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Strategia di ricerca

Nel documento 1 Tesi di dottorato (pagine 95-99)

CAPITOLO IV - ITALIA-SLOVENIA UN CONFINE LABILE

5.2 Strategia di ricerca

Per poter trovare risposta a questi quesiti, sono stati analizzati tre casi studio, tre progetti Interreg Italia – Slovenia della programmazione 2000-2006, mediante un approccio combinato di tecniche qualitative e quantitative che permettono di dare maggiore robustezza ai dati considerati, come descritto da Yin Robert (2005). Per la raccolta e l’analisi dei dati si è preferito il metodo quantitativo perché di preminenza delle scienze sociali e perché, a differenza del metodo qualitativo, non necessita di un’ottima conoscenza della lingua slovena. L’indagine esplorativa, relativa ai tre casi individuati, è stata effettuata mediante interviste strutturate agli organizzatori e facilitatori dei processi, metodo che di preferenza viene utilizzato nell’ambito di ricerche antropologiche; le interviste (Allegato 1) sono state realizzate per raccogliere informazioni utili alla definizione del questionario; poiché molteplici sono, infatti, le modalità con cui i processi inclusivi vengono analizzati e valutati, a seconda di cosa si vuole analizzare all’interno delle dinamiche partecipative, nei capitoli II e III ne sono stati elencate alcune.

La ricerca oltre ad utilizzare alcune delle variabili in uso per la valutazione dei processi partecipativi ha preso in prestito alcune variabili del social learning, come ampiamente descritto nel capitolo III, individuate da Webler (1995) e Schlusser (2003) per la valutazione della cooperazione nei processi inclusivi. Sono state considerate tali variabili, rispetto ad altre metodologie di valutazione, perché permettono di comprendere se all’interno del processo deliberativo si è sviluppato un clima cooperativo.

Nella prima fase di individuazione dei casi in cui è stata effettuata la lettura delle schede progettuali dei progetti interreg Italia – Slovenia 2000-2006, sono stati individuati i tre casi studio, ampiamente descritti nel capitolo VI. La seconda fase è consistita nella lettura del materiale cosiddetto “non tecnico” (Strauss, Corbin, J. 1998 pp 49-52). prodotto dai tre diversi progetti: documenti, materiale informativo, ascolto delle registrazioni degli incontri ecc… La terza fase è consistita nelle interviste agli organizzatori/facilitatori dei processi partecipativi (Allegato 1), agli inizi del 2009, che si è ritenuto opportuno utilizzare per la realizzazione dei questionari. È stato intervistato il facilitatore dei forum del progetto “Comunicare senza confini”, i due organizzatori dei forum di “Distretto del Carso” uno per la parte italiana ed uno per la parte slovena ed infine il responsabile, che spesso ha dovuto ricoprire anche il ruolo di facilitatore, di “Transland”. L’intervista è stata strutturata in base a diversi obiettivi:

DOMANDE OBIETTIVI DELLE DOMANDE

- Chi è stato coinvolto e come è stato scelto? - Si è cercata una rappresentatività di interessi? - Sono stati coinvolti gli amministratori locali? - Qualche stakeholder anche se invitato non ha

partecipato? Quale? Era importante?

Domande relative ai portatori di interesse: - Scelta

- Rapporto con i partecipanti - Rappresentatività degli interessi

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- È stato coinvolto in un secondo momento in qualche modo?

- Hanno partecipato sempre le stesse persone? Oppure c’è stato un turnover?

- Si è creata una relazione costante e continua con i partecipanti?

- Sono emersi tutti gli interessi?

- C’è stato un confronto tra gli interessi? - Quale era l’obiettivo del processo

partecipativo? - È stato raggiunto? - Quali i temi trattati?

Obiettivi del processo partecipativo

- Sono stati individuati gruppi di lavoro? - In base a cosa sono stati suddivisi i gruppi? - Di quanto è stata la distanza tra un incontro e

l’altro?

- Quanti incontri transfrontalieri sono stati fatti in tutto?

- Sono stati utilizzati mezzi elettronici per un maggiore coinvolgimento?

- Hanno funzionato? E’ stato un successo o no? In che percentuale?

- Sono stai usati strumenti per visualizzare la discussione o mappe del processo di discussione?

- Quali tecniche sono state utilizzate per facilitare la discussione?

- Gli incontri sono stati fatti su ambiti territoriali diversi?

- Come è avvenuta la diffusione delle informazioni in merito ai forum?

- La presenza di partecipanti di lingua diversa ha costituito un ostacolo per il successo del

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forum?

- Cosa è cambiato nei partecipanti dall’inizio alla fine? Se c’è stato un cambiamento. - Si è creata fiducia tra i partecipanti?

- Dall’inizio alla fine c’è stato un cambiamento nella predisposizione all’ascolto di posizioni diverse?

Giudizio sulle dinamiche dei forum

- Dopo la fine del processo partecipativo era previsto qualche ulteriore contatto con le persone coinvolte?

- C’è stato qualche ulteriore progetto in cui sono state coinvolte?

Dopo il forum

- C’è stato qualche tentativo di delegittimare i forum?

Tentativo di delegittimazione dei forum

Al termine delle interviste (Allegato 1) è stata predisposta una lettera di presentazione in lingua italiana e slovena (Allegato 2) ed un questionario in entrambe le lingue (Allegato 3), composto da 49 domande, somministrato a tutti i partecipanti tra la fine del 2009 e l’inizio del 2010. Il questionario era suddiviso in tre parti, la prima mirava a delineare i partecipanti per età, occupazione, sesso, titolo di studio, appartenenza o meno alla minoranza slovena o italiana, hobby praticati, appartenenza ed eventuale ruolo ricoperto in associazioni, provenienza nel senso di distanza dal confine, partecipazione a forum precedenti e se sì a quale tipo, queste domande sono state poste alla fine del questionario.

La seconda parte tentava di individuare l’esistenza o meno di una forma embrionale di “capitale sociale transfrontaliero” utilizzando e modulando, in relazione alle caratteristiche dell’area, le seguenti variabili indicate da Bordieu (1985) e Putnam (1993, 1995, 2000) e utilizzate in particolar modo da Harper e Kelly (2003) per la valutazione del capitale sociale in Inghilterra:

a) percezione dei rispondenti relativamente all’area transfrontaliera, b) reti sociali,

c) partecipazione sociale,

d) possibile individuazione di norme ed associazioni comuni, e) fiducia interpersonale e la fiducia verso le istituzioni f) bilinguismo

La percezione dei rispondenti relativamente all’area transfrontaliera serve a misurare quanto essi percepiscano simili, e quindi vi si riconoscano, i rispondenti dell’altra parte del confine.

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Le reti sociali riguardano l’esistenza di parenti e amici oltre confine, l’assiduità della frequentazione, il numero dei parenti e degli amici ed il motivo e la frequenza del recarsi oltre confine.

Il “civic engagement” , ossia la partecipazione ad associazioni senza scopo di lucro, permette di comprendere se esistono simili realtà transfrontaliere e se qualcuno dei partecipanti, residente in una parte del confine, è membro di qualche associazione oltre confine.

Per quanto riguarda il parere a) sull’eventualità di norme comuni e b) sull’eventualità di associazioni comuni relative allo sviluppo economico e per la tutela delle aree protette sono stati considerati due diversi ambiti: quello economico e quello sulla tutela della natura perché riguardano sensibilità e problematiche totalmente diverse, il primo infatti tocca aspetti profondi della cooperazione, la seconda è invece realizzabile senza grandi cambiamenti normativi e senza sostanziosi investimenti.

Altra variabile considerata è stata la fiducia verso le persone che partecipano ai forum e verso le istituzioni d’oltre confine al fine di comprendere se ha maggiore peso la fiducia interpersonale, o se invece a tale fiducia, ritenuta più labile, viene preferita quella verso le istituzioni, perché, come descritto da Zaheer & Zaheer (2006), un’asimmetria tra le due parti su questo punto renderebbe più difficile la cooperazione. Alle variabili individuate dalla letteratura classica sul capitale sociale è stata aggiunta la competenza linguistica: il bilinguismo è, infatti, un capitale che appartiene alle zone di confine e viene indagato come variabile specifica del “capitale sociale transfrontaliero” poiché permette il concretizzarsi di intense attività di cooperazione tra le due parti facilitando il raggiungimento degli obiettivi prefissi durante lo svolgimento dei processi partecipativi transfrontalieri.

La terza parte riguarda nello specifico le dinamiche dei forum organizzati nell’ambito dei progetti e la variabili utilizzate sono state per l’appunto quelle estrapolate dalla letteratura sul social learning: morale, relazionale e fiducia. Sono state inoltre inserite due domande, riprese dalla letteratura sulla negoziazione, relative al rispetto degli interessi e delle posizioni, alla soddisfazione per le decisioni prese ed una per capire se le decisioni hanno introdotto elementi innovativi. Non si è tenuto conto della variabile cognitiva perché in nessuno dei tre progetti veniva richiesto specificatamente l’apprendimento di nozioni, come invece avviene per i workshop analizzati dagli autori elencati nella tabella.

Autori Risultati osservati Classi di risultati

Webler ( 1995) La comprensione della prospettiva altrui Il reciproco rispetto delle posizioni Il sentimento di solidarietà

L’attitudine al cambiamento attraverso gli altri Empatia

Morale

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Schusler (2003) Relazioni di collaborazione Proposte comuni

Relazionale

La fiducia negli altri Fiducia

Tabella n 1 revisione su fonte Rodela (2008)

Il questionario è stato strutturato con domande chiuse, tranne due eccezioni in cui è stato richiesto di motivare la risposta; gli item erano per lo più a scelta graduata con scale ordinali: per niente, poco, abbastanza, molto; mai, qualche volta, spesso, sempre; da 0 a 5; oppure dicotomici: sì/no o a scelta forzata tra alcune possibilità.

Alcune variabili complesse, come la fiducia e le norme, sono state trattate nella loro generalità senza definirne gli elementi costitutivi.

Successivamente alle interviste, agli organizzatori/facilitatori del processo partecipativo,sono state poste alcune domande utili alla definizione del questionario, esso è stato, inoltre, testato su alcuni conoscenti che hanno partecipato ai forum, per individuarne eventuali punti deboli o criticità nelle domande o nelle risposte; purtroppo non è stato possibile testare il questionario su rispondenti sloveni prima della somministrazione tramite la rilevatrice.

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