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La Stampa Sportiva - A.03 (1904) n.41, ottobre

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Academic year: 2021

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(1)

LA S T A M P A

a A I Ippica - Atletica - S e h e r m a

Ginnastica - Cassia - T i f i - Podismo Giaoehi Sportivi » V a r i e t à o MI/ . . Automobilismo « Ciclismo A l p i n i s m o - Areostatiea I g n o t o ~ C a n o t t a g g i o - Y a c h t i n g « e / 5 A 0

S P O R T I V A

Ssce offrii Domenica in 16 pagine illustrate. (Canio corrente cella Pesta).

DIRETTORI: NINO Q. OAIMI E AVV. CESARE GORIA-GATTI - REDATTORE-CAPO: GUSTAVO VERONA

A B B O f l R NIENTI

A t x i l o Iv. S - E s t e r o ! . . IO On Numero

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Per t r a t t a t i v e rivolgersi presso

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è stata vinta dai PNEUMATICI

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assegnandosi così per la terza

volta questa brillante vittoria.

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La II

a

Esposizione Internazionale d'Automobili

T O R I N O - 7 > 2 2 G e n n a i o , 1J > 0 - T

Un anno appunto in questi giorni, uscivano sulla Stampa Sportiva i primi cenni del progetto di tenere in Italia una prima Esposizione auto-mobilistica internazionale, sull'esempio di quelle che con crescente successo si svolgevano da pa-recchi anni a Parigi.

L'idea germogliata nella ristretta famiglia degli intimi del nostro giornale, e quasi timidamente esposta, prendeva gradatamente sviluppo e im-portanza e si trasformava, col patrocinio dell'Au-tomobile Club di Torino, coll'aiuto dell'opera di un nucleo di volenterose personalità e col favore della gran maggioranza della classe industriale e commerciale italiana, e toccava vittoriosamente una insperata realizzazione con quella riuscita mostra, inaugurata il 4 e chiusasi il 20 feb-braio scorso, lasciando ricordo così gradito di sè nel pùbblico e risultati cosi proficui e indiscuti-bili nel campo pratico.

Il « Salon » di Torino fu per molti una rivela-zione dello sviluppo preso dall'automobilismo nel nostro paese, fu per tutti una delle più eloquenti e utili dimostrazioni della rapida e meravigliosa evoluzione compiuta dall'industria automobilistica.

* *

Il vivo desiderio e rimpianto lasciato dalla prima Esposizione, il completo successo da essa avuto, la larga corrente d'affari che vi trovarono quanti vi parteciparono, dovevano facilmente tramutare in ferma decisione quello che non era stato che un lontano desiderio dei primi promo-tori della mostra promo-torinese : renderla cioè annuale, assicurando al mercato automobilistico italiano questa favorevole occasione per lo scambio dei contratti e delle idee, e dando al pubblico un mezzo sicuro di giudicare ed apprezzare e con-frontare le novità e i progressi che le varie marche preparano in ogni stagione.

E la Prima Esposizione Internazionale d'Auto-mobili di Torino chiudendosi dava a tutti il cor-diale arrivederci alla Seconda Esposizione del 1905.

* • •

Ed ora è venuto il momento di cominciare a parlarne di questa seconda Esposizione e sopra-tntto di cominciare a lavorare al suo buon esito.

La Commissione permanente nominata dai due enti che hanno la responsabilità e l'iniziativa del-l'Esposizione — la Stampa Sportiva ed il Club Automobilistico d'Italia di Torino — composta del sig. conte E. di Briclierasio, avv. Goria-Gatti, cav. A. Rostain, conte Gastone di Mirafiore, ca-valier avv. L. Scarfiotti e cav. Nino G. Caimi, ha condotto a termine già varie pratiche concernenti l'ampiamento dei locali, il patronato reale (che certamente sarà conservato alla Mostra torinese) e la costituzione del Comitato d'onore e del Co-mitato esecutivo. A far parte del CoCo-mitato d'onore sono stati chiamati i Presidenti delle Società au-tomobilistiche italiane ed estere, e alcune ben note personalità come il Prefetto di Torino, revole senatore Frola, Sindaco di Torino, l'ono-revole conte Biscaretti di Ruffia, l'on. Teofiio Rossi, presidente della Camera di commercio, il conte Marchioni, il corani. F. Johnson, direttore generale del Touring-Club Italiano ed i rappre-sentanti dei maggiori giornali sportivi italiani ed esteri, che certamente anche quest'anno daranno il loro prezioso ed autorevole appoggio per la buona riuscita della II Esposizione.

Fu stabilito che il Comitato esecutivo fosse composto di 15 membri come l'anno scorso ; però per il grande incremento che in Torino ha preso l'industria automobilistica, molto maggiore di quello era il numero delle persone che avrebbero potuto portare in seno al Comitato il tesoro delle loro cognizioni pratiche ed il tributo della loio operosità feconda. Si decise perciò che ogni membro della Commissione permanente doveva proporre cinque nomi, dai quali, chiusi in appo-sita urna, ne sarebbero stati estratti 9; e così nella seduta del 28 settembre fu fatto, ed i nomi estratti delle persone che insieme alla Commis-sione permanente formano ii Comitato della 2" Esposiziono furono i signori cav. G. Agnelli, cav. Grosso-Campana, marchese A. Ferreri di Ven-timiglia, conte G. Fossati-Rayneri, cav. ing. A. Ce-riana, Giovanni Ceirano, Giovanni Gagliardi, Mario Montò, cav. Carlo Girard. Il Comitato si riunirà il 7 ottobre e procederà alla distribuzione delle cariche, all'approvazione del regolamento-programma, che verrà immediatamente lanciato in tutta Italia ed all'estero.

Alcuni hanno osservato come la data dell'Espo-sizione fosse un po' troppo anticipata e la stagione troppo rigida. All'osservazione noi rispondiamo che due ragioni essenzialissime ci hanno fatto an-ticipare la data e portarla al 7 gennaio 1905. La prima ragione è perchè la nostra 2" Esposizione non coincidesse coll'apertura della la Esposizione Internazionale di automobili di Berlino, il di cui Comitato ci scriveva di non poter anticipare nè posticipare l'apertura perchè soltanto in febbraio

poteva aver a disposizione i locali occorrenti, di proprietà del Governo tedesco.

La seconda ragione è quella che la nostra Espo-sizione ha uno scopo eminentemente commer-ciale; come scrivevamo più innanzi essa funziona come un grande mercato automobilistico, in essa si stipulano i contratti di vendita, in essa il com-pratore trova un indice sicuro che lo guida sulla scelta dei nuovi modelli; le Case espositrici pos-sono mostrare i perfezionamenti adottati, la

pre-Gii escursionisti Ossolani alla vetta dell' loderkorn (m. 3040). (Fot. Lossetti). cisione, la regolarità e l'eleganza delle nuove co-• struzioni tanto tempo innanzi quanto se ne richiede

per poter soddisfare nello spazio di tempo che an-cora ci separa dall'inizio della buona stagione alle molteplici ordinazioni che certamente rice-veranno. La 2a Esposizione internazionale di auto-mobili inaugurata in marzo, dopo quella di Ber-lino, sarebbe stato nn controsenso, in questo mese le officine già lavorano a preparare le vet-ture ordinate, i contratti importanti sono conclusi,

Oli escursionisti Ossolani al Colle del M. Moro. (Fot. Birocchi). il carnevale che incorre quest'anno in marzo sa-rebbe stato un diversivo potente, le signore stanche dai veglioni, e dai balli, la folla attratta dal carnevale delle piazze avrebbe disertata la Esposizione. In gennaio invece i locali delle Belle Arti al Talentino ad onta di tutti i freddi sa-ranno una serra fiorita, nn ambiente tepido e profumato, delicatamente voluttuoso, ed a ren-derlo un sito di vera delizia contribuirà pure una orchestra di Dame viennesi con le quali il Co-mitato è già in trattativa per scritturare.

Le benemerite Società dei Tranvays di Torino organizzeranno nn servizio speciale da piazza Castel! o fino all'ingresso dell'Esposizione, ed al-lora ehi potrà mancare di visitare le eleganti sale dell'Esposizione? Questa cosa è già stata ca-pita, ed infatti appena annunziata l'Esposizione, prima ancora che il relativo programma fosse di-ramato, già cominciarono a pervenirci domande di spazio ed inscrizioni; fra i primi possiamo con-tare tutte le case costruttrici di automobili di Torino, Reinach di Milano, Ducato e Rodellone pure di Torino, Willian e C. della Germania, il Sindacato di Bowdon, di Parigi, ecc.

Oli escursionisti Ossolani sulle Alpi Lepontine

La giovane e fiorente Società degli escursionisti ossolani, con sede in Piedimulera, ci dà m o t h o ancora una volta di richiamare su queste colonne l'attenzione della grande famiglia degli sportsmen

Salutiamo con grande compiacenza e simpatia lo sviluppo rigoglioso di codesto sodalizio, degno

ausiliario del Club Alpino nella propagazione della fede alpinistica, novella energia e prezioso coefficiente di ulteriore progresso per la causa dell'alpinismo popolare ed economico. La Escur-sionisti ossolani conta attualmente 370 soci, ed è con mirabile attività che cerca di spingere questa falange d'animosi sulle vie dei monti alla con-quista di emozioni gradite, di insegnamenti pro-ficui e di vantaggi igienici.

Numerose furono ie escursioni compiutesi in questo periodo del 1904 e fra le più interessanti segnaliamo l'ascensione al Joderkorn, ni. 3060, che raccolse nel dì 8 settembre, su quell'eccelsa vetta, un gruppo di 20 e più escursionisti.

La Escursionisti ossolani, per l'occasione in cui l'Ossola aprirà all'Italia e alle nazioni una nuova via attraverso il Sempione, ha deliberato d'invi-tare, in epoca determinata, tutte le Società alpi-nistiche dell'Italia onde partecipare ad una grande gita in quella splendida regione delle Alpi Le-pontine.

Con recente decreto reale è stato nominato ca-valiere della corona d'Italia il nostro amministra-tore ragioniere

P A S Q U A L E L U P O .

Questa onorificenza, mentre premia l'uomo in-telligente, il lavoratore buono e coscienzioso, che con tanto zelo cura la diffusione del nostro gior-nale, costituisce un nuovo attestato del come sia apprezzata l'importanza della Stampa Sportiva.

Questa distinzione al capo della nostra ammini-strazione, che a pochi mesi di distanza tiene dietro a quella conferita al nostro giovane direttore, riesce di gioia per noi che vincoli affettuosi ci le-gano da lungo tempo al Lupo, e torna gradita e lusinghiera a tutti i numerosi amici ch'egli eonta nel mondo commerciale. A nome di tutta la reda-zione ed amministrazióne rivolgiamo all'ottimo compagno di lavoro le più sincere congratulazioni per la meritata onorificenza, certi di interpretare con ciò pure i sentimenti di tutti gli amici della Stampa Sportiva. La Direzione.

Campionato provinciale di marcia a Vercelli

L'attività della società Pro-Vercelli è vera-mente encomiabile e poche sono le società che si adoprano in tal modo per l'educazione fisica.

Ora sta organizzando il campionato ciclistico pel circondario di Vercelli (data 16 ottobre). Do-menica scorsa poi sulla pista del piazzale Conte di Torino si effettuava il campionato provin-ciale di marcia km. 20 pure indetto dalla Pro-Vercelli.

Malgrado che la pioggia cadesse a dirotto rea-dendo il terreno molle, sdrucciolevole e faticoso il cammino, i concorrenti smaniosi di misurarsi, vollero ad ogni modo che si svolgesse la gara e così la partenza fu data alle ore 17. Dopo una vivacissima lotta sostenuta fra i tre favoriti, A valle, Servetta e Valiamo, con bellissimo scatto distaccando di un buon tratto i suoi forti avver-sari, riusciva a conquistare il titolo di campione provinciale il giovane Carlo Servetta, che tenne alti i colori della Pro-Vercelli di cui è socio. Egli conta appena sedici anni; è di media sta-tura, snello, di colorito bruno. La sua marcia è bella, facile ed elegante, e come tipo di marcia-tore si avvicina di molto al Rovida ed al Singer di Milano. In lui si preconizza un futuro cam-pione del podismo poiché è dotato di ottime qualità per ben riuscire. Al campionato piemon-tese ove facilmente parteciperà spera di ricon-fermare il suo valore. A percorrere i 20 km. ha

Carlo Servetta, campione provinciale di marcia. (Fot. Boeri, Vercelli). impiegato ore 2.3', tempo splendido, date le con-dizioni in cui si è svolta la gara. Dietro il Ser-vetta si piazzava secondo il signor G. Vallania, 3" Legnazzi, 4° Moroni, 5° Bologna, 6° Deortis.

(4)

Il tii*o al piccione a Cobourg

SflROLÉfl

Motocicletta trionfatrice anche nel 1904

Rappresentanza per l'Italia s

MILANO

- S E C O N D O P F ^ H T I • Via Cesare Correnti, 8

1 concorrenti al Grand Prix — Nel centro Marcel Avril vincitore del tiro. Lo stand

Il tiro a volo è uno degli esercizi sportivi in cui i francesi si specializzano sempre più. Se però in Francia non esistono ancora i veri cam-pioni mondiali del tiro a volo, vi si organizzano le più importanti gare internazionali. A Nizza, ad Aix-les-Bains, a Cobourg, ecc. esistono stands mondiali che raccolgono quotidianamente i più famosi fucili d'Europa e d'America.

Ultimamente a Cobourg ha avuto luogo una importantissima riunione, il clou della stagione, il cui successo ha superato ogni previsione dei

più ottimisti.

Quello di Cobourg è uno degli ultimi stands inaugurati in Francia; provvisto d'ogni confort più moderno, esiste da due anni e promette di divenire uno fra i più importanti d'Europa. Ed i più importanti premi vi saranno disputati nel 1905. Abbiamo detto che i più famosi fucili hanno

del tiro al piccione di Cobourg durante il Congresso In te. già sparato nello stand di Cobourg ed infatti le cronache sportive hanno susseguentemente regi-strato la presenza dei campioni europei ed ame-ricani: Duchat d'Aubigny, conte di Vaussey, Journu, Georges Menier, conte d'Aubigny d'Assy, John Maurel, G. des Cliaux, Marcel Avril, vinci-tore del grande premio, conte d'Havricourt, Ray-mond Huet, Dursus de Courcy, Duquesne, Clé-ment Béthune, de Babet, G. Pellerin, barone H. de Rotlischild, de Gilles, barone de l'Epine, P. de Thezy, Jacques Merlin, ecc., tutti francesi ; W.T. Watkins, Haydon, inglesi; Mazourine, russo; conte Stany e principe Poniatowski, polacco; conte di Robian e capitano Vernon, belgi; Justo Saavedra, argentino; Wadsworth Rogers, Critenden Robin-son e capitano EmerRobin-son, americani; Rincon Ga-lardo, messicano.

Per avere un'idea dell'importanza di

quest'ul-tima riunione tenutasi allo stand di Cobourg basterà dire che furono uccisi circa 10,000 pic-cioni e sparate 20,000 cartuccie. La regina della Normandia, dove ultimamente il tiratore Avril vinceva il Grand Prix di 5000 franchi, diviene così, in breve tempo, centro importantissimo di sport, annoverando uno dei più ampi, più ele-ganti stands d'Europa. La Stampa Sportiva non poteva lasciare passare inosservato questo avve-nimento francese, e pubblica oggi due grandi vedute del tiro di Cobourg.

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1. Aonoré Rostan, vincitore della coppa. - 2. Marina Renard, riuscito terzo. 3. Dellapiana, riuscito secondo. (Fot. F. Palumbo, Nizza).

Concorso di bocce a Nizza

Una grande gara di giuoco di bocce s'è dispu-tata domenica ultima tra i più forti campioni di Nizza.

Il concorso, che era organizzato dalla So-cietà del Pounc-glub sotto il patronato dei gior-nali Petit Bifois ed Bclaireur, è stato molto in-teressante, essendo intervenute quasi tutte le società sportive.

Dopo due giorni le partite sono finite, e la Coppa, bellissimo lavoro artistico, è stata vinta dal sig. Houvré Eostan, appartenente al Girelling-Glub. F. P.

Quel/i cfje vanno a piedi

Avrei potuto più brevemente dire i pedoni, ma io intendo parlare di quelli che vanno sempre a piedi e che non hanno altri mezzi, forse per man-canza dei medesimi... finanziari, per portare il loro corpo da un punto all'altro della strada. Sono finora, credo, la maggioranza, ma siccome coll'andar del tempo e del progresso eielo-auto-mobilistico, minacciano (e glielo auguriamo) di diventar minoranza, il brillante collega parigino

Georges Prade scaglia loro addosso un articolo di denunzia all'agente delle tasse e propone loro nientemeno che... la targhetta?

Egli infatti trova che sarebbe giusto far pagare

una tassa anche a quelli che vanno a piedi, perchè essi sono cocciuti a volerci andare, e poi sono così noiosi quando si fanno schiacciar le costole da un automobile, che o non vedono o non sen-tono, oppure tìngono di non vedere o non sentire. E poi, argutamente osserva il Prade, non avreb-bero diritto a lamentarsi della tassa, perchè se l'andare a piedi è necessario, sono anche neces-sarie le finestre, e si paga la tassa, la luce e la paghiamo, il pane e c'è tassa, e tutte le altre ne-cessità della vita.

Veramente qui entriamo un po' nel diffìcile, gli argomenti son buoni, ma al-lora quella tassa su chi va a piedi dovrebbero pagarla anche quelli che hanno un mezzo di trasporto, oppure non muovere mai un passo senza usarlo, per non essere preso in contravven-zione ! Io credo che se arriva quel-l'articolo sotto gli occhi di qualche ministro di una nazione, che io conosco molto da vicino, ne fa sicuramente un progetto per un eventuale rincrudimento di spese... nazionali! Povero collegafrances», sta attento cho non ti arrivi un assedio completo di... pedibus cal-cantibus a farti una dimostrazione ostile !

Feci leggere l'articolo in que-stione al mio amico Sgonfietti, egli pensò un po' e poi mi disse: ma se si tratta di quelli che impe-discono agli automobili di correre si potrebbero tassare solo quelli che ci vanno sotto, e non quelli altri che fanno attentamente la propria strada!

La riflessione fu, mi pare, abba-stanza assennata (per il senno del-l'amico), ma il ministro troverebbe il cespite troppo misero, amme-noché non intervenisse un accordo con gli automobilisti, i ciclisti, i tramvieri, i vetturini e simili spe-cie di gente che non va coi propri piedi.

L'accordo, credo, sarebbe facile ad ottenere perchè oramai l'odio contro i pedoni (non predoni) co-mincia a soverchiare i limiti, che diamine, non è più presumibile che con tanti mezzi di trasporto ci siano ancora di quei cocciuti e vecchi regressisti che si logorano le scarpe a mettere un piede da-vanti l'altro, perdendo un tempo così prezioso quale è quello del-l'esistenza umana!

Si vive una sola volta e bisogna far presto, altro che andare a piedi; oramai si va col tram elettrico anche al cimitero !

ERPI.

Il Convegno delle Società Ciclistiche

a Racconigi

Nei festeggiamenti banditi dalla simpatica cittadina di Racconigi, come segno di vivo e devoto senso di esultanza pel lieto evento che irradiò di nuova gioia la casa Reale ed il popolo italiano lo sport ha avuto la sua parte preponderante. Dopo una riuscita accademia di scherma, di cui parliamo nel nostro Notiziario sportivo, per iniziativa dell'Unione sportiva vercellese, si terrà a Racconigi un convegno di Società ciclistiche.

Il signor Segre Vittorio, presi-dente dell'Unione sportiva vercellese, si recò a Racconigi ed ebbe al riguardo un colloquio col generale Brasati.

Il convegno venne fissato per il 16 corrente. Quella Società degli esercenti ha già scritto impegnandosi a provvedere a miti coedizioni vitto ed alloggio pei ciclisti nei diversi alberghi. Anche la locale Società biciclo-filarmonica ha promesso di tutto disporre per ricevere degnamente le con-sorelle piemontesi. L'Unione sportiva ha diramato oggi stesso gli inviti alle Società ciclistiche ed ai Circoli del Touring di tutto il Piemonte.

Al Re, quale omaggio dei ciclisti piemontesi al primo sportsman d'Italia, verrà presentata una pergamena coi nomi di tutte le Società.

X. Y.

La Coppa Internazionale del motociclismo

XXsT PEA.NTCIA.

Il risultato della decisiva di questa importan-tissima gara, cui concorrevano 5 nazioni, è stato falsato perchè alcuni barbari e vigliacchi belli spiriti disseminarono il percorso di chiodi che guastarono quasi tutte le gomme.

Il disgusto è enorme per tale fatto e si riversa anche sulle autorità che uon sanno nè prevenire nè reprimere tali attentati

crimi-nosi, che oltre a danneggiare la proprietà possono esser causa di disgrazie di persone.

I risultati, se fossero validi, sa-rebbero i seguenti:

Dedotta la neutralizzazione ri-sultò: 1. Demaster (Griffon), fran-cese, in 3 45'; 2. Toman (Republic), austriaco, in 4 5' 3 '; 3. Inghilbert (Griffon), francese, in 4 4'; 4. Lam-berjach (Griffon), francese, in 4 44'; 5. Womdrik (Republic), austriaco, in 5 4'.

Tutti gli altri, causa dei chiodi, rimasero per istrada.

I concorrenti, divisi per nazio-nalità e col numero di partenza, erano:

1. Francia — Lamberjack Griffon (nero).

2. Austria — Wusland Wondrick, Laurin Klement (bleu).

3. Inghilterra — H. J. Harding, Lagonda (verde).

4. Germania — Adol Mraz, Pro-gress (bianco).

5. Danimarca — Niels Petorsen, Jurgensen (rosso).

6. Francia — Inghilbert, Griffon (nero).

7. Austria — Toman, Laurin Klement (bleu).

8. Inghilterra — W. Hogdkinow, J. A. P. (verde).

9. Germania — Em Folksdorf, Progress (bianco).

10. Francia — Demester, Griffon (nero).

11. Inghilterra — Thomas Sil-ver, Quadrant (verde).

12. Germania — Cari Muller, Bren-nabor (bianco).

I! circuito della corsa era lo stesso che si usò per correre le eli-minatorie francesi.

I commissari, in seguito ai noti incidenti dovuti alla semina dei chiodi lungo il percorso, avevano annullato la corsa.

Senonchè la Commissione inter-nazionale ha ratificato la decisione dei commissari, i quali, in piena buona fede, hanno esorbitato dalle loro facoltà.

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11 cavallo trottatore e Te corse al trotto in Italia

Le riunioni di corse al trotto in Italia si suc-cedono con grande celerità senza però destare grande interesse.

levamento del cavallo trottatore è assai curato e numerose scuderie esistono, non meno impor-tanti di quelle dell'Austria, paese in cui le corse

mento presso le grandi scuderie di Chantilly. In Italia l'allevameuto maggiore di cavalli trottatori è quello di Ponte di Brenta, l'allevamento Breda.

L'antico sulky a grandi ruote per l'allenamento.

In Francia ne esistono jparecchi: così ne troviamo a Chantilly, a Mai-sons Lafitte, a Champigny, a Baga-telle.

Preparatone all'allenamento. Si può dire clie ogni corsa offre la stessa animazione ; i soliti cavalli si disputano la vittoria che difficilmente sfugge a due o tre scuderie, usufruendo con piacere dell'assenza di qualcuno.

La più importante scuderia italiana, H L j ^ y quella del cav. Rossi, che potrebbe

senza troppa fatica guadagnarsi gran

parto dei premi che vengono offerti H H dalle singole società, da alcuni mesi

tenta e eoa gran fortuna, le piste au- H f l H R striache. Colla sua velocissima Con- H B traiti) oltre il Campionato Europeo, che

dopo alcuni anni è ritornato all'Italia, BBSit'WSS ha pure vinto il Gran Premio d'Au- M H W tunno dotato della bella cifra di lire j H M R 15,000. Naturalmente nel mondo del H H trotto, Contralto è considerata come

!8HBH|

la migliore trottatrice dell'Europa, e j A ^ B a B da tutte le parti giungono al suo

fortu-nato proprietario rilevanti offerte... che naturalmente non accontentano il cav. Rossi il quale lia in vista altre vittorie.

La sua scuderia del resto è molto ben fornita di cavalli: e recentemente ancora il cav. Rossi comperava alcuni puledri austriaci, i quali certa-mente faranno trionfare i colori del driwer di Crespano Veneto.

Tra una riunione e l'altra, il

cav. Rossi ha fatta una piccola i _ ^ gita in Italia tanto per vincere

con Edera l i il più grosso

pre-mio (L. 7000) della riunione di '-*,''- 1 Ponte di Brenta che dopo quella ^ . M F j j di Milano, è certamente la più t- « , A importante d'Italia per la rie- M ' I l , m chezza del programma e la clas- _ * sicità delle prove. 1- -_>- M

L'ippodromo di Ponte di Brenta, costruito con criteri moderni, è indub-biamente uno dei migliori d'Italia.

Nulla è stato omtuesso perchè il . - ^ « nuovo ippodromo possa sfidare la

cri-pi tica dei più competenti e dei tecnici dello sport ippico.

Il senatore Breda, che non ebbe per meta della sua vita il lucro e la spe-• dilazione, ma un alto ideale di

mi-glioramento, della sua patria in ge-AgA-ZAi,1 nerale, e di Padova in particolare,

volle cionullameno togliere mezzo milione di lire dal suo patrimonio, già assottigliato per disastri specula-tivi di enti pubblici e privati a cui si era associato, facendo comune la ventura buona od avversa, per costruire l'ippodromo modello di Ponte di Brenta.

Ma non si fermò qui l'opera dell'ing. Stefano Breda.

Egli ben comprendendo che . . _ il suo lavoro intelligente non t.VìiT'T?""^""!' avrebbe avuto altro effetto che . - ' -"'•'• ,t -r::l quello di richiamare nel nuovo g M M M g B ' ippodromo i proprietari dei

mi-gùori corridori d'Europa, attratti B oltre che dalla bellezza e dalla

praticità della pista, anche dai B p B B H vistosi premi per impedire lo 2 2 5 Ì B E sfruttamento dei qui convenuti d'oltre Alpe, attratti dai grossi I premi; volle costituire un Ente

l i Morale con scopo ippico

dotan-• dolo di una forte somma, il di • cui interesse annuo venga speso

per istituire dei premi ad esclu-sivo beneficio dei proprietari di « S H ' cavalli nati in Italia da

stal-italiani, assegnando poi premi speciali per quelli nati H B nella regione veneta.

Il senatore Stefano Vincenzo ^ ^ ^ B H I B r ed a fu il primo ad importare

il cavallo americano in Italia e • ^ " ' H i H ad incrociarlo con le nostre ^ g P M M E f l B H razze.

Il primo stallone importato fu l'Elvood Medium che, assieme a molti altri celebri cavalli del I Nuovo Mondo, comperati dal

senatore Breda, costò più di 400 mila lire.

Egli spese complessivamente circa nn milione e mezzo nel Un sulky d'allenamento a piccole ruote.

al trotto formano sempre l'avvenimento principe dello sport.

Parlando oggi delle ultime riunioni del trotto in Italia riproduciamo alcune interessanti foto-grafie riguardanti il cavallo trottatore in

aliena-L'allenainento di un cavallo trottatore è lungo ed accurato quanto quello di un cavallo puro sangue. Lo stesso proprie-tario allena il suo cavallo.

In Francia come in Italia

l'al-h'allenatore Visa sul suo sulky d'allenamento.

MILANO

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A

A FORNITORE DELLA REAL CASA

Il bagno dei piedi d'un cavallo trottatore. Il cavallo trottatore ritntra nella scuderia dopo l'allenamento. miglioramento delle razze equine, ed è

princi-pale merito del benefico ed intelligente uomo se i nuovi trionfanti puledri ottenuti dagli incroci, corrono verso una meta che dai più increduli e dagli ignavi era creduta irraggiungibile. Oggidì, secondo le disposizioni testamentarie dell'esimio uomo, l'allevamento dei trottatori (fattrici, pu-ledri e stalloni) delle splendide stalle di Ponte di Brenta è limitato in perpetuo ad un numero di 24 capi.

Il compito degli allevatori italiani è assai dif-ficile, e solo con migliorìe intelligenti, selezioni opportune ed allevamenti ottenuti con criteri ra-zionali e moderni si potrà raggiungere il fine proposto.

Gli americani, i francesi e sopratntto gl'in-glesi sono molto avanti nell'allevamento dei ca-valli e nell'ippica in generale; talché riescirà assai difficile poter giungere dov'essi con scienza e pazienza sono giunti, anche perchè i governi

degli altri Stati spendono molto per le migliorìe delle razze, mentre il Governo italiano spende pochissimo.

In Italia pochi sono coloro che coltivano la scienza del razionale lavoro di un cavallo; a molti mancano le doti principali : pazienza, costanza e... intelligenza !...

Si possono contare sulle dita gli allenatori, i proprietari che animati dalla vera passione met-tono in azione tutte le loro qualità per avere alla fine l'invidiabile soddisfazione di presentare alle folle dei soggetti che raccolgono allori per loro e onore per le scuderie del proprio paese.

Dei proprietari che dovrebbero essere imitati e che bisogna citare come esempio di perseve-ranza e di vero intuito grandemente sportivo sono i fratelli Giorgi di Bologna che hanno attirato tutte lo simpatie dell'ambiente trottistico per le loro ammirevoli qualità di nomini di cavalli.

Importatori felicissimi, trainers eccezionali, essi hanno ben raramente fallato e la giubba rosso-nera ha spessissimo trionfato su campi impor-tanti, numerosi, con pochissimi soggetti di alto valore. v . g .

Nel commercio sportivo

A proposito della Settimana Automobilistica di Bre-scia, il nostro giornale ha affermato essere il cav. Gi-rard divenuto il proprietario della Ditta E. Wehr-heim e C. di Torino, e quindi il rappresentante effet-tivo della Casa Darracq in Italia. Ora il sig. Er-nesto Wehrheim ci scrive per informarci ch'egli è tuttora socio della Ditta E. Wehrheim e C., pregan-doci di notificarlo ai nostri lettori. Noi lo facciamo di buon grado, non senza però aggiungere ch'era-vamo incorsi in quella inesattezza per il fatto che le vetture Darracq che presero parte alla corsa del Circuito di Brescia furono inscritte sotto il nome del cav. Carlo Girard di Torino.

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onsigli pratici sulla C a c c i a

Le grandi battute incominciano con la caccia ai fagiani; in questa caccia il caricatore ha una importanza speciale; egli segue ovunque il cac-ciatore per porgergli il fucile di ricambio quando il primo è stato scaricato; in questo modo il

cac-NM

l)opo aver introdotto le cartucce nelle canne del fu-cile, il caricatore chiude l'arma.

ciatore non perde un istante quando la selvag-gina levata per mezzo dei battitori passa a portata di tiro della sua arma. Qualche grande cacciatore si fa seguire alcune volte persino da due caricatori, ha così a sua disposizione tre fucili. In queste caccie avvengono non di rado tristissimi incidenti devoluti unicamente al e imprudenze dei cacciatori o dei caricatori, alla inosservanza di certe regole elementari, di certe precauzioni, che uon dovrebbero giam-mai passare inosservate. Oggi che la distesa dei campi, le rive dei laghi, dei fiumi, del mare, le boscose bandite, le verdeggianti colline ri-snonano di spari, e che i cacciatori inseguono ovunque la scarsa selvaggina, che ogni giorno va più scemando, non è inopportuno riassumere in poche righe e richiamare alla mente dei cacciatori le norme di prudenza oculata che evita le disgrazie. E cominciamo col dire che il fucilo non deve essere caricato senza aver

esaminato prima il funzionamento dell'ottu-ratore. il sistema di caricamento e di esplosione

della cartuccia.. Qualunque siano le peripezie della battuta, sia che si marci o si stia fermi, il caricatore non dovrà mai dirigere la bocca dell'arma verso il cacciatore. Questa regola e assoluta; essa deve sempre osservarsi qua-lunque siano i movimenti eseguiti dal caricatore, sia quando carica o scarica l'arma, sia quando porge al cacciatore il fucile di ricambio. Nel to-g l i ^ il bossolo dalla culatta, e nel ricaricare

posizione di pronti 4per lo sparo, ma„in posizione di sicurezza; egli deve aspettare, quasi nella po-sizione del presentatami dei nostri soldati, che il cacciatore abbia eseguito i due spari ed a lui si rivolge per avere l'altro fucile già carico. Dal

canto suo il cacciatore non deve mai avere un porto d'armi scorretto; tenendo il fucile orizzontalmente sulla spalla, egli minaccia colla bocca della sua arma il caricatore che gli sta dietro; portando l'arma coricata sulle braccia, e -spoue ad un pericolo con-tinuo il sub compagno di battuta che gli marcia di fianco; col fucile spianato iu avanti rende poco si-cura la vita dei poveri battitori che si affaticano per procurare della selvag-gina ai suoi colpi ; egli deve quindi portare l'arma rivolta verso il cielo, ap-poggiata sul dinanzi della spalla destra, come indica una delle nostre illustra-zioni.

Il cacciatore non deve mai cambiare l'arma senza aver prima esploso tutti e

cacciatore può far scattare l'arma che impugnava; le spine, i rovi possono produrre lo scatto del-l'arma agendo come resistenza sul cane. Ed in questo caso bisogna raccomandarsi al Dio delle disgrazie, ed aspettare i risultati della caduta...

. sia,

Il cacciatore, sparate le due cartucce ritorna per prendere il fucile di ricambio che il caricatore tiene pronto per passarglielo.

due i colpi di cui essa era carica. Le stesse pre-cauzioni devono osservarsi sia che si marci in rasa pianura o nel folto d'un bosco. Un solo caso e im-previsto e può facilmente capitare: la caduta del

Quando il fucile è carico, il caricatore si prepara a ritornare verso il cacciatore.

Per concludere queste note diciamo infine clie come complemento della scienza che ogni cacciatore o caricatore possiede o dice di pos-sedere, va messa la prudenza, che dovrebbe essere la fida compagna di ogni seguace delle discipline di Sant'Hubert.

Dopo queste brevi note, richiamanti alia mente del cacciatore alcune regole di elemen-tare prudenza, crediamo opportuno far seguire alcuni consigli pratici di caccia, di cui pure si occupa in un elegante opuscolo, pubblicato per cura della Società Dinamite Nobel di Avigliana, il signor F. Ferrano. Questi consigli, come le massime di prudenza di cui ci siamo occupati prima, tendono ad evitare gravissimi pericoli uon solo, ma anche ad ottenere i risultati mi-gliori delle armi che si adoperano.

Molte volte avviene che il fucile scoppia, o quanto meno dà delle scosse straordinariamente poderose, ed allora la colpa è della polvere, si impreca contro di essa e contro la fabbrica fornitrice, e non si pensa invece che le cause determinanti lo scoppio possono essere l'esa-gerata carica di piombo o di polvere, il bos-solo della cartuccia non adattabile all'unione della culatta, all'essere difettosa iu qualche sua parte, nell'otturatore o nella struttura dell'acciaio della canna, per esempio. Infatti,molti cacciatori fanno delle cariche fortissime nella persuasione che il tirare con quelle cariche for-zate renda più facile colpire la selvaggina.

Con la mano destra il cacciatore da al caricatore il fucile col quale ha tirato; dalla sinistra prende il secondo fucile caricato ma non armato.

Posizioni di fucili mentre il cacciatore e u cancawre mariana. Il fucile che porta il caricatore non deve essere mai armato. l'arma, il caricatore deve sempre volgere il dorso

al cacciatore, tenendo l'arma rivolta a terra quando apre la culatta. Così egli deve osservare, nel por-gere l'arma al cacciatore, che questa non sia in

cacciatore scivolato sul terreno umido od inciam-pato nelle spine. Questo incidente è l'unico a te-mersi, e contro del quale nulla valgono tutte le precauzioni possibili ed immaginabili, la mano del

Come e quanto s'ingannano!

(9)

produ-•SSìskIÉBS

j Cattiva posizione durante un riposo fra cendo la sua caduta immediata, lo attraversa, e la selvaggina benché ferita a morte seguita la sua corsa nello spazio andando a cadere chi sa mai quanto lontano dalla mano e dallo sguardo del cacciatore. Caricare troppo quindi vuol dire quasi certamente, oltre che un grave pericolo, anche un piccolo fiasco. Così a cuor leggero si dà la colpa alla polvere, e si pensa quindi a riempire più che si può il bossolo senza affatto curarsi della qualità del bossolo che si ricarica. Ogni polvere ha la sua speciale qualità di bos-solo. Lo stabilire quale qualità di bossolo debba adattarsi ad una o all'altra specie di polvere è

due battute.

facilmente si producono sulla canna quelle le-sioni, fonte di infiniti guai.

Già altre volte nel nostro giornale abbiamo ac-cennato al fatto che nell'acquisto di un fucile da caccia, se voglionsi eliminare disgrazie, non de-vesi badare troppo alla spesa. Un buon fucile da caccia costa molto. Coloro che si contentano di avere un mediocre fucile, che costi qualche de-cina di lire meno, si espongono facilmente a sor-prese poco gradite. Nella scelta del fucile la mag-giore attenzione deve portarsi all'attacco tra la canna ed il massello; è in questo punto che avvengono numerose le rotture. I moderni

ar-contrario, eccellente posizione.

sarà quindi mai troppo guardare nelle canne prima di ricaricare l'arma.

Quando il cacciatore abbia fatto la dovuta at-tenzione a questi consigli, frutto della pratica, egli deve occuparsi ancora della scelta della pol-vere da adoperare, che è fra tutte la cosa più importante. Noi siamo in relazione con molti cacciatori di vaglia e viceversa, e abbiamo sen-tito decantare questa e quella polvere, enume-rare i difetti speciali dell'una e le perfezioni ideali dell' altra, e che una soffre all'amido, e l'altra resiste ad ogni intemperie ed ai cambia-menti di temperatura, ma di una polvere abbiamo

f

Buona posizione per saltare una siepe. maiuoli, non tutti, ma buona parte di essi,

rivol-sero la loro maggiore attenzione ad ottenere un buono scatto, e modificando il sistema delle molle impoverirono il materiale del massello. Se un fucile è costrutto con materiale di prima qualità, e costa quindi caro, l'indebolimento del massello è ricompensato dalla qualità del materiale di cui è composto. Ma se il materiale non è ottimo, e ciò è naturale quando il fucile costa poco, ecco che facilmente si verificano incidenti spia-cevoli. Oltre a ciò alcuni inconvenienti si veri-ficano pure per disattenzione del cacciatore. La bocca dell'arma ostruita da uno stoppaccio, piena

sentito parlare unanimemente bene per forza e per balistica, per progressività nell'accensione, per la sua esplosione senza fumo, perchè brucia interamente senza lasciare feccie nell'arma, perchè resiste all'umido, ecc., ecc., e questa polvere che potrebbe chiamarsi ideale è la Lanite, l'eccellente prodotto della Società <•> Dinamite Nobel >> di Avigliana.

* •

Dopo tutti i saggi consigli che in due pagine abbiamo riassunto pei nostri lettori, non pote-vamo meglio concludere che indicendo ancora ad Uno degli istanti critici.

frutto di lunghi e pazienti studi, sia nella car-tuccia dell'arma da guerra, sia in quella di qua-lunque arma da tiro. I cacciatori, invece, e pa-recchi di essi, senza dare il minimo peso a questo fattore di gravi inconvenienti, caricano i bossoli con qualunque specie di polvere. Essi non pen-sano alla minore o maggiore rapidità di combu-stione della polvere adoperata, essi non valutano se con questa o quella polvere si debba avere un innesco più o meno forte. I colpi sono defi-cienti, il piombo non ferisce e la colpa è della polvere, e non si dice altro, non si cerca altro. Così " " ™ ò irram AT-r-nrc caricare un'arma con

Cattiva posizione per attendere la battuta. cartuccia avente il bossolo non adatto alla sua

misura. E' cosa facile a capirsi che in questi casi la forza d'urto che riceve il fucile nello sparo per lo strozzamento del bossolo è straordinaria, e

di terra imboccata tenendo male l'arma in mano, un residuo di carica rimasto nella canna per'ac-cidente dopo un primo Bparo, tutte queste sono cause che producono lo scoppio dell'arma. Non

Due buone posizioni d'attesa.

essi qnal'òUa migliore polvere da adoperarsi nella caccia per evitare disgrazie, e ritornare a casa col carniere riboccante di selvaggina, .gj

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Un escursione al Monte Bianco

I primi raggi del sole doravano appena le vette del Monte Bianco, quando la nostra piccola co-mitiva, composta di tutti genovesi, lasciava Cour-mayeur dirètta al colle del Gigante.

L'aria limpidi e fresca e l'aspetto ridente del verde smeraldo delle pinete che coprono le falde del Monte Frétif, rendevano piacevole il cam-mino che per un sentierolo assai ripido venne intrapreso con slancio, anche da parte delle gen-tili signore che ci accompagnavano.

Attraversata così la zona della vegetazione, continuammo la nostra marcia per l'erta del monte divenuto brullo e sassoso, raggiungemmo ii padiglione del Monte Frétif dove trovammo tutto il confort necessario ad un alpinista, com-preso un asciolvere che ci permise di attendere ancora molte ore prima di fare una regolare ed abbondante colazione.

Alle ora otto riprendemmo il cammino dirigen-doci in due ore alle Porte, pittoresca posizione che trovasi ai piedi del Colle del Gigante.

La difficoltà dell'ascendere si fecero da questo punto maggiori, specialmente per le signore che erano costrette talora ad aggrapparsi ai massi sporgenti sull'abisso ed a camminare iu seutieri stretti e prospicenti ad ampii uevai che nella luce del sole davano un riverbero abbagliante.

Fu questa strada difficile che cagionò l'unico incideute della gita. Una signora colta dalle ver-tigini dovette fermarsi e con essa si arrestò l'in-tera comitiva per decidere il da farsi. Non es-sendo prudente esporla a troppa dura prova, fu dato incarico ad una delle nostre guide di accom-pagnarla a Courmayeur.

Si giunse finalmente in vista del rifugio

To-Dente del Gigante.

rino (m. 3324) con un appetito formidabile, e ciò servi a procurarci nuova lena per superare velo-cemente i pochi chilometri che ci separavano da esso.

Alle 18 circa raggiungemmo il piazzale del ri-fugio dove trovammo l'ing. Dubini di Milano, che, come nella marcia, ci aveva preceduti nel... far colazione !

Mentre stavamo mangiando una nube foriera di temporale avvolse il rifugio. Difatti poco dopo la tempesta scoppiò con violenza continuando per tutto il giorno e per tutta la notte seguente.

Bloccati lassù, dovemmo allo spirito delle si-gnorine se la noia non s'impadronì degli animi nostri. Ma nella notte fu quasi impossibile di prender sonno.

Il vento urlante nelle valli, fischiante nelle connessure del rifugio, lo strepito delle frane che precipitavano nella morena sottostante, s'incari-cavano di tenerci desti.

Poi a poco a poco tacquero quelle voci furi-bonde ed al mattino, destatici dopo aver goduto pochi minuti di sonno e scalata la punta sovra-stante al rifugio (metri 4100), potemmo godere di uno spettacolo meraviglioso.

La vasta catena delle montagne della vetta del Monte Bianco scintillava nel nitidore delle nevi, aveudo per sfondo il cielo azzurro in cui le teneri nebbie del mattino sparivano ai primi raggi del sole.

Sotto di noi si stendeva un ampio ghiacciaio alla cui destra sprofondava la murena, circondata in forma di anfiteatro da una lunga serie di rocce frastagliate a cui sovrastava altissimo il Dente del Gigante. Lo scendere in quella distesa im-mensa di ghiaccio ed il risalirne ci costò non poca fatica, tanto più che la neve caduta da poche ore rendeva assai facile sdrucciolare, per cui fu necessario formare una cordata.

Il ritorno si effettuò senza incidenti; solamente

La Riunione Automobilistica di Padova

La Riunione automobilistica di Padova che, come abbiamo annunciato bel nostro scorso numero, è stata rimandata al 16. ottobre, riuscirà una festa automobilistica di grande interesse, e chiùderà degnamente la stagione automobilistica italiana, che quest'anno ha raggiunto una straordinaria importanza, dimostrando l'esuberante vitalità della nostra fiorente e giovane industria.

La riunione, questurino, è venuta un po' in ri-tardo, per cause indipendenti dalla buona volontà dei dirigenti l'unione automobilistica veneta, ma benché prossima la stagione invernale, all'invitò di Padova risponderanno certamente numerosi gli sportsman italiani, e sul magnifico- percorso ret-tilineo Bovolenta-Padova (km. 10) vedremo nuo-vamente i mostri divoratori dello spazio dispu-tarsi la targa d'oro cballenge del comm. Alberto Rignano, e sul percorso di un chilometro raggiun-gere le velocità fantastiche d'Ostenda.

Rifugio Torino ni Culle del 'Ugante (m. 3324). M n'e Bianco.

(Fot. Cattaneo, Genova .

SttlgMon'e Bianco.

dente della Società F. I. A. T.; Consigliere della Società Torinese per le corse dei cavalli; Membro di parecchie istituzioni di beneficenza.

Di animo generoso, gentiluomo perfetto, era da quanti lo avvicinavano apprezzato perla sua bontà e cortesia e lascia un largo rimpianto fra gli sportsman italiani che perdono in lui un valoroso campione ed una preziosa amicizia.

Alla contessa Teresa Caclierano di Bricherasio nata Manel di Carezana, sua madre, alla nobile signorina Sofia, sua sorella, ed alla famiglia tutta così amaramente colpita mandiamo in quest'ora di dolorosa angoscia l'espressione del nostro più vivo e sincero cordoglio.

La Sedazióne. al padiglione del monte Frétif incontrammo una

curiosa coppia di inglesi in un costume tanto ridicolo, cho fu veramente peccato non aver fatto in tempo a fissarla sulla negativa della nostra macchina.

Per Eut.reve ci dirigemmo poscia a Courmayeur dove giungemmo alle ore 17 iu buonissime con-dizioni e dove le coraggiose signorine che ci ac-compagnavano meritarono elogi sinceri per la resistenza eccezionale dimostrata nelle due gior-nate di marcia. Riccardo Majneri.

Stabilimento termale della Pax.

(Fot. Cattaneo, Genova). miglia che contò fra i suoi membri l'eroico co-mandante dei Piemontesi alla battaglia dell'As-sietta, vinta contro i Francesi "il'19 luglio 1747. Colto, intelligente, fu brillante ufficialo di Pie-monte Reale Cavalleria, ma si ritirò giovanissimo dalla carriera per dedicarsi interamente alla sua famiglia ed ai su,oi studi, dai quali traeva una larghezza di vedute ed una modernità di idee non comuni. Attualmente era Presidente dell'Au-tomobile Club d'Italia (Torino); Delegato alla

Federazione Automobilistica Italiana.;

Vice-Presi-trovavasi ospite delle LL. AA. RR. i Duchi di Genova.

Di stirpe nobilissima ed antica era oggimai l'ultimo rampollo maschio della aristocratica

fa-ll c o n t e E m a n n e l evC a c l i e r a n o d i B r i

-c h e r a s i o , nella giovane età di anni 35, improv-visamente spegnevasi la sera del 3 corrente nel Ducale Castello di Agliè, dove da qualche giorno

(12)

Notiziario Sportivo

a U T O M O B I L l S M O

UNA NOTIZIA CERTAMENTE ESA-GERATA. — I giornali di Francia e del Belgio riportano in questi giorni la no-tizia mandata per i fili del telegrafo dal . sig. M. Goldschmidt, secondo la quale

sarebbero state ordinate alla casa « Pipe », costruttrice di automobili, 600 vetture da adibirsi pei servizi pubblici nel mez-zogiorno d'Italia.

Non abbiamo potuto stabilire se la no-tizia ha ombra di fondamento, ma in ogni modo per poco che si pensi al nu-mero ingente di vetture che sarebbero state ordinate, ai servizi ch'esse dovreb-bero disimpegnare, ed al paese dove sa-rebbero destinate, si deve concludere che la notizia è pasto della fantasia di quei giornali, alimentata dal grande de-siderio della casa « Pipe» di fare dei buoni affari, o per lo meno essa è molto gonfiata, gonfiata tanto da crescere come una bolla di sapone. Non c'è forse in Italia una giovane e fiorentissima indu-stria automobilistica?... Non possiamo credere che questo s'ignori nell'Italia del mezzogiorno.'...

SERVIZIO DI OMNIBUS-AUTOMO-BILE TRA FAENZAE RAVENNA. — Il Governo ha concesso in questi giorni nn sussidio al sig. C. Righi di Faenza per esercire un servizio di omnibus-automo-bile tra Faenza e Ravenna, soddisfacendo cosi ai voti di quelle popolazioni. Il signor Righi non ha ancora stabilito a quale Fabbrica darà l'ordinazione per la co-struzione dell'omnibus, ma pare ch'egli si rivolgerà all'industria nazionale e più specialmente alla nostra Fabbrica Ita-liana di automobili {Fiat).

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LE GRANDI GARE DI CANOTTI AUTOMOBILI NEL 1895. - La gara per la Coppa Char-ley (traversata del-l'Atlantico) sarà disputata nel mese di luglio.

La gara per la Coppa del Medi-terraneo, istituita dal Matin, si svol-gerà sul percorso Algeri-Tolone. CJoncnirrnANaElJCA» I .11 g i »

Fran-F.TM, A MINERALE DA TAVOLA! eia , .indetto dal Journal, misurerà chilometri 2460.

e i g u s f f i o

IL GRANDE CONVEGNO TURISTICO INTERNAZIONALE DI SAVONA. — Splendida giornata; grande animazione. Giunsero circa trenta Società ciclistiche da ogni parte d'Italia, fra cui ammira; tissime quelle di Acqui, di Casale, di Biella, d'Aosta, di Mondovì, di Torino, di Trinità ed altre piemontesi ; il Veloce-Sport di Genova, l'Audax, la Colombo e la Rubattino, pure di Genova, poi San Pier d'Arena, Rivarolo, Chiavari, Ra-pallo, i Routier di Bologna, ecc.

Nello stabilimento Wanda fu offerto un vermouth d'onore.

Verso le ore 15 ha luogo la grande, imponente sfilata dei ciclisti per le vie della città.

Eccovi l'elenco delle Società premiate: La Giurìa ha decretato il primo premio medaglia d'oro di S. M. il Re alla So-cietà di Acqui.

Categorie Nazionali. — Squadre

prove-nienti da maggior distanza: 1. Rapallo, 2. Acqui, 3. Rivarolo.

Squadre provenienti da maggior di-stanza che presentarono tabella di marcia regolarmente controllata: 1. Rontier dì Bologna, 2. Club Candiani di Casale, 3. Trinità.

Società intervenute con maggior nu-mero: 1. Veloce-Sport di Genova, 2. Ve-loce Club di Acqui, 3. Nicolò Barabino di San Pier d'Arena, 4. Cristoforo Co-lombo di Genova, 5. Raffaele Rubattino di Genova, 6. Circolo Ciclistico di Sestri Ponente, 7. Unione Sportiva di Alassio. Consolato del T. C. I. che presentò al convegno la squadra più numerosa : 1 Touring-Club Genovese, 2. Id. di Chia-vari, 3. Id. di Acqui.

Consolato del T. C. I. che presentò al convegno la squadra proveniente da maggior distanza: 1. Touring-Club di Chiavari,2. Id. di Rapallo, 3. Id. di Acqui.

Sezioni Audax con maggior distanza di provenienza : 1. Sezione Audax di Biella, 2. Id. di Casale, 3. Id. di Genova.

Sezioni Audax più numerose : 1. Sezione Audax di Genova, 2. Id. di Biella, 3. Id. di Casale.

Fanfare ciclistiche: 1. Acqui, 2. Ge-nova, 3. Savona.

LA GARA CICLISTICA MADONNA DEL PILONE-PINO. — La gara cicli-stica in salita Madonna del Pilone-Pino si disputò per la seconda volta con vero successo per 1' « Audax Club », organiz-zatore. • • , ,,, . J

Tutti i concorrenti, soci dell' «Audax Club », compirono la ripida e continua salita senza incidenti, in un tempo mi-nimo.

L'arrivo avvenne nel seguente ordine: 1. Negro Attilio in 17' 42", già detentore

della ricca Targa-Challenge, 2. Ceresa Bartolomeo, 3. Gamna Giuseppe, 4. Co-lomba G. Carlo.

La medaglia d'oro, offerta dal cavaliere Rostain, venne conferita a Ceresa Barto-lomeo, primo degli Audax del 1903.

IL GRAN PREMIO DI ROUBAIX. -Nella gara finale del Gran Premio di Roubaix riuscirono classificati: 1. Meyers, 2; Jacquelin, 3. Massart.

CORSE CICLISTICHEDISGRAZIATE A LIVORNO. — Le corse ciclistiche com-piute alla Rotonda dell'Ardenza riusci-vano disastrose. Il giovane Domenico Montgommery Carmichaeel, figlio al con-tadino britannico di Livorno , cadeva ri-portando varie contusioni. Nella gara supplementare il dilettante ciclista Pietro Antonelli aveva attraversata la via del-l'altro ciclista dilettante Giuseppe Po-razzini, ed entrambi furono sbalzati dal sellino e cadevano. Essi riportavano lesioni; quelle del secondo sono più gravi.

LE CORSE DI NOVARA. - Oggi si svolse, fra un ottimo concorso di pub-blico, la prima giornata sportiva pro-mossa dal locale Ciclo-Moto-Club.

Ecco lo svolgimento del programma : Corsa Podisti (libera a tutti i corridori italiani, m. 1000, t. m. 4,10): 1. Morosini in 3,10, 2. Gabini, in 3,10' 1" ; 3. Rizzotti in 3,10' 2".

Gran Corsa d'onore Municipio di Novara (gara di resistenza con allenatori; km. 10, giri 20): 1. Moro in 13,15, 2. Roncogliolo in 13,17, 3. Garanzini in 13,16.

Corsa Patronesse (handicap). — Decisiva: 1. Sobrero in 1,19' 4", 2. Conte in 1.12'5"; 3. Mora in 1,19' 6".

Corsa Monte Rosa (bic. campionato provinciale, m. 2000, giri 4, t. m. 3,20).

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Finale: 1. Diana in 4,50, 2. Borsotti in 4,52, 3. Conti in 4,53.

Corsa Giappone (velocità; bic., m. 2000, giri 4, t. m. 3.20). — Prima batteria : 1. Borsotti in 3,31, 2. Tenax, in 3,31' 1". — Seconda batteria : 1. Sobrero in 3,43'3", 2. Iris in 3,44, 3. Vecchi in 3,45. — Terza batteria: 1. Garanzini, in 3,51, 2. Conti in 3,51'1", 3. Roncagliolo in 3,51'2". — Quarta batteria: 1. Genesio in 2,51'8"; 2. Roncagliolo in 2,51'9".

Tra la curiosità generale si svolse al-tresì l'audacissimo esercizio : la freccia umana da parte del ciclista internazionale Perrier.

Anche l'esercizio della palla vibrata si svolse brillantemente. Ne uscì vitto-riosa la Mediolanum di Milano.

FESTE SPORTIVE IN ALESSAN-DRIA. — Il Circolo Velocipedistico ales-sandrino ha deliberato d'indireperi giorni 16 e 23 ottobre due giornate di corse sul suo Velodromo di Porta Savona.

Durante la prima giornata avremo pure un match di foot-ball tra la squadra del-l'Andrea Doria di Genova e quella del Criket and Foot-ball Club di Milano.

DNA FESTA SPORTIVA A CALUSO. — IL giorno 9 ottobre, festa patronale di Caluso, verrà inaugurata la bandiera sociale della nuova Unione Ciclistica di

questo capoluogo di mandamento. Si è costituito un Comitato per i festeggia-menti, i quali comprenderanno una gara ciclistica sul percorso Caluso-Chivaaso-Volpiano-Caluso, ricevimento al Circolo sociale, inaugurazione della bandiera, pranzo e premiazione.

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LE CORSE AL TROTTO A MILANO. — Ecco il risultato dell'ultima giornata di corse:

Premio Cremona (condizionata). — Lire 1000; metri 1800. — 1. Soulange;2. Leone-, 3. Carmen IV.

Premio Bologna (handicap). — L. 1400; m. 1800. — 1. Fréjus; 2. Illustre; 3. Adige. Premio Firenze (handicap). — L. 2000 ; m. 1800 e m. 2000. — 1. Maggie Mills ; 2. Henriette; 3. Carri-Shields.

Per Maggie Mills il totalizzatore dà 117. LE CORSE AL GALOPPO A VARESE. — Ebbero luogo le ultime corse al ga-loppo all'Ippodromo di Masnago col se-guente risultato :

Premio Velate (a vendere ; handicap a-scendente). — 1. Musa, della Scuderia Fiorentina ; 2. Milena, di Spagnolette — Seguono: Varedo, Serenade, Adone. Vinto per due lunghezze.

Premio del Vellone. — 1. Volta, della

Razza Gerbido ; 2. Regna, della Razza Volta. — Seguono: Branchido, Orontea, Kew Bridge. Vinto per una lunghezza ; nna dal 2 al 3.

Premio Varese. — 1. Pie Borgne, della Razza Gerbido ; 2. Oulden, di E. F. Boc-coni. — Seguono: Musa (39), Romana (31), Andromeda (59), Wallaga. (53 1(2). Vinto per mezza lunghezza ; 4 dal 2 al 3.

Premio d'addio. — 1. Flavia, di Ric-cardo Sineo ; 2. Rondinella, della Razza Volta. — Seguono: Sualla, Giselda, Mi-lena. Vinto per una lunghezza ; una dal 2 al 3.

Premio del Municipio. — 1, Katiuska, del marchese Medici ; 2. Boa, di Bertolè-Viale. — Seguono: Kilia (66), Reno (60), Arietta (69 lj2). Vinto per due lunghezze ; tre dal 2 al 3.

Premio Bisuschio. — 1. Askari, di A. Ferrati ; 2. Kitten, di F. Simonetta. — Seguono: La Veine (60), Roderne (76), Pa-squalino (65), Quirino (64). Vinto per 3[4 di lunghezza ; due dal 2 al 3.

LE GRANDI PROVE INGLESI. — A New Marchett ha avuto luogo la corsa « The Yochey-Club Staches » ; premio di 250,000 franchi; percorso 2800 m. Cor-sero dieci cavalli. GiunCor-sero: 1. Rock Sand; 2. Henry The First; 3. William Rufus.

LE CORSE AL TROTTO A PONTE DI BRENTA. — La riunione al trotto a Ponte di Brenta fu favorita da tempo magnifico e l'Ippodromo Breda era affol-latissimo.

Premio Berta (handicap). — 1. Valen-tina, della Scuderia Ambrosiana ; 2. Vit-torio, di Picchi ; 3. Cavalier, di Lion Gaudio.

G r a n Premio Brenta Nazionale — 1. Edera, di Rossi ; 2. Zolfanello, di Se-sana ; 3. Zelanda, di Dalle Rose.

Premio Conte Rosso (allevamento). — 1. Zanella, di Si-sari a ; 2. Vandalo, di Gabbetti; 3. Tosca, della Società Mar-chigiana.

LE CORSE AL TROTTO A CRE-MONA. — E' terminata la riunione di corse al trotto col seguente risultato :

Premio Ippodromo. — L. 1000; int. ; m. 1609. — 1. Abnet ;2. Dice; 3. Grenville.

Premio Lombardia (condizionata). — L. 850; m. 1609. — 1. Carmen; 2. Rys Bey; 3. Giorgio.

Premio Provincia (dilettanti). —L. 500; m. 1609. — 1. Makallh, di Ceruti ; 2. Au-gusta, di Groppali ; 3. Miss Colley, di Silva.

Premio Congedo (handicap). — L. oOU; m. 2413. — 1. Vittorio; 2. Gallio ; 3. Or-lando.

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