
non è rappresentato in armi (cfr. Brommer 1982, 7- 26), ma si serve di metodi di combattimento riconducibili alla lotta agonale. Nell’impresa contro il Minotauro, come attestato dall’iconografia attica di VI sec a.C., l’eroe porta con sé armi (LIMC s.v. Theseus).
sostanza, che l’intervento di Teseo fa rientrare tutto ciò che risulta estraneo ed eccessivo all’interno di un paradigma di comportamento corretto457.
Uno di questi casi è lo scontro con Perifete, che diventa il prototipo di un nuovo modo di combattere: Teseo si appropria della clava (κορύνη) di Perifete e la porta con sé lungo il percorso per Atene458. Segue il duello contro Kerkyon, che è battuto dall’eroe nel primo incontro di lotta a mani nude459. Quest’ultimo dato mette bene in luce il valore civilizzatore delle imprese di Teseo, poiché l’eroe avrebbe per la prima volta contrapposto al rozzo stile di lotta di Kerkyon un combattimento agonale basato sulla τέχνη e sulla σοφία, divenendo così il paradigma del lottatore dei ginnasi460. Anche nello scontro con
il Minotauro, Teseo è riconosciuto come πρῶτος εὑρετής per aver inventato il παγκράτιον, praticato ai giochi Olimpici, sin dal VII secolo a.C.461.
Siamo dunque di fronte a leggende in cui Teseo si procura gradualmente i tratti di un eroe sempre più esperto, fino ad acquisire l’aspetto di un efebo barbato, armato, vincitore del Minotauro e che può quindi fare ritorno ad Atene per succedere al trono.
Che valore ha, quindi, rintracciare immagini del ciclo efebico di Teseo nell’Ippolito di Euripide?
457 Su Teseo eroe civilizzatore cfr. Mills 1997, 43 ss. e Calame 20182, 72, che scrive: Thésée se donne un
nouveau déstinateur ; il inscrit son action dans la ligne de l’entreprise civilisatrice d’élimination de la violence monstreuse et injuste.
458 La prima attestazione letteraria dell’episodio di Perifete è presente in Eur. Suppl. 714, in cui si fa
menzione della δεινή κορύνη proveniente da Epidauro, cioè il luogo dove Teseo aveva affrontato Perifete, chiamato anche Korynétes. In Plut Thes. 8 è tracciato esplicitamente il paragone con Eracle. La clava è un elemento che connette i due eroi, in quanto fondatori e civilizzatori cfr. Jourdain-Annequin 1989, 164, 307 ss; La clava è spesso associata a metodi di combattimento primitivi e violenti, impiegata in scontri con esseri mostruosi per la pacificazione di un territorio, cfr. Wilkins 1990, 329- 339; Stafford 2012, 23- 49, 52.
459 In Plat. Lg. 7.796a, Kerkyon è considerato l’inventore della lotta agonale assieme ad Anteo. Teseo
avrebbe appreso da lui l’arte del combattimento che verrà insegnata nelle palestre d’età storica, cfr. Brelich 1958, 101.
460 Questa è la versione di Paus. 1.39.3: Θησεὺς δὲ κατεπάλαισεν αὐτὸν σοφίᾳ τὸ πλέον, παλαιστικὴν γὰρ
τέχνην εὗρε Θησεὺς πρῶτος καὶ πάλης κατέστη ὕστερον ἀπ᾽ ἐκείνου διδασκαλία, Teseo lo vinse nella lotta
per soprattutto con l’ingegnosità; per primo, istituì la pratica della lotta e da lui ne ebbe inizio l’insegnamento. L’attestazione di Plat. Lg. 7.796a, in cui Kerkyon e Anteo compaiono già in relazione al
tema della lotta; inoltre, un medaglione attribuito al pittore di Kleophrades, datato al 490 a.C. c.a., raffigura due lottatori indicandone i nomi: Theseus e Kerkyon (cfr. LIMC s.v. Kerkyon); l’intreccio doveva, quindi, avere una buona diffusione al tempo della messa in scena dell’Ippolito.
461 Il dato è riportato da Σ Pind. Nem. 3.27; 5.49. Brelich 1958, 100- 101 afferma che le imprese di Teseo
ed Eracle in cui la forza fisica viene messa alla prova, hanno portato questi due eroi ad occupare un posto di rilievo nelle palestre; i miti più antichi vengono dunque adattati a nuovi contesti, come quelli degli agoni atletici e dei ginnasi, per dare lustro e fondamento ad attività tipiche di un gruppo sociale.
Tutti questi riferimenti alla funzione di πρώτος εὐρετὴς dell’eroe, ma soprattutto alla sua capacità di domare atti di barbarie lungo un territorio di pertinenza ateniese, rientrano in una logica che vede Teseo come il creatore di un ordine che Atene ricorda e rispetta, anche in epoca storica. Il rimando tragico a Sinis agisce sulle conoscenze mitiche degli spettatori e suggerisce, in un momento del dramma denso di pathos, un parallelo tra i successi di Teseo e i fallimenti di Ippolito. Non solo, come si è detto, i due personaggi hanno destini diversi in termini di legittimazione familiare, ma si dimostrano opposti in quanto a capacità eroiche, militari e virili462, com’è confermato dalla risposta di Ippolito ai versi citati sopra, in cui Teseo esprimeva timore per la sua reputazione di eroe- re:
ἐγὼ δ᾽ ἀγῶνας μὲν κρατεῖν Ἑλληνικοὺς πρῶτος θέλοιμ᾽ ἄν, ἐν πόλει δὲ δεύτερος […]
πράσσειν τε γὰρ πάρεστι, κίνδυνός τ᾽ ἀπὼν κρείσσω δίδωσι τῆς τυραννίδος χάριν.463
Io invece vorrei essere il primo a dominare gli agoni Ellenici, ma il secondo in città […] così, infatti, è possibile agire e l’assenza di rischi dà un piacere doppio rispetto al potere.
Ippolito dichiara, senza mezzi termini, di non aspirare alla τυραννίς464, ma di voler
sostituire la vittoria negli agoni atletici all’impegno attivo nella polis, privilegiando solo
462 Cfr. Calame 20182, 192- 193: le prove giovanili/ iniziatiche di Teseo sono rivolte a mostrare la
progressiva acquisizione della forza fisica ed il consolidamento di una virilità adeguata ad occupare ruoli di potere. Già in Bacc. 17 è descritto un episodio di lotta fra Minosse e Teseo, incentrato sul reciproco riconoscimento come figli rispettivamente di Zeus e di Poseidone (cfr. Ieranò 1989, 164 ss.).
463 Eur. Hipp. 1016- 1017; 1020.
464 Del resto, non avrebbe potuto farlo, (cfr. 2.5.2), a causa dello status di νόθος. Come ricorda Barrett 1964,
216 la legge periclea del 451-450 a.C. sulla cittadinanza era, sì, nella mente degli spettatori, ma non costituisce un reale impedimento allo svolgimento tragico: come Ippolito era un νόθος, perché figlio di Antiope/ Ippolita, illegittimi erano anche i figli di Teseo e Fedra, in quanto nati da madre non ateniese. Ciò che importa qui rilevare è la percezione che gli spettatori hanno delle categorie giuridiche, non la reale applicazione di queste in tragedia.
un’imitazione della πράξις eroica465. Secondo l’eroe, il potere non è gradito a chi possiede
una saggezza innata, che egli identifica, in modo scorretto, con la purezza del corpo466:
ἀλλ᾽ ὡς τυραννεῖν ἡδὺ τοῖσι σώφροσιν; ἥκιστ᾽, ἐπεί τοι τὰς φρένας διέφθορεν θνητῶν ὅσοισιν ἁνδάνει μοναρχία.467
(Dirai) che il potere è dolce per quelli di animo nobile? Per niente, dal momento che governare da soli distrugge il discernimento degli uomini, ai quali ciò è gradito.
Ippolito si confronta, in tutto l’agone, con un Teseo presentato nei suoi connotati più arcaici468, saldamente legati alla regalità; il dramma pone infatti l’accento sui nuclei più antichi della leggenda dell’eroe, come gli amori turbolenti (Antiope vv.10, 307, 351, 581; Arianna v. 339), gli exploits eroici contro i nemici mostruosi e la τυραννίς di Teseo ad Atene (vv. 1013, 1020). Il fatto che non si tratti del Teseo democratico delle Supplici, in cui l’eroe stesso nega con decisione l’esistenza di una monarchia ad Atene469, consente
di intendere le imprese giovanili come percorso obbligato verso la regalità e di leggere i rimandi tragici a questi miti in direzione del tema iniziatico.
La distanza fra i due personaggi viene più volte evidenziata, fino alla frattura completa fra padre e figlio, causata dal fallimento di Ippolito nel confronto con il mostro simbolico delle imprese di Teseo: il toro470.
465 Zeitlin 1982, 233 mette in relazione l’opinione di Ippolito sul significato di πράξις, e l’idea aristotelica
di “azione”; per Aristotele, (Poet. 1450 a 12) un dramma è imitazione di un’azione reale; nel caso di Ippolito, l’azione è completamente assente per il semplice fatto che, già dai primi versi della tragedia, sappiamo che l’eroe è destinato alla morte. Su questa anticipazione dell’esito tragico, a inizio dramma cfr. Dunn 1996, 92 ss.
466 Cfr. Cairns 1993, 306 ss. Sul concetto di purezza, legato in particolar modo alla pratica rituale, cfr.
Vernant 1981, 115 ss.
467 Eur. Hipp. 1013- 1015.
468 Sui diversi trattamenti di Teseo in tragedia, cfr. Walker 1995(2) 113 e Bloomqvist 1982, 413. 469 Eur. Suppl. 399- 405.
470 Si noti anche il valore dell’espressione usata da Afrodite per descrivere le qualità di cacciatore di
Ippolito. La dea dice: κυσὶν ταχείαις θῆρας ἐξαιρεῖ χθονός con le cagne veloci estirpa dalla terra le bestie
feroci (v. 18). Il verbo ἐξαίρω è tipicamente associato all’atto eroico di debellare un pericolo mostruoso da
una porzione di terra, come in Eur. HF 154, dove ἐξελεῖν è riferito ad Eracle che “estirpa” il leone Nemeo; Hdt. 1.36, in cui si trova ἐξαιρεῖν χώρας, a proposito della caccia al cinghiale selvatico in Lidia, (cfr. Walker 1995, 118 e 137, n.16). L’uso di lessico evocativo di immagini eroiche, come quelle di Eracle e Teseo, in relazione ad un personaggio la cui più grande fatica è quella di essere andato a caccia con i servi, non fa che approfondire il solco fra quest’ultimo ed i suoi predecessori illustri. A dimostrazione del divario
Il confronto fra i due personaggi principali è, dunque, possibile grazie alla conoscenza della materia mitica da parte del pubblico, che interpreta le allusioni tragiche alle imprese di Teseo alla luce del loro significato iniziatico e può progressivamente notare il divario fra l’eroico e il non eroico, fra il civile e l’incivile incarnati rispettivamente da Teseo e Ippolito.
Un secondo riferimento alle imprese giovanili di Teseo è presente, sempre nel contesto dell’agone (vv. 936- 1101) e nel resoconto sulla fuga di Ippolito, pronunciato dal messaggero (vv. 1201- 1265). Si tratta di Skiron, nemico di Teseo sconfitto lungo il cammino da Trezene ad Atene. Vedremo che la menzione di Skiron nell’Ippolito consente di affrontare un'altra sfumatura del tema dell’iniziazione: il travestimento; il nome di Skiron costituisce infatti un rimando allo scenario festivo delle Oscoforie, in cui il tema della transizione all’età adulta è ritualizzato in una corsa di efebi vestiti in abiti femminili e che va da Atene fino al tempio di Atena Skiras.
Anche in questo caso, si osserverà come la percezione degli eventi drammatici è influenzata dalla competenza mitica e dall’esperienza cultuale condivisa dagli spettatori del Teatro di Dioniso.