L’ ECONOMISTA
GAZZETTA SETTIMANALE
SCIENZA ECONOM ICA FIN AN ZA, COMMERCIO, BANCHI, FERRO VIE, INTERESSI PRIV ATI
, l n I n ) FIR EN ZE : 31 V ia della Pergola
A
qqoXL1Y - Yol. XLVIII
Firenze-Roma, 2i gennaio 1917 I
R O M A : 56 V ia G regoriana8. 2229
Per l’anno 1917 l’Economista continuerà ad usci re con otto pagine in più, com e per l’anno de corso. Il continuo accrescersi dei nostri lettori ci dà ajfidamento sicuro che, cessate le dijficoltà materiali in cui si trova oggi tutta la stampa ed in specie la periodica, per effetto della guerra, po tremo portare ampliamenti e miglioramenti al no stro periodico, ai quali già da lungo tempo stiamo attendendo.
I l p r e z z o d i a b b o n a m e n t o è d i s o a n im e a n t i c i p a t e ; pei- l ’I t a lia e C o lo n ie . P e r l’ E s t e r o (u n io n e p o s t a le ) * 5 . Pei* g li a lt r i p a e s i si a g g iu n g o n o le s p e s e p o s t a l i, l l n fa s c i c o l o s e p a r a t o i>. f . SOMMARIO: PARTE ECONOMICA. L a p o lit ic a d e l p a n e . O ra s ia m o a p o s t o a n c h e e c o n o m ic a m e n t e — Auson io Lo m e l l in o. _ .
Conversazioni tributarie: I n u o v i p r o v v e d im e n t i s u lla im
p o s t a su i fo n d i r u s t ic i — S. R.
D a n im a r c a e lib e r o s c a m b io — L. S.
L a r ic c h e z z a it a lia n a e il r e d d it o a n n u o d e ll im p e r o b r i t a n n ic o .
NOTE ECONOMICHE E FINANZIARIE.
R accolto dei cereali — A ccentram ento della ricch ezza — D e m ografia ed econ om ia d e ll’ Italia — S ituazione in A ustralia — Finanza e com m ercio alle C am ere di com m ercio — Surrogato cu ba n o della juta.
FINANZE COMUNALI
Il b ila n cio prev en tiv o pel 1917 a F irenze — M utui a p rov in - cie e com un i.
EFFETTI ECONOMICI DELLA GUERRA.
Prezzi di alim enti — M arina m ercantile — R isparm io ita liano.
IL PENSIERO DEGLI ALTRI.
A proposito del solfato di rame: TJna questione urgente, S- Lis
bone — L a giustizia e i tributi — Salviamo il nostro capitale
zootecnico. A . Can to n o. LEGISLAZIONE DI GUERRA.
E con om ica: Prezzi dei risi — N u o v o u fficio alle P oste - B i
glietti di B anca — T ributaria: M o n o p o lio dei fiam m iferi — C on tributo straordin ario per assistenza civ ile — N orm e per l’ im p o ste sulle [esenzioni m ilitari — N orm e per le tasse di b o llo . NOTIZIE - COMUNICATI - INFORMAZIONI.
D epositi delle C asse di risparm io ordin a rie — C ostruzioni navali nel 1916 — C onto cu ltu rale delle b arba b ietole — P roventi . daziari nel Com uni ca p ilu o g o : eserciz io 1915 — Im porta zion e di carbone — Im porta zioni di ca rb on e nel 1916 — C assa nazionale infortuni — R uoli di tassa su extra-profitti di guerra: T o rin o , M ilano V enezia — C om m ercio della D anim arca — C om m ercio della S om alia nel 1916 — P ro d u zio n e ed esporta zion e siderurgica della Svezia - C om m ercio del C ongo belga — Giacim enti m ondiali di ferro e ricch ezza m ineraria nel C hili — Finanze peruvian e — Finanze giapponesi — P enetrazione dei g ia ppon esi in Cina — Industria del G ia ppon e — E conom ia russa — E conom ia nell’ In- * d ocin a ,
S ituazione d e g li I s t it u t i d i C redito m o b ilia r e , S itu a zion e d e g li Is t it u t i di em ission e it a lia n i, S itu a zion e d e g li Is t it u t i Nazio n a li E steri, C ir co la zio n e di Stato n el R egno U uito, S ituazione del Tesoro ita lia n o , Tasso d e llo sconto ufficiale, D ebito P u b b lic o ita lia n o , R is c o s s io n i d o g a n a li,R is co s s io n e d ei t r ib u t i n e l l ’ eser c iz io 1914-15, C om m ercio c o i p r in c ip a li S ta ti n el 1915. E spor tazioni ed im p orta z ion i riu n ite , Im porta zion e (p er ca tegorie e per m e s i), Esportazione (p er ca te g o rie e per m e si). P rodotti d e lle F errovie d e llo S ta to, (Quotazioni di va lori d i S tato
it a lia n i, Stanze d i com pen sazion e, B orsa d i Nuova Y ork , B orsa di P a r ig i, B orsa di L on d ra, Tasso per i pagam enti dei dazi do g a n a li, Tasso d i ca m b io per le fe r r o v ie I t a lia n e , Prezzi d e l l ’ a rgen to.
Cambi a l l ’ È stero, Media u ffic ia le dei cam bi a g li e ffe t ti d e ll’ a rt. 39 del Cod. com m ., Corso m edio dei cam bi accerta to in R om a, R i v is ta dei cam bi di Londra, R iv ista dei cam bi d i P a r ig i. In d ic i e co n o m ici ita lia n i.
V a lo ri in d u s tr ia li. C redito dei p r in c ip a li S ta ti.
[
Num eri in d ic i annuali d i va rie n a zioni.R iv ista b ib lio g r a fic a .__________ ___ __________________________I manoscritti, le pubblicazioni per recensioni, le comunicazioni di redazione devono esser dirette
all’avv. M. J..de Johannis, 56, Via Gregoriana,
Roma.
P A R T E E C O N O M IC A
La politica del pane
In una passata rassegna abbiamo preso in esame le varie obbiezioni che si muovono alla politica tri butaria adottata dal Governo ed abbiamo accennato come le impellenti necessità possono aver dettate provvidenze non del tutto rispondenti a sani precet ti economici, neppure in relazione alla ecceziona lità del momento (1).
Tocchiamo oggi brevemente la politica dei consu mi. I fatti, più di ogni altro commento di scienziato o di scrittore sono stati, a riguardo dei consumi, i più acri e penetranti critici : Ciò che è avvenuto, di sperpero di generi alimentari, durante il prirño an no di guerra, eh disturbo per i consumi locali per ef fetto dei calmieri municipali, di contrazione delle produzioni per effetto dei prezzi esigui di re quisizione, è troppo noto a tutti perche qui debba essere ripetuto. Ma anche qui non possiamo non rievocare, a parziale giustificazione degli errori com messi, la inesperienza di coloro che furono preposti a regolare gli approvvigionamenti ed i consumi e le imprevedibili continuate modificazioni di condizioni di trasporti, di mercati, ecc. che si sono avverate nel decorrere della guerra, talvolta inaspettata mente, talvolta in senso opposto* alle previsioni.
E pertanto fra i tanti mali che sono stati depre cati, cerchiamo ciò che di buono 1 amministrazione statale può aver fatto nella stessa materia. Notiamo cioè che in mezzo a tutte le difficoltà e le avversità il prezzo del pane in'Italia è stato mantenuto presso ché costante, anche se ne sono state sotto qualche aspetto modificate le modalità di consumo. Sappia mo perfettamente che lo Stato acquista il grano a prezzi ben superiori a quelli ai quali lo vende alle provincie ed ai comuni per colmare la costante de ficiènza della nostra produzione, e quindi sappiamo che quella differenza di prezzo viene dallo stesso consumatore saldata sotto forma di tributi, ma non per questo troviamo che non sia stata ottima politica quella di avere mantenuto sia pure artificiosamente il prezzo del pane ad un livello accessibile alla gran de massa del popolo, il quale già risente e notevol mente altri aggravi nei consumi, talché male senza dubbio potrebbe sopportar^ quello di un rincaro nella alimentazione principale.
Noi stessi amanti della più ampia liberta e del libero giuoco delle leggi economiche, riconosciamo che opera di buona politica interna è stata la poli tica del pane adottata in Italia e non esitiamo ad affermare che egualmente buono è stato ed e lo stesso procedimento applicato alle forniture del carbone per le industrie che producono materiale necessario per il nostro esercito.
In sostanza se poniamo mente agli inconvenien ti ed ed pericoli che potrebbero essere derivati da altri procedimenti che non avessero permesso la sicurezza della fornitura e la stabilita del prezzo, dobbiamo affermare che in tali casi speciali -l’in tervento statale si è mostrato provvido.
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Ora siamo a posto anche economicamente
La Germania, e con essa il suo Kaiser, mai ha voluto farsi persuasa che la sua forza militare di offensiva sarebbe andata mano mano diminuendo nella ragione composta del numero e della vastità dei territori altrui da essa invasi ed occupati. La illusione di credersi vincitrice della guerra dopo l'occupazione della Romenia portò la Germania a quella offerta provocatrice di pace che fece la fortuna dell’ Intesa. La quale ’ebbe così occasione di poter dirigere, nell’interesse della civiltà, alla Germania ed al Presidente Wilson, due Note di plomatiche, l’una integratrice dell’ altra, le quali non soltanto sono e formano il vero documento e monumento storico fondamentale della guerra che da 30 mesi si combatte, ma si possono altresì ritenere a buon diritto quali cardini su cui si im pernia e regge la formula bellica, politica ed eco nomica del Briand : « unità di azione su di un fron
te unico » — la quale, in virtù della sapienza di
quelle due Note, ha preso posto di assestamento definitivo e consensuale fra le Cancellerie e gli stati maggiori dell’ Intesa.
*
L ’ Intesa col porre chiaramente alla Germania i termini precisi delle condizioni perchè a pace si addivenga — condizioni che si riassumono nella frase lapidaria « sgombrate e cedete quel che non
è vostro » — si è messa a posto politicamente, eco
nomicamente ed anche militarmente perocché ha con esse tracciata nettamente la linea di separa zione, di demarcazione terminale fra la guerra di
ieri e la guerra di domani.
La guerra di ieri fu di offensiva per la Germania e di difensiva per l’ Intesa; la guerra di domani sa rà capovolta sarà, cioè, di offensiva per l’ Intesa e di difensiva per la Germania.
I Vasti territori altrui da questa occupati con più di 20 milioni di abitanti —• territori, che mai l’ In tesa permetterà che vengano annessi al nemico — pone necessariamente la Germania in condizioni militari non buone, sia per la dispersione dei suoi eserciti su di una linea sterminata di nuovi confini da guardare, sia per le difficoltà varie di tenere po polazioni ostili soggette a servaggio durante lo stato di guerra.
E’ per tali motivi militari e politici, congiunti a quelli civili originati dal progrediente esaurimento economico, che la difensiva di guerra ■ dovrà da oggi per la Germania predominare sulla guerra di
offensiva.
Potrà la Germania tentare ancora qualche col po di ariete offensivo qua e là su qualche settore di fronte, non esclusa l’Olanda.
Potrà, quale atto ultimo di irritazione e di di sperazione, tentare magari di forzare l’Adriatico ed il Baltico colle intere flotte di Pola e di Heligo- land.
Potrà tutto ciò tentare e fare : ma saranno i ten tativi suoi gli ultimi sforzi inani di colui che si tro va chiuso dentro un cui di sacco, donde non può uscirne e non sa com e uscirne, se non accettando la pace della risposta a Wilson.
*
Tutto fa ritenere che la offensiva della Intesa si svolgerà in due tempi differenti : il tempo della guerra statica di blocco dapprima, ed il tempo del la guerra dinamica dopo che il blocco avrà pro dotti interi i suoi effetti di soffocazione economica nei due Imperi centrali.
Che se nell’intervallo fra i due tempi l’ Intesa riescirà ad isolare Costantinopoli, ovvero il Kaiser verrà a respiscenza, si arriverà in allora alle trat tative di pace prima che il tempo della guerra di namica di offensiva abbia avuto campo di
compie-! re gli ultimi atti indispensabili delle bèlliche e ci vili sofferenze.
Quod est in votis di tutti, e neutri e belligeranti :
tantoché l’Intesa in sua Nota di risposta a Wilson con sincero entusiasmo dichiarava la sua adesio ne ad una Lega economico-doganale e politica fra le Nazioni per assicurare la pace e la giustizia nel mondo.
*
I due storici documenti testé diretti dall Intesa alla Germania ed a Wilson hanno dimostrato a fondo ed all’ evidenza che la responsabilità della presente guerra ricade tutta sulla Germania e sulla sua complice necessaria « l’Austria-Ungheria »'.
La cui Nota di ultimatum alla Serbia nel luglio 1914, combinata in accordo colla Germania, fu la squilla di congiura che segnò la mobilitazione della premeditata e lungamente preparata guerra della Germania all’Europa intera, onde averne la ege monia politica e militare assieme a quella econo mica.
*
Un aneddoto episodico del Kaiser, da molti igno rato e da molti non ricordato, varrà a meglio di mostrare come la sfida all’Europa lanciata dai due Imperi centrali nell’ agosto 1914 non poteva più ol tre essere differita — essendoché la diplomazia e gli eserciti della Germania già avevano poco pri ma di quell’ epoca adempiuto ed esaurito in segre to ed all’ aperto ogni loro atto di definitiva prepa razione politica e militare per il grande conflitto di egemonia sull’Europa.
*
Eravamo nell’ aprile del 1914 quando il Kaiser annunciava la sua solita crociera in Italia sulla co sta siciliana fra Messina e Catania, con sede a Taormina ed Acireale quali stazioni climatiche dal Kaiser preferite!?
Superato lo stretto di Gibilterra a bordo della nave ammiraglia il Ghoeben, scortata dal Breslau, Guglielmo II passava in rivista a Napoli la flotta italiana, e filava poi nelle acque di Taormina at traversando lo stretto di Messina. Dopo qualche settimana di sosta a Taormina e dintorni, Gugliel mo si avviava col Ghoeben e col Breslau a Corfù in sua villa di Achillejon.
Nel frattempo, giungeva ad Achillejon il Ministro
degli esteri di Germania, e vi sostava per parec
chi giorni assieme al suo Imperatore. '
Oggi, scoppiata la guerra, è lecito indurre gli scopi di quell ultima crociera primaverile del Kai ser in Italia ed in Grecia.
Indubitatamente, gli scopi furono tre :
a) insegnare praticamente ai comandanti del Ghoeben e del Breslau la via più adatta per giun
gere ai Dardanelli;
b) combinare in sua villa di Achillejon il det
taglio di base e rifornimenti navali pei sommergi bili- operanti nell’Egeo;
c) stringere in Achillejon coi delegati della Turchia, della Bulgaria e della Grecia i patti del l’ alleanza cogli Imperi centrali nella imminente guerra contro l’ Intesa.
*
Esauriti quei tre pompiti, il Kaiser, lasciava le acque di Corfù e di Taormina e — anziché filare diritto per Gibilterra — deviava su Genova dove giunse nel maggio 1914.
A bordo del Ghoeben il "Kaiser riceveva gli o- maggi del Sindaco, del Prefetto e del Comandan te il Corpo d’ armata di Genova che in allora era il generale Masi, ora defunto.
Ricordo che fra le altre notizie domandò al ge nerale Masi su quanti soldati erano costituite le compagnie di fanteria del suo Corpo d’ armata.
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stre compagnie in allora npn arrivavano a 50 uo mini, il generale Masi rispose : « 80 uomini, Mae stà „ __ sono pochini davvero, disse Guglielmo io, quantunque si sia in tempo di pace, le ho co stituite di 150 uomini.
Terminata la visita di ossequio a Lordo, poche ore dopo il Ghoehen ed il Bresìau salpavano per Gibilterra e sbarcavano il Kaiser in sua Germania.
Ciò avveniva nell’ aprile-maggio 1914: ....nel lu glio successivo 1 Austria mandava il noto ultima
tum alla Serbia, ed i 4 agosto gli eserciti del Kai
ser invadevano il Belgio. . . .
E’ questo un episodio di ante bellum assai signi ficativo, in quanto dimostra all’ evidenza come gli ultimi ritocchi preparatori della grande guerra ven nero dati dal Kaiser in persona in sua crociera m Italia ed in Grecia quattro mesi prima che scop piasse, e stando a bordo di quei due grandi incro ciatori che pochi giorni dopo dichiarata la guerra salpavano di ritorno nelle acque neutre dell Italia per giungere, a dispetto della squadra inglese di guardia a Malta, ai Dardanelli ed a Costantino poli . — ponendo così la Turchia in condizioni di poter dichiarare la guerra alla Russia, la cui flotta, mediante il Ghoehen ed il />vesìuli, bloccava nel Mar n e r o ...
Comunque, «o ra siamo a posto», tanto piu che da molti fatti sintomatici si può arguire che le laceranti falle, le quali dopo la morte di France- sco Giuseppe si apriranno) indubbiamente nella chiglia politica della grande nave austro-ungarica, dovranno prestissimo — ed in ogni caso prima che l’iniziato anno solare finisca — coercire il maniaco Kaiser di Berlino ad accettare la pace alle condizioni di nazionalità, diritto e giustizia tracciate niella sapiente Nota dell Intesa al Presi- nente Wilson.
A u s o n i o Lo m e l l i n o.
C o n v e r s a z io n i tributarie
--- —
I nuovi provvedimenti sulla imposta sui tondi rustici
Veramente questa non sarebbe una « conver sazione », ma bensì una esposizione illustrativa ed esemplificativa del nuovo ordinamento deU’impo- sta fondiaria, che va in vigore da quest anno; e- sposizione, che si rende necessaria, perchè la pra tica applicazione del nuovo tributo prediale ci tra scina in un giro di cifre e di calcoli nel quale è dif ficile. alla prima, raccapezzarci.Dal 1° gennaio 1917 dùnque la imposta sui fondi rustici, in virtù del decreto luogotenenziale 9 no vembre 1916, n. 1525, allegato F, viene regolata co me appresso :
Provincie a nuovo catasto :
8.80 per cento per le quote d’imposta le quali, calcolate in base all’ aliquota dell’8 per cento, non superino nel distretto dell’ Agenzia delle imposte lire 10;
10 per cento per le quote d’ imposta le quali, calcolate in base all aliquota stessa del 10 per cento, siano comprese nel distretto di Agenzia fra le lire 10.01 e le lire 50;
12 per cento per le quote d’imposta le quali, calcolate in base all’ aliquota del 10 per cento sia no comprese nel distretto di Agenzia fra le lire 50.01 e le lire 300;
13 per cento per le quote d’imposta le quali, calcolate in base all’ aliquota del 10 per cento, sia no comprese nel distretto di Agenzia fra le lire 300.01 e le lire 500;
14 per cento per tutte le altre.
In queste aliquote deve intendersi compresa la addizionale alla imposta erariale del 15 per cento, stabilita con la legge 16 dicembre 1914, n. 1354, e col decreto legislativo 15 ottobre 1914, n. 1128. e
compreso anche il decimo di guerra, di cui 1 abo lizione fu sospesa con la legge 10 luglio 1887, nu mero 4665.
Ciò posto, siccome l’ antica aliquota d imposta applicata al nuovo catasto era di L. 8.80 (legge 21 gennaio 1897, n. 23), compresa in essa il deci mo di guerra testé ricordato, tutte le rendite ca tastali, di cui la imposta, calcolata all’8 per cento, non superi le lire 10, continueranno ad essere col pite sempre dallo stesso antico tributo e non sof fra,iranno quindi aggravio di sorta. Tale rendite so no propriamente quelle comprese nel limite mas simo di lire 125 imponibili.
A ll’ antica aliquota dell'8.80 per cento fu aggiun to il 15 per cento del tributo erariale (calcolato sol tanto sull’8 per cento, escluso quindi il decimo) e ciò, come dianzi ho accennato, con la legge 16 di- cernbre 1914, n. 1354, e col decreto legislativo 15 ottobre 1914, n. 1128. In tal modo l’ aliquota-di venne del 10 per cento, la quale non fu applicata a tutti i redditi, ma soltanto a quelli di cui la im posta, calcolata coll’ aliquota erariale dell’8 per cento, fosse stata superiore alle lire 10. I quali ul timi quindi, semprechè la imposta calcolata al 10 per cento non sorpassi le lire 50, continueranno a essere tassati come lo furono fino a ieri; epperò non subiranno il nuovo aggravio. Questi redditi sono quelli compresi tra lire 125.01 e lire 500.
Pei redditi superiori alle lire 500 il, nuovo aggra vio, in aggiunta a quello preesistente del 10 per cento, sarà così applicato :
2 % sui redditi da L. 500.01 a L. 3000; 3 % sui redditi da L. 3000.01 a L. 5000; 4 % sui redditi superiori alle lire 5000.
Nel computo vanno naturalmente aggiunti gli aggi di riscossione. Inoltre occorre rilevare che i redditi appartenenti a una medesima ditta, in scritti in più comuni dello stesso distretto di una Agenzia delle imposte, vanno cumulati per deter minare a quale percentuale di tassa debbono es sere assoggettati. Così, come avvertono-le istru zioni ministeriali (Bollettino Ufficale Imposte Di rette, pag. 465, a. 1916), supposto che nel distretto di un’Agenzia di provincia, ove vige il catasto nuo vo, un contribuente sia iscritto nei comuni :
A) per la rendita di . . . . L. 100 B) per la rendita di . . . » 2800 C) per la rendita di . . . » 500 Totale L. 3400 a tutti detti redditi dovrà applicarci l’ aliquota del
13 per cento (che comprende la tassa vecchia e il nuovo aggravio) stabilita per i redditi compresi tra lire 3000.Ò 1 e lire 5000.
Provincie a vecchio catasto :
Nelle provincia dove vigono ancora i vecchi catasti la imposta fondiaria, come ognun sa, si ri scuote per contingente e non per quotità. Epperò il ragguaglio delle aliquote progressive di tassa zione applicate al nuovo catasto, si opera nei vec chi catasti mercè un aumento proporzionale dei contingenti. Peraltro, secondo la dizione del se condo capoverso dell’ art. 2 del decreto luogote nenziale che ne occupa, « il reparto del nuovo con tingente sarà eseguito in modo che i contribuenti per le quote d’imposta fino a lire 10 e da lire 10.01 a lire 50, non vengano gravati di un carico supe riore a quello dovuto anteriormente all’ applica zione del presente decreto— »1
Le istruzioni ministeriali sull’ applicabilità del nuovo tributo fondiario ai vecchi catasti si espri mono come appresso :
52 L ’EC O N O M IS T A
21 gennaio 1917 - N . 2229
« Conseguentemente, si terrà presente che alla aliquota dell 8 per cento delle provincie a nuovo cataste^ corrisponde nelle provincie a vecchio ca tasto l’aliquota erariale principale calcolata in ba se al contingente, ultra contingente e quota di reimposizione, ed all’ aliquota del IO per cento delle provincie a nuovo catasto corrisponde nelle provincie a vecchio catasto, 1 aliquota erariale com prensiva del decimo, e 15 centesimi addizionali. Perciò le quote singole, che nel distretto d’Agen- zia non sono colpite, giusta i ruoli 1917, da impo sta superiore a lire 50, non sono soggette ad alcun aumento a meno che debbansi cumulare altri red diti di terreni posseduti dalla medesima ditta nel distretto d Agenzia.
« Per le quote gravate nel distretto d’Agenzia da imposta superiore a L. 50, in base all’ aliquota erariale (comprensiva della reimposizione, "deci mo e 15 centesimi addizionali) applicata nei ruoli del 1917, dovranno computarsi gli anzidetti au menti ».
Applicherò le suddette delucidazioni ministeria li al caso del contingente fondiario della Provin cia di Firenze, di cui ho sottomano i dati, non senza osservare che il calcolo vale, salvo lievi varianti, anche per gli altri contingenti provinciali e che infine a tutte le aliquote risultanti bisogna aggiungere gli aggi di riscossione dovuti agli esat tori comunali e ai •ricevitori provinciali.
Comincierò intanto col dire che l’ aliquota gene rale, che deve applicarsi a tutti indistintamente i redditi, ’siano massimi che minimi, pel 1917 nella Provincia di Firenze, è la seguente :
Aliquota erariale in prin
cipale (pura) . . . L. 15.940.310,42 Reimposizione . . . » 0.026.890,08 Decimo di guerra (legge
10 luglio 1887, n. 4665) » 1.594.031,04 Contributo dei due cen
tesimi di guerra (R. Decreto 21 novembre 1915, n. 1643, alle gato A , e R. Decreto 31 maggio 1916, n. 695, alleg. A) . . » 3.188.062,08 Totale . . L. 20.749.293,62 Inoltre, all aliquota dell’8 % delle provincie a nuovo catasto corrisponde pel catasto fiorentino la seguente :
Aliquota erariale in prin
cipale (pura) . . . L. 15.940.310,42 Reimposizione . . . » 0.026.890,08
Totale . . L. L .967.200,50 Cosicché quei redditi, di cui la imposta, calco lata con questa aliquota, non sorpassi le lire 10, sono unicamente assoggettati all’ aliquota genera le di L. 20.749.293,62. Tali redditi sono quelli compresi nel limite massimo di L. 62,63.
All aliquota del 10 % delle provincie a nuovo catasto corrisponde pel catasto fiorentino la se guente :
Aliquota erariale in prin
cipale (pura) . . . L. 15.940.310,42 Reimposizione . . . » 0.026.890,08 Decimo di guerra . . » 1.594.031,04 Addizionale 15 % (cal
colata sulla erariale /
pura e la
reimposi-ziorie) ...» 2.395.080,07
20.749.293,62, ma anche all’ addizionale del 15 % calcolata con l’ aliquota di L. 2.395.080,70.
Se invece la imposta, calcolata sempre con l’a- hquota di L. 19.956.31 1,61, superi le L. 50 e non le L. 300, allora il reddito relativo verrà assogget tato a un ulteriore aggravio del 2 % sull’ aliquota
detta e cioè calcolato questo ulteriore aggra vio con 1 aliquota da L. 3.991.262,32. I redditi sog-' getti a tale nuovo aggravio sono quelli compresi tra le L. 250,55 e le L. 1.503,28.
Se invece la imposta sorpassi le L. 300 e non le L. 500, allora il reddito relativo verrà assoggetta to all aumento del tributo non del 2 % ma del 3% sull’ aliquota di L. 19.956.31 1,61 e cioè cal colato quest aumento con 1 aliquota di Lire 5.986.893,48. 1 redditi che ne saranno soggetti sono quelli compresi tra le L. 1.503,29 e le L. 2.505,47.
Se infine la imposta sorpassi le L. 500, allora ii reddito relativo verrà assogettato ail’ àumento del tributo nella misura del 4 %, sull’ aliquota di Lire 19.956.311,61 e cioè calcolando quest’aumento con 1 aliquota di L. 7.982.524,64. I redditi che ne sa- ranno soggetti sono quelli che vanno da un mi mmo imponibile di L. 2.505,48 in sopra.
Per maggiore chiarezza riassumo qui appresso le diverse tassazioni delle rendite fondiarie :
' / da L. Non subiscono L il nuovo a g g r a v i o ) da » R eddito 0,01 a L. 62,63 -A liq u ota d ’ im posta 20.749.293,62 ■avio I 62,64 a » 250,54 Subiscono il nuovo a g g r a v i o Totale . . L. 19.956.311,61 Cosicché quei redditi, di cui la imposta calco lata con questa aliquota, non sorpassi le lire 50, e cioè i redditi compresi tra le 62,64 e le Lire 250,54 sono soggetti, come per lo passato, non solo all’ aliquota ordinaria, che pel 1917 è di Lire
l 20.749.293,62 4- \ 2.395.080,0? = ( 23.144.373,69 { 20.749.293,62 4-2.395.080.07 4- 3.991.262,32 = 27.Ì35.636,01 20/49.293,62 + 2.395.080.07 + 5.896.893,48 = 29.131.267,17 20.749.293,62 + 2.395.080.07 + 7.982 524,64 = 3i.126.898,33 Avverto infine, e ciò vale tanto pel nuovo quan to pei vecchi catasti, che a questi aumenti d’im posta non sono assoggettati quei Corpi morali che sono colpiti dalla tassa di manomorta (ultimo ca poverso, art. I) e che la commisurazione della so vrimposta, di cui all art. 309 della legge comunale e provinciale (testo unico) 4 febbraio 1915, n. 148, sarà eseguita in base all imposta erariale inscritta nei ruoli dell’ anno 1916 (art. 3).
S. R. da L. 250,55 a L. 1503,28
da » 1503,29 a » 2505,47
da » 2505,48 in sopra
D anim arca e libero scambio
all’indù-21 gennaio 1917 - N. 2229 L ’ E C O N O M IS T A ' 53
stria di espandersi. L-a eccezionale prosperità degli anni che seguirono fu interrotta dal conflitto con l’Inghilterra nel 1807. Dopo il bombardamento di Copenhashen quasi i’ihtera flotta (circa 1,000 basti menti) cadde in mano agli Inglesi e quindi ogni traffico marittimo fu sospeso. In causa del Blocco Continentale i prezzi salirono in modo che nel 1813., il Governo dichiarò fallimento. Anche dopo conclusa la pace il paese durò fatiga a rimettersi dalla pro strazione economica in cui era caduto. Ma grado a grado le condizioni migliorarono. La interruzione del traffico di Amburgo nel 1848-50 offerse a Copen- bashen Topportunità di riprendere l’antico posto. In tanto lo sviluppo dell’agricoltura fu stimolato dal-1 l’abolizione del dazio in Inghilterra e dalle, comu nicazioni dirette stabilite con essa. Nel 1860 furono pure abolite le tasse di esportazione e tre anni dopo le tasse di transito.
Grazie all'estensione acquistata dal suo commer ciò, là Danimarca si riebbe presto anche dalla pèr dita ideilo ' Schleswig Holstein. I vasti mercati gra nari dell’America apertisi. all’Europa tra il 1870 e T80 Causarono un generale ribasso nei prezzi del frumento, rinvigorendo naturalmente le tendenze Protezioniste,, Ma la Danimarca non condivise l ’a gitazione: si accinse invece con encomiabile coraggio a modificare: lia coltivazione delle proprie terre, da quelle dei grani a quelle dei foraggi, ■all’allevamen to degli animali, aU’orticolitura, la mutò da. esten siva ad1 intensiva. Nel 1907 il 75 % delle superfìcie della Danimarca era coltivata. Oggi dal 23 % la par te riconosciuta non coltivabile è ridotta al solo 4 %. Le leggi dei 1908 rinnovarono Tintero sistema do ganale: tolsero o abbassarono ogni tariffa, su i.m a teriali grezzi; per es.: il carbone, ih ’ferro, - il petrolio, ecc., sono esenti da dazio. La tariffa sugli effetti vari è ora di 7.5 « ad valorem ».
Nel 1912 le importazioni si valutarono a 794 mi lioni di kronen, le esportazioni a 593 milioni. La media annua 1906-10 fu la seguente: importazioni 571 milioni, esportazioni 437 milioni. Nel 1908 il 34 % delle importazioni venivano dalia Germania, il 16% daUTnghilterrra, il 14% dagli Stati Uniti. Del le esportazioni ¡1 55 % andava in Inghilterra, il 21 % in Germania, il 7 % alla -Svezia, il. 6 % alla Russia, il 5 % ragli Stati Uniti. La flótta, mercantile Danese consta, di 2,100« velieri, (tonnellaggio' lord. 95000) e di 640 piroscafi (tonnellàggio lordo 412.000).
L S.
La ricchezza italiana e il reddito annuo dell’Impero britannico
. Paragonando le spese dii guerra deilTItalia e die-1- TImpèro Britannico -Tomo-r. Luizzattl nel » Corriere della Sera» afferma che un miliardo' e 100 milioni al meisie spese dall']dalia, per la guerra nazion-a-le è un carico molto lpdiù (grave diei cinque o sei milioni di sterline al giorno .sopportati dalFInghilteirra : eguale Teroismo; ma diiversoi è io sforzo.
A proposito dei recenti studi sul reddito annuo in glese giova ricordare ohe nel Memorandum della
Tariff Commi.ssion dei 1915 eoi Titolo The W ar and British Economie Politic (King and Son, Londra),
l'ultima stimia .riportata del reddito inglese è quella dèlio Statisi, nel 1912, in 2250 milioni di .sterline, e- quivafenti. a quasi 57 .miliardi di lire. Ora, .secondo le ricerohei del Giffen, nel 1903, il rapporto della ric chézza del Regno Unito a quella de UT raperò britan nico sarebbe come di 100 a poco più di 148. E am messo ohe Al reddito del Regno Unito sia di circa 57 miliardi dii lire nostre e la proporzione fra esso e quello deilTImpero britannico s»i tenga aU’i.ncirca da 100 a 148, il reddito totale dell Impero. britannico salirebbe a 84 miliardi. Quindi è tutt’altro che er rata Tasserzione che il reddito delTTmpero britanni co sia. presso a poco uguale alla ricchezza del IT tali a, stimata .secondo gli studi ded Gini.
Il Crammond nel Journal of Statisti'cal Society del maggio 1915 dà al Regno Unito un reddito na zionale dii due miliardi 140 milioni di sterline e al resto deiM’Impéro britannico un miliardo e 346 mi lioni; nelFinsterne, il reddito annuo dii tutto l’Impero salirebbe a tre ihilliardi 486 milioni. Si ritorna quin di alle cafre accennate sempre restando a larghe ap prossimazioni.
Giorgio Paisih il 21 marzo dello scorso anno è tor nato a ragionare sullo stesso argomento alla Società
statìstica di Londra; si riferisce il calcolo ufficiale dei Flux pubblicato nel censimento fiellia produzio ne, il quale assegna a.1 Regno Unito un reddito oscil lante fra un miliardo e 918 milioni e due miliardi e 158 milioni di steri-ine'. Ma quel censimento si fece nel 1907, e nel 1914 il Paish dimostra che il reddito era salito a due miliardi e 400 milioni, di sterline. Quindi oltriepasBenebbe la somma di due miliardi e
140 milioni affermata dal GrammondL
Qù-e-sto sarebbfe ili reddito goduto da 46 milioni di cittadini ingitesi, che si riducono a 30 milióni d-edu- oendo i fanomlid. Il Paish però non si acqueta a que sti numeri,, e asserisce che, dopo la guerra, il red- Idito del Regno Unito è salito in due anni a tre mi liardi di Dire steriline. Intorno a questo punto si è sprigionata ' una pacata controversia alla Società statistica di Londra; alcuni la accolsero, altri la di minuirono; ma non si scende mai sotto il numero di due miliardi e. 400 milioni di lire sterline. L’Ha- miilton, il .presidente della Società statistica, am mette ohe dal 1907, Tanno del censimento della ric chezza. inglese, tosino al 1914, il reddito sia cresciuto t o ' media di 35 milioni di sterline all’anno; ma du bita che nei due anni di guerra sia potuto crescere di 300 milioni^ affannò; il che sarebbe necessario per -giungere .a'3000 milioni di sterline.
E’ da .consentire con Hamilton anche perchè non è la produzione cresciuta così notevolmente, ma i prezzi delie cose sono aumentati per la ricerca in tensa di tutti i combattenti e dei 'neutri, anche pel ribasso della moneta. Questo deprezzamento della moneta avviene -perfino nell’Inghilterra, in più lieve misura, ^perchè- è idi solo paese il quale non ha il co r so forzoso fra gli Stati in guerra, quantunque abbia ancih’eisiso il cambio sfavorevole; verso gli Stati Uniti, il dùie per cento .in media, verso l’Olanda Al 4 per cento, verso, la Spagna, l ’8 per cento e altrettanto colla Scandinavia, Certo i benefìci, dei noli (429 mi lioni di sterilirne in luogo di 1001), dei carboni e d,i al tri prodotti p-eT effetto defila guerra sono ingenti, nia è ùngente anche la corrispondente distruzione di ricchezza. Si compenseranno, o giù di li, insano a che sìa intatto, cóme tutti confidiamo, il suolo in glese-, il qoiale rimase sempre e rimarrà inviolabile-. E’ diiffle'illie provare che alméno -per gli inglesi la guerra, sia un buon affare; ma non è cattivo come per gli altri Stati; il che giova per tutta la Quad-ru- p'M-cie intesa.
E poiché, -conclude TA,, anche la ricchezza deUTta- Aia si svolse megli .anni posteriori ai calcoli nitidi del Girri, se è cresciuta quella deì-TIm-p-ero britannico crébbe anche -Ila nostra sino al 1914. Ma la distanza fra ila .ricchezza italiana e il reddito britannico ri mane illesa: lun a approssimativamente uquaqlia
l'altro.
N O T E E C O N O M IC H E E F IN A N Z IA R IE
Raccolto dei cereali
ge-54 L’ECONOMISTA 21 gennaio 1917 - N. 2229 nea die sull-esito dei raccolti due emisferi; di quei | stocks dei cereali in Russia e alcuni' pregisi massimi raccolti, diciamo, che dovranno garantire Palimeli- stabiliti dal noverilo russo. Vii si t.rnverarmn a neh a
fazione mondiale, fino al pròssimo raccolto.
Per ciò che riguarda il frumento, l’Argentina pre vede, ’ufficialmente, un raccolto di 21.036 migliaia di quintali, contro 46.988 migliaia di quintali dello scor so anno e. 40.526 in. media, durante il periodo quin quennale 1900-10 e 1913-14.
Il raccolto di -quest’anno rappresenta dunque sol tanto il 44.8 %, ed il 52,% di queste due ultime pro duzioni, che sono quelle logicamente paragonabili.
L Australia, d'altra parte, calcola su di un raccol to dii 40.480 migliaia di quintali, contro 38,919 nel 1015-916 e 24.630 in media: e cioè, rispettivamente il 104 ed il 164 % di queste due produzioni.
Sommando le cifre delle due previsioni, -abbiamo, per -i due principali paesi esportatori dèlT-emis-f-erò meridionale, una produzione totale di 61.543 migliaia di quintali, che rappresenta .rispettivamente il 71.6 % ed il 94.5 % dei raccolti del 1915 elide! raccolto medio.-D’altra parte la Danimarca, la Spagna, la Fran cia, la Gran Bretagna e Irlanda, l’Italia, la Norve gia, i. Paesi Bassi, la Rumenta, ila, Russia Europea (tò governi), la Svizzera, il .Canada, gli Stati Uniti, ITn-dla, il. Giappone, TEgittò, e la Tunisia hanno raccolto complessivamente nel 1916, 674.407 migliaia di quintali contro 899.372 nel 1915 e 741.819 in media durante il periodo quinquennale 1909-13.
Per 1’¡insieme della produzione mondiale, attual mente conosciuta (16 pensi delTemi-sferio settentrio nale e 2 del meridionale) otteniamo dunque 735.950 migliaia dii quintali, cioè il 74.7 ecl il 91.2 %- della produzione del) 1915 ei de[lla produzione inedia.
Peir ciò che riguarda- la segale dìi cui .l’emisfero settentrionale; è, piraticamente; il -solo produttore; il totale diella produzione in Danimarca, Spagna, Ir landa, Italia, Norvegia,, Paesi Bassi, Russia Euro pea, Svizzera, Canada e Stati Uniti, comprende, nel 1916, 251.202 migliaia di quintali.; e cioè il 95.2 % del
stabiliti dal governo ’ russo. ' Vi si troveranno anche utilissime informazioni sui noli marittimi dei cereali e del cotone, per i percorsi più importanti».
Accentramento della ricchezza
E" nozione comune che la ricchezza privata au menti non solo in via assoluta', m a anche in v ia re lativa e che la maggior parte della ricchezza mon diale creata dallo sviluppo dei mezzi di produzione, tenda a concentrarsi in poche mani.
Le. statistiche riguardanti Vincerne lux negli Sta ti Uniti sembrano d'ar ragione a tale supposizione. Gli Stati Uniti hanno goduto, d i una. grande pr.oapet- rità ne;gli ultimi ddeiotto mesi, prosperità ohe si ri flette anche n-eìle- cifre riguardanti l'Incoine tax. Così per Tanno chiuso, al 30 giugno 1916, VIncomp
tax esatta dai privati fu di dollari. 68.000.000, mentre
neli’anmo' precedènte fu di dollari 41.000.000 con un aumento dèi 65 % in 12 mesi, malgrado che-iil nu mero delle -persane paganti, questa tassa ¡fosse,prati camente lo stesso, cioè si maintene-ssè Sui 377.000 cir ca, Da ciò si può quindi dedurre come veramente sia cresciuto dell 65 % Tarn montare del reddito tas sato, Si nota poi che la - progressione' di aumento è m a ggiore. ned redditi massimi ohe,, non in quelli piccoli. Difetti l’’aumènto dèlia tassa per le aliquote basse fu solo d|el 50 %, ¡mentre, esso superò tale per centuale per 1© aliquote massime arrivando al-1’80 %;
La Natìon di New York nota: la tassa esatta dai redditi dai 20 .ai 50 mila dollari aumentò del 50%, dai 50 ai 70 mila dòllari fu del 70 %, de-11’80 % per queilii dagli 80 ai 100 mila dollari e Patimento arrivò al 100 % per quelli superiori a tale reddito.
In altre parole, i massimi redditi del paese, come sono rispecchiati dalle cifre di questa tassa sono nel 1915 raddoppiati rispetto al 1914. Un fatto dia notarsi è che il numero delle persone quotate per un T l C i r l z l i ì f r » r l \ l i n -rv-»i 1, i A n o r i 7 r i LI X •__ o
pi di quella media.
Relativamente all’avena, TArgentina calcola per quest’anno su 4878 miigliaia dii quintali, contro 10.927 nel 1915-16 e 8480 in media dal 1909-10 al 1913-14. raggiunto 458.392 migliaia di quintali
di quella ilei 1915 ed il 103.2 % di quella media. Se a queste cifre aggiungiamo. quelle dell’Argenti na, abbiamo- un totale mondiale calcolato • attual- ' mente a 463.270 migliaia di quintali; il quale totale rappresi ilio, sólo i/85.7 % ed il 102.3 % elei raccolto degli, stessi paesi nel 1915 e die! raccolto mediò .del periodo 1909-13.
Per questo cereale, dunque, la situazione non è in nulla migliorata, rispetto a quella dei frumento.
Il raccolto del mais, avviene troppo tardi perchè gli Stati deWAmerica del Sud e dield’Australasia ab biano potuto fare già delle previsioni su dì esso.
Per ciò che ‘ riguarda remi-siero settentrionale, la produzione totale del 1916 per l’Italia, Rùssia,, Sviz zera, Canad'à, Stati Uniti e Giappone-, comprende 697.128 migliaia eli quintali; cattivo raccolto, in quan to raggiùnge solo l’83 % di quello del 1915 ed il 947 % di quello medio. .
Questi prodotti non sono i soli ad èssere studiati nel presente, fascicolo; vii sì troveranno malti nuovi dati sulle patate, ‘ sulle barbabietole, ecc., special mente p'eir ciò, che -riguarda gli . Stati Uniti, i dati dei quali relativi ai ir,accoliti dei 1916/ sono stati sensi bilmente modificati.
Nella sua parte commerciale, questo Bollettino fornisce dei dati sul movimento internazionale del principali prodotti considerati nella parte agraria, sui loro stocks visibili e infine sui prezzi che èssi- realizzano, ned principali mercati agrari mondiali; segnaliamo specialmente una tabella, completa degli
totale 1915, ed il 1120/0 della media per questi stèssi reddito di un milione .di dollari è aumentato in, 3
paesi. I anni da 44 a 120.
Per ciò che riguarda Forzò, ancih’esso è assai poco Questi dati sono così sorprendenti da meritare un coltivato nelTettmèleTO : meridionale; inni Danimarca,, in ' attento- esame e d a dover essere vagliati attraverso Ispugna, in Franala, in Irlanda, in Italia, in Norve-I 1° studio- delia forma, stessa di questa tassa: studio già, nei Paesi Basisi; in R-umen-ia, nella Russia Eu- ' c.h© sol° Può dare un giudizio esatto sul valore. Ma, ropea, in Isvizzera, nel Canada, negli Stati UiÌìQTT0? ^ 6 _ tenuto conto di tutto, resta il fatto ch ed 1’Ame ne! Giappone, in Egitto e in Tunisia, si è ottenuto rie a si- arricchisce a spese dell’Europa e ohe essa, un. totale, nel 1916, di 223.267 migliaia di quintali, già.nota tP'er le su© immense fortune, sta aoc-elieiran- cioè-il 90.7 % della produzione del 1915 ed il 101.1 %’i d ° possesso di concentra,ziome delia ricche,zzia Wel
le mani di pochi.
Demografia ed economia dell’Italia
Il prof. -Cioletti di Milano con tre conieren,zie all’U- niveirsità Popolare sotto il titolo generico : « Leg gendo- l’Annuario statistico » ha voluto dimostrare coirne diali’Annuario, si traggano tutti gli «dementi essenziali per chiarire la nostra duplice- resistenza,. I primi Annuarii statistici che il Maestri e il Cor renti compilarono, subito dopo il ’50. ebbero Tintimo scopo di mostrare la realità obbiettiva delTunità ita -. liana al disopra* delle divisioni politiche. Anche da gli Annuarii dJ’oiggi si ricavano le ragioni della aolli- dli-tà nazionale, e delTiniceissante progredire del paese.
Fissato il numero degli uomini atti alle armi in oltre 3 milioni e 700 mila se restiamo nei limiti anti chi d’età, © in circa 5 milioni se' andiamo dai 18 ai 45 anni, il Goletti dà i caratteri di questa massa d’uo mini per rispetto allo stato civile, alla resistenza fi,slical, alle condizioni intellettuali, dimostrando cibe s,i tratta di enorme maggioranza dii ammogliati e d-et meglio del paese, così che la frase comune «he l’esercito è id fiore della popolazione è una verità statistica. -v
Particolare ' esame è dedicato alle professioni e ciondliizdoni dei chiamati. «Mie armi. Circa la metà so no rurali, sia perchè così è la popolazione italiana sia perchè il m aggiore, numero, degli abili è ira i rurali. Da ciò certi caratteri- particolari deH’eserc-i- to : resistenza fìsica, senso di disciplina, particolare abilità nelle opere di difesa, nella creazione d i via bilità, ecc.
Per intendere- la. grande resistenza-Heoo-nomica ohe l'Italia ha presentato, non senz-a una qualche sòr- presa di una -parte degli stessi italiani, il pori. Co letti (ha detto che non è sufficiente ricorrere ai soliti indici del nostro progresso e tanto meno agli
21 gennaio 1917 - N. 2229 L’ E C O N O M IS T A 55
pubblicato ctiie il 22 novembre ultimo. Esso mostra che una maggioranza dii 61.000 voti si pronunziarono
ti elementi: — ^ [ Z b o r M." Hughes, l i
S E r t i M i fatto Pcho compone v. a di una maggioranza di membri che era no gii avversari, della coscrizione e risulto dopo una certissimi calcioli deìll’ammontare dèlia nostra riocbez-
za. Occorre tener conto della coord,inazione dii mol ti ' elementi : quantità, qualità, distribuzione della
, » ; , i _ ..1 : • -v—. i~< » i n n i n . n - f i , m l o r \ r * o
-sente nostra forza il Coletti lo ravvisa col fatto che la guerra ci ha sorpresi in pieno fervore- di trasfor mazione, di intensificazione industriale della nostra economia, cosicché le grandissime necessita econo miche e-tecniche della guerra (produzione di quanto occorre alia guerra, dai cannoni e proiettili al ve stiario e alle- calzature) ha trovato momento e terre no propizio e non ha fatto che secondare- ed accele rare il movimento preesistente.
Il prof. Coletti dimostra tutto ci® col confronto dei due censimenti demografici- (1901 e 1911), colle -cifre del cen®. industriale (1911), oolil-e cifre delle im portazioni ed esportazioni dei prodotti industriali, delle materie prime, considerate per una serie di
anni. . ■ ,,T,
Questi fatti si sono combinati, per fortuna, d Ita lia, con la quantità e i caratteri della nostra popola zione. La popolazione rurale è riuscita., sia pure fa ticosamente, per il grande suo numero e per la so- sta d-eiremigrazione, a supplire ai richiamati, poi ché sono sempre abbastanza numerosi i contadini sopra -e sotto i limiti di età dei richiamati stessa e perchè molte donne date dai censimenti come senza professione sono in realtà appartenenti alla famiglia rurale. Nelle industrie si è rimediato con -gli esone ri. N-eiringiem-e -l’adattamento è stato meraviglioso : l’-eiastictità della popolazione ha presto fatto supe rare il momento più critico -del trapasso alla guerra. Di questa coordinazione al fine comune dell econo mia e della popolazione italiana, il N-or-d ha portato specialmente il contributo della -propria organizza zione moderna e della sua ricdhezz-à. Il Sud ha por tato sopra tutto il numero, la resistenza e l’abnega zione delle proprie masse, specie rurali. Nell’aspriez- za del cimento si è nuovamente riconferm ato_ que-ll-o ch-e diceva, per 1’Italia, Cesare Correnti : unità e
va-L’adattamento o ra . sperimentato alila guerra- fa ri tenerne!’, ha concluso il Coletti, ohe il. riadattamento alla pace, -da prepararsi .sin da ora, sarà ottenuto con uguale prontezza, genialità, abnegazione.
Situazione in Australia
Nell’Australia si svolge una grande orisi -politica che ha avuto come causa il progetto di legge sul servizio militare -obbligatorio e come conseguenza La -scissione del partito operaio. Bisogna notare "ohe la situazione del proletariato in Australia grazie alla potenza politica ed economica che essa ha sa puto conquistare, è di molto superiore a quella del la classe operaia delle nazioni 'le più avanzate del resto del mondo intero. Doip-o dii principio della guer ra, il governo, il partito operaio e in generate tutto il -popolo australiano hanno fatto uno sforzo conisi- dereiviole per aiutare gli Alleati nella loro lotta con tro gli Imperi centrali. Desiderando stabilire una collaborazione più stretta -fra La Federazione
austra-i - ____ 1 „ ___
liana la metropoli e le altre colonie deUTmpero-,
M. Hughes, presidente dei -consiglio dei ministri au- « ™ maceria, a inerne cu quanto y a ral-i-ani, abbandonò l’Australia al principio del 1916 luogotenenziale 2 -agosto 1916 n. 906
seduta tumultuosa del gruppo parlamentare, che M. I lugh-es -e ventitré dei suoi amici- avevano deciso di costituire un partito a parte.
Dalla loro parte ì promotori della .coscrizione or ganizzarono uno sciopero generale per mandare a vuoto il progetto Hughes. Al momento del referen
dum 1 minatori di N-ewcastle abbandonarono il -lavo
ra e durante quindici -giorni il Commonwealth fu il teatro gravi-agitazioni che minacciavano -di provo care la più grande rivoluziiionie industriate che .s-i sia mai vista in Australia. Malgrado la seria situazio ne, M. Hughes non impiegò alcun mezz-o dii repres sione per arrestare' lo sciòpero. In seguito alla for mazione del gruppo dei ventitré AI. Hughes conferì co-li governatore generale sir R. C. Munro-Feriguso.it al quale presentò 1-e proprie dimissioni e gli doman dò di conferirgli ,pieni poterli per costituire un altro ministero.
Una volita, scelti i nuovi; collaboratori, egli li con dusse al -palazzo dei Governa,tore per far loro pre stare giuramento', e .appoggiandosi sul W ar Precau- tion convocò immediatamente -una conier-enza obbli gatoria -dii proprietari di mine e d ’operai minatori per vedere di trovare una ¡soluàio-nie alio sciopero di N-eweastle. Noi abbiamo già parlato dietl-a soluzióne dii questa crisi.
Finanza e commercio alle Camere di commercio
All’assemblea generale delle- Camere di Commercio tenutasi di recente-a Parma, sono stati emessi impor tanti voti oirc-a alcuni dei nostri principali problemi comme-poiali e finanziari.
Sul divieto dii esportazione delle derrate d!a pro vincia a provincia ed altri provvediménti annonari,
dopo ampia discussione venne approvato un ordine dell giorno eoi quale, nel segnalare le gravi difficoltà della distribuzione delle derrate, alimentari e deille m-eirci dii più largo consumo, -create dai divieto di esportazione da provincia a provincia e diai p-rovve- dlmientt annonari lasciati alla discrezione delle au torità, si riciOinobfie che,, data la disuguaglianza della produzione dei Regno e la difficoltà -e la mancanza d ’import azione dleii combustibiilli e delle d'errate ali mentari in genere, i divieti di circolazione alFinte-r- no per tali prodotti si sono mostrati contrari alle esigenze dtefi’approvvlgionamento defila nazione ed al-Tinteiressie generaille, e si affermò la fiducia defi’as- s-emblieia, anche ‘in tempi eccezionali di guerra, nella efficacia della libera circolazione delle merci, come il mezzo migliore per mitigare nell’interno del Re gno la disparità di .prodùiziitìne e di prezzi a van taggio del consumatore. Collo stesso ordine del gior no, si fecero voti perchè il Governo restringa al mi nimo i prowedliimleinti eccezionali intesi ad ottenere la mitigazione di prezzi -ricorrendo' in ogni caso al consiglio -e alila larga coopcrazione di cittadini esper ti in materia, a mente di quanto dispone il decreto strali,ani,
e arrivò a Dondira nei marzo scorso. In Inghilterra assistette a più -sedute del „comitato di guerra e pre-. se la parola in più riunioni pubbliche. Infine, invi tato dal Governo britannico, M. Hugles assistette al la -conferenza economica fra gli alleati di Parigi. Appena ritornato- in Australia, M. Hughes: dovette 'fa r fronte ad una grande crisi politica che si -scate nò nel paese-. - Egli era persuaso che TAustralia, se voleva mantenerle -le promesse fatte alla Gran Breta gna doveva impiantare il servizio militare obbliga torio. Ala egli non riuscì a convincere nè i colleglli del governo, nè la maggioranza del Senato, nè quel la della -Camera. Dopo molto si arrivò a un compro messo: si sarebbe interpellato il paese con refeden-
dum -sulla istituzione o no del servizio militare ob
bligatorio. Il referendum ebbe luogo il 29 ottobre. I soldati australiani chè si trovavano nella Gran Bre tagna e sul fronte avevano già .votato. Alla vigilia del voto tre ministri presentarono le loro dimissioni
Sul tema per una maggiore utilizzazione delle e- nergie -eoono-mlich-e nazionali, si votò un ordine del giorno nel quale, .mentre si riaffermò la decisa volon tà delle classi economiche del paese di rendere sem pre più intensa e concorde l’azione loro tutta volta ad lappileistare i mezzi per -cui il valore d-ei combat tenti può meglio conseguire i- maggiori -risultati, si fecero, voti perchè, il Governo provveda ad utilizzare più intensamente le -energie -aconomi-c-he nazionali ed a stringere rapporti più intimi é più saldi con le loro rappresentanze legali per fronteggiare con ra zione rapida, efficace, risolutiva, il probHma della guerra -e della vita- civile sì dia., raggiungere la .au spicata vittoria. "
Sul, tema « L’imposta sui profitti idi guerra » su cui avevano -presentato relazioni numerose Camere, ven* né approvato all’ unanimità un ordine del giorno, perchè siano concedati gli ammortamenti d ’im pianti -e di ingrandimento in misura rispondente alla seguendo'l’esempio d ’un altro collega ch-e si era di- eccezionalitàdel depe rimento
56 L’ECONOMISTA 21 gennaio 1917 - N. 2229 ci, nei prodotti -e nei titoli e niei crediti con lettere,
così da avere risultanze di profitti veramente netti, sicuramente realizzabili e al coperto dia sorprese p o steriori ¡alla chiusura dei bilanci,, in modo partico lare per quanto sii riferisce alle Società per azioni; che sia applicata la legge regolatrice dell’imposta contenendo gli accertamenti induttivi da parte de gli agenti entro li limi,ti e l.e forme che rispondono allo spirito della legge stessa, alla giurisprudenza formatasi ed alila ispe-ciiàle struttura di quest© So cietà; che sia calcolato come capitale investito non solo quello di proprietà dlell'imprenditore, ma anche tutti gli elementi patrimoniali che hanno, funzione di capitale meld’aziemda come gli ammortamenti già avvenuti di fho'biili, macchinari e immobili, riserve e capitali di terzi; che la quota soggetta all’imposta straordinaria di guerra non debba costituire, quale utile, nuovo elemento di tassazione, ma sia imputa ta nella attività patrimoni,ale in deduzione della ri serva di guerra; che istruzioni ispirate a concetti equi e conciliativi degli opposti interessi i quali nel campo deill’e,concima nazionale, si fondono jn un solo, partano sollecitamente dall’òn. ministro delie Finan- ' ze e Siano poi con eguali criteri applicate dagli a- genti delle imposte (cui l’arma della penalità non deve servire di base per affacciare -, eccessive pretese nelle trattative dii transazione) ; che aT contribuente siano evitate siovratasse e penalità eccezion fatta per i oasi di provata malafede; ohe a far parte, della Com missione centrale sia chiamata una rappresentanza dell’industria e del commercio da designarsi dalla Unione delle Camere dii Commercio e che conforme mente a quanto è consentito per la imposta di ric chezza mobile, sia ammesso anche per l’imposta straordinaria di guerra, il ricorso alile autorità giu diziarie.
Sul tema « Controversie dipendenti dal contratto di trasporto.» si approvò un ordine del giorno pro posto dalla Carniera di Novara, col quale sii fecero voti affinchè la risoluzione delle controversie di cui trattasi venga deferita: 1° in prima istanza ad un Collegio deliberativo costituito presso le Camere dii Commercio idei regno composto di funzionari locali dieli’amminiist'raziione delle ferrovie e di commer cianti e industriali ii-n parti, eguali e presieduto da un magistrati , 2° in grado di appello,, ed esclusiva mente nei casi par i quali l’appello sarà ammesso, ad un Collegio deliberativo. costituito in Roma, pre sieduto da un magistrato e composto di membri no minati in parti eguali dall’ amministrazione centrale delle ferrovie e daU’Unioriie défilé Camere di Com
mercio.
-S u rro g a to cubano della ju ta
La guerra, i conseguenti divieti di esportazione, ie difficoltà del traffico- marittimo e l’eniorme rincaro dei noli, hanno gravemente ostacolato l’esp,rotazione della juta, specialmente per i, paesi neutrali.
I tentativi fatti in Germania per sostituire,, con Tutilizzaziione di nuove fibre, i ’im-pdego deità jùta ed anche della canapa, non sono stati* coronati da suc cesso; recenti rapporti americani attribuii,scono in vece più seria importanza allo sfruttamento delle fi bre della cosidetta malva bianca, o, secondo il nome scientifico, Waltheria Americana Linn, una delle un dici specie di malva che crescono come alte erbe selvatiche in molte regioni SalTisola di Cuba.
Dalla corteccia del fusto di questa pianta, che cre sce fino a raggiungere battezza dii venti piedi, si ri cavano le fibre che sono resistenti come quelle della juta indiana e per qualità ed apparenza quasi simili a quelle del lino.
A Cuba, a tal fine, s,i è eomànciato.a coltivare ap positamente la malva, procedendo con regole spe ciali alla semina. Il taglio delle piante, viene esegui to quando queste raggiungono da 6 a 8 piedi di al tezza ed in un’annata si possono fare fino a due ta gli, con strumenti perfezionati ohe non danneggino le radici.
Per la lavorazione della fibra si è impiantato un primo stabilimento a Vinales, (nella provincia di Pinar del Rio), che è a circa 14 miglia da Esperanza, il porto più vicino sulla costa settentrionale dell’i sola di Cuba. I fusti appena» tagliati vengono portati a macerare nell’acqua di qualcuna delle numerose sorgenti solforose che scaturiscono in quella regione :
secondo la temperatura e le condizioni del tempo- la macerazione richiede da 8 a 25 giorni. Finita la ma cerazione, i mazzi dii fibre vengono esposti al sole e in due o tre giorni sotto ,l’azione dell’atmosfera terminiamo di Liberarsi delta mucillaggine e dai resti di corteccia, così c h e . divengono pronti per essere imballati e spediti.
Sul mercato dii Avana la fibra è molto richiesta, e finora specialmente impiegata per la fabbricazione dolile ben note alpargatas (scarpe con suola di corda). Ora si parla di organizzare coti l’impiego della fibra di malva anche la fabbricazione disi, fiacchi da, zuc chero, dei quali si consumano annualmente 21 m i lioni.
F IN A N Z E C O M U N A L I
Bilancio preventivo pei 1917 a Firenze. — Nel suo discorso, sul bilancio preventivo pei 1917 Ììas- seso.sre alle finanze, accenna alle gravi difficoltà • in cui si trova la finanza die! comune. Egli avrebbe iparsonalimenite desiderato di ottenere il pareggio- con opportuni aumenti delle entrate. Ma le, ragioni por tate dai -colleghi della Giunta lo hanno persuaso del la convenienza dii sospendere e -differire li’applica zione ,di maggiori tributi, anche perchè il Governo ha formalmente promesso dii concedere mutui a sag gilo dii favore, -e dovrà inoltre a parer suo adottare alitili ,e più efficaci provvedimenti,. p-erocchè coi soli mutui ji Governo no-n aiuta i Comuni; an-ch-e -p-ar i mutui occorrono! gilli stanziamenti delia spesa per gii interessi e per l’ammortamento. E’ necessario inve ce ohe ,iil Governo cònce-da qualche altra cosa che sia effettivamente un beneficio per il bilancio, e ci-o-è la riduzione del canone d ’abblo-namento all dazio consultilo. N-on è giusto che Firenze continui a pa gare più di due milioni ai Governo, quando ,i pro venti daziari, per la restrizione dei consumi, vanno continuamente diminuendo.
-Riguardo al daziio consumo La previsione del 1917 relativamente- ad esso è inferiore a quella che- si ¡può -considerare c-oime normale dii 1.300.000 lire.
Riguardo alla previsione deii’emtraite~ i ’assessore ore-de di poter dire ohe l’entrate dipendenti da tri buti diretti sii potranno raggiungere e quelle dipen denti da tributi indiretti, cioè sui consumi, essendo soggette a molteplici influenze variabili future, nes suno può dira (oggi quale sarà il itero andamento.
Quanto alle- spese si è cercato di -ridurle il più ipoisisiibillie, ma il Comune si è trovato di fronte a delle cause d ’aumento che si sono imposte in modo asISo-luto alia sua volontà; per questa ragione ili bi lancio 1917 presenta un aumento delle spese ch-e non si potevamo alimentare. Bisognava subirei, ari! esein- pi-o, quelle 140.000 lire in più ¡per spese relative alle imposte e alle tass-e dovute alio Sfato. Si debbono pagare il diritto dii guerra sui fitti, le maggiori ali quote della ricchezza mobile, gli aumenti periodici per grimpiegati e cosi via. Dove eira possibile ridur re si è ridotto, appunto perchè non. son-o questi gli anni n-eii quali si deve essere larghi nello spendere, ma si-deve anzi spendere soltanto quello che è stret tamente necessario.
Mutui a provinole e comuni. — Provincie: Chieti, L. 30.000; Perugia L. 300.000.
Comuni: Alessandria:, Sardigliano 3.500 — Anco na: 133.000 — Arezzo: Civi-tella Val di Chiana 37.000; Lucignano 5000; S. Giovanni Valdarno 70.000 — A- scoli Piceno: 53.000 e 52.000 — Avellino: Villanova del Battista 24.000 — Bari: Castellana 100.000; San Meandro 14.700 — Bologna: Fontanelice 39.900 e 2500; Mon-tevegliq 48.000; S. Pietro Casale 10.000 e. 33.900 — Cagliari: Esaplano .3200; Iglesias 8100 e 50.000; Nurallao 13.100 — Campobasso: Gambatesa 16.000 — Caserta: Arpino 22.000; Mariglianò 66.000; S. Andrea Vallefredda 3000 — Catania: Masoali 225 mila; S. Pietro Clarenza 21.000 e 6800 — Catanzaro: Con fi enti 8000; Serra S. Bruno 239.200; Tiviolo 31.000 —- Chieti: Lanciano 200.000; Salle 16.000; Vasto 170 mila — Como: Amano del Parco 16.000 e 3000; Fino Mòrnasco 21.200; Lecco 46.000, 11.900 e 21.800; Monite- grino 7000 e 6000; Rumo 7000 e 14.000 — Cosenza: Santa Sofia d’Epico 96.700 Cremona;- Carpaneta Dosimo 16.000; So-ncino 71.600 — Firenze: Prato 108.500 — Foggia: Volurino 10.000 — Forlì: Cesena 55.000 — Genova: S antuario Ligure 5000 e 50.000;