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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.44 (1917) n.2262, 9 settembre

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(1)

L ’ ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE. INTERESSI PRIVATI

H o

IU( - Vai. M il

F iio o rto io ,

9 Settenàri 191? {

v„v a ,S .n earg'>la

.

#• ®

P er uniformarci alle prescrizioni sulla economia della carta, d’ ora innanzi pubblicheremo soltanto una volta al mese i prospetti che si trovano alla fine del fascicolo e che includono variazioni men­

sili .

Il contìnuo accrescersi dei nostri lettori ci dà affidamento sicuro che, cessate le difficoltà mate­ riati in cui si trova la stampa periodica, per effetto della guerra, potrem o riportare ampliamenti e miglioramenti al nostro periodico, ai quali già da tempo stiamo attendendo.

_ Il prezzo d’abbonamento è di L . 20 annue anti­

cipate, per l’ Italia e Colonie. Per l ’Estero (unione

postale) L . 25. Per gl< altri paesi si aggiungono

le spese postali. Un fascicolo separato L . 1.

S O M M A R IO PARTE ECONOMICA.

Finanze comunali.

L’ Italia in Albania (E. Z.). La ricicihezza nazionale. Per i cambi.

Pel risarcimento dei danni di guerra ai comuni- La distribuziointe del grano (Un mugnaio). NOTE ECONOMICHE E F IN A N Z IA R IE .

'Produzione della ìiamia durante la. guerra - Massima ili materia di obbligazioni e contratti - La. Banca di Francia - Entrate dello .Stato.

F IN A N Z E C O M U NA LI.

Mutui ai Comuni.

LEG ISLAZIO N E DI GUERRA.

La Banca d ’Italia in Cirenaica - Indennità agli e- quiipaggi mercantili - Ferie dei magistrati.

N O T IZ IE ■ COM U NICA TI . IN F O R M A Z IO N I,

Imposte ‘fondiarie e di ¡ricchezza, mobile - Navi mer­ cantili armate nei porti neutrali - Ordinamento del Commissariato dei consumi - L ’ ordinamento delle Fer­ rovie di S tata - Buoni del Tesoro - L ’imposta sugli e drapròfittà agli Stati Uniti - Lubrificanti nazionali - Riapertura delle 'Borse - Le spese di guerra in Fran­ cia - L ’ industria del sughero nella Spagna - Coopcra­ zione agraria in Italia.

SOCIETÀ’ IT A L IA N A PER LE STRADE FER R ATE M E R ID IO N A L I.

Situazione degli Istituti di Credito mobiliare, Situazio­ ne degli Istituti di emissione italiani, Situazione de­ gli Istituti Nazionali Esteri, Circolaziom di Stato nel Regno Unito, Situazione del Tesoro italiano, Tas­ so dello sconto ufficiale, Debito Pubblico italiano, Riscossioni doganali, Riscossione dei tributi nell’eser­ cizio 1914-15, Commercio coi principali Stati nel 1915, Esportazioni ed importazioni • jn ite, Impor­ tazione (per categorie e per mesi), '•'fazione (per categorie e per mesi).

Prodotti delle Ferrovie dello Stato, Quotazioni di valori di Stato italiani, Stanze di compensazione, Borsa di Nuova York, Borsa di Parigi, Borsa di Londra, Tas­ so di cambio per le ferrovie Italiane, Prezzi dell’ar- gento.

Cambi a ll’Estero, Media ufficiale dei cambi agli effetti dell’art. 39 del Cod. comm., Corso medio dei cambi accertato in Roma, Rivista dei cambi di Londra, Ri­ vista dei cambi di Parigi.

Indici economici italiani. Valori industriali.

Credito dei principali Stati.

Numeri indici annuali di varie nazioni.

PARTE ECONOMICA

FINANZE COMUNALI

Da che la guerra ha. create nuove necessità fi-,

nunzi,arie per lo Stato, la preoccupazione di que­

sto, 'e giustamente, ha mirato al migliore possi­

bile assetto della finanza statale.

Di qui la numerosa serie dei provvedimenti a-

dòttati. per aumentare di quanto mai possibile i

cespiti di entrata; di qui i collocamenti dei pre­

stiti, le emissioni dei buoni, gli accordi con, le

Nazioni alleate. E fortunatamente la nostra fi­

nanza come la nostra guerra si mostrano sicure,

si mostrano garantite da solide basi organicamen­

te studiate e condotte in modo-da affrontare per

quanto è possibile tutte le più impreviste e. piu

dure avversità.

■ Ma se una pecca si può trovare nelle direttive

che hanno' guidato Ta nostra politica finanziaria

efi eccezione, questa può e deve trovarsi nell’avere

negletto quasi totalmente le finanze comunali. E-

ra" già critica ed abbisogmevole di riforma la fi­

nanza dei comuni prima della guerra, ed era già

affetta da una concezione condannevole, che più

volte abbiamo censurato, quella cioè che le finan­

ze státali dovessero traviare cespiti di entrata

gravando sulle» finanze; comunali, e per effetto

della guerra quelle condizioni si sono aggravate

in varie misure come andiamo esponendo.

In primo luo'P'o i canoni di abbonamento' per i

dazi governativi importano allo stato' un provento

che si aggira intorno ai 25 ovvero 30 milioni an­

nui. Non è una .somma considerevole ed invero

lo Stato avrebbe potuto agevolmente abbando­

narla in favore dei Comuni stessi, tenendo pre­

sente che i tributi in genere imposti negli ultimi

anni hanno gettato n'elle casse delhg Stato assai

oiù che non' fosse previsto. Al contrario invece nei

Comuni, per le continuate e profonde restrizioni

dei consumi e per la sconvolta economia^ nazio­

nale come conseguenza delle requisizioni, _ecc.,

i cespiti d’entrata pei dazi comunali sono notevol­

mente ridotti, anzi, per alcuni generi, del tutto

scomparsi.

Ma questa disavanzo notevole, che va ad ag­

giungersi e ad aggravare quindi per moltissimi

comuni i disavanzi precedentemente esistenti su­

bisce un nuovo carico per effetto del .provvedi­

mento che impone ai comuni l’obbligt di •corri­

spondere ai loro impiegati l’indennità di caro vi­

vere e per giuntai nella stessa misura di quella

deliberata a favore degli impiegati dello Stato.

(2)

I

678 L’ECONOMISTA 9 Settembre 1917

— N.

2262

paese, ma lascieranno pressoché invariate Ite con­

dizioni delle comunità minori che formano la ci­

fra più notevole.

Infatti la tassa di L. 20 per pianoforte o per

bigliardo., è già mite di per sè, e si estende su un

imponibile che in moltissimi Comuni darà appena

un contribuente o due (quindi venti o quaranta lire

l’anno). E ’ certo da pensare che in molti casi, ed

anche nei Comuni non piccoli, le spese di accer­

tamento e di esazione possano quasi totalmente

assorbire il provento. Anche considerato questo

tributo, come vuole la relazione ministeriale, qua­

le aggiuntivo all’impo'Sta sul valore locativo o al­

la tassa di esercizio, non cessa la sua meschina

importanza di reddito.

Ne diversamente può dirsi per la concessa fa­

coltà di raddoppiamento delle tasse sulle foto­

grafie, sulle insegne, sulle occupazioni di spazi ed

aree puhblichte, già precedentemente non coltiva­

te, appunto perchè ritenute non efficienti; le pri­

me due saranno sempre di gettito esiguo e l’ul­

tima _non certo suscettibile di dare un prodotto

doppio dell’attuale, perchè la sua stessa gravez­

za e le particolari condizioni della vita civile,

faranno, se no« hanno già fatto, contrarre note­

volmente l’imponibile. Anche a riguardo dei rad­

doppi concessi della tassa sui domestici, di quella

sulle vetture pubbliche e private, si può ripetere

che trattasi di quisquiglie le quali non potranno

davvero cambiare le gravemente scosse finanze

comunali, come non potrà migliorarle il quinto

di imposta statale lasciato per il 1918 a beneficio

dei comuni, sulle rinnovazioni degli atti di licen­

za per l’ esercizio di alberghi, di trattorie di oste­

rie, di locande, di caffè e di altri stabilimenti o

negozi doversi venda o si smerci vino al minuto,

birra, liquori, bevande o rinfreschi, o per l’eser­

cizio di sale di bigliardo, o d’altri giuochi leciti e

stabilimenti sanitari e bagni pubblici. Anche I.

bagni! Invero dopo la tassa sul sapone, poteva

almeno esser lasciato, e per l’igiene e per la edu­

cazione e per la civiltà, in santa pace il bagno!

Poiché, come dice la relazione ministeriale, il Go­

verno, in attesa della desiderata riforma organica

(è la formula che oramai si ripete da decenni) del

regime tributari® comunale, ha voluto esaminare

se fosse possibile offrire subito ai Comuni qualche

maggiore entrata, almeno nel bilancio 1918, bi­

sogna convenire, che l’aiufo portato dal provve­

dimento escogitato è ben lungi dal proposito- Non

esitiamo ad affermare che la integrale applicazio­

ne dei tributi contenuti nel decreto, avrà l’effetto

di esasperare il contribuente comunista, e non a-

vrà affatto l’effetto di sistemare nèppur parzial­

mente ma palliativamente le corrose finanze comu­

nali.

L ’ ITALIA IN ALBANIA

In quei distretti dell’Albania settentrionale che

ha occupati militarmente dopo avere occupato il

Montenegro, l ’Austria opprime e devasta, requi­

sisce persone e cose, perpetra razzie, esercita un

regime di terrore e prepotenza, col risultato di la­

sciare sempre più rarefatte e più misere popola­

zioni già rade e povere, e di seminare odio. Vice­

versa, nelle regioni meridionali, dove già esercita

un effettiva protettorato, i,n attesa di estenderlo

all’Albania intera, come ne ha assunto l’impegno,

l’ Italia va praticando, pur con serietà e .regolarità

militare, un regime, mite, umano, provvido, be-

nefiÉb. Mentre ancor dura la guerra, e senza tra-

j scurare di porre il piede a grado a grado in quei

1 punti strategici che siano utili agli scopi suoi e

I dei suoi alleati, essa compie con silenziosa soler­

zia le più urgenti e più desiderabili tra le opere

della pace- Epperò già raccoglie stima e fiducia

Migliorie nei modi d’approdo marittimo, intro­

duzione d’un sistema razionale e efficace di pub- *

blica sicurezza, diffusione di pratiche igieniche e

di uso del chinino, importazione di viveri e di me­

dicinali dall’ Italia, risanamento! di luride cat&pec- -

che e costruzione di casette linde e salubri, appli­

cazione di norme pratiche circa la nettezza ur­

bana, apertura d ’ ottime strade carrozzabili là do­

ve s’arrampicavano viottoli ripidi e mediocri vie

mulattiere, ecco tutto un programma già attuato

in parte, che ogni giorno più si viene svolgendo ;

programma di civiltà e di progresso.

Perchè l’Albania arrivi, in un futuro non lon­

tano, "a valer di più, con benefizio proprio e del­

l’Italia sua protettrice, occorrono senza dubbio

varie specie di provvedimenti. Ma è certo che due

devono avere la precedenza. Uno consiste nello

sviluppare le sue forze naturali tuttora latenti, an­

zi fino a ieri isterilite dalla barbara dominazione

turca; l’altro consiste nel toglierla dal suo isola­

mento, procurandole comunicazioni facili, moder­

ne, rapide, di là con tutta la grande penisola bal­

canica di cui essa è l’anticamera, di qua, .attraver­

so l’Adriatico e l’Italia, con tutta l’Europa occi­

dentale. In altri termini, bisogna anzitutto accre­

scere e migliorare la produzione, poi attivare lo

scambio dei prodotti locali con quelli dei paesi

esteri.

Per un pezzo la produzione non potrà essere

fuorché agricola, e delle poche e rudimentali in­

dustrie .sarà da farsi pochissimo conto. Perciò l’I­

talia, con acuto senso d’ opportunità,, ha già co­

minciato' ad applicare in Albania un programma

agricolo, mediante insegnamenti e esperimenti,

propaganda e lavoro. Il Comando del nostro cor­

po d’ occupazione, in seguito ad accordi tra i l Mi­

nistero dell’ agricoltura e quello della guerra, che

lo* forniscono coni larghezza di tutto quanto serve

allo scopo, dà opera attiva per rendere laggiù più

estesa e più intensa la_ coltivazione di foraggi, di

cereali e d’altri prodotti necessari al consumo' di

quelle truppe italiane. A tale intento, ha alla sua

dipendenza un ufficio agrario, e questo dirige una

tenuta sperimentale-presso Vallona e altri poderi

sparsi nei territorio.

Pei foraggi, i risultati ottenuti sono ottimi. La

produzione-,, che era nulla, raggiunge oramai una

buona metà dell’ occorrente annuo. Si spera che

nel 1918 non sarà più-necessario mandarne dall’I ­

talia. Si è anche molto avvantaggiato, come quan­

tità e come qualità, il raccolto dei cereali, per ef­

fetto di buone sementi state distribuite agli agri­

coltori indigeni. Lo stesso dicasi delle patate e

degli ortaggi. Ora si pensa ad attuare una razio­

nale potatura degli ulivi, sia per aumentare la

produzione dell’ olio, sia per ricavarne abbondan­

te legna da ardere, .che oggi scarseggia. Intanto

hanno avuto luogo. dall’Italia invii di macchine

trebbiatrici e moto-aratrici, nonché di scelti ani­

mali riproduttori ovini e suini. E i campi speri­

mentali sono mèta di frequenti visite degli agri­

coltori albanesi, che s’interessano ai nuovi metod’

di coltivazione. E ad assistere a ogni nuovo espe­

rimento di macchine agrarie vengono invitati nu­

merosi notabili del paese.

In, quanto alle grandi vie di comunicazione, sia­

mo di gran lunga più addietro. Si può dire che

tutto è ancora da fare. Le buone strade costruite

dai nostri soldati non si allontanano' finora molto

dalla costa, eppoi potranno servire, prolungate e

moltiplicate che siano, al poco traffico interno,

non già a quello internazionale. Ferrovie, in Al­

bania, sino ad oggi non ve ne sono- E per l’ap­

punto son ciò che deve darle in avvenire nuova

vita.

(3)

9 Settembre 1917 — N . 2262 L’ECONOMISTA 670

in corso di costruzione, oltre a quelle in progetto.

Manca però ogni loro sbocco sull’Adriatico me­

ridionale, cioè verso i punti dove tra quelle coste

e le nostre intercede il più breve tratto di mare.

Per conseguenza, il tronco di cui deve propu­

gnarsi la costruzione, come altre volte fu dimo­

strato in questo giornale, è il tronco Vallona-

Monastir. Da Monastir in poi, ossia fino a Salo­

nicco, e dii là per Dedeagasch fino a Costantino­

poli, la ferrovia corre non interrotta ; sebbene oc­

correrebbe rettificare e rafforzare alcuni suoi trat­

ti, per farle servire convenientemente, dopo pro­

lungata come si è detto, a un largo e attivo traf­

fico internazionale, il cui svilimno immancabile

non ha qui bisogno di dilucidazioni. E a suo tem­

po fu ancha spiegato come la lunga suaccennata

linea avrebbe con quella italiana un facile allac­

ciamento senza soluzione di .continuità, mediante

i ferribotti l(

ferry-boatts

) muniti di rotaie e desti­

nati a fare la .spola ; sul ’breve tratto di mare, sui

quali prendono posto, evitando ogni trasbordo,

vagoni carichi di passeggieri e di merci.

Ora, la costruzione dei ferribotti, che altrove

non sono punto cosa nuova, è assai facile; e del

resto sarebbe prematura finché ili tronco; ferrov:a-

rio Vallo nauMonastir non esista. Il diritto di co­

struirlo dovrebbe, mediante opportuna intesa coi

nostri alleati, essere riserbatoi all’Italia, i cui in­

teressi nell’Adriatico e in , Albania sono ricono­

sciuti prevalenti. I capitali non mancherebbero,

come sarà facile dimostrare quando ne sia il mo­

mento. Ma per costruire ci vogliono studi tecnici

concreti e completi, e finora non ve ne,sono. Nop

si può neanche iniziarli su,tutta la futura, percor­

renza, parte della quale è sul teatro della pre­

sente guerra di Macedonia; lo si può soltanto in

quei primi tratti da Vallona in là, sui quali si

estende la nostra occupazione. Ed è un guada­

gnar tempo ¡’iniziarli quanto più presto' si possa,

visto che poi del tempo ce ne vorrà e non poco

per compierli.

Siamo lieti di partecipare ai nostri lettori che

per tale intento si è costituito un Comitato' italia­

no, con centro in Napoli, del quale fanno parte

parecchi bei nomi della banca, del commercio *e

dell’industria. In seguito esso potrà eventualmen­

te essere il nucleo d’una futura Società imprendi­

trice dei lavori. Frattanto i suoi membri si sono

impegnati a conferire rispettivamente egregie

somme, per un complesso d’alcune centinaia di

migliaia di lire, quale è previsto necessario per

gli studi di cui si tratta.

Adesso; il Comitato fa pratiche presso il Gover­

no, acciò questi gli dia il permesso d’ incominciarh

e. con opportuni ordini alle Autorità militari ita­

liane di Vallona, faciliti il suo compito. Salvochè

vi si oppongano ragioni militari che non cono­

sciamo, i propositi del Comitato dovrebbero tro­

vare nel Governo la migliore accoglienza.

E. Z.

Austria (Folner) 1210 i is i 39.70 % Ungheria (Folner) 1910 i 31.69%

Italia 93 60

Attraverso ad una accurata ricerca per stabilire

il valore delle proprietà agricole e delle fabbriche

il Wiseman conclude che la ricchezza privata to­

tale sarebbe:

Terreni L. 66.000 milioni Fabbricati » 16.000 » Beni mobiliari, denari eoe. » 20.500 » Ricchezza privata intatte L. 93.182 »

IX a u l ì Ili v a i a UOU

ricchezza pubblica, là quale, a nostra credere, po­

trebbe aumentarla in modo; non indifferente.

PER 1 CAMBI

LA RICCHEZZA NAZIONALE

Si nota un certo; rifiorire di studi e di ricerche

per stabilire nel modo più approssimativamente

attendibile a quanto aumenti la ricchezza nazio­

nale italiana.

Fra i più recenti studiosi della materia vi ha il

Wisoman, il quale raccogliendo le valutazioni dei

principali paesi europei forma la seguente tabella :

Ricchezza totale Valore per- (miliardi) céntuale della

♦ terra

Regno Unito (M,acdona'ld.) 1809 420 10.8 % Germania (Lamprecht) 1911 400 21.5 % Francia (Oariot) 1912 270 20,7 %

Con decreto luogotenenziale del 2 settembre è

prorogata al i. ottobre p. v. la data a partire dalla

quale alle banche, ditte bancarie e, in generale, a

tutti coloro che esercitano il commercio delle di­

vise ed operano in cambi sull’estero, è fatto ob­

bligo, dal precedente decreto del 23 agosto, di

tenere un apposito registro per le operazioni della

specie, nel quale siano annotati tutti i dati atti a

definire esattamente l’entità, il carattere, le con­

dizioni e i fini di ciascuna di esse.

Il libro che viene ad aggiungersi a quelli pre­

scritti in generale dal .Codice di Commercio è il

cosidetto « Repertorio dei cambi » introdotto; in

Francia con la legge del 31 luglio, 1917, obbliga­

torio dal 6 ottobre prossimo, e sulla tenuta del

quale fornisce tassative istruzioni un decreto del

Ministro francese delle ‘finanze in data 4 corrente.

Come è noto, dal nuovo istituto esula qualsiasi

intento Uscale:. come oboe, a dire il Lanciry, rela­

tore, per ia Commissione del Commercio e del-

¿ industria, del disegno di legge francese, nel mo­

mento in cui, per il prolungarsi della guerra e

per il crescente squiimno delia bilancia commer­

ciale, il problema dei cambi è reso ogni giorno

più grave e diffìcile, è indispensabile che il go­

verno possa essere informato delle risorse in cam­

bio di cui dispone il mercato e del modo in. cui

esso le utilizza. A sua volta il Peret, nel parere

steso, a nome della Commissione del Bilancio,

scriveva occorrere di stabilire l’inventario delle

risorse in cambi del paese e, nello stesso tempo,

quello dei bisogni indispensabili di esso, onde pro­

curare la migliore utilizzazione delle risorse me­

desime.

(4)

I ' ■ 1 '

680 L’ECONOMISTA 9 Settembre 1917 — N. 2262

In Francia, in un paese esportatore, in alto- gra­

do, di capitali,, il quale non cessa dall’iscrivere al-

1 attivo della sua bilancia dei pagamenti con l’e­

stero .ragguardevoli somme per frutti dei propri

impieghi in altri paesi, la convenienza di ricor­

rere ad ogni mezzo atto a render meno- gravi le

conseguenze della eccezionale situazione prodot­

tasi con la guerra è stata,dì buon’ora riconosciu­

ta, e i competenti hanno lamentato che la introdu­

zione del « Repertorio delle operazioni in cambi »

abbia si a lungo* tardato. Tale convenienza sem­

bra ancor maggiore per il nostro- pa-ese, che, a

-differenza della Francia, già forte importatore di

capitali, si è trovato, con la guerra, a fronteggia­

re, in un col puro « deficit » commerciale, il rim­

patrio -d’ingenti masse di titoli nazionali prece­

dentemente collocati all’estero, e il rimborso di

capitali stranieri, g'à, operanti all’interno, -che an­

darono riaffluendo al paese d’origine, cioè, a sop­

perire, a un enorme fabbisogno, quando, appun­

to, si assottigliavano gli elementi compensatori

del tempo- normale.

Che se poi gli interessati, così di là come di qua

delle Alpi, dovessero giudicare il provvedimento

in questione quale una limitazione alla libertà di

cui godevano in tempo di pace, e il cui pieno ed

incondizionato esercizio- coptribuen-do a deprezza­

re la valuta nazionale, riuscirebbe -ora d’iflvolon-

fario aiuto- al nemico, si potrà rammentare loro-

sistemi draconiani adottati da quest’ultimo nello

intento di migliorare il proprio- cambio. Ultima­

mente in Germania il Governo- ha reso obbligato­

ria, a -cominciare -dal -io corrente, sotto pena- di

ammenda o di prigione, la denuncia, da parte del

pubblico, del possesso di specie auree e valori di

paesi; neutrali ed alleati sino a un minimo- di

M. ioo; di « -chèques » sull’estero da M. óoo in

su, e di crediti su mercati stranieri da M. 1500 in

avanti, con, la facoltà, da parte -delia « Reich-

sban-k », di acquistare gli uni e -gli altri, o permu­

tarli c-on valori diversi, calcolando, naturalmente

il_corso del Marco al prezzo « ufficiale » (!) del

giorno.

Pel risarcimento dei danni di guerra

al comuni

La questione che ha dato motivo- alle conclu­

sioni assunte -dal Congresso- dei Sin-daci delle città

colpite dalla guerra, riguarda il risarcimento dei.

danni causati dalla guerra medesima alle persone

e alle cose nei paesi che più direttamente ne subi­

scono le ripercussioni materiali; i paesi dell’Alti-

piano vicentino- bombardati dalle Alpi, le città del

Vèneto bombardate -dal cielo o danneggiate per

causa della guerra; le città del litorale a-driatioo

colpite dal cielo e dal mare. Queste zone d’Italia,

rispetto alle altre protette -dalla lontananza, si

trovano in condizioni di evidente inferiorità. E ’

giusto cffie ciò sia o- non conviene che anche questa

disuguaglianza sia tolta? La guerra n-o-mconsente

privilegi

;

è veramenfe_ impresa , nazionale :

opera (. tutti in vantaggio di tutti.

L ’enorme carico che

da -essa deriva deve essere distribuito, senza privi­

legi, fra tutti i cittadini del regno-. Oltre che as­

soluta ragione di giustizia è questo canone ele­

mentare del n-ostro Statuto. E lo Stato- si è ado­

perato già a questa; -equa- e necessaria ripartizione

-derivante dalla posizione, dalle .attitudini, dalla

classe. Occorre ora- togliere le

disparità derivanti dalle condizioni di luogo.

La Lr-ància lo ha fatto- co-n magnifica .risolutez­

za ponendo in fronte al nuovo- istituto di respon­

sabilità queste parole che suonano solenni quanto

la -dichiarazione dei diritti dell’uomo : « la repub­

blica proclama reguaglianza di tutti i francesi e

la solidarietà della Nazione rispetto ai danni- di

guerra ».

\

Su questa, via s’è posto- anche lo Stato italiano

col Decreto Luogotenenziale 24 giugno 1915 in­

tegrato -dal successivo del .14 novembre, mediante

i quali è datai facoltà al Governo di destinare agli

indennizzi - determinati Enti patrimoniali austriaci.

Il lavoro di accertam-ént-o-, -da- parte della Commis­

sione delle prede, è anzi a buon punto; i -danni

denunciati sono stati, mano mano, presi insieme

e convenientemente valutati.

Però una parte di questa opera di distribuzione

e di perequazione esige attuazione immediata e

oiù esatto e concreto riferimento ai fondi neces­

sari allo scopo.

Può attendere la fine del conflitto- -e sottoporsi

alle risultanze del bottino che ci, deriverà per le

prede di guerra una povera famiglia) cui sia stata

distrutta la modesta casetta? Può soggiacere a

tutte queste

condizionate situazioni a termine

chi

ubbia perduto il proprio- -Capo da cui derivava il

sostentamento ?

* * *

Siamo- di fronte ai danni

diretti e immediati

ca­

gionati dalla guerra e alla- applicazione dei prov­

vedimenti conseguenti, almeno nei casi che mo­

strano urgenza maggiore. Il carattere della que­

stione è -essenzialmente pratico. Sul -dovere del­

lo- Stato all’indennizzo più nessuno discute; che

se questione dovesse- farsi questa sarebbe voltai a

dimostrare che mai indennità può esser sufficiente

à riparare il danno. Si tratta invece della applica­

zione del provvedimento, pel quale il convegno

ha posto e dimostrato- il

vero carattere della ur­ genza.

Più tardi verranno a discussione altri- problemi

della stessa natura gin-defettibili e- gravi come quel­

lo ora annunciato mia eventualmente differibili a

breve scadenza ; quello- dei -danni -cagionati a in­

tere classi di cittadini che barn visto soppressa, re­

cisa la fonte dei pro-prii guadagni per divieto im­

posti dallo Stato- allo- esercizio di taluni mestieri;

accenniamo, più specialmente, alle classi -dei pe­

scatori e -dei lavoratori) dei porti adriatici. Più tardi

ancora verrà proposta la questione -dei risarcimen­

ti alle finanze dei Comuni che, per causa della

guerra, si soni trovati -costretti a talune spese

mentre, dalla guerra stessa hanno avuto- soppresse

o stremate talune fonti1 di -entrata- Problemi tutti

che debbono essere esaminati e risoluti con senso

di illuminata giustizia e di serena e saggia previ­

denza. Poiché

è inoppugnabile

che questa, dìe noi

stiamo compiendo, è veramente impresa naziona­

le; opera di tutti a vantaggio di tutti: se in ciò

sta appunto la sua moralità e la sua fortuna : il

costo del beneficio ch-e tutti ne ritrarranno deve

fra tutti essere ripartito.

La distribuzione del grano

IdUnità ha fatto qualche cenno degli assurdi, che

avvengono nel commercio del grano dopo che è sta­ to burocratizzato. Il Mugnaio che scrive la nota che qui riproduciamo è uomo così sagace e colto da non fasciar dubbio sulla veridicità della) -sua ricerca. La riproduciamo come naturale prova della necessità di cambiare sistema.

(5)

tradot-9 Settembre 1tradot-917 — N. 2262 L’ECONOMISTA 681

te tanti vagoni quanti ne sono destinati ai molini d ciascun Comune!

A Bari, il consorzio granario si è proposto il pro­ gramma di far servire la guerra a. sviluppare i mo­ lini del capoluogo ascritti alla camorra del consor­ zio, soffocando i mulini delle -città minori.

Così abbiamo che i suddetti mulini ascritti alla, camorra lavorano giorno e notte, mentre i mulini, dei paesi vicini restano inoperosi per intere setti­ mane. ¡Le tasse, però, compresi i sopraprofìtti di guerra, le pagano tanto quelli che lavorano sem­ pre, quanto quelli che lavorano solamente quando la camorra di Bari si degna di lasciar cadere qual­ che b ricci ola dalla sua lauta mensa.

E tutto questo viene giustificato -con la speciosa considerazione che il 'Prefetto, in caso di bisogno, deve avere sempre a protata di mano la farina da spedire nei centri bisognosi. Quasi che per telegra­ fo non potrebbe appunto fare spedire, in caso di bi­ sogno, farina da Barletta, anziché da Bari, a Trani o ad Andria! E molte volte a Comuni, che hanno dei mulini, e'che chiedono grano per farlo macinare localmente, il Prefetto manda farina, spesso di pes­ sima qualità, proveniente o da Bari o da Napoli o finanche dalle Marche.

Nel luglio scorso il Comune di Molfet-tà, su 6000 quintali-di fabbisogno mensile, ne ha. ottenuti soli 2000 quintali in grano; 400 sono stati dati in farina, mentre i molini locali rimanevano inopeprosi, e i treni andavano avanti -e indiètro per la -stazione di Molfetta carichi di grano. Il pretesto, che si dava ai molini, che chiedevano grano, era che non c’e­ rano vagoni pel trasporto del grano. Ma i vagoni c’eràno per trasportare il grano ai molini di Bari, e ritra-sportarlo poi sfarinato a Molfetta. E i vagoni non mancano per far venire grano dal Ravennate, mentre nel tavoliere di Puglia i produttori -sono im­ pazienti di vendere per realizzare senza ritardo i lo­ ro capitali!

Mentre i mulini delle provincie granifere (Foggia) e -quelli dei luoghi di rifornimento (Napoli e dintor­ ni) lavorano con tutta la loro efficienza anche di not­ te, e si lamentano di essere sovraccarichi di farine, paste, semole, che non possono esportare fuori pro­ vincia, i comuni minori della provincia di Bari han­ no -spesso i molini e i pastifici inoperosi per man­ canza di grano e di semola.

Per il peso viene inesorabilmente riconosciuto quello dichiarato in partenza e qualunque mancan­ za si verifichi all’ arrivo non viene affatto ricono­ sciuta. E da chi è controllato il peso in partenza? Da una Commissione di requisizione, -che spesso semplificandosi va a ridursi ad un sergente o ad un furiere. I molini hanno fatto domanda di gode­ re almeno del controllo della pesatura alla stazio­ ne di arrivo. Il Prefetto ha risposto che a nulla gio­ verebbe il controllo, perchè il peso deve essere quel­ lo dichiarato in partenza,: e così si è avuto il caso di un vagone pervenuto a- Molfetta il 13 agosto dal Ravennate, su cui peso dichiarato di quintali 131 si è verificato un ammanco di quintali 5,4-7: che è stato necessario pagare, come se esistessero.

¡Con questi e con altri pasticci, sui quali non è il caso di fermarsi, perchè possono essere compresi solamente dai pratici del mestiere, non solamente si danneggiano e si esasperano g,l’industriali, ma si disorganizza, come bene ha spiegato V Unità, la produzione e la circolazione del grano e della fari­ na;

il Governo si decide a fare lui il mestiere del Governo e a lasciar fare ai mugnai il mestiere del mugnaio.

UN MUGNAIO.

NOTE ECONOMICHE E FINANZIARIE

Produzione della lana durante la guerra. — In Italia

funziona da qualche tempo la -requisizione delle lane ed il rincaro della lana è cominciato dallo scoppiar della guerra ; vi fu aumento, poi diminuzione, poi di nuovo -aumento di consumo.

AU’estero che cosa è accaduto nello stesso periodo di tempo e che può dirsi della- produzione in genere della lana nel mondo in questo periodo?

L ’ « Economiste. Français » pubblica notizie, precise al riguardo ohe cercheremo di riassumere in gran pgrt-e, per dare un’ idea della situazione.

In Francia recentemente la Camera sindacale parigi­ na di confezioni ha fatto sapere clip p e r il 1917-1918 il metraggio delle stoffe sarà ridotto, per gli abiti di lana, ad un massimo di metri 4,50. Lo stesso sindacato ha fatto anche sapere che il metraggio ora stato già pre­ cedentemente ridotto per la stagione d ’inverno 1915-16,_ da metri 8 a metri 5.50. Si raccomanda da tutte le parti di studiare il modo migliore di sostituire materie prime diverse dalla lana, come seta o altri surrogati di produ­ zione nazionale, per evitare l ’ importazione dall’estero dalia lana con il conseguente aumento del cambio.

Malgrado queste raccomandazioni, le importazioni di lana in Francia, che erano cadute nel 1914 da 2.068.615 (quintali à 651.132 quintali nei 1915 sono risalite a 775.095 quintali importati per bisogni dell’esercito. Vi è stata adunque una sensibile ripresa delle importazio­ ni. E’ significativo per la Francia il movimento del por­ to di Marsiglia. Dopo una lieve diminuzione di 106.555 balie nel 1914 vi fu nel 1915 un aumento di 146.657 balle pari a 28.267 tonnellate. La mancanza degli altri forni­ tori precedenti e abituali, come la Russia, il Turkestan, la Persia e la Turchia d ’ Asia, è stata compensata degli acquisiti fatti in Argentina e sopra tutto in Australia.

Strano a dirsi, vi sono perfino sui 58 stabilimenti e lanifici 10 di puovo impianto e 9 ampliati, nelle regioni industriali ! Vi fu quindi un risveglio d ell’ industria la­ niera malgrado la- scarsezza e il rincaro della materia prima !

In Inghilterra per -gli enormi bisogni dell’esercito il Governo fu -costretto fin dal 1916, a requisire tutta la lana di provenienza indigena o nazionale', ad un prezzo che e À dei 36 per cento più elevato di qudilo corrente prima della guerra. Poiché la pratica, dimostrò che il panno migliore si otteneva dalla mescolanza della ’lana -nazionale con quella coloniale, furono -requisite anche le lane della Nuova Zelanda- e d ell’Australia ad un prezzo che variava da un. 50 a un 30 per cento di aumento ri­ spetto al 1915.

Ad un aumento della domanda rispose in effetti una minore produzione. Infetti il numero di balle di lana esportata dall’Australia 0 dal Capo diminuì di 309.000 halle.

-Nel 1917, giusta dati recentissimi dal 1. luglio 1916 al 30 giugno 1917, le esportazioni di lana d ’Australia e ,Nuova Zelandia diminuirono in rapporto al corrispon­ dente periodo anteriore, di baile 422.050. Così-, dunque, mentre le esigenze del consumo aumentavano la quanti­ tà di lana prodotta diminuiva e il prezzo di essa saliva, tanto che il valore della liana importata superava per 14 milioni e mezzo di lire sterline quello della lana im­ portala nel 1915.

V i furono poi anche importazioni di lana da altre nazioni quali l ’Argentina e l ’America Centrale, mia per quantità non grandi.

Anche in Francia gran parte della lana importata proveniva, nel 1916 d all’Australia e dalTInghilteirra (262.000 quintali metrici) e 297.920 quintali venivano da ll ’ Argént in a.

In Frància coirne in Inghilterra ed in Italia la lana di produzióne nazionale che era rappresentata nel 1916 da capi di bestiame ovino numero 10.845.000 mentre era stata di 16.141.000 capi nell 1913 ; che -nel 1912 era valu­ tata in 35 milioni di chilogrammi di lana e che ora è in quantità molto minore, è stata requisita dal governo nel 1916 e nel 1917.

Conclusione : La guerra ha fatto aumentare il fabbi­ sogno di lana in misura notevole, ¡mentre nello stesso periodo di tempo la produzione diminuiva, sopra tutto in Australia, al Capo ed anche negli stessi paesi consu­ matori della lana.

Da questo duplice fenomeno è risultato un sensibilis­ simo: aumento nel prezzo del prodotto. Per la Francia si nòta, inoltre una tendenza a supplire con impianto di nuove industrie o con allargamento di vecchi stabili- menti alla perdita delle fabbriche esistenti nei paesi invasi dal nemico.

È’ da prevedere fino a che dura la guerra un ulterio­ re aumento di prezzi.

Massima in materia di obbligazioni e contratti. — La

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L ’ECONOMISTA 9 Settembre 1917 — N. 2262

dei prezzi stabiliti neU’atto di concessione. A termini del decreto Luogotenenziale 20 giugno 1915, i fornitori e appaltatori .pubblici non possono pretender in giu­ dizio alcuna modificazione dei patti inseriti nei capitolati d omeri. Tale regola si applica anche alle pattuizioni sui prezzi delle forniture e degli appalti, che costitui-capitolati es&enziai'e e fondamentale dei relativi l;,^a 1Ba" * a dl ^ ra1cia- — Sin dal principio delle osti­ lità, la fianca di Francia non ha cessato d i dare alla difesa nazionale la sua più efficace cooperazione. I l mas­

simo degli anticipi della Banca allo Stato era state fissato con la Convenzione dell’l l novembre 1911 a 2900 milioni. Convenzioni successive portarono questa cifra il 21 settembre 1914 a 6 miliardi ; il 4 maggio 1915 a

“ f ? ? ? Ìl 13. febbraio' 1917, a 12 miliardi. . zoS?4 “ i?1 ,S1 ^ evavano, il 31 dicembre 1914. a 3900 milioni ; il 1. ■ luglio 1915, a 5 miliardi : il 29 giu­ gno 1916,a 7900 milioni ; il 27 dicembre 1916, a 7400^ni- hom ; il 27 giugno 1917, a 10600 milioni.

bm dalle prime settimane che precedettero e seguirono la guerra la Bianca ha assorbito, con lo sconto, miliar­ di di effetti di commercio. Le entrate di effetti proro­ ga 1 soqp salite a 4476 milioni di franchi. Nonostante 1 decreti di proroga, la Banca ha potuto ricoprire a gran Parte di tali effetti. Alla fine dicembre 1914, ne aveva xn portafoglio per più di 3350 11 30. è o e m b » 1915, questa cifra era discesa a 1834 milioni. Il 2 7 .dicembre 1916, non ne restavano che per 1339 milioni. Nel bilancio del 27 giugno la si trova ridotta a 1194 milioni e mezzo. In questa cifra sono compresi gli effetti dei dipartimenti invasi. • b,.ausa. 1 anniento considerevole delle importazioni per

1 bisogni della guerra e dell’approvvigionamento, i pa­ gamenti della Francia a ll’estero, superarono in poco tempo gl incassi provenienti da -uin’espocrtazione dimi­ nuita dalle circostanze. L ’ intervento della Banca ebbe » tale rispetto, un risultato oltremodo favorevole Dal principio del 1915 fino al 27 giugno 1917 sono usciti dalle casse della. Banca 3030 milioni d ’ oro. In questa somma le vendite sono comprese per 1667 milioni e mez­ zo. Alla vigilia della guerra la sua riserva metallica in oro era di 4070 milioni ; il 5 luglio 1917, era di 3256 mi- iliom . La campagna fatta dal 1915 in poi a favore dei versamenti d ’ oro ha prodotto una somma di 2215 mi­ lioni.

La. parte avuta dalla Banca nei prestiti dello Stato non è stata meno utile. Le sottoscrizioni ai Buoni della Di- iesa.Nazionale ricevuti dalla Bauca sono salite: nel 1914 a piu di 272 milioni di franchi ; nel 1915, a 1645 mi- Jiom ; nel 1916, a 3367 milioni. A l momento del prestito 6 1lf‘\ " f 1 1915, la Banca raccolse più di 300.000 sotto- scrizioni rappresentanti un capitale nominale di 2963 milioni di franchi sul totale del prestito di 15204 milio­ ni, vale a dir© il ig 1/2 per 100. Per il prestito del 1916, la Banca, raccolse 828000 sottoscrizioni rappresentanti •un capitale nominale di più di 3948 milioni — quasi 4 miliardi — su un totale di 11353 milioni, cioè quasi il 35 per 100.

Buoni del tesoro. — Col giorno 1. ottobre 1917 scadrà il termine per ili rimborso dei Buoni quinquennali del tesoro 4 per cento emessi in virtù del Reale Decreto 8 ottobre 1912. I possessori dei detti Buoni dovranno indicar© al Tesoro-, entro il 15 settembre, la Sezione di Tesoreria Provinciale, presso la quale desiderano e- sigere il capitala ad essi dovuto.

Entrate dello Stato. — Dalle tabelle dei proventi dei

due mesi di luglio e di agosto si rileva che si incassa­ rono 621.680.000 lire, con 183 milioni e mezzo in più dei due .primi mesi dell’esercizio precedente e 266 milioni e mezzo, in cifra tonda, in più dello stesso periodo del pen ili-timo © s fiz io . Furono in aumento tutti i cespiti durante il bimestre : le tesse sugli affari con 24 milioni b!rncstre 1916-17 «1 altri 21 più del bimestre 1915-16, 1 imposta sui consumi con 54 e 80 milioni -ri- ispettivamente in più, .le privativo con 30 e 52 milioni

ni cifra tonda, in più, le imposte dirette con 65 milioni in piu del bimestre scorso e 74 milioni e mezzo in oiù del bimestre 1915-16.

Anche, i servizi pubblici tesero, rispettivamente, sette e „8.milioni ini più. Come agevolmente si intende, i pro­ venti sono aumentati in proporzione dell’aumento ,glo- «egli onori fiscali, ma è perciò notevole la saldez- za dalla ¿economia, nazionale, la quale fornisce un così -largo contributo alla finanza di Stato., Per quanto siano

state elevate le previsioni, esse vennero superate dagili incassi defi’esercizio chiuso al 30 giugno scorso. Per il .corrente esercizio, la previsione totale dei redditi fiscali ammonta -a 4.271.356.000 lire ; quindi si ¡presume una. media di percezione per un bimestre di circa. 544 milio­ ni. Di conseguenza, nel primo bimestre del corrente e- se rei zio, .si introitarono .sette1 milioni e mezzo circa in più delle 'previsioni.

FINANZE COMUNALI

As litui ai -Comuni. — Provincie: Aveliino L. 90.000,' ¡Benevento L. 30.000, Como L. 125.000.

Comuni: Napoli L. 3.900.000, Palermo L. 2.000.000, Roma L. 5.000.000, Spmazzoia (Bari), L. 45.000, Man­ tova L. 243.90, Lanate (Brescia) L. 15.100, Sondrio Lire 186-800, Montemiiltetto (Avellino) L. 41.100, Caserta Li­ re 17.800, Bordilo (Chieti) L. o.§00, Castel San Pietro (Bologna) L. 28.000, Monza (Milano) L. 250.000, C ab­ ac rar a ai Reno (Bologna) L. 18.500, Termini lmerese (Palermo) L. 50.000, e L. 50.000, Lastra a Signa (Firen­ ze) L. 16.000, Bergantino. (Rovigo) L. 15.500, Pmerolo (Torino) L. 4.800 e L. 230.30Ö, Città di Castello (Peru­ gia) lL. 14.600 e L. 6.500, Rogìiano (Cosenza) L. 50.000, L. 100.000, L. 50.000, L. 32.0U0 e L. 57.000, Nocera In­ feriore (Saiermo-) L. 656.50 e L. 13.5, Tresnuraghes (Ca­ gliari) L. 16.50, Vigliano Bie'llese (Novara), L. 4.000, Oervinara (Avellino) L. 32.500, Anguillara Sabazia (Ilo- ma) L. 65.000, Badia Tedalda (Arezzo), L. 6.000, Castel S. Nicolò (Arezzo) L. 7.900, Montefiorino (Modena) Li­ re 45.000, S. Vincenzo da Costa (Cosenza) L. 38.500, Mon­ te Santa Maria Tiberina (Arezzo) L. 12.000, Salsnjnag- giore (Parma) L. 12.000, Arzignano (Vicenza) L. 50.000, San Donato V al di Cornino (Caserta) L. 50.000, Sant’Ip pctiito (Pesaro) L. 3.800, Terranuova Braccicflini (Arez­ zo) L. 16.200, Vicovaro (Roma) L. 10.500, Lunano (Pe­ saro) L. 4.000, Fabrizia. (Catanzaro) L. 25.600, Esanato- glia (Macerata) L. 12.000.

Consorzio della Grande Bonificazione Ferrarese se­ dente im Ferrara L. 550.000.

LEGISLAZIONE Dl GUERRA

La Bajnca d’ Italia in Cireniiica. — La « Gazzetta Uffi­

ciale pubblica il seguente decreto N. 1359 in data 12 a- gosto 1917.

In -virtù d ell’autorità a Noi delegata;

Visto il R. decreto 6 novembre 1913, n. 1289, che au­ torizza la filiale defila Banca d ’Itallia in Bengasi a com­ piere te operazioni di credito agrario in Cirenaica, © le affida la liquidazione delle succursali ndlla detta colonia della cessata Banca agricola ottomana ;

Ritenuto che per ragioni varie l ’ azione delia Banca d ’Italia a dichiarazione defila. sua Direzione generale non può, agli effetti della liquidazione -suddette, estendersi indistintamente a tutte le succursali de-ll’ex-Banca agri­ cola ottomana

Poiché invece nell’interesse dei. credito agrario della Cotonía, e specie in vista degli accertamenti fondiari in corso, urge compiere le operazioni di liquidazione in tutte le succursali medesime ;

. Sut-la proposta del ministro .segretario di Stato per le colonie, di concerto con quello del tesoro;

Sentito il Consiglio dei ministri ; Abbiamo decretato e decretiamo:

A ll’art. 3 del R . decreto 6 novembre 1913, n. 1289, è aggiunto, dopo il primo comma, il seguente capoverso : « E ’ data tuttavia facoltà all Governo della Cirenaica di affidare, secondo le norme e le ¡garanzie che saranno eia esso stabilite, ad altri enti o a speciali incaricati la liquidazione d i quelle succursali della cessata Banca a- gricola ottomana per le quali la filiale in Bengasi della Banca d ’Italia non potesse ¡provvedere ».

Indennità agli equipaggi mercantili. — La « Gazzetta

Ufficiale» pubblica il seguente Decreto^N. 1392 in data 2 settembre:

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w

9 Settembre 1917 — N . 2262 L’ECONOMISTA

Art. 2. — Fermi restando le paghe ed ili 'soprassoldo mensile per i rischi di guerra, accordati dagli armatori al’La gente di mare di qualsiasi nave mercantile o rimor­ chiatore di nazionalità italiana, in vigore al 1. agosto 1917, è concesso'a carico dello Sta to, dallla data medesi­ ma, e per la durata della guerra, agli equipaggi défilé navi stesse, quando siano requisite o sequestrate o quan­ do 'siano noleggiate con contratto che. ponga i rischi di guerra a carico dello Stato :

a) una indennità mensile di caro viveri nella misura sotto indicata :

L. 60 per i comandanti e primi macchinisti ;

L. 40 per gli altri ufficia1]! di coperta e di macchina­ li. 30 per la, bassa forza.

Tale indennità è di L. 30: per tutto indistintamente il personale dei rimorchiatori.

Sono esclusi dall’ indennità gli equipaggi delle navi, che già per tale o per analogo titolo, godessero una in­ dennità uguale o superiore a. quella ora stabilita. Per coloro che Ha godessero invece in misura, inferiore, sarà corrisposta la differenza.

Per le navi di cui al precedente comma, lo Stato rim­ borserà agli armatori soltanto 'l’indennità nella misura di cui al presente articolo.

b) Un,a indennità di divieto di sbarco nellla. misura fissa del quindici per cento per lo stato maggiore e del venticinque per cento per la bassa, forza, del'e .paghe in vigore al 1. agosto 1917, per ciascun tipo di contratto di arruolamento, escluse quindi le panatiche e qualunque altro assegno eventuale concesso d a ll’arm atore.

Per coloro che, .secondo il contratto di arruolamento, ! debbono provvedere al vitto con la .paga (alla scarsa),

il computo di tale indennità sarà fatto prendendo per base la paga, diminuita, del venti per cento.

La predetta indennità compete a tutti indistintamente i componenti glli equipaggi, aventi o no obblighi mili­ tari, che al 1. agosto si trovavano regolarmente arruo­ lati e, per i nuovi imbarchi, dalla data di arruolamento, e non subirà cambiamenti qualunque possano- essere lé successive variazioni delle paghe.

Per tutto indistintamente il personale dei rimorchia- to rid ’ indennità è corrisposta, sulla base del venticinque per cento.

c) Un soprassoldo ¡giornaliero di guerra nella misu­ ra di :

lire 6.00 per i comandanti © primi macchinsti ; lire 5,00 per gli altri ufficiali di coperta e di mac­ china ;

lire 2.60 pqr i sottufficiali ;

lire 1,00 per ih rimanente equipaggio,

per i_ giorni di effettiva navigazione in qualunque mare e per i giorni di sosta nei porti situati nel mare Adria­ tico, nel'i’J on ioa nord del parallelo di Capo d ell’Armi ed a levante ddl meridiano dello stesso capo, e in quelli situati sulle coste dell’ Egeo, del'la Libia, del Mar Rosso e della Somalia italiana, salivo nqi periodi di sospensio­ ne di requisizione o di lavori che immobilizzano 'la nave. Lo stesso soprassoldo competerà per le permanenze nei porti compresi nelle zone che potranno essere suc­ cessivamente dichiarate di guerra dal ministro defila marina in. forza del decreto Luogotenenziale 24 giugno 1915, n. 999, e cesserà di essere corrisposto per le per­ manenze nei porti compresi in zone che da'llo stesso mi­ nistro non fossero più considerate di .guerra.

Per i rimorchiatori il soprassoldo è fissato in : L. 2,50 per il comandante ed il macchinista ; L. 1 per il rimanente equipaggio.

Per tali navi non sarà considerata navigazione il ser­ vizio prestato nell’interno dei porti non compresi nelle zone sopraindicate. . . . .

Art. 3. —■ L ’indennità di divieto di sbarco, di cui alta lettera b) dell’ art. 2, è dovuta, a carico degli armatori,

j agli equipaggi défilé navi non considerate nel primo com­

ma dello stesso articola, per i quali pure vige il divieto di sbarco.

Art. 4. __ I l .soprassoldo di guerra di cui alla lettera c) deH’articolo 2 non annulla, nè limita il diritto al compenso per lavoro straordinario effettivamente esegui­ to a termini delle clausole risultanti dai rispettivi con­ tratti di arruolamento nella solla misura stabilita in tali contratti al 1. agosto 1917. _ .

Art. 5. — Dal 28 agosto 1916, gli equipaggi delle navi di cui all’articolo 2 devono ritenersi assicurati contro i rischi di guerra (ferma restando l’assicurazione, contro i rischi ordinari) per le seguenti indennità da pagarsi in caso di morte ^

'lire 60.000 per i comandanti e primi macchinisti ; lire 4ó.'000 per i primi ufficiali, medici di bordo e secondi macchinisti ;

lire 32.000 per i secondi ufficiali o terzi macchinisti; , lire 30.000 per i sottufficiali, compresi i comandanti e macchinisti dei rimorchiatori ;

lire 25.000 per Ila bassa forza.;

lire 20.000 per i mozzi e .giovanotti, _ ^ ’• o per quelle maggiori che essi godono in virtù di i contratto in vigore, o che godevano al momento del si­ nistro.

L’ indennizzo dii cui sopra è assicurato direttamente dallo Stato a datare dail 1. settembre 1917 per le navi i cui equipaggi sono attualmente assicurati a mese, o dalla fine del viaggio in corso per le navi i cui equipag­ gi sono assicurati a viaggio.

Per i sinistri avvenuti .anteriormente all’ assunzione diretta defila assicurazione per parte dello Stato, sarà corrisposta agli aventi diritto la differenza tra l ’ inden­ nizzo percepito e quello previsto dall primo- comma del presente articolo. . . •

Art. 6. ■— E’ data facoltà al ministro per i trasporti marittimi e ferroviari di affidare alla Cassa nazionale di assicurazione per gli infortuni degli operai sul lavoro , la liquidazione ed il pagamento delle indennità di cui al precedente articofio.

Art. 7. — Gli. equipaggi delle navi, i quali siano stati o vengano in seguito militarizzati, conservano il diritto di opzione fra. il trattamento di cui sopra e quello di pen­ sione militare per ,il caso di infortunio per causa di guerra.

L ’ opzione per j^li equipaggi attualmente militarizzati sarà rinnovata ad ogni effetto entro 15 giorni d all’en­ trata in vigore delle presenti disposizioni.

Art. 8. — Il personale mercantile militarizzato, im ­ barcato sui RR. incrociatori ausiliari e sufile RR'. navi ausiliario, ha diritto a tutti gti assegni previsti dal pre­ sente decreto, ad eccezione di quello di cui a ll’art. 4.

A l personale medesimo competono invece gli assegni speciali di bordo stabiliti dal decreto Luogotenenziale 16 maggio 1907, n. 406, e successive modificazioni, in re­ lazione al grado, categoria, specialità e funzioni.

Art. 9. — Il pagamento delle indeiinità sarà fatto a cura degli armatori, e il rimborso agli stessi sarà fatto dalle Amministrazioni dello Stato secondo le norme che saranno stabilite dall ministro dei trasporti marittimi e ferroviari.

Art. 10. — Per i maggiori rischi corsi nel periodo com­ preso fra. il 1. febbraio e il 31 luglio 1917, verrà corri­ sposta agli equipaggi delle navi da carico di cui alla prima, parte delH’ art. 2, una indennità mensile per una sola volta, in ragione di lire cinquanta per lo stato mag­ giore e lire venticinque per 1-a bassa forza, per ogni viaggio effettuato- oltre, gli stretti di Gibilterra e di Suez.

La durata del viaggio si intende dalla data della par­ tenza da un porto italiano a quella dell’ arrivo pure in porto italiano.

Il computo della durata del viaggio sarà fatto a de­ cadi, considerando la decade iniziata come compiuta.

I l viaggio iniziato ed interrotto per atto di guerra sarà considerato compiuto alla data dell’arrivo in Italia ^deil- l’equipaggio rimpatriato.

Art. 11. — Il ministro per i trasporti marittimi e fer­ roviari, con suo decreto da registrarsi alla Corte dei con­ ti, prowederà a coordinare e riunire in testo unico le disposizioni relative alila condizione giuridica ed al trat­ tamento economico degli equipaggi delle navi mercanti­ li nazionali.

Ferie dei magistrati. — La « Gazzetta Ufficiale », pub­

blica il seguente Decreto N. 1353 in data 25 agosto : In virtù dell’ autorità a Noi delegata;

Visto l ’art. 5 defila legge 30 marzo 1916, n. 356, ri­ guardante le ferie giudiziarie, col quale il Governo del Rie' è autorizzato a dare le disposizioni necessarie per 'l’ attuazione della legge medesima;

Sentito il Consiglio dei ministri ;

Sulla proposta del guardasigilli, ministro segretario di Stato per gli affari di grazia e giustizia, e dei culti ;

Abbiamo decretato e decretiamo : Capo I.

Del personale, delle Corti e dei tribunali nel perìodo feriale.

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684 L’ECONOMISTA 9 Settembre 1917 — N . 2262

di appeiltto il periodo delle ferie, per l ’anno successivo, in modo che esso cominci non prima del mese di luglio e termini non dopo il mese di ottobre.

A tal fine i capi delle Coirti'devono, entro- il mese di novembre, rassegnare le loro proposte al Ministero, u- nendc-vi i pareri dei presidenti dei Consigli degli' ordini I forensi.

Art. 2. — Le tabelle dei'magistrati che dovranno pre­ stare servizio durante le ferie nelle Corti,^ nei tribunali e negli uffici del pubblico ministero, -sono formate rispet­ tivamente dai primi presidenti e dai procuratori gene­ rali, secondo il prescritto form-uilario, e trasmesse in doppio esemplare ai ministro delia giustizia per la neces­ saria approvazione, almeno venti giorni prima dell’ini­ zio del periodo- feriale.

Lue mesi prima di tale periodo, 1 presidenti ed i pro­ curatori del Re rassegnano rispettivamente al primo presidente ed al procuratore generale le 'loro proposte pel tribunale e per la R. procura.

Art. 3. — Le tabelle devono indicare il numero delle sezioni, e delle udienze feriali delle Corti d ’appello e dei tribunati, nonché il periodo di riposo assegnato' a ciascuno dei magistrati in servizio durante le ferie, a norma dell’ ultima parte dell’art. 1 della legge.

Xa'ie periodo di riposo deve essere assegnato in modo che non derivino difficoltà al regolare andamento dei servizio, . e con preferenza nel bimestre che segue im­ mediatamente al periodo feriale.

Il magistrato che ha prestato servizio durante le ferie conserva, nel caso di trasferimento ad altro ufficio anche se in promozione, il diritto all periodo annuale di riposo, ma -la. determinazione del tempo del godimento è fatta dal primo presidente o dal procuratore generale, dal quale dipende il nuovo ufficio.

Art. 4. — Nelle Corti d ’appello, per il periodo feriale può provvedersi alla formazione del collegio, mercè l ’in­ tervento del presidente o d i presidenti di sezione del tribunale locale o di altro tribunale del distretto, anche se in servizio.

Nei tribunali, il collegio peli periodo feriale può esse­ re formato con l ’intervento di uno o due giudici di altro tribunale del idistretto, anche se in servizio, o con uno o due pretori o vice-pretori del circondario.

E’ vietato l ’ intervento nel collegio di più di due mem­ bri estranei alla Corte o al tribunale, ed in ogni caso, l ’ intervento d i ,più di un vice-pretore onorario nel colle­ gio del tribunale. .

Art. 5. •— Le funzioni di giudice istruttore presso il tribunale possono essere affidate, durante il periodo fe­ riale, al giudice istruttore in servizio' presso un tribuna­ le limitrofo delio stesso distretto.

Art. 6. — Le funzioni del pubblico ministero' prèsso HI tribunale possono essere affidate, durante il periodo feriale, ad un sostituto in servizio presso altro tribunale vicino dello stesso distretto, ovvero ad un_ pretore o uditore vice pretore del circondario.

Art. 7. — Con decreto del primo presidente della Corte di appello, sentito il procuratore generaile, possono es­ sere nominati membri supplenti della sezione di accusa, durante le ferie, uno ° più consiglieri in servizio.

Art. 8. — Avvenuta l ’aipprovazione delle tabelle da parte del ministro della giustizia, gli incarichi indicati negli articoli 4 e 5 sono affidati con decreto del primo presidente della Corte di appello, e quelli -indicati nel- l’a-rt. 6 -con decreto d el procuratore generale.

Il primo presidente od il procuratore generale possono, se è necessario, sostituire nei detti incarichi altri ma­ gistrati a quelli indicati nelle tabelle, informandone il (Ministero.

Le tabelle relative ai tribunali ed alle R R. procure, insieme ai decreti emanati a -norma dell presente artico­ lo, sono, dopo H’approvazi-one ministeriale, comunicate dai primi presidenti e dai procuratori generali -rispetti­ vamente ai presidenti ed ai procuratori del -ite.

Art. 9. —• Per le Corti di appello ed i tribunali divisi in più sezioni -feriali, provvedono a ll’assegnazione dei magistrati alle v-arie -sezioni rispettivamente i primi pre­ sidenti di tribunale.

1 primi presidenti delle Corti di appello, sentito il' procuratore generale, ed i presidenti di tribunale, sen­ tito il procuratore del Re, possono, se è necessario, di­ sporre la formazione, con magistrati in servizio nella Corte e ndl tribunale, di sezioni feriali in aggiunta a quelle indicate nelle tabelle approvate dal Ministero.

Art. 10. — Se nel corso delle ferie il personale in 'ser­ vizio ndlle Corti, nei tribunali o negli uffici del pubbli­

co ministero diviene insufficientej i primi presidenti, e rispettivamente i procuratori generali, possono provve­ dervi con magistrati in servizio in altri uffici, a norma degli articoli precedenti ; e, se ciò non è possibile, hanno facoltà di richiamare a’1 loro posto uno o più fra à ma­ gistrati in felle, salvo compensarli con un corrisponden­ te periodo di riposo. Di tali provvedimenti deve essere informato il ministro della giustizia.

, Art. l ì . —r-' A i funzionari delle cancellerie delle Corti e dei tribuna,li ed a- quelli dell© segreterie degli uffici presso i detti Collegi, possono, durante il periodo feriale del pubblico ministero-, nonché agli ufficiali giudiziari ed in seguito a loro domanda, essere accordate dai primi presidenti e dai procuratori generali per missione di assenza, nei limiti dell© norme * vigenti, purché resti assicurato il regolare andamento dèi servizio.

Capo- II.

Del servizio feriale delle Corti e dei tribunali e relative nonne {processuali.

§ 1. — Affari civili e commerciali!.

Art. 12. — Non possono essere rinviate dal periodo or­ dinario ad udienze del periodo feriale che le cause con­ template. neil’art. 3 deha legge. Le altre devono essere differite ad un’ udienza del periodo ordinario successivo

alle ferie.

Art. 13. — Nelle sezioni civili delle Corti di cassazione, è sospesa, durante il periodo feriale la discussione dei ricorsi, •• salvo i provvedimenti che i primi presidenti delle Corti medesime potranno dare nei casi di -urgenza.

Art. 14. Nei primi quindici giorni del periodo feriale, le udienze civili delle Corti e dei tribunali. sono tenute dal solo presidente per i provvedimenti di sua competen. Iza e per' 'la pubblicazione delle sentenze, salvo ragioni di urgenza, nel qual caso- il presidente, sopra istanza anche di Una sola delle -parti, può, con provvedimento non impugnabile, -stabilire un’ udienza del collegio.

A,rt. 16. — Durante il periodo feriale non possono esser© trattate che le cause indicate nell’,art. 3 della legge.

r e altre cause sono rinviate anche di ufficio ad una dell© prime udienze ddl periodo ordinario.

Art. 16. — I l convenuto ha facoltà di proporre oppo­ sizione, in via incidentale, alla prima udienza, contro il dee,reto di urgenza. Su tale incidente provvede .senza' dilazione il presidente, in conformità 'd ell’ art. 12 della legge sul, procedimento sommario 31 marzo 1901, n. 107, e dell’art. 40 delle disposizioni pel coordinamento ed attuazione della, legge medesima, approvate con R . de­ creto 31 agosto 1901, n. 413.

L’ordinanza del presidente non è soggetta a reclamo. (Qualora La dichiarazione’ di urgenza sia revocata, il pre- sidente -stabilisce con la, medesima ordinanza l ’ udienza, posteriore al periódo feriale, a cui la causa è rinviata.

Art. 17. — Se alla udienza stabilita con Tatto- di cita­ zione l ’attore -si rende contumace, il convenuto comparso può chiedere il differimento della causa ad una udienza posteriore al periodo feriale.

Questa disposizione non si applica -nel caso . che fra più attori taluno sia comparso.

Art. .18. — In tutte le cause indicate ndll’a-rt. 3„della legge, il presidente può, sulla- dpmanda di -secondo od ulteriore differimento concordata dalle parti o fondata su giusti motivi, fissare la nuova udienza, al periodo or­ dinario per cominciare o continuare l’esame dei testimo­ ni. .1,1 tempo intermedio fra la data del decreto e 11 gior­ no così-vfissato non è computato nel termine.

Se i procuratori non sono presenti, il cancelliere dà immediatamente avviso del decreto al procuratore della parte istante, che ne cu,rerà la notificazione a^li altri.

Questa disposizione non si applica agli esami a futura memoria n-è alle cause menzionate nell’art. 3 della legge.

Art. 20. — Durante il periodo feriale gli affari di vo­ lontaria giurisdizione hanno il 'loro corso normale.

§ 2. — Affari penali.

A,rt. 21. — I primi' presidenti delle Corti d ’ appello di accordo coi procuratori generali, ed i presidenti di ac­ cordo coi procuratori del Re, provvedono, in applicazio­ ne dell’art. 2 dèlia legge, al regolare funzionamento del­ la giustizia penale durante le ferie, rispettivamente nel­ le Corti e nei tribunali.

Durante il periodo feriale non è sospesa La istruzione dei processi penali.

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