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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.44 (1917) n.2270, 3 novembre

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(1)

L’ ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE. INTERESSI PRIV ATI

M I ■ Vii. ILVill Firezs-Horoa.

3 lovEBbig 1917 { ¡

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«■ ®

A V V I S O

P er uniformarci alle prescrizioni sulla economia della carta, d’ ora innanzi pubblicheremo soltanto una volta, al mese i prospetti che si trovano alla fine del fascicolo e che includono variazioni men­ sili.

Il continuo accrescersi dei nostri lettori ci dà affidamento sicuro che, cessate le difficoltà mate­ riati in cui si trova la stampa ^periodica, per effetto della guerra, potremo riportare ampliamenti e miglioramenti al nostro periodico, ai quali già da tempo stiamo attendendo.

Il prezzo d ’abbonamento è di L . 20 annue anti­ cipate, per l ’Italia e Colonie. Per l ’Estero (unione postale) L . 25. Per gl' altri paesi si aggiungono le spese postali. Un fascicolo separato L . 1.

S O M M A R IO : P A R T E ECO NO M ICA.

La situazione.

Cosa fanno gli agrari? La Standardizzazione.

NO TE E C O N O M IC H E E F IN A N Z IA R IE .

Il Commertóm italiano1 con la. Cina - Economia dedite Colonie italiane - Circolazione monetaria negli Stati Uniti.

L E G IS L A Z IO N E D I G U E R R A .

Biglietti di Stato - Interessi sui Buoni del Tesoro - Camera di commercio - Moratorie alle operazioni di Borsa. - Bonìfiche - Cambiali agrarie - Istruzione dei contadini - Credito agli Enti agrari del Lazio - Coltiva­ zione di terre abbandonate - Convenzione codile S. S. ’ F. F. del Mediterraneo per transazione di vertenze.

N O T IZ IE • C O M U N IC A T I . IN F O R M A Z IO N I.

Prezzi d ’imperio dei metalli negli Stati Uniti - Pre­ stito americano - Produzione del piombo nel 1° seme­ stre 1917 - Gettito dei sopra, profitti - I l porto francese di Bordeaux - Le ricchezze del Giappone - Tassa di guerra in Isvizzera - La. « Deutsche Bank » a Sofia e a Bucarest Finanza austriaca - Prestito americano alla Russia. - Settimo prestito tedesco di guèrra - Dazi nel Dodecaneso - La Marina degli Stati-Uniti - Casse di risparmio postali - Depositi- a. risparmio in Russia - L ’aumento dei prezzi dei principali consumi - Per diminuire il traffico delle ferrovie in Germania - D e­ ficiente ratocolto dei vini in Francia,

S O C IE TÀ ’ IT A L IA N A P E R LE S T R A D E F E R R A T E M E R ID IO N A L I.

Situazione degli Istitu ti di Credito mobiliare, Situazio­ ne degli Istitu ti di emissione ita lia n i, Situazione de­ gli Is titu ti Nazionali Esteri, Oiroolazions di Stato nel Regno Unito, Situazione del Tesoro italiano, Tas­ so dello sconto ufficiale, Debito Pubblico italiano, Riscossioni doganali, Riscossione dei trib u ti n eli’eser- oizio 1914-16, Commercio coi principali S tati nel 1916, Esportazioni ed importazioni riu n ite, Im por­ tazione (per categorie e per mesi), Esportazione (per categorie e per mesi).

Prodotti delle Ferrovie dello Stato, Quotazioni di valori di Stato italia n i, Stanze di compensazione, Borsa di Nuova York, Borsa di Parigi, Borsa di Londra, Tas­ so di cambio per le ferrovie Italiane, Prezzi d ell’ar­ gento.

Cambi a ll’ Estero, Media ufficiale dei cambi agli effetti dell’art. 59 del Cod. comm., Corso medio dei cambi accertato in .Roma, Rivista dei cambi di Londra, R i­ vista dei cambi di Parigi.

Indici economici italia n i. Valori industriali.

Credito dei principali S tati.

Numeri indici annuali di varie nazioni.

In seeuito ad accordi che la nostra Amministraaione ha potuto prendare siamo lieti di poter mettere a disposizione dei nostri sigg. Ab­ bonati gratuitamente alcune copie del RESOCONTO UFFICIALE DEL CONVEGO INTERPARLAMENTARE DI ROMA, il quale è in corsn di stampa. Preghiamo quegli abbonati cui la pubblicazioni tosse per interessare di inviarci con cortese sollecitudine la prenotazione.

L’AMMINISTRAZIONE.

PARTE ECONOMICA

LA SITUAZIONE

Facciamo seguito alle poche parole che .scrivem­

mo Bel fascicolo della settimana scorsa nell’ango-

pure questa volta, le responsabilità o -per analizza-

pure questa volta le responsabilità o per analizza­

re coin postume reteriminazioni le colpe che pos­

siamo addebitarci, bensì per portare anche la no­

stra salda e convinta affermazione su c iò . che è

necessario compiere perchè il disastro che ci hà

colpiti non divenga addirittura irreparabile ; poi-,

che siamo ancora Convinti che, se vorremo, esso

isia tuttora riparabile.

La condizione unica ed assoluta per conseguire

quanto ogni italiano isolatamente preso, siamo

certi, vorrebbe ottenere, e cioè la riparazione

dell’onta che stiamo subendo sta. tutta, a nostro

giudizio, in u.n| regime austero, che .si riassuma

intero ed assoluto- niella parola : .

disciplina

'.

E ’ d’uopo spiegare- che per un paese in guer­

ra, per un oaese che pone a repentaglio la sua

.sorte, tutto il suo avvenire, lai

disciplina

non'

può nè deve essere limitata ai contingenti di com­

battenti. che sono inquadrati nei reparti mobili­

tati; in questi la

disciplina

v,i deve essere già co­

me Conseguenza necessaria dello sforzo, del pe­

ricolo, delle esigenze di aoinviv-enzà ; è insieme

necessità precoistituita .alla guerra e prodotto

dello stesso stato di guerra ; se non vi fosse

disci­

plina

nell’esercito-: in armi, è ovvio.che non si po­

trebbe, non si dovrebbe fare -la guerra.

Ma «perchè la

disciplina

degli eserciti combàtten­

ti isi mantenga e ,s-i consolidi, occorre che dietro

di quelli, n/ellia parte dell’esercito che è in prepa­

razione nel paese, e nella popolazione civile del

paese stesso, la

disciplina

sia ancor più ferrea, an­

cor più sentita, an-cor p.iù austera, ancor più rigi­

da e più-scrupolosa di quella che -si può preten­

dere da chi è già duramente limitato nella estrin­

secazione detta, propria individualità, della tensio­

ne. dello sforzo, del perìcolo.

E ’ impossibile, noi riteniamo, contare di man­

tenere uni esercito disciplinato, s£ il paese, le

masse, gli stessi strumenti di raccolta degli pomi-

mi che dovranno invitarsi al fronte non sono an­

cor più disciplinati.

(2)

vana-774 L ’ECONOMISTA 3 N O V E M B R E 1917 - N. 2270.

mente, come se la guerra non fosse; ¡non si fanno

o disfanno i ministeri senza ragione e senza mu­

tamenti radicali ; non si discute o nei giornali o

nei partiti igulila (Convenienza' della pace e sui

mezzi illegali di sospendere le operazioni a data

fissa; n,on sii hanno dei soldati che dovrebbero

attendere alla propria istruzione per entrare pros­

simamente in lizza, temuti colla stolida commise­

razione della doro sorte futura, o facilitati da

tante deroghe ai regolamenti militari dello stesso

tempo di pace, da renderli fiacchi e incoscienti di

ciò che è

disciplina.,

di ciò che è il dovere del cit­

tadino e del soldato; non si ha un popolo infine

adagiato nelle nuove condizioni di belligerante,

indifferente e quaisi separato da quella parte dei

■ suoi che attende alle operazioni militari ed insof­

ferente anche delle lievi privazioni cui deve sotto­

stare.

Una vera

disciplina

di guerra, esige che dal

primo giorno nel quale quésta è dichiarata, il po­

polo' tutto sia chiamato, da coloro- che della guer­

ra hanno la responsabilità, all massimo delie ri­

nunzie; -rinuncie di libertà individuali, rinuncie di

comodità economiche, rinuncie a qualsiasi dispen­

dio di energie che non siano schiettamente od ip-

diretfamente utili allo sforzo'che sii richiede; ri­

nuncie di boni che occorrano per la migliore con­

dotta della guerra. Poco monta che tali rinuncie

saranno superflue; se si sarà esagerato nel cal­

colarle e nell pretend-erie, se troppo di beni si sarà

privata la nazione In prò della guerra, si potran­

no al caso avere delle riserve che forse potreb­

bero tornar utili un giorno.

Se a1 una vera

disciplina

di guerra non si è

provveduto fino dal primo giorno, nel quale essa

è stata combattuta; se si è dimenticato che la

guerra poteva durare più che non si pensasse,

se si è, don erroneo procedimento, voluto giun­

gere ad aggravare le privazioni attraverso ad una

lenta e malsicura scala di progressione. bisogna

però che quella

disciplina di guerra

sia attuata ed

immantinente quando si abbia avuto modo di'con­

statare l’effetto deleterio del sistema opposto.

Mancare oggi di imporre al paese, dopo il

grave rovescio patito e nel pericolo sovrastante

una

durra disciplina di guerra è

tradire la nazione,

è voler perdere, senz’altro, la guerra, è ingannare

le speranze di coloro che combattono e vogliono

vincere con noi.

COSA FANNO GLI AGRARI?

sNou pare che la maggioranza degli agricoltori

abbia la più lontana idea dell’importanza del mo­

mento che il paese attraversa. Non intendiamo

riferirci al momento militare, diplomatico o po­

litico; ma al momento economico.

'Quest’anno scadono tutti i nostri trattati di

commercio. Cosa pensano di fare gli agricoltori?

Con quali propositi, don’quali programmi hanno,

eissti, ini animo di affrontare la dibattutissima e

complessa questione ? Questo si domanda il Mis-

siroli

nell’Agraria.

Che il problema doganale assurga ad una im-

portainza massima per il nostro paese e sia di

interesse capitale nei riguardi dell'agricoltura, è

risaputo. Ed è anche risaputo che gli agricoltori,

se spesso ebbero a dolersi del regime doganale,

noni hanno mai dato opera seria ed organica per

tutelare i loro- interessi, che sono;, poi. quelli

della nazione, intesa nella sua vivente totalità.

La discussione si è accesa da tempo e procede

vivace, accalorata, ma non si nota una effettiva,

larga partecipaziiéne degli agricoltori.

Il regime doganale dà il tono ed il carattere

alla politica commerciale di un paese. Si può dire,

che per esso ogni paese viene ad inquadrarsi, più

o meno armonicamente a seconda della genialità

del legislatore, nel complesso dei sistemi econo­

mici mondiali.

. La politica doganale italiana ha subito varia­

zioni che sono determinate dai periodi che vanno :

il primo dal 1863 al 1877; il secondo dal 1878 al

1887; il terzo dal 1887 ai giorni nostri. Sono tre

esperienze iclile si iniziano con Un relativo liberi­

smo per arrivare a progressivi-inasprimenti accol­

li nella riforma doganale del 1887. E ’ ¡sovratutto

sull’ultimo periodo e .sui risultati, che la tariffa,

allora adottata, ebbe agili effetti dello sviluppo

economico del paese, che verte il dibattito, tra li­

beristi, protezionisti e possibilisti.

Noi vogliamo, di proposito, astrarre dail’ele-

mento bassamente politico e partigiano che in­

quina le argomentazioni di qualche più agitato

protezionista o liberista, per mantenerci sul ter­

reno di una obiettività perfetta, in quanto se v ’ha

un te mia che esiga la più grande cautela di indagini,

il maggiore disinteresse di intenti, e la più per­

fetta fredde zzai di mente è proprio questo iil tema

dei dazii e degli accordi doganali. E comineeremo

coirusservare che tanto i seguaci di un indirizzo

schiettamente protezionista., quali quelli che recla­

mano lai restaurazione del liberismo in omaggio

aiiprincipii d i,associazione e di unione che ispirano

la guerra delle nazioni liberali, sembrano appunto

dimenticare che la più persuasiva e la più tremen­

da delle esperienze, la- guerra, è ini corso, e che

sarà necessario attendere, non l’armistizio, ma là

definizione delle trattative di pace, per sapere, con

una esattezza per lo meno approssimativa, a che

cosa essa abbia concluso.

E ’ interessante, certo, riandare il passato per

sorprendere tuffi gli aspetti-delle illusioni create

dai teorizzatori e denudare gli spropositi denun­

ziati dalla realtà. Interessante e fecondo. Ma

ora

non basta._ Il .passato non può dar luce a moniti

sufficenti; il presente deve pure essere sviscerato,

valutato, vissuto in tutta la.sua profonda signifi­

cazione, in tutta la immensa sua latitudine, se

vorremo dar vita ad opere organiche e salde e

noln a castelli di Carta.

I liberisti sono fermi nel loro antico pensiero,

che ha suggestioni di grande forza attrattiva. Il

protezionismo —• dicono- — è artifizio, esaspera

tutte le resistenze e tutti gli appetiti, coltiva in­

teressi di pochi a detrimento deU’interesse collet­

tivo. Il protezionismo mantiene accesa la fiaccola

dalla guerra. Bisógna restituire il mondo nella

sua,varietà produttiva, mantenere alle diverse re­

gioni la potenza della loro produzione naturale,

-stimolare, nella' libertà, tutte le energie. Le. bar­

riere doganali non sono soltanto- incoraggiamento

al parassitismo industriale, ma sono inefficaci e

dannose. Ne vogliamo una prova ? Francia e Ita­

lia ce il’offrono e delle più concludenti. La Francia,

prima della guerra, aveva eretto un vero baluar­

do difensivo di alte tariffe. Era giunta a costitui­

re —■ e ciò non può essere mai can-sigliàbile —

condizioni di vero monopolio alle proprie indu­

strie. Eppure la Germania era riuscita, sullo stesso

mercato francese, a battere la produzione nazio­

nale. Essa praticava -prezzi che rendevano quaisi

insostenibile la concorrenza. Perchè? Effetto del

(3)

3 N O V E M B R E 1917 - N. 2270. L ’ E C O N O M IS T A

va in Italia o in Francia a 40 costava 50 in Gernia-

njia. Quando poi un mercato estero s’era

abituato

a quel determinato prodotto tedesco e le industrie

focali, o erano fallite o languivano., allora la Ca­

sa tedesca impiantava in luogo la sua brava filia­

le di fabbricazione, diventando arbitra del merca­

to. La barriera doganale era superata. Non, solo:

veniva a proteggere il capitale e la produzione

straniera. Il fenomeno è illustrato da innumerevo­

li esempi italiani, francesi, americani, ecc.

_ Dunque — concludono i liberisti — il iprotezio-

niismo è inefficace o dannoso.

A loro volta i protezionisti — che sono diventati

malto numerosi nel corso della guerra e battono

sulla polemica con una vivacità eccezionale — os­

servano che si deve ad un regime di protezione se

Francia e Italia, non si sono trovate totalmente

sprovviste di risorse industriali allo scoppio delia

guèrra. Non vi sono industrie

naturali,

nello stret­

to senso della parola. Ogni paese è in diritto ed

in dovere di salvaguardare la propria indipenden­

za foggiandosi in casa gli strumenti della vita ci­

vile e della guerra. Il protezionismo non consiste

solo nelle tariffe doganali, ma nello spirito, che

anima tutta ila legislazione economica, finanziaria,

sociale di un paese. Se lo straniero., per mezzo del

dumping,

riesce a superare la barriera doganale e

ad impiantare Utilmente fabbriche, che ostacolano

10 sviluppo dell’mdu's.tria genuinamente naziona­

le, rimane il fatto che La fabbrica, con tutto il suo

complesso tecnico o finanziario o di lavoro, resta

a far parte di quel patrimonio che, in caso di ne­

cessità, è messo al servizio della difesa. Del resto,

■ non è quando la stessa Inghilterra sta effettuando

la sua unità economica ■— ed ha già concesso leg­

gi di privilegio all’India — e pensando seriamen­

te ad una profonda trasformazione doganale, che

si può parlane in Italia di liberismo.

Con questi ed altri logori od originali argomen­

ti. contendono oggi le due tendenze. Uni poco di

verità e di ragione v’ha da ambo le parti. Ma,

ripetiamo, esse hanno il sommo tarlo comiine di

astrarne dalla più grande esperienza in corso —

l’unica realtà — che è ila guerra. E ’ evidente, .in­

fatti, che saranno .specialmente i risultati della

guerra, che detteranno norma ai governi ed alle

nazioni per l’assetto econòmico del mondo. Ma,

si obietta, l’Italia vnon può aspettare. Coni que­

st’anno scadono tutti i nostri .trattati di commer­

cio. Bisogna .rinnovarli. Quindi bisogna decidersi.

La Commissione Reale ha fatto le sue proposte

per l’adozione di una duplice tariffa che valga a

sostituire la tariffa unica, e la Camera dei Deputa­

ti ha nominato una Commissione la quale deve

esaminare le proposte e riferire. .

E sfa bene. Ma tutto ciò norr impedisce al

mostro Parlamento ed al nastro Governo dì esco­

gitare qualche

•modus vSkxndì,

qualche provvedi­

mento che lo lasci relativamente libero, di sceglie­

re,, dopo la guerra, la direttiva da prendersi, in

un senso o nell’ altro. Sembra a noi che volersi

Oggi irrigidire in una legiflazione. che crei un

impegno di 1 unga durata sia un errore.

E, il Missiroli conclude: Ed è, .parimenti, da

augurarsi che gli agricoltori organizzino un pro­

gramma di studi e di lavoro, alto e potente, fra

11 contrastare di appetiti famelici e di sofismi teo­

rici.

Intanto un dovere' assoluto loro incombè : orga­

nizzarsi, stringersi compatti intorno ai loro isti­

tuti, netti da uomini di alto senno e di purissimo

patriottismo.

Gli industriali hanno lanciato il loro programma,

intorno al quale esiste già una larga Letteratura.

Da parte degli agrari sono venute alcune voci,

autorevoli senza dubbio ed ispirate a notevole

pra-775

ticità, ad una visione Larga e generosa dei doveri

della borg-hesra terriera per il dopo guerra.

. Ala i doveri moni debbono far dimenticare i di­

ritti. Una volta tanto ! .

LA STANDARDIZZAZIONE

La parola

standardizzazione,

non essendovi un

vocabolo italiano atto a tradurre quello inglese

standardisation,

si riferisce a tutta quella serie di

norme che .hanno per iscopo di unificare un dato

prodotto industriale, di uniformizzare i procedi­

menti seghiti in una determinata industria ecc.

Quale sia l’importanza della

standardizzazione

come mezzo per realizzare l’economia nella pro­

duzione n'on ha più bisogno di esser dimostrato.

Tutti comprendano, oramai, quali vantaggi si ot­

tengono unificando, coordinando, armonizzando

e raggruppando gli elementi innumerevoli tra 1

quali si disseminano gli sforzi pel progressi scien­

tifici e pelile realizzazioni industriali.

In Inghilterra il

Committce o f Standards

è sor­

to nei 1901 con lo scopo limitato di esaminare i

vantaggi, che si sarebbero potuti ottenere median­

te l’uniformazione dei profili delle rotaie e delle

poutrelles

e comprendeva in principio sette mem­

bri soltanto. Ora,

VEngineering Standards Com- mittee,

che da esso deriva, conta 64 Comitati

speciali, Sezioni e Sottocomitati ed ha degli Uffi­

ci con più di 500 membri competenti, in tutti i ra­

mi della pratica industriale.

Tale rapido sviluppo dà una chiara idea dei pro­

gressi che IJ concetto della

standardizzazione

ha

compiuto in una quindicina d ’anni in Inghilterra;

ciò che, -del resto, risulta evidente dai risultati ot­

tenuti smora dal Comitato in questione. Ne rife­

riremo qui brevemente, basandoci su una relazio­

ne presentata dal Segretario dell

’Engineering Standards Committee

alla

British Association for. thè Advancement of Science.

E ’ stato già detto -come il primo lavoro del Co­

mitato sia stato quello dell’uniformizzazione delle

sezioni e dei profili dei ferri e degli acciai,, tanto

per le .rotaie delle ferrovie e delle tramwie, quanto

per le costruzioni navali e per le costruzioni me­

talliche in genere. Si trattava di semplificare i pro­

fili dei laminatoi e di ridurne la varietà ad un pic­

colo .numero di tipi correnti, sì -da poter fabbrica- I

re economicamente dei forti quantitativi in serie

di ferri e di acciai nella morta stagione, si può

notare che le rotaie da tram rappresentavano, al­

l’època della costituzione del Comitato, settanta

profili diversi»; ora, il regolamento adottato non

lascia sussistere che cinque profili soltanto. Lo

stesso /vale per tutti i ferri del commercio. Per

dimostrare che i cinque profili di rotaie tramvie

adottati bastano ai bisogni industriali nella più

larga misura, la memoria del Comitato segnala il

fatto che i cinque profili in questione rappresen­

tavano, nel 1915, i tre quarti del pesò totale delle

rotaie da tram prodotte dai laminatoi della Gran

Bretagna; ciò vuol dire che qssi bastano per tutti

i bisogni correnti. Per alcune applicazioni solfati- .

to, specie all’estero e nelle colonie, s’iimpiegano

rotaie di sezioni diverse da quelle consigliate dal

Comitato.

Le rotaie ferroviarie hanno costituito l’oggetto

di regolamenti simili, incoraggiati e desiderati

dalle Socetà ferroviarie, le quali sovvenzionano il

Comitato e ne seguono i lavori con interesse.

(4)

776 L’ECONOMISTA 3 N O V E M B R E 1917 - N . 2270.

3 mili ani di tonnellate, delle quali il 95 per cento

era conforme alle specificazioni citate.

Sanzionando nel 1909 i due .prfoii lavorìi del Co­

mitato, quello dei ferri del commercio e quello

dei cementi, iil

London County Councìl

modifico

completamente i regolamentai relativi alle costru­

zioni e prescrisse che queste dovessero venir fat­

te secondo le specificazioni del Comitato stesso.

Il materiale rotabile delle ferrovie è stato an-

ch’esso sottoposto ad una iserie di specificazioni,

le quali non sono rimaste senza effetto; infatti,

iti 60 per cento del material^ eoisitrtitto ora in In­

ghilterra risponde alle norme stabilite dal Comi­

tato.

L ’Ammiragliato ha adottato le specificazioni

del Comitato per tutto ciò che si riferisce alla

qualità ed alle prove degli acciai impiegati sia pel­

le caldaie a vapore delle navi, sia per la costruzio­

ne delle navi stesse.

Tanto l’Ammiragliato, quanto il Ministero del­

la Guerra hanno adottato, poi, le filettature delle

viti proposte dal Comitato, ed

11

Ministero della

Guerra sii conforma pure alle specificazioni del

Comitato per i diametri delle corone delle ruote isu

cui vanno applicati cerchioni pieni.

Naturalmente, alle specificazioni cátate sinora

hanno aderito pure pienamente le più importanti

Associazioni tecniche' ed industriali della Gran

Bretagna.

Lo .stesso successo .hanno avuto prèsso le gran­

di Amministrazioni e presso le più importanti So­

cietà ¿ ’elettricità le norme relative al materiale e-

lettrico.

Il lavoro relativo alla

sta ndard ¡zzasi o A e

diel_ ma­

teriale elettrico è stato intrapreso dal Comitato

da poco più di due anni ed ha ayuto per oggetto

i diversi rami dell’ industria elettrica, a misura, che

le richieste ed i bisogni imponevano lo studio di

essi. I costruttori della Gran Bretagna hanno ap­

portato ai lavori il loro caldo incoraggiamento ed

iil loro attivo concorsa e le Associazioni elettriche

degli altri Stati non hanno_ cessato di mantener­

si in rapporti col Sottocomitato incaricato dell’e­

laborazione dei lavori e col

British Insti tu te of Elcctrìcal Engineers

; ispecialmente attiva è stata

la collaborazione del

VAmerican Institute of Elec­ tric al Engineers

e del

Bureau of Standards

degli

- Stati Uniti. Senonchè, come fa osservare la me­

moria del Gomitato inglese alla

British Associa- tion,

le condizioni alle quali è sottoposta l'indu­

stria elettrica nella Gran Bretagna sono molto

diverse da quelle che si hanno negli Stati Uniti' ed

in Germania.

.

Negli Stati Uniti, i,n particolare, tutti gli affa­

ri so« trattati da due grandi Società soltanto^,

mentre in Inghilterra vi sono da 40 a 5® Società

più o meno concorrenti. Tuttavia, delle conferen­

ze tenute a Landra ed a, New York tra lo

Stan­ dards C animine e

inglese e

V American Institute of Elee trioni Engineers

hanno avuto per risultato

di stabilire urta base di confronto affatto^ pratica

per le proposte relative .al materiale elèttrico, tal­

ché i regolamenti in vigore negli Stati Uniti e nel­

la Gran Bretagna sono ora in concordanza su tut­

ti i punti essenziali.

Le specificazioni elettriche si estendono, non

solo al macchinario propriamente detto, .ma an­

che agli accessori di montaggio ed agli apparec

chi d’illuminazione, alle prese di córrente^ per «

so domestico, alle prèse di corrente speciali per

pasti di carica di batterie d ’accumulatori, ai conta­

tori ecc., nonché ai simboli rappresentativi am-

mle.sisi. convenzionalmente per indicare gli apparec

Uhi nei progetti d’impianti elettrici.

Il materiale elettrico presenta grande comples-

siità e, per rendere confrontabili tra loro le mac­

chine eseguite dai diversi costruttori secondo' prin

cip! più o meno diversi, occorrerebbe realizzare

un grado d’uniformità, già difficile a ^raggiungere

in una industria nazionale e tanto più nelle diver­

se industrie in concorrenza internazionale. La me­

moria dello-

Standards Collimine

stabilisce una di­

stinzione molto- chiara -tra ciò che è possibile im­

mediatamente e -ciò che forse non è realizzabile

•neppure in un prossimo avvenire.

Coisi, dice la comunicazione citata, esiste una

differenza molto chiara tra un campione interna-

zionpile di qualità ed un campione internazionale

di grandezza o di potenza. Un criterio di qualità

può essere stabilito fottio forma semplice, come,

infatti, è stato ottenuto, grazie al lavoro del Co­

mitato Intemazionale -d’Elettricità, quando si so­

no stabilite nel 1913 a Berlino delle norme_ riguar­

do ai limiti -di temperatura ammessi per il mate­

riale elettrico. Da ciò, però, è lontana la possibi­

lità di render confrontabili tra loro le macchine di

provenienza diversa porche tali macchine non

hanno necessariamente le stesse temperature di

riscaldamento. Tuttavia, il fatto che gli elettrici­

sti della Gnau Bretagna -degli Sfati Uniti sono

d’accordo su questi punti è, a parere del Comita­

to inglese, di grande importanza 'Commerciale, e

non vi è dubbiò che tale accordo -eserciterà influen­

za sull’industria -elettrica del mondo intiero.

In qualsiasi comunicazione i sign oii abbonati farann o cosa cortese d i aggiungere la fascetta

colla quale'ricevono il periodico.

NOTE ECONOMICHE E FINANZIARIE

Il comoercio Italiano con la Cina

C oll’ entrata della Cina in guerra gli Alleati si son o finalmente liberati del loro più form idabile concorrente sul mercato cinese perchè m algrado i tre anni di ostilità le organizzazioni com m erciali germ aniche in Cina si rafforzavano ogni giorno piu grazie a ll’ aiuto incondizionato che ricevevano dal loro governo e l’appoggio m ateriale della loro p o ­ tente .Banca. • „ , „ , . , „

Gli enorm i profitti fa ti dalle Case tedesche, sugli1 esuberanti « stocks » che avevano in Cina al­ l’inizio della guerra, bastavano per pagare le loro spese generali per parecchi anni e non si p reoccupa­ r o n o affatto quando si videro chiuso l ’ ultimo m er­ cato col quale potessero ancora com m erciare, in se­ guitò alla dichiarazione di guerra degli -Stati Uniti m a si dedicarono invece con m aggiore attività a prepararsi per il dopo guerra.

(5)

3 N O V E M B R E 1917 - N. 2270. L ’E C O N O M IS T A 777

neutrale il lo ro progetto sarebbe riuscito m algrado tutti i provvedim enti escogitati dagli alleati per • im pedire il « dum ping » aì ritorno della pace.

L a dichiarazione di guerra della Cina ha ^ sven tato 1 piani tedeschi ed i com m ercianti delle n a ­ zioni nostre alleate aumenteranno i loro sforzi per demolire completamente l ’ organizzazione ed il pre­ stigio com m erciale germ anico nella R epubblica Ci­ nese e siam o certi che riusciranno nel loro intento grazie aH’ efficace appoggio che ricevono dalle loro Banche e dai loro Governi.

Un fatto tipico dell’ attività dei nostri alleati, che dovrebbe scuotere l’apatia italiana per questo m er­ cato, lo abbiam o nella dom anda innoltrata dalla B anca Belga per entrare a far parte del Gruppo B ancario Internazionale in Cina in sostituzione della B anca tedesca e questo in momento in cui l’eroico p iccolo Belgio è quasi interamente occu p a­ to dal nemico.

Il governo inglese da parte sua, conscio d e ll’ im ­ portanza del m ercato cinese, specialmente per le possibilità che presenta di un graduale e sensibile sviluppo nel prossim o avvenire, ha ultimamente sostituito il suo addetto com m erciale pressò il Consolato Generale di Shangai con uno dei suoi m igliori Consoli Generali, vecchio residente e con o­ scitore della Cina.

La nostra Camera di Commercio ha lanciato il suo progetto per la form azione di una Agenzia Ge­ nerale Italiana a Shangai, in dicandolo ai nostri Industriali come unico mezzo pratico per conqui­ stare il mercato cinese, tenendo naturalm ente cón ­ to della nostra im preparazione attuale, ma benché il progetto abbia trovata u n ’ eco favorevole in Ita­ lia , i nostri com m ercianti ed industriali non hanno com presa la necessità d ell’ im m ediata sua attua­ zione.

Essi credono che sia sufficiente 'organizzare l ’ a­ genzia a guerra finita e non sanno che al ritorno della pace tutto deve essere pronto, per iniziare gli affari se si desidera veramente riuscire; per pre­ parare una organizzazione 'efficiente, dato il siste­ m a d’ affari in Cina, occorre molto tempo e bisogna fare dei sacrifizi iniziali.

L ’organizzazione da noi progettata ha il grande vantaggio di mettere in diretto contatto il fabbri- -ca n te ed 'il produttore col consum atore, permetten­ do così di poter introdurre su questo m ercato a rti­ coli e prodotti che se- dovessero essere im portati per il tram ite di altre ditte non potrebbero forse restare in concorrenza co lla stessa m erce di altre provenienze.

Il sistema d’affari cinese è tutto basato sull’ orga­ nizzazione del « Gompradore »; riuscirà a con clu ­ dere ottimi affari chi saprà ■ assicurarsi la colla­ borazione del m igliore, ed avrà il m iglior « Com- pradore » quella organizzazione com m erciale euro­ pea che sarà in grado dT~sviluppare i m aggiori af­ fa ri; ecco perciò la necessità,di riunire in una sola organizzazione le più im portanti Ditte italiane per poter ottenere un buon personale cinese.

L’ Agenzia dovrà essere organizzata in m odo da avere un riparto per ogni gruppo di industrie affi­ ni e p er ognuno di questi gruppi d’industrie dovrà essere adibito uno scelto personale tecnico, lascian ­ do però la parte com m erciale esclusivamente alla Direzione Generale dell’Agenzia.

Il com m ercio italiano in Cina ha sofferto troppo per la m ancanza di un piano organ ico di sviluppo ed il solo mezzo per guadagnare il tempo perduto ed acquistare il posto che ci spetta sul m ercato cinese è di adoperarci attivamente perchè l ’org a ­ nizzazione da noi progettata possa essere presto i- niziata ed efficientemente pronta per l’ im m ediato dopo guerra.

P er facilitare questo 'compito il R egio Governo dovrà anzitutto e sopratutto provvedere affinchè siano ristabilite durante la guerra le com unicazio­ ni fra l’Italia e l’Estremo Oriente e provvedere p u ­ re affinchè sia ‘im m ediatam ente iniziata una linea di navigazione italiana a guerra finita.

S on o orm ai sei mesi che non esistono com u n ica­ zioni nè dirette nè indirette fra la Cina e l ’ Itàl‘ia, e benché la nostra C am era di C om m ercio abbia a mezzo della R. Legazione di P echino, invitato il R. Governo a prendere dei provvedim enti, nulla fu fatto finora. Sappiam o che finché duri la^ guerra

non sarà possibile avere una linea di navigazione nazionale a* causa la m ancanza del m ateriale, ma siccom e i nostri alleati m antengono le loro linee con questi paesi, anche durante questo momento critico, a noi pare che il nostro Governo dovrebbe ottenere che un p o ’ di spazio fosse' riservato sui vapori appartenenti alle nazioni alleate^ per merce da e per l’ Italia con trasbordo à Por’tó Said o M ar­ siglia.

Confidiamo che il R. Governo vorrà provvedere in tempo anche ner facilitare quel lavoro indispen­ sàbile di preparazione per un m aggior sviluppo del com m ercio italiano in Cina appena, sia finita la guerra.

Economia delle Colonie italiane. — Il Ministro delle Colonie, on. Colosimo ha pubblicato una pregevole re­ lazione sull’economia delle nostre colonie nel tempo di guerra.

La guerra presentava chiara la necessità di aprire una parentesi nell’ azione economica iniziata o progetta­ ta, prescindendo, momentaneamente, da ogni azione' spe­ rimentale e da ogni programma tracciato per la seria e ponderata base, dei nostri piani economici di valoriz­ zazióne : « Occorreva mettere le coionie in condizioni tali da chiedere alila madre patria il meno possibile e darle il più possibile.

Il problema si presentava sotto due diversi aspetti ; primo, sviluppo della esportazione dalle colonie delle merci che esse avviavano in Italia già da prima della guerra ; secondo, ricerca di merci la. cui esportazione, non fosse stata prima tentata o lo fosse stata a solo'ti­ tolo di esperimento, ma che avrebbero potuto trovare e- conomioo impiego nel Regno, anche come surrogati, in vista della rarefazione delle merci normalmente consu­ mate.

Una rapida rivista statistica e descrittiva dimostra che in, ciascuna delle colonie fu fatto il possibile per attuare tale programma, e si ebbero, in genere, confor­ tanti risultati.

Dall’Eritrea venivano, prima della guerra, esportati in. apprezzabile misura nel Régno i seguenti prodotti: carne, pelli, prodotti della palma dum, e scarse quantità di cotone e di grano. Ed oggi l ’Eritrea, mentre è ca­ pace di bastare a sè stessa per ciò che riguarda ì bi­ sogni dell’alimenibazione, è anche | in condizione di for­ nire al Paese notevoli quantitativi di merci di prima (necessità, così come, a cominciare dal venturo .anno, sarà anche capace di fornirgli cereali e altro derrate alimentari. Durante la guerra rEritrea ha potuto espor­ tare infatti, fra le merci principali n, 12.000.000 sca­ tole di cai-ne in conserva, pelli per circa L. 18.000.000, noci di palma dum per circa 50.000 quintali e cloruro di potassio per circa 50.000 quintali.

In Somalia, date le condizioni ancor primitive dell’e­ conomia agraria, non si può parlare, per l ’esportazione in Italia e quindi pel contributo a ll’ approvvigionamen­ to del paese che del bestiame da macello e delle pelli. Molto si è fatto per accrescere la quantità del bestiame esistente, per migliorarne la qualità, per preservarlo .Itile malattie e per utilizzare nel miglior modo possi­ bile la carne o il bestiame ovini senza depauperar© il patrimonio 'bovino e le condizioni economiche della Colo­

nia. Durante la guerra la Sohialia è stata in grado pur non avendo ancor posto in essere i provvedimenti atti a intensificane la produzione locale, di esportare, fra le merci principali : pelli per circa L. 3.500.000* dura per circa quintali 15.000.000 e di offrire .inoltre 2000 bovini nonché 40.000 quintali di dura dell’ ultimo' raccolto e 10.000 quintali fra. granturco e fagiuoli.

Quanto poi alla questione degli approvvigionamenti e dei consumi, essa assume per la Somalia una impor­ tanza del tutto trascurabile.. La Colonia provvede infat­ ti ai' suoi bisogni alimentari, quasi esclusivamente con i propri mezzi, nulla richiedendo alla madre patria.

Per la Tripoli tan ia e Cirenaica, dall’inquietezza di qualche tribù e la suprema necessità di assicurare mili­ tarmente il dominio italiano, il problema dello sfrut­ tamento delle risorse locali a punto non solo dii farle bastare a sé stesse, ma possibilmente, di fare concorre­ re all’iapprowigionamento del paese, non ammette, nel­ le condizioni della, nòstra occupazione, una. soluzione che

possa dirsi completamente soddisfacente durante rim-* perversare del conflitto europeo.

(6)

778 L ’ E C O N O M IS T A

I

hanno non solamente costituito, in parte-, il rifornimen­ to per le truppe coloniali, dapprima approvvigionate dal Regno, ma sono stati esportati in notevole quantità specialmente in Sicilia. Furono anche esportate le pelli bovine, caprine ed ovine e la lana della, quale parecchie migliaia di quintali, di ottima qualità sono giunti in Ita­ lia, specie d a lli Cirenaica.

Anche il carbone vegetale dalla Cirenaica fu impor­ tato in Italia e solo per assicurare la consistenza boschi­ va della Colonia l ’ importazione in Italia, è stata ora so­ spesa.. Ben più grande è stato poi come significato e conseguenza, il contributo alla Libia nei riguardi della mano d ’opera non qualificata. Con paghe varianti dalle L. 3 alle 3,50 al giorno furono reclutati circa, 2700 uo­ mini, in vari scaglioni, e distribuiti fra i cantieri per le armi e munizioni di Sampierdarena, di .Sesto S. Gio­ vanni, di Brescia, al Commissariato dei combustìbili na­ zionali, a Bagnasco in prov. di Cuneo, Fu predisposto anche l ’invio di altri operai. Perchè intanto non gra­ vasse sulla madre patria l ’approvvigionamento della Tripolitania.e Cirenaica, furono adottati vari provvedi­ menti locali, come calmieri, vendita diretta di derrate e requisizioni ; provvedimenti restrittivi e 'limitativi dei consumi ; controllo sul commercip d ’importazione in colonia e furono istituiti due Consorzi fra 'gli enti d ’,ap­ provvigionamento l ’ uno ,a Tripoli fra 2 commercianti con un capitai©' di circa un milione di lire.

Circolazione monetaria negli Stati U n iti. L ’ « Eoo- nomist© Européera », dà la tabella delle monete d ’oro e d ’argento. e di moneta, cartacea in circolazione negli Stati Uniti al 1. agosto 1917 in paragone col 1 agosto 1014 e col 1 agosto 1916 (in migliaia, di dollari) :

1 agosto 1 agosto 1 agosto 1914 1916 1917 Monete d ’ oro e verghe 632.332 632.160 748.148 Dolila,ri d ’argento

Monete divisionarie di

ar-69.982 66.814 71.810

genio 160.129 ' 170.750 194.795

Certificati-oro Id. argento

974.387 1.409.159 1.736.967 Biglietti del Tesoro 2.420 2.089 1.959 Biglietti degli S. U. 337.004 341.345 336.136 Id. delle Banche naz.

Id. delle Banche di

Riser-716.414 714.685 694.805

va federale' 179.013 593.797

Totale 3.367.369 4.000.002 4.862.084 La popolazione degli Stati Uniti,, essendo calcolata al 1 agosto 1917 a 104.288.000' abitanti, la proporzione della, circolazione sarebbe rappresentata da 46 dollari da* 35 dollari a 33 per ciascuno. ,

A l 1 agosto 1914 la popolazione.era di 100.867.000 a- bitanti e la proporzione della, circolazione si valutava a 35 dollari a, 33 per ciascuno.

Ecco, del resto, come appare la situazione del Tesoro degli Stati Uniti al 31 lluglio. 1917 paragonata al 31 luglio 1916 © al 31 luglio 1914 (in milioni di dollari) :

Tesoro degli Stati Uniti

Riserve 31 luglio 31 luglio 31 luglio

Oro 1.254.9 1.858.9 2.335.0

Argento 526.1 540.4 528.4

Totale delle riserve 1.781.0 2.399.3 2*863.4 Circolazione

■< Creenbacks » e alltri

bi-glierbti 343.9 348.2 343.0

Certificati oro 974.4 1.555.1 1.556.6 Id. di’argento e biglietti

deil Tesoro del 1890 477.0 486.2 475.5 Totale della circolazione 1.795.3 2.389.5 . 2.375.1 Depositi nelle Banche

na-zinnali e nelle Banche di

R'iis. federale 62.2 95.3 172.4

Disponibili nelle casse de*

Tesoro 81.6 134.6 318.4

Totale dolila riserva dispo­

nibile 490.8

3 N O V E M B R E 1917 - N. 2270.

LEGISLAZIONE DI GUERRA

Biglietti di Stato.-— Il Ministro del Tesoro, vedute le .leggi 22 luglio 1894, n. 339, e 8 agosto 1895, n. 486, sui provvedimenti di finanza, e dì tesoro ; 17 gennaio 1897, n. 8, e 3 marzo 1898. n. 47, per le guarentigie e il ri­ sanamento della circolazione cartacea;

Veduto il regolamento sui biglietti di Stato e di Ban­ ca, approvato col fi, decreto 30 ottobre 1896, n. 508 ;

Visto il R. decreto 5 febbraio 1888, n. 5204, col quale furono stabiliti i segni distintivi e caratteristici dei bi­ glietti di Stato da lire dieci, modificati poi dagli altri decreti Reali i . agosto 1889, n. 6360 ; 11 settembre 1892, n. 495 ; 18 dicembre 1910, n. 904 ; 22 gennaio 1911, n. 62 ; 29 marzo 1914, n. 281, e col decreto Luogotenen­ ziale 17 giugno 1915,5 n. 916 ;

Considerato che occorre provvedere alla fabbricazione di biglietti di Stato da lire dieci per rifornire il fondo di scorta pel cambio di quelli logori e danneggia,ti del­ lo stesso taglio che sii ritirano dalla circolazione ; De­ termina:

E’ autorizzata la fabbricazione e remissióne di un nuovo quantitativo di biglietti di Stato da L. 10 del tipo attuale per .cento, milioni di lire (L. 100.000.000) o c ­ corrente a rifornire il fondo di scorta pel cambio ‘ di fc|ueEi logori e danneggiati dello stesso taglio dhe si ritirano dalla circolazione.

Tali biglietti avranno i segni distintivi e caratteristici stabiliti col R. decreto 5 febbraio 1888, n. 5204, e mo­ dificati con gli altri decreti Reali e Luogotenenziali so­ pra citati.

I biglietti stessi saranno in numero di diteci milioni suddivisi ini cento serie composte ciascuna di centomila biglietti numerati progressivamente da 1 a 100.000.

II presente decreto sarà registrato alila Corte dei conti e pubblicato.nella « Gazzetta ufficiale» del Regno.

Interessi sui buoni del Tesoro. — Il Ministro del Te­ soro, veduto il decreto Luogotenenziale 18 maggio, 1916, m. 368; Veduti i decreti Ministeriali 16 marzo 1917 e 2 agosto 1917, coi quali furono stabiliti gli attuali sag­ gi d ’ interesse da corrispondere sui buoni ordinari del tesoro ; Determina :

A decorrere dal giorno 5 novembre 1917 e fino a nuo­ va disposizione, l ’interesse dei buoni ordinari del tesoro sarà corrisposto anticipatamente nelle seguenti misure : Per i buoni con scadenza da tre a cinque ipesi,, nella misura di lire quattro per cento in ragione annua;

Per i buoni con scadenza da sei a otto mesi, nella misura di lire quattro e settantacinque per cento in ragione annua.

Pe,r i buoni don scadenza, da nov© a dodici mesi, nella misura di lire cinque per cento in ragione annua.

Il presente decreto sarà registrato alla Corte dei conti.

Camera di Commercio. _ La « Gazzetta Ufficiale » pubblica il seguente Decreto N. 1347 in data, 9 agosto 1017 : Considerando che perdurano le ragioni per le quali in forza dei detti decreti furono successivamente rinviate, le elezioni commerciali parziali che avrebbero dovuto aver luogo entro l ’ ultimo bimestre degli anni 1915 e 1916 ; udito il Consiglio, dei ministri ; sulla pre­ posta del ministro segretario di Stato per l ’ industria, il commercio e il lavoro ; abbiamo decretato e decretiamo :

Art. 1. — Fermo rimanendo l ’ obbligo della revisione delle liste elettorali commerciali a sensi dell’art. 20 della Legge 20 marzo 1910, n. 121, le elezioni generali dei Consigli delle Camere di commercio e industria che, a termini del Nostro decreto 1. ottobre 1916, nu­ mero 1326, dovrebbero aver luogo nell’ ultimo bimestre del corrente anno, sono rinviate a dopq la conclusione della pace. La data, delle elezioni e la data dell’insediia- mento degli eletti saranno stabilite con decreto Reale.

Art. 2. — La permanenza in carica dei consiglieri dello Camere di commercio e industria che avrebbero già dovuto o dovranno cessare dall’ ufficio per compiuto quadriennio è prorogata sino alTinsediamento dei mem­ bri designati nelle elezioni di cui al precedente articolo. Art. 3. — I presidenti e vice-presidenti delle Camere di commercio e industria mantenuti in carica a tutto l’anno 1917, in forza del predetto Nostro decreto 1. ot­ tobre 1916, n. 1326, terranno l ’ ufficio sino al termine stabilito nell’ art. 2.

Moratorie alle operazioni di borsa. — La « Gazzetta Ufficiale: » pubblica il seguente Decreto N. 1769 in data 26 ottobre 1917 :

l

(7)

3 N O V E M B R E 1917 - N. 2270. L 'E C O N O M IS T A 779

¡Art. 1. — Le disposizioni dell’ art. 8 del decreto Luo-; gotenenziale .2 settembre 1917, n. 1407 non sono appli­ cabili alle, operazioni a: termine, ai riporti ed alle pro­ roghe giornaliere con scadenza dal 1. agosto 1914, dila­ zionate con i Règi decreti 16 .agosto 1914, n. 821, 27 set­ tembre 1914, n. 1033, 24 novembre 1914, n. 1283, 20 di­ cembre 1914, n.1373, e 28 marzo 1915, ri. 316 e con i decreti Luogotenenziali 26 giugno 1915, n. 930, 28 ottó­ bre 1915, n. 1523, 30 gehnaio 1916, n. 62, 30 aprile 1916, n. 495. e 27 agosto 1916, n. 1062 ed aventi per oggetto obbligazioni emesse da società esercenti, con trazione meccanica, ferrovie, tram vie e servizi pubblici perma­ nenti di navigazione lacuale, che abbiano ottenuto di prorogare fino al sessantesimo giorno dopo la pubbli­ cazione della pace, a norma deH’ art. 1 del decreto. Luo-' gotenenziale 25 giugno 1917, n. 1023, il pagaménto dei debiti ammortizzabili a rate, periodiche, o con rimborso graduale.

Le obbligazioni derivanti dai contratti a termine, dai riporti e dalle proroghe giornaliere, di cui alla prima parie del presente articolo, sono nuovamente, prorogate fino al ¡sessantesimo ¡giorno dopo La. pubblicazione della pace, col solo pagamento mensile degli interessi di mora alla, ragion© annua del 6 per cento.

Art. 2. — Il presente decreto entrerà in vigore nel giorno successivo alla sua, pubblicazióne nella « Gazzetta ufficiale » del Regno.

* Bonifiche. — La « Gazzetta Ufficiale » pubblica il se­ guente Decreto N. ■ 1597 in data 2 settembre 1917 :

Art. 1. — La Cassa, depositi © prestiti, col concorso, se necessario, della sezione autonoma di credito comuna­ le e provinciale, è autorizzata, per il periodo di un de­ cennio a decorrere dalla, pubblicazione della pace, a con­ cedere ai Consorzi concessionari di opere di. bonifica., sotto le condizioni prescritte dal proprio ordinamento, i mutui occorrenti per lo svolgimento del programma di esecuzione delle opere concesse, entro r limiti di' una somma complessiva non superiore ai 150.000.000.

I mutui saranno gradualmente accordati in corrispon- denza ai vari lotti di opere indicati, in detto programma, e nell’esclusivo riguardo della graduatoria, dei mutui da concedersi jiavrà sentirsi .il parer© di un Comitato isti­ tuito presso il Ministero dei lavori .pubblici e composto di rappresentanti del Ministero stesso, della Cassa depo­ siti e prestiti e dei Ministeri di agricoltura, e de.l lavoro. Art. 2. — A llo scopo di intensi ficare e sollecitare la ¡concessione e il pagamento di mutui per la esecuzione delle opere di bonifica, è istituita presso la Cassa depo­ siti e prestiti ¡una sezione speciale per la concessione dei prestiti ai Consorzi di bonificai.

Art. 3. ■— La Cassa depositi e prestiti è autorizzata ad anticipare bui mutui, da essa ooncessi ai Consorzi di ¡bonifica le somme che siano ^necessarie , per l ’inizio dei lavori, quando questi si eseguano in economia ò siano affidati a cooperative di produzioni e lavoro.

Nell’ anticipazione potrà essere compreso anche l ’ im­ porto della spesa occorsa per la redazione del progetto tecnico della ¡bonifica.

; Le successive somministrazioni ^iranno fatte dalla Cas­ sa in base agli’ atti di avanzamento dei lavori, in modo Ohe rimanga integra ¿’anticipazione' iniziale di cui sopra.

Ad opere ultimate dovrà dimostrarsi l ’erogazione delle somme complessive riscosse sui mutui.

Art. 4. — Le annualità che lo Stato, le Provincie ed i Comuni debbono .corrispondere .per le opere di bo­ nifica a norma della legge 20 giugno. 1912, n. 712, saran­ no calcolate con lo stesso tasso d ’ interesse annualmen­ te stabilito dalla Cassa depositi © 'prestiti per i mutui ordinari a sensi degli articoli 9 e 73 del testo unico di legge approvato con R. decreto 2 gennaio 1913, n. 453. Tal© disposizione si applica anche alle bonifiche conces- i se prima d ell’entrata in vigore del» presente decreto li­

mitatamente ai lotti di opere non ancora collaudati. Art. 5. — Per accelerare la esecuzione a cura dello Stato delle opere di bonificazione di 1? ¡categoria dipen­ denti dàlie leggi 22 marzo 1900, n. 195 (testo unico) e. successive, nelle Provincie meridionali e nella Sicilia, è autorizzato il maggiore stanziamento di Ij. 20.000.000. Detta somma verrà ripartita in cinque annualità di Li­ re 4.000.000 ciascuna, da inscriversi negli esercizi finan­ ziari dal 1919-920 a l 1923-924 in aumento all’assegnazio­ ne del capitolo corrispondente a quello n. 154 dello stato dii previsione del Ministero dei lavori pubblici per l ’eser­ cizio 1917-918 la duale risulterà per gli esercizi medesi­ mi elevata a L. 12.300.000. “ : Agli effetti del presente articolo il limite di stanzia­

mento complessivo dellfe spese straordinarie inscritte nel­ lo stato di previsione predetto, di cui all’art, 3, comma 2°, della legge 7 aprile 1917, n. 601, rimane,-per gli in­ dicati esercizi, accresciuto di- L. 4.000.000.

Art. 6. — E istituito presso il Ministero dei lavori pub­ blici, sotto la direzione di un ispettore superiore del genio civile, un ufficio ■ tecnico centrale, per lo studio dei progetti dell© opere di bonifica da eseguire nell’ I ­ talia meridionale.

Alle spese, per il funzionamento deH’.ufficio e per le. speciali indennità che il Ministero dei lavori pubblici potrà accordare ai funzionari: ad esso destinati, si prov- vederà con i fondi assegnati per le opere di bonifica, nella parte, straordinària del bilancio di detto Ministero.

Art. 7. — Nelle bonifiche eseguite a, cura dello Stato, allo scopo di preparare durante il corso dei lavori, il bo­ nificamento agrario., il ministro, dei lavori puibbliei, di concerto con quello di 'agricoltura, ha facoltà di nomi­ nare fino speciale commissario per promuovere il mi­ gliore coordinamento’ della bonifica idraulica con quella agraria, per predisporre la costituzione del consorzio ob­ bligatorio di manutenzione e per le proposte da farsi ai detti ministri per l ’ applicazione degli articoli 43 e 44 della legge 13 luglio, 1911, n, 774.

La spesa per il commissario sarà anticipata dal Mi­ nistero dei lavori pubblici e farà parte della spesa di esecuzione della bonifica.

Art. 8. — A ll’ art. 15 del testo unico 22 marzo 1900. i n. 195, modificato con, l ’ art. 36 della, legge 13 luglio 1911, m 774, è sostituito il seguente :

Spetta alla .sola, autorità amministrativa escluso ogni rimedia giurisdizionale il riconoscere,, anche in caso di contestazione, se i lavori per l ’esecuzione delle opere di bonifica e per la loro manutenzione rispondono allo* .scopo cui debbono servire, alle esigenze tecniche e alle buone regole d ’arte.

Noni spetta, al privato, alcun risarcimento per ,i,l man- ( cato o minorato beneficio dipendente dalla bonifica.

Ferma restando l ’ applicazione degli articoli dal 31 al 38 e dal 66 a l 68 della, ¡legge 25 giugno 1865, numero 2359, circa, la determinazione peritale, le controversie di qualunque natura riguardanti l ’occupazione totale o parziale, permanente o temporanea di fondi e le inden­ nità ai sensi dell’art. 46 della stessa, legge sono deferi­ te al giudizio di.Collegi arbitrali di 1° e 2° grado.

I Collegi arbitrali dì primo grado sono costituiti di tre arbitri nominati uno dal ministro dei lavori pubblici, uno dal possessore o dai possessori dei fondi, il terzo dal primo presidente della Corte, d ’appello territoriale fra i consiglieri della Corte o giudici di tribunali com­ presi nella sua giurisdizione e presiederà il Colleg.ip.

II primo presidente stesso nominerà anche l ’arbitro o gli arbitri non nominati dalle parti nel termine da lui fissato.

Dalle .sentenze dei Collegi arbitrali di primo grado è ammesso soltanto l ’appello ad un Collegio arbitrale di secondo grado avente sede in Roma, costituito di cinque arbitri, dei quali due .saranno scelti dal presidente, del Consiglio di Stato fr,a i consiglieri di Stato, due dal presidente del Consiglio superiore dei- lavori pubblici fra gli ispettori superar! del genio civile componenti il Consiglio, e uno dal primo presidente della bèrte d ’ap­ pello di Roma tra i consiglieri di essa Corte.

Il più anziano dei due consiglieri di Stato presiederà il Collegio arbitrale.

G li .arbitri continueranno nelle loro funzioni quando anche qualcuno di essi cessi di avere l ’ ufficio che oc­ cupava al momento della, nomina.

Venendo a mancare per qualsiasi causa durante il. cor­ so del giudizio arbitrale alcuno degli arbitri sarà sosti- tuitè da altro arbitro nominato e, scelto nello stesso modo.

Contro le sentenze del Collegio arbitrale di 2” grado è ammesso soltanto il! ricorso alle sezioni unite della Cassazione di Rèma per incompetenza od eccesso di po­ tere.

Art. 9. — E’ autorizzata, la spesa di L. 5000 da inscri­ versi in apposito capitolo da istituire nel,la, parte, straor­ dinaria, dello stato di previsione della spesa del Ministero dei lavori pubblici per l’esercizio finanziario 1917-918 per raccogliere, ^coordinare e vagliare le proposte 3T|>t-ov- vedimenti concernenti l ’irrigazione.

E’ corrispondentemente ridotto di L. 5000 lo stanzia­ mento del capitolo 154 dello stato di previsione predetto. Art. 10. — Il presente decreto sarà presentato al Par­ lamento per essere convertito in legge.

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780 L’ECONOMISTA 3 N O V E M B R E 1917 - N. 2270.

Cambiali agrarie. — La « Gazzetta- Ufficiate » pubbli­ ca. il seguente Decreto N. 1704 in data 14 ottobre 1917 : Articolo unico. .— E ’ ulteriormente prorogato di altri . sessanta giorni il termine utile per levare il protesto del­

le cambiali agrarie contemplate dal decreto Luogotenen­ ziale 12 luglio 1917, n. 1110.

Per il periodo della nuova proroga continuatilo a de­ correre gli interessi di mora, nella misura stabilita, dal decreto predetto.

Istruzione dei contadini. — La « Gazzetta Ufficiate » pubblica di seguente Decreto N. 1595 in data 9 settem­ bre 1917 :

Art. 1. — In ciascuna, Provincia, la Commissione pro­ vinciale di agricoltura, provvede all’orgianizzazione del­ l ’ insegnamento professionale per i contadini adulti.

La parte istruttoria e qiuella, esecutiva degli affari di cui sopra è affidata ad apposito Gomitato di tre o di cinque membri, da nominarsi nel seno della Commissione stessa. Il Comitato comprende il direttore della cattedra ambulante d i agricoltura, o cibi ne fa le veci, con te fun­ zioni di segretario-relatore ; e, ' ove non ne f acciano par­ te, vanno aggregati al Gomitato i dirigenti gli Istituti di insegnamento agrario della Provincia,.

Art. 2. — Per l ’attuazione del compito, di cui all^ar- ticolo precedente, la Commissione provinciale,,, tenuti presenti i bisogni dell’ agricoltura, si varrà essenzial­ mente dei seguenti mezzi :

' a) corsi temporanei di pratica applicazione, riguar­ danti te coltivazioni locali, ;

b) corsi pratici temporanei di industrie agrarie;. c) corsi temporanei di pratica di macchine agrarie; d) corsi temporanei di pratica di piccole, industrie rurali e forestali ;

e) corsi temporanei di economia domestica e di indu strie agrarie per le donne ;

f.) periodi di pratica, presso aziende, stabilimenti od impianti.

Inoltre là Commissione provinciale si potrà valere di ogni altro mezzo, diretto o indiretto, idoneo al fine.

Art. 3. — La vigilanza sull’ insegnamento professionale dei contadini adulti spetta al Ministero di agricoltura,.

La Commissione provinciale di, agricoltura determina il programma annuale delle iniziative da attuare, in provincia, fissando per ciascuna la spesa relativa., ripar­ tendo tra le istituzioni idonee lo svolgimento delle atti­ vità prefisse, e coordinando, ai fini di tale svolgimento, l ’ azione, delle diverse istituzioni.

Il programma annuale è soggetto alla preventiva appro- „ vazione del Ministero di agricoltura, nel tempo utile

da indicarsi da questo.

Al Ministeri di agricoltura sarà rimessa, annualmen­ te, a cura della, Commissione provinciale, una particola­ reggiata relazione tecnica, morale e finanziaria sul pro­ gramma svolto.

Credito agli enti agrari del Lazio. — La « Gazzetta Uf­ ficiate » pubblica il seguente Decreto N. 1604 del 4 ot­ tobre 1917 S|Ulla_ proposta del ministro segretario di Stato per l ’agricoltura,, di concerto con i ministri delle finan­ ze, del tesoro e’ dell’ industria, commercio e lavoro;

Abbiamo decretato e decretiamo:

Art. 1. — L ’Istituto nazionale delle assicurazioni, la Cassa nazionale di previdenza per la invalidità e la vec­ chiaia degli operai, l'Istituto nazionale .di credito per la »operazione, le Casse di risparmio, i Monti di pietà e gli Istituti di credito ordinario e cooperativo, indipen­ dentemente da qualunque disposizione di leggi, regola­ menti e statuti, sono autorizzati a concedere mutui agli enti agrari dèi Lazio per l ’acquisto di terreni, pagamen­ to di capitali e di canoni, affrancazioni e., in genere, per quanto occorre .per il miglioramento fondiario e la, tra­ sformazione colturale dei beni, di dominio collettivo.

L ’ Istituto nazionale di credito per la, »operazione è inoltre autorizzato a fare credito agli enti agrari di oui sopra, per fornire loro i mezzi necessari per la. ordina ria coltivazione e conduzione dei terreni (acquisto di scor­ te vive e morte, sementi, pagamento di salari, spese di raccolta, eoe.). A tali operazioni, di credito agrario si applica il disposto dell’art. 26 della legge 29 marzo 1906, n. 100.

Art. 2. —, A garanzia dei mutui di cui alla prima par­ te dello articolo precedente, gli enti agrari del Lazio rilascieranno agli Istituti sovventori regolare delegazio­ ne sull’esattore che riscuote le entrate sociali nei modi e forma di cui a ll’ art. 8 della, legge 4 agosto 1894, nu- mero 397.

Quando le entrate sociali riscosse nell’anno non co­

prono l ’ intero importo, delle corrispondenti annualità dovute agli Istituti sovventori, lo Stato anticiperà la, dif­ ferenza. Le anticipazioni dello Stato non potranno in complesso eccedere, per ciascun anno, il fondo di L. 100 mila che a, tal fine sarà stanziato "nel bilancio annuale del Ministero per r.agrieolt-ura.

Le somme di cui al precedente comma saranno rim­ borsate dagli enti agrari del Lazio ueH’ anno successivo a quello su cui sono state anticipate, con le entrate di cui alla prima parte del presente articolo, salvo, in caso di insufficienza, a stabilirsi di ufficio, per l’anno stesso, un supplemento dei contributi sociali, da riscuotersi il tutto con le forme ed i modi di cui all’articolo 8 della legge 4 agosto 1894, n. 397.

Art. 3. — I mutui potranno avere una, durai-a non su­ periore ai 50 anni, con facoltà del debitore di estinguerli anticipatamente. Per tutti gli atti ad essi relativi , si applicherà il disposto dell’art. 56 della legge 26 giugno 1882, ni 869 (serie 3a).

Il saggio dell’interesse sui mutui agli enti agrari del Lazio non può eccedere il 5 e mezzo per cento. Lo- Sta­ to concorrerà nel pagamento dell'interesse in misura non superiore all’ l e 50 per cento.

_ Alla spesai relativa sarà provveduto con apposito stan­ ziamento nel bilancio del Ministero per ragriooltura.

Art, 4. — G li enti agrari cui sopra e i loro utenti godranno, per i miglioramenti fondiari e te trasforma­ zioni colturali eseguite nei terreni appartenenti al domi­ nio collettivo, nonché per gli atti di concessione dei ter-, reni stessi in utenza, di tutti i benefici e le esenzioni fiscali di che agli articoli 19, 21, -secondo comma, 22 e 24, comma ¡secondo, e 25 della legge (testo unico) 10 no­ vembre 1905, n. 647, per il bonificamento dell’Agro ro­

mano. t

Art. 5. — Con apposito regolamento, da emanarsi con decreto Reale, su proposta, del ministro per l’ agricoltn- ra, di concerto col ministro del tesoro, saranno stabili­ te 1© norme per l ’aiccertamento del contributo dello Sta­ to, per il ricupero delle anticipazioni e quant’ altro oc­ corre per l ’esecuzione del presente decreto.

Art. 6. — Il presente decreto sarà presentato al Par­ lamento per essere convertito in legge.

Coltivazione di terre abbandonate. — La « Gazzetta Ufficiale » pubblica il seguente Decreto N. 1614 in data 4 ottobre 1917 sulla proposta del ministro segretario di Stato per l’agricoltura, di concerto coi ministri dell’ in- terno, della grazia e giustizia e dei culti, del tesoro e dell© armi e munizioni ;

Abbiamo decretato e decretiamo:

Airi. 1. — I l Ministero per l’ agri coltura provvedere perchè siano redatti elenchi dei fondi, seminativi abban­ donati dai conduttori e non coltivati direttamente dai proprietàri, in tutte ajhelte . zone delle Provincie del Mezzogiorno e delle i^p.e dove l’ abbandóno dei. terreni seminativi abbia, assunto notevoli proporzioni.

Tali elenchi verranno pubblicati nell’albo comunale e sul Foglio degli annunzi legali della Provincia a tutti gli effetti del presente p ereto. •

Art. 2. — Il ministro per ,l ’agricoltura è autorizzato ad accordare per la coltivazione dei fondi di cui al pre­ cedente articolo, nei primi due anni, congrui compensi mediante supplementi di prezzo oltre la quello stabilito a norma del decreto Luogotenenziale 10 maggio 1917, n. 788, e provvedimenti successivi,, sul grano, altri cerea­ li, legumi © tuberi commestibili.

Art. 3. — I l Ministero per l ’agricoltura inviterà i pro­ prietari dei fonemi1 contenuti negli elenchi di cui all’ ar­ ticolo 1 a presentare, nel termine di giorni quindici,da domanda di coltivazione, a tenore dell’art. 2 del decreto Luogotenenziale 10 maggio 1917, n. 788.

L ’eventuale impegno a coltivare cade sotto la sanzione di cui all’art. 4 del citato decreto 10 maggio 1917, n. 788.

Ari. 4. — Qualora il proprietario, nel termine stabili­ to, non presenti la domanda di coltivare, od avendola presentata non inizi e prosegua i lavori nei termini pre­ scritti, il Ministero di agricoltura potrà procedere alla occupazione temporanea del fondo ¡per un periodo non maggiore di nove anni.

In tal caso lo Stato corrisponderà ai proprietari dei fondi ,una indennità annua posticipata, da calcolarsi giu­ sta il disposto dell’art. 1 del decreto Luogotenenziale 30 ottobre. 1915, n. 1670.

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