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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.44 (1917) n.2237, 18 marzo

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L’ ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Anno XLIY - Voi. XLYIII

Firenze-Roma,

18

marzo

1917

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N.

2237

P er Vanno 1917 l’Economista continuerà ad usci-1 re con otto pagine in più, com e per Vanno d e­ corso. Il continuo accrescersi dei nostri lettori ci dà affidamento sicuro c h e , cessate le difficoltà materiali in cui si trova oggi tutta la stampa ed in specie la periodica, per effetto della guerra, p o ­ tremo portare ampliamenti e miglioramenti al no­ stro periodico, ai quali già da lungo tem po stiamo attendendo.

I l prezzo di abbonamento è di !.. so annue anticipate, pei* l ’Italia e Colonie. Per l’ Estero (unione postale) !... ss. Per gli altri paesi si aggiungono lo spese postali. Un fasci­ colo separato r . i .

SOMMARIO:

PARTE ECONOMICA. Parlam ento.

L’avven ire com m erciale del P o rto di G en ova è in p e rico lo . Avv. A. G. Ma l l a r in i.

La “ P a c e so cia le „ d o p o la guerra e i dazi p rotettiv i. Ale s sa n d r o Sc h ia v i.

Riform a tributaria - Il d isco r so del M inistro M eda. NOTE ECONOMICHE E FINANZIARIE.

Commercio dell’ Italia al novembre 1916 — Provvedimenti per l’ agricoltura — Marina mercantile britannica. — Cambi esteri a Londra nel 1916. — Costo dei generi alimentari in alcune città italiane (sett. 1913-sett. 1916). — Produzione mondiale della lana. — Punto di saturazione per gli automobili in America. EFFETTI ECONOMICI, DELLA GUERRA.

Movimento economico di Milano. — Il rincaro della vita in febbraio.

FINANZE DI STATO.

Riscossioni dei tributi a tutto febbraio 1917. — Situazione del Tesoro al 31 gennaio 1917. — Finanze bulgare.

FINANZE COMUNALI

Bilancio preventivo di Siena. LEGISLAZIONE DI GUERRA.

Prestito Nazionale. - Certificati del prestito. — Prezzi dei grassi. — Prezzi dell’ olio. — Dolciumi. — Contratti coll’ estero. — Credito agrario. - Fabbricazione, preparazione e vendita della saccarina pura, — Contratti di forniture di guerra. NOTIZIE - COMUNICATI - INFORMAZIONI.

Circolazione dei cereali. — Buoni quinquennali. — Raccolta dei cereali in Russia. — Prestito Nazionale consolidato 5°/0 netto a pubblica sottoscrizione per le spese di guerra. — Premi e rischi di guerra in navigazione.

Situazione degli Istituti di Credito m obiliare, Situazione degli Istitu ti di emissione italiani, Situazione degli Istituti Nazio­ nali Esteri, Circolazione di Stato nel Regno Unito, Situazione del Tesoro italiano, Tasso dello sconto ufficiale, Debito Pubblico italiano, R iscossioni doganali,Riscossione dei tributi n e ll’ eser­ cizio 1914-15, Commercio coi principali Stati nel 1915. Espor­ tazioni ed importazioni riunite, Importazione (per categorie e per m esi), Esportazione (per categorie e per mesi). Prodotti delle Ferrovie dello Statò, Quotazioni di valori di Stato

italian i, Stanze di compensazione, Borsa di Nuova York, Borsa di P arigi, Borsa di Londra, Tasso per i pagamenti dei dazi do­ ganali, Tasso d i cambio per le ferrovie Italiane, Prezzi d el­ l ’ argento.

Cambi a ll’ Estero, Media ufficiale dei cambi agli effetti d e ll’ art. 39 del Cod. còlimi., Corso medio dei cambi accertato in Roma, Ri­ v ista dei cambi di Londra, Rivista dei cambi di P arigi. Indici econom ici italiani.

Valori industriali. Credito dei principali Stati.

Numeri indici annuali di varie nazioni» Pubblicazioni ricevute.

P er abbonamenti, richiesta di fascicoli ed inser- j zioni, rivolgersi all’ Amministrazione : Via della Pergola, 31, Firenze.

PARTE ECONOMICA

P A R L A M E N T O

Qualche settimana fa oltre quattrocento cittadi­ ni, la maggior parte dei quali dediti ai loro affari, od ai loro doveri civili o militari, hanno abban­ donato e gli uni e gli altri per recarsi a R om a ad assolvere il mandato legislativo. Si sono riuniti nelle grandi aule ed hanno com inciato a discorre­ re e trattare i problem i più vitali della Nazione per ore e ore. Sono apparsi dinanzi a loro i re­ sponsabili della pubblica amministrazione ed i provvedimenti legislativi ed amministrativi da que­ sti predisposti per la approvazione.

D op o giorni e giorni di discorsi, d o p o parole parole e parole sgorgate nelle più svariate tonali­ tà, i legislatori hanno dato il loro voto, che è sta­ to di quasi unanime piena fiducia per il G over­ no!

Si può dire che tutti gli argomenti più salienti del­ la econom ia nazionale siano stati toccati, che tutti i problemi abbiano avuto una e co nelle due gran­ di aule dove i quattrocento e più legislatori hanno trascorsi giorni e giorni, ore ed ore, distolti da ogni altra utile occupazione. V i è stato un dispendio di energie, vi è stato un consum o di mezzi di tra­ sporto, di luce, di servizi, di carta, vi sono state quindi delle spese vive; vi è stata una sottrazione di attività da applicaziopi proficue.

Vorrem m o potere scientificamente fare un bi­ lancio fra l’utile che deriva da un tale lavoro ed il costo effettivo dal m edesim o cagionato. Siamo nella ferma convinzione che il bilancio si chiude­ rebbe con un passivo notevole.

Infatti il G overno, l’ insieme cioè dei responsa­ bili della cosa pubblica, che oggi com pendia p o ­ tere esecutivo e potere legislativo, che oggi porta tutto il p eso e tutto l’ onere di provvedimenti nuo­ vi, di soluzioni eccezionali; di problem i effetto di situazione difficile, com plicata, che cosa dovreb­ be attendere e desiderare da una ampia e libera discussione parlamentare?

(2)

246 L ’EC O N O M ISTA 18 marzo 1917 - N. 2237 concorrenza coi prodotti ; esteri anche senza la pro­

tezione dog-anale. . .

Se, come: dicono gii dndustriìali meccanici, « gli utili delle industrie spaciializzateisi nella produzio­ ne: di aiani e mnnizioni si sono ripartiti compieta- mente fra Erario ed impianti » e questi sodo quin­ di- presumibilmente già ammortizzati, com e,dòn si ' troveranno le industrie in con dizioni più favorevo­

li di. un’industria che sorga nuova dopo la guerra, peir produrre a -p-iù basso costo dii prima, alighe, se debba attrezzarsi in'parte, ed anche in concórr-em za con resterò », oro, ripetiamo, concorrano i coef­ ficienti naturali e normali sopra accennati?

E se. -dai paesi dove tali coefficiènti concorrono alla lavorazione in serie, ci possono essere offerti i prodotti al massimo- buon mercato, si dovranno re­ spingere per pagarli di più in casa?

Se, ripetiamo, gli industri affi nostrani volessero esser logici- — e col tempo la- ferrea logi-cia dello sviluppo tecnico delTindus-tii-alismo lo imporrà — e portare la « ,specializzazione » alle- sue conseguen­ ze ineluttabili, come riconoscono che non essa deve esis-e-r piiiù -applicata -solo Individualmente in ogni opificio, dovrebbero ammettere- che e-ssa, per dare ■ all’industria i-1 massimo rendimento, deve concepir­ si ed- applicarsi non nazionalmente, m a inteirnazio- nalmente, e, poiché vogliamo su pporretch e. siano a intesisti »,- almeno fra le nazi-on.il- d-ellTntesa, ab­ battendo fra, e-s-se ogni frontiera... doganale.

Il pr-oliètar.ilato, spiritualmente-, le ha già. abbattu­ te, e le tia già valicate p-iù volte per trovar lavoro dove c’è, e tornerà a valicarle c-ome cercherà di op­ porsi. -a che, « per a-mor suo » e per « la pace so­ ciale », tali -barriere si-e'no elevate ancor p-iù.

Facciano- essi -aitrettànitio-, e, invece di (domandarle protezioni artificiali, si organizzino, - si specializzi­ no in quell© .ihdustri-e nelle quali si utilizza l’in-i-

ziiatiya artistica, ^inventiva., fabilità manuale de-1 nostro ipop-oto, qualità per le quali la concorrenza estera, e specialmente quella te-utoni-ca, non è pos­ sibile; essendo e-sse insostituibili, e in quelle indu­ strie che sono complementari della prima, fonda­ mentale industria nazionale, 1’,agricoltura, rendendo questa -specializzata e intensiva, utilizzando il sole che i Paesi nordici non hanno, e lavorando in Pae­ se i prodotti invece di esportarli allo stato grezzo.

Su questo terreno, che -è il sol-o sano, fecondo, pro­ duttivo, anche il proletariato li seconderà.

Ale ssa n d r o Sc h ia v i.

Riform a trib u taria

Il d i s c o r s o d e l m i n i s t r o M e d a

Riproduciamo qui -sotlt-o, riservandoci più innan­ zi ogni commento, il discorso.. col quale i-1 Ministro delle, Finanze-,' ha annunciato alla Camera l’eisiit-o degli studi compiuti pe-r una, riforma tributària. •m e d a (Min. et,elle Finanze). Ringrazia gli inter­ pellanti perchè .gli danno- Tocca,siionè di- esporre 1-e i,d'eie- ch-e lo hanno guidato e. che lo- guidano di fron­ te -al problema tributario, quale, è -stato posto dalla guerra, a nell e- in Italia; problema grave per o-ggifi in quanto ha reclamato e fo-rse reclamerà ancora soluzioni 'immediate, grave per il domani, dacché al domani non è lecito affacciarsi impreparati men­ tre tutti sentiamo -come eisiso sarà denso di formida­ bili necessità di ogni genere- non escluse , le finan­

ziarie. . . . .

-Slenonc-hè se- finora si è. potuto, anzi si e dovuto, procedere c-o-n un metodo', che- potrebbe chiamarsi di empirismo tributario-, i,n, quanto la fìnanza^ di guerra non- c-onis-ente sovèrchi .scrupoli., come quella elite deve, -proporsi di incrementare- a, brevissima sca­ denza -i gettiti di cui si nutre- Terario con provvedi­ menti ra-pidli, semplici, sicuri, non può -essere , dub­ bio che per il dop-o- occorrerà procedere p-iù sistema- . ticam-ente, curando di ricondurre e di inquadrare il regime tributario- entro confini studiati ’e- determi­ nati non più solamente, -alla, stregua delle, urgenze di cassa, mia anche alla lucie- di criteri ponderati e maturi, i quali ci avvicinino- sempre più. ad una, ri­ partizione dei, carichi pubblici fondata su-lla equi­

tà e -sulla giustizia -sociale. .

Non seguirà gli interpellanti nella disamina delie proposte- e- d-e-i que-siti speciali ch-e e-ssi hanno- pio- spettato. Può tuttavia assicurare che i-1 Governo pur non esitando ad inasprire i congegni tributari

mano mano che ciò appariva richiesto- dai credito deillo- Stato -e dai bisogni della guerra, non ha man­ cato di applicare qualche, direttiva razionale; così ad .„-esempio, nei provvedinnemi de-ll’attuale gabi­ netto si è sempre avu to. c-ura di noe ricorrere ad imposizioni indirette s-uii consumi necessari e di Consentire esenzioni apprezzabili negli -aggravamen­ ti delle imposte -dirette, rendendo invece progressi­ va l’elev-aziione- delle aliquote sulla fondiario» ài è .avviato qualche esperimento di nuovo monopoli-o con quelle cautele che la difficoltà deli-la materia voleva; si è sopra-tutto cercato di colpire- la produ­ zione ed- il godi-me.no d elia . ricchezza, evitando, sal­ vo le inevitabili-incidenze, di attingere là dove Tat­ tili,gere avrebbé voluto dire non più diminuire l’a­ giatezza, ma accrescere il disagio già, per tante

cagioni in-dipendlenti daili’o-per-a- -deil governo, co-sì

sentito-, e profondo-; •

In-o-1,tre ha ritenuto- doveroso, segnare qualche li­ nea per .11 domani, eld ha appunto- m-e-ssa -allo- stu­ dio, col consenso del Presidente del Consiglio, la riforma dei tributi, col (proposito, d i tener fede in questa iniziativa, a conv-incim-enti suoli ben noti per la manifestazione più volte fattane ne-lla, -stam­ pa e- nelle politiche assemblee.- N-o-n ha -ora diffi­ coltà di, informare che non soltanto sono compiuti gli studi, ma che potrà presentarne il risultato, in un concreto disegno di legge, all’on.. presidiente del Consiglio quando questi riconosca maturo-, dal pun­ to- dà vista polliti-co, i-1 momento di riceverlo per sot­ toporlo -poi ali’es-ame del Gabinetto, e, se- questo lo accolga, all-e deliberazioni del Parlamento.

1-1 ch-e non gli vi-eta tuttavia di completare la co­ municazione agli interpellanti- con alcune notizie circa lUndi-riizzo seguito e le condlusii-óni 'di massima adottate dalla Commissione, che con assiduità pari -alla competenza ha assistito lui ed: il suo collega Sottosegretario di stato nella collaborazione della complessa materia, e-d ha apprestato un progetto meritevole- della maggiore considerazione.

Avverte subito che anziché attingere agli esempi delle legislazioni straniere, sii è preferito rendersi conto innanzi tutto -dei precedenti nostri che non di­ fettano in tema dì riforme tributarie. Dal progetto del Ministro Sci-aloia del . 1866 agli studi ultimi del Ministro Rava non sono mancate al Parlamento italiano iniziative per un ■ riordinamento dei tribu­ ti; iniziative che riassume rapidamente. Ma le mu­ tate condizioni nelle qu-alli si è,trovato ad affrontare j il problema — mutate . specie p-e-r il fatto economi- -c ani-ente- e fm-anziariiameinte rivoluzionario de-llia guerra — rendevano più eh® mai necessario- dii spin­ gersi molto più innanzi e più in fondo.

Seguendo la direttiva, programmatica, tracciata nella sua lettera del 13 settembre 1916 al Presiden­ te del Consiglio fu facile constatare come- 1-a istitu­ zione di una nuova imposta globale sul reddito- non potrebbe condurre- a risultati giusti per i contri­ buenti e fecondi per 1-a finanza, eie p-rima non si sia provveduto -ad un migliore accertamento d-ei . reddi­ ti t-utti ed alla, c-o-o-rd-inazione delle imposte dirette attltalmente in vigore: di qui la prima delibera­ zione di fondere cioè in una sola imposta, le im­ poste sui terreni, sui fabbricati e sulla ricchezza i mobile; -per tal modo i redditi distinti per oate-go- * rie, a seconda che essi derivano dalla proprietà immobiliare, dal capitale!, dal lavoro o- sono misti, sarebbero assoggettati ad' una, prima imposta, la normale, ad aliquote, proporzionali, d,i cui illustra i criteri più salienti intesi a costruire un sistema più semplice, più razionale, più giusto dell’attuale.

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18 m arzo 1917 - N. 2237 L ’E C O N O M IS T A 247

i premi di assicurazione e specialmente per i cari­ chi derivanti dal numero dei componenti la fami­ glia, mentre darà luogo ad aggravi per gli esenti dal servizio militare e per i celibi, senza che per questi titoli occorra di escogitare congegni parti­ colari, odiosi e dispendiosi.

Siccome poi, salva una detrazione del 25 per cento pér i redditi certi e fissi di lavoro, i redditi da assoggettarsi alla imposta complementare, sarebbero assunti, per ragioni di chiarezza e di semplicità, al loro valore integrale netto, he avrebbe una patente ingiustizia se non si provvedesse ad una opportu­ na integrazione; la quale potrà «essere data da una tenue imposta patrimoniale, per i patrimoni! supe­ riori alle lire110,000, rivolta a ristabilire l’equilibrio fra chi trae dal solo Capitale un reddito e chi un reddito eguale trae dal solo lavoro.

A nulla tuttavia varrebbe la costruzione del più perfetto congegno tributario se nòn si provvedesse contemporàneamente ad un migliore accertamento dei redditi da colpirsi e ad un più efficace regola­ mento del contenzioso; al che pure il progetto della Commissione si propone di radicalmente provvede­

re con un completo organismo. /

Ritiene però necessario avvertire come la Com­ missione ràbbia messo a fondamento invulnerabile di tutte le sue proposte l’osservanza delle solenni promesse di esenzioni da ogni imposta presente e futura fatte ai portatori di titoli del debito pubbli­ co, -ed abbia quindi escluso* in modo assoluto ogni mquisizione sui titoli stessi posseduti dai .contri­ buenti.

Quanto al coordinare ad un simile congegno era-, riale l’organismo finanziario degli Enti locali, essa

è una materia che non potrebbesi esaminare se. non (l’accordo colle amministrazioni dello Stato alle qua­ li , più specialmente compete le cura dei Comuni, e delle Provincie; ma ritiene non difficile una siste- màzioné, la quale pur escludendo qualsiasi forma di partecipazione degli Eenti locali al gettito erariale, mantenesse ai Comuni ed alle Provincie entro limiti ben disciplinati, la facoltà che già posseggono di sovra imporre sui redditi di terreni e di fabbricati e la. estendesse anche su taluni redditi, di capitali, di lavoro, o misti: ai Comuni potrebbe anzi consen­ tirsi di sovra.imporre anche sulla complementare progressiva, non mai certo sulla patrimoniale; ma sopratutto i Comuni potranno, in un riordinamento della legislazione che li riguarda, essere ammessi a trarre profitto'da parecchi di quei tributi speciali dei quali ha parlato' l’on. Soleri, tributi disadatti, in via ordinaria, a costituire oggetto di accertamen­ to statale, per la ineguaglianza delle condizioni eco­ nomiche da regione a regione, da provincia a pro­ vincia, mentre ottimamente si presterebbero ad una tassazione rispondente ai bisogni della vita locale.

Rifacendosi pertanto alla parte di sua diretta com­ petenza spera di avere tracciato agli interpellanti le linee generali di una riforma che giudica capace di migliorare sensibilmente le entrate dell’Erario e di stabilire un regime di equità tributario, anzi di giustizia, fra tutti i cittadini.

Diranno gli eventi .se e come le idee esposte, siano destinate a concretarsi in provvidenze legislative; gli piace in ogni modo concludere riaffermando che le, riserve all’erario ¡del nostro paesei non manche­ ranno ove non manchino il patriottismo nei citta­ dini, e il coraggio negli uomini che saranno chiama­ ti a reggere le sorti dellTtalia di domani.

NOTE ECONOMICHE E FINANZIARIE

Commercio dell’Italia al novembre 1916. — Ecco

i dati del commercio estero italiano nei primi 11. mesi del 1916 in confronto con il corrispondente pe­ riodo del 1915 (in milioni di lire):

1916 1915 Differenza

Importazioni . . . . 4.997.7 4.114.8 -)- 882.9

Esportazioni . . . . 2.089.2 2331.0 — 242.0

Totale 7.080.9 6.445.0 + 640 9

Le importazioni hanno raggiunto la somma di 4.997.7 milioni contro 4.114.8 milioni nei primi 11 mesi del 1915 con una differenza in più di 882-9 mi­ lio n i; le esportazioni invece hanno raggiunto la som­

ma di 2.089.2 milioni contro 2.331.0 milioni con una differenza in meno, di 242.0 milioni.

Confrontando i dati del novembre 1916, troviamo nel nostro commercio' estero un miglioramento in quanto la importazione si è sensibilmente ridotta in confronto al novembre 1915. Essa, segna infatti 345.4 milioni contro, 442.4 milioni con una differen­ za in meno di 96.8 milioni. Anche la esportazione risulta ridotta, essendo essa, pàssata da 190.2 milio­ ni nel novembre 1915 ,a 177.2 milioni nel novembre

1916-Ecco ora la ripartizione dei commercio estero nei primi 11 mesi dello scorso, anno in confronto con lo stesso periodo* del 1915 per1 1 principali paesi di pro­ venienza .e di destinazione delle merci:

Importazione. Gennaio Gennaio

Novembre Novembre Differenza

1916 1915 (milioni di lire) F r a n c ia . . . . 415.8 153.5 262.3 Gran B retag n a . 987.8 418.0 + 569.8 Spagna . . . 152.1 — ---' S v izzera . . . . 119.4 72.4 + 47.0 In d ia B ritan nica. 219,8

--..

— E g i t t o ... 35 1 — -A rg en tin a . . . 392.4 300.0 92.4 S ta ti U n iti . . . 2.028.8 1.061 5 + 1.967.3 Esportazione F ra n cia . . , . 495.2 341.3 + 153.9 G ran B retag n a . , 348.2 307.4 40.8 Spagna , , , , , 23.5 — — Svizzera , , . , 359.8 268.0 + 91 8 In d ia B ritan n ica. 58.6 ' . --- — E g it t o ... 75.2 — — A rg e n tin a . . . . 139.3 101.0 + 38.3 Stati U n i t i . . . 219.5 231.5 + 12.0 Nei primi undici mesi del 1916, abbiamo, importato diagli Stati Uniti merci per oltre 2 miliardi e 28 milioni, ¡esportandone nel detto paese solo 219.5 milioni,. Ciò spiega in gran -parte Tenorme eleva­ tezza, del cambio con gli Stati Uniti. Tra i paesi che cii, forniscono merci la Grami Bretagna viene al secondo posto, con La cifra di 987.8 milioni; ¡essa, nei primi undici mesi del 1916 ha ricevuto* merci italia­ ne per 348.2 milioni. Segue ancora la Francia, con 415.8 milioni la, quale* però ricevette dall’Italia nel periodo indicato 495.2 milioni. Segue ancor l’Arg,en­ tiina con 392.3 milioni alla importazione e 139.3'mi­ lioni alla esporptazione, l’India tiritannica con ri­ spettivamente 219.8 e 58.6 milioni, la Spagna con 152-1 ei 23.5 milioni, la, Svizzera con 119.4 e 359.8 mi­ lioni, l’Egitto con 35.1 e 75.2 milioni.

Provvedimenti per l’agricoltura. — Il I). L. 23 feb­

braio conceda 100 mila soldati delle- classi più an­ ziane (dal 1873 al 1881) con licenze agricole portate ad un mese.

Invero centomila uomini in proporzione d>ei 20 mi­ lioni di ettari coltivati in Italia rappresentano un solo uomo per ogni 200 ettari di terreno e questo uomo per un mese cioè un dodicèsimo' delTanno, ossia un uomo peir 2400 ettari ragguagliato ad un anno.

Col decreto 2 marzo corrente* si è provveduto alla direzione tecnica - amministrativa delle aziende a- grari-éi, e si è concesso l’etsonero a chi possiede o diri­ ge un’azienda di almeno mille ettari con un reddito imponibile di almeno 15 mila lire, per . gli anziani delle classi 1874-1881.

In Italia vi hanno circa ,5 milioni di aziende agrarie o poderi così ripartiti:

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244 L’ EC O N O M ISTA 18 marzo 1917 - N. 2237

fonte di ricchezze per l’ econom ia nazionale ed un buon impiego di fondi per gli azionisti, se com e di dovere gerito

Allora Genova (con percorso acqueo — di quasi la metà della via acquea V enezia-M ilano poten­ do portar le merci del suo porto in Lombardia) conserverebbe il suo raggio d azione portuario; e, ben facilmente accordandosi con Venezia per la ripartizione dei mercati transalpini, difenderebbe l'Italia dall’ invasione com merciale germanica.

*

Quanto sopra, in riassunto, credetti dover mio di figlio di questa energica terra italiana ora scri­ vermi; e lo feci.

A chi di ragione l’ ascoltare la mia libera ed in­ dipendente voce; e provvedere!...

Genova, 10 marzo 1917.

A vvi A . G . Mallarini.

La

11

Paco Sociale „ dopo la guerra e i dazi protettivi

Non possiamo fare a meno di riprodurre dalla « Orifica Sodi afe » il seguente articolo, che sebbene assai vivace, nella forma, racchiude in buona parte i principi che noi fin da lungo tempo andiamo so­

stenendo.

La preoccupazionie dieUTmmediato e mediato « dio- porgiueirra » induce i nostri c’etii industriali ad- am- màsstkmi -da essi non inali fatte -sin qui, e a domande che invece... erano prevedibili.

Il- cahier dlelT « Associazione nazionale fra gli in­ dustria,Ili meccanici ed 'a ffin i», indirizzato al Mini­ stro- deili’indiustriia) e- commercio, è un primo- docu­ mento interessante ,e significativo.

Tra le prime proposte che esso affaccia per tro­ vare occupazione alle masse al congedamento del­ l'Esercito « non può additare altro che l’esecuzione di giràndi intraprese,. che tanto necessitano al nostro Paese e. che gli porteranno non dtutobì vantaggi di indlole- ©cono-mica, e- socilate ».

E,’ t:ra i lavori pubblici che «(hanno carattere-dii vera importanza ed! urgenza, sono- la costruzione di strade- comunali, di strade- ferrate d’allacciamento, di canali dii maviiigaizliionie-, -le bonifiche, la sistemazio­ ne: di laghi! e fiumi, la costruzione delle operò neces- sariei alla migliore -Utilizza,zione delle- forze idrauli­ che, segnatamente con la creazione dei bacini mon­ tani, la, coltivazione dii miniere-, la ricostituzióne del naviglio mercantile ».

Sembra di leggere un memoriaile- non degli indu­ striali meccian-icil, ina della Federazione delle Còo- peir,attive di: lavare di Ravenna, compilato da Nullo Baldini e oggetto dei veementi, e sdegnosi sarcasmi dii Gaetano' Salvemini contro la fabbrica artificiale del lavori, -pubblici per i disoccupati, o dei disoccu­ pati per avente i lavorìi pubblici.

È <sì che allora, e- oggi, i cooperatori dicevano- quel due ogg i ripetono gli industrial meccanici : « queste intraprese „sono di carattere nazionale’, perche invM- gonoi Tin,temesse di vaste regioni. E,sise richiedono inaliti,sisimà mano d ’opera, e poco mátentele, che, sal­ vo piccolissima quantità, si: provvede in Paese-; il reddito ter» si farà sentine subito ad! opera finita, I vantaggi sono troppo conosciuti perchè sia necessa­ rio qui soffermarvisi.».

Ma tutto questo ora vero anche prima della guer­ ra, quando lo affermavano i cooperatori socialisti, e quando i cèti industriali) 'd’Italia, nelle loro Riviste e nei loro giornali,. gridavano alTaSSeirvime-nto dello .Sitato al cooperativismo ¡socia,lista per cagioni. poli­ tiche.

Oggi, invece', essi ammettomoria bontà, anzi, la ne­ cessità’ di una politica di lavioifì pubblici.

.Perchè? Che cosa è mutato? Questo solos che, al­ lora, la disoccupazione -era fenomeno sporadico, e- pìsod'ico e limitato ad alcune plaghe prevalentemen­ te agricole; dopo la guerra essa, insieme al proba­ bile ribassò delle, mercedi, ^ potrà essere generate, maggio,re nei centri industriali Che negli agricoli e mettere a grave repentaglio « la pace sociale >¡ (pa­ gina 5). Onde Topportunità di aprire fin d’ora la val­ vola deli lavori pubblidi.

L,a quale- per noi non è una valvola, ma doveva essere dia un trentennio un programma di politica

italiana che, attuato, ben avrebbe rafforzato ed ele­ vato economicamente- la compagine- nazionale, e au­ mentata la produzione, -e migliorate le- -condizioni della massa Lavoratrice.

Ma perchè 1 ceti industriali me riconoscessero la necessità, conveniva incombesse minaccioso lo. spet­ tro della p-a-cei sociale in pericolo.

*

E non basta che i.1 Governo factìia .-esso una grande poili,t,i-cia, di òpere pubbliche; occorre che; « abbia a preoccuparsi, più die- in passato, dei problemi eco- n,ormici, nel senso di aiutare fino' al massimo limite possibili et tutte ile industrie, manifatturiere ed agri­ cole, e che sul Governo dei nostro Paese non abbia solo voce il fattone politico, ma, abbia grande, peso quello' econom ico».

Non le ha dunque aiutate abbastanza finora co­ deste industrie lo Stato?

No. E sapete perchè?

Perchè « purtroppo anche le Ammi,misto azioni di Stato hanno la tendenza contraria alla formazione, di grandi enti- produttivi; esse cercan,o_ dii far sorgere sempre nuove aziende amelle simili alle già esistenti, con' l’idea "che, dall'aspra concorrenza, nasce una

condizione favorevole per l'Erario ».

Ma, ¡santo dio, non è la- concorrenza «t il canone fondamentale dell liberismo marne h-ester,ri ano, che gli economisti della borghesia predicano dia un secolo, che i Ministri proclamano,; che i Capi-düvistone e- i Direttori generali seguono- medi’interesse 'dello Stato e per lo sviluppo « sano- e vitale- » delle industrie pae­

sane? ». :

Nqn è -sulla Tibiera concorrenza eh© riposa il buon mercato, raspi-razione .ansiosa del compratore, e, quindi, Tabbietto1 dell’industri,ale -che vuol produrre e vendere molto? Se lo- credevate sin qui, disingan­

natevi. . . . . .

Fiereh,è «invece, che avviene? Gli stabilimenti non possono specializzarsi -per la mancanza ed anche solo per T'incertezz'a dell lavora; gli impianti si mol­ tiplicano, restano inoperosi, e la Nazione-, per un Verso o p-eir ,l'altre-, sia pure .attraverso il patrimonio dei privati (del cui complesso essa, è formata), deve provvedere ali’-ammari'amento dazi ende inutili,z-ziate (vedi 1’.esempio delle- .RuHon-erie-), mentre, le supersti­ ti, nélT,iniCÌeirttezz,a degli appalti, non si spectali,zzano neirunai piuttosto- che nell’ailtra lavo,razione, perchè proprio- non possono sapere quali saranno le ordina­ zioni. chie- loro toccheranno nelle prossime gare. E cioisil- il costo dii produzione resta elevato e- l-o Stato non riese© ad otte.n-erei dàlie Ditte- nazionali quei prezzi che le straniere possono concedere ».

Dunque-, la specializzazione: ecco il segreto- del buon mercato-, ■Targantazazicmie degli indili,striali, per non farsi concorrenza, anzi, per dividersi le speciali lavorazioni, «osi che- ogni fabbrica, diventi il , ramo speciali;,zzato di un’unica . grande industria.

E d’onde ne viene T esempio?

« Ai fini della, specialtazazione — continua il Me­ m o r ia le — tendono già, per mattate che-provengono dalla Germania, le industrie tedesche, in Piò. spinte, ari,zìi incitate dal Govèrno che, riconoscendo l-a gran­ de importanza di, questi postulati, p-er « tutta l’eco­ nomia, nazionale », per il consumo interno, e: per i prodotti, di esportazione', dà tutto. 11 suo consenti­ mento ecl appoggio alla costituzione d i enti regola­ tori o distributori delia produzione nazionale, aven­ ti, ad esempio-,- l-a forma d ’enti commerciali p-er lo -smercio deli prodotti »,

<« L’effetto defila costituzione di tali enti sarà ima ancora maggiore specializzazione che non fosse T at­ tuale, e la specializzazione è il più grande fattore del minor «osto di lavorazione © della bontà dei pro­

dotti, eec. ». •

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18 marzo 1917 - N . 2237 L’ E C O N O M IS T A

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potrà essere reso nullo il valore di-impianti e dii mae­ stranze la. cui organizzazione nei gravi tempi di guerra è costata tanto denaro e lavoro. Ricordiamo ancora che -a questi concetti l’attuai? politica indu­ striale dieìllTmpero germanico e deUTughliterra .sì ispira ».

Ancho questo è 'esattissimo. Ma è pur vero che di questa pasta si fanno i trusts, le. grandi coalizioni; industriali ,e commerciali, nazionali e intera azionali, aioipal'izzatrici di, prezzi, dii giornali e... di u

verni. ,

Gli industriali meccanici Io sanno anoh’essa, ap­ parò ammoniscono subito:

« Nè sarà difficile! vigilare a che questi enti non abbiano a degenerare (?) in trusts, aventi per unico scopo di aumentare in modo in,adeguato il profitto dell’indlus,tríale in danno del consumatore, perchè ad impedirlo non mancano allo Stato i mezzi oppor­

tuni ». . • . '

.Savia, francescana raccomandazione, che tara trar­ re un sospiro di. sollievo ai consumatori, guáranteos doli dalla, mala opinione che hanno „dei « pescicani »

indù,stria li in genere. *

Ma, pítima di accogliere quanto ci ammannisoo- n,o gli industriali meccanici, come fosse oro codiato (con in fondo quel residuo di ganga che poi ve­ dremo), bisogna riflettere a quelli ohe sono i veri coefficienti della « specializzazione » come fattore dello sviluppo, indù,striale nei Paesi in cui si ap­ plica sapientemente e largamente,- massime nella metallurgia e nella meccanica. E quii ci occorre Larticolo di un tecnico, l'ing. Mario Borni,g, ap­ parso, nel « Monitorie Tecnico » del 30' .gennaio u. s., propri:^ su la, « Lavorazione in serie », che ha per corollario la « ¡specializzazione ».

Sta dii fatto che, per molte industrie, uno dei mez­ zi più potenti di sviluppo consiste nella produzione a buon mercato mediante la. razio,nalei organizzazio­ ne della, lavorazione in serie.

Ora, per avare, i,l -prodotto a buon,- mercato, occor­ re un impianto fòrtissimo, che permetta di produr­ re un grandissimo numero d i pezzi affatto simili. Ma se il mercato interno, comprese le ordinazioni dello Stato, non è in grado di, assorbire tutta la « 'lavorazione in serie1 » d i cui, l’impianto _ iniziale è capace, ¡sii presienta la necessità dii. conquistare pri­ ma. i mercati esteri, vendendo magari a-1 disotto del costo di produzione.

Qui spunta fuori il famoso « dumping », denun­ ciato dalla nostra borgheslia, industriale -come uno dei fattori delia, presènte conflagrazione, finché e perchè ¡se ne seirviirono 1 Tedeschi a loro vantaggio e a danno degli altri Paesi in un’Europa divisa, da barriere doganali.

M a in una -economia capitanasti ca,' ¡e ¡in punto a tecnica" industriale,. il » dumping », necessario per assicurarsi una forte vendita, si risolve in tal caso in, un anticipo dii capitali che, spesso, vengono restituiti con profitti assai elevati ». _

Per esempio, pai ognuno dei tipi dii giocattoli in latta stampata di Norimberga, che da noi si vendano a due- soldi al pezzo,. e,'sono ceduti dal. fabbricante al negoziante a 3 centesimi o a 3 e mezzo, .occorre una attrezzatura di 400 a 500 lire. Si capisce quin­ di come sia necessario smerciare parecchie diecine di migliaia di pezzi per rendere -rimunerativa una « novità ». E, poiché ogni fabbrica si specializza in un genera e « lancia » da 10 à 20 novità all’an­ no, s-i ¡spiega come la grande industria dai giocat­ toli di. latta sia. un concatenamento di molte piccole aziende' specializzatissime, impiegante ciascuna in media da 50 a 100 operai e p-roducente un numero limitatissiino dii tipi, mentrei i grossisti acquistano blocchi di merce svariatissima.

In Italia, quindi, non v’è .sólo la difficoltà sia di trovare lo smercio nel mercato interno, sia di espor­ tare, perchè ogni Paese di esportazione tende a di­ ventare- produttore, ma v’è la difficoltà di una lavo­ razione in ise-ri-e fatta da -enormi masse di operai e di impiegati ¡in lavori eccessivamente uniformi, monotoni, richiedènti pochissima intelligenza^ ed una limitatissima abilità manuale, ma solo disci­ plina ¡e produttività. « Tutte le migliori qualità del­ l’individuo — osserva l’ing. Dorn-ig — vengono de­ presse a vantaggio della celerità neU’eseguire una mezza dozzina di mosse uniformi; un esempio tipi­

co ne è la massima parte delle.lavorazioni in serie coi tornii ¡semi-automatici ».

Specializzazione quindi do vrebib" essere non solo tra gli industriali dello stesso Paese, ina tra i popoli dello stesso -continente, o in più continenti, per uti­ lizzare ogni peculiare abilità naturale, produrre ai maiogior buon mercato e scambiare i prodotta dia un paese all’ altro s e n z a artificiale gravame di, dazi protettori.

Osserva infatti l’ing. Dormig che, « sebbene., co­ me dimostrò fattuale guerra nelle industrie, mec­ caniche e metallurgiche, non si debba tener conto solo delle conven,lenze economiche, è dubbio se, dai solo punto di vista della -economia nazionale, con­ venga Smaliziare eccessivamente i prezzi allim-temo mediante • dazia protettori. Sii rischia di aggravare inutilmente i consumatori incoraggiando- lavora­ zioni industriali irrazionali ed antieconomiche ».

Così però non la pensano gli industriali mecca­ nici i quali, prescindendo dalle condizioni pecu­ liari del nostro Paese, povero di carbone, di fer­ ro, e, , iper ora, di energia, .idrica-, provvisto d i ma­ no d"opera abbondante e povera •-sì, m a inadatta, 0 nteno adatta di altre, alla monotona ripetizione di ritti semplici, domandano che, perchè, in seguito alla cessazione del lavoro- di guerra nelle officine <( queste mom abbiano a ctifiudieire i loro battentU pei mancanza di lavoro,, lasciando inutilizzati tutti gli strumenti e mezzi di Lavoro disponibili (dei quali avremo scarsità se sii vorranno occupare tutti gli uomini resi disponibili dalla c'essazione della guer­ ra) • sii adotti un provvedimento, che sarà dii effetto sicuro ed limmediato per dar lavoro' agli opifici sen­ za gravame per -l’Erario, e che riserverà alla mano d’opera italiana « tutto il fabbisogno nazionale ».

Domandiamo cioè « un conveniente elevamento provvisorio delle tariffe doganali relative a tutti i prodotti manufatti; esse in nessun caso dovrebbero essere inferiorii al 30 % del valore reale dei pro­

dotti ». ' . . . . X

Il provvedimento che gli industriali ìnvocanoi è « eccezionale e temporaneo » e lo invocano « non sulla base di, dottrine economiche, ma per la neces­ sità di pace sociale ».

E’, dunque, un provvedimento economico che si domanda al Governo, sul quale per ora si preten­ deva ehe non avesse-- isolo voce (ili fattore politico, ma, avesse un grande peso q-uiél lo economico; ma è un provvedimento' di semplice carattere, politico che si risolve -nedTmteireese economico- degli industriali

medesimi. .

Ma anche- in quello degli operai — essi ribattono — perchè « bisognerà avere presente la necessità che- le industrie possano per qualche tempo, e cioè fino all’assestamento dell’economia nazionale nei rapporti intèrni e nei rapporti con l’estero, corri­ spondere mercedi non troppo inferiori a quelle at-

dotti ». . , ... ..

Ed ammoniscono : « guai se, per -sete di liberta, rjs,e n-é-1 desiderilo di cancellarci al più presto le traic­ ele de.trimmane' conflitto, noi credessimo di tane ipso-facto ritorno alle condizioni normali degli! scam­ bi intèimiazIiioinalLi, .'quando -invece permangono pur-1 troppi oi le conseguenze economiche e l’in certe zza nel ì contegno degli! altri- Paesi! ».

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242 L’ECONOMISTA 18 marzo 1917 - N. 2237

di nascondere eccessive preoccupazioni elettorali, non ha saputo essere nè all’ altezza del momento, nè al livello dei problem i che gli stavano dinanzi, non ha saputo, nonché affrontarli, comprenderli, neppure formularli. Ed alcuni dei legislatori furo­ no così consci della peregrina e meschina discus­ sione, che sentirono il bisogno di riunirsi e di for­ mulare un ordine del giorno, mirante in m odo esplicito a rialzare la tonalità e il morale. Questa è già la confessione patente, se non sincera, della incompetenza e del disagio nel quale si trovavano le menti di coloro che non sapendo esplicare il mandato di legiferare sui più ardui problemi del­ la Nazione, non hanno neppure la virtù del tacere. Incapaci di com prendere nella loro estensione e nella loro gravità le questioni più importanti dell’ o ­ ra presente, essi però non hanno voluto risparmiare a se ed .al p op olo lo spettacolo miserevole di quel­ la critica gretta, e piccola, sul dettaglio o sulla ap­ plicazione di un provvedim ento di importanza se­ condaria, che ha fatto scendere in certi momenti, il dibattito, specialmente quello sulla questione agraria, tanto in basso, quanto nessuno poteva pen­ sare dovesse giungere, mentre l’ esperienza di qua­ si due anni di guerra affaccia agli occhi di tutti ne­ cessità cui 'urge provvedere con risolutezza, con direttive precise, pur’ anco con disinvolta audacia.

Spesse volte ci vien fatto di pensare a quegli uominis di G overno, alcuni dei quali di età già inoltrata, che per giorni e notti spendono della loro intelligenza, della loro esperienza, della loro rettitudine, del loro intenso senso pel bene del Paese, tutto quanto di meglio abbiano, e che nel­ le molteplici e assillanti cure del potere debbono pur anche rivolgere la mente, e talvolta essere preoccupati, alle assemblee legislative dinanzi al­ le quali dovranno rispondere del loro operato! Quale disgusto dovrà naturalmente generarsi in loro allorquando la parte più sana della loro op e ­ ra passerà inosservata presso i colleghi della Ca­ mera, e per giorni e giorni udranno invece questi affannarsi a cercare ovunque, fra la polvere, fra le quisquilie, fra le inezie, un punto qualunque, un oggetto purchessia sul quale basare unà criti­ ca, sul quale interrogare austeramente e severa­ mente il Ministro!

Quel qualche centinaio di uomini, che si riu­ nisce a Rom a, che costa, materialmente e moral­ mente, quale.utile dà?

Già altre volte in queste colonne abbiamo de­ plorata la meschinità della azione parlamentare e più di un collega ci ha m osso rimprovero tentan­ do di dimostrarci che il Parlamento aveva votato la tale e talaltra legge e quindi aveva prodotto. Ma non è questo solo il com pito delle assemblee le­ gislative. Bastano infatti quattro o cinque ore per votare (approvate o no) tutte le leggi di questo m ondo! Ben altro dovere hanno, e sentivano del resto nel passato, i nostri legislatori; esso consi­ steva nel contribuire alla formazione ' delle leggi, nel dare le direttive, còm e risultanza delle diverse tendenze, per la soluzione dei vari problemi; nello sviscerare a fondo la sostanza dei problemi stessi; sì che tutti i lati e tutti gli aspetti emerges­ sero e fosse cosciente il resultato a tutti gli effetti; nello illuminare il Governò' con dati di fatto, colle esperienze e cohoscenze individuali, o secondo le varie aspirazioni regionali o collegiali!

Una collaborazione fattiva ed elevata, una pa­ lestra di studi e di coscienze!

1 Oggi invece, quel qualche centinaio di uomini che si riunisce nelle grandi aule è ostile per m e­ todo o per principio al G overno, non ama la colla- « borazioné, ma solo la critica petulante e attac­

cante. Oggi il Parlamento non rappresenta nè sa avvicinarsi all’ anima della Nazione!

L’avvenire com m erciale del Porto di Genova è in pericolo

Sono noti ai nostri lettori i progetti che jurono qualche tem po ja pubblicati circa un canale di na­ vigazione Genova-M ilano, ed altri che com pren­ devano il percorso GenoVa-Svizzera. L ’ avv. Mal- larini riprende la questione suffragandola, nello scritto che qui sotto pubblichiamo, di nuove ra­ gioni, che a suo avviso renderebbero improroga­ bile l’attuazione del progetto di canale navigabile Genova-Milano.

L ’ attuale guerra —- della quale ognuno s’ augura prossima e siffatta la fine da dare anche a noi ita­ liani quanto ci spetta per l’ avvenire nostro nel m ondo — se dissemina stragi e lutti, ha però de­ stati e desta nella vita positiva pensiero ed agire novo. Tanti e tanti problemi, alla soluzione dei quali prima occorrevano lustri,-ora si studiano, m e­ ditano e si risolvono con tutta quella alacrità m e­ ravigliosa, che il ritmo dei tempi con cedon o. E ’ invero un fervore di pensari e di opre per il d o p o ­ guerra, per sviluppare e ricercare risorse e co n o ­ miche alla Patria, per aversi con ricchezze nove i modi pratici da affrontare poscia col minor disa­ gio possibile i pesi della guerra. Tutti intuiscono che, acutamente bisogna prevedere per tosto con yera risolutezza virile provvedere.

*

Queste riflessioni sorgono spontanee apprenden­ do qualmente il problem a della navigabilità del Po, dell’ allacciamento per via acqua di Venezia con Milano, diverrà — d opo tante accademie e passi in merito indarno fatti — invece presto un fatto concreto.

Invero il com une di Milano, sottentrando all’ ini­ ziativa di quella Spett. Camera di Com m ercio, è pronto (anzi all’ u opo il 26 decorso febbraio stese convenzione col R . Governo) ad eseguire un ca­ nale navigabile per natanti, anche di seicento ton­ nellate (I) da Milano alla foce dell’ A dda nel Po. In merito già si presentò un disegno di legge. Lo Stato affida al com une di Milano (che ne antici­ perà le spese) l’ esecuzione di detto canale, dichia­ rato, per le espropriazioni a farsi, di pubblica uti­ lità. 11 disegno di legge autorizza detto Municipio ad emettere obbligazioni e contrarre prestiti rela­ tivi, ammortizzabili in 50 anni ecc.

In avvenire la via acquea Venezia-M ilano si co l­ legherà co l Lago Maggiore, sicché il traffico da L ocam o a Venezia si potrà svolgere su percorso acqueo, secondando così 1 voti recenti di im por­ tante sodalizio svizzero.

Il Sindaco di Milano — circa le aree esproprian­ do per il futuro porto — avviò già così positive pratiche che molte Ditte industriali milanesi avan­ zarono già richiesta di concessione di zone attigue ai bacini del nuovo porto. Quanto al traffico pre­ sumibile del nuovo canale le valutazioni più pessi- miste, lo portano ad un minimun di due milioni di tonnellate all’ anno, per un primo periodo di eser­ cizio.

*

Ora tuttociò devesi serenamente ponderare per poscia e tosto vigorosamente provvedere.

Si osservi, e si tenga presente invero, la carta econom ica dell’Europa.

*

E ’ disegno tedesco di creare sul Reno, dirim­ petto all’ elvetica Basilea, un porto in territorio germanico comunicante per vie acquee con Brema, Lubecca, A m burgo e per il R eno con Rotterdam. Questo porto olandese aveva, lo si noti, ultima­ mente sui suoi 26 milioni di tonnellate di m ovi­ mento, ben diciotto milioni dello stesso dato da merci tedesche. Nè parliamo del movimento di Anversa!

(1) Corriere della Sera, 8 marzo 1917.

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----18 marzo 1917 - N. 2237 L ’E C O N O M IS T A

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Un porto tedesco vicino a Basilea sarebbe, colle ferrovie da esso diramantesi, magnifico centro di irradiazione com merciale germanica nella Svizze­ ra, nell’ Austria, Francia orientale, ecc. ecc.

Chi infatti conosca il meraviglioso sfruttamento dei R eno e dei canali navigabili che si fa dai tede­ schi, chi sia a giorno della continua preparazione marittima per il dopo-guerra che fa la Germania, chi sappia qualmente, mentre si vuole attuare que­ sto porto germanico di fronte a Basilea si studi la congiunzione del R eno col Danubio (per nuovo canale navigabile) com prende e valuta tutta 1 im­ portanza dell evento.

*

Disegno francése è invece di procurare per Mar­ siglia e ¿ette tali com unicazioni per via acquea (per il Rodano) che Lione divenga il contrapposto del porto germanico prossimo a Basilea. Lione i francesi hanno già tenuta una fiera, che e disegno prenda il posto di quella di, Lipsia. Lione poi, data la sua posizione geografica, può facilmente colle ferrovie com unicare colla Svizzera, co l Piernón- te 0CC.

Da parte francese pertanto non s o lo 's i studia, ma si opera perchè Marsiglia, la rivale marittima di Genova, abbia assicurato vieppiù maggior rag­ gio d irradiazione portuaria. Lamentarsene sareb­ be un controsenso.

*

Le energie lombardo-venete co l percorso acqueo Venezia-M ilano (da estendersi sino a L ocam o) sal­ vano la valle Padana dall’invasione com m erciale tedesca, dalla concorrenza di Marsiglia. E un ser­ vigio enorme, che rendono alle industrie, ai co m ­ merci italiani; è un m ezzo essenzialmente pratico di difesa e d ’ irradiazione dei prodotti italiàni, che così otterranno. Venezia riprenderà com m ercial­ mente 1 antica floridezza. Infatti il suo « dentro-ter­ ra » portuario sarà costituito (con questo canale navigabile, e mercè più diretti raccordi ferroviari con Trento, ecc.) dal V eneto, Trentino, Emilia, Lombardia, parte del Piemonte e della Toscana, senza contare le regioni d ’ oltralpe.

Credersi farà od avrà concorrenza portuaria da Trieste, divenuta italiana sarebbe erroneo, perchè Je regioni interne alle qyali serve Trieste (ed an­

che Fiume divenuta italiana) permarranno sempre quelle stesse che form ano l’ attuale Austria-Unghe- ria; e che a detto porto o porti saranno natural­ mente conservate o con patti di guerra, o, meglio, mediante sagaci accordi internazionali.

*

Da tutto il suesposto a che si ridurrà pertanto la sfera d ’ azione portuaria di G en ova ?... è pur­ troppo facile prevederlo, ai minimi termini, perchè avrà anche a sostenere la concorrenza di Nizza Marittima, che per la ferrovia della R oja avra fa­ cilità di penetrazione nel Piemonte.

E’ ben noto che le spese dei trasporti di m ercé per via acquea sono di gran lunga inferiori a quelli dei trasporti per ferrovia; il negarlo o contestarlo sarebbe un dire che al m ezzodì d ’ un giorno sereno non sfolgoreggia il sole.

E* ben noto, che anche facendosi tariffe ferro­ viarie speciali e ridotte sia per le linee dei Giovi, che per la direttissima, i commercianti si avranno sempre maggior convenienza di prezzo a far per­ venire le loro merci d oltremare per V enezia, e colla,via acquea per Milano, ch e non farle passare per G enova colla ferrovia, correndosi,, rischi di ri­ tardi causa la mancanza di vagoni, ed aumento di spese causa le tariffe ferroviarie e quelle di gia­

cenza. ,

*

Che avvenire avrà dunque il porto di Genova, insidiato da una parte da Marsiglia e persino da

Nizza col canale navigabile Venezia-M ilano-Locar- n o, co l porto germanico attiguo a Basilea?...

La vita com m erciale, l’ egemonia com m erciale di G enova non precipiterà forse rapidam ente?.... purtroppo questa eventualità è facilmente preve­ dibile. Sperare che la Francia rinunzi a servirsi di Lione è follia; sperare che, vincendo 1 Intesa non si farà il porto, diciamolo di Basilea, e pur I ° D a - Se non lo farà la Germania lo farà la Svizzera. Del resto è a prevedersi che neppur 1 Intesa ostacolerà questa creazione di novó porto : invero onde gli Stati della medesima evitarsi causa nuove tasse (forzatamente in caso diverso ad imporsi) disor­ dini in casa propria, cercheranno aversi dalla G er­ mania la massima indennità di guerra; e perciò si impadroniranno o controlleranno anche le doga­ ne, ferrovie, porti marinari e fluviali germanici. OIR il nuovo porto vicino a Basilea potra esser piu esso fonte di reddito, garanzia di pagamento.

Sarebbe poi follia, oltreché delitto di lesa patria, fare opposizione celata o manifesta alla via acqtiea Venezia-M ilano. R idesterebbe antipatie regionali, nòn giungerebbe allo scopo; ma anzi a danneggia­ re ancor più G enova sia di fronte alla Patria, che ad ognuno. A l m ondo vi e posto per tutte le ener­ gie avvedute e saggie; e (si osservi) il disciplinato svilupparsi delle stesse o sorgere di nuove arreca non danno, bensì benefizio a tutti. Solo le menti p iccole possono altrimenti pensare; ma si hanno poi danno sotto ogni lato.

*

11 rimedio al pericolo che minaccia il Porto di G enova vi è invece, e degno delle magnifiche tra- I dizioni della Superba. Tutta, la nostra stona del M edioevo sfavilla delle imprese ardite, saggie, lungimiranti dei figli di G enova. Dovunque nel M e­ diterraneo, nel Levante vi sono memorie belle delle audaci, ma oculate e d energiche iniziative

degli A vi nostri. .

Ora sarebbe un far gratuita ingiuria agli abitanti di G enova attuale ritenerli incapaci di affrontare il ponderoso, problema, e di risolverlo in m odo che non solo sia conform e ai loro interessi, ma al bene d ’ Italia. Basta che davvero lo vogliano; ed essi stessi troveranno la giusta, utile, praticissima soluzione. Il brontolare non giova, sibbene il pen­ sare, il fare.

*

La via acquea M ilano-Venezia darà impulso inat­ teso ai com m erci, alle industrie, g cc. della valle media ed inferiore padana : perciò, essendo spin- ta e mezzo alla produzione di sane, nuove, ricchez- ze, e più che logico d ebba farsi. Ma G enova nel contem po non deve perdere il suo hinterland co m ­ merciale. Com e ciò conciliare?... com e da una possibile fonte di discordie trarne invece le fonti a maggiore ricchezza nazionale? —

Di fronte a noi, è vero, s’ erge aspro 1 A p p e n ­ nino ligure; ma l’ ingegneria odierna negli ultimi anni fece *così grandi ed imprevisti progressi, che la costruzione d’ un canale navigabile Genova-Pa- via-Milano non s’ appresenta com e impossibile ; già a canale siffatto dicesi pensasse N apoleone 1.

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248 L ’E C O N O M ISTA

18 marzo 1917 - N. 2237

Marina mercantile britannica

D.aJTiinziò della guerra europea ad oggi, con una serie di fusioni e di amalgamazioni si sono creati in seno1 alla marina mercantile britannica i seguenti cinque poderosi trust:

Navi Navi in servizio in costruzione Tonnellate 1.200.000 Gualandi... . 1.200.000 25.000-Peninsulari e Orientai . 1.569.000 1981000 E Herman . . . 1.31Q.000 145-000 Royal Mail . . . 1.700.000 80.000 F v m . e s ... , 1-300.000 163.500 Un esame delle- cifre- che precedono, non può da­ re, però, una veduta d’insieme compieta di ciò che e li etti v, i n te n te rappresenta ciascuno dei cinque gran­ di tru-stisi britannici come arm a offensiva e . difensi­ va nella prossima guerra economica. Occorre, per b-ene intendere la fisionomia particolare ,a ciascuni trust mettere in rilievo- rapirissim,amento i tratti più salienti.

il trusts Cunard fa capo, come l’indica il suo no­ me, .alla antica Cunard Line che dispone oggi di 27 transatlantici per 291.194 tonnellate lorde comples­ sivo. La Cunard pocò tempo- prima, dell’inizio, della guerra, si era acquistato il controllo finanziario, .del­ ia Ancho-r Lina (15 piroscafi per 114.220 tonnellate) e, per mezzo di questa, il possesso della, maggioran­ za ¡assoluta delie azioni della Anciior Brokiehauk Line (12 piro-scali per 18.033 tonn.); con questa com­ binazione la Cunard si era po-centonie-nte .affermata nei traffico sulle linee delle indie contestandovi vit­ toriosamente il primato alla Hans-a Linfe gerrna- miioa. Assicuratoisi un -buon -schieramento stiriaite-gico vèrso- le indie, la Cunard. si rivolse- altrove -e più precisamente alle linee de-lTAtlantico ed -a quelle-, tanfo- ricche di promesse, delia. Nuova Zelanda: nel 1910 la Cunard sii fondeva coni la Commonweath e Dominion Lime (24 piroscafi per 180.000 tonnellate) -e-, subito dopo, -prò.seguendo a svolgere il suo gran­ dioso .progetto di predominio mondiale, concentrava la sua, attenzione stille linee dell’Aus.tr,alia prepa­ randosi ,a combattervi a'fóndo-, n-e-1 dopo-guerra, la Deutsche Austro,lische Linee gei-manica. Ma.- non ba­ stava: la guerra andava rivelando ogni giorno piti meravigliosamente l’importanza vitale .che nella tu-' tura, -economia imperiale britannica avrebbe la tal­ mente assunto una de-lle piti fulgide gemme dei Do­ minio,ns inglesi: il Canada. Ed ecco la Cimar 1 assi­ curarsi il controllo ■ finanziario della grande Società di Navigazione e- -di linee ferroviarie canadesi, Ca- nadian Northern e creare, sotto la saia diretta ge­ stione, una nuova Società di Navigazione destinata unicamente al traffico con, i porti canadesi: la An­ chor Donai dosom, Il ciclo .appare completo- quando si pensi che il Presidente del Consiglio d’Amministra- ziona „della Cunard Si-r Alfrie-d Booth è proprietario della Booth Lin-e- (26 piroscafi per lls. 729 tonnellate) che ha una posizione predominante sulle linee del Sud America.

Il trusts che fa capo alla Peninstilar e Orientai, fedele- alle gloriose -tradizioni -della Compagnia che da ad esso- il nome, si è riservato- lo sfruttamento delle linee di traffico- per le Indie britanniche, la Cina, il Giappone e l’Australia. Anima -di questo trusts. formidabile, con il quale avranno so-pratutto , da fare- i conti i tedeschi se si sentiranno la forza di riprendere il loro Sogno d’Estremo, Oriente, à lord Incbeape, Presi dente -dei Consiglio- d-’Ammi-nistra- ziòn-e della Peninsulare Orientai (59 piroscafi per tonnellate, 493.991). Lord Incheape, recentemente, è riuscito a -dare- attuazione -ad un progetto che da molti anni si sforzava di concentrare: ha fuso la Peninsular e Orientai con la British India (143 pi­ roscafi per 693-320 tonnellate e con la Australi-en U- nite-d (17 piroscafi per 59.51Ì tonnellate).

li blocco di queste Società si è anche- assunto il controllo finanziario--e lo sfruttamento della Compa­ gnia di Navigazione' New Zeaiand (16 piroscafi per 146.140 tonnellate), e della Federai Steam Naviga- tio-n Company (15 piroscafi p-eir tonnellate 169.590).

Il tr-u-st «apiitanató da Sir John E-ll-eirman, Presi­ dente del .Consiglio di Amministraz. della Eller man Line (29 piroscafi per 136.364 tonnellate), comprende tutte le intraprese di Navigazione marittime che so­ no controllate finanziariamente da Sir J- Ell-erman,

e, dal dicembre del 1910 anche la Wilson Line (80 piroscafi per 217.624 tonnellate), .che, è venuta. ,a fon­ dersi nel trusts. Questo dispone o g g id ì 200 piroscafi per 1.300.000 tonnellate-. La Ellermàn Line ha -ap­ portata al trusts la sua fittissima re-te d’interessi e di clientela sulle linee de-lle Indie britanniche, le varie intraprese Elle-rman hanno ¡.infuso nel trusts i loro servizi sulle vie di traffico marittimo tra. le due Americhe- e le Colonie inglesi; la Wilson Line infine ha portato tutta la su;a poderosa. organizzazione di traffici dii passeggeri e merci fra il porto di Hul.1 e gli scali dell’Europa settentrionale.

Anima del trusts- d-eilla, Royal Mail è un’,altra fi­ gura di finanziere del mare; Sir Owen Philipps, Pre­ sidente del Consiglio d’Amministrazione della Royal Mail (53 piroscafi per tonnellate 331,081). Sir Ow-en Philipps è riuscito successivamente ,a.d amalgamare con la Royal Mail la Pacific Steam Navigai,io-m Co-m- pany (41 piroscafi per tonnellate 2.110.364), la Lam­ port e Hold Line (39 piroscafi per 227.907 tonnellate) e- la Nelson Lin-e piazzandosi dm tal modo in una po­ sizione di predominio, sulle linee del Su-d- America; ma allo scopo di estendere la zona di operazioni del suo trusts -anche ai traffici del Sud Africa, la Royal Mail ha ,acquistato la maggioranza assoluta d-e-llè a- zi-oni della U-niion Gais-t-le Li-n-e- (49 p-ir-oisicafi ip-e,r 355.275 tomnellate), di quelle della British e Arican Company (38 piroscafi per 113.416 tonnellate), della African Company (22 piroscafi per tonnellate 47.589), e della Elde-r Line (23 piroscafi per 72-119 tonnellate). Il j trusts ■ della Royal Mail ha quindi conquistato fin da ora, per il -dopo-guerra, il controllo assoluto d-el traf­ fico marittimo su tutte le linee delTAfrica, eccezion fatta di quelle dell’Egitto che ricadono nella zona di influenza della Peninsular e Orientai e delTAfrica settentrionale, servita dalle linee italiane e francesi. In questi giorni infine, il trusts della Royal Mail ha comperato anche tutte le azioni de-lla Imperiai Di­ rect Line (6 piroscafi per 34.024 tonnellate). e della Mo-ss Company (9 piroscafi per 6.496 tonnellate): pic­ colo apporto di o-ttime nia-vi da cari«* che integrano in modo mirabile l’organizzazione d-ei trust della Royal Mail.

Lord Furnéss, il giovanissimo erede della colossale e complicata rete d,i intraprese marittime che sono raggruppate sotto il nome della Società Furne-ss, Wimty e Co-mpany, , è una delle più robuste e mo­ derne fibre di re, del mare, che ci abbia mai offerto ¡’Inghilterra. La Furne-ss Withy e C. -controllava già, -all-a mo-rte- del vecchio -lord Furness be,n 1.010.000 tonnellate di navi mercantili: dal novembre 1916, il trust Fuirne-ss ita acquiilst-ato tutte le azioni della Princa Line (39 piroscafi p-e-r 120.000 tonnellate-), e po-t-rà, a guerra finità, in stretta comunanza, ¿ ’inte­ ressi con il trust della Royal Mail,' assicurare- alla bandiera inglese il predominio- sulle linee del conti­

nente nero. «

Per .comprendere e valutare i’importanza, e- Teffi- ■cienza di questa organizzazione della marina mer-, cantile inglese, occorre rifletterò che ciascuno del cinque grandi trust di navigazione- britannici, lungi dalTessere competitore o concorrente degli altri , quattro, opera in, stretta, perfetta; armonia con i i suoi confratelli ai quali è legato- da intimi rapporti 1 finanziari. Ciascun trust, si completa con ciascuno degli altri quattro e con il blocco di essi, e vicever­ sa: Ciascuno di queste- formidabili organizzazioni marittime- non costituisce- un ente e- sè, ma come una Armata che dispone di 7 milioni di tonnellate dj na­ viglio mercantile modernissimo.

Gambi esteri a Londra nel 1916. — Il quadro se­

guente indica i più ail-tii e-d i più -bassi; co-rsi dei cam­ bi a Londra al principio -del 1916 e-d al 31 dicembre 1916 e la parità corrispondente:

1 genn.

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18 marzo 1917 - N. 2237 L ’ E C O N O M IS T A 249

Costo dei generi alim entari in alcune città italiane (se tt. 1 9 1 3 -s e tt. 1916)

Dal « Bollettino dei Consumi » N. 6, riproduciamo il diagramma qui* sopra, il quale mette in maggiore evidenza l’aumento del costo dei principali generi alimentari re di consumo domestico in alcune

città d ’ Italia, corrispondentemente ai risultati delle indagini fatte dal Commissariato Generale per i consumi ed in parte anche da noi pubblicati nel fascicolo N. 2233 del 18 febbràio 1917 a pag. 154.

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