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55 3 Alle origini della public library inglese.

3.3 Sviluppo della public library

L’intervento di mecenati è di importanza fondamentale per lo sviluppo della biblioteca pubblica, in quanto sono questi ultimi ad attivarsi per la sua promozione e il suo finanziamento. Un nome tra tutti è sicuramente quello di Andrew Carnegie che fece ingenti donazioni in favore delle istituzioni bibliotecarie sia in Inghilterra, che in America.

Secondo la studiosa Dainotti, i rapporti e i contatti tra bibliotecari americani e inglesi furono di vitale importanza per la costruzione e il miglioramento di questa istituzione. Dal suo punto di vista, il modello nord americano poteva dare un notevole apporto per quanto riguardava: l’offerta dei suoi servizi senza spesa a tutta la comunità, il prestito, l’accessibilità diretta dei lettori ai libri attraverso il sistema “a scaffale aperto”, un servizio dedicato ai ragazzi, l’istituzione di biblioteche con succursali e quelle viaggianti, e soprattutto nella sua azione quale istituto della comunità per l’educazione degli adulti166

.

I bibliotecari inglesi, da parte loro, mostrarono una certa resistenza a introdurre alcune iniziative, come la disposizione a scaffale aperto e le biblioteche per ragazzi, ma alla fine optarono per la loro introduzione167.

Per quanto riguarda, però, la diffusione della biblioteca anche nelle zone rurali, l’Inghilterra si batté per l’allargamento in maniera autonoma rispetto all’America. Un contributo importante lo diede l’intervento di alcuni mecenati come Passmore Edwards, proprietario di un giornale che fece costruire 22 biblioteche a sue spese. Ma l’intervento più significativo e degno di nota fu compiuta da Andrew Carnegie, il quale non solo fece donazioni ingenti per la fondazione di nuove biblioteche ma, dopo aver fondato negli Stati Uniti d’America la Carnegie Corporation, istituì anche in terra britannica un altro organo il Carnegie United Kingdom Trust.

Questo istituto promosse la redazione di un rapporto, - noto come “Rapporto Adams”, dal professore che coordinò il lavoro- sulla situazione bibliotecaria dopo il Public

Libraries Act e in particolare per quanto riguardava le aree rurali. Da qui seguirono

una serie di raccomandazioni e soprattutto degli “esperimenti” (realizzatisi dal 1915-

166

V. Carini Dainotti, op. cit., v. I, pp. 48–49.

167 Martine Poulain, Les Bibliothèques publiques en Europe, Paris, Editions du Cercle de Libraire, 1992,

p. 334-335. Lo scaffale aperto venne introdotto nel Regno Unito nel 1893 da James Duff Brown, il quale aveva fatto un viaggio negli Stati Uniti; l’introduzione degli spazi destinati solo ai ragazzi verrà adottata nel 1914.

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18) che riuscirono ad estendere il servizio fino alle contee, le quali nei loro consigli potevano finalmente decidere di istituire una tassa per organizzare una biblioteca nel proprio territorio.

Nel 1916 Albert Mansbridge fondò la Central Library for Students che andò a costituire successivamente, per volontà del Comitato per l’Educazione degli Adulti, il nucleo di una biblioteca centrale di circolazione.

lentamente si arrivò all’espandersi delle biblioteche pubbliche e alla completa copertura del territorio britannico, prima che in altri paesi. Ciò non fu dovuto soltanto alle dimensioni territoriali, ma anche per l’interesse che riscosse il servizio bibliotecario nella classe politica e per la collaborazione tra politici e bibliotecari, fin dalla sua fondazione.

Nel novembre 1919 venne varato un nuovo Public Libraries Act per Inghilterra e Galles e con cui si ritiene concluso l’iter che ha determinato la nascita della biblioteca pubblica in Gran Bretagna.

L’attenzione venne, poi, concentrata sull’organizzazione nazionale del “sistema” bibliotecario. A tal proposito nel 1924 il Ministero per l’Educazione costituì un

Departmental Committee per indagare sulla situazione: la Commissione Kenyon dal

noto studioso che la presenziava.

Uno dei grandi inconvenienti era la quantità di “librairies authorities” cioè di amministrazioni locali che potevano, secondo le nuove direttive, riscuotere la tassa e fondare una biblioteca.

Pertanto la commissione raccomandò che piccole entità collaborassero tra loro, tentando di concentrare responsabilità e autorità in più larghe library authorities. La Commissione aveva anche progettato un piano di riorganizzazione della Central

Library for Students, da unire al British Museum e da far funzionare come organo di

collegamento per il prestito, l’istituzione di biblioteche regionali con funzione di centri di raccolta e conservazione dei libri più rari da prestare alle biblioteche minori. Il programma trovò una sua applicazione, anche se parziale: le numerose e piccole

libraries authorities continuarono ad agire in autonomia nel provvedere alle proprie

biblioteche, ma si sentì l’esigenza di un coordinamento a livello sia nazionale sia regionale. La Central Library for Students divenne National Central Library con un nuovo statuto. Le biblioteche regionali vennero istituite ma con funzione di uffici per il prestito interbiblitoecario, per gli istituti che avessero accettato di cooperare con gli altri.

Un altro tentativo di riforma venne proposto in seguito, ma la Seconda guerra mondiale ne bloccò lo slancio.

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createsi ovviamente dopo la guerra anche in materia bibliotecaria. Sempre con lo strumento dell’inchiesta Mc Colvin, bibliotecario di Westminster, venne incaricato di esaminare la situazione post-bellica. Nel 1942 una nuova commissione -The Post War

Policy Committee - promossa dalla Library Association accolse i suggerimenti di Mc

Colvin. In seguito una nuova commissione, Commissione Roberts del 1957 definirà in sette paragrafi i compiti della biblioteca pubblica.

“In poco più di un secolo si è dunque compiuta in Inghilterra tutta l’evoluzione dell’istituto della biblioteca pubblica, dalla piccola biblioteca di parrocchia, isolata, povera e volontaristica, al servizio bibliotecario nazionale, complesso, articolato e obbligatorio”168.

168

V. Carini Dainotti, op. cit., v. I, p. 66. In questo iter si è visto aumentare progressivamente il numero delle biblioteche pubbliche: dal 1850 al 1868 vennero create 27 nuove biblioteche, tra il 1868 e il 1886, 98; tra il 1887 e il 1900 ne vennero istituite 16-17 all’anno. È la fine del XIX secolo che vede un grande sviluppo delle biblioteche: di 126 nel 1886, si passa a 584 nel 1918. Cfr. M. Poulain, op. cit., pp. 334– 335.

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