LETTIONI DI
GIROLAMO
FRASSIANI DETTO
L'OZIOSO. DA ESSO
LETTE...
Girolamo Frassiani
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l
i7
«•fèo- S*»
fLETTlONI
| DI GIROLAMO
FRASSlANl DETTO L'OZIOSO.
^DJt ESSO LETTE *(ELL' JtQCJ.DEMlA
<gi deg/j Spenfierati•
Nel
PrincipatodelSignor
CaualicrVincendo
Panciacichi.$ I IN FIRENZE, Con
licenzade'Superiori.
^ Ad
iltanza diSimoneGrenier,&
Iacopo Fabenicomp
j£«•$
«0$è^ «SS«»
w
:
AL MOLTO
ILLVSTRE SIGNORE
£ PADRON MIO i
OSSERVANDISSIMO
//
Signor Francefco Z/ints.
A Somma humanicà
diV.
S.Molto
Illuftrcor nata fi dalle nobiMlì-mc
do|idell'ingegno-come
ancora dal concinouo
eflcrcttio d'infti- tuireragunanze
dilet tcrati,eprotcferegl'huominirari nelle fetenze, òdefiofi delle virtù> lafannoinmaniera
taleriguardcuolcapprettò a tuttitchelafua
Accademia
degli Spenfierati Illuftratadallachiarezza
de
fuoinobi liffimicomponimenti,
e dimoltialtriin gcgnofiflimi fpirìti s'èfparfa perruttaa
* ri-fluii
a,e?ermofte
prouinei-forefH^re, C vi dig.omo
i; g;ono
rutuctx-o più ic gnaticiaccrefctmtnn
co'lmc?zbdd
va*10 edi V. S
Peto
tflendqfìeilacompia-
ciuta di f*rnru
annoueràre ncl-numcro deluoi
doccifli i}i v/^adenik»,& hauen- do *£
;kvtf$*quefte
)5rimoobNgò
infi- niteadirecprcehe, rr'ha m*tfQncceflitifchc/o
((e vo cua tuqgireti vitiodell'in- gratitudine) dotiefl* dichiararm-lc con qualche fegno
4
q
jcil'Aff rciorìacns Ser#u
irj&c.Qh
r (onodel le^ue.cccc1tenei vir~tù,egcntthftìmequalitàe
non bauendo*
jniUFQrCuna.
Scilmo fcar»ingegro
cc>;k
educo
di [O
ero
fareconforme
al ffiom
ico/& aiU ava
volontà, penfai dillu^pnrk almn O
;! interno affetto inqualche
parte,confregiare<delfuoviituoÉflim.^
chiaronome Jus
diftorfimora
11latti
Ja me
nclj'Accadcmia degliSpen
ficratifocaiiPrincipato del
Mo
to lllu-ftreSig.CaualicrVincrrz
o
Panciatichr.E
fébene qaeftami* nfolutionemi
fapiù teflpeafarcin cmouo
obligo,che m'ai- legcrifca del paflato,riceuendolemie co
(t
da qucfUmedkfima,
dedicatone,luce,&aUCCorua;
rurepcrchcsò, ch'ellas'apg*1
ga
dellosfofVodettammo, Po mer o che
dell'effetto,
hò
voluto tanto p ù vo enticri farlo,
quanto
giudico,che queftofiacf ficaciflìmomezzo
a poterciò palcfarc.Rtceua
V. S.M.
Illuftre queftemie
roz- tefatiche,da
mecopipolfc,non con
animo
difargliveder liKetmafo
jmere
per concorrereanch oi
parte del vir;uoa
efercinodell'
Accadami
\: efemai lamia
auuerfa fortunami
concederà dipoterre fpirarc,ediviuerei*jotioq
iato,m'inge gnerò
tirarcifiiealtrio
difeorfi quali perhora
fattoitatida me
lolamcntcdi*groflaii, epiglerò (kurc^di niiouodi far gli vlc re
fòro
rifuo nome
.Dio Noftra
Signore conce ita mcrfinedifodisfarealmiodefidcr o
>&
aogn
fui meritatagrandezza
ved honore
.
Di
Fircnzé. li 29. diSettembre*Di V.S. Molto
IllulhcAftettionatifs.Sèruirort
Girolamo
Frafliani.A
}LET.
LETTIONE
DI G IROL AMO
FRASSI ANI SOPR.4 L'OZIO.
Ci)
f(
^
fiwnfiv
itijfanno con-trailoagl'amatoridellevir- tùDignifsimoVrincipe,vir- tuoftfsimiisfccadcmici,Gen tiUflimi Signori, ncfiunoye ne
biche maggiormente
ofeuriladiuiniU
della
menu
nojlra,&fiadellefetente più nemico,che l'Odio,ilqualecori lafuaodio-laquietepenetrandofin dentroalle nofìre pitVmterne,&incorruttibili potente,len- tamente
và confumando qué
prettofi tefo- ri,chepereffere(comeè ildettodiBiante,5552* *
li°«*tt ) follmente dureuoU,&
7
immortali,furono tàgunatidalle nobilifa- er»*n*l
fichenellapiùripofia,
&
ficuri partedeiJjj^£
l'anima. Tcrciò contra queflo auuerfario
d^où.
chediflrugge
&le
cofe%&
iltempo
diuorrator dellecofe,&le
faenze
chefuperanoil
tempo
,furono conmaturoconfigliointre dotteanticamentedalla Grecia,alnofin
fecole deliItaliacon
fomma
loderinonate9&
daquefiafioritifiimaCittà condolcinu
trimentidigloria accrefciute,ledotte
*At
eademie:acciotheineffequaftintantipre fidijdeWarte liberali fortificatifiivirtuoji loteneffero da' loro pettilontano.Co
fifri non poche chiarifiime Fiorentinei^Acca*demie%la nofiradegliSpenfieratifingendo nell'eterna
fembian^a
di contraffegnarfi conlemedejimediuifedell'Olio,congene*
rofoinganno
fimUeà
queldiCorebo(daVir Nel fecoa gUio,nella rouinadiTroiadeferitto) cerca dodell'-àtuttopoteredimetterloin
fuga
daqueSìo^d.
letteraiifiimoluogo,
&
adeffoche neyen*
.Xeno
igrancaldi dellaState,moltopiàdel l'Qtio miniftri chedellelettere,è(iatoco-\mandato
dal nofiroDegniffmio Vrincipeime
iOtiofo, che fenoncolvalore,almeno
conlamentitaapparenza
delnome
,tnuo-ua
contraejfo.^dunque
hogginobilifimi
A 4
Signori*,1 ic\l
Signor',
itWo
caricofaréimma
diH*ft
•tèra*»fMè#ìfiimà inutntknodd^
a?$$eWì**
'&Wp6i'dfraccontareicbia+P fregi dell'Orio virtuofo;ilcbemìporger*
ó'ccupone di -penimi acttnnandobrneifji-
mamnìfe
ilmio nome &
l'imprtfa.Q»<£n-ttdiuèrfigradinelleJ{epublicbedegl>bho minifiritrovano,tutti,ò catìiui. òbtttoit, cheftano di connnune confentimento afri*
ranoà qualcheperfettione inqutl genere, nelquale
bramano
eccellenza\&
lode.ti.perchenell'inaparticolare, òpublica condì ttone>èjùtofivedefra noi cheperfe mede- fimo, non fiatntrinfeco nemiio dell'Otio:
nejfunapolentanell'anima .che nons'arai
mi
cantradilui ntfj'unohabito,chenoncef
'
chidiflruggerlo:imperocheejfoimpedifee
dneWoper
ottoni per locuime^o
s'arriua alfineprefijfo:Coti non folamente levir- tù,ma
ancoratuttiivittitendonoàdeter-minatofine
\&
inchinanolepotentenoftre
à
quelfalfvbene, iheloro propóneU
cieco,ejorto conofcimento•
Quindi
l'auarOper ottenerelemal conofeiutericche^e
,non
pure faggeta quiete,ma
difcacctadaeia- YcunafuapmclQMiW neWintcllmo
por-*
iU
ta
ilfolhdtòpenftcro d'arrìc chire;ncllavo
lohtàthirrifce continuamente liufattiabi-l&ùì^rd
'ujiadinuouoargento; nellame*
moriafatta per Erariodella mente viton-
fava
conlafifla ricordatilaicaduchiberli ètti*fortuna&
nelcorpofofliene l'afiidue fatiche.&.
ilunghi viaggi per arriuare ((tolto)lefugitinefieran^e: l'ambinofo*Ierifiè inguifariuoltoco'penfieriali9ho- nòr
Paniche
nefftitiacofa trahfcta inten- tata n(ffnn,n*uaglio fcbiua.ogni turaiì^
ma
leggiera9 ogni ftìuitk abbraccia pet condurti
vna
volta alporto de conceputì iiftgni.U
medcflmainduttionepotreteda pervoi ti,aieinnanzi nellintemperato, ncll 'iracondo , nel Ubtdinojo,&
in que-gl'altri tutti.
Ch'anno
poftorc!fangoOgnì
lorcura* .
Dì
maniera, chefe bene ogni vitto
hi
per contraria qualche virtù ,Hult*dÌme-mìOtio
non pure è crudelifiimo nemico di tutte le virtù infume,ma
ancorarti*mede
fimiviiij^iquali.uonfteurano inque- llo particolare gettarfi dallapartedellevir tu,t«HiQIwo
cvht*»tu
pu)thevniùinfH'•
,
A
"me
>\
IO
me
inlega con effe.roltinotarme cifroqui
ftfl
commnne
auuerforio>ilqualetuttiegual nhentedifloglie ài poter confeguireilfine defuto.Ho
dettopoco,èfiborrendo que- Rofyiàcenale moflro, ch'egliènemico
afe medefimo, s'abborrifee,&
diftrugge,itn- pèrochequantunque
t ftalOtiofttjfo,nonèperòin
modo
alcunootiofo,mà
operatcagionaeffettinondijfimili allafua brut*
Wfja
;auuengache
l'impudico {pintoreÈ fecondo ilte/limonio, chenedà
ilvoflrogentil foet'4.
E'
nacque d'O
(io,&
diLafciaiahu
maria*£f timore
ancor' egli\ ficome
dijfeil fo CMacfirodeliarteamorofa*Hi
inodio
gfinfingardu
Tantoché
jc'beneeglièlo jleffoAmtre%
ktni cffentialmente ripugna
U
di/ama*re ; nulladimeno fà violenta à $è
mede-
fimo ,
& abboni f
ce l'Otio ; che pure hfro padret
perhauerda
lui riceuuto*»-
ejfcretantoindegnotevitupercuole,
ijMm-
tifi
vede
• che labrutte^*
del (OtjQèfi manifefia, è [coperta , che potendo ognimale
farft bello , egratiofo co'lricopnrfi dell'apparenzadiqualchefalseggiato be- nefitvoletevtile, ò diletteuoletod bonetto eglifolamente pare chenon fappiaritroua relifeioverunodivagherà
, che battìi
iolorire tanta deformità , ò almenonojfc% fiadaglbabitimali fuggito*
&
dafeme-
defimo
>&
dallafuaprole yeffoappena può
ricetterei'apparenti delbenevtile, emen- dolo ttarfiitantoinfecondo che non ha per ancora nondico arricchitone^runo de'fuoi
feguacimà
benfipriuatolo degliornamen
ti dell'animo, delledoti delcorpo,de' beni dellaFortunc^ffo non ppòfurfi vedere con afpettodilèitcuole, togliendocicolfuono- iofo tedioildolcediletto tìiqùal
\oi
opera-tione,
òcon
l'operare s'acquiJU'><JJo final-mente
nonpuò
comparire adorno dellaSan
tiffimafacciadellbonettiypereffer'oppotto perdiametra àsìborreuole bene,
&
diui-no Dulie qualicofepotreteageuolmcnte raccorre,che non
pub
albergare Otio inquel luogo,oueriluce pur'vnxminima
[cincillàdicognizione conl'aiuto dellaquale pojfa ejferveduto. imperoche uon
hauendo
eglifaccia
it
faicèMtìàndio
apparente diveruno
ti,rcYibnttatodatuttele
c^Tlcquaìingnoof
juno appitirefencn
ilbene.òdalovemede-*finiteda chi
ìegouema
conofciuto&
Ciò eglinon
può
in altromodo
occupate ilcum
rebimano ft
nonaddormentando
co'lfiotetatgotepotérnecog nofcitiue conl'ef ftreitiodellequali uerrebbela
ftd
brutte^vaà(cuoprìrft
&
con<jncQottoe/ioapren- dosilaftrada à penetrar dentro all'ànima*
didimo)a insino *chelcono
f
cimento òal-*tà operatione non loconftrujga à dipar- tirsi;nellaqnalcoja libtramentèp<
flumv.
fon
f
[fare , thè le [oftanve inragioncuoli vantaggino Ihu otno perchecjfcndo elleno, /corte da non errante intelUgèn a»& da
occhiosichiaro chedatenebraverunavoti'
può
ejìeruelato òda naturaleift'rntogui- date nomai
s;lafciànoingannardall'otto, l'aniiuegronoilofntg.$M,'&
sidanno
da.file multo piùdell
Huomo
.tlij'iale sè da*'P'ttagòràfU(limato jantjjiimofratièttigi'
animalinon peraltro [enon perche hebbe dai\fomnrofattor eìe
mani
chefoni{iromì
-
lode%liUromcnti\
sidtiU
nutrir*.'come
Sì
dell'arte,
&
geroglifico dell'operare; per la mrdt fima cagione non mettendoleegli in vfo\ fipub conmaggior fondanew
rapi- re eh è
fa
ignorata JJiwo "t<Ht><g^tbc.gfa\animali
9 V.l'altre creature c'anàii^no diftgra n lunga. nel
fugg
ir l'otto.chepar^
come
s effetuttifofferomani
come.ifpU^
còilditiiìiiflìtno
Omero
nel Solequaud^
lo
chiamò
LtntimaìiO perdarci adinrtafp derc.chequeflogranpianetanon bruendo dallamadre
natura ottenutelemani
, tat~tauia percontinuamenteaffaticarsifiva~
lenadeglifplendidi
fimi
raggiin y>c<:edi qutlley& ancodelmoto &
digi'ihpnfthA
nonfen^a vergognadell
huomo
) cheeffpn^ione Hatoarricchito lelajiiast otiofc,chc
fà
perderloro&
lanobiltà&lvfo
%&
perdircosi l'efien^adiH*unitoti.
Et
the tutto qaefiosia in fatti vei>J]ìmo >t! per-vaderete
piùfacilmentedando conlamen
teun'occhiata aqktjia ordinatifiin^a
gran macchina
dell'vmucrjo > ùiw nuli*, trouerretedaipiùalto< al più baffoJ\
cr^
denda theje nestiainotio,
e
? fvìèT^aope- rare UjraWQltó4e\ Culiftn^agiathaipo- jarsiv\qne dafuwiH)Hnnfjmi' ejpiritu^U
montimiMMfHQ
al tii*»<0 -aggirato*30
tLfiht nefiunn euandio pie
cioU
fepara-tone ammettono
pureacciòfiorifimar
cif- canonell'Ottofìamiocon l'arme inmano,
&
nellafeconda regionedellatre,come
incampo
dallanaturaaffegnatoalle lorguèr
rSs'.a&uffanohencfpeJZo, vcggonfivfci- rèilampi quafifplendori dellarme
$ odo- norimbombar
eituoni,come
inuitialUba*
tàglia,fentonsi (cagliareUftettc* aguif*
di lanciati dardi.
&
tuttoilmondo
corrot-tibile per la fuaparte concorrequittialla mifchia etficonferuanell'indeficienteper dita
>&
vittoria&
fiftrugge%cpafce,Et
nelleguerreTuemuore,c
ricufec.
Le
cofepoiché fon*d'elementicèmpofte*tanto
meno
si flanno quanto efietcitano affai pikoperationi dellejemplici foflan-^e. tMà
che fio io annouerando d9vna
in
vnaU
parti principalidellrniuerfoìfeVifle/ìoInferii* ilquaVè la propria flan*
%a>&
ricetto di cutti ivitif,&
dituttii^mali
npn hà
volutoriceuer l'Qtioiquiuini
sicono]cealtrimentiripeif*}
mà
l'infeliceI
I
Tantalofeguedi
contini?
'fatti& ne
que fugacir'shifop .rtailfrflo chefemtrè1 gliporgefieramateria dinonijiare inOfltt*
lefigliuoledi
Danaófempre
riempiono ntfauftivasi:é
VijieffefarefonocoflféttV> gl'altri
mal
fiatiforiti'TeròThuomo
otjfìfPfo
&
diuentapeggiordell'inferno&'peg
giorde'rrtedesimÌT>itijv
&
(chechesidica-nailogici.degrafiratti
&
de'concreti)peg gior dellQtiùfiefio-Siche nonfaretedtjfìci-*liàcredere,an^iperlecofe dette/limerete poco,ildirechetOtiofo si riduce
scaltro
nullapercheperde
femedesimc
9lac]ualcoff fe benedagl'antecedenti perneteffaria coi?fequen^a
sipuò
inferire;nulladimeuc ac- etichenon paia efageratìone concedetemi che/piegatamene, &
conl'autorità,&
conlaragionelovi dimofìri Tutteleiho- ralioperationi inquantoalladiritta R^agi*
te
.1*
tt'ilfineCdufidellecaufe dalle qualiinquet
f vntk
((feredipende via COtiu&
ver ftmedesimo
Inulta:come
glialtri-vitif:fouautaggivtogHe
Veffcreadoperativi
iltoghej.Ua-cxrgionfirrule* iltoglie ài fdft*
getto
medesimo
Queglialberga Conciaria cofacheCinfingardononopera chinon operanonajpiraifineveruno chinon afpiraàfineveruno è indegno diserte tintonelnumero
deglienti . mancandogliU
primacaufadell'tfi ere.&
penò.'fecondo lauifodelpadre delleloqaen^iromana
lntghittojo ecolui cbf sifìà nonè punto dmtrfodalle cofe lequalinon hannol'iJie renon dandoegliinditio.veruno ned'efie re nedi vita
m
difentiwwto
nediragio- ne lequafi tojetiAite f(nofontidi,qualihe^ràrhncindin^^ata
a!propriofine. Co-st
lMiOWo
chetuttelt perfezioni,&
tuttalavntietàidellccoferacchiude*diuenu- tootiiìfo inuecedicontener ognicofa>dine ta nulla,
&
vquasipane
dìnifa daqueflogvan tutto del
mondo
,frame^ando
fralui
&
l'altrecreature operantiuenilvuò*
iotantoaborrito dallaproludanatura,
ma
lOtio, ctitffcndopriuationcmolto
maggio
re èviapiùdi quellofuggito.
^All'mcon
- iròquatiteplù
?»
nobilefphitQj e9f
virtvor facercadimantenfrfi attuatoneldolce fercitiodegl'abitiintellettuali*tttamagr
gioment* acquila
perfettioninuoue.fi raddoppiaL'efferc, viene à fatfimoltibuowini
ih[temeitatuai propqfitioneper noncfierefouerckiajnenteIngoinsofà cbia%a
mi
contentarò. CQnfermarui solfalo, e~fempio
diduechiarifiimiCapitani Scipio,nc
&
Cefare* delprimole* egualiCatonefeiòferittocheerafolito dire chealVhora, eramenjolo*
quando
fulo, ef
compaginatofixitrouaua.&
conragione percheeratan- toilfuovalore* chementrefècomeiefìma
dimorala,jipatena direbbeconuerjajjec£
molti•
&
dell'altroracconta Vlutareo%cht inCorduba
afiahtQ.dalla,furiadclmal ca-duca
tofioche potè rihauer.eifentimenti%fugg
\inmaniera
ildelicatoripofo, chjenet lanottemaire
dellaquietedormendo
in let tigafeguitaua pureilfua viaggio, difcac- ciandoTotioetiandio Malfanno.>enettàpri mafpeditionecontrafrange
fi nonpoche
fiatenel
mede
fimotempo
caualcaua<&
det taua tenere4
due>àpiù. ftgreta**f 1farci- tando infumi ftlicementelaceleritàdell'-W£*£«0j ìa&WQieiA* 4elk iMXWÀa
> ilfi
*«;
valor dì
fommo
capitano.c!r deftre%xa
delcorpo, Sichelafciodi marautgltarmi che
ludo
fittaJcorgefie in Cefare fanciullo moltiMari}auuenga
chela {peritiladima
Siro, che queflobcllicofo
romano
ftauafihe ne occupati cheera piùbuowini infume, operandofoloquel che moltifinetgouernoci
mie come
nel meftierdell'armenon bar eh tonopotutofeparatamente operareelichemi
fà nonfen^a
dolore ridurreamemoria
ladapoccagintdel nojìro fecolo,ilqualehà richiamatonegl'animit
&
nelleCittàl'o-tiovniuerfalbanditodatuttelecreaturef conhaueralcontrariodatoefilio,alle
bel-
arti,
&
allofludiodellefcien^echeppia mo
vrialtravoltaripigliare quelgiuflo la- minto,che fecedefuotipiillineo tofeana*„ Lt
gola^e1!fonno1cl'otiofepiume.
„ Hanno
dalmondo ogni
virrùsban
dita,
7<(eper
mio
crederefen^a
granegiudith quejtt cggìadrifjimo poetaapplicòallepin-me
l'epiteto d'otiàfe >imperochelepiume
t date dalfotn n fattoreagt
augelli,per che coneffeefitrcitajinoilyoìotl'humana'pi-%ritia
U ha
fatte;i<«Menu
d'ignobilequie*te>
ted'otto
&
dìtàfcimà'.Temente
primaJftlWèiWèb'à 9 pureit VoSlro argkt>jfttoo
'
Dante
cona<ctfo cantoeforrògl'altiintth httià poltrjìduinnfiagardaginedeftare.„ E homai
conuien, che tu cofiri fpoltrc.
„ Dice
il maeftto,xht leggendo
in
piuma.
In
h ma non
fi vfah, ne folto col-«!
^aftchcfòrtmietef
dolga ehegl'huoinim
difair itoperegrino (de*quali\
queHa
f
uàpania bà
fémpre hauìaaabondàn^a
) inuece d*adóperarlepiume
per far l'aleal-iti[orfama'dottamentefcriuendo l'vfaffer-
roper allcttarneilfonnaycbelegadoifenfc
&
fanima
, leimpediuaiHoìoaU'immor
taf itadel
nome
-Vero non veggiocome
pià dUcqtiaramtntemi
pojfa chiamare?otio>'
ibi
(rjnò numv
forestiero%rba pròprio)-hi ragrxdell'Annfletto podagradellavcUtìà (ddlequaliduenohilijjìmepotente,quetfo ferue all'anima in -vece dettemani
,&
qneffaaguija de'piedi
)
profondofvnnodellefiù chiarefatuità , 1the
panò
nell'i.#uvmo.&
corruttìoneiegVbahiti <ti»k*vi. Efienio
adunque
vitto f\abtìrmneuole9dannofoTotio^
ftnobile&
eccellenteVettura Ibuomo
fìfuuiflodà
chi /acreò»tbefindalgiorno quandoentra agodereili
keneficio di quefialuce, contro, ejf*
guernito* <?• armatodimolte qualità ,
<&
potenzeattiuc perchenon rimanefit
parte
alcunainlui.laq^ualeparticolareflimolona
fauefiedi
mantener
fineWcficrciuodiqual
chegenerofa attions nhcontentai*huma-
9.4
mdu^ria
dellaguarnigione cou'dut'ale>dalla
mm
l'hitgradementeaccrefcinta*&
fortificata d'afia'pWi#?*
C*rhàftperVacquisto,
come
perla confer- uationedieffi ritrovateVAccadèmia W*b
CunipQcbi appartatidalUfolta.fy indot- tamoltitudinc
faterò
particolare fati*, dittn,erledanoCotto daffinarfemedeftmt, dipefar.nuQkt t etionit*acc%efweltg&
ritrouate
a*l
fieromirahdmntA
allctta,allecarefatiche l'vnionedimoltx'mvncor
pod
xMcadcmi*
aggiugne$/onià
tardi*augumvadcaldoall)
tferuoratlsridefu- tile e dolce qipòdimalagMQUliZa
thepo fela*irtunelfuogloriofoconquifloD
utfk fernwsl*
cagione lodareMcefilao,Uqm
lì
ìtintendendo quanto giouàmento appot-
taffequeft'vnion* dimoiti,
f
eparata dal voigo
falenachiamareToUmone
etyàtcaua*
^o
del fecolodeWorv
percheindiparteri- tiratigodeuinò
indiuifibilnuntedemede*
fimi fiudij
&
abitandoinvn
picciolornd-fortunato giardino
qua
fi invno
de'campi
elifi,in
compagnia
d'alcunial$rinobili fot titiiattendeuanoconfomma
concordia al*ledot trineliberali ilche medefimamefitt dirtipoteuad'infinitialtriinnanzià que-
fti daqualipoi;
come
da'fontififparferole Virtù perlafamosijfima K^Atene caponoti Pienodella Grecia,cbeMetropoli dell'im- periodelleletterefopratuttelenationi delmondo,
lonon giàper(fuettofàrò àtditodi negare lbuomo quantunque
addottrinata efierprimainftituito dalla natura,e*rpoi dallanectjjìtàtirato alcommertiodi tutti glialtri buomini. perche in qùeftaviteH- deuolecommunan\à
etlotiovien'opuref Jodallefaccende, etlanoflrajpecie s'adora-vaconla varietà, etgl'ingegninefentoHO grandifftmo aiuto conlajperieu^aciuile et
iparticolaritanta
granUe^a
\i procaccia?io che vn'huornogioitaudoaltrui,diuentà (cornèantichijfimo prouerbio) Iddiorfe/f-
B
$ àltrtaltrobuotno
ma
inquei fogge*ti qualiprima
nonhanno
congrandinimi
sìentipevo- ptradellefùrn\e
ritenutanon dico lafotma
diuinama
neanceicoloris&
l'effigi*internadell'
H uomo
nonsovedere^come cf fendoeglinofolamente ombreggiati pofla~Ho comporre un corpodiCittà}ò di
ì{epu^
biicaperfettamentedilineato
&
fornito.,neIIk^A'cendemie Signori nelledottebri gJte ne'luoghi dcgliflunijfirabbellire
Va
ìiimo
&
iui non altamente, chedtjfek*A-p.clle nofifa poffaregiorno veruno>nelqu&
linon fiuri.aualibt linea nella
mente
no-(Irapercondurrefidittine
&
perfettaima,gint à perfeMionje,
&
dapoi efporla allachiaraluce alcofpetto de1fuoicittadi- niper
giouamento
publico&
gloria parti colare ferosèfà tenutadafauij inuentio- nedi qualchegrand'buomo
il ritrouare leYagnnan^e &
leCittà faràritrouamevto pìuthebuttano hauernelleCittà introdot toi Lic<i^& leAccademie
Uqualifonov~
ìw
vna
cosìalta jpctie dimoltitudineridot all'unità chi iopermela
/limofen^al-
tto mr^-T^una trale
humant
l{epublicbe et leGerarib>e de gliàngioli 3bauendo
con quellegmolti fjimeitggi
communi
9etcoque
fa
He
ilcontinuòefiercitio deltaparte più di*uina otterranoadunq\lei^yfccademie nel lordinedelle
raguname
bendifpofleilme-
deftmogrado
ilquale ottienelaLunanelmo
do perchefi
come
ellapartecipadellecekfli coditionhefsedodimateriatetdiforrnaeter
na
copoSid\&dellecaduche mutadofi ognime
fedi volto co chehàdatooccafione,cbe alcuni antichiV
appellafiero conmiftovo-
cabolo cielo terreno&
terra celefìe,all'i*ftejfafoggialebt'ordinate
A
ccademiedeuo noappellarfiGerarchieterrene&
Bfpubli cheangelichee celcjii perleproprietà,che d'abednepartecipano feguendoilmodo
de9Q
gouerni ciurlinel co partireglivfficiffeco *dolofide
&
monarchico ó"ariìlocraticO&
imitadogli angioli nelloRar
co cordi enelloilluminarficomunicadofilo fpltdore delledottrine
&
dellefatiche priuate-Ter tatofuconsomma
prouide^adifpoflo che neffunoingegnofufje di tantaelcuate^za dotato acuinonbifognaficl'altruiopera,&
aiuto acciocheognvno
jpinto dalnatiitaledefiodelfaperecercafielacouerfattone dicoloro à qualiappoggiatocom'ellera
ah
VabctOyfaliffeouepcrft
mede
fimopoggiar mnpottfie,etdaquvjia partiiipationctatiB 4 com-
/ **3H
tommoiìfeìit
traggonoperV acquilo
iti lefttt e cbedòuelavitadtll'kaomoè britut
&
l'artiquaflin1ìnite%acco%%andofiinfiememoltiletterati
f
anodelleloroetàcol-legate con l'vnione degli Studij
vna+ità
tvngbiffìwa,&
egualealla diffirultàdeUé arti efiendopuri>m> che parecchi,dico- fnuneconfentimentovniti9inafiaipiùbrit ne[patioditempo
acquiftano ilfapere9cht tiafeuno persènofarebbefithe TaletedoMandato
qualjia l*cofa nelmondo
pihfciv fiata nonpotràctfragionerijpenderebbe
fio,il
tempo
>wutnwe
di tutteVàfti,j\itn\t perche1'J[ccader) ic.gì'
hanno
tol- toquei?anticalodeconfarebbe Vvniont
ée gl'ingegni inbrieuetempo
agguagli illunghifi
imo tempo
delfapere,&
àqutfiotnodononèmolto difficile ilritrouàte edil
perfettooratore ed ilperfetto poeta, ed il
perfettofilofofo;concioftacbejicometabel lt\zadel tuttocompiuta
fà
daquelf amo
fo dipintoreofferuata in cinque diuerficor pi dileggiadriffimefanciulle,
&
quindiricattata
&
ricongtontainvna
Joladall*- K>Ar\e(inqtufìonongiàemula
,mà
affaiMaggior
della natura) potràancorarti*fommaperfettione ritrouarfi inmolti jpat
fi
i Squali tol dottolegane
ielle defide*tofe volontà fianfiinqualchemoltitudine
Unitamente
ridotti&
di làdà
qualche fe- lice fpirito trafportarfi ettopiàrfiinjeme
defimoì*Pure
quando qnejiefomme
perfet- tioninonpofiono alloggiare invn
folo , e ftmplict[oggetto fitronerràsfenonin
vn
mede
fimo corpo numerico almenoi v totpo
d*Accademia \&
chinonsà3cbediti
tirari infcegn*fe nefi vno
perladolcepat ticipationedelle fcicni(*, per virtù delle qualifcn^a
falfitàfipuòauuerare
queir*ionico intelletto
d'Auerme,
the fecondo luiera jtuttigl'buominicomune
•impe-
Yocbeficome
negli amiciperlafommà
po-tema
dellamore vna medesima anima
ìiiuàduecorpi, coti
mi
pia altamente ne*gli
Accademici
benconcordi vn'tfttfio intelletto firitrouainpiùanime
vnoficjfe dolereinpiù volontà,& vna
fltffafeten-za
inpiùmemorie ùndenon
folamentehafiolenitidellafypublica,l'identitàdell'-
ami
titia>laco cor diade parerima
ancora(Vnitàdellementi,
&
delfapert, chefaritanto più nobile di quella dell
amore
qaari toèl'intellettopiùaltapotenza dell'appe titoragionevole,&
lofpectilarcpiù diui-nà
naoverutionedell'amare. Fatendófiadunqi l'vnione de gli
Accademici
nella parte migliore dell'anima; egli ferina fallonefe-?uirà chelosformolorodebbatutto
impie
garji ntl dif
cacciar totio con l9
efiercitare lanobiliffima vperationedell'intendere, la- quale
aUeleuate^xa
dilei,ènaturale,eprò pia laondequantunque l'accademie
tutte fiano indirizzateàf
chiùarel'otto, pureilpiù generofo
modo
difuperarlo èil tenerlo lungi dallamente
occupandolain altijjìmi penfteri dt' virtuosi fìudi%&
invrìotiotra,K
quillo>& fecondod'attiuità,ilqualeh
pa-
dredellevirtù,
amico
dellepiaceuoltmufe&
abitator delle dotte^Accademie
hiàben
m'
accorgo> che perauentura potrebbe nafeeredubbionellamente
d'alcuno*cheef- fendo,come
fièdettolamaggior
perfezio- nedegl'animi ilcontinuo tjiercitio.& pen fiero dellevaghe
lettereU
nottra brigata, chealtronon è chevn'accademia
diSpen furaticompufla.faràdel tuttocontrariafi alfinecomune,come
ancoalparticolaredel Icfitblimi&
gcnerofeadunante
piùtofio disilodell otio> che Diportodelvirtuo-
famente
operareCM'apre, come
vedeteSignon
lafolutionedi quejìoincouenientelaiìra
17
Hrada ad
vntrare in quello cheio alfecon*doluocoprupofi (faticamidi irotio piace* uolp\
& homratOf
tlcbefciorrainfume Vat gomentopropoiio #
vie dell'obligo dell*promeffa. lanatura
Uguale
tantoabbor- rifccfaftarft ènondimeno
principio natu- rile non folamentedtlmoto-ma
ancora&
molto piùdello, quiete.€ rincontrandofri di lorole
due
giàdnte
cofe è tantopiùno-
bile del
moto
laquiete. à dirvogliamo
otio naturale quàto ilfine ède9me^i piùbu*
n0)<& piùpcrfettOjimptroche ilmotoaltro noh è sècrediamoàchi arguii
fiimawvntc
lodiffinì che vn'attoimptrftito.il cuiprin tipio èlaprinarivne ilcui indiaifibite-*
compagno
è lapoten^jt^ la cui interiJL*tjftn^a
fempre
afèira ,&
contimiamen-,te corre con Pale del
temùo
vctfo ilfu*
fpteifie* > è
bramato
termine.&
quelcb'qpur gran
cofa in ottenendolo , in abbrac- ciandoli) inSiringandolo fpira> tmanca
%lafciamione^ il quitto
godimento
àifu*(oggetto -, che di vero party che>l
mo+
to Jion tanto dal
lamine
neùce~
U<u
,come dn^
fu*principio, VejfcrC-i&
la fpecificaliane , quanto
come
da fu*fine la
morte
,& ilmAHcamento
>eftndù
è
Tutuvjiim*
propofitiope,che introdotteleftme
ceffa efinifceil moto,eadunque
lllaotà
indicato
allaquiete, allaqualejlt
bno
cedeilluogo come àfuo amate*er- lazlmmà
non apprendete Signorimque Vario
equieteoth
veruno, perche laquiete,dellaqualesragionoènell interno Lopienad'attione.di bene e di congiun- gimento al fine.
Tentò
neffunodee chi*, tnareotiofalaterra , quando elafene Sìà immobile nel fuocentro: nef»°P<r*<° « fuoco quandonellafuasfera lucido, e/>««>rifplende ne finalmenteinfingardi
quegl-
Jnimali che per naturale^•»'«*Jf
infornoilorogiorni non molti
fouraneinte^gen^cntrealfornmoetet Lbenevnite
godonfile beatepercheall'hora dimoranonel colmo della perfezione
,&
dell'atto, e Siannodoke*m
ente occupatind
fiffogodimentodel loronaturai de/io; tantoché potrebbealibota lamadrenatura
dm
,quelihetprwo *'
tritano dirfoleua iheellamatjenefra
me
vootiofa cheinqueltempo quandopare o- uola e quietaHa
nonsòdome
fracorpi naturalitUielo,e^mz U «oP*
Hugtoneuole,hannooltreà qinjlodallamt
desimi natura ottenuti
vn
fmgoianjfimo priuilcgiad'bauerlaquieteneli'ifìeffoma
-to>&
limatonellamedesima
quiete, Votio Dell'operare , eloperatione nellotio ;hi
faccia quello cheiodicadi paradoffoàgli orecchi;mà
all'occhia riufciràfonfata dot trina,&
all'intelletto de*filofofi ragione demofiratiua.Siraccontanoda graniflìmi autori molteflufievieeccellente dellanobihfma
figurasferica :ma
per quel, cheal prcfcnte appartienefollmente dirà cheè proprietàfaputeda<ciafcuno> etiandionon gran
fattomteifdente delle cofe naturati*cheil ciela,edogn'tltmcorpoàluinellaro tondità fomigliante mentrefirauuolge iu- tornonlfuo.centxo.f»neIta
immoto &
fif-foinvriifiejfo. <&inuariabilperno*non o*f
f
andarglida,vna
indtro
lu >go totale;U
4oue perragion deIle
f
nepartiftraggira e muojuesii dicoatinuoimutando.elleno,vit(Leuolmente vario sito* eluogo. si,he
hi
q^efiafpetialpterogatiualu
fyinU
<ffm-%a
cele/ledUnsjememente
fiatfuma
<grd'insiemcmentemouersj,
&
d'hauirde tra4fein
vn medesimo tempo
prnuipiodima
to e di quiete\>dotio'i ed'optratione
go-
dendoinquelfuoripojpmobde
\& Imoto
delle
3^>
ielleparti
&
taqttìete nettafeme^a M
centro.nelche mirapporto à quel, chene
uà
profondamente difcorrendoilgranCom
mcntatore\Arab&nelquartodella fifica .Difii cheil cielo gode non [blamente l<u>
quiete,
ma
anco ilfuomoto
; percheU
jnaeccellenza
&
lanobiltà delmoto
colareinuna cofdlofarm* dagl'altricorpi differente .che dotte in queflìHl propriolor
moto
(ejfendoretto) nonpuòinftemefio- ne conlaquitte,mài
via&
nonfin* ten- de adaltraperfezione\&
non tornainfemedeftmo nelciclo legirationi fuptrne%
4
fi
come
tornano&
ftnifeovoin fefiejfe%contengono
rn
non s-ò chediquictedibon
tà
&
di perfett ione finale, neliaqualsAp
paga
lamtur
'ade globieterni nonaltri-menti chela grane >
&
freddatetra nel-lafua immobilità- V'anima intelletttua^
ancora ,
contknenelfuo
fpiritualemoni- mento una
fuaue quiete,&
othdolciffi-mo
che non fotumentèpub
ella effer"difinitaallaVittagorica
&
Vlatonicanu
mero
che'ineefiabilmente nuouefeftef- fo ;maancora numero
, che in fe(lejfv fi ripofa liparlare io alla prefen^a di tanti nobili,&
yiituofiffim feriti fàche
che
mi
ftaprefaVicenda d'entrarein fi cu*rioja }
&
filofofica materialaquah
non
meno
affatichi ilmio inggno
, chela voflra cortefia in quefli caldipur trop*
po faftidiofi ;
ma v
ferola uoflra genti-lei^a
conmodcratione&
prouuedtrb conla breuità al voflro difagio y
&
allsumia
fatica Stimo fouerebio efplicarediqualmoto
intenda Tittagora, e Tlatono*&
diqual ripofo , e quieteioui ragioni^percheejfendo
lanima
noflra indiuifibil for*
ma,
chinonsànopoterella effercapace dimoto
circolarecorporeo • ne di quiete lo- cale,ma
d'altromoto &
quietedifigranlunga piùnobilidiquelli che 'tortilo pu- remarauigliatodi quanta
grande^a
la natura habbiauolutoadornarVhuomo
;&
infteme quanto fuor di ragione alcuni fi lamentajfero > cb ella fidiportajfeconef- fonoi
damatrigna
percheame ami pa~
rext che
qua
fi afftttuofamadre
habbia sfogato tuttcu la tenerezzaid
fuoamore nellhuomo
, ilquale nella crcatio-ne
delle cofe ejfendo flato ilfuovktmo
figliuolo , all'oppofto diqucl i cbt
f»n*
noi Trincipidel
mondo
> nondiede ella ilregno al
primogenito
% ttià alfe^aio.
3*
&
pertafcUr*mhecoft, ckemhvafpM-r
Utebbonofuordelmio.difcorfo., ifiatutte, le cofcpiùnemicheper
amor
dell'kuomob*
infteme accordate per lafdargli l'beteditOi in pacificopofit jfo;leprimequalitàharir dotteall\imuitia della temperie
badata
alfenfavna
certatiueren^a internapW
fa quale ricognofca lamaggioranza
dellarq+gione
u
bene gli moltefiaterigorosa%edin fineper far l'anima nel
fm
genereno,bulifiiruaglhjiconcedutoilpoterfivkuoue- teper riadeldimorfo circolarmentefeti*
^hauet
necffJìrad tSìerno.mouitorc&Jtk
quel medejimo circolar
movimento
tfivjp chiufeuna
quietey&
un npofomoltopik
eminente.{? degnodiquel delitelo fcrcbz
€purfam.opjjìmoqueldetto(concedetemi, chelodictycomeu cofiume yulgarmcnte)
K^inima
quiefeendofitfapieni chetanto,ruoldire quantoch'ellanel rip.ofoefferciw moltobeneil
moto
deIIintelletto ,ilqualc-^fcientiatat
&
perfettalarchdeycbel'animt.quando
fauiadiuienelsimmua, &
muova,circolarmente non pure ciuienconfermati dal
comune
confentimcnto sidegli Acca- demici*come
dt%Vcripateticima
ancor*dallaxagiwt'
Vmhda
mritaèdafautjfiiI
mata
ilcentro iclnoftro intelletto intorni allaquàleegliperme^o
del I>ifcorfo con*tinuamcnù
fimuoucy &>ficome
ilcentroè y>no,&
indiuiftbile cosìvna
fola èlaveri-tà,
& femprela medef$may&
inefiaV
Intelletto quatunq;dalle cofefaputealcono/ci-
mento
delleo/curene vada,ha
iljuoperfet tifiitnoripojo%nonmeno
%chefeVhabbia
tu sfera nelfuoflabilijfmopèwo.Qjuandoadu cjuc daglieffetti ci dipartiamo a ritrouar lacagione^&
poidallecagioni ritorniamoa
glieffetti-daqualidiedimoal noftromoto
principio noijen^altrofacciamo
benefpeffopiù ampia ,&
velocecircolationediquella chefifaccianoi cielimentre
vengono
in yentìquattro borerapiti colmouimento
di*hrno.
Imperocbe
effendo infralaprima
cauf*,C?
ciafcunoeffetto dittatila infinita,la pientenoftraconlafua
incredibilevelocità dallepiùbaffecreaturepr
eiìijfìmamenti*
fale coiDijtorfeal
foinme
facitore&
quindicol rigrifio
chiamato
demofiratiuo con>no
faativftffimogiro ritorna in terra ali
medefimo
punto doudemoffe. facendoqua-
fi in breue
momento
ditempo vn
sìim- menfo
circuito,cheefiamedefma
neSlupif
ct.Sicheal
paragone
della yeloce mobilitiC
del(klnostro intellettiil primieramobile
è*»
guifadellapigra sferadi saturnofiltem
pofembra
tarpato Mugello cbenapoffafeiegareilvolo,
& agm
cofa Uggerijjimap*v
fetidamotaleìita,&tarda. Cbepiùtt'inttt telletìàf^ccndafiadietraco
f
Lpenficro.entìui negl'infiniti fpatifdell'eternità
&
perquan
togli vien concefodaliafuabreuecapaci*
tà in
vno
fldntela tr&fcotretànla difini-time Vinteltettofààmuoucrftigtra
ctfcieli,
&fe
gli lafciaftlungotratto,doppa k
(l>alte,chepervia dell'if
emeriticompii
inpochi
gia
ni quellofatto, cheibeiefanm potràfornireinmite
anniVinttllettod^
foorre perlecofé digiàp>ijfate,miralepre- fonti,preuienelefuture, circonda intorni
intorno tuttoil
gran
tctcbiodttfnàtetifa:
&
inqueflocontinuammo
cirxolartfiren-de abituata, perfetta,diuino%
& fà
dell*fcien^eacquijio. ìequali peròfurono dagli
£?jtti)'
fammente (come
ogn'altra cofa).eftrcfiein quel mirabile
attrecciammo*
cbiama&adagreciìBnciclopAÌia4oueti
ue&
gotto trécerchi
ffkendifyojby e legati, ebe perilcentrodeli*
vno
pajfa la periftxiadell9'
altro fignificantitafilofpjia, faDiale dica*
&
lamorale.tà pofoi*|» maggiore eh*
nella
nttlafua
sépia
capacitique'minori infe&e{forkxihiudcy
&
denotaU Teologia*
lajciandocnnqueftogieraglificoaccenna*
ta>& Upcrfimioue
dellef
riempe.&
ilwo~lo ddisanimacircolar? inacquijlarle
zMà
fi
tome
nonèdamettere
in dubbio che t anima
nell'intenderefimuoua
cofìmoltome
Uos'bàa
dubitare
, eh'ella nelmoto firU
pofì nelfuafhte,
&
d'auantaggio all'bora megliosjfercitailfuamouimetua
.quando
farà<Uiofa>3>qiiìGta
&
perdirlainvna
fui-*-telaSpcnjìerata;percbedall'uno de'lati
l
peufierìmaffimamente lafdui
fanveleni
dellefeieu^e,
&
alimentadellamore
terre nòilqual-è nutrito di penfìeri dolci,&
fo**i;
&
dall'alttaìecureefierne&
inego-tyfouerchi legano*lament e
, ladijlolga^
uà
da sèmedefwto* Vertaqualcagionerei
f amo
figirneluogodittol'accademia ouc
"Piatone
j
& femedefima
t&
tuttalaGreciaraffinò noneradentra% tt^àalquanta dalle
mura
d1^
ihenedif collo> infitoamenifiì-mo
yriccod athori%&
d'ambre&
grataà
piaceuolifludi,
&
tale cheallafua dolce quiete allettaualepiàgraui,&
feutvemi*fe.
&
concedeuainquellaquafijolitane
parteggio
aUaÀejiojamente
d attendere$f ,V- V .