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Capitolo 3 Le voci dei bambini, le voci dell’infanzia

3.4 Essere lavoratrice domestica del Centro Yanapanakusun a Cusco

3.4.1 Trovare un lavoro

Nel Centro Yanapanakusun, le ragazze che, raggiunta l’età di 13-14 anni vogliono avviarsi al lavoro vengono inserite progressivamente in questo contesto, per esempio lavorando per l’albergo adiacente all’hogar e che è gestito dal centro, aiutando in cucina a preparare la colazione e la cena per i turisti, oppure in case o ristoranti, lavorando la mattina e rientrando all’ hogar dopo la scuola. Poi, in un secondo momento, possono iniziare a lavorare cama adentro. Il Centro realizza un’attività di mediazione tra datori di lavoro e lavoratrici, garantendo in qualche modo per queste ultime e controllando che non vi siano situazioni di sfruttamento. Tutte le ragazze che trovano un lavoro attraverso il Centro sono assunte dietro contratto103 e si stabiliscono i diritti e doveri delle due parti in modo che non ci possano essere delle irregolarità o situazioni di negligenza. Sin dall’inizio sono chiare ad entrambi le parti l’importo della retribuzione mensile, le mansioni che dovrà svolgere la lavoratrice, gli orari di lavoro e il giorno di riposo settimanale. In esso deve essere indicata inoltre la scuola frequentata dalla ragazza nonché l’orario delle lezioni104; allo stesso modo il datore di lavoro dichiara quale spazio della casa sarà destinato a “camera da letto” della lavoratrice e il luogo in cui pranzerà insieme alla famiglia105.

I compiti che le ragazze svolgono variano a seconda delle necessità e del tipo di famiglia per cui lavorano. Camila, dopo un primo lavoro presso un ufficio, dove si occupava delle pulizie, ma che si è concluso dopo appena nove giorni in seguito a qualche discussione con “la signora”, entrò a lavorare in una casa e mi raccontò che l’orario di lavoro era dalle sette e mezza all’ una e mezza, per poi specificare che in realtà “dipendeva anche da quanto io ci mettevo a fare le cose. Se ero in ritardo, mi fermavo di più”; in questo caso lei si occupava delle pulizie e di cucinare.

103 Una copia del contratto è inserito in appendice.

104 In Perù, per la scuola primaria e secondaria è possibile scegliere di seguire le lezioni nel turno mattina o pomeriggio. 105 Questo ovviamente nel caso in cui la lavoratrice viva nella casa dei datori di lavoro, cioè svolga un lavoro cama

122 Serena è contenta. Dopo alcune esperienze meno fortunate come quando la suocera della sua datrice di lavoro la faceva pulire la casa e “aiutarla in questo e quello”, mentre lei era stata assunta solo per “guardare il bambino e lavare i suoi vestiti”, ora lavora per un’altra famiglia dove si trova decisamente meglio:

Io mi alzo alle 7 e mezza, mi fa alzare, dopo…adesso ho già imparato a preparare la colazione e tutto…mi dice “fai questo, fai succo di papaya, fai i panini al formaggio”. Faccio quello prima che vada via suo marito y dopo si svegliano i gemelli […] allora, dopo diamo la colazione ai gemelli. Un’ora, ci mettiamo sempre un ora perché ci sono delle volte che uno non vuole mangiare e ritarda…dopo puliamo la casa. Io pulisco la cucina, il cortile e il bagno. La signora si occupa della sua stanza, la sala…

Lorena invece, ha lavorato in diverse case, in una di esse la signora aveva figli ormai grandi e perciò la aiutava solo con le pulizie della casa e con il cane, che doveva portare fuori per i bisogni. In un’occasione successiva erano in due ad occuparsi della casa, un’altra ragazza cucinava e lei si occupava delle pulizie e del bambino; solo lei però viveva con i datori di lavoro. Quando ha deciso di andare a lavorare da un’altra parte la signora le ha chiesto di aiutarla a trovare una sostituta, così lei le ha parlato delle altre ragazze dell’hogar. Questa è risultata essere una modalità molto interessante in cui le ragazze si aiutano a vicenda nella ricerca del lavoro, Lorena specifica:

[se so] che qualcuna [delle ragazze] cerca…sì aiutiamo le signore. Quando sono brave le signore no? Quando sono cattive non è che hai voglia di andarti…perché mandare qualcun’altra perché la maltrattino così. Allora no, come la signora è buona con me allora anch’io. Normale, perché la tratterà bene, per quello la aiuto.

Non sempre però andare a lavorare dove precedentemente è già stata una ragazza che si conosce rappresenta un vantaggio. Serena mi racconta così la sua esperienza:

Allora là era anche che la ragazza precedente che aveva lavorato di qui aveva preso delle cose e non so che. Allora mi diceva “ahi, quella ragazza era così, che non so cosa…ahi prendeva le mie cose”. Mi annoiava, perché mi raccontava se io sono un’altra. Mi diceva “ahi, lei faceva questo, ha perso le mi cose…per favore anche tu non fare così”. Ecco, sono ritornata dal viaggio…dopo due settimane ero tornata dal viaggio, dove ero andata con loro e alla settimana mi ha detto “ahi ti sei mangiata il miele, come puoi fare quello?” Io mi sono sentita male perché non avevo nemmeno visto se c’era il miele.

A volte, avere una sorta di “raccomandazione” può rendere la situazione più difficile e obbligare la ragazza che arriva in un secondo momento a doversi sottoporre a un continuo confronto con la precedente, che può portare ad un conflitto insanabile, come in questo caso. Non riuscendo a

123 sopportare la situazione, e nonostante il consiglio di Jose – la responsabile – di ignorare le accuse ingiuste, si arriva alla rottura del rapporto da parte della lavoratrice, che decide di andarsene “perché pensava che fossi come l’altra” (l’accusa cioè di essere una ladra, di prendere le cose senza permesso, in questo caso il miele) e di rifiutare anche l’ultima richiesta della datrice di lavoro:

Perché mi ha detto “non puoi fare quello, non te ne puoi andare. Troverò prima un’altra ragazza” e io le ho detto di no, preferisco andare via subito.

Il rapporto con i datori di lavoro diventa quindi centrale, nel modo in cui si sviluppano le relazioni di lavoro ma anche nell’esito quando si concludono, influenzando anche la possibilità che un’altra ragazza proveniente dallo stesso hogar venga inviata nella stessa casa.