CAPITOLO 2. DIGITAL STORYTELLING E SPECIFICITÀ DELLA NARRAZIONE
2.3 Wiki e Web Video
Con l’obiettivo di esemplificare le istanze di digital storytelling generate dalle potenzialità del Web
2.0 in maniera efficiente – e soprattutto funzionale allo studio dell’environmental storytelling e degli
76 Bryan Alexander, The New Digital Storytelling. Creating Narratives with New Media, cit., pp. 31-32
77 Ton Zijlstra, “Social Software Works in Triangles,” Interdependent Thoughts, 5 Luglio 2006, https://www.zylstra.org/blog/2006/07/social_software/ (ultima consultazione: 15 Ottobre 2019)
78 Jyri Engeström, “Why Some Social Network Services Work and Others Don’t – Or: The Case for Object-Centered Sociality,” Zengestrom, 13 Aprile 2005, http://www.zengestrom.com/blog/2005/04/why-some-social-network-services-work-and-others-dont-or-the-case-for-object-centered-sociality.html (ultima consultazione: 15 Ottobre 2019)
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elementi che lo compongono proposto in questa ricerca –, sarà necessario illustrare un paio di casi specifici. Più precisamente, si tratta di due forme di digital storytelling che, in questo capitolo, verranno esaminate nella loro dimensione più generica, in quanto successivamente saranno analizzate nella loro declinazione più marcatamente videoludica. In questo modo si intende offrire una visione d’insieme dei due fenomeni capace di mettere a disposizione degli strumenti critico-analitici utili all’approfondimento operato nelle sezioni dedicate. Le due tipologie di digital storytelling proprie del
Web 2.0 a cui si fa riferimento sono i Wiki e Web Video. Innanzitutto, prima di prendere in esame i
singoli casi, sarà utile dare una definizione di entrambi i fenomeni, in modo tale da circoscrivere i campi di indagine e contestualmente farne emergere le specificità.
I wiki sono siti web che permettono agli utenti di creare e modificare in maniera collaborativa i contenuti presenti nelle pagine di cui si compongono direttamente dal browser web attraverso un
editor di testo online. Molto banalmente, per fare un esempio, si può citare il caso più celebre presente
in rete, ovvero quello dell’enciclopedia online Wikipedia. Si tratta dunque di un sistema collaborativo di costruzione e condivisione dell’informazione. I wiki rappresentano una delle forme più popolari e diffuse di social network. Ciò è dovuto a diversi fattori, tra i quali la semplicità delle operazioni di creazione e modifica dei contenuti, la relativamente bassa capacità di calcolo richiesta per la loro produzione, in quanto testo e immagini richiedono meno memoria rispetto ad altre applicazioni web che magari fanno uso estensivo di video e audio, e infine la rapidità di upload delle risorse generate. Quando si parla di wiki ci si riferisce dunque ad una delle forme di Web 2.0 più immediate, accessibili e collaborative esistenti.
I Web Video sono, invece, tutte quelle produzioni video che vengono distribuite in rete e che spesso sono caricate, condivise o riprodotte in live stream su piattaforme dedicate denominate Video Hosting
Services. Tra le più famose di queste si ricorda naturalmente il gigante del web YouTube. I Web Video
rappresentano una tipologia di contenuto web più complessa da produrre, se non altro per la necessità di utilizzare dispositivi per la ripresa delle immagini e software per il montaggio e la post-produzione audiovisiva, senza dimenticare anche la quantità di dati da cui il video e l’audio sono composti e dunque la conseguente necessità di strumenti adatti al processing di tale mole di informazioni. La democratizzazione e l’accessibilità degli strumenti per la produzione di Web Video ha però permesso anche agli utenti meno esperti di poter creare e caricare online i propri contenuti, come dimostrano i numeri in crescita esponenziale riferiti alla quantità di video caricati su YouTube giornalmente e al contatore delle visualizzazioni totali ricevute nello stesso intervallo di tempo.79
79 Si veda la sezione di YouTube dedicata ai numeri e alle statistiche del consumo e della produzione video disponibile all’indirizzo https://www.youtube.com/intl/en-GB/yt/about/press/ (ultima consultazione: 15 Ottobre 2019)
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Un’analisi più dettagliata di ognuna di queste due istanze sarà utile a rivelarne le potenziali strategie di messa in racconto e le modalità fruitive ad esse associabili. In questo senso si comincerà proprio dai Wiki. Per fissare un quadro più preciso riguardo le componenti cardinali dei wiki sulla base di quanto già accennato, si farà riferimento a quanto teorizzato dall’inventore del primo wiki mai esistita Ward Cunningham in collaborazione con Bo Leuf. I due, infatti, sostengono che tali caratteristiche fondanti si possono riassumere essenzialmente in tre punti, adottando come criterio guida l’esperienza dell’utente nell’utilizzo di questa forma di applicazione web:
At the functional level, which is what the user sees, the essence of Wiki can be summarized by these statements. • A wiki invites all users to edit any page or to create new pages within the wiki Web site, using only a plain-vanilla Web browser without any extra add-ons.
• Wiki promotes meaningful topic associations between different pages by making page link creation almost intuitively easy and by showing whether an intended target page exists or not.
• A wiki is not a carefully crafted site for casual visitors. Instead, it seeks to involve the visitor in an ongoing process of creation and collaboration that constantly changes the Web site landscape.80
Questi tre livelli secondo cui operano i wiki non sono però delle semplici prescrizioni di carattere tecnico e funzionale, ma si inseriscono in un contesto più ampio di creazione dei contenuti e di costruzione dell’informazione di carattere specificatamente partecipativo. A riguardo, infatti, si possono riconoscere due concetti chiave che guidano l’esperienza dell’utente e che in qualche modo assottigliano e sfumano i confini che si instaurano tra chi produce i contenuti dei wiki e chi ne fruisce. Come puntualizzano ancora Leuf e Cunningham:
Wiki is a lot about a collaboration space, albeit an unusual one because of its total freedom, ease of access and use, simple and uniform navigational conventions, and apparent lack of formal structure. Wiki is also a way to organize and cross-link knowledge, perhaps its main purpose for the single-user wiki. Wiki is inherently democratic—every user has exactly the same capabilities as any other user. It allows Web collaboration without dealing with accounts and passwords. Although on the surface this may seem an extremely risky way of managing modifiable data, experience shows that in fact little damage is done to wiki content even in the absence of security mechanisms. Users do not need any knowledge of underlying mechanisms or storage models in a given wiki; they need only deal with their own browser.81
Collaborazione e democraticità, in ultima analisi, sono le colonne portanti del sistema sulla base del quale si organizzano i meccanismi di funzionamento dei wiki. Non per questo, d’altro canto, questi due concetti sono considerabili privi di complessità intrinseche. Infatti, i quesiti connessi all’atto di 80 Bo Leuf, Ward Cunningham, The Wiki Way. Quick Collaboration on the Web, Addison-Wesley, Boston 2001, p. 16
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problematizzazione che consiste nel determinare cosa si intende per scrittura collaborativa e in che modo essa concretamente si realizza rivelano prassi e strategie di utilizzo dei wiki del tutto uniche, e di conseguenza non generalizzabili. In linea con questa considerazione, sarà utile comprendere in cosa consiste il principio di collaborazione per come è inteso sulla base delle dinamiche di produzione dei contenuti di un wiki. Infatti,
The potential of wikis for a digital writing culture […] lies less in the acceleration of processes and more in the increase of the degree of reflection on that which is written. Consolidating, seizing and understanding other thoughts, re-organizing, comprehending and processing are considerable and laborious intellectual achievements. And we can see in several wiki projects that they fail as true wiki projects precisely due to those demands, because for a variety of reasons there is suddenly “not enough time;” because wiki projects are not about posting text underneath other text, but rather enhancing the existing text, editing and consolidating it. The introduction of a wiki is always an exciting process, because thought structures are broken open and collective learning processes set into motion. Wikis can contribute to collaborative and open relationships, but again and again, experience proves that collaborative writing and organizing with wikis must first be learned.82
L’atto collaborativo che guida la produzione di contenuti per i wiki non è dunque un qualcosa di dato, così come le competenze su cui si fonda non possono essere considerate in assoluto preesistenti. Esso piuttosto è frutto di un processo di apprendimento e di una serie di operazioni di ricerca, i quali non si devono realizzare in una scrittura di carattere cumulativo, che in definitiva si rivelerebbe inefficace se misurata intorno alle finalità dei wiki. Al contrario, è opportuno che la creazione e la modifica di contenuti per i wiki si regoli secondo i principi del consolidamento delle informazioni e sul potenziamento delle strutture nelle quali queste sono inserite.
Illustrati i tratti distintivi dei wiki e problematizzati i presupposti sui quali si fondano, il discorso su di essi prevede inevitabilmente uno spostamento dell’attenzione sulle modalità in cui il digital
storytelling può essere declinato al loro interno. Esistono differenti approcci all’applicazione di pratiche di storytelling attraverso gli strumenti messi a disposizione dai wiki. Tali approcci si possono categorizzare secondo il livello di complessità dei contenuti prodotti e in base a quanto articolate siano le prassi di sfruttamento delle funzioni dell’applicazione web in questione.
In primo luogo, infatti, gli autori possono collaborare alla creazione di contenuti semplicemente attraverso l’utilizzo della funzione di hosting dei documenti. Questa forma di scrittura collaborativa prevede un’elementare turnazione tra i diversi utenti nelle operazioni di modifica, cancellazione o aggiunta di contenuti, e può avvenire in risposta alle sollecitazioni indirettamente provocate da altre
82 Anja Ebersbach, Markus Glaser, Richard Heigl, Alexander Warta, Wiki. Web Collaboration (2nd edition), Springer, Berlino 2008, p. 438
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produzioni mediali, che in tal caso si configurano come l’oggetto intorno al quale si costruiscono le relazioni sociali che danno vita a questi fenomeni partecipativi di storytelling.
In secondo luogo, i wiki possono essere utilizzati come contenitore per storie “round-robin”. Il “round-robin” è un sistema secondo cui un autore scrive una parte della storia per poi cedere il proprio turno, in maniera irreversibile, ad un altro creatore (che riceverà l’URL della pagina wiki in cui sono caricati i contenuti), il quale a sua volta ha come compito quello di proseguire nella scrittura senza però poter tornare indietro, per poi continuare questo processo di passaggio di consegne a beneficio di un altro utente. Questa particolare tipologia di digital storytelling, oltre ad evidenziare la natura sociale delle narrazioni digitali e in qualche modo a preparare l’utente alla prospettiva che ciò che produce e carica online potrebbe non essere sempre sotto il suo controllo, genera una serie di interessanti effetti. Esso, infatti, non solo favorisce la creazione di relazioni tra utenti, ma alimenta la creatività e contestualmente dà vita a forme di competizione che risultano in narrazioni sperimentali e innovative al tempo stesso.
In ultimo luogo, i wiki possono produrre una specifica forma di digital storytelling nel momento in cui vengono poste in un rapporto dialogico una determinata pagina wiki e la pagina supplementare di discussione che si accompagna ad ogni pagina di contenuto. Confrontando le due, cioè quella del contenuto e quella della discussione intorno alle modifiche subite nel tempo dalla prima, si producono due storie parallele, che in qualche modo si rispondono e che, appunto, dialogano l’una con l’altra. Le strategie di racconto che soggiacciono digital storytelling per mezzo dei “dual wiki” si possono assimilare a quelle che emergono quando alla visione di un film si accompagna il commento di uno dei suoi creatori.83
Una volta descritti i tratti distintivi e le applicazioni di digital storytelling dei wiki, appare logico passare all’indagine dei meccanismi di funzionamento e delle potenzialità narrative dell’altra dimensione del Web 2.0 presa in esame, cioè i Web Video. Piuttosto che concentrarsi sulla natura dei prodotti video stessi, però, sarà più utile comprendere come essi vengono distribuiti online. In questo senso, la successiva analisi si concentrerà sulle piattaforme di video hosting presenti in rete, con l’obiettivo di rivelarne i caratteri tipici e le strategie secondo le quali operano, tenendo innanzitutto presente che esse influenzano pesantemente le scelte estetiche e contenutistiche che stanno alla base della realizzazione dei video caricati sul web. Questa proposta metodologica è dovuta in sostanza a due motivazioni: in prima battuta, si è ritenuto non necessario ai fini della ricerca offrire una categorizzazione delle varietà di Web Video nello specifico, in quanto le complessità che si accompagnano ad esse richiederebbero una problematizzazione e una sistematizzazione che non
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aggiungerebbe strumenti epistemici funzionali allo studio dell’environmental storytelling, rivelandosi in definitiva non utile alla comprensione della particolare declinazione videoludica dei video online a cui si è interessati, cioè i ludographic essay, e di cui si tratterà successivamente nel capitolo dedicato. In seconda battuta, si è indentificato nel ruolo delle piattaforme di video hosting un agente determinante e soprattutto orientante nelle attività di produzione dei contenuti degli utenti che ne fanno uso, premessa naturalmente l’accessibilità ai dispositivi utili alla creazione dei video da caricare
online di cui si è accennato poco sopra e la tipologia stessa di piattaforma di condivisione.
Detto ciò, rimane comunque opportuno dare una definizione più strutturata del fenomeno, la quale sia capace di determinare a grandi linee una distinzione di carattere tecnico tra i Web Video e le altre forme di contenuto audiovisivo digitale. Le caratteristiche principali dei Web Video si possono infatti riassumere nei seguenti punti:
• Discrete content elements, ranging from clips lasting a handful of seconds to full-length movies • Millions of content offerings
• Widely varying content formats, including dozens of different types of video compression, rights management technologies, and image resolutions
• Delivered over the public Internet
• Viewed on PCs via software, on portable video players, or on televisions by means of network adapters84
Sulla base di queste osservazioni, spostare lo sguardo sui servizi in rete di video hosting è un passaggio intuitivo e immediato. Come e cosa viene visto online è infatti il risultato di un processo di condizionamento indotto dalle piattaforme di condivisione stesse, le quali concentrano al loro interno specifiche tipologie di video. In questo caso particolare, ci si occuperà di due tra i più grandi portali web per la visualizzazione e la produzione (amatoriale o professionale) di video: YouTube e Twitch. Mentre il primo può essere definito come un servizio di condivisione a carattere generalista, che accoglie al suo interno una varietà di tipologie di video dai contenuti più disparati, il secondo è più focalizzato sulla produzione e diffusione di video a carattere principalmente videoludico, benché non manchino altri tipi di contenuto non direttamente connessi alla dimensione del videogioco. È opportuno comunque segnalare come non manchino i casi di video hosting services più mirati e dedicati a specifiche tipologie di prodotti audiovisivi (come l’animazione, ad esempio), e, al tempo stesso, evidenziare che la scelta dei casi da analizzare sia figlia di una visione prettamente occidentale, poiché si possono rintracciare esempi altrettanto interessanti e validi ai fini di questa ricerca anche
84 Wes Simpson, Video over IP: IPTV, Internet Video, H.264, P2P, Web TV, and Streaming. A Complete Guide to
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nelle piattaforme di condivisione orientali, specificatamente quelle attualmente in uso in Cina e in Giappone85. Prendere in esame YouTube e Twitch per verificare le potenzialità dei contenuti in esse caricati dal punto di vista del digital storytelling significa riconoscere innanzitutto due proprietà distinte dei Web Video, ovvero quella della relazione temporale tra produzione e fruizione. Per essere più precisi, i video caricati su queste piattaforme possono prevedere un tipo di fruizione sincronica o asincronica. In altre parole, da una parte si possono avere video che prima vengono caricati online e poi rimangono riproducibili dall’utente in ogni momento successivo e altri che invece vengono visualizzati in diretta, per poi essere archiviati e disponibili alla visione come nel caso precedente. Più semplicemente, si parla di video preregistrati in opposizione a video in live streaming. La scelta di illustrare i casi di YouTube e di Twitch nasce proprio da questa doppia natura dei Web Video: sebbene le due piattaforme di video hosting accolgano al loro interno entrambe le tipologie di produzione, e dunque non prevedano una sorta di esclusività nelle modalità di fruizione garantite, è certo che YouTube fondi la sua proposta sulla diffusione di video preregistrati, mentre Twitch basi il suo recente successo sui contenuti in live stream. Comunque, nonostante le differenze superficiali, entrambi i servizi di condivisione si configurano, se indagati non tanto come oggetti mediali quanto come strumenti tecnologici, come dei database.86 Di seguito si analizzeranno i due casi singolarmente, tenendo presente che l’obiettivo di questo esame non è quello di restituire nello specifico le complessità secondo cui si articolano i due servizi, ma piuttosto consiste nel far emergere quelle proprietà delle piattaforme di video hosting in questione che custodiscono il potenziale per la realizzazione di narrazioni digitali. Cominciando dall’esempio di YouTube, si può, infatti, osservare prima di tutto come esso sia
a particularly unstable object of study, marked by dynamic change (both in terms of videos and organization), a diversity of content (which moves with a different rhythm to television but likewise flows through, and often disappears from, the service), and a similar quotidian frequency, or ‘everydayness.’ It is further complicated by its double function as both a ‘top-down’ platform for the distribution of popular culture and a ‘bottom-up’ platform for vernacular creativity. It is variously understood as a distribution platform that can make the products of commercial media widely popular, challenging the promotional reach the mass media is accustomed to monopolizing, while at the same time a platform for user-created content where challenges to commercial popular culture might emerge, be they user-created news services, or generic forms such as vlogging – which might in turn be appropriated and exploited by the traditional media industry.87
85 Come, ad esempio, la cinese BiliBili e la giapponese NicoNico
86 Per un approfondimento di carattere tecnico sulla natura e le funzionalità dei database video, si rimanda a Borko Furht, Oge Marques (a cura di), Handbook of Video Databases. Design and Applications, CRC Press, Boca Raton 2003
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In altre parole, è molto difficile inquadrare YouTube in senso univoco quando si prendono in considerazione i prodotti audiovisivi caricati al suo interno, in quanto produzioni grassroots e contenuti mainstream si alternano e in qualche modo si fondono in forme ibride del tutto nuove e in linea con le specificità derivanti dalle caratteristiche infrastrutturali tipiche della piattaforma di video
hosting. Si può però notare come questi video, qualsiasi sia la loro provenienza e qualsiasi sia il loro
livello qualitativo e di articolazione interna dei contenuti, siano capaci di costruirsi sulla base di molteplici approcci che, nonostante la loro natura opposta, si possono riscontrare contemporaneamente in una stessa occorrenza. Le strategie di rappresentazione e narrazione, infatti, possono essere sia ludiche che riflessive, possono contenere istanze educative ed elementi partecipativi, spaziano dal design creativo alla programmazione informatica, dallo storytelling al gioco di ruolo, rimanendo in un costante equilibrio tra singolarità e ripetizione.88 In questo senso, l’offerta video di YouTube è talmente vasta ed eterogenea da permettere la distribuzione di contenuti dai mezzi espressivi e dalle finalità comunicative estremamente diversificati. Ma questa varietà non significa mancanza di focalizzazione: la struttura della piattaforma è pensata in modo che determinati prodotti siano messi in relazione con altri sulla base di algoritmi che identificano, confrontano e collegano forme e contenuti delle opere audiovisive caricate. L’infrastruttura fondata su canali,