Con questi versi si apre l’ultimo movimento: Words move, music moves
4.3 Il viaggio verso la conoscenza.
Come in ogni terzo movimento, il tema principale sviluppato da Eliot è quello del viaggio. In questo caso, si tratta di un viaggio compiuto in un tempo interiorizzato, frutto di un sincretismo religioso che vede dialogare gli insegnamenti cristiani con quelli orientali, in particolar modo quelli trattati
220 Il contrasto tra gli “halcyon days” e la“sudden fury” si può spiegare grazie all’etimologia
e agli aspetti mitologici legati al termine “halcyon”. Questa parola è direttamente ricollegabile alla figura di Alcione, figlia di Eolo. Secondo la mitologia greca, ella sposò Ceice e, in un momento di felicità, arrivò persino a chiamare il marito “Zeus”. Il re degli dèi punì il giovane facendolo morire in mare durante una tempesta e Alcione, appresa la notizia, si gettò in mare togliendosi a sua volta la vita. Gli dei, però, colpiti da questa storia, trasformarono i due in una coppia di alcioni, uccelli appartenenti alla famiglia del martin pescatore. Il loro nido, costruito sulle coste, veniva continuamente distrutto dalle onde, cosicché Zeus avrebbe placato i flussi per sette giorni in corrispondenza del solstizio di inverno per permetterne la riproduzione. Proprio per questo motivo, si può rintracciare una connessione tra questi giorni e la furia del mare. Nel caso di “The Dry Salvages”, l’alcione richiamerebbe anche l’immagine del martin pescatore del quarto movimento di “Burnt Norton”.
221 Eliot, Collected Poems 1909-1962, cit., p. 153.
222 Cfr. Giovannelli, La parola e la visione. Per una lettura dei “Four Quartets” di T. S. Eliot, cit., p.
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nel testo sacro indiano della Baghavad- Gita223, che Eliot considera “the next greatest philosophical poem to Divine Comedy”224:
I sometimes wonder if that is what Krishna meant—
Among other things—or one way of putting the same thing: That the future is a faded song, a Royal Rose or a lavender spray Of wistful regret for those who are not yet here to regret,
Pressed between yellow leaves of a book that has never been opened. And the way up is the way down, the way forward is the way back. You cannot face it steadily, but this thing is sure,
That time is no healer: the patient is no longer here. (“The Dry Salvages”, III, vv. 1-8)
Prima di discutere dei temi trattati nel terzo movimento, è bene fare alcune puntualizzazioni sull’introduzione della figura di Krishna, che non è stata esente da critiche. Per esempio, da un lato Helen Gardner commenta così la scelta di Eliot:
Though it is perfectly in consonance with the poem’s theme of annunciation to use these great scriptures which bear fitness to man’s recognition of the divine, it might be objected that to introduce Krishna at this point is an error and destroys the imaginative harmony of the poem, since it is precisely in their view of history and the time process that Christianity and Hinduism are most opposed.225
Dall’altro, la stessa autrice suggerirà poi come l’opera dei Four Quartets “contains so much of Mr. Eliot’s past that inevitably his explorations of Hindu metaphysics find place in it”226.
223 Per quello che riguarda i contenuti del suddetto testo, si rimanda al paragrafo 1.2 del
Capitolo 1.
224 Eliot, “Dante”(1929), in Selected Essays, cit., p. 258. 225 Gardner, The Art of T. S. Eliot, cit., p. 173.
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Quanto alle immancabili riflessioni sul tema del tempo, qui l’autore inserisce un rimando alla “Royal Rose”227, che, oltre a riportare alla mente il giardino delle rose del primo Quartetto, rappresenta l’emblema araldico delle due fazioni coinvolte nella Guerra delle Due Rose, ovvero si correla al passato storico, motivo sviluppato in modo più approfondito in “Little Gidding”. L’altro riferimento è quello alla “lavender spray”, elemento naturale che si riallaccia ad una sfera più intima, come un fiore conservato tra le pagine di un libro non ancora aperto in attesa di un futuro sconosciuto. In entrambi i casi, sia che si ricordi il passato, sia che si attenda il futuro, si tratta sempre di “one way of putting the same thing”. Ancora una volta, per discutere del tempo Eliot si appella al sessantesimo Frammento eracliteo aggiungendo anche che “the way forward” (il futuro) coincide con “the way back” (il passato). Se, in precedenza, il tempo era stato giudicato “destroyer” e “preserver” (II, 67), adesso viene sottolineato come “time is no healer” (v. 8): esso non potrà perciò né curare le ferite, né cancellare il passato. L’immagine conclusiva del paziente richiama il quarto movimento di “East Coker”: se, però, prima l’ospedale era un luogo di morte che consentiva il passaggio alla vita eterna, il fatto che “the patient is no longer here” presuppone il superamento della dimensione terrena.
Nei versi successivi il topos del viaggio tornerà ad assumere caratteristiche “concrete”:
When the train starts, and the passengers are settled To fruit, periodicals and business letters
(And those who saw them off have left the platform) Their faces relax from grief into relief,
227 Riguardo questa scelta, Bonamy Dobrée commenta: “There are really three roses in the set
of poems; the sensuous rose, the socio-political Rose (always appearing with a capital letter) and the spiritual rose: and the three have got to be in some way identified as one”.(Bonamy Dobrée, “T. S. Eliot: A Personal Reminiscence”, The Sewanee Review, Vol. 74, No. 1, T. S. Eliot (1888-1965) (Winter, 1966), pp. 85-108, Published by: The Johns Hopkins University Press, Article Stable URL: http://www.jstor.org/stable/27541385.
128 To the sleepy rhythm of a hundred hours.
Fare forward, travellers! not escaping from the past Into different lives, or into any future;
You are not the same people who left that station Or who will arrive at any terminus,
While the narrowing rails slide together behind you; And on the deck of the drumming liner
Watching the furrow that widens behind you, You shall not think ‘the past is finished’
Or ‘the future is before us’. (“The Dry Salvages”, III, vv. 9-22)
Se l’immagine dei viaggiatori assorbiti nella propria sterile dimensione ricorda molto da vicino i momenti dei Quartetti precedenti, è riscontrabile una differenza legata al mezzo di trasporto. Con il passaggio dalla metropolitana al treno, il setting subisce un cambiamento radicale. Ciò che veniva descritto in precedenza era infatti un luogo dalle caratteristiche “infernali”, oggettivate dai percorsi scavati sotto la superficie della città, mentre il treno viaggia all’aria aperta e sembra prefigurare piuttosto un paesaggio “purgatoriale”.228 Il ritmo segnala il lento scorrere del tempo interrotto solamente da una voce fuori dal coro, come era accaduto in “East Coker” (V, vv. 31-34), la quale esorta i viaggiatori ad andare avanti. Anche in questo caso, è ben riconoscibile l’eco dantesca riferita al momento in cui Ulisse invita i compagni a “seguir virtute e canoscenza” (Inferno, XXVI, v. 120).229 L’invito rivolto ai viaggiatori non è legato né ad una fuga dal passato, né ad una ricerca di un futuro dai contorni indefiniti, ma ad un iter esplorativo che non risponde a parametri “funzionalistici”. Il passato si concretizza inoltre nelle immagini delle “narrowing rails” e del “drumming liner” mentre si allontana dal molo. Sia che il viaggio avvenga sulla terra
228 Cfr. Giovannelli, La parola e la visione. Per una lettura dei “Four Quartets” di T. S. Eliot, cit., p.
105.
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ferma, sia che si dispieghi in mare, la conclusione rimane la medesima: “You shall not think ‘the past is finished’ Or ‘the future is before us’”.
Così prosegue il movimento:
At nightfall, in the rigging and the aerial, Is a voice descanting (though not to the ear,
The murmuring shell of time, and not in any language) 'Fare forward, you who think that you are voyaging; You are not those who saw the harbour
Receding, or those who will disembark. Here between the hither and the farther shore While time is withdrawn, consider the future And the past with an equal mind.
At the moment which is not of action or inaction You can receive this: “on whatever sphere of being The mind of a man may be intent
At the time of death”—that is the one action (And the time of death is every moment) Which shall fructify in the lives of others: And do not think of the fruit of action.
Fare forward. (“The Dry Salvages”, III, vv. 23-39)
La voce fuori campo continua poi in tono esortativo, accompagnata da una nuova serie di immagini marine, assomigliando così a un canto che richiama il motivo della “unheard music” in “Burnt Norton”, dove la comunicazione avveniva senza utilizzare alcuni tipo di linguaggio verbale (I, v. 29).230 Se i viaggiatori, dunque, non possono agire né pensando al passato né mirando al futuro, l’unica possibilità è quella di operare nel presente senza desideri, rimpianti o passioni: si avvicineranno così da un lato all’idea cristiana della rinuncia, già elaborata in “East Coker” (V, vv. 17-18), e dall’altro all’etica
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dell’azione disinteressata, conosciuta anche come Karma-yoga, predicata da Krishna ad Arjuna nella Bhagavad-Gita.231 In un aspetto, però, Eliot è lontano dagli insegnamenti di Krishna: precisamente nel concetto di reincarnazione. Secondo Krishna e la dottrina della metempsicosi, l’uomo si reincarnerà nella sua vita successiva nell’essere sul quale la mente si era concentrata prima di morire; per Eliot, invece, l’azione disinteressata porterà i propri frutti nelle vite degli altri.
Il movimento si conclude con un nuovo invito rivolto ai viaggiatori e ai naviganti a “Fare Forward”, così come Krishna sollecitava Arjuna sul campo di battaglia, nonostante le avversità insite nel tragitto:
O voyagers, O seamen,
You who came to port, and you whose bodies Will suffer the trial and judgement of the sea, Or whatever event, this is your real destination.' So Krishna, as when he admonished Arjuna On the field of battle.
Not fare well,
But fare forward, voyagers. (“The Dry Salvages”, III, vv. 40-47)