Accessible Teachers Inclusive Language Teaching Paths Francesca Machì
4. Gli strumenti per la valutazione
A tutti i soggetti coinvolti nel piano sperimentale della ricerca, ossia gli studenti di Scienze della Formazione, gli insegnanti della Scuola Primaria e gli alunni, sono stati somministrati dei test di valutazione iniziale delle competenze lin- guistiche. Per gli studenti di Scienze della Formazione e per gli insegnanti si è scelto il Trinity’s Integrated Skills in English Test (ISE) che testa le 4 abilità lin- guistiche di reading, writing, speaking and listening, attraverso un esame strut- turato in 2 parti: Reading & Writing and Speaking & Listening. Il livello scelto, conforme alla scala di livelli del Common European Framework of Reference (CEFR), nonché al livello di competenza richiesto agli insegnanti di Lingua Straniera per la Scuola Primaria (Legge 107/2015) è stato l’ISE II (B2). Lo stesso test è stato somministrato sia alla fine del laboratorio che della speri- mentazione in classe agli insegnanti con l’obiettivo di verificare la progressione della competenza comunicativa alla fine di ciascuno dei due percorsi di for- mazione glottodidattica. Successivamente, a metà del percorso, è stata som- ministrata una intervista semistrutturata volta a valutare l’auto percezione degli insegnanti, le aspettative rispetto al percorso, il grado soddisfazione professio- nale nonché per definire il loro punto di vista rispetto alle tematiche quali, uso della LS, Flipped Teaching, tecnologie, accessibilità della classe di Lingua. Agli alunni invece sia in entrata che in uscita, è stato somministrato il Tri-
nity’s Graded Examinations in Spoken English Test (GESE) Level 1-2, un esame
che consiste in una conversazione in Lingua con un esaminatore Trinity che dura dai 5 minuti al 25 a seconda del livello (grade) di difficoltà. Ad ogni livello il candidato deve dimostrare di sapersi orientare nella conversazione mostrando via via, comprensione, scorrevolezza, correttezza formale, lessico appropriato e, più in generale, abilità nel parlare. Per quanto riguarda la con- versazione che ha coinvolto gli alunni la durata media si è aggirata tra i 5 e i 7 minuti e gli argomenti sono stati scelti dagli esaminatori sono stati quelli pre- visti dal curricolo per le lingue della scuola primaria. Oltre a questo test sono stati presi in considerazione anche i voti dei mandati di lavori e delle attività
svolte in classe durante le Flipped lesson, valutate in decimi. Al termine della somministrazione sono stati elaborati i dati attraverso fogli di calcolo Excel, nonché attraverso il sistema SPSS (in fase di ultima definizione). Per quanto concerne l’analisi dei dati dell’intervista si è fatto ricorso al software Nvivo utile alla decodifica dei dati qualitativi prodotti dalla ricerca.
5. I risultati
I risultati dei test ISE II in entrata hanno messo in luce le difficoltà ricorrenti da parte degli insegnanti rispetto all’uso della lingua straniera che insegnano. Tali difficoltà si riscontrano soprattutto nella abilità produttive, ossia di spea-
king and listening. Questo perché la formazione linguistica sia a livello scola-
stico che universitario risulta ancora troppo deficitaria di reali occasioni di contatto con la lingua obiettivo.
Dall’intervista somministrata a metà percorso, sia agli studenti di SFP, che ai docenti di lingua, è emersa la mancanza di fiducia rispetto alle proprie com- petenze glottodidattiche, che comporta diffidenza anche nei confronti di me- todologie come la FT che, essendo sganciate da schemi procedurali rigidi e monodirezionali, come avviene nella lezione di stampo tradizionale, si prestano ad una maggiore e più spontanea interazione orale, cosa che genera negli in- segnanti la preoccupazione di non esserne all’altezza. A questa preoccupazione, si aggiunge la scarsa familiarità con l’utilizzo dei media e delle risorse sul web a fini didattici. Ciò nonostante, grazie al percorso formativo che ha rappre- sentato l’occasione per lavorare con la LS e di interagire con i colleghi e con gli alunni in LS, quasi la totalità dei soggetti coinvolti ha migliorato le proprie competenze rispetto a quelle iniziali e anche coloro i quali non sono riusciti a raggiungere i livelli standard richiesti hanno comunque migliorato alcuni aspetti della lingua, come dimostrano i risultati dei test somministrati a cia- scuna delle 3 categorie di campioni, Studenti di Scienze della Formazione, In- segnanti di LS e alunni della Scuola Primaria.
Tab. 3
La tabella 3 mostra i risultati dei test in entrata ed in uscita somministrati agli Studenti di Scienze della Formazione. I dati che vale la pena sottolineare sono la netta diminuzione del numero di soggetti che non riesce a passare il test che va da 47 a 15 e il sostanziale aumento, dall’inizio alla fine del percorso di formazione, dei soggetti che si collocano nelle fasce più alte della valutazione
Merit e Distinction che passano da 189 a 240, su un campione complessivo di
308. Le stesse curve di incremento occorrono nei risultati dei test effettuati dai Docenti di Lingua (Tab. 4) e dagli alunni della scuola Primaria.
Inoltre, il livello di gratificazione, la percezione della proprio potenziale professionale, la curiosità nei confronti del nuovo, la disponibilità a considerare l’insegnamento linguistico come una opportunità di integrazione reale a scuola e nel gruppo sono elementi che vengono fuori dalle interviste realizzate con gli Insegnanti. Per quanto riguarda gli Studenti di Scienze della Formazione, il 72% di essi ha dichiarato di sentirsi fortemente motivato da un percorso di formazione capace di ampliare le prospettive metodologiche attraverso il po- tenziamento delle competenze d’uso della LS. L’80 % ha dichiarato di rico- noscere l’importanza di un corretto uso delle TIC a fini didattici. Altrettanto interessante risulta il giudizio dato sulla metodologia Flipped.
I dati emersi dalle interviste agli Studenti di SFP e agli insegnanti, affer- mano che, nonostante le diffidenze iniziali, il Flipped teaching può rappresen- tare una chiave di svolta per la classe di Lingua, o anche una occasione per insegnare la Lingua ai bambini con leggerezza, sebbene permangano, specie tra i docenti in servizio, alcune perplessità circa la possibilità che i tempi della
Flipped non convergano con i tempi e le scadenze dettate dai Programmi Mi-
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nisteriali e dalla necessità di perseguire gli obiettivi curriculari. L’adozione della metodologia Flipped così come di altre metodologie alternative alla didattica tradizionale, vengono infatti ritenute di difficile attuazione a causa della ec- cessiva rigidità del sistema scolastico.
Tab. 4
Conclusioni
L’analisi dei risultati conferma l’ipotesi iniziale, ossia che l’uso veicolare am- plifica le occasioni di contatto con la lingua target, così come la messa in atto di azioni capaci di creare reale interazione tra i soggetti coinvolti nel processo di insegnamento/apprendimento, facilita, migliorandola la comunicazione ver- bale in LS.
Quando l’insegnante si pone in maniera critica e propositiva rispetto alle proprie competenze, riesce ad operare scelte che hanno ricadute positive: la classe diventa laboratorio di esperienze vissute, le difficoltà del singolo, occa- sione di crescita per il gruppo e viceversa, le tecnologie occasione per sviluppare il potenziale creativo dei docenti e stimolare la curiosità degli apprendenti in un processo apprenditivo coinvolgente. Allorché si riesca a mutare la prospet- tiva della didattica, l’apprendimento diviene naturale e quindi più duraturo e significativo. Se si usa la Lingua straniera per fare le cose si può realmente pen- sare ad una progressione delle competenze linguistiche qualunque sia il livello di partenza ed il target di apprendenti. Diversamente ci si deve accontentare di continuare ad perpetrare modelli si transcondifica e traduzione dalla Lingua Materna alla Lingua Straniera.
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I dati della ricerca dimostrano che esiste la reale esigenza che la ricerca e la pratica didattica proseguano in questa direzione per la definizione di percorsi educativi a misura di insegnanti e alunni.
Al di là degli aspetti positivi, tuttavia la ricerca ha anche fatto emergere dei nodi problematici che si sono presentati durante la sperimentazione e che ne hanno reso complesso e di certo non sempre lineare lo svolgimento. È emerso infatti da parte degli insegnanti una diffusa e oggettiva difficoltà ad usare la Lingua straniera che è frutto sia, di una formazione linguistica che ri- sulta ancora deficitaria rispetto agli standard di competenza richiesti per la fi- gura del docente di lingua, sia, della mancanza di occasioni di formazione e aggiornamento linguistico.
A questo aspetto si aggiunge quello delle carenze strutturali. Quasi para- dossalmente il Laboratorio di tecnologie per la didattica si è svolto in ambienti per nulla “tecnologici”, in aule non adatte alla creazione di artefatti digitali, prive di banchi e sedie e dove perfino la connessione alla rete wifi risultava spesso scarsa o insufficiente, rendendo difficoltoso il lavoro agli studenti, pe- nalizzando talvolta il prodotto finale. Un altro dato emerso dalla ricerca che riguarda soprattutto gli insegnanti in servizio, ma anche molti studenti, è pro- prio la scarsa dimestichezza, non tanto con i digital devices, quanto con gli strumenti tecnologici didattici e con le risorse specifiche presenti sul web. Que- sto determina in generale diffidenza verso l’utilizzo delle tecnologie in classe e resistenze verso l’adozione di metodologie che si basano sulle TIC.
Altro nodo problematico è stato la divergenza tra i tempi della sperimen- tazione, i tempi del Flipped Teaching e i tempi scolastici. Va segnalato che senza l’atteggiamento propositivo, il senso del dovere, lo spirito d’iniziativa, la pro- fessionalità degli insegnanti, l’entusiasmo di tutti i partecipanti alla sperimen- tazione, sia all’università che nelle scuole, non sarebbe stato possibile arginare tali sostanziali ostacoli che sono emersi durante la sperimentazione e che hanno rischiato di compromettere l’esito della ricerca.
Si tratta di aspetti che rimandano ad una discussione più complessa che attiene non tanto alla validità del modello glottodidattico proposto quanto alla sussistenza delle condizioni necessarie affinché qualunque forma di inno- vazione possa essere attuata nella scuola italiana. Riteniamo tuttavia che è do- vere di chi fa ricerca in campo educativo segnalare non soltanto i risultati positivi raggiunti nell’ambito del proprio lavoro, ma gli aspetti che hanno cau- sato problemi nei confronti dei quali non si è trovata una soluzione. Non è certamente obiettivo di questo lavoro entrare nel merito delle scelte politiche che riguardano il futuro del sistema scolastico del nostro Paese, tuttavia, si è ritenuto utile fare emergere alcune questioni su cui vale la pena interrogarsi cercando strategie di intervento migliorative.
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