L’obbligo di verificare l’obiettivo e le conseguenze di un attacco ai sensi del diritto internazionale umanitario e nuove
2. La verifica dell’obiettivo e degli effetti di un attacco
I principi di distinzione, proporzionalità e precauzione, sono codificati nel Primo Protocollo Addizionale del 1977 (AP I)6, le cui norme in materia sono generalmente ritenute corrispondenti al diritto consuetudinario7. Detti principi richiedono a chi pianifica o esegue un attacco un giudizio prognosti- co circa la natura dell’obiettivo e gli effetti dell’attacco, il vantaggio militare derivante dall’attacco, e le possibili alternative a disposizione dell’attaccan- te. Prendendo spunto dal linguaggio proprio della manualistica militare – particolarmente interessata agli aspetti pratici di tale tematica8 – la dottrina ha parlato a proposito di targeting process e, come conseguenza, di law of
targeting9 in riferimento alle norme di diritto bellico rilevanti per un attacco.
6 Protocol Additional to the Geneva Conventions of 12 August 1949, and relating to the Protection of Victims of International Armed Conflicts, aperto alla firma l’8 giugno 1977 ed entrato in vigore il 17 agosto 1982 (AP I), art. 48 ss. Tutti i trattati internazionali qui citati sono disponibili in inglese e francese su www.icrc.org, e nella traduzione italiana in Codice di diritto internazionale umanitario (a cura di E. Greppi, G. Venturini), 3a ed., Torino 2013. 7 V. Eritrea-Ethiopia Claims Commission (EECC), Partial Award: Western Front, Aerial Bombardment and Related Claims, sentenza del 19 dicembre 2005, par. B.2.a. V. inoltre Rules 1, 7, 14-21 in Customary International Humanitarian Law (a cura di J.-M. Henckaerts, L. Doswald-Beck), Cambridge 2005, vol. I (di seguito: Customary IHL). Il presente scritto, non occupandosi delle c.d. precauzioni difensive di cui all’art. 58 AP I, non è l’occasione adatta per entrare nel merito del dibattito circa la rispondenza a consuetudine di quest’ultima disposizione.
8 V., ad es., uS depArtmentofthe Army, The Targeting Process, Washington, D.C. 2010.
V. inoltre P.R. prAtzner, The Current Targeting Process, in Targeting: The Challenges of
Modern Warfare (a cura di P.A.L. Ducheine, M.N. Schmitt, F.P.B. Osinga), The Hague 2016, 77.
9 Si dibatte se queste espressioni debbano intendersi in senso stretto (cioè limitatamente all’individuazione dell’obiettivo) o, secondo l’impiego qui fatto, in senso ampio (cioè con riferimento anche alla conduzione dell’attacco). In generale sul law of targeting, v., W.H.
Fra queste, le principali sono il principio di distinzione, che richiede che siano oggetto di violenza bellica solo combattenti e beni di carattere milita- re10; il principio di proporzionalità, che vieta attacchi contro obiettivi militari che comportino perdite civili eccessive rispetto al vantaggio militare atteso preventivamente calcolato11; e il principio di precauzione, che impone di cercare di limitare in ogni modo l’impatto di un attacco sui civili12.
A livello pratico, non sempre è facile rispettare tali regole, soprattutto quando si impiegano armi in grado di colpire obiettivi a grande distanza, in particolare in caso di guerra aerea. In simili circostanze, i metodi e i mezzi impiegati e la distanza fra attaccante e obiettivo rendono alquanto difficile individuare con certezza la natura dell’obiettivo e prevedere gli effetti di un attacco13. Grava nondimeno sui belligeranti l’obbligo di rispettare tali norme anche in casi simili.
L’attacco è un processo14 che coinvolge numerosi individui e muove da
boothby, The Law of Targeting, Oxford 2012; Y. dinStein, The Conduct of Hostilities un-
der the Law of International Armed Conflict, 3a ed., Cambridge 2016, 102-186; Targeting: The Challenges of Modern Warfare cit.
10 AP I, art. 48, 51(1) e (2), e 52. 11 Id., art. 51(5)(b).
12 Id., art. 57. In argomento, v., in generale, F. mArtineS, Il principio precauzionale nel
diritto umanitario, in Il principio precauzionale nel diritto internazionale e comunitario (a cura di A. Bianchi, M. Gestri), Milano 2006, 321; J.-F. quéguiner, Precautions under the
Law Governing the Conduct of Hostilities, in IRRC, 2008, 793; Y. dinStein, The onduct of
Hostilities cit., p. 164-174.
13 Su air targeting, v. G. bArtolini, Air Operations Against Iraq (1991 and 2003), in
The International Humanitarian Law of Air Warfare (a cura di N. Ronzitti, G. Venturini), Utrecht 2005, 227; M. roScini, Targeting and Contemporary Aerial Bombardment, in
ICLQ, 2005, 411; L. vierucci, Sulla nozione di obiettivo militare nella guerra aerea: recen-
ti sviluppi della giurisprudenza internazionale, in RDI, 2006, 693; Diritto internazionale e bombardamenti aerei (a cura di T. Scovazzi, M. Annati), Milano 2012; K. wAtkin, Air
Targeting, in IYHR, 2014, 1.
14 Particolare attenzione alle ricadute giuridiche della natura di ‘processi’ degli attacchi è posta ad es. da J. guiSàndeS gòmez, El proceso de la decisiòn del comandante y el derecho
internacional umanitario. Acciones ostile y objectivos militares in Derecho internacional umanitario (a cura di J.L. Rodrìguez-Villasante y Prieto), Valencia 2002, 171; G.S. corn,
War, Law, and the Often Overlooked Value of Process as a Precautionary Measure, in PLR, 2015, 419. Vedi inoltre, benché in una prospettiva lontana da quella impiegata nel presente scritto, e. lieblich, e. benveniSti, The Obligation to Exercise Discretion in Warfare:
Why Autonomous Weapons Systems Are Unlawful, in Autonomous Weapons Systems: Law, Ethics, Policy (a cura di N. Butha et al), Cambridge 2016, 245.
una valutazione dei dati a disposizione di chi lo pianifica ed esegue15. Le in- formazioni da questi conosciute sono la base fattuale ritenuta nota da cui essi muovono per ricostruire la natura dell’obiettivo e calcolare le conseguenze dell’attacco, sulla base di un giudizio prognostico di probabilità.
Un obbligo di raccolta di informazioni relative alle circostanze e agli ef- fetti dell’attacco si rinviene espressamente all’art. 57(2)(a)(i) AP I, secondo cui:
«Those who plan or decide upon an attack shall: (i) do everything feasible to verify that the objectives to be attacked are neither civilians nor civilian objects and are not subject to special protection but are military objectives within the meaning of paragraph 2 of Article 52 and that it is not prohibited by the provisions of this Protocol to attack them»16.
Questa disposizione, corrispondente al diritto consuetudinario17, benché inserita all’interno della norma generale sulle precauzioni in attacco, è fun- zionale al rispetto degli altri principi riguardante le ostilità.
Tale norma impone a chi pianifica ed esegue un attacco18 di verificare che questo non sia diretto contro persone civili e/o beni civili e/o beni e/o per- sone titolari di un’altra specifica protezione ai sensi del diritto bellico, e che l’attacco non sia proibito da altre norme di cui all’AP I. L’obbligo di verifica, a ben vedere, è scindibile in due aspetti: il primo fa riferimento al rispetto del principio di distinzione, giacché richiede di verificare che l’obiettivo non sia di carattere civile o dotato di protezione speciale19; il secondo riguarda
15 Mostra efficacemente le difficoltà operative e giuridiche che si incontrano nel proces- so di pianificazione ed esecuzione di un attacco il film Eye in the Sky, diretto da G. hood
(2015).
16 Il testo in francese recita: «En ce qui concerne les attaques, les précautions suivantes doivent être prises: a) ceux qui préparent ou décident une attaque doivent: i) faire tout ce qui est pratiquement possible pour vérifier que les objectifs à attaquer ne sont ni des personnes civiles, ni des biens de caractère civil, et ne bénéficient pas d’une protection spéciale, mais qu’ils sont des objectifs militaires au sens du paragraphe 2 de l’article 52, et que les dispositions du présent Protocole n’en interdisent pas l’attaque».
17 V. TPI per l’ex-Iugoslavia, The Prosecutor v. Kupreškić et al., IT-95-16-IT, sentenza del 14 gennaio 2000, par. 524; EECC, Partial Award: Western Front cit., par. B.2.a.
18 Sulla portata soggettiva di questa norma e la sua applicabilità anche a chi esegue un at- tacco, v. US depArtmentof defenSe, The Targeting Process cit., par. 5.3.3; W.H. boothby,
The Law of Targeting cit., 119-120; R. kolb, Advanced Introduction to International
Humanitarian Law, Cheltenham/Northampton 2014, 167.
19 Cfr. Final Report to the Prosecutor by the Committee Established to Review the NATO: Bombing Campaign Against the Federal Republic of Yugoslavia, 8 giugno 2000 (di seguito:
il principio di proporzionalità, pur non espressamente richiamato, in quanto la disposizione fa riferimento ad attacchi che, seppur diretti contro obiettivi militari, siano nondimeno proibiti dall’AP I – cioè ad attacchi contro obiet- tivi leciti ma illegali per le eccessive ricadute sui civili rispetto al vantaggio militare previsto20.
L’obbligo ha come oggetto una verifica da compiersi. Verificare significa
«to check or determine the correctness or truth of by investigation, reference, etc.», «soumettre quelque chose à un examen, à une confrontation avec des faits, des preuves pour en contrôler l’exactitude»21. Sembra empiricamente logico concludere che l’unico modo di verificare che l’attacco imminente rispetti lo ius in bello sia assumere informazioni sulla base delle quali for- mulare il giudizio prognostico richiesto, come confermato dalla principale manualistica militare22. Occorre pertanto esaminare come il diritto bellico disciplina tale attività.
3. Facoltà e obbligo di raccolta di informazioni nei conflitti armati