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CENNI SUGLI STUDII PRATICI DI SUPERFICIALE ESPLORAZIONE DELLE MINIERE... Gaetano Marco Mori Ubaldini. Digitized by Google

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(1)

CENNI SUGLI

STUDII PRATICI

DI SUPERFICIALE

ESPLORAZIONE DELLE MINIERE...

Gaetano Marco Mori Ubaldini

DigitizedbyGoogle

(2)

V

Editore intende valersi dei diritti che gli accordano

le leggi internazionali sullaproprietà letteraria.

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I*TR0Dl%10*K

È

qualche

tempo

che nella nostra Toscanasi sono in- trapresi lavori più o

meno

estesi d'esplorazionein diverse località,

onde

accertarsidellapiùo

meno

probabile esistenza in esse dei diversi prodotti minerali dei quali essaèricca.

Mancano

però opuscoli di nozioni elementari,che met- tano

non

solo il Possidente,

ma

anco gli agenti di

campa-

gna, e i contadini stessi a seconda della loro capacità, a portata di quei segni caratteristici, pei quali è dato con qualche

fondamento

sospettare la probabile esistenza di quei prodottinei terreni da essi respettiva

mente

posseduti, amministrati, o lavorati, la scoperta dei quali se si veri- ficasse

non

solo migliorerebbe lacondizionedeiPossessori,

ma

contribuirebbe altresì al benesseredel nostro Paese.

A

tal fine si olire al Pubblico il presente opusco- lo estratto da diversi autori europei, che

hanno

parlato della materia, e contenente in

compendio

i principali in- dizii caratteristici, che posson porre chiunque sulle tracce della più o

meno

probabile presenza nelle viscere della terra « del

Rame

e del

Carbon

Fossile. »

RICERCHE.

L

indagine particolare della costituzione geologica di

un

paese indica

non

solo iterrenidove si possono incon- trare depositi metalliferi,

ma

altresì le parti diquesti ter- reni dove èpiù probabile ritrovarli.

Abbiamo

a

memoria

adunque, che certe zone di gneis e di scbisti argillosi a contatto dei porfidi, e certe rocce argillose,ocalcaree(co-

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(4)

-

4

inanemente

dette pietre da calcina) alternate a contatto delle dioriti, (cioè pietre saponacee, untuose, picchettate di frequenti cristallizzazioni,diallaggio color bronzo) e di serpentini, (o sostanze analogheadei gabbri)dicolorverde cupo, rosso pallido, bigio e nerastro,iqualiancora sovente picchettati di diallaggio

come

sopra, sono i veri piani di concentrazione delle sostanze metallifere. GÌ'indizii

che sembrano meno

osservabili,

come

la tessituradelle rocce,

il loro colore, la struttura degli strati, possono

sommini-

strare dati importanti per fatte ricerche.

Si possono trovar prove della presenza di minerali in

un

paese montuoso, studiando il letto dei ruscelli, i solchi falti dall'acque dei torrenti, che trascinano seco

una com-

piuta raccolta di tutte le rocce per le quali son passate:

così basta studiare i ciottoli rotolati che trasportano e son quasi politi per farsi un'idea

non

solo delle rocce dui paese,

ma

altresì delle sostanze accidentaliche vis'incon- trano.

Se

per esempio fra i ciottolirotolatidalle rocce gra- nitiche trovansi della barite e della calce fluata, è certo che queste due sostanze appartengono a uno,o più filoni, e che risalendo il torrente, e tutti i suoi affluenti,siscor- gerà che i ciottoli di queste

due

sostanze diverranno più grossi, più numerosi, e

meno

rotondati, a misura che si

anderà avvicinandosi ai filoni che gli contengono, e

con

perseveranza si giungerà a) luogo dove si trovanole gan- ghe (o pietre sulle quali apparisce attaccatoilmetallo) dei minerali preziosi: la forma e la grossezza dei ciottoli re- lativamente alla durezza indicano la distanza

donde

pro- vengono. Nello stesso

modo

ci si regolerà nelcaso che le sabbie di

un

torrente lavato indichino l'esistenzadialcune particelle di minerale.

Tale è la miglior maniera di ricercare i filoni nelle

montagne

di

mezzana

elevatezza, attesochéilcaso soltanto

può

fare scoprire quelli nascosti sotto i terreni coltivati.

La

scoperta delle miniere è dovutaper lopiù ad indi-

(5)

5

-

zii esterni,che il più delle voltesipresentanoai nostrioc- chi dal caso,equesti indiziiconsìstonoinaffioramenti (cioè a dire in quella parte di minerale che si mostra sullasu- perfìcie del terreno) del deposito in

frammenti

staccatisi da questi ecc.

Innanzi d* intraprendere verun lavoro di ricerche, e

meno

poi veruno scavo, devesi percorrere il terreno, ed esplorarne tutta la superficie, ripassando più volte nello stesso punto.

Quando

scopronsi affioramentialla superficie del suolo, glistudiigeologici possono prender maggiorsviluppo,edare più precise indicazioni sul valore del deposito. Indisi

può

riconoscerne la forma, e decidere se appartenga ad

un

fi-

lone, ad

uno

strato, o ad

un ammasso.

Conosciuta l'esistenza di uno, o più affioramenti,con- verrà studiarli su di

una

gran larghezza, indagarne i de- positi,ericonoscerli nel seno della terra.

Premesse queste nozioni,che si possono applicare ge-

neralmente

ad ogni metallo,scendo ora a parlarediquelle che possono aver relazione alla scoperta delle sostanze

« Ramifere e Carboniche. »

Itame.

In mineralogia ilgenere

rame

contiene

almeno 12

spe- cie diverse, e ciascuna di queste ha

un

gran

numero

di varietà.

La

loro base

comune

è il rame,

mentre non

of- frono alcun carattere esterno generale,per cui si possano distinguere;

dobbiamo

però ricorrere ai reagenti chimici per iscoprire l'esistenza di questo metallo.

L'Ammoniaca

liquida produce

un

tale effetto; essa discioglie bastante-

mente

il rame, che acquista

un

bel coloreazzurrointenso, allorché riducesi

una

di queste specie

ad uno

stato diossi- dazione conveniente

mediante un

acido,o mediantela tor- refazione, ed anche la calcinazione col Nitro. I minerali conosciuti più doviziosi presentansi sotto due aspetti; gli

(6)

-

6

-

uni colla lucentezza metallica,e sono di

un

rossodirame, d'un giallo d'ottone, di

un

grigio di ferro, o grigio nera- stro traente all'azzurro; gli altri senza apparenza metal-

lica, sono rossi traenti alla porpora, azzurri,overdi.

Que-

st'ultimo caso è il più ordinario: trovansi in fatti pochi mineralidi

Rame

che

non annunzino

l'esistenzadiquesto metallo con qualche apparenza verdastra.

1'

— Rame nativo.

Questa miniera offre i caratteri del

rame

già depurato con operazioni metalliche.

Le

sue

forme

son regolari e

sembrano comuni

a quasi tutti i metalli; e sono il cubo, l'otlaedro, il

cubo

dodecaedro. Incontrasi anche in

ramo-

scelli e in filamenti. Si rinvienedel

rame

nativo in grani, in concrezioni,

o

stallatiti, in masse

amorfe

ec.

Le

miniere di rame, giacenti in terreni primordiali antichi, offronoil

più delle volte questo metalloin istato nativo. Il

rame

na- tivo in concrezione

non

potrebbe riguardarsi

come

di for-

mazione

naturale;risulta dalla decomposizione operata dal ferro, dalle soluzioni di

rame

che colano nelle miniere in vicinanzadei forni naturali, e si possono riguardare

come un

residuo.

Le

rocce e le

ganghe

del

rame

nativosonoil granito, ilgneis, il micaschisto, lo steaschisto, gli schisti,

e

piladi ce. Il quarzo, la calce carbonata o fluata, la barite solfata ec.

»•

— Rame solforato.

La

tessitura diquesto minerale è compatta, lafrattura concoide, talvoltaAppannata, e di raro la

me

Uosa;ilcolore è nero di ferro, o grigio di piombo, sovente azzurrastro,

iridiscente alla superficie,o rossastro pel mescuglio di

un

ossido.

È

fusibilissimo

anche

alla

fiamma

di

una

candela, più difficile a ripristinarsi del

rame

ossidulato.

Questo

minerale.»

stritola sotto il coltello, e

assume una

lucentezza metallicaassaivivace,benché alquanto molle,

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(7)

7

è duttile,

non

si taglia però

come

l'argento solforato; la sua forma primitiva èquella di

un

prisma esaedro rego- lare. Si conoscono molte varietà di

rame

solforato.In ge- nerale questa miniera è

una

delle piùdoviziose;

forma

fi- lenipoderosissimi,checontengono

anche

del

rame

ossidulato;

talvolta essoèricopertodi

rame

malachitosetaceo. Inquasi tute le miniere di

rame

deiterreni primitivi, trovasi que-

sti specie assai importante, e dimostralepiù belle crista- liaazioni.

n — Rame

plrltoflo.

Questa miniera di

un

giallo metallico somigliaalferro solforato. Quest'ultimo è

meno

pallido, più duro, scintilla più hcilmente coll'acciarinoec.

La

formaprimitiva del ra-

me

pritoso è il tetraedro,e le sue

forme

ordinarienede- rivano

immediata

mente. In massaessooffreipiùvivicolori dell'Irde. Trovasitalvolta inconcrezioni,ostallatati;lasua superfìcie color bronzo, è cribrata di buchi. 11

rame

piri- toso coitiene molto più ferro delia specie precedente. Il

rame

pietoso è

meno

decomponibile del ferro solforato, nell'aria

umida

sialtera talvolta,peraltroforniscedel sol- fato di rane: esso contiene in alcuni casi dell'oro e del- l'argento in piccole proporzioni. Il

rame

screziato

forma una

specienuova, i suoi colori son più vivi, escreziati di rosso, di buno, di violetto, di verde,ed

anche

diazzurro;

la sua spezatura è bernoccoluta; è teneroasegno da po- tersi raschiaicoli'unghia, la sua polvere èrossastra. Imi- nerali di ranv pirìtost che si estraggono

comunemente, non

sou peraltro i più doviziosi: i loro filoni trovansi assai ripetuti.Trovansi nei terreni primitivi, e in quelli di transizione,in grandi

ammassi,

ein filonipoderosi,sono ordinariamente accompagnati di

rame

grigio, di ferro sol- forato, diferro patico, di piombo, e dizincosolforato.

Le

rocce che gli contengono sono, steaschisti,psammiti, schi- zoidi, piladi miccee ec.

(8)

4

a

— Rame grigio

Questo minerale di

un

grigio acciaio, più o

meno

ca- rico, lucido efosco, offre

una

frattura bernoccoluta; lasui lucentezza metallicaèalquantovivace; è diffìcilea fonderli alcannello,e

comunica

al boracevetrificalo

un

colorros»

giallastro. Esso

non

agisce sull'ago magnetico, nelchefi- versi fica dal ferro ossidulato e oligisto, di cui ha talvota l'apparenza. I suoi caratteri sono più precisi

quando eso

ècristallizzato: lasua formaprimitivaèil tetraedroregolare:

le

forme

secondarie sono moltissime, lasua

composizùne

variabile: contiene essenzialmente del rame,delferro, del- l'antimonio e del solfo; lesue varietà,difficiliadistingiersi dai caratteri esterni, contengono talvolta,oltre le sostanze surriferite, dell'argento, dello zinco, del

piombo

e ÒVH'ar- senico.

L'estrazione di questo minerale è assai utile pò* Tar- gento contenutovi; trovasi nelle

montagne

primiive in filoni poderosissimi, pel solito doviziosi di produzioni

mine-

rali svariate.

Sovente è

accompagnato

di

rame

rosso, di rime piri- toso, di quarzo cristallizzato; le sue

ganghe

sor) la calce carbonata efluata, ed il quarzo; lo si trova arto talvolta col

rame

grigio, collo zinco, e col

piombo

sol Grati.Quasi tutti i luoghi diformazione primordialecontenentiminiere

hanno

del

rame

grigio in quantità differenti.

&<

- Rame ossidulato.

Questo minerale è ordinariamente di ui rosso carico, talvolta vivissimo: allorché in

massa non Are

questoco- lore distintamente, basta frangerlo perchèipparisca. Ilra-

me

ossidulato è friabile, difficilmente fusibile al cannello, ripristinabile su i carboni, solubile con e/ervescenza nel- l'acido nitrico, che colora il verde.

La fama

primitiva

ne

è l'ottaedro.

j

i

I

. . '

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(9)

Questo

minerale di

un

nero vellutato, brunastro, od azzurrastro e tenero, acquista

con

losfregamentolosplen- dore metallico; è infusibile al cannello; è

un

deutossidodi rame. Incontrasi,

benché

di rado, nella piò parte, nellemi- niere di

rame

solforato.

7*

- llumc

Idroiiillclato.

Questo minerale

ammesso

da poco,

come

9pecie di- stinta, è essenzialmente

composto

di

rame

ossidato, di si- lice e di acqua, è di

un

verde più o

meno

vivo traente al verde-oscuro assai carico; offre talvolta la stessa spez- zatura concoide resinosa,

come

la più parte dei minerali che

contengono

molt*acqua; è infusibile al cannello, si

fonde facilmente col borace; offre alcuna varietà.

S

a

Il

a

ni

e diopta

so.

Questo minerale,assai raro finora, era stato collocato fra le pietre; è

composto

di

rame,

silice ed acqua; è di colorverde,ed offre

una

lucentezza vetrosa,

non

differisce granfatto dal precedente,trannedall'esserespecificamente più grave.

O

4

— Rame carbouato.

» .

Questo sale esiste in natura sotto

due

stati differenti, che distinguono principalmente dal loro colore;l'unoèdi

un

bellissimo verde-gatteggiante, o cangiante, formato di zone concentriche irregolari, questa è la malachite dei gioiellieri, della quale si fanno dei lavori gentili, e vasi d'ornamento. L'altro è l'azzurro di

montagna,

di

una

tinta

uniforme

bellissima,cristallizzatoin prismi.

L'uno

e l'altro s*incontrano in quasi tutte le minieredi rame,

come

pure

si ritrova del bellissimo carbonatoazzurro.

Non

siconosce ancora la positiva cagione di questa differenza di colore;

*

(10)

10

ed i mineralogisti li riguardano

e

l'uno e l'altro

come

costituenti

una

sola specie.

IO" — Rame solfato.

Si dà questo

nomo

in generale ai sali dalla

combina-

zione dell'acido solforico colle basi. Alcuni di questi sali sono assai interessanti nelle arti industriali,e specialmente

ilsolfato di soda, quellodi ferro,o vetrioloverde,di

rame, 0

vetriolo azzurro, di calce,

o

gesso,di zinco, di potassa,

d'ammoniaca,

d'allumina ce. Il carbonio

decompone

tutti

1 solfati ad

una

temperaturaelevata.

fi* — Rame fosfato.

Questo minerale verde smeraldo, o verde

rame mac-

chiato

un

poco di nero, presenta delle macchie fibrose,

e

fibre divergenti tubercolose,di lucentezza setacea nellaloro spezzatura. Esso fornisce, raschiato,

una

polvere verde, che

comunica all'ammoniaca un

bel colore azzurro, e si discioglio nell'acido nitricosenza effervescenza. Questa so- luzione è azzurra; si fonde al cannello, e si ripristina sul carbone, servendosidi

un

corpo grasso, in

un

globulo

me-

tallico; la sua polvere

non

colora in verde la

fiamma, come

quella del

rame

muriato. Si rinviene in filoni

che

principalmente attraversano glischisti argillosi; sene è

an-

cor trovato in piccoli cristalli ottaedri poco regolari.

»» — Rame muriato.

Questo minerale di

un

verde carico varia dal verde- smeraldo, al verde-pero; la sua polvere gettata sopra

un

carbone acceso,

comunica

alla

fiamma un

color verde

e

azzurro, si discioglie nell'acido nitrico senzaeffervescenza,

il che lo distingue dal

rame

malachite. Riscaldato sopra

un

carbone, oalla

fiamma

del cannello,siriduceallostato metallico, senza esalar vapori arsenicali.

La

sua

forma

pri- mitiva,

sembra

essere l'ottaedro regolare. Siconoscono

due

(11)

11

varietàdi questa specie. Il

rame

muriate* massiccio, ed il

rame

muriate-polveroso.

Di

quest'ultima qualità se

ne

trovò in alcune fessure delle lave del Vesuvio. Il

rame

muriato trovasi in filoni poderosi da potersiutilmente scavare:

ha

per

ganga

il quarzo.

Giacitura del minerali di rame.

Nei terreni primitivi quasi esclusivamente si rinviene

il

rame

nativo, l'ossidulato, il solforato, il piritoso ed il grìgio; i minerali di

rame

fosfato, muriato e arsenicato incontrasi pure talvoltaanconeiterreni primitivi; del resto la loro giacituraè pococonosciuta.Il

rame

trovasia quanto sembra,più particolarmente nei terreni primitivi: in istrati

come

il gneiss, i petro-selci ec.Trovasiil

rame

carbonato, ed anche il

rame

nativo in alcune varioliti di base cor-

neenna:

talisono per esempiole varioliti dell'

America

Set- tentrionale, che

contengono

dell'agate, edella frenile

im-

pregnata di rame, e le varioliti totalmente simili che si

scavarono dalle antiche miniere.

Tra

imetallichetrovansi nei terreni primitivi stratificati,il

rame non sembra

essere

il più antico, poiché esso attraversa la più partedei filoni che incontra, e

non

èpoiattraversato

che

dafilonidiferro ossidulato,o di ferro ossidato ematite. Incontransideimi- nerali di

rame

in raggi diramati, tra delle

masse

e dei letti,abbenchè

generalmente

sieno infiloni,<>faccianoparte di altri filoni metallici,

o

piritosi.II

rame

dettobituminoso della Turingia e di Manfeld, trovasi in questo caso, ed il

rame

azzurro di

Chessy

presso Lione trovasi nel primo.

Si trova il

rame

formante trescanni in

una

breccia di quarzo, feldspato, e mica.Trovasi il

rame

azzurro, e par- ticolarmente il

rame

malachite, in diversi terreni, negli schisti bituminoti, in certi gres ec., queste sostanze

mine-

rali penetrano degli ossi e dei legni fossilie gli colorano;

sembrano

però posteriori all'altre miniere di rame.

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(12)

-

12

-

Assaggio delle miniere di rame.

Si comincia dal

formare un

campione, che possa rap- presentare la

massa

del minerale in cui vuoisi conoscere la quantità di

rame:

a tale oggetto prendonsi moltifram- menti in diverse parti, si riuniscono, si pesano insieme,e da questo mescuglio prendonsi gli assaggi da farsi. Dipoi conviene riconoscere, riscaldando il minerale al cannello, se contiene solfo, o arsenico, od

ambidue

ad

un

tempo.

In

quest'ultimo caso assai frequente, si

mesce

la miniera da assaggiare

con metà

del suo peso di segaturadi legno, o con dell'olio, (Folio ha il vantaggio di far penetrare il

carbone in tutte le parti) si riscalda il mescuglio in

un

crogiuolo, fino a totale sviluppo deivaporiarsenicali; losi trae dal fuoco, si pesta il residuo

m un

mortaio di ferro, finchésia ridotto in polvere fina, e si torrefa questa pol- vere in

un

tegami;,rimescendo

continuamente

per ardere tutto il solfo ed il carbone. Il residuo di questa calcina- zione, si

mesce con metà

del suo peso, di borace fuso

e

polverizzato,

un duodecimo

di nero

fumo,

e alcunegoccie d'olio per agglomerare ogni cosa. Si calca questo miscu- glio in

un

crogiuolo, e se

ne

luta il coperchio. Si

pone

il

crogiuolo in

un buon

fornello a vento, riscaldasi

prima

lentissimamente, e per gradi fino al rosso bianco, si so- stienea questa temperatura per circa venti minuti;sila- scia raffreddare, poi

rompendo

lamassa, trovasi

un

bottone di

rame

metallico. 11 suo colore, e la sua malleabilitàin- dicano laqualitàdellaminiera;devesi coppellarlo col

piom-

bo, per conoscere secontiene oro,oargento.

Se

nel

primo

saggio al cannello resistenza del solo solfo fosse stata in- dicata, la

prima

calcinazione sarebbe inutile.

Se

il minerale

non

contenesse nè solfo,

arsenico,si farebbe disseccare, poi si tratterebbe direttamente col bo- race, col nero fumo, ecoll'olio. In

America

ordinariamente

si assaggiano le miniere di

rame

con

una

torrefazione,

ed

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(13)

-13-

una

fusione contreparti diflusso nero; ilpeso del bottone metallico indica la proporzione del

rame.

L'analisi per via

umiJa

è più esatta,

ma

richiede più diligenza e tempo. Sì separano facilmente il solfo e la silice con acidi,che

non

sciolgono queste sostanze. Gli os- sidimetallici disciolti,

vengono

poi separati coi reagenti,che sono lor proprii. II

rame

vien precipitato,allo statodios- sido nero, o di metallo puro.

Cento

parti di

rame

son rappresentate da

125

di ossido nero

o

deutossido.

Prima

di darsi all'analisiesattadiun minerale,devosi rintracciare

con

alcuni assaggi preliminari, quali sieno le sostanzeche entrano nella sua composizione, ed in generale trovansi

somme

diversità.

Se

devesi operare sopra

una

miniera di

rame

solfo- . rato,

non

contenente nè argento,

nè piombo,

se

ne

pese- ranno esattamente

100

grani; per esempio: si

mettono

a contatto con acidoidroclorico,chesi riscalda all'ebollizione, si sostiene la temperatura a questo grado,esiaggiungono di tratto in tratto alcune goccie di acido nitrico, affinchè Fazione del liquido dissolvente cessi: la porzione delleso- stanze insolubili più leggiereche

rimane

sospesa nelliquido, contiene la maggior part$ del solfo; e la si ottiene colla decantazione; raccogliesi sopra

un

feltro, ove si lava, esi

secca; se ne prende poi il peso, e la perdita dimostra,fa- cendola abbruciare,la quantità di zolfo contenutovi. Ilre- siduo incombustibile, trattato coli*acido idroclorico, lascia

un

sedimento insolubile che devesi riunire al primo. Si uniscono insieme lesoluzioni ottenutecoir acidoidroclorico, e si

decompongono

col sotto-carbonato di potassa. Il pre- cipitato formatosi, lavato con acqua pura, trattasi poscia coir

ammoniaca,

nellaquale losistempera,acciocchédisciol- gasi il

rame

ossidato, si rinnuova questo dissolvente più volte, finché

non

abbia perduto il colore azzurro, il che indica essere stato tutto il

rame

disciolto.Tutto Possidodi

rame

in dissoluzione nei lavacri coir

ammoniaca,

si racco-

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-

14

-

gite, c se

ne

precipita il

rame

allo stato di ossido nero, aggiugnendovi

un

poco di potassa caustica, facendobollire e concentrare illiquido;sisepara ilprecipitato,

dopo

averlo diluito nell'acqua, raccogliendolo sopra

un

feltro, si lava, si fa seccare e poi si pesa.

Il residuo

non

disciolto dall'

ammoniaca,

è formato dì ossido di ferro, e forse

anco

di

un

poco d'allumina, che

si fa disciogliere nella potassa caustica,perottenerl'ossido di ferro solo.

Finalmente

la porzione insolubile nell'acido idroclorico,

non

contiene che della silice.

Analisi del minerali ehc contengono oltre

11

rame,

Il

ferro e

il

zolfo,

dell'Argento, del

Piombo

e dell'Antimonio.

Per

analizzar questi minerali si cominciadal ridurliin .

polvere, poi si trattano con acido nitrico,

aggiungendone

successivamente

nuove

porzioni,finché nulla più esso di- scioglie. Si riuniscono tutte le soluzioni, esiprecipita l'ar- gento contenutovi, versandovi del muriato di soda in ec- * cesso; l'argentosi

decompone

in istato dicloruroargentico.

L'acido nitrico reagendo sulzolfodetermina laformazione di

un

acido solforico,che si

combina

coli'ossidodi

Piombo,

e ne

forma un

solfato insolubile; questo

rimane

mescuito colla ganga del minerale.

Se

nel liquore va disciolto del nitrato di piombo, se ne separa il

piombo

in istato disol- fato insolubile, aggiugnendo nel liquidoseparatodalclouro d'argento,

una

soluzione di solfato di soda.Il liquorchiaro concentratosidiluiscecon

un

eccesso

d'ammoniaca,

laquale discioglie il

rame

soltanto, lasciando deporre l'ossido di ferro; l'allumina, o la potassa caustica, separano il ferro da quest'ossido ferroso.

La

parte insolubile nell'acido ni- trico si fadigerirenell'acidoidroclorico,chediscioglie ogni cosa, tranne il solfo, lasilice,el'allumina.

Il solfocontenuto in questo residuo, devesi abbruciare ad

una

temperatura rossa poco elevata; trattatoil residuo

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15

con

due

volte il suo peso di potassa caustica, e fuso in miscuglio, rimarrà la silice disciolta coirallumina.

I minerali di ossido di rame.

Si analizzano facilmente, facendoli disciorre nell'acido nitrico, e saturando le dissoluzioniconl'

ammoniaca,

dicui si aggiunge

una

quantità eccedente all'oggetto di discio- gliere tutto il

rame

ad esclusione del ferro.

Il

earbouato di rame.

Si analizza calcinandoloin

un

crogiuolo coperto: laper- dita indica la proporzione d'acqua, e di acido carbonico.

Un'altra parte trattata coli'acido solforico, fa conoscere colla perdita del suo peso, la quantità di acido carbonico esistente; il

rame

poi disciolto dall'acido solforico si pre- cipita

con una

lamina di zinco lampante.

I minerali di arsenicato di rame.

^ Si analizzano disseccandoli

prima

ad

una moderata tem-

peratura; si

stemperano

poscia nell'acido nitrico, che gli discioglie totalmente: aggiungesi alla soluzione del nitrato di

piombo, ugualmenfe

disciolto, finché

non

cagioni più alcun precipitato; si raccoglie il sedimentoformatosi,edil

liquido chiaro si concentra fino a secco: sistempera ilre- siduo nell'alcool caldo,che discioglie ogni cosa, tranne

un

poco diarseniato di

piombo,

che si rimesce al precipitato d'arseniato, col nitrato di piombo.

La

soluzione alcoolica si concentra allora a secco, si fa digerire il residuo nel-

l'ammoniaca;

questo discioglietutto l'ossido di

rame,

ela- scia l'ossido di ferro insolubile.

La

soluzione

ammoniacale

di

rame

si riscalda, ed il

rame

si precipita colla potassa caustica allo stato di os- sido nero.

(16)

Analisi

«lei

rumo ni urlato.

Quest'operazione è facilissima: sidiscioglieil minerale neiracido nitrico,siprecipitacolnitratod'argento,ilquale indica, col clorurod'argentoprecipitatosi, laquantitàequi- valente del muriato di

rame; 100

di cloruro d'argento equivalgono a 43,

8

di rame, ed a

93

di cloruro. Si fa

però

Tesperimento

di convertirlo in solfato,e precipitareil

rame

dalla soluzione

con

lamine di zinco.

SI analizza

11

solfato di rame.

Disciogliendolo nell'acido nitrico, precipitando l'ossido di

rame

colla potassa; ovvero riconoscendola proporzione di acido solforico, colladecomposizione, mediante 1'acetato di piombo; il solfato di

piombo

si precipita; lo si

decom-

pone, facendolo riscaldare con acido solforicodiluito. 11sol- fato di

piombo

insolubile si precipita, raccogliesi sopra un feltro e si pesa; il suo peso indicail suo equivalente in fo- sfato di piombo, e in fosfato di

rame: 100

di fosfato di

piombo,

e 89,

5

di fosfato di

rame,

che equivalgonoa 52,

70

di deutossido dirame.

Carbon Fossile.

Il carbon fossile

non

dimostrasi

giammai

nelle forma- zioni primitive,

in quelle più recenti; essoappartieneai terreni secondari!; si trova

generalmente

alla base di que- sti terreni, in mucchi, in istrati,inmasse,di radoin filoni, nelle deposizioni arenacee, conosciute sotto il

nome

di ter- reni carbonosi, di grès, di schisti, e nei terreni carbonosi calcarei: gli strati terrosi più

o meno

pregni di bitume, che separano gli

ammassi

di carbonfossile,

contengono

so- vente

una

gran quantitàdivegetabiliprincipalmentedella famiglia delle felci.

(17)

I

-

17

-

I*

Formazione.

I terreni carbonchi che le appartengono, offrono degli strati successivi molto costanti, e d'ordinario nell'ordine seguente.

Psaminltl o Gres, micacei

Che

passano aimolassipereccessodi micain pagliette:

e dai gres grossolani incoerenti, allorché i loro elementi sono voluminosi, e soltanto agglomerati con

un cemento

argilloso. Questi grès, formatidituttelesostanzeche

com- pongono

le rocce primitive, cioè il quarzo,il feldspato, la mica, offrono

una

continuazione di passaggi, e di varietà nella grossezza dei loro grani, edellalorosolidità,variante da quelli che sono si friabili da stritolarsi fra le dita.

Scnlstl argillosi.

Una

sovrabbondanza di mica fa passare questi strati allo stato di grès-molasso, e

quando

sono impregnati di bitume, essi passano allo stato di carbon fossile. In que-

sti

due

casi portano sovente V improntadi piante, o tras- formate in carbon fossilenero,obrillantissimo,orinchiuse tra i foglietti degli schisti argillosi, che conservano lefor-

me

e l'aspetto delle piante

medesime,

da potersi inserire in

un

erbaio,obruciare

come

materievegetabilidisseccate.

Strati di calcaree

Di

marne, di argilla duttile, o indurita, di

un

grigio verdastro, o di

un

rosso bruno,

Ferro carbonato llttolde, e terroso, Che

sovente

non

è che

un

grès sopraccarico dicarbo- nato di ferro suscettibile di dividersi in

masse

poliedriche, la cui superficie si cangia in idrato, o in ossido rosso. Il

carbon fossile di questi terreni(generalmenteappoggiatisu

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(18)

18

-

rocce primitive, e ricopertida

un

calcareoanalogoaquello del Jura, o del grès rosso)

forma

quasi

sempre

degli strati sovrapposti, separatida

una

serie di strati di grès, dischisto, e di argilla, che si ripetono più volte nel

medesimo

ordi- ne. Questi strati,il cui

numero

varia da

2

fino a 60, son piò numerosinella

medesima

direzioneperpendicolare,

sem-

pre paralleli agli altri strati piritosichegliseparano, e pre- sentano talvolta ondulazioni irregolari. I minatori di ogni paese diedero

nomi

particolari a questi accidenti: e sicco-

me

sono più moltiplicati nei luoghi più vicini ai terreni antichi,secondol'osservazionedi Brogniart, è probabile che sieno generalmente originati dai terreni primitivi, su cui la formazione del carbon fossile trovasi per questa posi- zione.

11 carbon fossile

non

trovasi a contatto coi

psammiti

grossolani; essoè coperto solidamente da un'argilla bruna, grassa, tenacissima. Si osservò che glischistiche ricoprono

i banchi di carbon fossile, sono fortemente impregnati di bitume,

mentre

quelli che sono al di sotto,

non ne

con- tengono

punto

o pochissimo.

Questo modo

di esistere del carbon fossile contiene la miglior qualità, quella cioè che viene scavata colla maggiore importanza.

* Formazione.

Terreni earbonosl delle regioni calcaree.

1 terreni calcarei, nei quali è possibile che si trovino strati dicarbon fossileappartengonoalle

montagne

di

or- dine, che esistono sulla base delle Alpi,dei Pirenei ecc.e

le circoscrivono da lungi.

La

massaprincipaledelcalcareodiquestaseconda

forma-

zioneèordinariamenteconchigìifera,

compattaci una

grana fina e fìtta; il suo colorevaria dal bianco-giallastro, algri- gio-chiaro; i banchi orizzontali che forma,offronodellese- zioni verticali a

modo

di gradini ; ina all'avvicinarsi del carbon fossile, i grandi banchi si perdono, ja

massa

di-

(19)

-

19

-

viene marnosa, friabile, divisa in foglietti che

compongono

ponticelli, ovescorgonsi già alcune tracce di carbone, poi di foglietti anneriti dal carbone stesso, la cuispessezza ed inclinazione variano,

come

quelle degli strati calcarei che la sostengono, e la ricuoprono, e dai quali

non

èseparata che da

un

foglietto argilloso. Trovatisi talvolta ad

una

grande altezza sopra il livello del mare,queste minieredi carbon fossile, il cui prodotto è

sempre

inferiore aquello dei grès carbonosi, ed appartiene ordinariamente alla va- rietà di carbon fossile secco.

Accidenti clic interrompono gli strati del carbon

fossile.

I banchi, o strati di carbonfossile,

non

sonomodificati soltanto nella loro situazione da sinuosità,restringimentie piegature; incontransi soventenel loroscavofiloni dirocce

sterili, per cui debbonsi fare grandi lavori, per andare a riprendere il carbon fossile al di sopra, o al di sotto del livello primitivo: talvolta si tralasciò a torto dicontinuare simili escavazioni. Tutti gli strati di carbon fossile, sono

dunque

lungi dall'avere

una

direzione costante;

ma

ilcar-

bon

fossile è quasi

sempre

parallelo alle vallate e aival- loni,nei quali incontrasi la miniera, pir cuidiedesiloro il

nome

di bacini carbonosi.

La

grossezzadegli strati èpure variabilissima. Gli strati che oltrepassano i 10, e

12 me-

tri, possono considerarsi

come

resultanti dalla riunione di varii strati, talvolta separati soltanto da fogliettischistosi.

Questi strati allorché sono eccessivamente grossi, possono venir confusi colle miniere in

ammasso.

I filoni di car-

bon

fossile

ben

riconosciutiche sieno, sono soggetti alle stesse

mancanze

dei filoni metalliferi.

Indisi deir esistenza del carbon

fossile.

Essendo conosciuti i terreni nei quali

può

sperarsi di trovareil carbon fossile, e quelli in cui

non

se

ne

trovò

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(20)

— 20 -

giammai, e sapendosiche questo combustibile trovasisotto le stesse inclinazioni, in cui sitrovanole stratificazionidel terreno, si

può

dietro questi primi dati evitaredi

rompere

rocce, che

non

presentano alcuna probabilitàdi

buona

riu- scita. Del resto si possono avere %Yindizi seguenti.

La

fioritura di

uno

strato di carbon fossile si

ma-

nifesta alla superficie del terreno,

con

vestigineri inqual- che scavo, od in

una

terra

nuovamente

lavorata, o col-

T

esistenza di alcuni schisti neri, che offrono particelle di carbon fossile splendenti al sole.

2° Inesistenza di alcuni

frammenti

di carbon fossile nel letto dei torrenti.

Iltrasudamento di qualche acqua bituminosa.

4° Finalmente Pesistenza, e Y alternazione dei

psam-

miti, delle argille

brune,

degli schisti impressionati.

Per

trovare questi indizi bisogna rimontare dalle vallate del 1° ordine, a tutte le piccole vallate collaterali, ed a tutte quelle che entrano in esse.

Siccome

indica

Duhamel,

le miniere dicarbon fossiletrovansi

comunemente

nelleval- late, che

formano

appendici all'uno, o all'altroconfine dei grandi bacini; e si perverrà a scoprire i primi indizi di esso,

esaminando

attentamente tutti i burroni, tutti gli

sfondamenti prodotti dalle pioggie dirotte, tutti i vani, e Tescavazioni ec.

Prima

di giungere in

mezzo

al bacino carbonoso, altri terreni della stessa formazione serviranno diprimi indizi di riconoscimento: talisono icalcarei grigi, con grafiti, contenentipure helemiti,

ammoniti

ec.; i grès rossi, certi idrati di ferro, igessi coloriti setacei ec.

La

sco- perta di

una

miniera di carbon fossile,

non

consiste

sem-

plicementenel riconoscere la superficie; bisogna assicurarsi se questi vestigi si cangianoin istratidiconsiderabile gros- sezza, ondetorni utile scavarla.

Se

la loro direzione,incli- nazione e profondità sieno costanti ec. I lavoriconsistono da principio nello scavare

un

fossoa grandeprofondita,se

il luogo lo permette. Spesso bisogna fino da principio fare

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(21)

-

21

-

alcuniscavi,ogalleriesotterranee, orizzontali,oinclinateec.

Tutti questi lavori

hanno

molta somiglianza coll'estrazione generale delle miniere. Il carbon fossile

non

si scava

mai

a cielo scoperto,

ma sempre

per pozzi, ogallerie.

Varietà di carbon

fossile.

Si distinguono molte varietà di carbon fossile,

ma

le

principali possono ridursi a tre.

Carbon fossile grasso.

Questa varietà conosciuta nelle arti sotto il

nome

di carbon da fucina, o dafabbri,è di

un

nero splendente,fa- cile ad infiammarsi.Alfuoco siammollisce, si gonfia,esi agglutina in

una

massa pastosa. Il carbon fossile grasso svolge

una fiamma

bianca: il suo

fumo

abondante,

non venendo

abbruciati tutti i prodotti combustibili che trae seco, è più aromatico che fetido. Ifiletti lucidi, chesi os- servano nella spezia tura traversale diquesto carbone, con- tengono la maggior«quantità diprincipii combustibili,ela- sciano

meno

residui dopo la loro combustione. Resultati contrariottengonsi dalle porzioniappannate,che sono tanto piùanalogheagli schistibituminosi,quantopiùilloro aspetto è terroso; pochi carboni fossili son privi di queste parti magre, e argillose.

I carboni fossili grassi incontransi nei terreni schistosi che si alternano coi gres; trovansi in essi ordinariamente delleimpressionivegetabili,e

sembrano

essereassolutamente estranee alle situazioni calcaree.

Carbon fossile secco, o magro.

Questa varietà è più solida della precedente, e della seguente, il suo colore

meno

carico,traeal grigiodiferro;

la sua superficie e la suaspezzatura sono soventerisplen- dentissime; esso

infiamma

più difficilmente,appenasigonfia al fuoco,

non

siagglutina,produce

una fiamma

azzurrastra,

(22)

I

- 22 —

ed

un fumo

fetido, esolforoso; contiene

meno

biturnedel precedente;

ma non

presenta strati foschiche passanoallo schistobituminoso. Il carbon fossileseccos' incontra quasi

sempre

nei paesi calcarei, di rado

accom

|>agnatoda impres- sioni vegetabili. Soventeancheleconchiglie,rimaste bianche in

mezzo

ad

un

calcareo bigioe bituminoso,indicano resi- stenza di questa varietà. Il carbon fossile secco ordinaria-

mente

mescolato

con

molta pirite, offre il grave pericolo di prender fuoco spontaneamente, neiluoghiumidi, e nelle stesse miniere, se lo si lascia ammonticchiato

dopo

la sua estrazione.

Carlton fossile compatto.

Questa varietà è di

un

nero leggermente grigiastro in istato naturale, ed acquista

un

colore intenso, analogo a quello del gagate, allorché ricevette

un

certopolimento.

La

sua spezzatura è leggermente concoide,opiana; la sua so- lidità tanto forte da poter essere lavorato al tornio;

ma non

è molto duro.

II carbon fossile

compatto

è moltoleggiero, brucia fa- cilmente con

fiamma

bianca,brillante,allungata,ohesi pa- ragonò a quella delle candele.

Assaggi del carbon

fossile.

Le

trevarietà principalidicarbonfossiledanoidestinate,

non

sono costanti nella quantità di materia combustibile che contengono.

È

quindiutile d'indicare, i mezzidi rico- noscere il loro valore comparativo, i quali divengono so- vrattutto indispensabili pei carboni fossili venali, che tro- vausi più o

meno

alterati dalle influenze dell'aria,

quando

si trasportano, o

quando rimangono

nei magazzini; dai

me-

scugli di differentiqualitàdicarbone,

come

sifanno

mentre

estraggonsi dalla miniera, o nei luoghid'imbarco, e tal- volta

anche

negli stessi magazzini dei commercianti.

La

prova piùfacileepiùconcludentepelconsumatore,èquella

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(23)

23

che si fa osservando il lavoro che si ottiene da

un

dato carbone; questa prova è

egualmente

applicabile aidiversi carboni di

una

stessa varietà,

non

che alle varietà

mede-

sime.

Se

trattasi per

esempio

dimetterein

moto una mac-

china a vapore, si prova quanto carbone essa

consuma

in

24

ore: quanto

meno ne

verrà consumato, tanto più esso sarà da preferirsi.

Lo

stesso dicasi sesitratta diriscaldare dei liquidi per

un

certo tempo.

In

tutti i casi, la quantità di lavoro ottenuto farà co- noscere la qualità del carbone.

Se

sitrattasse difabbricare

il gas illuminante, si dovrebbe preferire il carbone della varietà prima,cioè carbon fossile grasso, il quale fornisce dei prodotti di maggior valore in coke, ed in gaslight. In

tal caso i resultati possono variare secondoiluoghi,in cui

uno

dei prodotti è più ricercato dell'altro. Il gas ha

un

valore proporzionato al suo potere illuminante, edalla fa- cilità di purificarlo. Il

coke

si

vende

al maggior prezzo, quanto più facilmente abbrucia.

Per

la fabbricazione del

coke

in massa applicabile al lavoro delleminieredi ferro, si presceglie tra i carboni delle varietà

non

grasse quello che contiene

meno

terra, e

meno

piriti. In tutti gli as- saggi di combustione del carbon fossile,è

bene

riconoscere la proporzione di ceneri, e di rosticci ottenuti; poiché a qualità eguali, quello che ne darà

meno

sarà preferibile.

Devesi anche considerare la facilità con cui esso brucia,la

minor

quantità di

fumo

che produce

ec,

in fine in tutti gli assaggi comparativi, fra due, opiùcarbonifossili,èim- portante di rendere più che è possibiletuttelecircostanze simili, e segnalatamente il grado di umidità del carbone, la forza del fornello, la lemperatura, lo stato igrometrico dell'atmosfera ec.

Uso del carbon

fossile.

I numerosi usi del carbon fossile sono già Iroppo co- nosciuti: quindi è inutilecitarli. Ci basterà ricordare, che

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(24)

-

24

esso è la base di quasi tutte le industrie,poichéfornisceil

miglior mezzo, ed il piùeconomico per procurarsiilfuoco;

che nella fabbricazione della soda essosiapplicautilmente alla decomposizione del solfato di soda; che, privatocon la

carbonizzazione delle sostanze volatili che lo

accompagna-

no, diviene più adatto, incerti usi, del fuoco;inquestostato

può

entrare nella composizione dei crogiuoli.

La

Toscana

non manca

nè di rame, nedicarbon fos- sile;

ma

queste

due

utili miniere giacciono trascurate,eben pochi si

mettono

a trarne vantaggio.Chivolesse acquistare un' idea precisa sull'abbondanza principalmentedelcarbon fossile,consulti le

memorie

del professor Targioni, e del- l'Hardion, e gli scritti di Baseggio, Corniani e Amoretti su tale

argomenta

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