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Segue: la violazione del diritto alla vita come possibile conseguenza di un grave inquinamento ambientale: il caso Oneryildiz contro Turchia.

Secondo Capitolo Il diritto all’ambiente quale diritto fondamentale europeo 2.1 La protezione dell’ambiente quale componente dei diritti individuali garantiti dalla

2.2. La protezione dell’ambiente nella giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo: dal caso Arrondelle contro Regno Unito al caso Guerra contro Italia.

2.2.3. Segue: la violazione del diritto alla vita come possibile conseguenza di un grave inquinamento ambientale: il caso Oneryildiz contro Turchia.

Nella maggior parte dei casi in cui ha ravvisato un violazione delle disposizioni della Convenzione a causa di fattori ambientali, la Corte ha, come si è detto, analizzato le relative denunce attraverso lo schema offerto dall’articolo 8 della Convenzione medesima.

Tuttavia, non sono mancati casi in cui, prendendo atto delle conseguenze disastrose che emergenze ambientali possono causare, i Giudici di Strasburgo abbiano, altresì, ritenuto che gravi fenomeni di inquinamento fossero potenzialmente idonei a concretare una violazione dell’articolo 2 della Convenzione, che, come noto, tutela il diritto alla vita. Dopo alcuni casi risalenti alla fine degli anni ’90, in cui la Corte dichiarò irricevibili i ricorsi proposti ai sensi dell’articolo 2 per le carenze probatorie nel dimostrare da parte dei ricorrenti la loro qualità di vittime delle lesioni denunciate,227 e nonostante il ripetuto diniego di qualificare fenomeni di pur massiccio degrado ambientale come violazioni dell’articolo 2228, di fronte ad un caso di particole impatto come quello denunciato del cittadino turco Oneryildiz, la Corte non potette esimersi dal ritenere consumata una violazione del diritto alla vita da parte della Turchia.

La vicenda trae origine da evento catastrofico verificatosi in un sobborgo di Istanbul, dove un’esplosione all’interno di una discarica non autorizzata e sprovvista di qualsiasi sistema di sicurezza, causò la morte di oltre venti persone che risiedevano in costruzioni di fortuna, ugualmente non autorizzate, in una zona limitrofa alla medesima discarica. Un familiare di alcune vittime, reputando insoddisfacenti i rimedi in concreto offerti dal sistema giudiziario turco per il giusto ristoro morale e materiale della perdita dei propri cari, si rivolse, per l’appunto, alla Corte di Strasburgo, ritenendo che la condotta delle autorità locali fosse sfociata in una violazione degli articoli 2 e 13 della Convenzione Europea per la Salvaguardia dei Diritti Umani e delle Libertà Fondamentali, nonché dell’articolo 1 del Primo Protocollo addizionale.

227 Casi Tauira ed altri contro Francia (Decisione della Commissione Europea dei Diritti Umani del 4 dicembre

1995), e L.C.B. contro Regno Unito. (Sentenza della Corte del 21 maggio1998).

228 Come avvenuto sia nel caso Guerra contro Italia, sia nel caso Fadeyeva contro Russia in cui la Corte ha

sistematicamente ricondotto denunce formulate originariamente ai sensi dell’articolo 2 della Convenzione nel seno delle ipotesi tutelate dall’articolo 8, con ciò confermando il proprio indirizzo di sussumere le denunce c.d. di tipo ambientale all’interno di tale cornice normativa.

La denuncia venne in prima istanza pressoché integralmente accolta dalla Corte e, successivamente, confermata dalla Grande Camera229.

Nello specifico, i Giudici ritennero che le autorità turche fossero responsabili di non avere tempestivamente ed adeguatamente preso misure legislative, amministrative ed informative idonee a mettere in sicurezza la discarica230 – la cui estrema pericolosità era ben nota alle autorità Ministeriali in quanto ripetutamente denunciata da altre emanazioni del governo locale – e, conseguenzialmente, colpevoli di non avere tutelato la vita e la proprietà delle persone che notoriamente risiedevano nei suoi pressi. Sotto altro profilo, la Corte sottolineò, come l’ambito di tutela accordata dall’articolo 2 si estenda anche agli aspetti c.d. procedurali, richiedendo la previsione, nei sistemi dei singoli Stati, di efficaci misure investigative e sanzionatorie di coloro individuati come responsabili dell’evento lesivo231; e la sufficienza di tali misure, precisò la Corte, deve essere valutata non solo in via teorica ma anche in concreto, avendo riguardo alla specifica situazione in esame232. Nella specie, infatti, pur ritrovandosi nella legislazione

229

Oneryildiz contro Turchia, Sentenza (Grande Camera) del 30 novembre 2004. La sentenza è massimata da E.

SESSA nell’annuario di giurisprudenza internazionale The Global Community. Yearbook of International Law and

Jurisprudence, cit., 2005, 5 (II), pagg. 1448 e ss. Del tutto speculare al caso Oneryildiz è il caso Taskin (application n.

46117/99, sentenza del 10 novembre 2004). La sentenza è stata oggetto della massimazione di A.VIGORITO nel

medesimo annuario in precedenza citato, 2005, 5, (II), pagg. 1416 e ss.

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Par. 89. “The positive obligation to take all appropriate steps to safeguard life for the purposes of Article 2 [...]

entails above all a primary duty on the State to put in place a legislative and administrative framework designed to provide effective deterrence against threats to the right to life”. Par. 101: “The Grand Chamber accordingly agrees

with the Chamber (see paragraph 79 of the Chamber judgment) that it was impossible for the administrative and municipal departments responsible for supervising and managing the tip not to have known of the risks inherent in methanogenesis or of the necessary preventive measures, particularly as there were specific regulations on the matter. Furthermore, the Court likewise regards it as established that various authorities were also aware of those risks, at least by 27 May 1991, when they were notified of the report of 7 May 1991. It follows that the Turkish authorities at several levels knew or ought to have known that there was a real and immediate risk to a number of persons living near the Ümraniye municipal rubbish tip. They consequently had a positive obligation under Article 2 of the Convention to take such preventive operational measures as were necessary and sufficient to protect those individuals”. Par. 108: [T]he Government have not shown that any measures were taken in the instant case to provide the inhabitants of the Ümraniye slums with information enabling them to assess the risks they might run as a result of the choices they had made. In any event, the Court considers that in the absence of more practical measures to avoid the risks to the lives of the inhabitants of the Ümraniye slums, even the fact of having respected the right to information would not have been sufficient to absolve the State of its responsibilities.

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Par. 94: “To sum up, the judicial system required by Article 2 must make provision for an independent and

impartial official investigation procedure that satisfies certain minimum standards as to effectiveness and is capable of ensuring that criminal penalties are applied where lives are lost as a result of a dangerous activity if and to the extent that this is justified by the findings of the investigation [...]. In such cases, the competent authorities must act with exemplary diligence and promptness and must of their own motion initiate investigations capable of, firstly, ascertaining the circumstances in which the incident took place and any shortcomings in the operation of the regulatory system and, secondly, identifying the State officials or authorities involved in whatever capacity in the chain of events in issue”.

232

Par. 96: “[T]he national courts should not under any circumstances be prepared to allow life-endangering offences to go unpunished. This is essential for maintaining public confidence and ensuring adherence to the rule of law and

turca appigli giuridici sufficienti a soddisfare le condizioni suesposte, esse non erano state in pratica poste in essere, tanto che nessun pubblico ufficiale fu ritenuto responsabile per la morti causate dall’esplosione nella discarica.

Inoltre, nel caso di specie venne riscontrata, come si è accennato, anche una violazione dell’articolo 13 della Convenzione, in quanto il successivo giudizio civile avviato dai familiari di alcune vittime, volto ad ottenere un ristoro economico, pur essendosi concluso dopo quasi quattro anni con il riconoscimento di un risibile indennizzo, non venne, di fatto, mai portato ad esecuzione, così rendendo del tutto inutili le azioni giudiziarie avviate233.

Il caso Oneyirldiz conferma la stretta interconnessione tra tutela della salute pubblica e tutela dell’ambiente ed è di particolare interesse in quanto, per la prima volta, estende all’articolo 2 buona parte delle costruzioni interpretative sviluppate dai Giudici di Strasburgo in relazione al contenuto dell’articolo 8. Esso, infatti, non solo sancisce anche a livello formale la già diffusamente teorizzata idoneità dei fenomeni di grave inquinamento di incidere sulla vita dei singoli, ma, altresì, ricomprende nel novero degli obblighi positivi richiesti alle autorità statali per la soddisfacente protezione imposta dall’articolo 2, anche i doveri di adottare sistemi di puntuale e chiara informazione al pubblico in merito alla presenza di un’attività potenzialemente capace di arrecare gravi rischi all’ambiente ed alla salute umana234.

for preventing any appearance of tolerance of or collusion in unlawful acts [...]. The Court’s task therefore consists in reviewing whether and to what extent the courts, in reaching their conclusion, may be deemed to have submitted the case to the careful scrutiny required by Article 2 of the Convention, so that the deterrent effect of the judicial system in place and the significance of the role it is required to play in preventing violations of the right to life are not undermined.” Par. 117: “[I]t cannot be said that the manner in which the Turkish criminal justice system operated in response to the tragedy secured the full accountability of State officials or authorities for their role in it and the effective implementation of provisions of domestic law guaranteeing respect for the right to life, in particular the deterrent function of the criminal law.

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Par. 152: “[T]he Grand Chamber [...] considers it decisive that the damages awarded to the applicant – solely in respect of the non-pecuniary damage resulting from the loss of his close relatives – have never in fact been paid to him. [...] It has not been explained to the Court’s satisfaction why the award has not been paid. It considers that the applicant cannot be reproached for not having taken personal steps to enforce the award, given the time taken by the administrative court to decide his compensation claim and the fact that the amount awarded for non-pecuniary damage was not even subject to default interest. The timely payment of a final award of compensation for anguish suffered must be considered an essential element of a remedy under Article 13 for a bereaved spouse and parent”.

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Par. 62: “Where such dangerous activities are concerned, public access to clear and full information is viewed as a basic human right; for example, the above-mentioned Resolution 1087 (1996) makes clear that this right must not be taken to be limited to the risks associated with the use of nuclear energy in the civil sector”; Par. 90: “[E]mphasis should be placed on the public’s right to information, as established in the case-law of the Convention institutions. The Grand Chamber agrees with the Chamber [...] that this right, which has already been recognised under Article 8 may also, in principle, be relied on for the protection of the right to life, particularly as this interpretation is supported by current developments in European standards”

2.2.4. Segue: il diritto ad un ambiente salubre come proiezione del diritto alla vita

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