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Turni “H24” al di sotto delle 40 ore medie settimanal

DI LAVORO Settimana

2.4.2. Turni “H24” al di sotto delle 40 ore medie settimanal

Le medesime riflessioni e gli stessi ragionamenti pocanzi espressi valgono anche per il regime orario “H24” di tipo C (vedi supra, par. 2.4., esempio 3), organizzato su 5 squadre di lavoratori a rotazione nell’arco di 5 settimane, come illustra lo schema sottostante:

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Fonte: elaborazione propria su dati dell’Accordo Integrativo AW 2013

Seppure graficamente sia quella che configuri un tracciato maggiormente regolare ed uniforme, la turnazione in esame appare piuttosto anomala rispetto agli schemi “H24” fin qui esaminati.

L’anomalia deriva principalmente dal fatto che questa tipologia di turnistica sviluppa un orario di lavoro medio settimanale (computandosi nello stesso anche le pause retribuite) inferiore alle 40 ore. Riportando, infatti, in ogni casella dello schema in commento il relativo numero di ore giornaliere considerate di lavoro ordinario, dunque “8” in quelle contrassegnate dalle lettere “M” (turno di mattina), “P” (turno pomeridiano) ed “N” (turno di notte), e “0” laddove invece compare la lettera “R” (riposo), è chiaramente visibile che l’orario lavorativo sviluppato su base settimanale è pari a 40 ore, alternando 5 giorni di lavoro a 2 di riposo consecutivi a scorrimento, fatta eccezione per una settimana (ogni 5) dove, essendo previsto un giorno di riposo in più (3 anziché 2), le ore di lavoro sono soltanto 32. In pratica, il suddetto riposo aggiuntivo produce una riduzione di 8 ore lavorabili, che spalmate su un arco quinquesettimanale si traducono in 1,6 ore a settimana, con l’effetto dunque di abbassare la durata media settimanale delle prestazioni lavorative da 40 a 38,40 ore, come illustra visivamente la tabella sottostante.

L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D Team 1 P P P P R R N N N N R R M M M M R R P P P P R R N N N N R R M M M M R Team 2N N N R R M M M M R R P P P P R R N N N N R R M M M M R P P P P R R N Team 3 M M R R P P P P R R N N N N R R M M M M R P P P P R R N N N N R R M M Team 4 P R R N N N N R R M M M M R P P P P R R N N N N R R M M M M R R P P P Team 5 R R M M M M R P P P P R R N N N N R R M M M M R R P P P P R R N N N N

settimana 1 settimana 2 settimana 3 settimana 4 settimana 5

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H24 – tipo C 

TEAM 1 L M M G V S D TOT. ORE DI LAVORO Settimana 1 P 8h P 8h P 8h P 8h R R N 8h 40 h Settimana 2 N 8h N 8h N 8h R R M 8h M 8h 40 h Settimana 3 M 8h M 8h R R P 8h P 8h P 8h 40 h Settimana 4 P 8h R R N 8h N 8h N 8h N 8h 40 h Settimana 5 R R M 8h M 8h M 8h M 8h R 32 h MEDIA SETTIMANALE = 192 h / 5 sett.= 38,40 h Fonte: elaborazione propria su dati dell’Accordo Integrativo AW 2013

Tenuto conto che anche i lavoratori addetti ai turni vengono retribuiti secondo i normali criteri di mensilizzazione di cui all’art. 3, Sezione Quarta, Titolo IV, del CCNL metalmeccanici, e dunque ogni mese vengono remunerate 173 ore(12), corrispondenti mediamente a 40 ore settimanali, a prescindere dalle ore effettivamente lavorabili, la decisione di creare una turnazione che impieghi il personale interessato per meno di 40 ore a settimana potrebbe apparire irragionevole ed economicamente svantaggiosa per l’azienda, se non venissero qui evidenziati quegli aspetti più gestionali che hanno condotto alla decisione stessa.

Lo schema in esame consente, infatti, di soddisfare due esigenze differenti.

Da un lato, esso permette all’azienda di incrementare la sua capacità produttiva, e dunque la sua capacità di rispondere in maniera adeguata ad eventuali esigenze di produzione, anche con riferimento a

      

(12) Divisore orario convenzionale previsto dallo stesso art. 3, Sezione Quarta, Titolo IV, del CCNL metalmeccanici.

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quei reparti ed aree dove le risorse umane impiegabili sono inferiori, entro certi limiti, rispetto a quelle normalmente richieste dai regimi orari a ciclo continuo. Basti solo pensare che quando fu introdotto per la prima volta presso lo stabilimento di Anagni, detto schema rappresentava una delle poche soluzioni organizzative applicabili in base ai lavoratori disponibili in alcuni reparti. Peraltro, proprio per far fronte ai carichi di lavoro prospettati dalla linea di produzione e consentire l’utilizzo del ciclo continuo, fu comunque necessaria una considerevole iniezione di manodopera tramite ricorso all’istituto della somministrazione, il che spiega il motivo per cui l’applicazione di un regime orario “8×8” è solitamente preferibile laddove vi sia un bacino più capiente ed un flusso più regolare di risorse.

Dall’altro lato, l’anomala configurazione dell’“H24” in oggetto va incontro alle istanze delle organizzazioni sindacali che, in fase di trattativa di rinnovo dell’accordo integrativo, avevano richiesto alla controparte aziendale un alleggerimento delle turnazioni a ciclo continuo, vista la loro particolare gravosità, attraverso l’istituzione di nuove articolazioni orarie che sviluppassero un numero di ore lavorabili inferiore a quello ordinario delle 40 ore settimanali e che dunque risultassero maggiormente compatibili con le politiche di work-life balance.

In questo stesso senso si colloca peraltro la “clausola”(13) inserita nel nuovo Accordo aziendale sempre nell’ambito della regolamentazione dei turni a ciclo continuo, con cui l’azienda si è resa disponibile ad introdurre, ove possibile e compatibilmente con le proprie esigenze tecnico-organizzative e produttive, nuove modalità di turnazione “H16” e “H24” che comportino una riduzione della durata media del lavoro ordinario settimanale fino a 37,5 ore, avvalendosi dunque della facoltà di prevedere un minore orario lavorativo attraverso la contrattazione collettiva, di cui al già citato art. 3 del D. Lgs. n. 66/2003.

      

(13) Si tratta di una clausola già presente nel predetto Accordo sindacale del 9 novembre 2011.  

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Tuttavia, ciò che qui più rileva è la successiva disposizione contrattuale di garanzia della parità di trattamento economico del personale turnista. In modo particolare, al fine di evitare che i lavoratori assegnati alle predette ed eventuali turnazioni “ridotte” finiscano per essere retribuiti nella stessa misura dei colleghi impegnati invece su cicli continui con uno sviluppo dell’orario medio settimanale superiore alle succitate 37,5 ore, con inevitabili effetti negativi sull’equità interna, le Parti hanno convenuto che a questi ultimi debba comunque essere liquidata, su base bimestrale, l’eccedenza prodotta (tenendo conto esclusivamente delle frazioni orarie superiori a 15 minuti), applicando sulla stessa una maggiorazione oraria omnicomprensiva pari al 20%. È qui evidente come la previsione de qua rappresenti una felice soluzione di compromesso per tutti i soggetti interessati: oltre, infatti, a porsi come strumento di salvaguardia di una gestione HR equa, essa ha comunque consentito al sindacato di ottenere la prospettiva di turnazioni a ciclo continuo meno gravose e all’azienda di poter attivare e gestire, con ampi margini di flessibilità operativa, qualunque tipo di turnazione oscillante tra le 37,5 e le 40 ore, senza creare discriminazioni tra i dipendenti in esse coinvolti.

2.4.3. Il trattamento economico aziendale dei turnisti a ciclo