3. ON SUCH A FULL SEA
3.4 I villaggi Charter
Nei Charter13 vive una popolazione con un tenore di vita che potremmo definire alto-borghese. Vi
sono attività commerciali anche di lusso, palestre, ristoranti, caffè, spazi in genere dedicati allo svago. Gli appartamenti sono case residenziali di massimo due piani finemente decorate e stando alla voce
12 Harvey infatti parla anche delle proteste che si sono scatenate a Baltimora in favore di un reddito minimo per permettere
ai lavoratori e lavoratrici di attestarsi al di sopra della soglia di povertà, sotto la quale si trovavano pur svolgendo più turni e più lavori.
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narrante, le mura dei Charter sono di gran lunga più sicure di quelle che circondano le facilities, più esposti quindi ai pericoli provenienti dall’esterno (le counties).
Sempre secondo il racconto della comunità, ecco come le strade dei villaggi Charter appaiono agli occhi sbalorditi di Fan mentre vi giunge in auto con Quig, l’uomo conosciuto nelle counties:
From a satellite view, everything looks crisp and tailored, the curves of the streets and sidewalks arcing out in equal increments from a central open space, like ripples in a lake. (Lee 162)
La ‘visuale dal satellite’ è il tipo di prospettiva a cui Fan è più abituata perché a B-Mor gli abitanti possono cercare su internet – che comprendiamo essere in qualche modo ristretto e con un’offerta ripetitiva – gli altri villaggi per guardarli da vicino come possiamo fare noi oggi attraverso Google maps. Ovviamente, l’attenzione e la curiosità della ragazza sono rapite dal vedere come sono puliti, precisi e regolari gli insediamenti Charter. Ci viene anche detto che, quando era ancora a B-Mor, a Fan piaceva zoomare su alcuni dettagli di quelle case, in una sorta di voyerismo che, è facile credere, contribuiva ad aumentare il senso di distanza e di esclusione da quel tipo di ambiente, così differente dal proprio di origine:
Whenever she browsed, and it was not often, she liked to peer in close with the ultrazoom, inspecting the waxed finishes on the cars and ruler-straight joints of the sidewalks (never any renegade cracks) and the tiles of the roofs, which were not plastic or asphalt shingles like those of our free-standing houses but made, incredibly, from a piece of natural stone, each one with a distinct pattern and hand and its own earthy or flinty shade. (163)
‘Inspecting’ veicola efficacemente l’idea del confronto attivo che Fan realizza mentre osserva le abitazioni della propria comunità, con le tegole del tetto che sono pezzi di plastica, e quelle dei Charter, costituite ‘incredibilmente’ da una pietra naturale, ciascuna personalizzata da un motivo preciso: l’anonimità sembra ribadire a livello estetico il principio fondante della routine e della ripetizione della vita a B-Mor, per cui le loro case, ovvero abitazioni simili a palazzine popolose e
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non bellissime, si somigliano tutte tra loro. Il contrasto con le abitazioni dei Charter si esplicita anche per l’ordine che caratterizza queste ultime con la presenza di “ruler-straight joints of the sidewalks” (163). Nella citazione che segue troviamo invece Fan nel momento in cui finalmente osserva il villaggio Charter dal vivo:
It was the last gasp of the afternoon as they slowly drove, the sunlight angling through the voluminous hardwood trees, […] the stately houses and sleek, jazzy condos set well back from the road rather than built right on top of it like our airless, chockablock row houses. (163)
Come anticipato sopra, qui Fan è in macchina con Quig mentre stanno entrando nello stanziamento per raggiungere la coppia Charter. Anche qui si rinnova il momento del confronto tra i due stanziamenti, ma ora è più diretto. Fan osserva come nei Charter vi sia anche una certa armonia con l’elemento naturale, in particolare gli alberi, e le case sono meravigliose, signorili. Qui i palazzi, a differenza di B-Mor, non sono costruiti proprio sulla strada ma collocati più internamente rispetto alla strada e tra loro c’è più spazio, così da risultare meno esposti e più ariosi. Questi elementi che attraggono l’attenzione della giovane protagonista e il confronto nella riga finale con le case di B- Mor – da cui comprendiamo che sono affollate o costruite in maniera opprimente per chi le occupa – concorrono a rendere evidente l’estraneità di Fan da ciò che sta guardando e far comprendere a noi l’entità delle differenze con uno stanziamento come B-Mor, e più in generale i diversi principi secondo cui le comunità sono pensate e costruite. Inoltre, Fan vedendo i Charter si rende conto di quanto siano belli provando uno strano e intenso senso di stupore:
In a word, it was beautiful. A bit unusual, yes, with the living and the shopping so fully integrated, but beautiful nonetheless.
She hadn’t been hoping for it to be any particular way but she hadn’t been expecting this. It almost made her feel nauseous, but it wasn’t illness so much as an upending awe, neither exactly good nor bad, a state of being she realized she had never
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experienced back in B-Mor, where routine is the method, and the reason, and the reward. (Lee 164)
La giovane riconosce di essere colpita profondamente perché il panorama che ha davanti è effettivamente inaspettato, non semplicemente per la bellezza dei dettagli ma soprattutto per l’elemento di variazione e originalità, di fronte alle quali ha quasi la nausea, percependo in maniera vivida il contrasto con la propria comunità, nella quale invece la routine è il metodo, la ragione e la ricompensa.
Per quanto esteticamente perfetti però, anche i Charter sono circondati da mura e gli abitanti sono costantemente monitorati da un sistema capillare di telecamere che implica, anche per loro, un rinnovato sistema spaziale di disciplina di tipo panottico-foucauldiano simile a quello delle facilities. Non solo quindi le classi meno abbienti ma anche a quelle privilegiate sono soggette a questo monitoraggio e la consapevolezza di essere osservati viene introiettata dagli individui che di conseguenza rettificano il proprio comportamento sapendo di essere controllati: le vite in entrambi gli insediamenti sembrano infatti molto tranquille, ma come abbiamo visto dalla trama, in qualche caso qualcuno riesce a sfuggire a tale controllo. Come ho già avuto modo di accennare, la sorveglianza così profondamente scandagliata da Foucault, è senz’altro un topos comune della distopia che conferma le tesi dello studioso francese anche per i secoli successivi a quelli da lui analizzati. Il primo riferimento della letteratura distopica è ovviamente Orwell ma anche di recente Atwood lo dispiega nel brillante e grottesco The Heart Goes Last (2015), così come è osservabile anche nella fantascienza nelle serie tv14 che in varie forme reintroduce questo tema e questa ossessione, riattualizzando
attraverso le nuove tecnologie non solo il tema della sicurezza e del controllo, ma anche l’eterno
14 La serie tv Black Mirror è un ricco campionario di ossessioni relative all’introduzione delle nuove tecnologie e
all’implementazione delle AI nelle nostre vite future. L’ossessione più esplorata in molte varianti dalla serie è senz’altro quella del controllo sulla propria vita e quelle degli altri, coadiuvata da una tecnologia accessibile a chiunque e spaventosamente pervasiva.
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dibattito dell’avvento delle macchine e della loro pervasività nelle nostre vite, unito all’ossessione di sapere, in ogni momento, cosa succede in un luogo (o cosa fa una persona) per noi geograficamente inaccessibile.
Un altro aspetto interessante è che gli abitanti dei Charter sono fisicamente differenti dalle popolazioni delle facilities. Essi sono infatti tendenzialmente più alti e più robusti di corporatura. Tuttavia, qui è possibile incontrare alcune persone dai tratti fisici diversi: sono ex abitanti degli stanziamenti più poveri che ora vivono qui grazie al test molto selettivo a cui si sottopongono da giovani - a sedici anni – per essere promossi, a vita, a essere cittadini e cittadine dei Charter a tutti gli effetti. Ma questi ultimi sono solo un’eccezione: il resto di loro è impiegato come manodopera per lavori più umili (babysitter, governanti) di quelli svolti dai ‘veri’ Charter, confermando una discriminazione socioeconomica e razziale simile a quella reale osservata da Harvey a Baltimora e che rinnova quel principio di omogeneità su cui, come abbiamo visto, si fondano le comunità recintate, mal disposte a ricevere abitanti ‘diversi’ (e se lo fanno è per mantenerli comunque marginalizzati).
Per quanto diversi tuttavia, facilities e Charter non sono completamente autonomi l’uno dall’altro in maniera assoluta: economicamente infatti, le due comunità sono intimamente legate. Si comprende presto infatti che i Charter, sebbene abbienti, dipendono per rifornirsi di cibo da colonie come B-Mor. Tale ripartizione dell’economia rende il rapporto tra gli insediamenti squilibrato e molto ambiguo: se le loro vite non si toccano effettivamente quasi mai e scorrono in sfere separate, in realtà sono comunicanti tra loro perché le popolazioni, sia per il sistema economico stabilito sia per l’abitudine che è stata maturata negli anni – con un’attenta manipolazione del tempo libero nelle facilities – risultano entrambe insostenibili se private l’una dell’altra.
Dunque, i Charter per sostenersi sono dipendenti dalle colonie lavoratrici, ma ci si assicura che anche le colonie dipendano dai Charter attraverso un’ideologia che, elevando la routine del lavoro a valore primario della comunità, fa credere alla popolazione più povera e sfruttata, di essere
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addirittura invidiata dai benestanti. In tal modo ciascuno è più che incoraggiato a rimanere al proprio posto, e i rapporti di potere si mantengono accuratamente invariati:
Most would agree that any rational person would leap at the chance of living here in B-Mor, given what it’s like out there, beyond the walls. In the open counties. And even those relative few who’ve secured a spot in the Charter villages might find certain aspects of life here enviable, though they would never definitely say so. (Lee 2)
Questo tipo di cultura viene introiettato dalle popolazioni degli stanziamenti più poveri senza resistenze e gli impedisce di concepire alternative, perfino contemplare di lavorare un’ora in meno, confermando la posizione privilegiata e incontrastata dei Charter, che oltre a una superiorità economica hanno anche vantaggi più significativi per tutto ciò che riguarda la salute e la ricerca medica per scongiurare malattie e invecchiamento. Vediamo ora invece più da vicino le counties, il panorama temuto ed ermeticamente lasciato fuori da entrambi gli insediamenti fin qui osservati.