• Non ci sono risultati.

Terminologia tecnica e lingue speciali: un ambito privilegiato

3. L ESSICO CARATTERIZZANTE IL PERIODO 1939-1979

3.3. Terminologia tecnica e lingue speciali: un ambito privilegiato

L’esame del lessico può fornire indicazioni utili al riconoscimento delle varietà linguistiche considerate; nello specifico, un ottimo indicatore è l’alta frequenza relativa delle voci nomenclatura e terminologia, evidenziate nella fig. 52, e di nel campo194, scienziati, tecnici e tecnico, che risaltano nella fig. 53: si tratta di voci che, nel loro complesso, fanno riferimento alle lingue speciali, privilegiato ambito di applicazione degli interventi normativi promossi da Migliorini. L’attenzione per i linguaggi settoriali, assai marcata in LN, è nelle prime fasi della rivista collaterale alle pratiche neopuristiche, le quali ricevono legittimazione dalla natura convenzionale delle nomenclature e stimolo dalla possibilità di agire nel momento stesso della coniazione dei tecnicismi; rimarchevole è poi la frequenza con cui i termini settoriali si riversano nella lingua comune, una circostanza questa che rafforza nei linguisti l’esigenza di esercitare un controllo rigoroso sulla loro formazione.

Proprio l’osmosi tra lingua comune e ambiti settoriali è una delle principali motivazioni che spinge la direzione a sostenere l’apertura di LN agli esperti di diverse discipline, auspicando e promuovendo così la cooperazione tra linguisti e specialisti: «la collaborazione a LINGUA NOSTRA è aperta a studiosi, scrittori, giornalisti, tecnici [corsivo nostro] e insegnanti», si legge nel programma della rivista, e Migliorini afferma inoltre che «fin dall’inizio, Lingua nostra si è proposta di studiare, d’accordo con gli specialisti delle varie discipline, i problemi che sorgono nelle singole nomenclature tecniche» (Varianza, II, 1940). Nel corso degli anni intervengono diversi tecnici e scienziati come R. Ciferri, G. Giorgi, P. Graziosi, L. Lombardi195, G. Montalenti, A. Serpieri e S. Zavatti; gli storici della scienza M. Gliozzi, V. Ronchi e R. Giacomelli, quest’ultimo dotato anche di una grande sensibilità fonetica196; il medico G. Canuto e il farmacista R. Mazzucco; il musicologo F. Torrefranca; l’antropologo F. Frassetto; lo storico delle dottrine politiche R. De Mattei; particolarmente prolifico è poi F. Rodolico, mineralogista di formazione ma particolarmente sensibile alle questioni linguistiche197: i suoi settantacinque contributi, pur mantenendo sempre un collegamento con la

194 Esemplifichiamo alcuni dei contesti nei quali occorre, così da chiarirne il significato: nel campo bibliometrico, nel campo enologico, nel campo della genetica, nel campo medico, nel campo della scienza, nel

campo delle arti minerarie, eccetera.

195 Le ragioni della sua collaborazione a LN sono esplicitate in Terminologia elettrotecnica: «i tecnici italiani, e particolarmente gli elettrotecnici, i quali dispongono di una più vasta letteratura, e si trovano in quotidiano contatto con quella straniera, non intendono adunque sottrarsi a questa opera doverosa di purificazione e difesa della lingua nazionale» (I, 1939, p. 17).

196 Oltre a uno studio sull’Evoluzione della terminologia aeronautica (XIII, 1952), a lui si devono anche Le

palatali sibilanti italiane e la loro trascrizione fonetica (XV, 1954) e Per l'etimologia di galaverna e di calabrosa (XVII, 1956).

197 Scrive Ghinassi: «in lui [...] era venuto quasi ad incarnarsi esemplarmente uno dei punti più qualificanti del programma con cui nacque la nostra rivista: l’incontro degli scienziati, a qualunque settore essi appartengano, con la linguistica» (Ricordo di Francesco Rodolico, XLIX, 1988, p. 127).

geologia, non si limitano ad approfondimenti terminologici ma sono ricchi di informazioni storico- documentarie e spaziano sino alla toponomastica198. L’invito a collaborare rivolto agli specialisti di altre discipline è un aspetto originale di LN, persino rivoluzionario; tuttavia, i riflessi concreti di questa apertura sono, se non trascurabili, quanto meno assai limitati poiché, come si è visto, tecnici e scienziati sono nel complesso un numero ridotto e inoltre, con la sola eccezione dei lavori di Rodolico e De Mattei, protagonisti di una estesa e continuata collaborazione, e di alcune sporadiche pubblicazioni di Giacomelli e Mazzucco, tutti gli interventi si concentrano nei primissimi numeri della rivista: il fatto che dopo le iniziali, immediate risposte non vi siano ulteriori adesioni al progetto è segnale di un mutamento nel clima socioculturale199, così come indica un cambiamento nella prospettiva della stessa LN la scomparsa, nel 1953, dalla prima pagina della rivista, dell’esplicito invito a collaborare rivolto ai “tecnici”200.

L’analisi ravvicinata dei volumi di LN rivela che l’applicazione delle pratiche neopuristiche alle terminologie settoriali è ben radicata ma vincolata a un arco cronologico decisamente ristretto, il cui limite, coerentemente con quanto si è visto per il Neopurismo più genericamente inteso, è il 1945, anno sino al quale la densità di questa tipologia di contributi è eccezionale; vediamone alcuni esempi:

Come si maltratta la nomenclatura botanica (V. Martelli, I, 1939), Il bouquet del vino (T. Poggi, I,

1939), Per la nomenclatura etnologica (N. Turchi, I, 1939), Per la nomenclatura etnologica. Tabù o

tabu? (N. Turchi, I, 1939), Lingua notarile201 (P. Addeo, I, 1939), “Bibliotecnica” – “magazzino”.

Un consenso e un dissenso (A. Boselli, I, 1939), La terminologia elettrotecnica (L. Lombardi, I,

1939), Per la nomenclatura agronomica: seedling (R. Ciferri, I, 1939), A proposito di “ouverture” e

198 Di seguito riportiamo i suoi contributi relativi alla toponomastica, principalmente centro-italiana: Riflessi

delle arti minerarie sui nomi di luogo della Toscana (VI, 1945), Nomi di luogo e rocce ofiolitiche nell'Appennino settentrionale (XIV, 1953), Sui nomi di luogo delle regioni minerarie (XXII, 1961), Forme del suolo e nomi di luogo: piano (XXIX, 1968), Qualche aspetto dei rilievi nella toponomastica toscana (XXXI,

1970), Qualche aspetto dei rilievi nella toponomastica dell'Emila, dell'Umbria e delle Marche (XXXIII, 1972),

Toponimi derivati dagli affioramenti di gesso dell'Appennino (XXXIV, 1973), Appunti sulla specificazione dei toponimi (XL, 1979), Qualche appunto sugli odonimi italiani (XLIX, 1988).

199 Una prova della minore disponibilità, da parte dei tecnici, all’ascolto dei linguisti la si può ricavare dalle affermazioni di biasimo contenute in Bes (F. Fochi, XV, 1954, p. 94): «perché , in simili casi, una commissione come questa di cui si parla non sente per nulla il bisogno di interpellare chi possa, accanto alle esigenze scientifiche ecc. di un certo termine, far notare anche le esigenze della l i n g u a?».

200 All’interno del programma di LN sopravvive invece il riferimento alle “testimonianze linguistiche degli scienziati”; ma è evidente che “testimoniare” e “collaborare” sono due attività che non si collocano sullo stesso livello.

201 L’articolo è certamente neopuristico negli intenti: non si limita a descrivere il gergo notarile, ma riguardo ad esso formula giudizi volti a guidarne il «miglioramento stilistico, tecnico e grammaticale» (p. 51). Al tempo stesso, ed è questo un elemento di originalità, il focus non è solo sui forestierismi ma anche sugli eccessivi arcaismi; inoltre, ampio spazio viene dedicato ad aspetti sintattico-testuali e stilistici in senso lato.

di “suite” (G. Bertoni, F. Torrefranca, I, 1939), Convenzione linguistica e nomenclature speciali202 (G. Pasquali, I, 1939), Come si maltratta la nomenclatura zoologica (V. Martelli, II, 1940), Il

paleolitico. Terminologia preistorica (P. Graziosi, II, 1940), La terminologia della genetica (G.

Montalenti, II, 1940), Varianza. Per la nomenclatura scientifica (B. Migliorini, II, 1940), Escomio (P. Addeo, II, 1940), Luxometro? (G. Giorgi, II, 1940), Composti nominali ibridi nelle terminologie

scientifiche (P. G. Goidanich, II, 1940), Per la sostituzione di cachet. Terminologia farmaceutica (S.

Piccini, III, 1941), Ancora sulla nomenclatura scientifica (V. Martelli, III, 1941), La terminologia

del pugilato (1941 De Felice), Shock = squasso. Terminologia medica (S. Piccini, III, 1941), A proposito di «clivaggio» (A. Pellati, III, 1942), Terminologia stradale (B. Migliorini, II, 1942), Falesia o ripa? (A. Pellati, IV, 1942), Cliché (L. Spotti, V, 1943), Spunti di terminologia antropologica (F. Frassetto, V, 1943), “Agrafe”, grappetta, grafia. Terminologia medica (S. Piccini,

VI, 1945). Tra i pochi interventi neopuristici condotti su varietà settoriali che superano la soglia del 1945 ad essere maggiormente degni di nota sono, a nostro avviso, i tre contributi di S. Zavatti sulla terminologia “polare” (Primo tentativo per italianizzare la terminologia geo-glaciologica polare, XX, 1959; Terminologia polare, XXIV, 1963; Terminologia polare, XXVI, 1965).

Il Neopurismo è la fonte dalla quale scaturiscono interesse e apertura nei confronti dei linguaggi settoriali, lo studio dei quali matura in un momento storico in cui sulle lingue speciali stavano agendo una estesa internazionalizzazione e un forte sviluppo tecnologico; queste dinamiche, grazie ai loro notevoli riflessi linguistici, favoriscono l’affrancarsi dell’attenzione verso le terminologie specialistiche dagli interventi normativi, e permettono loro di sopravvivere all’estinzione del Neopurismo. È però bene precisare che, sin dai primi numeri della rivista, quest’ambito di studi toccava già, oltre a quello neopuristico, almeno due ulteriori filoni di ricerca, lungo i quali continuerà a espandersi nel corso degli anni: uno più propriamente semantico-lessicale, talvolta lessicografico, e uno prevalentemente storico e/o documentario, che può manifestarsi nella ricerca dell’origine dei termini e nella ricostruzione della loro storia, negli studi onomasiologici condotti in prospettiva diacronica oppure nella raccolta della nomenclatura impiegata in una certa epoca; entrambe queste correnti, che sovente si intersecano e completano vicendevolmente, sono accomunate dalla predilezione per l’ambito lessicale, mentre rare e isolate sono le considerazioni circa aspetti

202 Il testo è degno di nota sia perché propone una riflessione teorica sulla legittimità degli interventi normativi sulle nomenclature sia per la moderazione delle posizioni espresse che affermano, coerentemente con le teorizzazioni di Migliorini, l’opportunità di limitare al minimo la sostituzione dei tecnicismi, sostituzione comunque possibile solo per quelle parole che non abbiano ancora ottenuto un’ampia circolazione.

morfosintattici, testuali e stilistici203 . Nel secondo dopoguerra questi approcci riescono a sopravanzare il Neopurismo, che aveva inizialmente dominato l’interesse per le terminologie settoriali, e in breve tempo ad esso si sostituiranno completamente; per quanto riguarda invece i rapporti reciproci, si osserva un graduale slittamento nelle preferenze dalla prima prospettiva alla seconda, che diventerà prevalente coerentemente con il progressivo imporsi della componente storica su quella contemporaneistica nel complesso di LN.

Essendo impossibile categorizzare e riportare su queste pagine la totalità degli articoli che rientrano nei due filoni presentati, cercheremo almeno di fornire una esemplificazione di queste correnti di ricerca il più possibile ricca e varia.

▪ Riportiamo di seguito i titoli di alcune pubblicazioni che rientrano nel filone semantico- lessicale-lessicografico, rivolte sia a singole forme sia al complesso di un ambito settoriale:

Appunti di terminologia bibliotecnica (E. Jahier, I, 1939), Inquilino – conduttore – affittuario

(P. Addeo, II, 1940), Nomenclatura eugenetica (L. Spotti, III, 1941), Gli strumenti del

salumiere (L. Spotti, III, 1941), Diritto e sinonimi: povero, indigente, necessitoso (F. Bellonzi,

IV, 1942), I nomi di piante in un dizionario della lingua italiana (R. Ciferri, IV, 1942),

Evoluzione della terminologia aeronautica (R. Giacomelli, XIII, 1952), Nomenclatura farmaceutica (R. Mazzucco, XIV, 1954), Nomenclatura farmaceutica (e nomi brevettati commerciali) (G. Pettenati, XVI, 1955), La nomenclatura italiana delle virosi di piante arboree e degli antiparassitari (R. Ciferri, A. Corte, XXI, 1960), Voci giornalistiche (G. Aliprandi,

XXIII, 1962), La lingua della psicanalisi nella lessicografia italiana (M. David, XXV, 1964),

Difficoltà linguistiche nei bollettini meteorologici (R. Bilancini, XXVI, 1965), «Ralla» come termine tecnico (R. Orengo, XXVII, 1966), Appunti di terminologia dell’orologeria (E.

Morpurgo, G. Franescato, XXVIII, 1967), I nomi delle specialità farmaceutiche (U. Barker, XXX, 1969), Le forme dei medicamenti (U. Barker, XXIX, 1968), Nuova nomenclatura

professionale (M. Medici, XXXI, 1970), Vocaboli ferroviari (E. Schiavo, XXXII, 1971), Trapianto e innesto sono sinonimi? (E. Marcovecchio, XXXIII, 1972), Note sul lessico dell’informatica (C. Ciampi, XXXIII, 1972), Il lessico audiovisivo (L. Graziuso, XXXIII,

1972), Il doppio cieco, il placebo ed il morto (princìpi e terminologia della sperimentazione

terapeutica) (T. Chiarioni, XXXIII, 1972), Su alcuni anglicismi nella recente terminologia linguistica (I. Klajn, XXXV, 1974).

203 Tra i contributi che riservano particolare interesse a quei livelli dell’analisi linguistica segnaliamo: Dalle

cronache della finanza (G. Devoto, I, 1939), Sul linguaggio recente dei medici tutti livelli della lingua (G.

Pettenati, XIV, 1953), Alcuni aspetti del linguaggio televisivo (M. Medici, XXII, 1961), Note sulla lingua

della pubblicità (M. L. Altieri Biagi, XXVI, 1965), Linguaggio del turismo (U. Castagnotto, XXIX, 1968), Linguaggio del mito dell’automobile (A. Fabi, XXXI, 1970).

Filone storico-documentario: Falda, filone, strato (F. Rodolico, II, 1940), Rocce montonate =

rocce a pecorelle (A. Sensini, IV, 1942), Conca, cratere, dolina (F. Rodolico, IV, 1942), Il vocabolo «micròbio» (G. Bizzarrini, V, 1943), Appunti per una storia della terminologia ottica

(V. Ronchi, V, 1943), Nomi di rocce italiane raccolti da uno scienziato svedese del Settecento (F. Rodolico, V, 1943), Tiroide (P. G. Goidanich, V, 1943), Tiroide (G. Canuto, VI, 1945), Per

la storia della terminologia chimica (F. Tornetta, VIII, 1947), Storia di alcuni vocaboli di elettrologia (M. Gliozzi, VIII, 1947), Antiche voci cristallografiche (F. Rodolico, VI, 1947), Per lo studio della terminologia giuridica medievale (C. Battisti, XVIII, 1956), Terminologia geomorfologica settecentesca (F. Rodolico, XVII-XVIII, 1956-1957), Travertino (F. Rodolico,

XX, 1959), Terminologia cosmetica in un ricettario cinquecentesco (C. Bascetta XXII, 1961),

Selce (F. Rodolico, XXII, 1961), Un dizionario geologico e mineralogico dei primi dell'Ottocento (F. Rodolico, XXVII, 1966), Mondino de’ Liucci e il lessico medico (M. L.

Altieri Biagi, XXVII, 1966), Termini aeronautici dell’Ottocento (C. Cordié, XXX, 1969),

Stratigrafia, tomografia (T. Chiarioni, XXXIV, 1973), Dagherrotipo (S. Raffaelli, XXXVIII,

1977), Dagherrotipia e altre voci della tecnica fotografica (P. Zolli, XXXIX, 1978), Note di

lessicologia cinegetica (A. Lupis, XL, 1979).

Tra i domini specialistici più assiduamente presi in considerazione la fig. 53 suggerisce la centralità di geologia e mineralogia (calcare, cava, marmo, marmi, minerali, pietra, rocce, roccia), della cui straordinaria diffusione è direttamente responsabile F. Rodolico che a diverse sfumature dell’argomento dedica ben settantacinque pubblicazioni; utili indicazioni giungono anche dall’alta frequenza delle voci chimica, chimici, farmacopea e medico. Il lungo elenco di articoli riportato poco sopra è invece particolarmente efficace nel far risaltare l’estrema varietà degli ambiti settoriali sottoposti ad analisi linguistica: oltre alla geologia e alla mineralogia, già citate, e a medicina e farmacologia, assai diffuse, si può segnalare la presenza di contributi che si rivolgono ad antropologia, biblioteconomia, biologia, botanica, diritto, musicologia, preistoria, zoologia e vari altri settori tecnici come quelli aeronautico, metalmeccanico e tessile; l’interesse sfocia anche in campi non propriamente specialistici, come il cinema, la moda, la pubblicità e la gastronomia, alla quale si possono far afferire anche gli articoli Gli strumenti del salumiere (L. Spotti, III, 1941) e Dal fornaio

e dal pastaio (E. Detti, XIII, 1952). In definitiva, ci troviamo davanti a un interesse variegato che

porta LN ad abbracciare lo studio di un’ampia porzione delle varietà settoriali dell’italiano; uno studio ricco ed esteso sul piano lessicale del quale si deve però riconoscere la limitata attenzione per gli altri livelli della lingua.

Prima di concludere riteniamo necessarie alcune osservazioni aggiuntive circa i linguaggi della politica, dello sport e militare, il cui rapporto con LN è sotto diversi aspetti notevole.

▪ Quello per il lessico della politica è un interesse che merita di essere sottolineato in ragione della sua considerevole diffusione: costituisce una presenza costante ed evidente, ed è capace di penetrare differenti tematiche legandosi saldamente a molteplici aspetti storico-sociali. Relativamente a tale argomento la figura centrale è quella di R. De Mattei, tra i cui contributi spicca la longeva serie Ospizio di parole politiche perdute (ben trentasette articoli pubblicati tra il 1942 e il 1978), una curata ed estesa collezione di voci peculiari capace di coprire un ampio arco cronologico, pur con una evidente predilezione per l’Ottocento, e caratterizzata dalla grande attenzione per la raccolta delle attestazioni che accompagnano la descrizione dei significati. A De Mattei si devono inoltre approfondimenti dedicati a singole forme, come quelli associati all’etichetta Voci politiche fortunate (Ragion di stato, II, 1940; Trasformismo, II, 1940; «Pentarchia», III, 1941; Stellone d’Italia, III, 1941; Monarcòmaco, III, 1941; Classe

politica, IV, 1942), dei quali colpisce l’abilità nel catturare i rapporti che legano la semantica

della parola al referente e alla specificità del contesto storico in cui il termine viene impiegato. ▪ Altra presenza significativa sulle pagine di LN è quella dello sport, alle cui discipline è dedicato un discreto numero di articoli con una prevedibile predilezione per il calcio: Le cronache del

calcio (G. Devoto, I, 1939), Noterelle calcistiche (L. Caretti, XII, 1951), Dalle cronache del calcio (M. Medici, XX, 1959), Fluidificare (L. Graziuso, XXVII, 1966), Della preposizione ‘su’ nel calcio (M. Medici, XXVII, 1966), Palla-gol e altri giustapposti nel calcio (M. Medici,

XXVIII, 1967), Nuova terminologia calcistica (L. Graziuso, XXXIV, 1973). L’alta considerazione della quale questo ambito gode su LN è resa evidente dall’esplicita promozione che ne fanno entrambi i direttori, i quali, segnalando la mancanza di studi adeguati sull’argomento, sostengono la necessità di condurre un maggior numero di ricerche: l’invito è avanzato da Devoto nel 1939 in Le cronache del calcio (p. 18) e ripreso da Migliorini l’anno seguente in Sport e tesi di laurea. Lo sviluppo di questo filone di ricerca è però secondo noi meritevole di essere sottolineato non solo perché va a colmare una lacuna nel panorama degli studi linguistici, ma anche perché è piena espressione di quell’interesse per la lingua contemporanea che così fortemente contraddistingue le origini della rivista, un interesse che si rivolge anche ad usi ben distanti dalla letteratura e dalla scrittura dei parlanti più colti.

▪ I contributi che prendono in considerazione i linguaggi militari, e il contesto bellico in generale204, meritano di essere segnalati per due ragioni: la prima, la stretta correlazione con le vicende storiche che ne accompagnano la comparsa; la seconda, la loro capacità di sviluppare 204 Utili a comprendere le ragioni sottese alla volontà di studiare una realtà così vicina e drammatica sono, a nostro avviso, le considerazioni di Manlio Cortelazzo, il quale afferma l’importanza dello studio linguistico quale ausilio alla comprensione degli atteggiamenti collettivi e, dunque, delle cause profonde degli accadimenti (cfr. Sul gergo della recente guerra, VI, 1945, p. 66).

puntuali osservazioni nei confronti dei risvolti e delle dinamiche gergali associati a queste varietà di lingua. Questo interesse si era manifestato in Migliorini sin dal 1940205, e sarà da lui coltivato nel corso dell’intero secondo conflitto mondiale anche attraverso la raccolta delle parole che gli venivano segnalate da studenti e collaboratori impegnati al fronte (o in prigionia) (Melis, 2009: 109-116); su LN, invece, questo filone di ricerca è inaugurato da Corvè (M. Cortelazzo, V, 1943), al quale fanno seguito svariati articoli tra i quali rientrano anche due corpose raccolte aventi il medesimo titolo: Parole di guerra (E. Peruzzi, VII, 1946) e Parole di

guerra (L. Renzi, XXVII, 1966). L’aspetto che qui più ci interessa è lo stretto connubio tra la

considerazione dell’ambito militaresco e la valutazione di aspetti che possiamo definire gergali, un connubio primariamente legato al nome di Manlio Cortelazzo, del quale caratterizza numerosi contributi; di seguito riportiamo alcuni lavori che ben mettono in risalto la consuetudine con cui nella comunicazione tra i militari si insediano tratti e fenomeni propri della gergalità: Firma (M. Cortelazzo, V, 1943), Scattare (M. Cortelazzo, V, 1943), Recluta e

anziano (M. Cortelazzo, V, 1943), Sul gergo della recente guerra (M. Cortelazzo, VI, 1945), False etimologie nel linguaggio militare (M. Cortelazzo, VII, 1946), Condizione linguistica degli Oflag (M. Cortelazzo, XIII, 1952), Il «gergo» studentesco dell’accademia navale (F.

Tollemache, XVI, 1955), Il linguaggio degli allievi dell’accademia della Guardia di Finanza (F. Tollemache, XXII, 1961), Parole di caserma (L. Renzi, XXVII, 1966), La lingua di

caserma, oggi (L. Renzi, XXVIII, 1967)206. Segnaliamo infine che la parola gergo caratterizza

gli anni 1939-1979, come segnala l’analisi delle corrispondenze (cfr. fig. 52), un dato corroborato dal fatto che, stando al nostro spoglio, gli articoli relativi ai gerghi in senso lato sono concentrati proprio nel primo periodo.