• Non ci sono risultati.

Rischio Paese 2006 Asia orientale e Pacifico

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "Rischio Paese 2006 Asia orientale e Pacifico"

Copied!
157
0
0

Testo completo

(1)

“Rischio paese 2006. Asia orientale e Pacifico” è il secondo volume della collana Rischio Paese, con cui SACE ha avviato un programma di analisi dei paesi di maggiore operatività, distinti per grandi aree geo- economiche. Tale programma prevede aggiornamenti periodici: il primo volume ha riguardato l’area dell’Europa centro-orientale e CSI, mentre le prossime uscite interesseranno America Latina, Medio Oriente e Nord Africa e Africa sub – sahariana.

Con questo nuovo prodotto i clienti SACE ed il pubblico interessato potranno avere accesso in modo organico e con aggiornamento alme- no annuale alle analisi elaborate dall’Ufficio Studi di SACE. Tali analisi sono alla base del processo di definizione dell’atteggiamento assicu- rativo, ovvero delle condizioni alle quali SACE è operativa nei diversi paesi. Le condizioni di assicurabilità sono disponibili per la consultazio- ne all’indirizzo: www.sace.it

La Collana Rischio Paese è coordinata dal Chief Economist Emanuele Baldacci e dal responsabile per il rischio paese Lorenza Chiampo. Il presente volume è stato redatto da un gruppo di lavoro composto da Fabrizio Ferrari, Carlo Guarinoni, Francesca Guidi, Nadia Mauro, Marco Minoretti e Alessandro Terzulli.

L’Ufficio Studi di SACE SpA è un centro di ricerca a sostegno del- l’attività assicurativa della società. Le attività principali dell’Ufficio Studi sono:

la valutazione del rischio paese dal punto di vista politico, economi- co, finanziario e operativo per oltre cento mercati emergenti;

la determinazione dell’atteggiamento assicurativo di SACE;

la partecipazione ai gruppi di lavoro, nazionali e internazionali, di analisi e valutazione del rischio paese;

lo studio, la rilevazione e il monitoraggio degli scenari dei mercati internazionali e delle dinamiche settoriali;

l’analisi dell’economia italiana, dell’andamento dell’export e delle strategie di internazionalizzazione delle imprese;

la collaborazione con la SACE Business School.

Le pubblicazioni dell’Ufficio Studi sono disponibili all’indirizzo www.sace.it.

Rischio Paese 2006 Asia orientale e PacificoSACE 2006

Rischio Paese 2006

Asia orientale e Pacifico

Ufficio Studi SACE

(2)

Rischio Paese 2006

Asia orientale e Pacifico

(3)

2

RISCHIOPAESEEUROPACENTRO-ORIENTALE ECSI

I dati e le informazioni presenti nel volume sono aggiornati al 1° giugno 2006

(4)

Index

AFGHANISTAN 11

BANGLADESH 17

BHUTAN 21

BRUNEI 25

CAMBOGIA 29

CINA 33

COOK 39

COREA DEL NORD 43

COREA DEL SUD 47

FIGI 53

FILIPPINE 57

HONG KONG 63

INDIA 67

INDONESIA 75

MACAO 85

MALAYSIA 89

MALDIVE 95

MONGOLIA 99

MYANMAR 105

NEPAL 111

PAKISTAN 117

PAPUA N. GUINEA 121

SALOMONE 125

SINGAPORE 129

SRI LANKA 135

TAIWAN 139

THAILANDIA 143

VIETNAM 149

ASIA ORIENTALE E PACIFICO: OVERVIEW REGIONALE 7

ACRONIMI 6

(5)
(6)
(7)

6

RISCHIOPAESE• ASIA ORIENTALE EPACIFICO

ADB Banca Asiatica di Sviluppo

BEI Banca Europea per gli Investimenti

BERS Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo

CE Commissione Europea

CSI Comunità degli Stati Indipendenti DSP Diritti Speciali di Prelievo

DSR Debt-Service Ratio

ECA Export Credit Agency EIU Economist Intelligence Unit ERM Exchange Rate Mechanism

FMI Fondo Monetario Internazionale HIPC Heavily Indebted Poor Country IDE Investimenti diretti all’estero

IFI Istituzioni Finanziarie Internazionali IIF Institute of International Finance IVA Imposta sul Valore Aggiunto NATO North Atlantic Treaty Organisation

OCSE Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico ONU Organizzazione delle Nazioni Unite

PIL Prodotto Interno Lordo

PRGF Poverty Reduction and Growth Facility

UE Unione Europea

WB Banca Mondiale

WTO Organizzazione Mondiale del Commercio

ACRONIMI

(8)

ASIA ORIENTALE E PACIFICO: OVERVIEW REGIONALE

1

Nel 2005 il ritmo di espansione economica dei paesi dell’area é stato sostenuto. Secondo i dati del Fondo Monetario Internazionale (FMI)2, la crescita del PIL in termini reali è stata dell’8,2%, in lieve flessione rispetto al 2004 quando aveva raggiunto l’8,4%. Cina e India, le due economie più grandi, sono cresciute rispettiva- mente del 9,9% e dell’8,3%. L’espansione è stata guidata da una buona performance delle esportazioni in mo- do particolare nella seconda metà dell’anno, quando nei paesi industrializzati l’attività di investimento è tor- nata a crescere e la domanda di beni della manifattura elettronica è aumentata considerevolmente. Il buon andamento delle esportazioni ha bilanciato l’aumento dei prezzi petroliferi portando l’avanzo delle partite correnti a 248,1 miliardi di dollari, pari al 4,5% del PIL (India, Pakistan e Thailandia hanno invece fatto re- gistrare deficit).

L’area è stata ancora una volta la meta privilegiata dei flussi di investimento internazionali. Nel 2005, l’af- flusso di capitali privati nelle sette principali economie della regione (Cina, India, Indonesia, Corea del Sud, Malaysia, Filippine e Thailandia) è cresciuto del 6,4%, attestandosi secondo i dati dell’IIF (Institute Of Interna- tional Finance) sui 175 miliardi di dollari, due terzi dei quali hanno avuto la Cina come paese di destinazione.

Rispetto al 2004 si registra, tuttavia, una moderazione negli afflussi di capitali, determinata (in parte) dalla ri-

ASIA ORIENTALE EPACIFICO: OVERVIEW REGIONALE

2004 2005s 2006p 2007p

PIL (variazione % reale) 8,4 8,2 7,9 7,6

Inflazione media annua (%) 4,0 3,5 3,8 3,4

Saldo Bilancio Pubblico/PIL (%)* -2,3 -2,0 -2,0 -1,7

Bilancia dei pagamenti

Saldo Bilancia Commerciale ($ mld) 147,3 189,6 184,2 194,0

Saldo transazioni correnti ($ mld) 183,5 240,9 248,1 265,8

Saldo transazioni correnti/PIL (%) 3,9 4,5 4,1 4,0

Debito estero totale ($ mld)* 751,0 828,0 909,6 967,5

Debito estero totale/PIL (%)* 21,6 20,9 20,5 19,7

Debt service ratio (%)* 7,9 7,0 6,6 6,1

Riserve valutarie lorde ($ mld)* 934,4 1.163,4 1.417,1 1.672,1 Riserve valutarie lorde (mesi import.)* 9,5 9,8 10,0 10,2 Principali indicatori economici

* I dati si riferiscono solamente all’aggregato del FMI Developing Asia: Afghanistan, Bangladesh, Bhutan, Brunei Darussalam, Cambogia, Cina, Figi, India, Indonesia, Kiribati, Laos, Malaysia, Maldive, Myanmar, Nepal, Pakistan, Papua Nuova Guinea, Filippine, Samoa, Salomone (Isole), Sri Lanka, Timor-Leste, Ton- ga, Vanuatu e Vietnam.

Fonte: FMI, World Economic Outlook

1 Nel Rapporto “Rischio Paese 2006: Asia Orientale e Pacifico”, l’Ufficio Studi di SACE ha effettuato una revisione delle condizioni economiche,

(9)

8

RISCHIOPAESE• ASIA ORIENTALE EPACIFICO

duzione del differenziale dei tassi di interesse con gli Stati Uniti. Le prospettive a breve termine rimangono comunque buone. Per quanto riguarda la composizione degli afflussi di capitali, circa 65 miliardi sono costi- tuiti da investimenti diretti, mentre gli investimenti di portafoglio sono stati pari a 42,7 miliardi di dollari; i restanti 66,6 miliardi di dollari sono costituiti da finanziamenti da parte di istituzioni bancarie o finanziarie.

È complessivamente migliorata la posizione debitoria esterna in molti paesi dell’area. In rapporto al PIL, il debito estero ha continuato la progressiva riduzione in atto ormai da diversi anni, attestandosi al 20,9% ri- spetto al 21,6% del 2004, mentre il servizio del debito (in rapporto alle entrate valutarie correnti) si è ridotto al 7% dal 7,9% del 2004.3Infine, prosegue l’accumulo di riserve valutarie nei Paesi dell’area: lo stock a fine 2005 era infatti pari a 1.417,1 miliardi di dollari, circa 250 milioni di dollari in più rispetto all’anno prece- dente.

Nel settore privato prosegue il processo di consolidamento iniziato dopo la crisi finanziaria del 1997-98. Nel set- tore finanziario la quota dei non-performing loans sul totale dei prestiti continua a scendere in Malaysia, Corea del Sud, Filippine e Thailandia. In Cina, dove pure è difficile interpretare le divergenze tra i dati ufficiali e quelli ela- borati da molti analisti internazionali, le Autorità stanno adottando diverse misure per rafforzare il sistema banca- rio in vista dall’apertura del settore (prevista per l’inizio 2007) agli investitori esteri. Anche gli indicatori di redditi- vità delle banche hanno fatto registrare miglioramenti, anche se ad un ritmo inferiore rispetto al 2004. Un’eccezio- ne è rappresentata dal Vietnam, dove il credito al settore privato continua a crescere a tassi elevati, ma la qualità dei portafogli della banche statali – che detengono il 70% circa delle attività dell’industria bancaria – è progressivamen- te deteriorata. Rimangono tuttavia diffusi problemi di concorrenza e apertura dei mercati nel settore del credito con una forte presenza delle banche controllate dal settore pubblico in molti paesi.

Anche i bilanci delle imprese non-finanziarie sono generalmente più sani, ma la redditività rimane infe- riore al potenziale. In particolare nei Paesi maggiormente colpiti dalla crisi (Indonesia, Corea del Sud, Ma- laysia, Filippine e Thailandia), l’indebitamento delle imprese quotate è diminuito progressivamente nel pe- riodo 2001-04, scendendo sotto i livelli pre-crisi, mentre la redditività stenta ancora a risalire a causa delle dif-

Flussi netti di capitali privati (in miliardi di dollari)

3 Uno studio contenuto nell’ultimo Global Financial Stability Report del FMI evidenzia, inoltre, una riduzione della vulnerabilità del debito (sovra- no) a variazioni nei tassi di cambio o di interesse, grazie all’attività di ripagamento anticipato e di ristrutturazione del debito che, tra l’altro, ha ridotto sensibilmente la quota denominata in valuta estera.

(10)

OVERVIEW REGIONALE

ficoltà del settore high tech e del recente aumento dei prezzi del petrolio. In Cina gli ultimi anni hanno visto un processo di ristrutturazione e privatizzazione delle imprese statali che, nel quadriennio 2002-05, si sono ri- dotte di numero e quindi in termini di personale impiegato.

Il contesto operativo è reso difficile dai numerosi ostacoli all’attività degli operatori esteri. Accanto ad alcu- ni Paesi che presentano elevati standard a livello internazionale quali Hong Kong, Singapore, Corea del Sud, Taiwan, Malaysia e Cina (quest’ultima con alcuni caveat, in particolare con riferimento al sistema legale), tro- viamo un folto gruppo di Paesi in cui sistema legale, burocrazia, corruzione e infrastrutture carenti rendono me- no favorevole il contesto operativo. Tra questi India, Pakistan, Filippine, Indonesia e Thailandia hanno tuttavia compiuto passi in avanti negli ultimi anni. Bangladesh, Sri Lanka e Vietnam restano indietro quanto ad attrat- tività per i capitali esteri. Infine, Afghanistan, Cambogia, Corea del Nord, Laos, Mongolia, Nepal e Myanmar presentano assetti politici e livelli di sicurezza interni che rendono di fatto quasi impossibile l’attività d’ impre- sa. Guardando i dati dell’ultima classifica Doing Business della Banca Mondiale, è possibile notare che fra i pri- mi trenta paesi figurano infatti solamente Singapore, Hong Kong, Thailandia, Malaysia e Corea del Sud.

SACE guarda con molto interesse ai paesi dell’area asiatica e alle loro prospettive di sviluppo. Nella maggior parte dei casi in questi paesi SACE opera senza restrizioni. Vi è poi un gruppo di paesi per i quali si adotta l’e- same caso per caso, con particolare attenzione all’analisi del merito di credito delle controparti. Infine, a causa del permanere di una situazione di instabilità sul piano politico e della sicurezza, l’attività assicurativa rimane preclusa per alcuni paesi quali Afghanistan, Cambogia, Corea del Nord, Laos, Mongolia, Myanmar e Nepal, che sono posti in sospensiva.

In termini di nuovi impegni SACE, l’area asiatica viene dopo Europa e Medio Oriente (inclusa l’Africa me- diterranea), rispecchiando la specializzazione geografica dell’export (e degli investimenti diretti) delle im- prese italiane. Nel 2005, infatti, le esportazioni italiane nei Paesi asiatici considerati erano pari al 5,8% dell’ex- port totale - pari a 17 miliardi di euro, in aumento del 4% rispetto al 2004 ed in linea con l’aumento delle espor- tazioni totali.

Guardando i singoli Paesi, la Cina è il primo mercato dell’area: le esportazioni italiane sono ammontate a 4,6 miliardi di euro, il 26,9% del nostro export verso l’area. A seguire troviamo Hong Kong (17,6%), Corea del Sud (11,9%), India (9,8%), Singapore (8,8%), Taiwan (5,7%), Malaysia (4,6%), Thailandia (4,3%), Indonesia (2,9%) e Pakistan (2,7%).

Esportazioni italiane di beni (in milioni di euro)

(11)

10

RISCHIOPAESE• ASIA ORIENTALE EPACIFICO

Fra i mercati principali, l’India è quello che ha fatto registrare l’aumento più sostenuto delle esportazioni nel 2005 rispetto all’anno precedente, con una crescita del 31,9%, seguita dal Pakistan (20,5%) e dalla Corea del Sud (10,1%). Secondo le stime preliminari SACE-OEF4, i tassi di crescita del nostro export nell’area saranno parti- colarmente elevati in modo particolare in Cina e in India nel triennio 2006-08.

Nel 2005, i nuovi impegni di SACE nei Paesi considerati in questo rapporto sono stati pari a 626,7 milioni di euro, l’8,6% del totale. Circa il 60% dei nuovi impegni sono a medio-lungo termine, a conferma della forte vocazione di SACE al sostegno delle transazioni più rischiose per le imprese. La Thailandia e l’India figurano ai primi due posti per la presenza di due grandi progetti di investimento nel settore dei minerali non metallife- ri. A seguire troviamo Cina, Pakistan e Taiwan.

Infine, guardando allo stock, gli impegni in essere ammontano a 1.427,6 miliardi di euro, (pari al 5,5% de- gli impegni in essere di SACE) con Cina, Thailandia e India che contano per circa l’85% del totale dell’area.

4 Per maggiori informazioni sul modello di previsione si veda “Prospects for Italian export growth based on a sectoral-bilateral model of trade for Italy" disponibile sul sito www.sace.it nella sezione News e Documenti.

PAESE medio lungo breve totale % tot. nuovi

termine termine impegni

Thailandia 301,7 20,6 322,3 4,4

India 146,1 7,9 154,0 2,1

Cina 2,4 40,0 42,4 0,6

Pakistan 0,0 30,6 30,6 0,4

Taiwan 0,0 25,3 25,3 0,3

Vietnam 14,0 1,1 15,1 0,2

Hong Kong 0,0 12,3 12,3 0,2

Corea Sud 1,0 8,9 9,9 0,1

Malaysia 7,4 0,1 7,5 0,1

Indonesia 4,7 1,7 6,4 0,1

Nuova Zelanda 5,6 0,0 5,6 0,1

Bangladesh 0,2 0,5 0,7 0,0

Filippine 0,0 0,2 0,2 0,0

Maldive 0,0 0,0 0,0 0,0

Totale area 477,5 149,2 626,7 8,6

Mondo 6.497,8 802,2 7.300,0 100,0

Fonte: SACE

Nuovi Impegni SACE (milioni di euro)

(12)

AFGHANISTAN

Executive Summary

L’Afghanistan è un paese ancora instabile sebbene, negli ultimi anni, si siano registrati progressi dal punto vista politico-istituzionale. Il Governo centrale riesce a controllare solo l’area di Kabul e dintorni grazie alla presenza delle truppe della NATO.

Dal punto di vista macroeconomico, il Paese sta registrando risultati incoraggianti soprattutto grazie ai cospicui aiuti internazionali. Ciò nonostante, l’outlook resta negativo per l’alto livello di insicurezza, per la debolezza del- le istituzioni e per le condizioni di estrema povertà in cui versa la maggior parte della popolazione.

Categoria OCSE: 7/7 Sospensiva

Condizioni di assicurabilità SACE

Principali indicatori economici (anni fiscali)

Rating

2002/03s 2003/04s 2004/05s 2005/06p 2006/07p

PIL (variazione % reale) 28,6 15,7 8,0 13,8 11,7

Inflazione media annua (%) 5,0 23,9 14,3 12,0 8,9

Saldo Bilancio Pubblico/PIL (%)

(inclusi gli aiuti) -0,1 -0,8 0,4 0,6 0,4

(esclusi gli aiuti) ... -5,3 -4,9 -4,2 -2,8

Bilancia dei pagamenti

Esportazioni: beni ($ mln) 1.290,6 1.893,9 1.656,1 1.893,3 1.968,6

Importazioni: beni ($ mln) 2.508,2 3.785,9 3.866,9 4.408,5 4.831,9

Saldo Bilancia Commerciale ($ mln) -.1217,6 -1.892,0 -2.210,8 -2.515,1 -2.863,2

Saldo transazioni correnti ($ mln) (inclusi gli aiuti) -141,9 141,2 111,1 122,7 -75,5

(esclusi gli aiuti) -1.363,7 -2.334,7 -2.676,0 -3.025,8 -3.437,2

Saldo transazioni correnti/PIL (%) (inclusi gli aiuti) -3,5 3,1 1,9 1,7 -0,9

(esclusi gli aiuti) -33,4 -50,9 -44,8 -42,4 -39,9

Debito estero totale ($ mln) 7.297 749

Debito estero totale/PIL (%) 13,1 13,5 12,5

Debt service ratio (%) 3,8 3,4 1,2 1,1 0,9

Riserve valutarie lorde ($ mln) 426 816 1.261 1.730 2.119

Riserve valutarie lorde (mesi import.) 1,8 3,4 4,0 4,8 5,8

Cambio medio AFN/US$ 44,8 49,0 47,7 49,8

S: stime P: previsioni.

Fonte: FMI (2005 Article IV, March 2006). L’anno fiscale inizia il 21 marzo.

Afghanistan

(13)

12

RISCHIOPAESE• ASIA ORIENTALE EPACIFICO

Rischio Politico

Politica interna. L’Afghanistan ha compiuto significativi progressi dalla rimozione dal potere dei talebani nel dicembre 2001. Nel gennaio 2004 è stata ratificata la Costituzione mentre, ad ottobre, si sono tenute le pri- me elezioni presidenziali a suffragio universale che hanno portato alla vittoria dell’attuale Presidente Hamid Karzai. Il Parlamento afghano – composto da una camera bassa (Wolesi Jirga) eletta tramite elezioni dirette, ed una camera alta (Mushrano Jirga) i cui membri sono nominati dai consigli provinciali – ha cominciato a fun- zionare nel dicembre 2005. Le divisioni etniche e tribali nel Paese sono rappresentate all’interno dell’assem- blea e si registra la mancanza di un sistema partitico vero e proprio. Il Governo centrale stenta, con l’ecce- zione della zona intorno a Kabul, ad esercitare un vero controllo sul territorio che è sottoposto al potere dei capi tribù locali.

Relazioni internazionali. Nel dicembre 2001 l’ONU ha richiesto agli stati membri di formare una forza di peacekeeping, la International Security Assistance Force (ISAF), con il compito di garantire la sicurezza sul ter- ritorio e aiutare l’Afghanistan nella creazione delle proprie forze armate e di polizia. Nell’agosto 2003, il comando dell’ISAF è passato alla NATO. Il campo d’azione, tuttavia, è limitato a Kabul e ai suoi dintorni e al distretto di Kunduz. La comunità internazionale sta aiutando il Paese con un grande afflusso di aiuti economici: in particolare, gli USA sono il primo paese donatore. Le relazioni con il vicino Pakistan sono controverse. Da una parte, l’Afghanistan lamenta il presunto scarso impegno del Presidente Musharaf nel catturare i talebani e i membri di Al Qaeda che operano o si nascondono nella zona al confine tra i due paesi, dall’altra sono comunque stati avviati dei colloqui per una maggiore cooperazione, principalmente economica.

Rischio Economico

Attività economica. Il Paese registra tassi di crescita del PIL molto elevati, ma la situazione economica è an- cora precaria, a causa della cattiva gestione del periodo dei talebani e dei ripetuti conflitti che hanno interes- sato il territorio. Nell’anno fiscale 2004/05 (21 marzo-20 marzo), il FMI stima che l’economia sia cresciuta in termini reali dell’8%, mentre nel 2003/04 era cresciuta del 15,7%. Si stima un tasso del 13,8% per il 2005/06 e dell’11,7% per il 2006/07, grazie ai progressivi miglioramenti nel settore agricolo (che partecipa per il 36%

alla formazione del PIL) e alle buone performance nel settore delle costruzioni e dei servizi. Nonostante le pres- sioni internazionali la produzione di oppio non è diminuita in questi anni. Nel 2004/05 il PIL nominale sti- mato dal FMI (esclusa la produzione di oppio) ammontava a circa 6 miliardi di dollari, mentre il valore del- la produzione di oppio era stimato in 2,8 miliardi. Nel 2005 si è registrata una riduzione del 21% dei terreni dedicati a questa coltura, ma ciò ha comportato una diminuzione della produzione del 2% soltanto a causa delle ottime condizioni climatiche.

Spesa pubblica e inflazione. Dall’attivazione dello Staff-Monitored Program (SMP) del FMI nel marzo 2004, le Autorità hanno perseguito politiche fiscali e monetarie prudenti. Nel 2004/05 il deficit pubblico, esclusi gli aiuti della comunità internazionale, è stato pari al 4,9% del PIL (+0,4% inclusi gli aiuti). Il deficit è stato più basso di quello atteso ed in miglioramento rispetto all’anno precedente (5,3% esclusi gli aiuti e 0,8% inclusi gli aiuti), a causa di un inatteso aumento dell’assistenza internazionale, della riforma delle tariffe doganali e

(14)

Afghanistan

della diminuzione della spesa pubblica sia corrente (dal 9,4% del PIL nel 2003/04 al 9% nel 2005/06) che in conto capitale (dal 34% del PIL nel 2003/04 al 32,2% nel 2005/06). L’outlook per i due anni successivi è co- munque positivo, -4,2% nel 2005/06 (0,6% inclusi gli aiuti) e -2,8% nel 2006/07 (0,4% inclusi gli aiuti), in quanto si prevede che le misure e le riforme strutturali approvate nello scorso anno (per esempio la riforma fiscale) cominceranno a produrre effetti sull’economia. L’inflazione è andata progressivamente declinando. In- fatti, il marcato aumento del prezzo del petrolio a livello internazionale è stato controbilanciato da una de- cisa decelerazione nei prezzi degli affitti. Nel 2004/05 l’inflazione media era pari al 14,3% (rispetto al 23,9%

dell’anno precedente) e nel 2005/06 è stata pari al 12%. Il FMI prevede un’ulteriore diminuzione nel 2006/07 (8,9%).

Bilancia dei pagamenti. Il disavanzo commerciale del Paese continua ad aumentare (nel 2004/05 era pari a 2,2 miliardi di dollari, nel 2005/06 a 2,5 miliardi) e sconta ancora le ripercussioni della guerra e della gestio- ne dell’economia da parte dei talebani. Se si escludono gli aiuti internazionali, nel 2004/05 il saldo corrente è stato a pari a -2,7 miliardi di dollari (-45% del PIL), in peggioramento, in termini assoluti, rispetto all’anno precedente (-2,3 miliardi, pari al -50% del PIL). Includendo gli aiuti internazionali, nonostante si confermi l’andamento negativo, il saldo corrente diventa positivo per tutto il periodo 2003/04-2005/06. Per il 2006/07 il FMI prevede un disavanzo di 75 milioni di dollari pari al -0,9% del PIL. Si deve notare che gli aiuti inter- nazionali, in questa fase, sono molto consistenti: nel 2004/05 erano pari a 1.106,6 milioni di dollari e nel 2005/06 a 2.239,9 milioni.

Posizione debitoria e riserve valutarie. Esistono pochi dati sull’ammontare del debito estero del Paese. Se- condo il FMI, nel 2004/05 il debito ammontava a circa 749 milioni di dollari (pari al 12,5% del PIL): di que- sti, 455 milioni erano debiti multilaterali (WB e ADB) e 294 bilaterali. Tale stima, tuttavia, non tiene conto dei debiti contratti durante l’era sovietica e rivendicati dalla Russia, che ammonterebbero a 10,8 miliardi di dollari, ma che la Russia stessa sarebbe disposta a cancellare. Il Paese è ancora molto dipendente dai finan- ziamenti e dagli aiuti internazionali e le Autorità dovranno impegnarsi notevolmente per negoziare i nuovi prestiti a termini concessional per non compromettere del tutto la possibilità di ripresa economica e di capaci- tà di rimborso del Paese. Le riserve internazionali sono triplicate in due anni (nel 2002/03 ammontavano a 426 milioni di dollari pari a 1,8 mesi di importazioni, nel 2004/05 a 1.261, pari a 4 mesi di importazioni). Il FMI ha previsto un ulteriore innalzamento di questi valori per i due anni successivi: nel 2005/06 1.770 mi- lioni di dollari, pari a 4,8 mesi, e 2.119 nel 2006/07, pari a 5,8 mesi.

Tasso di cambio. Alla fine del 2002, il Governo ha rimpiazzato la vecchia moneta con l’Afghani per cercare di stabilizzare il mercato dei cambi. La nuova valuta ha cominciato a stabilizzarsi verso la seconda metà del 2003 aiutando, inoltre, a mantenere l’inflazione sotto controllo. Nel periodo in esame la moneta è stata scam- biata ad un tasso di 47 Afghani per dollaro. Nel 2005/06 il tasso di cambio con il dollaro è stato pari a 49,8.

È probabile che in futuro il cambio rimanga stabile su questi valori, grazie al grande afflusso di valuta stra- niera sotto forma di aiuti, di spese nel Paese da parte del personale diplomatico presente sul territorio, di ri- messe provenienti dall’estero e di entrate del commercio illegale di oppio.

(15)

14

RISCHIOPAESE• ASIA ORIENTALE EPACIFICO

Rischio Bancario

La base legale per la costituzione del sistema bancario afghano è la Legge sulla Moneta e le Banche del 2004. Le Au- torità si sono impegnate nella ristrutturazione dei compiti della Banca Centrale (Da Afghanistan Bank - DAB), ma soprattutto nel rafforzare la sua attività di supervisione del settore bancario. Inoltre, è stato vietato alla DAB, con- trariamente a ciò che avveniva in passato, di svolgere attività tipiche delle banche commerciali nelle province dove è operativa almeno una banca privata/commerciale. L’instabilità politica e lo scarso sviluppo del sistema giuridi- co/legislativo frenano notevolmente l’espansione del credito bancario. Per questo motivo, le Autorità, in accordo con i paesi donatori, si stanno impegnando nel tentativo di costituire un sistema di leggi e regolamenti favorevole ai prestiti e agli investimenti.

Un’altra priorità dell’establishment afghano è la ristrutturazione del settore bancario pubblico. Le Autorità hanno in- fatti manifestato l’intenzione di vendere tre delle banche precedentemente possedute dallo Stato: Agricultural Deve- lopment Bank, Bank Millie e Bank Pashtany. Entro la fine del 2006 dovrebbe essere completato il rimborso/trasferi- mento dei depositi detenuti dalla Banca Agricola di Sviluppo mentre, per le altre due banche, è prevista la nomina di un nuovo consiglio d’amministrazione, composto da esperti, con il compito di avviare dei piani di ristruttura- zione.

Rischio Operativo

Il Governo afghano è impegnato nella ristrutturazione del sistema legale del Paese. La Costituzione, approvata nel gennaio 2004, riconosce la libertà di culto, ma all’Islam viene dato l’appellativo di “religione sacra” per l’Afghani- stan. Nel Paese viene garantito il rispetto dei diritti umani secondo gli standard internazionali anche se nessuna leg- ge può andare contro i precetti e le pratiche dell’Islam. Nel luglio 2002 è stata approvata la Legge per gli Investi- menti: l’investimento può essere composto al 100% da capitale straniero e sono previsti numerosi incentivi per at- trarre i capitali stranieri (in particolare, tramite esenzioni fiscali). Per la stesura di un nuovo codice di diritto com-

Saldo delle transazioni correnti Crescita del PIL e inflazione

(16)

Afghanistan

merciale, il Governo ha incaricato una commissione di giuristi stranieri (principalmente europei e statunitensi) che ha presentato la sua bozza nel marzo 2003. Essa, tuttavia, non è stata ancora approvata.

Il miglioramento del prelievo fiscale fa parte della strategia di lungo termine per la sostenibilità finanziaria del Pae- se, ma esso potrà verificarsi solo con un maggiore controllo dello Stato sul territorio, una migliore preparazione del personale, la lotta alla corruzione e agli abusi. Il sistema fiscale odierno è infatti obsoleto e mal definito.

Il contesto operativo del Paese è difficile e pericoloso. Le infrastrutture sono inesistenti o in pessime condizioni a causa dei danni subiti durante i diversi conflitti della recente storia afghana. Gli aiuti internazionali stanno cercan- do di dotare il Paese di una migliore rete di trasporti (soprattutto stradale). La pubblica amministrazione è general- mente poco preparata e soffre di una diffusa corruzione (il Transparency International Corruption Perceptions Index è pa- ri a 2,5 e pone il Paese al 117° posto su 158). La sicurezza rimane il problema maggiore del Paese. Gli scontri etni- ci e tribali sono frequenti e violenti. I talebani e i membri di Al Qaeda compiono azioni di tipo terroristico che mi- nano la stabilità del Paese.

Rapporti con le Istituzioni Finanziarie Internazionali

Fondo Monetario Internazionale. Il Paese non ha attualmente alcun programma di finanziamento da parte del FMI e i suoi rapporti con l’istituzione si limitano alle consultazioni periodiche. L’ultimo Articolo IV è stato pubblicato nel marzo 2006.

Banca Mondiale. Dal 2002 ad oggi, i progetti attivi della WB ammontano ad un valore complessivo di 830 milio- ni di dollari. Nell’anno fiscale 2004/05 il debito contratto con l’istituzione ammontava a 233 milioni di dollari. La maggior parte dei progetti approvati mirano al miglioramento delle condizioni sanitarie del Paese, alla costruzione delle infrastrutture e alla costituzione di una pubblica amministrazione efficiente.

Banca Asiatica di Sviluppo. Nel 2004, l’ADB ha approvato cinque prestiti, del valore complessivo di 205 milioni di dollari, per la ricostruzione della principale via di comunicazione stradale e di sette aeroporti regionali, il soste- gno al settore agricolo, il finanziamento dell’Afghanistan Investment Guarantee Facility (AIGF) e la costituzione di una rete telefonica. A ciò si aggiunge un finanziamento per il miglioramento della gestione delle acque del bacino del Fiume Balkh e il potenziamento della rete idrica. Dal 2002 sono stati avviati progetti per un valore complessivo di 600 milioni di dollari.

Interscambio con l’Italia

Fino al 2001 l’interscambio tra Italia e Afghanistan non è stato di particolare rilevanza per l’economia italiana. Do-

(17)

16

delle esportazioni totali, +42% rispetto all’anno precedente) e dell’elettronica e dell’elettrotecnica (23%, +2,5% ri- spetto all’anno precedente). Le importazioni dall’Afghanistan sono state pari ad 1,6 milioni di euro, circa la metà ri- spetto al 2004 quando ammontavano a circa 3 milioni.

Esposizione SACE al 31 marzo 2006

L’esposizione di SACE nel Paese è nulla.

Esportazioni italiane in Afghanistan per settori

(2005, %) Interscambio commerciale con l’Afghanistan

(1996-2005, mln€) RISCHIOPAESE• ASIA ORIENTALE EPACIFICO

(18)

Bangladesh

BANGLADESH

Executive Summary

Il Bangladesh è uno dei Paesi più poveri dell’area ed è caratterizzato da un contesto operativo non facile – in- frastrutture carenti, elevata burocrazia – che non incoraggia gli investimenti esteri. Tuttavia, il Paese ha regi- strato una buona performance economica e l’outlook di breve periodo è positivo.

Le Autorità collaborano con le IFI e i donatori per attuare le riforme strutturali necessarie, consolidare l’eco- nomia di mercato e ridurre la povertà. La posizione debitoria è nel complesso sostenibile e il Paese non ha mai avuto bisogno di ristrutturare il debito, né di aderire all’iniziativa HIPC.

La situazione politica è caratterizzata dalla contrapposizione tra il Primo Ministro e la leader del partito all’op- posizione, in un clima di crescente tensione in vista delle elezioni del gennaio 2007.

Categoria OCSE: 6/7 Apertura con restrizioni Plafond Paese di € 30 mln

Rischio sovrano: operatività nel rispetto dei limiti del FMI Rischio privato: esame caso per caso

Condizioni di assicurabilità SACE

Principali indicatori economici

Rating

2003/04 2004/05 2005/06s 2006/07p 2007/08p

PIL (variazione % reale) 6,3 5,4 6,0 6,0 6,5

Inflazione media annua (%) 5,8 6,5 7,5 6,0 5,0

Saldo Bil. Pub./PIL (%, inclusi doni) -2,9 -3,5 -4,0 -3,9 -3,8 Bilancia dei pagamenti

Esportazioni ($ mld) 7,5 8,6 9,6 10,5 11,5

Importazioni ($ mld) -9,8 -11,9 -13,7 -14,9 -16,1

Saldo Bilancia Commerciale ($ mld) -2,3 -3,3 -4,1 -4,4 -4,6

Saldo transazioni correnti ($ mld) 0,2 -0,5 -1,2 -1,2 -1,3

Saldo transazioni correnti/PIL (%) 0,3 -0,9 -1,9 -1,8 -1,7 Debito estero pub. a MLT ($ mld) 17,2 18,1 18,9 19,8 20,8 Debito estero pub. a MLT/PIL (%) 30,4 30,1 30,3 29,3 28,1

Debt service ratio (%) 4,3 4,6 4,2 4,0 3,9

Riserve valutarie lorde ($ mld) 2,7 3,0 3,3 3,5 3,8

Riserve valutarie lorde (mesi import.) 2,8 2,6 2,5 2,5 2,5

Cambio medio BDT/US$ 58,2 59,5 64,3 71,7 76,6

S: stime P: previsioni.

L’anno fiscale inizia il 1° luglio. I tassi di cambio si riferiscono alla fine dell’anno solare.

Fonte: FMI, 4th Review under the Poverty Reduction and Growth Facility, febbraio 2006

(19)

18

Rischio Politico

Politica Interna. Dagli anni ‘90 la scena politica del Paese è dominata dalla forte contrapposizione tra le lea- der dei due principali partiti (il Bangladesh Nationalist Party e la Awami League), l’attuale Primo Ministro Kha- leda Zia e Sheikh Hasina Wajed, che ha ricoperto la carica dal 1996 al 2001. Le prossime elezioni sono fissa- te per il gennaio 2007 e si prevede un clima di tensioni, con grandi manifestazioni e possibili scontri in vista delle consultazioni.

Relazioni Internazionali. Il Governo in carica ha migliorato i rapporti con l’India, tradizionalmente non mol- to distesi. Le relazioni con i Paesi occidentali sono in genere buoni. Il Paese è membro della South Asian As- sociation for Regional Cooperation (SAARC).

Rischio Economico

Attività economica. Il Bangladesh è uno dei Paesi più poveri del Sud-est asiatico, con un reddito pro-capite di circa 400 dollari e metà della popolazione che vive al di sotto della soglia di povertà. L’economia dipende fortemente dagli aiuti delle IFI e dei paesi donatori e l’attività economica è incentrata sul settore agricolo (che contribuisce per il 20% alla formazione del PIL) e sul tessile, che incide per l’80% sul valore delle esporta- zioni. Il buon andamento dei settori agricolo e manifatturiero ha consentito un recupero della crescita: se- condo le stime del FMI, nell’anno fiscale 2005/06 la crescita del PIL reale dovrebbe attestarsi al 6% (rispetto al 5,4% dell’anno precedente) ma, secondo gli ultimi dati ufficiali, potrebbe raggiungere il 6,7%. La tenden- za positiva sembra confermata anche per il 2006/07, con una crescita prevista al 6,5%.

Spesa pubblica e inflazione. Il contenimento del deficit di bilancio è una delle principali questioni che le Au- torità si trovano ad affrontare. La raccolta fiscale è limitata e il settore pubblico resta caratterizzato dalla pre- senza di società inefficienti e improduttive, soprattutto nel settore delle utilities dove i prezzi calmierati im- posti dal Governo comportano pesanti perdite. L’inflazione rimane sostanzialmente sotto controllo (6% me- dio previsto per il 2006/07), grazie all’adozione di una politica monetaria restrittiva e ai sussidi che conten- gono l’aumento dei prezzi interni dei prodotti petroliferi importati.

Bilancia dei pagamenti. Il Bangladesh soffre di un deficit cronico della bilancia commerciale, in parte com- pensato dalle rimesse degli emigrati. Il disavanzo corrente dovrebbe attestarsi intorno al 2% del PIL. Come già accennato, il Paese necessita degli aiuti ufficiali per colmare il disavanzo della bilancia dei pagamenti.

Posizione debitoria e riserve valutarie. La posizione debitoria appare nel complesso sostenibile, grazie al so- stegno dei donatori e alla natura concessionale dell’indebitamento: il debito pubblico (a MLT) si mantiene intorno al 30% del PIL e il debt-service ratio è contenuto (4% circa). È da sottolineare che il Paese non ha mai ristrutturato il debito estero. Le riserve valutarie rimangono invece a livelli insufficienti, inferiori ai 3 mesi di importazioni.

Tasso di cambio. Dal 2003 le Autorità hanno adottato un tasso di cambio flessibile, abbandonando il regime di stretto controllo sul cambio e svalutazione controllata.

RISCHIOPAESE• ASIA ORIENTALE EPACIFICO

(20)

Bangladesh

Rischio Bancario

Il sistema finanziario del Paese è composto da 4 banche commerciali pubbliche (NCB), 5 banche pubbliche specializzate (SB), 30 banche private locali, 10 banche estere e 28 organismi finanziari non bancari.

Le NCB (Rupali, Agrani, Janata e Sonali Bank) dominano il settore, con una quota di oltre il 50% dei deposi- ti del sistema. Per quanto riguarda le banche specializzate, due di esse (Bangladesh Krishi Bank e Rajshahi Kris- hi Unnayan Bank) operano nel segmento del credito agricolo, mentre le altre (Bangladesh Shilpa Bank, Basic Bank e Bangladesh Shilpa Rin Sangtha) operano nel settore industriale.

Le banche pubbliche versano in una situazione precaria, a causa della carenza di supervisione e della politica di sostegno alle imprese pubbliche, che ha portato in passato all’accumulo di consistenti insoluti. In base ai dati della Banca Centrale del Bangladesh i non-performing loans (NPL) si mantengono elevati (intorno al 25%

per le NCB e al 35% per le SB) rispetto alla media del settore del 15%. Il livello di capitalizzazione minima (fissato al 9%) non è raggiunto dalle NCB, che riportano peraltro pessimi indicatori di redditività.

Nel 2003, con il sostegno del FMI e della Banca Mondiale, le Autorità hanno avviato un programma di ri- forme e il settore ha registrato un graduale consolidamento. Il programma prevede il risanamento delle ban- che pubbliche e la loro successiva privatizzazione, ma il processo ha subito considerevoli ritardi rispetto a quanto previsto; le prime privatizzazioni (della Rupali Bank e della Agrani Bank), che dovevano essere porta- te a termine già nel 2004-05, sono infatti slittate alla fine del 2006.

Rischio Operativo

Il contesto operativo del Paese non è tra i più agevoli: il sistema giuridico non è indipendente dall’esecutivo, l’impianto legislativo è datato e l’applicazione delle leggi spesso arbitraria. La burocrazia è opprimente e la corruzione estremamente elevata: il Paese è infatti all’ultimo posto (158) del Corruption Perception Index, a pa- ri merito con il Chad.

Il Paese ha ratificato le Convenzioni di Washington e di New York e con l’Italia è in vigore un accordo di pro- tezione degli investimenti. La legge nazionale per la promozione degli investimenti tutela gli investitori da espropri e nazionalizzazioni e a tale riguardo non si registrano episodi da oltre vent’anni. Le Autorità inco- raggiano gli investimenti esteri, che confluiscono principalmente nel settore tessile, chimico e manifatturiero.

Le infrastrutture sono carenti e il Paese soffre di frequenti blackout energetici. Durante la stagione delle piog-

Debito estero Crescita del PIL e inflazione

(21)

20

RISCHIOPAESE• ASIA ORIENTALE EPACIFICO: OVERVIEW REGIONALE

Rapporti con le Istituzioni Finanziarie Internazionali

Fondo Monetario Internazionale. A febbraio è stata completata la quarta review relativa al PRGF approvato nel giugno 2003 e che scadrà a dicembre; contestualmente è stata erogata una tranche di 97 milioni di dollari, che porta il totale erogato a 409 milioni su un finanziamento totale di 580 milioni di dollari. L’accordo con il Fondo prevede il divieto di indebitamento sovrano a breve-medio termine (fino a 5 anni) e limiti a lungo termine.

Banca Mondiale. La Banca è attiva nel Paese con 20 progetti per un totale di 1,7 miliardi di dollari, indiriz- zati principalmente allo sviluppo delle aree rurali e urbane e all’educazione. La nuova Country Assistance Stra- tegy 2006-09 prevede un intervento di 3 miliardi di dollari.

Banca Asiatica di Sviluppo. Al 31 dicembre 2004 i prestiti complessivi accordati al Paese ammontavano a 17,6 miliardi di dollari, indirizzati principalmente ai settori dei trasporti, comunicazioni ed energia.

Interscambio con l’Italia

Le esportazioni italiane verso il Bangladesh sono aumentate dell’11,3% nel 2005 rispetto all’anno preceden- te, attestandosi a 150 milioni di euro e riguardano principalmente meccanica strumentale (52% del totale), elettronica ed elettrotecnica (19%) e prodotti chimici e fibre (13%). Il saldo globale è sfavorevole all’Italia.

Esposizione SACE al 31 marzo 2006

Gli impegni in essere in conto capitale sono pari a 0,7 milioni di euro, di cui 0,5 milioni di euro a BT.

Non vi sono sinistri in corso e gli indennizzi pagati da recuperare ammontano a 0,9 milioni di euro.

L’esposizione complessiva di SACE in Bangladesh (comprensiva della quota interessi degli impegni in essere) am- monta a 1,6 milioni di euro.

Esportazioni italiane in Bangladesh per settori

(2005, %) Interscambio commerciale con il Bangladesh

(1996-2005, mln€)

(22)

Bhutan

BHUTAN

Executive Summary

Il Paese sembra avviato verso un processo di democratizzazione promosso dalla monarchia. I movimenti di opposizione manifestano la loro insoddisfazione per la lentezza delle riforme, ma il rischio politico si è in generale attenuato.

Nel 2004/05 il Paese ha registrato gravi disavanzi fiscali, commerciali e correnti. Il Paese presenta due gra- vi problemi: l’elevato squilibrio nella bilancia dei pagamenti e la povertà di cui soffre la popolazione. Tut- tavia, per il 2005/06 si prevede un parziale miglioramento della situazione complessiva.

Il Bhutan non ha un contesto operativo particolarmente attraente per gli investitori internazionali.

Categoria OCSE: 6/7 Apertura con restrizioni Esame caso per caso

Condizioni di assicurabilità SACE

Principali indicatori economici (anni fiscali)

Standard and Poor’s Moody’s Fitch SACE

Rating

2002/03 2003/04 2004/05 2005/06p 2006/07p

PIL (variazione % reale) 6,8 8,7 8,8 10,0 12,0

Inflazione media annua (%) 2,1 3,6 4,8 5,5 6,0

Saldo Bilancio Pubblico/PIL (%) -11,6 -6,7 -11,3

Bilancia dei pagamenti

Esportazioni ($ mln)* 113 158 173 189

Importazioni ($ mln)* 190 245 361 312

Saldo Bilancia Commerciale ($ mln)* -77 -87 -188 -123

Saldo transazioni correnti ($ mln) -67 -55 -158 -80 ..

Saldo transazioni correnti/PIL (%) -13,0 -9,3 -27,3 -9,0 10,1

Debito estero totale ($ mln) 406 529 608

Debito estero totale/PIL (%)* 73,7 80,8 80,9 81,6

Debt service ratio (%)* 5,1 4,2 9,2 9,1

Riserve valutarie lorde ($ mln) 373 383 398 427

Riserve valutarie lorde (mesi import.) 23,6 18,8 13,2 16,4

Cambio medio BTN/US$ 45,9 44,9 45,2

S: stime P: previsioni.

Fonte: ADB; *FMI. L’anno fiscale inizia il 1° luglio

(23)

22

RISCHIOPAESE• ASIA ORIENTALE EPACIFICO

Rischio Politico

Politica interna. Il Sovrano del Bhutan, Jigme Singye Wangchuck, sta lentamente portando il Paese verso la demo- crazia con una serie di modeste aperture. Nel 1998 il Re ha rinunciato alla carica di capo del Governo. Attualmen- te è in fase di elaborazione un nuovo testo costituzionale che dovrebbe portare alla creazione di un sistema politi- co multi-partitico. Tuttavia, i gruppi di opposizione maoisti chiedono al monarca cambiamenti più radicali. La loro azione di propaganda e le divisioni etniche potrebbero intaccare la stabilità del Paese.

Relazioni internazionali. Le relazioni tra Bhutan e India sono sempre state buone. L’india è il principale partner commerciale, fornisce una grande quantità di aiuti ed investimenti e offre la sua cooperazione in ambito militare.

Ciò permette all’India di esercitare una certa influenza sul Paese. I rapporti con la Cina sono sempre stati proble- matici a causa di questioni di confine, anche se la possibilità che tale situazione possa dare luogo ad un conflitto è altamente improbabile. Il Bhutan è membro della South Asian Association for Regional Co-operation (SAARC)

Rischio Economico

Attività economica. Negli ultimi cinque anni l’economia reale è cresciuta vigorosamente. Nell’anno fiscale 2004/05 (1 luglio 2004-30 giugno 2005) il tasso di crescita dell’economia è stato pari all’8,8% (nell’anno precedente 8,7%) spinto dagli investimenti pubblici nelle infrastrutture, dagli investimenti privati nell’edilizia residenziale e soprat- tutto dalla produzione di energia idroelettrica. Dal 2004/05, il settore turistico ha ripreso a crescere dopo la flessio- ne causata dagli eventi dell’11 settembre e dall’epidemia di SARS nel 2003. Nonostante i progressi, il Bhutan è clas- sificato come least-developed country (LDC) e il 32% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà.

Spesa pubblica e inflazione. Nel 2004/05 la politica fiscale è stata espansionista. Il disavanzo pubblico è cresciuto all’11,3% del PIL rispetto al 6,7% nell’anno precedente. Tale deficit è attribuibile ad un crescita nelle spese in con- to capitale (per l’acquisto di due AIRBUS A-139) che ha comportato un aumento della spesa pubblica del 25%. Le spese in conto capitale sono state pari al 29% del PIL. Le entrate sono invece aumentate del 14,2%. Quasi il 35%

del deficit è finanziato attraverso i prestiti internazionali.

L’inflazione è cresciuta costantemente negli ultimi anni. Il Bhutan, grazie alla presenza di impianti idroelettrici, im- porta una scarsa quantità di greggio (il 3,2% delle importazioni totali), tuttavia dipende fortemente dall’importazioni di tutti gli altri beni. L’aumento dei prezzi petroliferi ha avuto solo un impatto indiretto, ma non per questo meno rilevante, sull’inflazione domestica che nel 2004/05 è stata del 4,8% (rispetto al 3,6% dell’anno precedente). Per i prossimi due anni si prevede che il tasso d’inflazione si attesti intorno al 5,5-6%.

Bilancia dei pagamenti. Le importazioni sono cresciute del 47% nel 2004/05 rispetto all’anno precedente (da 245 milioni di dollari a 361 milioni), a causa del citato acquisto dei due AIRBUS. Tale espansione ha comportato un cospicuo aumento del disavanzo commerciale (da 87 milioni di dollari a 188). Per il 2005/06 si stima una diminu- zione delle importazioni (312 milioni di dollari) ed un aumento delle esportazioni (189 milioni di dollari, rispetto ai 173 dell’anno precedente). Il disavanzo corrente dovrebbe essere di 123 milioni di dollari. Anche il saldo corren- te ha risentito del disavanzo commerciale: nel 2004/05 era pari a 158 milioni di dollari, il 27% del PIL, rispetto al disavanzo di 55 milioni di dollari (9,3% del PIL) dell’anno precedente. Per il 2005/06 si stima una decisa diminu- zione (-80 milioni di dollari, pari al 9% del PIL).

Posizione debitoria e riserve valutarie. A fine luglio 2005 il debito del Paese è cresciuto del 15%, da 529 milioni di dollari a 608 milioni. In rapporto al PIL, il debito si è mantenuto costante (80,9%), con un servizio del debito pari al 9,2% (rispetto al 4,2% dell’anno precedente). Ciò nonostante, il livello delle riserve è cospicuo: a fine luglio 2005 ammontavano a 398 milioni di dollari, pari a 13,2 mesi di importazione. Per il 2005/06 si stima un ulteriore au- mento delle riserve (427 milioni, pari a 16,4 mesi di importazioni).

Tasso di cambio. La valuta del Bhutan, il ngultrum, è ancorata alla rupia indiana. Nel 2004/05 il tasso di cambio ngul- trum/$ era 45,2 (in leggero deprezzamento in termini nominali rispetto all’anno precedente).

(24)

Bhutan

Rischio Bancario

Il sistema bancario del Paese è composto solo da 4 istituzioni finanziarie, di cui 2 banche commerciali (la Bank of Bhutan, una banca privata locale, e la Bhutan National Bank di proprietà del Governo). L’intero sistema è sottoposto alla supervisione della banca centrale, la Royal Monetary Authority.

Rischio Operativo

Non esistono una normativa specifica o incentivi particolari per gli investimenti internazionali. Le proposte di investimento vengono valutate dal Governo caso per caso. La legislazione per le imprese ed il codice civi- le vengono generalmente rispettati. Il sistema legale si basa sulla legislazione indiana e sulla Common Law in- glese. Il Bhutan non è firmatario di nessuna convenzione internazionale per la risoluzione delle controversie.

Il sistema fiscale è scarsamente sviluppato e il Paese ha problemi di riscossione delle imposte. Le imprese de- vono pagare una tassa del 30%, mentre sulle vendite di beni si applicano aliquote che possono variare dal 65% al 100%.

Il sistema infrastrutturale è decisamente carente e poco efficiente. I collegamenti sono resi difficoltosi dalla conformazione montagnosa del Paese. L’ordine interno potrebbe essere compromesso dai movimenti anti- monarchici di stampo maoista.

Rapporti con le Istituzioni Finanziarie Internazionali

Fondo Monetario Internazionale. Non ci sono programmi di finanziamento da parte del FMI. Le relazioni con il Fondo si limitano alle consultazioni periodiche (Article IV).

Banca Mondiale. La WB ha un piccolo portafoglio nel Paese, concentrato in progetti sull’educazione, svi- luppo urbano e trasporti. Il totale dei presititi complessivi concessi finora ammonta a 123 milioni di dollari.

Inoltre, il Bhutan è stato beneficiario di un Global Environment Fund (GEF) per aiutare il Governo a preserva- re la vegetazione e la diversità biologica. Attualmente sono attivi 7 progetti per un ammontare di 70,4 milio- ni di euro.

-180 -160 -140 -120 -100 -80 -60 -40 -20 0

mln US$

-30 -25 -20 -15 -10 -5 0 5 10 15 2006/7

Saldo transazioni correnti ($ mln)

Saldo transazioni correnti/PIL (%) Crescita PIL Inflazione

0 2 4 6 8 10 12 14

2002/3 2003/4 2004/5 2005/6 2006/7

%

Saldo della transazioni correnti Crescita del PIL e inflazione

(25)

24

RISCHIOPAESE• ASIA ORIENTALE EPACIFICO

euro. Le principali aree d’intervento sono lo sviluppo delle infrastrutture, l’elettrificazione delle zone rurali e lo sviluppo delle aree urbane.

Interscambio con l’Italia

Il livello delle esportazioni italiane in Bhutan è poco consistente. Nel 2005 è ammontato a 1,6 mi- lioni di euro (rispetto a 360.000 nel 2004). Le importazioni sono state pari a 32.000 euro nel 2005, mentre l’anno precedente sono state sostanzialmente nulle. I prodotti italiani maggiormente esportati sono quelli del- l’elettronica e dell’elettrotecnica (pari al 60% delle esportazioni totali nel Paese), della carta e della stampa (30% delle esportazioni).

Esposizione SACE al 31 marzo 2006

L’esposizione nei confronti del Paese è nulla.

Esportazioni italiane in Bhutan per settori (2005, %)

Interscambio commerciale con il Buthan (1996-2005, mln€)

(26)

Brunei Darussalam

BRUNEI DARUSSALAM Executive Summary

Il quadro politico non presenta rischi di instabilità. Il processo verso la democratizzazione del Paese è mol- to lento. Le relazioni internazionali sono nel complesso positive.

Il Paese è tra quelli a maggiore reddito pro-capite nella sua area. I rischi per la performance economica po- trebbero essere legati a forti cali, al momento non previsti, delle quotazioni internazionali del greggio, con- siderato ancora l’elevato peso del petrolio e del gas nell’economia del paese.

Il contesto operativo è nel complesso favorevole all’attrazione degli investimenti. Qualche elemento di de- bolezza rimane ancora nelle infrastrutture e nella burocrazia.

Categoria OCSE: 2/7 Nessuna restrizione

Condizioni di assicurabilità SACE

Principali indicatori economici

Standard and Poor’s Moody’s Fitch SACE

Rating

2003 2004 2005 2006p 2007p

PIL (variazione % reale) 3,8 1,7 3,0 2,2 2,3

Inflazione media annua (%) 0,3 0,9 1,0 1,0 1,0

Saldo Bilancio Pubblico/PIL (%) 10,8 16,1 19,5 - -

Bilancia dei pagamenti

Esportazioni ($ mld) 6,0 6,7 7,8 7,6 7,5

Importazioni ($ mld) -2,8 -3,0 -3,2 -3,3 -3,4

Saldo Bilancia Beni e Servizi ($ mld) 4,2 3,7 4,6 4,3 4,1

Saldo transazioni correnti ($ mld) 3,2 3,8 4,6 4,3 4,1

Saldo transazioni correnti/PIL (%) 68,0 68,2 72,8 67,0 64,0

Debito estero totale ($ mld) 0,6 0,6 0,8 0,8 0,8

Debito estero totale/PIL (%) 11,5 11,5 12,4 12,3 12,1

Debt service ratio (%) 1,5 1,5 1,5 1,9 1,9

Riserve valutarie lorde ($ mld) 0,5 0,5 0,6 - -

Riserve valutarie lorde (mesi import.) 1,9 2,1 2,2 - -

Cambio medio BND/US$ 1,74 1,69 1,64 - -

P: previsioni.

Fonti: FMI (article IV e WEO), OCSE

(27)

26

RISCHIOPAESE• ASIA ORIENTALE EPACIFICO

Rischio Politico

Politica interna. La stabilità politica del Brunei è elevata e, dal 1962, il potere è nelle mani del sultano, che appoggia una forma moderata di islamismo. Il Paese non è quindi una democrazia ma il sultano gode di una certa popolarità, grazie soprattutto allo standard di vita relativamente alto della popolazione. I partiti politici sono ammessi; ve ne sono due, che sono comunque tenuti sotto stretto controllo. Vi sono stati recentemen- te alcuni segnali di cambiamento (verso un Comitato Legislativo con rappresentanti in parte eletti diretta- mente), anche se diversi sono i passi ancora da fare. Non vi sono rischi percepiti di instabilità in uno scena- rio di breve-medio termine.

Relazioni internazionali. Il Paese ha buoni rapporti con i vicini – vi è solo una disputa aperta con la Malay- sia per il controllo su alcune aree off shore dalle coste del Borneo, importanti per petrolio e gas – e con quelli occidentali e islamici. Il Brunei è membro del Commonwealth, dell’ASEAN (Association of South East Asian Na- tions) e dell’APEC (Asia Pacific Economic Cooperation) e da aprile del 2006 anche della Banca Asiatica di Svi- luppo.

Rischio Economico

Attività economica. Dopo una crescita reale del PIL del 3,8% nel 2003, vi è stato un rallentamento abba- stanza marcato nel 2004 e con una nuova accelerazione nel 2005, quando il tasso di crescita si è attestato al 3%. Per il 2006-2007 si prevede un ulteriore rallentamento, con tassi di poco superiori al 2%. Il Paese gode di un reddito pro-capite abbastanza elevato (stimato in circa 15.000 US$ nel 2004) e il settore del petrolio e del gas rappresenta più del 40% del PIL e il 90% dell’export.

Bilancio pubblico e inflazione. Il già elevato avanzo del bilancio pubblico è ulteriormente aumentato tra il 2003 e il 2005, portandosi, in rapporto al PIL quasi al 20%. L’inflazione è molto bassa ed è stimata rimanere tale nel biennio 2006-2007. Le contenute pressioni sui prezzi sono dovute alla bassa inflazione che caratteriz- za il maggiore partner commerciale del Paese (Singapore) e alla parità nel tasso di cambio tra le valute dei due paesi. Il Brunei non ha una banca centrale e, dagli inizi del 2004, è stato costituito un Board monetario e valu- tario che ha, tuttavia, più finalità di vigilanza del sistema bancario che di monitoraggio sull’evoluzione dei prezzi.

Bilancia dei pagamenti. I conti con l’estero sono in surplus e nel 2005 l’avanzo di parte corrente ha supera- to il 72% del PIL. Si prevedono riduzioni di tale avanzo, sia nel 2006 che nel 2007, che rimarrà comunque ancora largamente positivo.

Posizione debitoria e riserve valutarie. Il debito estero del Brunei rimane basso anche se nel 2005 ha subito un discreto aumento (pari quasi a un terzo del suo valore), attestandosi al 12,4% del PIL. Si prevede una sta- bilità per il 2006-2007, con lievi riduzioni del suo rapporto con il PIL. Le riserve ufficiali sono aumentate di circa il 20% tra il 2003 e il 2005, con un aumento dei mesi di importazione da queste coperti.

Tasso di cambio. Nel paese vige un regime di cambio fisso in base al quale la valuta locale è in parità con il dollaro di Singapore. Il Board valutario gestisce il sistema mantenendo il rapporto tra le riserve valutarie e l’e- missione di valuta domestica al 70%. Per aumentare la fiducia nel sistema, il FMI suggerisce di innalzare tale rapporto al 100%.

(28)

Brunei Darussalam

Rischio Bancario

Vi sono attualmente nove banche, internazionali e locali, operative nel Paese, che si propone come centro fi- nanziario internazionale off shore e punto di riferimento per la finanza di tipo islamico.

Il sistema è risultato stabile negli anni recenti, con indicatori di solidità finanziaria che sono rimasti pressoché in- variati. I non-performing loans (NPL) si sono ridotti ma sono ancora elevati rispetto agli altri paesi dell’area.

Rischio Operativo

L’atteggiamento del Brunei rispetto agli investimenti dall’estero è molto positivo e sia il sistema legale che quello fiscale possono essere considerati come punti di forza per l’attrazione di questi. Vi sono tuttavia an- cora alcune lacune dal punto di vista delle infrastrutture e della burocrazia.

L’ambiente è complessivamente favorevole e non vi sono rischi per la sicurezza delle imprese estere, conside- rato anche il rafforzamento dei controlli da parte del governo dopo gli attentai di Bali del 2002.

Rapporti con le Istituzioni Finanziarie Internazionali

Fondo Monetario Internazionale. Non vi sono prestiti concessi dal 1995, anno in cui il Paese è divenuto membro di questa organizzazione.

Banca Mondiale. Non vi sono progetti attivi della WB nel Paese.

Interscambio con l’Italia

Il valore delle esportazioni dei beni italiani in Brunei, nel 2005, è stato pari a 8,7 milioni di euro circa, con una flessione del 7% rispetto al 2004. L’import dell’Italia in valore, nello stesso anno, si è ridotto di oltre il 70%, attestandosi a 139.000 euro, su livelli quindi marginali.

Il settore da cui è dipesa la flessione dell’export è stato quello dei mobili (-90,2%) mentre performance positi- ve si sono registrate per la meccanica strumentale (+ 102,7%), il settore leader per le esportazioni verso il pae-

Debito estero Crescita del PIL e tasso di inflazione

(29)

28

RISCHIOPAESE• ASIA ORIENTALE EPACIFICO

Per gli investimenti dall’estero è aumentato negli ultimi anni l’interesse da parte degli Stati Uniti, del Regno Unito e dell’Indonesia.

Esposizione SACE al 31 marzo 2006

L’esposizione di SACE in Brunei è nulla.

Esportazioni italiane in Brunei per settori (2005, %)

Interscambio commerciale con il Brunei (1996-2005, mln€)

Riferimenti

Documenti correlati

Nei primi cinque mesi del 2006, le esportazioni italiane sono state pari a 14 milioni di euro, in aumento del 15,9% rispetto al periodo corrispondente del 2005, mentre le

Le nuove iscrizioni di imprese femminili sono state pari al 27% del totale, in forte crescita rispetto al precedente trimestre 2012 e in aumento, ma più

Si precisa inoltre che il Consorzio non ha contabilizzato le imposte anticipate pari ad € 85.846 relative alle perdite fiscali utilizzabili in compensazione dei

Molte analisi sottolineano come la Cina non abbia ancora un mercato finanziario abbastanza liquido, stabile e trasparente per promuovere l’internazionalizzazione

Se invece del complesso delle esportazioni si concentra l’analisi sul solo aumento subito da queste durante il 2006 (pari a quasi 4 miliardi di Euro) è possibile notare che

a- □ di trovarsi nelle seguenti condizioni di merito scolastico richieste dal bando: (autocertificare, nello spazio sottostante, le condizioni di merito indicate

- ha rafforzato la portata incentivante del Credito d’imposta per investimenti in beni strumentali nelle Zone Economiche Speciali (ZES), ossia l’agevolazione dedicata alle ZES

Infatti, per effetto della sospensione dei versamenti, che potevano essere effettuati in unica soluzione entro il 16 marzo 2021, ovvero in quattro rate, le