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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.44 (1917) n.2230, 28 gennaio

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L’ ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Anno XLIY - Voi. XLYIII

Firenze-Roma, 28 gennaio 1917 { j E f » vtaV <^Söri«M rBOla

L 2230

Per Vanno 1917 VEconomista continuerà ad usci- j

re con otto pagine in più, come per Vanno de­

corso. Il continuo accrescersi dei nostri lettori ci dà affidamento sicuro che, cessate le difficoltà materiali in cui si trova oggi tutta la stampa ed in specie la periodica, per effetto della guerra, po­ tremo portare ampliamenti e miglioramenti al no­ stro periodico, ai quali già da .lungo tempo stiamo attendendo.

Il prezzo di abbonamento è di !.. so annue anticipate, per l ’Italia e Colonie. Per l'Estero (unione postale) ■-. * 5 .

Per gli altri paesi si aggiungono le spese postali. Un fasci­ colo separato I,. i.

S O M M A R I O : PARTE ECONOMICA.

IV Prestito di guerra.

Migliore utilizzazione del personale finanziario — S. R. Istituto di Credito Fondiario.

La grafite.

NOTE ECONOMICHE E FINANZIARIE.

L aboratori di scienze sperim entali in Italia ed a ll’estero — M ercato egizian o e com m ercio d’ esporta zion e italiano.

EFFETTI ECONOMICI DELLA GUERRA.

Spese di guerra in F rancia — Regime per lo zucchero in Svezia.

FINANZE DI STATO.

Prestito unificato fra gli A lleati - - Prestito tedesco. FINANZE COMUNALI

B ilancio com un ale prev en tiv o 1917 di M ilano. LEGISLAZIONE DI GUERRA.

F inan ziaria: IV Prestito Nazionale — Istituti di em issione e a nticipazioni straordinarie - T a ssa sugli affitti — T assa di b ollo sulle girate cam biarie — E conom ica: Derivati dal ca rb on fossile e dalla distillazione del legn o — L im itazioni ferroviarie. IL PENSIERO DEGLI ALTRI.

» L ’ economia degli Stati TJniti — Per l’ avvenire della nostra m a­

rina mercantile — Una vecchia commedia, C. B o v i o — L a guerra economie : a pace conclusa.

NOTIZIE - COMUNICATI - INFORMAZIONI.

P rodu zione e com m ercio dei vini italiani — M ilano nel 1915 — Credito fondiario del B an co di Napoli - B an co di Napoli e coltura granaria — Consum i d e ll’ esercito m obilitato — C om ­ m ercio inglese — Perdite d ell’ esercito tedesco — Im portazioni dagli Stati S candinavi e d a ll’ Olanda — Seta in Ispagna — P re­ stito inglese in A m erica — Prestito di guerra ungherese — S i­ tuazione m onetaria 1916 della B. di Francia — O perazioni di novem bre 1916 delle Casse di risparm io postali — P rodu zion e d ello zu cch ero in Germ ania — L’ aum ento della circola zion e della R eischbank — La National C ity Bank e le ban che russe. Situazione d e g li I s t it u t i di C redito m o b ilia re , S ituazione d e g li

Is t it u t i di em ission e it a lia n i, Situazione d e g li Istitu ti N azio­ n a li E steri, C ircola zion e di S tato nel R egno U uito, S ituazione del Tesoro ita lia n o , Tasso d e llo sconto ufficiale, D eb ito P u b b lic o ita lia n o, R is co s s io n i d o g a n a li,R isco s sio n e dei t r ib u ti n e ll’ e s e r­ c iz io 1914-15, C om m ercio c o i p r in c ip a li S ta ti nel 1915, E spor­ tazioni ed im p orta zion i riu n it e , Im portazione (per ca tegorie e per m esi), E sportazione (p er ca tegorie e per m esi). P rod otti d elle Ferrovie d e llo S ta to, Quotazioni di va lori di S tato

it a lia n i, Stanze di com pensazione, Borsa d i $ u ova York, B orsa d ì P a r ig i, B orsa di Londra, Tasso per i pagam enti dei dazi d o ­ ga n a li, Tasso d i ca m bio per le ferro v ie I t a lia n e , P rezzi d e l­ l ’ argen to.

Cambi a l l ’ E stero, Media u ffic ia le dei cam bi a g li e ffe t ti d e ll’ a rt. 39 del Cod. com m ., Corso m edio dei cam bi accerta to in Rom a, R i­ v is ta dei cam bi di Londra, R iv ista dei cam bi d i P a rig i. In d ic i econ om ici ita lia n i.

V a lo ri in d u s tria li. C redito dei p r in c ip a li S tati.

Numeri in d ic i annuali d i varie nazioni. P u b b lica z io n i ricev u te.

I manoscritti, le pubblicazioni per recensioni, le comunicazioni di redazione devono esser dirette

all’avv. M. ]. de Johannis, 56, Via Gregoriana,

Roma. ,—^ ____________________________________________ 1 A'ijDAZfONE f

~~

"

| L. TINAUT [ "

1 ^iri impr. '

_________PARTE ECONOMICA

__

IV Prestito di Guerra

Le ingenti spese di guerra che per l’ Italia si ag­ girano intorno ad un miliardo e cento milioni al mese, secondo il calcolo di alcuni, hanno consi­ gliato il Governo alla emissione di un nuovo pre­ stito : del quarto prestito'.

I risultati sulle operazioni delle Casse ordinarie, delle Casse postali, delle Banche addimostrano che il risparmio cresce nel paese, il quale prova così di avere disponibilità che possono assicurare al nuovo prestito il successo desiderato e necessario per conseguire le finalità che ci siamo prefisse in unione cogli alleati.

A differenza dei prestiti precedenti la nuova e- missione assume la forma del debito consolidato,

anziché quella del redimibile adottata per le pre­ cedenti operazioni di debito.

E’ un ritorno all’ antico, è stato detto, perchè per ragioni di tradizione, di diffusione e di fiducia il tipo di titolo consolidato è il più accetto al ri­ sparmio nazionale. A d ogni modo, pur essendo i consolidati suscettibili di conversione, la legge che stabilisce la emissione del titolo di cui discorriamo ha fissato che il medesimo sia inconvertibile fino a tutto l’ anno 1931.

Certamente le garanzie della finanza italiana che stanno dietro al nuovo debito che lo Stato va

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fatto i reggitori della finanza a non fare affida­ mento soltanto sul futuro e di avere basate le loro previsioni e provvisioni sulle realtà tangibili del presente.

L’interesse e le condizioni tutte del nuovo pre­ stito sono le pip favorevoli ed allettanti per qual­ siasi categoria di investitori.

11 prezzo al quale il prestito verrà emesso il 5 febbraio prossimo è di L. 90, per ogni cento lire di capitale nominale, il che porta l’interesse annuo al considerevole saggio di oltre il 5.55 per cento, e tutti i titoli redimibili o consolidati emessi pre­ cedentemente, nonché i buoni del tesoro, sono con­ vertibili nel nuovo titolo alle condizioni contenute nel decreto che pubblichiamo in altra parte di que­ sto fascicolo (1); ne consegue che l’operazione rap­ presenta anche la unificazione di tutte le rendite redimibili in un solo blocco di rendita consolidata, il che sarà per giovare anche alla compagine del Tesoro italiano.

A riguardo della prossima operazione finanzia­ ria è stato osservato che :

« I) il reddito del nuovo titolo è alto, più che nei tre prestiti precedenti, senza tener conto del vantaggio derivante da un possibile aumento' di prezzo in avvenire, quando, finita,la guerra e chiu­ so il periodo di assestamento, il tasso dell’interes­ se avrà la tendenza a diminuire;

« 2) il reddito del 5.55 per cento è garantito

per 15 anni dal Io gennaio 1917 al 31 dicembre 1931, ossia per 5 anni di più che per i precedenti! prestiti. Ciò vuol dire che, sebbene si tratti di una rendita perpetua, del cui valore capitale il posses­ sore non può richiedere il rimborso a data fissa lo Stato si riserva la facoltà, dopo il 31 dicembre 1931, di rimborsare le 100 lire del valore nomi­ nale a chi non volesse consentire ad un’ eventuale diminuzione del tasso dell’interesse al disotto del 5 per cento;

« 3) nessun titolo mai riuscì in Italia ad otte­ nere una popolarità neppure generalmente para­ gonabile a quella della vecchia rendita perpetua 5 per cento, ora divenuta, per « libera concessio­ ne », rendita perpetua 3 1/2 per cento.

Ci uniamo quindi all’ augurio di coloro che ci hanno preceduto nello scrivere intorno al quarto Prestito Nazionale, perchè esso riesca proporzio­ nato ai bisogni della Nazione in questo momento di massimo sforzo per il conseguimento degli alti scopi che dovranno coronare la fine del conflitto.

Migliore utilizzazione del personale finanziario

In un lucido articolo apparso nel n. 359 del 25 di­ ce, rubre u. s. del « Il Resto del Carlino » il Prof. Fe­ derico Flora espone con brevi tratti efficaci la situa­ zione finanziaria del nostro Paese; ponendo a raf­ fronto i tre Bilanci, 1915-1916, 1916-1917 (rateo dal Io luglio al 30 novembre 1916) e 1917-1918 che con ogni probabilità sarà l’esercizio dlella pace. E men­ tre egli f,a rilevare la saldezza diella nostra finanza, insiste sulla necessità di più accentuate economie statali (semplificazione dei servizi pubblici, diminu­ zione del personal© burocratico, etc.) e familiari (re­ strizione dei consumi a quelli strettamente necessa­ ri, eliminazione dellle spese di lusso, etc.), allo sco­ po dii raccogliere quanto più sia (possibile i risparmi e farli affluire al Tesoro, su cui incombe il costo spaventosamente crescente, del conflitto. A questo sco-, po supremo è diretta la intonazione essenziale dell’ar- ticqdo; mia preme dii, rilevare ishte, seguendo le giuste ed1 opportune considerazioni dell'artico,lista, di cui è indiscussa la competenza in materia, si trae la persuasione ohe Ilo sforzo finanziario, che l’Italia oggi compie ,in questa guerra Liberatrice, non superi la capacità economie ai della Nazione e che quindi non v,i essendo disquilibrio tra Tuno e l’altra, non è a temersi possano in seguito vericairsi disastri, e ro­ vine. In altre parole non sono inaridite e nè

accen-(I ) V edi E conom ista fa scicolo presente pag, 83.

nano a inaridirsi le fonti, dalle quali la Finanza deve attingere Le energie per la continuazione del­ l’immane sforzo.

Queste confortanti deduzioni ci richiamano alla mente altre e non meno importanti idee svolte dallo stesso autore in un altro articolo, apparso nel n. 54 d'el 23 febb. 1916 dell medesimo giornale, nel quale egli lamentava Ila insufficienza degli organi, amministra­ tivi preposti all’applicazione e riscossione dei tri­ buti e più propri am ente parlava degli uffici di agen­ zie delle imposte dirette, i quali, in confronto degli altri uffici finanziari, sono indubbiamente quelli su cui maggiormente si accumulano le gravi. mep,= ',<, > tributari© di quest’ora storica della vita nazionale. I gravi rilievi -riguardanti la insufficiènza numerica del personale finanziario furono mossi dal Prof. Fio- . ra, notisi bene, nel febbraio -diali’anno scorso,,. e cioè quando non erario stati decretati che solo in parte i nuovi tributi; cosicché da allora ad oggi il lamen­ tato problema, come è facile constatare, è andato vieppiù aggravandosi.

rii talché ai viien fatto di domandare sie la Finan­ za, pur avendo integre le fonti dove attingere ulte­ riori e necessarie energie, potrà continuare ancora ad avere il mezzo pratico per assolvere la sua bi­ sogna, o non si troverà invece nella condizione di colui, che, essendosi rotta la corda del pozzo, morì assetato.

Gli uffici di ^agenzie -delie imposte- dirette trovarsi infatti -oggi nelle seguenti- condizioni : un -personal© falcidiato, specie negli elementi più giovani'e quin­ di più attivi, dai reiterati richiami alle armi e un carico di tributi d-a assolvere -che in realtà sorpassa il doppio di quello- esistente -p-rdma d-ella guerra europea. Come possano coesistere 1© suddette due condizioni nessuno potrebbe di-rlfo, riflettendo in special modo che -già durante il lavoro normale avanti guerra il personale dell© Agenzie si era mo­ strato numericamente insufficiente a -causa, dìel no­ tevole -sviluppo industriale e commerciale verificato­ si in questi ultimi anni e dte-1 non minore sviluppo nell’edilizia.

Scoppiata la guerra europea, alile tre imposte dirette, R. mobile, Terreni e Fabbricati, le quali, insieme don la conservazione dei. catasti, formano l'unico oggetto delle mansioni del personale delle Agenzie, si sono roan mano aggiunti i seguenti tri­ buti :

Addizionale 15 % sul redditi imponibili (esclusi i minimi -e altri determinati redditi);

Contributo del centesima dii ‘ -guerra, raddoppiato in seguito;

Tassa sui proventi degli amministratori delle so­ cietà per azioni;

Imposta militare;

Imposta sui profitti dipendènti dalla guerra; Aggiravi© progressivo del t.ribut-o fondiario -e va­ riazione negli imponibili d:i R. mobile;

Diritto di guerra del 5 % sulla .riscossióne degl-i affitti.

Tralasciando di parlare dell’addizionale 15 %, del­ la tassa sui proventi die-gli amministratori debile so­ cietà per azioni, del contributo d-ei centesimi d-i guerra e del nuovo aggravi© sui fondi rustici, i qu-ali tutti richiedono per la loro applicazione u n a .’ relativamente non grave -somma dì lavoro, occorre invece dir parola sugli altri tributi, per dinotar© quale varia e -assillante opera essi richiedono dal personale finanziario.

Quanto alla imposta midi,taire basta pensane- c,h,e essa è intimamente connessa con le disposizioni del­ le autorità militari riguardanti i richiami sotto le armi e gli esoneri, le dispense e le riforme. Sic-come tali richiami ed esoneri, dispense e- riforme avven­ gono incessantemente, 1© Agenzie delle Imposte deb­ bono senza posa procedere ad accertamenti © sgravi, sgravi e accertamenti a seconda de\ numerosi casi che si avvicendano rapidamente.

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28 gennaio 1917 - N. 2230 V X S I W 0 N 0 3 3 M 75 se si pensa che specialmente gli sfitti e le inesigibi­

li tà hanno prevalentemente un carattere dii preca­ rietà, si conclude che anche in questo campo si af­ faccia il ritornello degli sgravi e rimborsi e degli accertamenti. Che il diritto di guerra del b % non colpisca i fabbricati adibiti a uso proprio dei pro­ prietari, porta alla conseguenza d i . dover vagliare le denuncie che i proprietari stessi si affrettano a esibire alle Agenzie: lavoro questo enormemente gra­ voso, a meno ohe non si voglia ritenere in. linea di massima conforme al vero la denuncia del proprie­ tario; il che risponderebbe a quel concetto deil’au- totassazione, che un capo ameno alcuni anni fa propose con una tal quale disinvoltura.

Quanto all’imposta sui profitti dipendenti dalla guerra occorre osservare che Pappile azione dii essa richiede uno studio e un Lavoro di indagini ben più complesso di quel che non si richiegga per l’appli- oàzlon-e della imposta di R. mobile; perchè non ba­ sta determinare ed accertare, come per quest’ultima imposta, lo ammontare degli utili conseguiti in un determinato periodo di tempo, ma preme anche lo accertare lummo-ntare del capitale investito nelle aziende, allo scopo di determinare il rendimento, il quale è la base per la commisurazione della sovrim­ posta. Nè è a credersi che gli accertamenti dei pro­ fitti dipendenti dalia guerra siano relativamente in numero limitato, come potevasi pensare in sul prin­ cipio; perchè, se la relazione ministeriale a S. A. R. Tomaso di Savoia-in udienza del-31 agosto 1916 pre­ vedeva che l’ammontare deJl’imposta sui profitti di guerra, del contributo del centesimo e di altre mi­ nori nuove provvidenze tributarie sarebbe asceso in complesso a circa 175 milioni, invece i risultati fi­ nora ottenuti e alcune più fondate previsioni indu­ cono a ritenere che soltatnto pei profitti di guerra- realizzati nel primo periodo, e cioè dal Io agosto 1914 al 31 dicembre 1915, si 'otterrà un getto d’im­ posta che con ogni probabilità sorpasserà, e non è esagerazione questa, la cifra di 400 milioni; ossia più di quanto l’Erario ritrae in un anno per impo­ sta di ricchezza mobile riscuotibile con i ruoli no­ minativi. E se si pensa che finora la quasi totalità- dei personale di concetto, delle Agenzie delle Impo­ ste dedi-cavasi esclusivamente alle mansioni inerenti aU’aioplicazione della imposta di ricchezza mobilie, si ricava la illazione che per lo meno occorrerebbe altrettanto personale da dedicarsi esclusivamente ad. amministrare la imposta sui profitti di guerra.

Aggiungasi in ultimo che il nuovo carattere pro­ gressivo, che si è voluto dare alle aliquote di tas­ sazione di quasi tutti i nuovi e antichi tributi, ha reso il lavoro contabile, specialmente in quel che ri­ guarda gli sgravi e rimborsi, -oliremo do complesso e gravoso.

Che la deficienza del personale delle Agenzie delle Imposte in confronto alla enorme mole di lavoro cihe tale personale è costretto ad assolvere sia di grave danno aireoonoania dello Stato è facile com­ prendere. Basta infatti pensare alla notevole quan­ tità d'ai nuovi accertamenti di redditi di R. mobile ohe non si sono potuti paranco: iniziare e ai risultati malto, ma molto modesti, che la revisione d ’ufficio dei redditi stessi ha dato quest’anno; in confronto di quanto poteva dare il quasi abbandono degli ac­ certamenti dei redditi dei fabbricati nuovi, accerta­ menti che si rimandano di anni» in anno, sperando sempre e invano, in un po’ di tregua © in un po’ di tempo disponibile; la non applicazione di alcune, anche nuove, provvidenze tributarie, quale sareb­ be quella della revisione dei redditi riguardante la tassa militare, etc. Così è che ogni nuovo balzello, che il personale dalle Agenzie è chiamata ad appli­ care, porta un intralcio nell’applicazione di quelli precedenti, intralcio che si ripercuote notevolmen­ te nel gettito di essi. Ed è quindi fallace questa o quella previsione su quanto lo Stato potrà ricavare dall’attuazione di un nuovo tributo, quando nel cal­ colo preventivo non si tenga conto della inevitabile perdita, che, a causa della lamentata condizione del personale finanziario, arreca quasi automaticamen te nello ammontare dei tributi ¡già esistenti, l’ attua zione di quello nuovo.

Ben è vero che la Direzione Generale delle Im­ poste Dirette ha cercato di provvedere ad elimina­ re lo sconcio, coi non essere restìa a elargire fondi, perchè sì ricorresse all’aiuto di personale avventizio.

Ma il rimedio si è dimostrato inefficace, perchè quel­ lo che difetta nelle Agenzie non è tanto il persona­ le puramente d’ordlin© da adibirsi esclusivainente ai lavori materiali di copia e dii scritturazione dei ruoli, mt, quanto il personale tecnico che possa piu 1 propriamente essere adibito ad amministrare i-v a n : tributi; mansione questa che, si comprende di leg­

o-feri, gli avventizi o cottimisti sono assolutamen­ te inadatti ad esplicarla.

Quale dunque potrebbe essere il rimedio pronto od efficace?

Non ve n’ha cihe uno, al di fuori -del quale non trovasi-via d i uscita ed è quello di dislocale nelle Agenzie delle Imposte tutto il personale di controllo che trovasi ri ell'e Intendenze di Finanza e di cui la maggior parte fu reclutato nel personale delle Agen­ zie stesse. Se in tempi normali questo controllo alle operazioni delle Agenzie compiuto .dalle Intenden­ ze dì Finanza, può in certo- qual modo giustificarsi, (e dii co in certo qual modo, perchè, data la indefessa opera degli Ispettori delle Imposte, la quale è so­ stanzialmente di controllo, non si viene a compren­ dere la necessità di un secondo controlla e del resto non è ancora spenta l’eco- di un congresso tenutosi due o tre anni or sono dal personale delle Inten­ denze, nel quale -si discusse lungamente sul tema « Slamo o non siamo -utili? », il oh© è quanto dire essere la cosa un po-’ d'ubbia), in tempi eccezionali come quelli che attraversiamo, in curi ri cerca di semplificare all’estremo tutto il complicato orga­ nismo burocratico, mi sembra -che se ne possa fare a meno, concedendo più ampie facoltà agli Ispet­ tori delle Imposte.

Si comprende che un provvedimento radicate, qua­ le quello sopra ©sposso, farebbe sorger© molte pro­ teste e opposizioni 'da parte degli interessati, m a si comprende anche che, dato l’interesse supremo -della Nazione, ciascun cittadino tlev’esseire j^onto ^ ad. ac­ cettare -i sacrifici nécessairi, se pure e sacrificio il

dovere passane da un ufficio in un altro.

Questo rimedio eliminerebbe il pericolo, che minac­ cia la isaldeizza dei nostri Bilanci, deU’affievoilimento del gettito dei tributi, causato dalla mancanza di mezzi atti ad applicarli; tanto grave questo pericolo, che la questione della insufficienza del personale fi­ nanziario, la quale potrebbe sembrare una questio­ ne di forma poco interessante, è invece, oggi spe­ cialmente, una questione di sostanza capitale, ben più importante di un qualunque studio di nuova

imposta. ^

Istituto di Credito Fondiario

L’Istituto italiano di Credito fondiario costituito in Roma il 7 febbraio 1891 col capitale statutario di 100 milioni, dei quali vennero emessi e versati 40 milioni in 80,000 azioni al portatore d'a L. 500 cia­ scuna, ebbe con R. decreto 6 maggio 1891 la facoltà dii esercitare per 50 anni il Credito fondiario in tut.-( to il Regno e già nei primi gliomi del luglio dello stesso acino potè iniziare l’opera, sua,

Per le leggi che Io governano, non può fare ohe operazioni di credito fondiario e cioè accordare pre­ stiti garantiti con prima ipoteca sopra immobili ru­ stici od urbani, per un importo che non superi la metà del valor© di essi.

Soltanto quando il mutuo sia tutto destinato ai liberare Ila proprietà rustica dal residuo prezzo di acquisto ovvero da oneri enfiteutici, può il prestito raggiungere i tre quinti del valor© degli immobili offerti in garanzia.

Il valore è accertato direttalmente hallTstituto ed è determinato, come la legge prescrive a sicurezza delle operazioni, in base ad un reddito certo e du­

revole e superiore, per lo meno, ad una annualità | del mutuo.

I mutui sono pagati all'Istituto — a scelta, del mutuatario — in cartelle od in contanti.

Se il mutuo viene pagato mediante consegna al mutuatario, all’atto della stipulazione del contratto definitivo, di tante cartelle fondiarie quante, al loro valore nominale di lire 500 ciascuna, occorrono per raggiungere l’importo del mutuo.

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telle emesse in corrispondenza dii precedenti mutui, . e con le quote di ammortamento dei' mutui stipulati

col capitale e» con la riserva.

Per questi mutui è il mutuatario stesso che deve effettuale il collocamento, sia direttamente, sia dan- ’ dune incarico all’Istituto, il quale lo effettua per

conto del mandante.

Li concita slione i casi, come conseguenza de-li’obbli- go cibe l’Istituto ha di rimborsare alla pari le car­ telle che vengono estrette con i sorteggi semestrali, sia a carico dei mutuataci la differenza fra il prez­ zo di vendita èd il valore nominale di esse.

Quando il mutuo' è in cartelle, tale differenza è sostenuta direttamente dal mutuatario all’atto stes­ so della vendita.

Nel mutuo in contanti invece la differenza stessa Sta a carico dellTstituto, il quale si rivale di questa e degli oneri inerenti al servizio dei rputui in con­ tanti, mediante un indennizzo speciale, ohe, è Cion­ co retato coli mutuatari e ohe, in luogo di essere pa­ gato tutto in una volta ai momento della stipulazio­ ne del contratto, viene conglobato col mutuo o resti­ tuito durante tutto il periodo di ammortamento.

Per effetto di altre modalità di funzionamento Timporto delle cartelle in circolazione risulta sem­ pre uguale all’ammontare effettivo dei mutui esi­ stenti e rimane quindi costantemente piena la ga­ ranzia che Ha legge ha stabilita per il titolo fon­ diario.

Dal 1891 a tutto il 1915 l'Istituto ha stipulati 3401 mutui, pel' l’ammontare complessivo di L. 276,596,050, così distribuiti per quinquenni

Quinquenni Num. Importo lire

1891-1895 . 632 . . 45.980.000 1896-1900 . 629 . . 43.205.500 1901-1905 . 563 . . 44.861.000 1906-1910 . 809 . . 80.466.300 1911-1915 . 768 . . 62.083.250 3.401 276.596.050

La media annuale dei mutui è salita da 126 per l’importo di lire 9.196.000 nel primo quinquennio a 156 per lire 12.416.650 nel periodo 1911-1915.

La massa dei mutui stipulati dallPIstituto fino a tutto l’ anno 1915 è garantita con prima ipoteca so­ pra immobili rustici e urbani per il valore cauzio­

nale di 580 milioni lire, somma che supera di 27 mi­

lioni il dqppio dell’ammontare dei mutui!

Dei mutui stessi 3.384 per lire 269.707.550 sono mu­ tui in contanti e 17 per l’importo di L. 6.888.500 so­ no mutui in cartelle : 1952 per lire 146.435.300, sono su fondi rustici e 1449 per L. 130.160.175 su fondi urbani.

Suddividendo i mutui stipulati dal 1891 a tutto il 1915 secondo le legioni ove sono situati gli immobili che ne costituiscono la garanzia si hanno i seguenti risultati: 6.20 % sull’ammontare totale dei mutui meJl’Italiia 'settentrionale, il 37.90 % nell’Italia cen­

trale ed il 55.90°% hieUTtalda meridionale.

L’Istituto quindi opera con grande prevalenza nel­ le provinole meridionali del Regno, affinchè possa la proprietà fondiaria di quelle regioni usufruire essa pure, dei benefici del Credito fondiario.

Assai limitato è l’importo dei mutui definiti- per là durata sino a 30 anni (17.8 milioni di lire); la mag­ gior parte di essi è compresa nelle altre due cate­ gorie dei 40 e dei 50 anni. QUest’ultima riguarda un ammontare di mutui per circa 153 milioni di lire, , vale a dire per oltre il 55 % del totale dei mutui sti­

pulati.

Nei riguardi dell’aggio d”interesse cui vennero sti­ pulati, i mutui si suddividono:

Num. Lire Interesse del 4.50'% 849 61.190.500 Interesse del 4 % 1.326 106.222.750 Interesse del 3.50 % 1.226 109.182.800 3.401 276.596.050 Secondo la importanza delle somme mutuate, ripartiscono come segue:

Ila questi dati risulta che le operazioni dell’Isti­ tuto per oltre due terzi del loro numero riguardano mutui fino a L. 50.000.

Le trasformazioni di mutui ad interesse più basso di quello originariiamènte fissate ascendono sinora

a lire 17.580.960.

Sopra il totale dei mutui stipulati furono sin qui restituite lire 92.‘3 milioni e cioè 34.1 per ammorta­ menti semestrali 40,6 per restituzione anticipate e 17.5 per trasformazioni.

Nei 25 anni trascorsi è stata dunque molto cospi­ cua Ja cifra complessiva degli ammortamenti. Esso rappresenta il 33.40% del totale dei mutui stipulati, ed è ovvio ohe così forte proporzione rechi notevole -influenza neirabbreviare la durata media dei mutui e quella delle cartelle.

Aggiung-asli che detraendo la Suddetta somma degli ammortamenti e delle restituzioni anticipate in Lire 92.391.289,80 dal totale dei mutali Stipulati, 'Sii trova che i crediti ipotecari •dellTstiitato in essere al 31 di­ cembre 1915 arano 2.622 per Timporto. di L. 184.204,760 dai quali 1.473 pei' L. 94.8i0.394 con garanzia su fonda rustici, e 1.149 per L. 89.364.366 sopra fondi

urbani.

Di conseguenza il valore cauzionale originario di 580 milioni dii lire si- ridusse a 443 milioni di lire con una differenzia in più di 75 milioni di lire a confronto dell doppio dell’importo totale dlei mutui esistenti alia fine del 1915.

La percentuali© dèlie semestralità non riscosse è leggermente aumentata ned primi quattro quinquen­ ni : nieigii ultimi cinque anni invece la percentuale degli arretrati venne più che a, raddoppiarsi; e ciò in conseguenza degli scarsi raccolti (che fecero cre­ scere gli arretrati verso il 10 % dal 1911 al 1913) e del gravissimo conflitto europeo scoppiato nèSTagosto del 1914, al quale nella massima parte è dovuto il brusco rialzo degli arretrati nel 1915 al 15.88 % sul totale dfeille .somme dia riscuotersi.

Ldumento degli arretrati ha, ,natonalmente, de­ terminata una azione sempre più intensiva dellT- stituto nella riscossione dei suoi crediti : di conse­ guenza il numero delle procedure iniziale è andato via via' crescendo. Però nessun immobile nè rustico, nè urbano possiede ristitato ih dipendenza di aste giudiziarie.

La emissione di cartelle dèi tre tipi 4.50 4 e 3.50 % raggiunse, nei 25 anni dal 1891 al 1915, i:l numero 494.0000 per il valore nominale di 247 milioni d i line.

Nello stesso periodo di tempo le cartelle dei tre saggi, poste in circolazione, furono in numero di 459.445 per .Timporto nominale di L. 229.722.500. Di esse, 13.777 per L. 6.888.500 furono' date in paga­ mento dii mutui stipulati in cartelle; e 445.668 per L. 222.834.000 furono vendute daUTstituto.

Le cifre che seguono mostrano, in riassunto, il movimento generale delie cartelle fondiarie dei tre tipi 4.50, 4 e 3.50 % dal 1891 a tutto il 1915 ;

V alore nom in. Num. per lire Cartelle emesse . . . 494.000 247.000.000 si segue : Fino a L. -20.000 Da L. 20.500 a 50.000 Da L. 50.500 a 100.000 Da L. 100.500 a 500.000 Da L. 500.500 in su Lire 15.959.500 32.372.750 36.448.400 106.186.900 85.628.500 3.401 276.596.050 Cartelle s o r t e g g ia t e ... 143.849 71.924.500 Cartelle in circoli azione al 1°

g;en-. 11 aio 1916 ... 326.310 163.155.000 Cartelle emesse non , ancora col­

locate al 1° gennaio 1916 . . 23.841 11.920.500 494.000 247.000.000 I prezzi miedii quinquennali ottenuti nella vendita delle cartelli© furono:

Prezzo medio in ciascun anno del quinquennio :

A nni di em issione T jp o 4 .5 0 °/o T i p o i » /» T ip o 3 .5 0 % 1894-1898 . . 496 Lire 496 1899-1903 . . 514 496

_

1904-1908 . . — 507 488 1909-1913 . . — 507 487 1914 . — 490 484 1915 , 475 402 432

(5)

28 gennaio 1917 - N. 2230 L ’ ECON OM ISTA 77

oneri reali e debiti ipotecari a saggio (Tinteresse' su­

periore a quello dei prestiti medesimi.

Altra parte dei mutui è stata 'destinata alla estin­ zione'di passività di natura non reale, ma non fu possibile di procedere all’ ac cariameli t o sicuro di que­ ste,, perchè, nel più dei casi, non risultano da docu­ menti.

Tuttavia, anche ristretto al solo campo degli oneri

reali, il suo lavoro offre risultati di grande impor­

tanza economica e di sicuro vantaggio alla proprie­ tà fondiaria. Quella del Mezzogiorno, in ispecie,; sot­

tratta a. tassi d ’interesse vetramentle usurai. Così la chiara relazione del «ramni. Caliegari di­ rettore generale diellTstituto, pubblicata in occasio­ ne del 25° anniversario della creazione del provvido Istituto.

I v a g r a f i t e (*)

Fra le molte materie prime ò manufatte che, nel­ l’ora attuale di arresto o di chiusura dei coimme-rciió mondiale, hanno attirato l’attenzióne del tecnici e degli industriali, la grafite è una delle non meno importanti, tanto più -che l ’Italia occupa il terzo po­ sto fra le maggiori produttrici di essa.

Cenni storici e caratteristiche. — Quello che noi

oggi chiamiamo grafite è un mimerai© relativamen­ te da poco tempo conosciuto niella sua vera costitu­ zione e composizione : fu invece molto noto all’uma­ nità fino dai tempi preistorici, come lo confermano urne e vasi cinerari ritrovati nei sepolcreti di al­ cun© regioni di Europa, urne e vasi spalmati e de­ corati con grafite. Nei secoli precedenti il XVIII era opinione generalmente accettata ohe questo mine-, rate contenesse dlei piombo, per il fatto epe lasciava traccie sulle -pergamene e sulle carte e per l’analo­ gia del colore. Le denominazioni di piumbago e piombaggine -durano tuttora nel commercio, special- mente p-er indicare quei tipi di grafite che si usano per colorire le stufe in ferro, onde- la credenza an­ cora radicata nel volgo che si tratti di minerale di

piombo. Fu nella seconda metà dell secolo XVIII che ricevette da We renar il suó attuale nome di grafite dal greco ypi^hve fu Scbeefe che nel 1779 riconobbe contenere la grafite essenzialmente del carbonio.

Il minerale -grafite è costituito da carbonio puro e per gli studi d i Lavoisier, Te-n-nant, Mac Renale, Be-rtlielot e Moissan si -può definire una modifica­ zione allotropica -dle-1 carbonio di peso specifico da 2.09 a 2.3 e di durezza da 0.5 a 1 .

La grafite è uno dei minerali più frequenti e più diffusi nella serie delle roccie cristalline scistose o nelle roccie eruttive. Le u-ne- e le altre sono sempre le sóle che l’accompag-n-ano; non si trova mai in roc- c-ie sedimentarie n.on ancora alterate. In dipendenza della genesi si hanno i diversi modi di giacitura delie grafiti, i quali -po-sson-o essere così raggrup­ pati :

a) tascate, -ammassi irregolari, lenti, strati co­

me si presentano nelle miniere di Siberia, Baviera, Boemia, efcc.

h) filoni propriamente detti come nei Cumber-

land, Ceylon, India, ■Can-a-dà, S-tat-i Uniti.

c) impregnazioni nelle roccie incas-sànti dei gia­

cimenti d-e-1 primo e secondo gruppo. Esempi ■: gra­ fiti cristalline nei mirascìsti di Pensiiilv-ania e nelle Kinz-igiti di Calabria e deil Rielilese.

d) banchi e diffusioni grafitiche come in Stiria,

Giappone, Messico, Italia (Liguria © Alpi C-oz-ie).

Diffusione e produzione mondiale. — Mentre alla

fin-e dello scorso- secolo la produzione di grafite era specialmente dovuta all’Austria con le sue miniere di Boemia, Moravia e Stiria, all’isola di C-eylon e-d in molto minore dose alla Baviera ed allTtali-a, in questi primi teédii-ci anni del secolo presente' altri Stati entravano nell-a -produzione mondiale come il Canadà, gli Stati Uniti, il M-essic-o, i-1 Giapip-Oine, l’India, 1-e Colonie francesi specialmente c-on il Ma daga-scar.

Si- ha u-na idea dell-a diffusione delia grafite dal punto di vista .minerario e della produzione mon diale di essa dalla tabella seguente, tratta dal « The Min-era-1 Indù?: : y » p-eil 1914:

Produzione mondiale di grafite (in tonn. metrichej

Anni Austria Baviera |

Canadà Ceylon

(«) India Italia Giappone Messico<&) Svezia Stati Uniti («> Francia e Colonie 1900... 33.663 9.248 1. 743 19.168 1.859 9.720 94 2 561 84 1.799 1905... 34.416 4.921 491 31.134 2.361 10.572 209 970 40 1.933 — * 1906... 38.117 4.055 405 36.578 2.642 10.805 177 3.915 87 2.220 __ 1907... 49.425 4.033 525 33.027 2.472 10.989 103 3.202 33 2.080 __ 1908... 44.425 4.844 227 26.227 2.919 12.914 177 1.076 66 1 .-557 300 1909... 40.710 4.900 783 25. 995 3.182 11.583 284 1.704 26 5.875 320 1910... 33.131 7.415 1. 263 30.008 4.319 12.510 145 2.332 49 3.811 1.100 1911... 41.599 11.298 1.154 27.443 4.047 12.621 114 2.974 65 3.280 1.870 1912 ... 49.375 12.532 1.873 33.106 — 13.170 149 2.865 79 3.818 5.600 1913... 49.456 — 1. 961 29.277 — 11.1451 — 1.057 88 4.331 7.0 00 1914... — — 1.494 — — — | — . — — —

(a) Le cifre pel 1907, 1908, 1912 e 1913 son o esportazioni, (b) E sp orta zion i, (c) Grafite cristallina fino al 1909.

Per quello che riflette- la produzione italiana che i occupa -p-er quantità, il terzo posto della p-rodùzione ! mondiale ecco la seguente

T on n . tabella: T onn . 1900 . . 79.939 1909 . . . 95.362 1905 . . . 87.047 1910 . . . 96.083 ■ Ì906 . . . 98.951 1911 . . . 108.375 1907 . . . 1908 . . . 105.88994.732 1912 . . . 118.067

Negli ultimi otto anni sono i.n media circa 100.000 tonnellate annue di produzione.

Usi della grafite. — E’ da poco p-iù di quattro se­

coli che è cominciato l’uso della grafite in. due delle sue applicazioni fra lo più degne di nota: come quantità di consumo per quella che è usata per i crogioli, e come caratteristiche speciali per quella che serve alla confezione dei lapis. Oltre a questi gli usi della grafite andarono sempre più estenden- 1

(1) Da uno -studio niel-F « Industria chimica, mine­

raria e metallurgica » di E. Ridoni, nn. 21-24 del 1916.

dosi ed attualmente essa serve- non solo per i cro­ gioli, m a . per spalmare e spolverare le forme da fonderia, per il pulimento delle stufe, -per la lubri- b’r-ificazione a secco e ad umido, per colori e vernici antiacide' e antiruggine,, per la pulitura e, la confe­ zione delle polveri da sparo, serve in galvanopla­ stica -e nella fabbricazione dei carboni artificiali per i molteplici scopi elettrotecnici, -per la coni-posizione d i ’ blocchi e d-i mattoni refrattari da forni, ecc. Se­ condo un calcolo fatto dallo Girkel nel 1907 il con- ' sunto di grafite nel mondo -era così ripartito :

Crogioli e forme -per fusioni ed altri

scopi m e t a llu r g ic i...35 %

(6)

Pochi prodótti minerari hanno un carattere così intemazionale come la grafite. Essa è trovata in ogni paese in quantità praticamente notevoli, ma vice­ versa ogni paese dipende da vari altri pér ¡’approv­ vigionamento della grafite necessaria per le indu­ strie ohe la usano. Ai giacimenti nazionali di grafite di ogni paese è richiesta solo una piccola porzione del quantitativo totale consumata localmente. La ragione di questa speciale situazione è dovuta a va­ rie cause ohe possono così raggrupparsi : differenze nel carattere fisico della grafite, presenza di impu­ rità, tendenza conservatrice dei fabbricanti di artì­ coli di grafite. Questa tendenza è un fattore di gran­ de importanza per Io stabilire le condizioni del mer­ cato della grafite. La grafite .lamellare di Madaga­ scar, ad esempio, può per vari usi essere tallito con­ veniente quanto quella di Ceylon, come quella di Corea può essere impiegata per tutti quegli usi per i cfuali dia molto tempo ha la preferenza la grafite del Messico. Contro questa tendenza hanno dovuto andare forzatamente i fabbricanti austro-tedeschi in questi anni di guerra, durante i quali le prove­ nienze di Cieylon, Corea, Madagascar furono impe­ dite di entrare negli Imperi centrali, mentre prima della guerra ne 'erano forti consumatori. Con le grafiti di Baviera, Boemia, Moravia, Stiria hanno supplito al loro fabbisogno che, per gli usi metal­ lurgici, deve essere stata enorme. Ónde si può de­ durre che la tendenza conservatrice dei consuma­ tori, se può in parte spiegarsi con ragioni tecniche, in gran parte, però, deve anche attribuirsi a ragio­ ni di abitudine, ragioni ohe non solo i casi di forza maggiore, ma che un po’ di studio e buon volere do­ vrebbero saper' vincere, se ciascuno tendesse per

davvero ad avvantaggiare, a prodotti del proprio suo­ lo nazionale.

La g r a f i t e in It a l i a, — Abbiamo in Italia la gra­ fite in masse prevalenti soltanto nelle Alpi occiden­ tali, in Liguria e Piemonte, ed è qui dove da noi so­ no limitati fino ad ora i centri di produzione. Nelle restanti regioni italiane, fu ricercata in vari altri punti, ma con poco ò nessun risultato pratico: fu attiva solo una miniera, e per breve tempo, nella prima metà del secolo scorso nei comune dii Olivadi in provìncia dii Catanzaro, e ricerche senza conclu­ sione furono fatte a Levigitiani nel Monte Pisano.

L’origine delle'grafiti Liguri è nettamente organica sedimentaria e la genesi è attribuita a metamorfi­ smo pier locali azioni’; dinamiche td oveu tu aln tente a - metamorfismo di contatto; non pare abbia avuto azione il metamorfismo regionale. Di qui si vede an­ cora la ragione del limitato sviluppo della coltivar zinne e produzione della^grafite in . Liguria,, poiché non solo i banchi antracitiferi sono generalmente poco.potenti, ma non dappertutto si sono presentate quelle condizioni favorevoli per la loro grafìtizza- aione.

Di più antica data per lavoro e di maggiore im­ portanza per produzione sono b giacimenti del Pile- monte ed in special modo quelli delle Alpi Goiziie; nelle Alpi Ginaiiie e Pennino si trovano pure afflerà- menti grafitici di carattere differente da quelli,'delle Cerzie,■ e .ricerche si ebbero in Valle dell’Orco' ed a Coggiiola edi Ornavasso, ma finora senza pratica im­ portanza.

Produzione e commercio della grafite in Italia. —

I seguenti dati provano l’importanza assunta dalla produzione di grafite in Italia ed in specie nella p ro­ vincia di Torino.

Produzione di grafite in Italia.

A n n i

Produzione delle miniere in tonnell. Valore della produzione in lire Produzione 'totale Tonn, Valore totale —/ Lire Prov.

Genova • TorinoProv. CuneoProv. Genova Torino Cuneo

1 9 0 1 ... 673 9.640 23.555 272.500 10.313 296.055 1902 ... 1.120 8.090 ' — 33.600 146.070 — • 9.210 179.670 1903 ... 630 7.290 — 18.900 130.6107.920 149.510 IODI... 885 8.880 — 26.550 204.2409.765 230.790 1905 ... 1.371 9.201 — 41.130 218.84010. 572 259.970 1906 ... 1.365 9.440 — 31.395 282. 80010.805 314.195 1907 ... 3.280 7.709 — 82.000 235.955 — 10.989 317.955 1908 ... 4. 486 8.428 121.122 248.000 — 12.914 369.122 1909 ... 3.300 8.283 — 95.700 269.79611. 583 865.496 19 10... 3.350 8.840 320 100.500 274.190 9.600 12.510 384.290 19 11... 4.022 8.306 293 120.660 254.294 8. 790 12.621 383.744 1 9 1 2 ... 3.164 9.703 303 94.920 295.193 6.666 13.170 396.779 1 9 1 3 ... 2.645 8.116 384 79.350 240.720 8.880 11.145 328.950 1 9 1 4 ... 1.756 6.551 1 260 52.680 201.971 5.200 8. 567 259.851

Sopra un totale di. produzione in Italia dal 1901-914 dii tonn, 152.084 la provincia' di Torino, ossia il solo circondario di Pinerolo, ha ciato tonn. 118.477, pari ai 78 %, di fronte a tonn. 1560 della provincia di Cuneo (1 %) ed a tonn. 32.047 della provincia di Ge­ nova (21 %).

Il consumo in Italia è rappresentato dal1 31.6 % della produzione totale. Riportiamo nelle tabelle che seguono il totale defilile cifre per il movimento com­ merciale della grafite greggia dall’anno 1901 al 1914 ed il dettaglio per l’esportazione dal 1910 al primo semestre 1916 inclusi, come risulta dalle statistiche del Ministero delle Finanze:'

Importazione Esportaz Anni Tonnellate 1901 . . . . 102 7169 1902 . . . . 00 7098 1903 . . . . 63 7068 1904 . . . . 52 7341 1905 . . . . 107 6810 1906 . . . . 361 6904 1907 . . . . 267 7474 1908 . . . . 383 7009 1909 . . . : 140 8125 1910 . . . . 229 7647 1911 . . . . 216 7633 1912 . . . . 403 7785 1913 . . . . 567 8329 1914 . . ' . . 162 7589

Dettaglio dell'es por fazione dal 1900 al Io semestre 1916 incluso. Anni Germania Quint. Francia Quint, Gran Bretagna Quint. Altri paesi Quint. Totale Quint. ■ Valore Lire 1910 27.478 48.996 ___ 76.474 650.029 1911 32.495 — 43.834 — 76.329 648.796 1912 34.298 — 43.551 — 77.849 661.716 1913 38.036 — 45.25483.290 791.255 1914 43.193 — 32.69675.889 683. 001 1915 32.239 — 32.841 — 65.080 585.720 1916 (l°sem.) — 10. 661 16.750 2. 300 29.771 297.110 L’esportazione si è mantenuta, salvo lievi oscilla­ zioni, annulmente quasi costante. Di fronte alla pro­ duzione essa rappresenta il 68.4 % durante il perio­ do dii tempo considerato.

Evidente conseguenza della nostra guerra è la va­ riazione che si nota nel primo semestre del 1916, du­ rante il quale sono esportali in Francia e Gran Bre­ tagna quintali 27.411, che rappresentano il 92.2 % della esportazione totale nostra per questo semestre ed 1 4/5 delia media annua di esportazione in Ger­ mania nei sei anni precedente (quintali 34.623).

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in limiti assai ristretti, (media annua dal 1901-1914: a 2220) non così, come vedremo in seguito, quella dei lavori in grafite e quella dei carboni composti per [’elettrotecnica.

Per il periodo 19104914 la nostra esportazione tu medianamente così ripartita per quantità e qualità

f r a ! vari paesi: . . , t

Germania 45.6 % per tipi superiori da fonderia, Francia 22.7 % per tipi correnti da fonderia; Gran Bretagna 15 % per tipi correnti dia fonde-lla ’ Belgio 4.7 % per tipi correnti da fonderia;

Svizzera, Russia e Stati Uniti 12 % complessi­ vamente per tipi correnti da fonderia.

' Da questi dati vediamo come le grafiti italiane siano rappresentate' solo da tipi di secondo ordine e come tali esse vengono usate e valutate nel comr merciio II non grande sviluppo della nostra indu­ stria metallurgica non permetteva, piima della guer­ ra nè un forte consumo disile grafiti a basso tenore

di carbonio, nè alcun consumo di quelle un po mi­ gliori (70 % C.) spedite queste tutte in Germania, dove sappiamo che erano usate, miste con altre, anche per la confezione di crogioli dalla Casa Krupp.

Per chi era a conoscenza delle condizioni del no­ stro mercato e dei tipi delle grafiti italiane veniva­ no naturali lei domande : non possono essere portate al livello delle grafiti di primo ordine, superiori a,l- P80 % di C.? Qualora lo fossero, quale uè sarebbe

il consumo in Italia? ,

Con processi tecnici si possono ottenere per le gra­ fiti specialmente del Pimerolese, grafiti dal 7o all 80, 85 90 e 95 % di carbonio, con prezzi di costo tati da poter concorrere al (mercato dtelle corrispondenti

grafiti straniere. , .

Circa la seconda domanda, i dati seguenti relativi alla importazione dei « lavori di grafite », dei « car­ boni preparati per l’elettro tecnica » e d’ei « lapis », sono eloquenti.

Importazione dei lavori di grafite-e dei carboni per elettrotecnica.

A n n i 1910 . 1911 . 1912 . 1913 . 1914 . 1915 . 1916 , 1° seni.) Lavori di grafite

Carboni preparati per l’elettrotecnica

per lampade elettriche, ecc. per forni elettrici, ecc.

Quintali Valore in lire | Quintali Valore in lire

, 6.495 8.454 9.181 8. 695 T. 195 13.994 13.749 422.175 634.050 688.575 678.210 582.795 1.132.704 1 6 4 9 .8 8 0 4. 537 5.438 8.655 7. 984 12.362 7.387 8.103 204.165 174.016 276.960 279.440 432.670 258. 545 324.120

Quintali Valore in lire 9.296 9. 879 11.186 10.014 9.892 3.890 1.548 743.680 592.740 671.160 600.840 1.187.040 466. 800 216.720

Importazione dei lapin.

Lapis senza guaina Lapis con guaina Lapis di altra sorte An n i Pastelli Quintali Valore Lire Altri Quintali Valore Lire Lucidata o verniciata Quintali Valore Lire Lucidata e verniciata Quintali Valore Lire Quintali Valore in lire 1 9 1 0 ... 74 37. 000

_

___ ■ 4 2.400 49. 700 29. 400 3 750 779 891 1.290 368 467. 400 629. 700 903. 000 331. 200 245 61.250 60.000 20. 300 1914-... 50 25.000 9 4. 950 71 ¿yJy) 1 9 1 5 ... 28 14.000 2 1.100 42 1U1 37 1 9 1 6 ... (1° sem.) 7 4.200 5 !.£»• *JU\J

Prescindendo dalle cifre elevate del 1915 e del pri- ino semestre del 1916, elle risemtono e ri velano il pe- riodo della nostra preparazione e della nostra en­ trata in guerra, ^importazione in ogni ramo di quei materiali è tale da permettere lo sviluppo fra noi di industrie non disprezzabili anche senza voler© tener conto del possibile fiorire, dopo la gaieirra, da industrie nostrali non ancora molto sviluppate per i.1 passato, quali le elettrotecniche, le metallurgiche

e quella dei lapis. . . . .

Auguriamoci che il buon volere l’iniziativa d’in­ dustriali italiani vogliano approfittare dei prodotti del nostro suolo, migliorati, ove occorra, con meztzi nostri, e che la sapienza dei dirigenti nostri si ado­ peri, quando ne sarà il momento, a difendere equa­ mente le nuove possibili industrie dalla concorren­ za e dal « dumping » degli stranieri.____________ ^

NOTE ECONOMICHE E FINANZIARIE

Laboratori di scienze sperimentali in Italia ed all'estero

In una .riunione del Comitato scientifico-tecnico tenutosi dì recente a Minano fu votato un ordine del giorno nel quale, fra altro, si affermò la necessità « che il problema dei laboratori scientifici venga ri­ solto rapidamente., dedicandovi, secondo l’es'empio dei paesi - tecnicamente più progrediti, tutte le som­ me necessarie, di cui le attuali sono quasi sempre una frazione irrisoria ».

L’esattezza di qu^ ta ùltima affermazione risulta evidente appena si confrontino le dotazioni degli Isti­

tuti: scientifici italiani con quelle dei corrispondenti Istituti dii paesi esteri ¡e specialmente dell’Impero ger­ manico.

Limitandosi ai laboratori di' Chimica generale e d;i Fisica sperimentale, si trovano per l’Italia le se­ guenti cifre :

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Per la Germania invece troviamo Le seguenti cifre: U niversità Istituti di chim ica F isica sperim ent.

* (esclusa 1» chim .-farm .) Berlino . 76.500 (2 istituti) 30.300 Bonn 28.800 16.300 Breslau 21.000 14.000 Güttingen . 33.000 (2 istituti) 17.000 Greifswald . 19.200 8.200 Halle a S. .. 23.010 10.400 Kiel . 27.600 10.100 Königsberg . . , 16.400 9.500 Marburg 13.300 10.800 Münster i W. . 11.100 9.400 Monaco i. B. , , — — Erlangen 30.000 14.600 Würzbarg . — — Lipsia . . . 95.000 (3 istituti) 41.800 Tübingen 4 1 /0U 19.900 Heidelberg . 22.000 5.500 Freiburg i B. 16.000 6.300 Giessen , , 18.300 4.000 Jena 26.000 8.300 Rostock . 20.300 10.500 Strasburgo . • _ 35.700 16.200 Totali 576.600 263.100 La media delle università è di marchi 640.000 e 290.000.

Da questi numeri sii , vede che, la medliia -degli Isti­ tuti italiani è per la fisica circa un quarto, e per la chimica circa un quinto, ad un sesto di quella, dei corrispondenti Istituti tedeschi.

La sproporzione diventa ancora maggiore se si consideri cih.e -gli istituti germanici acquistano stru­ menti scientifici -e,prodotti chimici, tu-tti preparati in paese, a prezzi di gran lunga inferiori a queliti che dovevano pagare gli istituti italiami, che tutto o quasi importavano dalla ' Germania stessa o comun­ que da-lTeste-ro.

Si tenga conto ancora -che- gii istituti scientifici te­ deschi non acquistano sulle loro dotazioni che i po­ chi libri strettamente necessari alile manipolazioni di laboratorio, mentre tutti i libri e periodici di ca­

rattere scientifico vengono acquistati dalle- biblio­ teche centrali, universitarie.

Del resto se lai Germania è alla testa, altri Stati anche minori hanno sentito il bii-sognoi di dotare ric­ camente gli- istituti sperimentali.. Ecco, 1 diati che si riferiscono alle università olandesi:

U niversità Chim ica generale Fisica speriment F iorini

Totali generali . 800.000 360.000 Media per Univ. (21). 30.000 17.200 » per Istituto (25) 31.700 ' --Amsterdam . 24.000 12.000 Utrecht 10.600 6.0110 Leida . 16.700 9.400 Groningen . 25.100 4.500 Totale 76.400 31.900 Pari a lire 159:400 67.000 Il ohe significa che l’Olanda oo-n quattro universi­ tà, spende quanto T ito la c-he ne ha sedici per gli istituti di fisica, e una volta e mezzo di -più per i la­ boratori di chimica.

Nei paesi ora nostri alleati i laboratori e dotazioni sono stati -per mo-lt-o tempo assai inferiori : ora è ve­ nuto il risveglio, ed i,n Inghilterra ed in Francia si fanno -enormi sforzi per riguadagnare il tempo per­

duto. ,

Mercato egiziano e commercio d’esportazione italiano

In un recente pregevole rapporto della Camera di Commercio inglese in Egitto sul commercio egiziano in generale e sulla probabilità di -espansione del com­ mercilo inglese in particolare, -sono. contenute im­ portanti notizie che si ritiene opportuno di rilevare e completare per norma dei, nostri esportatori per cercare di aumentare il commercio- italiano con quei mercati e di sostituirvi i prodotti che- prima della guerra venivano importati dalla Germania e dal- rAustria-Ungheria.

Fermiamo ¡’attenzione sugli articoli maggiormen­ te prodotti in Italia:

Tessuti di cotone grezzo imbianchiti. — Attual­

mente provengono in misura principale dall’Inghil­ terra (Manchester) piccole partite sono pure impor­ tate dalla Francia e dallTtalia. Gli importatori ven­ dono -ai negozianti indigeni contro tratte di tre o

quattro mesi, che in effetto si estendono a cinque o sei mesi. L’imp-o-rtazione di tale articolo è di una cer­ ta entità e dato il suo consumo la nostra esporta­ zione potrebbe certamente svilupparsi.

Calicò stampati. — Sono importati’ priniciipialmente

daUTngh-iilt-erra ed in piccola parte dalla Francia e dalla Svizzera. L’Italia e i’Au-stria-Ungh-eria ,a,vie- vano- quasi monopolizzata T importazione- delle la­

ncile di guisa che i nostri esportatori potrebbero no­

tevolmente sviluppare il loro commercio non solo sostituendosi nel momento- presente a,i fabbricanti austriaci, ma anche col vendere le specialità fino, ad o-gg'i di imp-ortazione esclusiva dall’ Inghilterra e dii altri paesi europei. Per tali forniture è normalmem- te concesso un credito da 5 a 6 mesi.

Tessuti colorati lisci ed a fantasia. — L’importa­

zione d,i questo articolo è negli ultimi anni molto au­ mentata e per Favvenire promette di- raggiungere maggiori quantitativi. L’Italia aveva già il primo posto in queste -importazioni, seguite- immediata­ mente daH’Austrìa e dalla Germania. Data la no­ stra buona posizione sui mercato non dovrebbe es­ sere difficile aii commerci ant-i italiani di aumentare le loro importazioni sostituendo quelle , che-in -passa­ to provenivano dall’Austria -e da-lla Germania, i Filati di cotone semplice e filati ritorti. — L’im­

portazione ' dei primi- è quasi esclusivamente fatta dall’India. Però è bene notare che nel commercio dei filat-i ritorti la nostra impoirtazion-e è molto lontana dall’aver raggiunto il massimo -e perciò le quantità vendute potrebbero -essere molto aumentate. Nei con­ tratti -si usa accordare un credito di tre mesi.

Maglierie in genere e maglierie di lana. — Per le

maglierie in genere, la domanda è in costante pro­ gresso, specialmente! per gii articoli a buon mercato. Il più serio concorrente alTimp-ortazi-one europea è il Giapip-one : i quantitativi provenienti dalTItali-a sono piuttosto esigui. Le maglierie dì lana, -prima della guerra, provenivano nella maggior parte dalla Germania ed erano -preferite specialmente per di loro basso prezzo e per i colori a fantasia; ¡L’Italia stu­ diando -più accuratamente le necessità del mercato e cercando di soddisfare i-1 gusto degli indigeni po­ trebbe ampliare le sue vendite normali -sostituendo­ si per molti articoli alFimportazione tedesca.

Abiti confezionati. — Fino a qualche anno fa que­

sto commercio era completamente nelle mani del­ l’Austria, . quantunque parte dei tessuti impiegati provenissero dall’Inghiiliterra. E’ questo un genere di commercio molto importante, il quale in. avvenire si svilupperà maggiormente con il progressivo inci­ vilimento delle classi indigene. Recenti comunicazio­ ni dei nostri regi uffici in Egitto hanno richiamato l’attenzione dei nostri esportatori sulTargom-ento. Ora ci sembra opportuno osservare che, dato il con­ fortante sviluppo raggiunto dalla nostra industria laniera, una forte esportazione dall'Italia di tale -ar­ ticolo oltre ad essere discretamente rimunerativa, sa-' rebbe anche molto utile per l’economia del paese.

Scialli di cotone misto a lana colorati fantasia■ —

Anche questo commercio molto notevole è in conti­ nuo progresso. Prima della guerra esso era quasi monopolizzato dalla Germania. I nostri fabbricanti potrebbero perciò con sicurezza avvantaggiarsi delle circostanze attuali.

Colli e camicie. — Pure questi artico],i erano in

passato importati quasi esclusivamente dalTAustria e perciò valgono anche per essi le considerazioni svòlte avanti.

Lanerìe. — Provengono quasi tutte daUTngMlter-

ra. Anche le nostre fabbriche potrebbero però bene introdursi tenendo conto ohe il consumo è in conti­ nuo aumento e ohe per gli articoli inglesi si lamen­ ta il difetto dell-lia poca varietà dei disegni -e delle tinte, per '-solito troppo scure.

Mobili. — La principale importatrice è lTng’hil-

terra. Anche i nostri -prodotti però arrivano in Egit­ to in discreta quantità, -ma a -parità dii condizioni viene preferita la manifattura inglese e perchè più accurata nella -esecuzione. Prima della -guerra l’Au- stri-a era Tunica importatrice dei mobili di legno curvo e perciò anche per questo articolo il mercato è rimasto libero all’attività di nuovi oan-oorren-ti.

(9)

28 gennaio 1917 - N. 220 L’ ECON OM ISTA

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da esperti viaggiatori con ricchi campionari, di ri­ mettersi per il credito alla discrezione degli agenti locali di tenersi in più intimo contatto con le hall- che egiziane e di far proteggere con la registrazione le proprie m a r c h e . __________________

EFFETTI ECONOMICI DELLA GUERRA

Spese di guerra in Francia. — E. Thèry pub­ blica nell’Economiste Europèen, uno studio riguar­ dante le sipese di guerra in Francia e ì provvedi­ menti adottati per far fronte a queste spese.

Un'accurata relazione, che il sig. Aimond ha pre­ sentato al Alenato a nome della Commissione delle finanze permette di rilevare il formidabile sforzo fi­ nanziario dovuto compiere finora dalla Francia per f a r f r o n t e alle spese di guerra. . .... ,. Ecco l’aumento particolareggiato dei creduti aperti dal Governo per ip varie leggi votate dalla Camera e dal Senato:

Spese autorizzate dal Parlamento dal 1° agosto 1914 al 31 dicembre 1916.

Natura delle spese Spese militari. . . Debito pubblico . . Assistenza sociale . Spese diverse . . . Totale ultimi

i del 1914 anno 1915 anno 1916 Spese totali 5.867 (in milioni di 15.765 franchi) 23.661 45.293 60 1.900 2.999 4.959 495 2.711 3.290 6.496 167 2 428 2.394 4.899 6.589 22.804 32.344 61.737 1.318 1.900 2.695 2.128 Media mensile. .

Su 61 miliardi, 737 milioni di crediti aperti per questo periodo di 29 mesi, 45 miliardi e 293 mjhom riguardano le spese militari propriamente dette, vaie a d'ire circa il 73 % delle ■spese totali. Le spese di assistenza *e di solidarietà sociale e quelle dei de- bili contratti in occasione della guerra si sono ac­ cresciuti in una proporzione presso a poco uguale alle spese d’ordine militare propriamente dette. Sa­ rà lo stesso per il 1° trimestre 1917 di cui il totale Generale dii crediti aperti, come abbiamo visto, si eleva a 8 miliardi, e 539 .milioni di franchi per l’in­ sieme dei servizi, cioè una media mensile di 2 mi­ liardi e 816 milioni contro 2 miliardi e 695 milioni per la media mensile dal 1916, e 1 miliardo e 900 milioni per quella del 1915.

Ecco con quali risorse sii è potuto far fronte a questi straordinari bisogni.

Introiti realizzati dal Tesoro francese dal 1° agosto 1914 al 31 dicembre 1916.

Milioni di franchi Debito c o n s o l i d a t o ... ■ 21.626 Id.. fluttuante . \... - 15.321 Anticipazioni della Banca d,i Francia . 8.600 Id. della Banca d ’Algeria . . . . 120 — - ‘ ---— ... 2.094 ,

Il Governo svedese nominò una Commissione per indagare sulla disponibilità dello zucchero e per lo studio dei provvediimenài da adottarsi in

conse-guenza-, , ,

Secondo il riferto di detta Commissione, la quan­ tità di zucchero disponibile dal 1° novembre 1916. al 31 ottobre dei 1917 non supererebbe le 122.400 ton­ nellate, mentre nel 1915 il consunto è stato di ton­ nellate 152.300. Delle 122.400 tonnellate disponibili, saio 75.000 possono essere vendute a privati, do­ vendo il resto essere riservato per l’esercito, le in­ dustrie, le farmacie, ecc. Ciò corrisponde a circa

13 chilogrammi per abitante. .

La vendita ai privati è fatta contro presentazio­ ne di cedole (due per mese dii mezzo chilo per cia­ scuna) da distaccare da una tessera e ai-locali pub- bMei e alle industrie, dietro speciali domande da approvare, volta per volta, da un ufficio che la com­

missione istituirà a tal uopo. '

Nel dicembre scorso i privati ricevettero 2 cibili di zucchero,-invece d‘i uno. Le tessere sono indivi­ duali e sono • distribuite per mezzo dei proprietari derie- abitazioni. La vendita continuerà, per quanto sii a possibile, a farsi, senza perturbare gli attuali rapporti fra i negozianti e consumatori ,

Le spese dell’ufficio centrale (ufficio di distribu­ zione d e l l o zucchero) e degli organi suoi nelle sin­ gole provincie sono coperte con un lieve rincaro nel prezzo dello zucchero ed anche colla vendita dii un certo numero di coside-tte «tessere dii lusso», il lu- tore delle quali ha diritto dii comperare zucchero in quantità un po’ .maggiore di quella fissata,, sempre- chè paghi, oltre al prezzo della merce, una corona di più per ohilogir.amma.

La commissione ha inoltre proposto che il Gover­ no commini pene contro chi venda zucchero abusi­ vamente e contro ctii, nella distribuzione delle tes­ sere, non si attenga alle norme prescritte.

Il regolamento per la vendita dello 'zucchero e specialmente interessante perchè costituisce il pri­ mo passo verso il razionamento delle derrate ali­ mentari per il consumo interno. __ _ _____

FINANZE DI STATO

Debiti a termine

Totale dei debiti contratti . 47.761 9.328 57.089 Totale generale

Il debito consolidato comprende il prestito al 5% del 1915 (11.992.200.000 ir.), e il prestito al 5 % del 1916 (9.703.371.000 fr.).

Il debito fluttuante si compone di 11 miliardi e 591 milioni di franchi di boni della Difesa nazionale, di cui 391 milioni sono serviti a rimbosare i boni or­ dinari del Tesoro; 3 miliardi e 960 milioni di buoni pagati all’estero e 164 milioni dei fondi particolari delle tesorerie generali.

Sulle anticipazioni della Banca di Francia e dalla Banca d ’Algeria non c’è nulla da rilevare; ¡in quan­ to ai debiti a termine, questi sono aumentati dii 2 miliardi e 94 milioni sui quali 1 prestiti fatti negli Stati Uniti e le anticipazioni delle principali Banche di New York figurano per un miliardo e 761 mi boni.

Regime per lo zucchero in Svezia. — Da un co­ municato della R. Legazione d’ Italia a Stoccolma rileviamo le norme regolamentari per la vendita dello zucchero, discusse ed approvate dal Consiglio dei Ministri svedese e andate in vigore dal 1° no­ vembre u. s.

Prestito unificato fra gli Alleati

EcLmond Thèry suggerisce una soluzione ardita delle condizioni alle quali sarà fatta la liquidazio­ ne dei debiti immensi contratti dagli Alleati du­ rante le ostilità: L’economista francese immagina che gli Allenti senza nessuna eccezione, dial Monte- negro aUTngbilterra, fonderanno i loro debiti ri­ spettivi! in un gigantesco prestito unificato, garan­ tito dalla solidarietà degli Stati alleati. Inutile — scrive egli — di discutere oggi il capitale ed il tipo deil prestito intemazionale, basta indicare che que­ sto nuovo prestito sarà emesso ed amministrato da una Classa speciale il cui direttore dovrà essere no­ minato dagli Allearti. Come funzionerà questa cassia? Ogni nazione alleata riceverà la frazione del pre­ stito internazionale corrispondente ai suoi1 debiti e indennizzi di guerra e questa frazione servirà al Governo per convertire al pari — titolo contro tito­ lo — i prestiti di guerra emessi all’interiore e poi per liquidar© i danni di guerra grazi© agili anticipi o alla realizzazione dei titoli d©ll prestito' intemazio­ nale concessi per questo scopo. I prestiti contratti durante lé ostilità, in paese neutro sarebbero liqui­ dati direttamente dalla cassa del gruppo alleato.

■Ogni nazione sarebbe responsabile rispetto agli Alleati della fraziono del prestito internaaionalte at­ tribuitele -e sarebbe debitrice- ogni trimestre d'oli’am­ montare degli interessi e dell’ammortamento corri­ spondente alla sua quota-parie di Debito^ Unificato.

L’unità di liquidazione dei debiti e dei danni di guerra delle nazioni Alleate avrebbe come conse­ guenza di vendere i titoli del' Debito Unificato ne- goiziatìilli su tutti i mercati finanziari alleati e ob­ bligherebbe ogni Stato Alleato a pagare alla cassa speciale le sue quote trimestrali con la sua moneta nazionale presa a l-p a ri deli’oro. Infine1 e recipro­ camente i « coupons » d'imteresse èd i titoli ammor­ titi sarebbero pagati in tutti i Paesi deUTntesa con la moneta nazionale del paese dove, avrebbe luogo Topèirazione che sarebbe accettata a parità dell oro.

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