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Struttura e contenuti del business plan

2. IL BUSINESS PLAN: UNO STRUMENTO PER LA GESTIONE DELLA CRIS

2.4 Struttura e contenuti del business plan

Il business plan non costituisce uno strumento statico di previsione, ma rappresenta un elaborato dinamico che deve evolversi unitamente al progetto, con l’obiettivo di fornire ai singoli utilizzatori le direttive strategiche, economiche e finanziarie. Le funzioni del piano sono quindi molteplici e possono essere così riassunte:183

Il Business Plan come strumento di pianificazione e gestione di impresa: uno degli aspetti più importanti da tenere in considerazione è che un business plan è un documento dinamico. Esso deve costantemente essere sottoposto a revisione

182 Ambrosini S., Il concordato preventivo e gli accordi di ristrutturazione dei debiti, in Trattato di diritto

commerciale, diretto da Cottino G., Cedam, Padova, 2008, pp. 157-158

183 Di Pace M., Crisi di impresa e soluzioni manageriali, extragiudiziale giudiziali e concorsuali, Maggioli,

2013, pp. 85-88; al riguardo Duca dice: il Business Plan è uno strumento di gestione fondamentale, che si può utilizzare per diverse finalità: fornire una guida strategica, valutare i punti di forza e debolezza e quindi individuare le strategie alternative praticabili, stabilire un benchmark sulla base del quale poter valutare le decisioni ed i risultati aziendali futuri, fornire le informazioni di base per costruire la struttura finanziaria di operazioni d’acquisizione, reperire finanziamenti sotto forma di credito o di capitale di rischio (Private Equity, IPO, altri finanziamenti), promuovere i rapporti con possibili partner in joint venture e con i più importanti clienti, fornitori e distributori.” Duca S:, Vitale M., Anselmo P., Guida al business plan, 2012, Pwc e AIFI, 2012; si veda anche Borello A.,Il business Plan, Mc Graw- Hill, Milano, 1999, p. 13

perché lo scenario si evolve continuamente. Nella sua funzione di pianificazione e gestione di impresa il business plan serve soprattutto per stabilire una linea di orientamento unitaria e coerente con tutti i livelli dell’impresa.

Il Business Plan come strumento di verifica: la costante opera di verifica e aggiornamento del Business Plan è il presupposto indispensabile per la verifica dello scostamento tra i risultati attesi e quelli effettivamente raggiunti dall’azienda. In questo senso, sicuramente è fondamentale la sezione del business plan dedicata al piano finanziario: analizzando e misurando gli scostamenti per ciascuna business unit, il management può trarre fondamentali informazioni non solo sul semplice aggiornamento del business plan stesso, ma anche sulle linee operative dell’impresa. Proprio per questi motivi risulta fondamentale fare delle proiezioni il più possibile “realistiche”, in modo da non deludere le aspettative. I possibili finanziatori, infatti, sono sicuramente più convincibili da risultati in linea con le previsioni o addirittura superiori alle previsioni rispetto a risultati distanti dalle performance previste.

Il Business Plan come strumento finanziario: la necessità del reperimento delle risorse finanziarie è forse la necessità più importante che spinge le imprese alla redazione di un business plan. Esso fornisce una fotografia dell’impresa nel suo complesso sia dal punto di vista organizzativo e gestionale, sia dal punto di vista strategico, consentendo ai potenziali finanziatori di avere un quadro esaustivo delle possibilità di business. Molte banche o investitori richiedono proprio un business plan strutturato prima di valutare una proposta di finanziamento. Una cultura di governo che spesso nelle piccole e medie imprese non esiste. Lo strumento del business plan, nella sua accezione anche più semplicistica permette a chi governa l’impresa, sia pur di medio piccole dimensioni, di costringersi ad analizzare la situazione e a ragionare in termini anche numerici sulla fattibilità di un’idea.

Per capire ancor meglio, ed effettivamente, il Business Plan e, soprattutto, in che modo esso può essere considerato come uno strumento utile per il risanamento e il rilancio aziendale, è utile studiare in modo dettagliato la struttura e i princìpi che danno vita al piano, evidenziando anche quelli che sono, in modo specifico, i contenuti che lo caratterizzano.

Innanzitutto, un business plan va redatto tenendo conto di determinati princìpi184: − Chiarezza; − Completezza; − Affidabilità; − Attendibilità; − Neutralità; − Trasparenza; − Prudenza.

Il business plan deve rispondere al principio della “chiarezza”, inteso come semplicità di lettura e comprensibilità. Il rispetto del principio di chiarezza consente, al destinatario del business plan, di comprendere immediatamente l’idea imprenditoriale, quali siano gli obiettivi conseguenti, con quali strumenti e soluzioni si intende realizzarla e con quali risorse si vuole sostenerla. Il business plan deve presentare una sintetica, ma rappresentativa, descrizione delle origini e della successiva evoluzione dell’azienda, se già esistente, ovvero della genesi dell’idea progettuale di una nuova iniziativa imprenditoriale e dei suoi proponenti.

La “completezza” quale principio generale per la corretta redazione di un business plan implica l’inclusione di ogni informazione ritenuta rilevante per l’effettiva e consapevole comprensione del progetto cui il documento previsionale si riferisce. Tale principio deve essere, in ogni caso, coordinato con quello della chiarezza, per cui la ricerca della completezza non può comportare una ridondanza informativa, contraria alle esigenze di ordine, sintesi e determinatezza soddisfatte dal principio della chiarezza.

Il business plan è corretto ed adeguato quando sono “affidabili” le assunzioni ed i procedimenti attraverso i quali avviene la formulazione delle proiezioni e la derivazione delle conclusioni. Pertanto, deve essere affidabile il metodo utilizzato sia per la raccolta dei dati, sia per la loro successiva elaborazione.

Il business plan è “attendibile” quando il suo contenuto complessivo ed i suoi singoli elementi costitutivi risultano compatibili, coerenti e ragionevoli. Pertanto, il giudizio di attendibilità conforta il lettore esclusivamente in merito alla presumibile realizzabilità del business plan.

184 Linea guida alla redazione di un business plan, a cura dell’Istituto di Ricerca dei Dottori Commercialisti e

Il business plan deve essere redatto con criteri il più possibile obiettivi e ponderati. Quindi, la redazione di tale documento a contenuto previsionale non deve essere influenzata da fini non dichiarati che il redattore o il committente intendono perseguire. Il principio che deve guidare colui che elabora e redige il business plan è quello di raggiungere un risultato che consenta di informare il soggetto economico, gli amministratori ed i terzi, sull’evoluzione della situazione aziendale nel suo complesso e delle varie aree che la compongono, al fine di condurre l’azienda da un determinato punto di partenza ad un nuovo punto di equilibrio prestabilito.

Il business plan deve rispondere al principio della trasparenza, il quale si lega strettamente a quelli di chiarezza e di affidabilità. La trasparenza nel business plan significa che deve essere, innanzitutto, possibile percorrere a ritroso ogni elaborazione del piano, dal risultato di sintesi al singolo elemento di analisi. Tale eventualità può anche richiedere, in concreto, l’accesso ad informazioni, carte di lavoro ed altra documentazione disponibile presso il redattore del piano e/o l’organizzazione aziendale cui le previsioni si riferiscono. In ogni caso, è necessario che il documento del piano industriale enunci i principi contabili e le metodologie di calcolo sui quali si fondano le previsioni elaborate. Inoltre, di ciascun dato elementare deve essere identificabile la fonte. Le informazioni fornite al lettore del business plan dovranno avere un equilibrato livello di dettaglio, al fine di offrire tutti i dati necessari per la sua comprensione, senza inutili prolissità.

Le ipotesi sottostanti alla redazione del business plan devono rappresentare gli scenari più probabili alla data di redazione del piano pluriennale. Nella eventualità di due o più scenari alternativi, di pari probabilità di realizzazione, è necessario adottare quello che fornisce, in termini economici, minori ricavi e/o maggiori costi ovvero, in termini finanziari, una maggiore esposizione debitoria. Il principio di prudenza implica valutazioni ragionevoli e spiegazioni adeguate sui criteri di adottati.

I princìpi di redazione di un Business Plan sono delle determinanti che fanno da guida per la stesura di un piano corretto ed adeguato per il processo di turnaround. Ovviamente, oltre ai princìpi, è importante anche delineare la struttura ed i contenuti che compongono un business plan. Si può qui affermare che la struttura di un business plan, seppur simile nei suoi tratti fondamentali, potrà essere profondamente diversa a seconda dello scopo per cui viene costruito.185

185 “Il Business Plan rappresenta quindi un processo ed un documento di gestione fondamentale per tutte le

imprese. Dati i diversi obiettivi che possono caratterizzare un Business Plan e le innumerevoli circostanze esterne che possono presentarsi, non è d’altra parte possibile proporre un modello standard. E’ comunque

In particolare, nel caso di un’azienda in crisi, il piano industriale deve approfondire l’origine della crisi d’impresa e le modalità di soluzione della stessa, attraverso un processo di rilancio strategico e portare la stessa in nuove condizioni di equilibrio economico.186

La preparazione del piano è un lavoro abbastanza complesso, che prevede una serie di fasi. In particolare, la redazione di un business plan, quale elemento principale per la valutazione della fattibilità economico-finanziaria di un processo di risanamento, dovrà permettere:187

− All’imprenditore di valutare la validità della sua idea;

− Ai finanziatori esterni di valutare la validità del progetto per l’erogazione di un finanziamento o di contributi;

− Agli enti che promuovono l’innovazione di valutare il potenziale commerciale ed innovativo del progetto.

Il business plan generalmente si presenta come un documento composito che si divide in due parti, sostanzialmente:188

La prima parte di Business Plan è puramente descrittiva serve appunto per delineare l’idea imprenditoriale trattando alcuni aspetti essenziali e caratterizzanti sia dell’impresa che dei promotori dell’iniziativa stessa. La parte descrittiva, oltre alla presentazione dell’impresa e del progetto, si compone di analisi e studi necessari per una corretta comprensione del mercato, della concorrenza, del prodotto/servizio offerto e del piano strategico e operativo. In un’ottica di risanamento il piano deve inoltre contenere l’analisi delle cause della

possibile illustrare quali aspetti debbano essere considerati nel prepararlo.” Duca S:, Vitale M., Anselmo P.,

Guida al business plan, 2012, Pwc e AIFI, 2012

186 Ziliotti M., Marchini P.L., Crisi di impresa, analisi economica e modelli di regolazione, Franco Angeli,

Piacenza, 2014, pp. 157-160

187 Di Pace M., Crisi di impresa e soluzioni manageriali, extragiudiziale giudiziali e concorsuali, Maggioli,

2013, p. 53; al riguardo la guida della Camera di commercio di Torino: “I soggetti interessati alla redazione del piano previsionale possono essere suddivisi in due grandi categorie: i destinatari, tra cui l’imprenditore stesso; i redattori, tra cui rientra sicuramente ancora l’imprenditore.” Guida pratica alla redazione del Business plan, Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Torino, 2003

188 Salvioni D., Franzoni S., Governance e controllo della gestione aziendale, Giappichelli, Torino, 2014 p. 176,

si veda anche Nizzola M., Scelte strategiche e rischio d’impresa, Fisco e Tasse, 2015; o Parolini, C., Business

Planning Dall’Idea al progetto imprenditoriale, 2011, Pearson, p. 3;

“Il business plan deve essere un documento estremamente essenziale e sintetico, in gran parte costituito da dichiarazioni e comunicazioni, non da argomentazioni o motivazioni. […] E’ consigliabile prevedere una parte discorsiva e descrittiva ed una parte quantitativa. In quest’ultima vanno inclusi i bilanci previsionali riferiti agli esercizi oggetto di programmazione ed integrati da piani finanziari.” De Luca F. A., Tami A., Comunicare con

investitori e finanziatori: il ruolo del business plan, Commisione Finanza e controllo di gestione, n. 53, 2014, pp.

crisi e della situazione (economica e patrimoniale) di partenza, si deve evidenziare la strategia di risanamento ed i correlati interventi operativi, oltre a sottolineare il contributo che nel risanamento assumono gli stakeholders;

La seconda parte, puramente quantitativa, si occupa invece dell’esposizione analitica e numerica delle proiezioni economico e finanziarie annuali dell’impresa conseguenti alla realizzazione dell’iniziativa; fornisce uno strumento che consente di interpretare i dati raccolti nella prima parte, disponendoli in una serie di prospetti che guidino chi legge nella valutazione del progetto e che siano al contempo gli strumenti per una presentazione professionale e accurata dello studio.

Il piano deve, quindi, essere composto in modo che rappresenti gli aspetti qualitativi che caratterizzano l’impresa, il progetto e gli aspetti quantitativi in cui, attraverso l’analisi economico-finanziaria prospettica, sia valutato l’impatto che la realizzazione del progetto potrà avere sulla struttura aziendale esistente, ovvero la sua convenienza economica e la sua sostenibilità.189

E’ buona norma includere nel piano, nella parte iniziale, un Executive Summary ossia un riassunto del documento che, in una o due pagine al massimo, sintetizzi l’iniziativa, gli obiettivi, le strategie, i costi, i finanziamenti richiesti e l’uso che si intende fare degli stessi. Tale riassunto ha lo scopo di stimolare il proseguimento della lettura del business plan stesso evidenziando gli aspetti favorevoli del progetto e vendendone l’idea di impresa.190

189 Nizzola M., Business plan a regola d’arte, B2corporate, 2013, pp. 2-3, al riguardo afferma Parolini: “Si deve,

tuttavia, tenere conto che esistono diversi schemi di business plan, messi a punto da associazioni di categoria o società di consulenza. Tali schemi possono subire variazioni in relazione agli obiettivi perseguiti o al settore di appartenenza dell’azienda.” Parolini, C., Business Planning Dall’Idea al progetto imprenditoriale, 2011, Pearson, p. 3

190 “L’Executive Summary deve essere semplicemente una bella presentazione del business plan, come una

premessa, come una lettera di presentazione […] deve essere considerato come il biglietto da visita della propria attività aziendale.” Si veda Caliandro V., Manuale di Business Plan, How, pp. 70-72

Figura 2.2 – Struttura del Business Plan

Fonte: Salvioni D., Trasparenza ed efficacia della comunicazione economico-finanziaria, Giappichelli, Torino, 2003, p.122

2.4.1 Analisi della dimensione descrittiva

La necessità di dividere il piano di risanamento in due parti, permette di chiarire bene la parte strategico/descrittiva da quella operativo/quantitativa. Ciò permette sia di chiarire concettualmente i vari steps da raggiungere, nonché gli obiettivi da realizzare e, allo stesso tempo, trovare un riscontro numerico/quantitativo che precisa e dà una dimostrazione di fattibilità dei concetti e delle strategie preliminarmente espresse. 191

Il punto di partenza per la stesura di un qualsiasi business plan è la parte introduttiva. Per parte introduttiva si fa riferimento al, già precedentemente citato, Executive Summary. Si potrebbe dire che l’Executive Summary è, probabilmente, una delle parti più importanti del piano, se non la più importante. Infatti, questa è la sezione che introduce il documento stesso, permettendo a chi legge di farsi un’idea del progetto. Il suo valore fondamentale sta nell’essere il primo elemento esaminato da un potenziale investitore e/o stakeholder che dovrà partecipare attivamente al rilancio aziendale. Al pari di qualsiasi introduzione, questa è la parte che deve catturare l’attenzione di chi legge; nella stesura di questa sezione bisogna sforzarsi nel non

191 Galletti D., Panizza A., Danovi A., Ferri A., Quagli A., Esercizio provvisorio e strumenti alternativi per la continuità aziendale, Ipsoa, 2013, Milano, pp. 20-32; al riguardo Anselmo sottolinea: “Il piano deve indicare con

chiarezza le strategie che l’azienda e il management vogliono perseguire. Gli obiettivi preposti dovranno essere congruenti con le risorse a disposizione: ambizione e ragionevolezza devono trovare un giusto compromesso.” Duca S:, Vitale M., Anselmo P., Guida al business plan, 2012, Pwc e AIFI, 2012

perdersi in dettagli futili, e, allo stesso tempo, non dare per scontato passaggi chiave per l’efficace comprensione del piano.192

Occorrerà riportare una breve ma efficace sintesi dei contenuti del business plan che verranno poi approfonditi in seguito. Tale sezione, quindi, rappresenta una sorta di “anteprima” di quelli che saranno i contenuti analizzati in dettaglio nelle apposite sezioni in cui il documento è articolato. Trattandosi, tuttavia, di una sintesi, è opportuno selezionare i “contenuti-chiave” del piano da riportare in questa sezione. A tale riguardo è necessario che compaiano:193

La descrizione sintetica dell’azienda: per questa parte bisogna limitarsi alla denominazione sociale, all’attività svolta (prodotti realizzati, servizi erogati e mercati serviti); ai dati maggiormente significativi come fatturato e numero dipendenti, in modo da essere in grado di delinearne la dimensione e la recente evoluzione.

− La descrizione sintetica del progetto: contiene, oltre ai contenuti ed agli obiettivi del progetto stesso, le principali azioni che si intende porre in essere per la sua realizzazione e i principali risultati attesi. In particolare, del progetto devono essere segnalati gli elementi maggiormente caratterizzanti, originali e distintivi che ne influenzano la validità prospettica. Quanto alle azioni realizzative si tratta di descrivere in termini sintetici le principali direttrici d’azione tramite le quali si intende dare attuazione al progetto. Infine, per quanto riguarda la presentazione dei risultati attesi, è necessario indicare la probabile evoluzione dei principali indicatori di performance e, ove possibile, esprimerli non solo in termini economici (livello di ricavi e di utile attesi, flussi di cassa, investimenti), ma anche in termini competitivi (incremento previsto della quota di mercato, nuovi mercati coperti, elementi differenziali in ambito produttivo).

− La descrizione del risanamento della società:194 dato che il piano è relativo ad un

processo di turnaround, il business plan dovrà necessariamente contenere in

192 “L’Executive Summary è la sezione più importante del Business Plan, poiché rappresenta la sintesi del

progetto imprenditoriale futuro. Sulla base di questa sezione, l’investitore (o qualsiasi altro lettore del Business Plan), deciderà se procedere o meno nella lettura approfondita delle altre sezioni del piano. È consigliabile redigere questa sezione per ultima, quando ogni capitolo sarà stato attentamente completato e analizzato in tutte le sue parti.” Giordano F., Cipolletta I., Guida al business plan, Pwc e AIFI, 2013, p. 5

193 Nizzola M., Business plan a regola d’arte, B2corporate, 2013, p. 8

194 Di Diego S. e Micozzi F., Piano industriale e crisi d’impresa, Maggioli Editore, 2012, pp. 160-170; Anselmi

scrive: “Le aziende provenienti da periodi poco dinamici devono fornire un’accurata analisi del trend. Si deve soprattutto descrivere con chiarezza cosa è cambiato nell’azienda e la ragione di tali cambiamenti. Eventi che presumibilmente cambieranno o che hanno già cambiato il quadro di riferimento esterno o interno, quali:

questa sezione una sintesi su quelle che saranno le premesse, le principali azioni realizzate e da realizzare, nonché gli obiettivi che si intendono raggiungere col rilancio dell’impresa. Bisogna, inoltre, precisare quale sarà nel prosieguo del piano la metodologia utilizzata per lo sviluppo del business plan.

Per predisporre un business plan bisogna porsi anzitutto il problema di come reperire le informazioni all’interno dell’azienda, quali responsabili coinvolgere, e come arrivare alla definizione di un documento che sia coerente nelle sue singole parti e complessivamente rappresentativo dell’azienda. Inoltre, la diffusione di un piano di lavoro condiviso aiuta a coinvolgere le persone che detengono le informazioni e a contestualizzare il loro contributo. A questo riguardo, è importante fare una ricognizione della disponibilità delle informazioni in azienda prima di definire il piano di lavoro.195

Comunque, dopo aver analizzato la parte introduttiva, si entra nello specifico del piano, analizzando dettagliatamente tutte le leve descrittive e strategiche che caratterizzano l’azienda. Anzitutto, la prima analisi dettagliata da fare è quella riferita all’impresa. In questo caso è essenziale riportare la denominazione dell’azienda, la sua sede legale, il settore di attività e la forma giuridica assunta. Risulta necessario, inoltre, descrivere sinteticamente la collocazione geografica degli stabilimenti produttivi, le sedi secondarie, le unità all’estero e la tipologia di attività svolta.

Successivamente, è necessario descrivere l’impresa, indicando i principali eventi che hanno caratterizzato il suo sviluppo, delineando gli anni più rilevanti per la storia aziendale. È necessario specificare i soggetti economici e imprenditoriali effettivi richiamando, se opportuno, eventuali avvicendamenti succedutisi in passato. In base alla natura giuridica assunta, vanno indicati i soggetti che detengono azioni o quote della società e la percentuale posseduta. Completano il profilo le informazioni sull’appartenenza ad un gruppo (definire il ruolo quale controllante, controllata, consociata) e le eventuali partnership con imprese italiane ed estere.196

È anche fondamentale descrivere come sarà strutturata la governance e i vari organi che parteciperanno al processo di risanamento, ed in particolare quali saranno i ruoli, le

rinnovato interesse per i prodotti del settore, innovazione tecnologica, riacquistata leadership sul mercato, cambiamenti di management, etc.” Duca S:, Vitale M., Anselmo P., Guida al business plan, 2012, Pwc e AIFI, 2012, p. 9

195 De Luca F. A., Tami A., Comunicare con investitori e finanziatori: il ruolo del business plan, Commisione

Finanza e controllo di gestione, n. 53, 2014, p. 28

responsabilità e le funzioni che essi assumeranno. Inoltre, è importante indicare la modalità di gestione di eventuali nuovi ingressi all’interno della struttura di governance.197 La

schematizzazione dell’esemplare organigramma che segue sarà, quindi accompagnata da una presentazione più argomentata dei profili ritenuti più rilevanti.198

Per quanto riguarda i promotori del progetto, potranno essere illustrate le esperienze professionali maturate dai soci, sia nell’azienda, sia al di fuori di essa, i ruoli da essi rivestiti