La disciplina europea sul traffico di migranti.
6.3 Gli strumenti adottati dall’Unione Europea per contrastare il fenomeno.
Il contrasto all’immigrazione illegale rappresenta uno degli obiettivi fondamentali dell’Unione Europea e soprattutto degli Stati membri più colpiti che richiedono una politica comune ed una normativa vincolante ed univoca.
Per riuscire a contrastare ciò, gli Stati hanno creato meccanismi di cooperazione che variano a seconda della partecipazione dei Paesi. Il grado di collaborazione varia, infatti, a seconda che la cooperazione sia portata avanti tra soli Stati di destinazione dei flussi migratori oppure tra Stati di destinazione e Stati di origine diversi.196
195 A. T. GALLAGHER, The International Law on Migrant Smuggling, 2014,
Cambridge. pag. 92
196 Simone Marinai, “La cooperazione tra stati nelle diverse fasi della lotta
all’immigrazione irregolare” in “Immigrazione, diritto e diritti: profili internazionalistici ed europei” a cura di Calamia Antonio Marcello, Di Filippo Marcello, Gestri Marco, Padova, Cedam 2012.
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Lo strumento di collaborazione che viene maggiormente utilizzato è rappresentato dallo scambio di informazioni tra le autorità.197
La legislazione comunitaria ha cercato di creare un’organica disciplina per contrastare l’immigrazione.
Al tempo stesso ha rafforzato lo spazio europeo di “libertà, sicurezza e giustizia”, tutelando l’U.E. dalla minaccia del traffico di migranti. A tal proposito nel 2004 è stata creata, con Regolamento comunitario, l’Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alla frontiere esterne, meglio conosciuta come FRONTEX198, con il compito di creare una collaborazione tra gli Stati.
Il regolamento istitutivo di FRONTEX viene modificato nel 2006 e successivamente nel 2008 viene messa in evidenza, mediante una
197 A livello universale sono stati individuati gli accordi tra i vari Stati di
destinazione e di origine dei flussi in modo da avere uno scambio diretto di informazioni per prevenire tale fenomeno.
A livello regionale non sono poste limitazioni in relazione allo scambio di informazioni legate alla criminalità organizzata per cercare di creare una migliore gestione delle frontiere.
198 L’Agenzia opera attraverso squadre congiunte di assistenza che riuniscono
agenti della guardia nazionale di frontiera degli Stati membri chiamati a risolvere situazioni delicate che si verificano alle frontiere o che hanno una rilevanza internazionale.
Nell’ambito della cooperazione tra gli Stati rientra tra i compiti di FRONTEX la fornitura dell’assistenza necessaria per operazioni di rimpatrio ed allontanamento di cittadini di Paesi terzi che sono entrati nel territorio dello Stato in modo irregolare.
Le operazioni devono essere effettuate tenendo conto del rispetto della dignità umana e del diritto alla libertà e sicurezza.
Sono state adottate due decisioni: la prima in relazione alla creazione sul web di una rete di informazioni e coordinamento per i servizi di gestione dell’immigrazione degli Stati membri ossia Intranet.
La seconda decisione relativa al meccanismo di reciproca informazione sulle misure degli Stati membri in materia di asilo ed immigrazione.
In relazione a ciò possiamo ricordare che nel 2006 è stato adottato il “Codice frontiere Schengen” con finalità di contrasto dell’immigrazione clandestina. Tale Codice è volto ad istituire un meccanismo di squadre di intervento rapido alle frontiere che andrà a modificare il regolamento istitutivo di FRONTEX. La nuova agenzia che dovrebbe sorgere sulla struttura di FRONTEX verrebbe dotata di ingenti risorse sia economiche che di carattere tecnico-personale. La Commissione ha evidenziato che per quanto riguarda il budget di tali fondi avremo un incremento da 143 milioni previsti nel 2015 a 238 milioni nel 2016, 281 nel 2017 fino ad arrivare ad una stima di 322 milioni nel 2020.
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comunicazione della Commissione del Consiglio199, la volontà di creare un sistema di sorveglianza europea chiamato EUROSUR.200
Questo sistema dovrebbe essere coadiuvato dal Sistema di informazione di Schengen ossia il SIS e dal Sistema di informazione dei visti ossia il VIS.
Il SIS contiene le informazioni sulle persone che sono ricercate ed è consultato periodicamente alle frontiere.
Il VIS è stato istituito per migliorare l’attuazione della politica comune in materia di visti, di cooperazione consolare e la consultazione tra le autorità centrali competenti per i visti, facilitando lo scambio di dati nel minor tempo possibile.201
Fino a questo momento, abbiamo visto quelle che sono le soluzioni iniziali proposte dall’Unione Europea per contrastare il fenomeno. La azioni possibili concernono quindi:
Il rafforzamento della cooperazione tra gli Stati membri, pervenendo alla realizzazione di un sistema di sorveglianza costiera e l’organizzazione di una rete di pattugliamento a scopo preventivo.
Il rafforzamento della collaborazione con i Paesi terzi in particolare modo con gli Stati da cui hanno origine i flussi. Una collaborazione con i Paesi terzi per cercare di contrastare il
fenomeno del traffico internazionale di persone.
199 Comunicazione della Commissione del Consiglio del 28 Novembre del
2006 sul “Rafforzamento della gestione delle frontiere marittime meridionali dell’UE”.
200 EUROSUR è uno strumento per il rafforzamento di FRONTEX: attraverso
lo scambio di informazioni tra Stati in tempo reale, la raccolta dati, l’analisi dei rischi e l’identificazione dei gruppi di migranti.
Ha come obiettivi quello di limitare il numero dei cittadini di paesi terzi che entrano illegalmente nel territorio dell’U.E., di ridurre il numero di decessi, di rafforzare la sicurezza interna in tutta l’U.E. contribuendo a prevenire la criminalità.
201 Simone Marinai, “La cooperazione tra stati nelle diverse fasi della lotta
all’immigrazione irregolare” in “Immigrazione, diritto e diritti: profili internazionalistici ed europei” a cura di Calamia Antonio Marcello, Di Filippo Marcello, Gestri Marco, Padova, Cedam 2012, pag.547-548.
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Fra il 2008 ed il 2011 la Commissione Europea pubblica delle comunicazioni per aumentare e rendere più efficace la cooperazioni tra gli Stati.
Tali comunicazioni del 2011 sono:
“Una politica di immigrazione comune per l’Europa”
“Rafforzare l’approccio globale in materia di migrazione; aumentare il coordinamento, la coerenza e le sinergie”
“L’approccio globale in materia di migrazione e mobilità”. Tale ultima comunicazione è basata su quattro punti fondamentali:
Migrazione legale e mobilità,
Immigrazione irregolare e tratta di esseri umani, Protezione internazionale e politica in materia di asilo,
Aumento dell’incidenza della migrazione e mobilità dello sviluppo.
L’obiettivo principale è quello di creare dei canali di comunicazioni tra vari Stati per poter concludere “partenariati di mobilità”.
Tali partenariati non comprendono solamente gli accordi di riammissione, ma anche una serie di aiuti per contrastare il sistema che sta dietro l’immigrazione clandestina.
Nel 2014 viene pubblicata un’altra comunicazione intitolata “Un’Europa aperta e sicura: come realizzarla”202 la quale apre la
strada all’approvazione nel Consiglio europeo di Giugno degli "Orientamenti strategici della programmazione legislativa e operativa nel quadro dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia" per il periodo 2014-2020”.203
Non si tratta più di un programma, ma di orientamenti incentrati sul recepimento, l'attuazione e il consolidamento degli strumenti giuridici e delle misure esistenti.
202http://www.parlamento.it
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In essi si sottolinea la necessità di mettere in atto un approccio globale in materia di migrazione, utilizzando nel miglior modo possibile la migrazione legale, offrendo protezione a coloro che ne hanno bisogno, contrastando la migrazione irregolare e gestendo in modo efficace le frontiere.
Nel 2015 l’Unione Europea ha dovuto fronteggiare un aumento piuttosto gravoso del fenomeno migratorio e soprattutto un aumento delle migrazioni con richiesta di asilo.
In relazione a questo l’Unione Europea ha adottato “L’Agenda UE sull’immigrazione”204 e “L’Agenda sulla sicurezza”.205
La prima individua misure appropriate per affrontare la situazione di crisi nel Mediterraneo.
Basti pensare che il numero di vittime e di migranti che cercano di raggiungere l’Europa nel 2015, secondo i dati di FRONTEX, è di 1,8 milioni di attraversamenti irregolari delle frontiere dell’U.E.206
Per questo motivo “L’Agenda sull’immigrazione” propone misure da attuare nel medio e nel lungo periodo.
Tra queste misure possiamo individuare:
La riduzione degli incentivi alla migrazione irregolare, Una migliore gestione delle frontiere,
Attuare una nuova politica in materia di migrazione legale. Infine l’Agenda propone di esaminare la possibilità di dare vita ad operazioni nel Mediterraneo per contrastare il traffico di persone e la tratta di esseri umani.207
204 Agenda europea sulla migrazione del 13 Maggio 2015. 205http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/
206 Questo numero è pari ad un aumento del 546% rispetto al 2014.
207 Il “Pacchetto frontiere” approvato dalla Commissione europea il 15
dicembre del 2015 ha presentato una serie di proposte e tra queste anche l’introduzione di una nuova Agenzia di guardia costiera e di frontiera europea (European Border and Coast Guard Agency) che si occupi di un maggiore controllo delle frontiere con poteri più incisivi rispetto a FRONTEX.
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In relazione all’attuazione di tale Agenda, nel settembre del 2017, la Commissione, con una valutazione intermedia, ha esaminato i progressi in merito alla crisi208e nell’esecuzione delle azioni previste dall’Agenda. La relazione evidenza come vi sia stato un calo del 63% degli attraversamenti irregolari delle frontiere esterne dell’U.E.
In conclusione, possiamo citare il “Piano dell’Unione per una nuova politica dell’immigrazione”209 che viene approvato dalla Commissione
Europea.
Questo piano individua una serie di azioni immediate ed a lungo termine che dovrebbero essere applicato dagli Stati.
Tra le azioni immediate ricordiamo:
Ripartizione tra gli stati ossia i migranti già presenti in Europa o che entreranno direttamente in territorio europeo saranno ridistribuiti tra gli stati membri, in situazioni di emergenza, secondo una chiave di ripartizione che terrà conto di quattro parametri: PIL, popolazione, livello di disoccupazione e rifugiati già accolti sul territorio nazionale.210
L’applicazione di tale misura si basa sull’Art.73 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, paragrafo 3 il quale è mirato ad aiutare gli Stati membri colpiti da un ingente afflusso di migranti.211
208 Alessia di Pascale, “Osservatorio Europeo” in “Diritto, immigrazione e
cittadinanza”.
209 L’obiettivo del nuovo piano è quello di interrompere il flusso dei migranti
proveniente dalla Libia prevedendo un rafforzamento della Guardia Costiera Libica.
Il programma è basato sullo stanziamento di un numero ingente di finanziamenti per poter controllare e regolare il flusso migratorio verso l’Italia.
210 https://www.internazionale.it/notizie/2015/05/13/le-nuove-linee-guida-
europee-sull-immigrazione.
211 Alla fine del 2015 la Commissione provvederà ad emanare un piano di
ridistribuzione dei migranti i quali abbiano fatto richiesta di protezione internazionale.
Secondo i dati statistici, la Germania accoglierà il numero maggiore di migranti, il 18,42 per cento, seguita dalla Francia, con il 14,17 per cento, e dall’Italia con l’11,84 per cento. Tre stati, Regno Unito, Irlanda e Danimarca,
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Operazioni contro il traffico di esseri umani legata alla possibilità di attuare un’operazione per contrastare il traffico nelle acque del Mediterraneo.
Rafforzamento della sorveglianza relativo alla necessità di attuare maggiori controlli alle frontiere.
Reinsediamento nei Paesi dell’Unione Europea212.
Oltre a tali azioni immediate il programma prevede anche una serie di azioni a lungo termine tra le quali:
Il distaccamento di funzionari di collegamento europei per la migrazione presso le delegazioni dell’Unione nei paesi terzi strategici.
La modifica della base giuridica dell’agenzia FRONTEX per potenziare il ruolo in materia di rimpatrio dei migranti che non hanno diritto all’asilo o alla protezione internazionale.
Un piano d’azione con misure volte a trasformare il traffico di migranti in un’attività ad alto rischio e basso rendimento. Iniziative di cooperazione con i paesi d’origine e di transito dei
flussi, in particolare con il Niger, da cui passa il 90 % dei migranti diretti in Libia dall’Africa occidentale.
Azioni di politica estera, cooperazione allo sviluppo e assistenza umanitaria che affrontino le cause profonde del fenomeno migratorio, contribuendo al consolidamento delle capacità dei paesi terzi di gestire le loro frontiere.213
In conclusione possiamo notare, sulla base di quanto viene affermato dal Consiglio dell’Unione Europa sul traffico di migranti, che le strategie
potranno avvalersi della possibilità di non partecipare alla ripartizione, facendo riferimento all’articolo 78.3 del Trattato.
212 Per quanto riguarda questi reinsediamenti di profughi presenti nei campi di
paesi terzi, il numero maggiore andrà sempre in Germania, il 15,43 per cento, pari a 3.086 persone. In Francia andrà l’11,87 per cento, ovvero 2375 persone, in Gran Bretagna il 11,54 per cento, 2309 persone, e in Italia il 9,94 per cento, cioè meno di duemila persone.
213 https://www.internazionale.it/notizie/2015/05/13/le-nuove-linee-guida-
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da adottare sono basate su un rafforzamento della cooperazione tra gli Stati.
Viene riconosciuta in materia la minaccia rappresentata dalla criminalità organizzata che gestisce tali traffici.
Si cerca di trovare delle soluzioni strategiche che permettano di tenere sotto controllo i flussi migratori, tenendo conto dell’importanza della lotta al traffico di migranti.214
214 Tale obiettivo è sottolineato dalla conclusione del Consiglio del 9 novembre
2015 che invita gli Stati membri ad istituire una rete di contatti operativi unici sul traffico di migranti.
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