Nel 1997 l’AB MEDICA S.P.A. introduce in Italia la Chirurgia Robotica con il Sistema
DA VINCI, prodotto da Intuitive Surgical, che viene poi capillarmente diffuso sul
territorio nazionale. Da allora il robot viene utilizzato routinariamente e con successo nelle seguenti specialità:
- Chirurgia Generale - Urologia
- Chirurgia Toracica - Ginecologia
- Cardiochirurgia - Chirurgia Pediatrica.
Il nostro Paese è attualmente ai più alti livelli di affidabilità al mondo nel campo della chirurgia “mini-invasiva” e la Chirurgia Robotica è oggi più avanzata in Italia rispetto ad ogni altro Stato europeo. Questo lo si deve sia all’eccellenza della classe chirurgica italiana che alla professionalità di AB MEDICA S.p.A., un’azienda privata italiana la cui missione è da sempre quella di ricercare e introdurre in Italia le tecnologie attualmente più avanzate. Nel 1997 l’AB MEDICA introduce in Italia la Chirurgia Robotica con il Sistema Da Vinci, prodotto da Intuitive Surgical, che viene poi capillarmente diffuso sul territorio nazionale. Nel 2003, sempre nell’ambito della Robotica, AB Medica introduce in Italia, per prima in Europa, il Sistema per Radiochirurgia Stereotassica Cyberknife (letteralmente: “coltello cibernetico”), che rappresenta l’apparecchiatura più avanzata al mondo nel trattamento di alcuni tipi di tumori, sia intra che extra-craniali.
Nell’ambito della Chirurgia Generale particolarmente attivo è l’Ospedale di Grosseto, che ad oggi rappresenta il punto di riferimento mondiale per l’utilizzo del robot Da Vinci nella Chirurgia Generale. Sempre a Grosseto, è stata inaugurata nel luglio del 2004 la prima Scuola di Chirurgia robotica in Europa, diretta dal Prof. Giulianotti.
Attualmente in Italia vi sono 24 istallazioni43: 1. POLICLINICO SAN MATTEO DI PAVIA 2. OSPEDALE SAN RAFFAELE DI MILANO 3. OSPEDALE TORRETTE DI ANCONA
4. SCUOLA CHIRURGIA ROBOTICA GROSSETO 5. OSPADALE MISERICORDIA DI GROSSETO 6. OSPEDALE CISANELLO DI PISA
7. OSPEDALE SACCO DI MILANO
8. OSPEDALE DI PADOVA (CARDIOCHIRURGIA) 9. OSPEDALE DI PADOVA (UROLOGIA)
10. OSPEDALE DI UDINE
11. OSPEDALE LE MOLINETTE DI TORINO 12. OSPEDALE NIGUARDA DI MILANO 13. OSPEDALE MONALDI DI NAPOLI 14. OSPEDALE DI SPOLETO
15. OSPEDALE BORGO TRENTO DI VERONA.
16. OSPEDALE REGIONALE DI AOSTA 17. CLINICA VILLA SOFIA DI PALERMO 18. CLINICA LA MADONNINA DI BARI 19. OSPEDALE DI SAVONA
20 OSPEDALE DI ALESSANDRIA 22. OSPEDALE DI CAMPOSAMPIERO 23. OSPEDALE DI CEFALU’
24. IEO DI MILANO
Analizzando la Totale casistica in Italia nel 2005 si sono avuti 949 casi in tutte le specialità, di cui:
- Urologia: 216 casi (Osp. Sacco di Milano, Osp. Di Aosta, Clinica La Madonnina di Bari,
Osp. di Padova, Osp. Di Camposampiero);
- Chirurgia Generale: 733 casi (Osp. della Misericordia Grosseto, Clinica la Madonnina
di Bari, Osp. degli Infermi di Spoleto, Villa Sofia di Palermo, Osp. San Paolo di Savona, Osp. Civile di Modena, Osp. Di Camposampiero, Niguarda di Milano, Osp. di Aosta, Osp. Monadi di Napoli).
Il RM in chirurgia
44Il decesso di un paziente è generalmente la conseguenza di una serie di fattori tra loro intercorrelati, alcuni dei quali sono prevenibili o correggibili, mentre altri sono non modificabili. Sono state svolte negli ultimi anni numerose indagini, specie in campo chirurgico, con lo scopo di identificare i fattori del primo gruppo e di fornire delle raccomandazioni affinché questi possono essere eliminati. Le raccomandazioni prendono in considerazioni aspetti organizzativi, relativi a dotazioni strumentali ed al comportamento e modalità di azione dello staff medico.
A titolo esemplificativo vengono di seguito riportati alcuni dei problemi evidenziati e delle raccomandazioni cliniche ed organizzative:
a) I chirurghi e gli anestesisti devono partecipare a audit multidisciplinari, incontrandosi insieme per discutere il miglioramento delle cure. Questi incontri devono concentrarsi almeno nel chiedersi:
• “Di chi è la colpa?” e di più sui sistemi di cambiamento della pratica clinica per assicurare, quando possibile, la sicurezza dei pazienti.
b) C’è un gap di preparazione nei livelli di competenza del personale medico e infermieristico tra i servizi di assistenza intensiva e quello dei reparti di assistenza di base. In particolare c’è la necessità di aumentare la preparazione degli infermieri e dei medici dei reparti di base nel monitoraggio e nella interpretazione dei parametri e dei sintomi post- operatori. È necessario un maggior numero di programmi a livello locale e nazionale per una adeguata formazione specialistica per il monitoraggio post-operatorio dei pazienti. c) I pazienti con tumore vengono trattati in unità e centri con importanti differenze nella dimensione della casistica trattata e nella esperienza. In alcune realtà la casistica trattata è di dimensioni così ridotte da far dubitare che i clinici siano in grado di mantenere una adeguata capacità clinica.
d) Alcuni pazienti con tumore sono sottoposti a lunghe e complesse procedure chirurgiche palliative, dove il beneficio del trattamento chirurgico non è chiaro.
e) I pazienti traumatizzati hanno maggior probabilità di subire ritardi nell’assistenza per ragioni non mediche che quelli di altre specialità.
f) Prendere in considerazione precocemente procedure diagnostiche o terapeutiche radiologiche può far evitare interventi chirurgici in pazienti ad alto rischio.
In ambito epidemiologico i dati italiani che possono fornire un’idea parziale della situazione, sebbene non riconducibile direttamente alle malpractice, sono quelli sulle morti prevenibili, pubblicati di recente nell’Atlante della Sanità Italiana (Atlante della Sanità, 2002): nel 1995 sono stati calcolati 85 mila morti evitabili se fossero stati realizzati interventi di prevenzione primaria, diagnosi precoce e terapia e igiene ed assistenza sanitaria. Tale numero si è ridotto ad 80 mila nel 1997. Per gruppi di malattie dal 1995 al 1997 si sono ridotti del 8,2% i casi letali evitabili di malattie legate al sistema cardiocircolatorio e del 5,4% quelle legate a tumori. Alla luce di questi dati anche in Italia sono state promosse in questi ultimi anni varie iniziative per il livello delle cure e messi a punto sistemi di gestione del rischio sanitario.