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La Stampa Sportiva - A.03 (1904) n.38, settembre

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Academic year: 2021

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(1)

LA STAMPA

±

I p p i c a - A t l e t i c a - S c h e r m a G i n n a s t i c a - Caeeia - Tiri « P o d i s m o Giuoehi S p o r t i v i - V a r i e t à « W A u t o m o b i l i s m o - C i c l i s m o A l p i n i s m o - A r o o s t a t i e a f l a o t o - C a n o t t a g g i o - Y a e b t i n g » ^ *

SPORTIVA

. „ . . (Conio corrente colla Posta).

€sce ogni Domenica m 16 pagine illustrate. = =

DIRETTORI: NINO Q. OAIM, E AVV. CESARE GORIA-GATT1 - REDATTORE-CAPO: GUSTAVO VERONA

A B B O N A M E N T I I DIREZIONE E fllfllfllfilSTRflZIONE | I N S E R Z I O N I

_ _ . . . „ „ „ T- . . . \T/ _ * Pes t r a t t a t i v e r i v o l g e r s i press ! . . S - E ^ t e r o l . . I O | T 0 R I f l 0 . ? i a„ a Solferino, 2 0 - TORINO | t r a t t a t i v e r i v o g e r s , presso

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ti, jAacstà il He e la Hegina d'Italia nella loro

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durante una passeggiala nel parto di Hattonigi.

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fliVista del Touring Club Galiano - j t 8 - Agosto 1904

H E s o e o N

t o

del Concorso di lanterne ed apparecchi di i l l u m i n a z i o n e per

Motociclette e B i c i c l e t t e promosso dal T, C. I. (3 l u g l i o 1901).

Contemporaneamente alla prova del Circuito di praticità per moto-ciclette, l'onorevole Direzione Generale del T. C. I. indiceva un con-corso per fanali ed apparecchi di illuminazione per motociclette e biciclette.

Le norme erano un po' severe (vedi Rivista del maggio 3904, pa-gina 364), ed è forse da attribuire a queste dure, ma necessarie con-dizioni, se un solo concorrente ebbe il coraggio di presentarsi. Questi è il sig. Panchetta di Torino col

FANALE " C O L U M B I A

della H i n e - W a t t IIFg. C.o di Chicago

che venne, come il Regolamento lo prescriveva, regolarmente tenuto acceso per un'ora prima della partenza, e nel ritorno a Susa riacceso e così riacceso e ben funzionante mi risulta venne sino a Rivoli (a 32 km. dalla meta) dove, per un guasto alla motocicletta che lo aveva inalberato, non potè raggiungere il traguardo e quindi la Giuria non potè pronunciarsi sul risultato finale che consisteva di spegnere il fanale all'arrivo e di riaccenderlo, senza naturalmente fare nuova ca-rica, dalle ore 21 alle 22 nei locali della sede del Club Automobilisti d'Italia. A L F R E D O R O S T A I N

Capo Console del T. C. I., Torino.

Ed ecco quali sono gli apprezzamenti del Touring in favore del fanale " C o l u m b i a , , : Il fanale " C o l u m b i a , , è, come si disse, un prodotto della Hine-Watt MFg. C.o di Chicago, lavorato con cure notevoli. Le qualità di detto fanale sarebbero queste: Distribuzione ed

alimentazione di acqua automatica: possibilità di regolare la fiamma colla valvola a gas: prodazione e consumo del gas a seconda del bi-sogno, in modo che si può consumare la carica tanto di seguito, come a più riprese anche a lunghi intervalli. La carica di carbnro dura da 4 a 5 ore. Il fanale ha uuo speciale attacco che gli permette di poter proiettare la luce più o meno lontana sulla strada, e di essere appli-cato a seconda del desiderio: alia forcella destra o sinistra, alio sterzo, al manubrio. Tutte le parti possono essere cambiate.

Si spedisce franco in tutto il regno contro cartolina vaglia di L, 15,60

Rappresentante Generale per l'Italia:

E U G E N I O P A S C H E T T A

(3)

Il 35° Congresso del Club Alpino Italiano

Pei- la seconda volta nel periodo di 12 mesi i

cavalieri dell'Alpe hanno percorso i nostri din-torni. Prima la sezione di Aosta, poi quella di Torino, hanno invitato gli alpinisti italiani a con-gresso. E quest'ultimi con entusiasmo hanno ri-sposto all'appello dei piemontesi, ne hanno appro-vato il programma, sono venuti, sono ripartiti entusiasti del loro soggiorno sulle

uostre Alpi, soddisfatti dell'organiz-zazione. Chi scrive ha spesso occasione di ritrovarsi fra il grande pubblico dello sport, assistendo a riunioni in-ternazionali di diverso soggetto.

Seguendo lo svolgimento di que-st'ultimo congresso mi sono persuaso ancora una volta che tra le ti le degli alpinisti militano organizzatori valeuti.

Il 35° Congresso è riuscito splendido sotto ogni rapporto. Basti dire che a 4000 metri fu portata una grossa co-mitiva senza registrare un minimo incidente. A tutto si pensò in ma-niera che a quelle altezze il soggiorno riuscisse gradito anche ai meno pro-vetti alpinisti. V e ne erano d'ogni regione, d'ogni età e non mancava pure il sesso gentile. Sette ardite al-piniste furono con noi e ci seguirono in tutte le escursioni figurando sempre nel gruppo dei primi. AU'Albaron di Savoia, alla Ciamarella, a Ciuselet esse salirono superando facilmente ogni difficoltà. Queste ardite alpiniste ri-spondono al r o m e di signore De-Mi-litsch Elisa della Società alpina delle Giulie, Chiggiato - Stucky Giannina della Sezione di Venezia e signorine Viglezio Carmen e sorelle Pagani di

Milano, Arimondi Carolina e Bona Adele di T o -rino. E gli organizzatori che nel disimpegno delle loro difficili mansioni riportarono il plauso unanime dei congressisti io non tralascierò di ricordare, a coloro che impossibilitati a seguire il Congresso leggono ora la Stampa Sportiva.

V i erano fra gli organizzatori i pionieri dell'al-pinismo italiano, il comm. Grober, il cav. Go-uella, il conte Cibrario, l'ing. P o m b a a cui vanno aggiunti i signori Aderto, Bocciargli e Bngnetti, Barale Leopoldo, Poma Serafino e Sigismondi, l'ing. Luino, il dottor Demaison, l'ing. Rostain, Guidetti, Boyer e Franchi Verney.

E della caiovana alpinistica facevano pure parte quaranta guide della sezione delle valli di Lanzo e di Courmayeur.

Infatti fra le guide di Cour-mayeur vi erano le seguenti di fama ben nota: Croux Fabien, che fu già al Caucaso; Fenoillet Alexix, che accompagnò il capi-tano Cagni nella spedizione del Polo Nord; Petigax Laurent, che partecipò alla spedizione dell'Imalaja; e Croux Laurent, che accompagnò il Duca degli Abruzzi nella spedizione della Alaska.

L o svolgimeuto del program-ma del 35' Congn sso durò dal 31 agosto al 5 settembre.

Si inaugurò a T o i i u o con l'assemblea dei delegati cui se-guì il grande pranzo alia Pale-stra dei Cappuccini, I comrueu-sali ammontavano a 350 e sede-vano a tre lunghissime tavole disposte nel cortile prospieente la Vedetta, mutato per l'occa-sione in uno splendido salone illuminato da sette grandi lam-pade elettriche.

Ottimo il pranzo servito dal Molina ri.

P o c h i e buoni discorsi d'oc-casione vengono pronunciati sul terminare delle mouse.

Il cav. Gouelia per il primo prende la parola' per ringraziare gli intervenuti; ma ida gli omaggi elei congressisti a S. A. R. il Duca degli Abruzzi, presidente onorario della Sezione torinese; rin-grazia il sindaco, sollecito sempre del suo decoro, il rappresentante del prefetto, del comandante del I Corpo d'armata (Iella Divisione di Torino e del presidente della Croce Rossa, le quali Au-torità tutte con entusiasmo appoggiarono l'inizia-tiva della Sezione torinese. Termina brindando a S. M. il re Vittorio Emanuele III, presidente onorario del Club Alpino Italiano.

Dopo il Gonella parla il sig. Bozano, di Genova, a nome del presidente della Sezione centrale del Club Alpino, avv. Grober, assente. Brinda all'isti-tuzione ed al suo continuo successo.

Quindi il sindaco senatore Frola pronuncia un bellissimo discorso. Comincia col p o r t a ' e un sa-luto ai congressisti a nome della città di Torino,

Colle l'ii noj. (Fot. Mercandino, Torino). elogia l'iniziativa della sezione Torinese, ricorda

gli eroi dell'Alpe, e salutando il trionfo dell'al-pinismo, brinda al Re.

Parlano ancora l'avv. Boggio, rappresentante il prefetto, l'avv. Guarneri, che porta il saluto degli alpinisti siciliani, e il barone Malfatti a nome elei tridentini.

Gli augurii di buone escursioni sono così stati espressi dalle Autorità e la grande carovana al-l'alba elei 1° settembre si pone in marcia per il Piano della Mussa, dove ha luogo la prima tappa. E' un piccolo esercito alpino che avanza a pic-colo tappe verso il confino francese. Un esercito

Champagne sul ghiaccio. (Fot. Mercandino, Torino), piccolo, ma forte, di cui fanno parte eccellenti

elementi alpinisti, raccolti in ogni lembo d'Italia. Vi è pure la fanfara di Courmayeur; vi sono le guide che suppliscono i soldati zappatori, e poi 200 alpini dal costume quasi uniforme e dalle armi ugnali, costituite Aa\V alpcnstock e dal ba-stone ferrato. Gli accenti differenti distinguono questi cavalieri dell'Alpe.

Il primo pernottamento ha luogo al Crot del . _ Ciaussiné. Il giorno 2 settembre hanno luogo le escursioni alla Ciamarella e all'Albaron eli Savoia. Al ritorno dalle escursioni tutti gli alpinisti,

guide e portatori, si riuniscono dinanzi al Rifugio Gastaldi per l'inaugurazione ufficiale. Come si sa, questo n u o v o rifugio è qui sorto a spese della Sezione di Torino. Fino dal 1880 la Sezione vi fece costrurre una capanna, che dedicò al sommo geologo Bartolomeo Gastaldi, ma pel crescente concorso di pubblico venne eretto il nuovo ri-fugio-albergo.

11 nuovo rifugio è in pietra e calce, con rive-stimento interno di tavole di larice e copertura di ferro zincato; è capace di 40 persone, ed offre

ogni confort desiderabile a (preste al-tezze.

Il cav. Gonella e il conte Cibrario pronunciano bellissimi discorsi d ' o c -casione, riallacciando l'inaugurazione (l'oggi a quelle precedenti del Club Alpino Italiano.

La signorina Viglezio, madrina, rompe la tradizionale bottiglia di

cham-pagne, mentre una voce sola si riper-cuote all'intorno al grido di hipp,

hipp, hurrà !

Il giorno 3 settembre avviene l'in-contro con i francesi. E precisamente sul Colle d'Arnas fraternizziamo coi colleghi di oltr'Alpe che ci ricolmano di cortesie al nostro passaggio per

Bessans e Lanslebourg.

Rientrati in Italia per il Moncenisio, ci fermiamo a quell'ospizio dove ha luogo la seduta del Congresso. E di epiesta riunione io riassumerò il di-scorso del comm. Grober, una bellis-sima pagina di vita alpinistica degli italiani, che rispecchia il continuo progresso fatto dal Club Alpino.

Ed ecco quanto egli ci espone : Quest'anno si ebbe un aumento di 60 soci, per cui oggi il Club Alpino ne annovera in totale 5500, con un c o m -plessivo di 31 sezioni. La più numerosa di queste è la torinese. L e condizioni finanziarie sono buoue. Accenna alle iniziative feconde del Club Alpino ed agli splendidi risultati ottenuti. Enumera le ardite escursioni compiute in questi tempi. Ricorda il libro del R e y sul Cervino, le pubblicazioni del Mosso, le guide del Vaccarone e Robba, le narrazioni doi viaggi del Duca degli Abruzzi, la guida degli Abruzzi, dell'Aliate, ecc., come le sezioni di Torino e Genova abbiano dato un grande impulso allo sport degli skys, efficace ausiliare dell'alpinismo. Parlando deìle pubbli-cazioni e dei lavori letterari commemora i soci Giuseppe Belli, fondatore e già presidente della sezione Ossolana, e Alessandro Sciorelli, della sezione di Torino.

Nell'ultimo decennio di vita del C. A. I., un grande incre-mento ha ottenuto la Cassa-Soc-corso per le guide. Da L. 400 di rendita nel 1894, oggi se ne hanno 2325 con un capitale di circa 48,000 lire, di cui 23,000 furono offerte dal Duca degli Abruzzi. Durante il decennio nacquero e morirono le sezioni di Caltanissetta e di Cuneo; sorsero quelle di Schio, Monza e Messina; il numero dei soci aumentò di 3300; i rifugi da 70 salirono a 300; due volte fu am-pliata la capanna Regina Mar-gherita, e nell'annesso osserva-torio è già stato stabilito un regolare servizio di osservazioni meteorologiche ed impiantata la stazione telegrafica per cura del dott. Alessandri, d'ordine del Ministero. Le spese fatte per quella capanna ammontano a L . 51,000, e vi concorsero il Re, la Regina madre, il Duca degli Abruzzi, i Ministeri e d il Club Alpino.

Il bellissimo cenno storico al-pinistico elei Grober termina col ricordo d e 1 miglioramento e apertura di vie e sentieri, se-gnalazioni alpestri, gite sociali, carovane scolastiche, panorami, guide, opere di rimboscamento, colonie alpine, corsi di istru-zione alle guide, sussidi alle scuole di piccole industrie, ecc., le quali formano un complesso di attività sociali che non rendono quest'ultimo de-cennio inferiore al precedente.

A l congresso segue l'escursione al Ciusalet il giorno 5 settembre ed il banchetto a Snsa.

Con la riunione di Snsa e b b e termine l'im-portante Congresso, che non poteva essere favo-rito da tempo migliore, ed una nuova importante data ha segnato la storia dell'alpinismo italiano.

Gustavo Verona.

T H E R E A D Y B R A K E

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E' incominciato mercoledì e terminò giovedì, colla solenne premiazione delle gare ginnastiche individuali e di squadre, che ebbe luogo nel Col-legio San Giuseppe. Dette gare s'effettuarono mer-coledì nella palestra ginnastica di via Magenta, sotto la direzione generale del prof. G. Falcherò ed alla presenza della Giurìa, presieduta dal dot-tore Mario Osdot-torero e composta dei signori Colli, maestro Bosco, maestro De Bernardi, maestro Cantoni, dott. Castiati, maestro Passi, Bettole, Durio, Garabello, Bonfanti, Minoli, rag. Antonelli, maestro Dabbene, maestro Farina.

Al concorso ginnastico hanno partecipato le seguenti squadre: Libértas, di Lecco; Vigor, di Vercelli; Virtù e Costanza, di Milano; Iixcelsior (Don Bosco); Don Bosco, di Rapallo; Fortitudo, di Briosce; Alacrità», di Mariano; Excelsior (San Filippo); San Giuseppe, di Milano; Robur et Fides, di Varese; Leonina, di Luino; Excelsior (San Felice); Pro Seregno, di Seregno; Viribus Uuitis, di Saronno; Artigianelli, di T o r i n o ; Virtus, di Gallarate ; Don Bosco, di Sampierdarena; Fides, di Milano; Excelsior (G. B. della Salle).

Nel pomeriggio di giovedì ebbe luogo il corteo, cui parteciparono tutte le suddette squadre e le seguenti ciclistiche: Circolo San Paolo (Torino); Veritas, di Monza; Pro Seregno, di Seregno; Guala Bicchieri, di Chieri; Libertas, di L e c c o ; Società Cattolica, di Alessandria; di Acqui; Fulgor, di Asti; Doufour, di Cornigliano Ligure; Ciclisti in-dipendenti, di Torino.

Il corteo si formò presso il Collegio San Giu-seppe, e, preceduto dalle Musiche del Patronato, della Casa Benefica, dell'Oratorio San Felice e di Santa Cecilia, per via Po, piazza Castello, via Roma, corso Vittorio Emanuele e corso Re Um-berto, si portò alla sede della Società Ginnastica.

Qui ebbero luogo prima la sfilata ge-nerale delle squa-dre ginnastiche e ciclistisòhe, poi una accademia ginnico-corale, c u i prese pure parte la squa-dra dei sordo-muti, riscotendo g r a n d i applausi.

Durante l'accade-mia tenne un di-scorso il sacerdote prof. D. Simonetti. Alla festa, riusci-tissima, assistevano il cardinale Richel-my, il teologo Ga-relli, presidente del Congresso, il cav. Pericoli, i n v i a t o speciale del Papa, il vescovo

Deange-lis, in rappreseli- Lg adre gimastiche sfilano

tanza del Patriarca

di Venezia, il teologo Moriano, il conto della Motta, l'avv. Amici, il prof.Candido, il conte Molla, il dott. Peinetti, il prof. Biagio.

Ecco la classifica di premiazione delle squadre :

Medaglia d'oro: Virtus di Gallarate, Alacrità» di Mariano, San Giuseppe di Milano, Artigianelli di Torino, Viribus Uuitis di Saronno, Pro

Se-regno, Leonina di Luino, Vigor di Vercelli, Robur et Fides di Varese, Excelsior San Filippo di Torino, Don Bosco di Sanpierdarena.

Salto in altezza: Primo, Del Bo di Milano.

Sollevamento pesi: Primo, Mira d'Ercole Luigi di Lecco.

La giurìa delle gare, presieduta dal dott. M. Ostorero. (Fot, G. Simoni, Torino, piazza Castello 26).

Medaglia d'argento: Libertas di Lecco, For-titudo di Brioscò, Don Bosco di Rapallo, Virtù e Costanza di Milano, Excelsior La Balle di Torino.

Medaglia di bronzo: Fides di Milano.

GARE INDIVIDUALI. — Gara artistica: Primi,

Corsa veloce: Primo, Del Bo di Milano.

Gara speciale al cavallo: Primi, pari merito, Bisio ed Olivieri di Genova.

Gara alla palla vibrata: Prima, squadra della San Giuseppe di Milano.

Ieri sera prima della premiazione e b b e luogo u n a fiaccolata. Durante la pre-miazione parlarono il dott. M. Ostore-ro, la contessa Rosa di San Marco, l'av-vocato Carlo Bian-chetti, il professore Simonetti.

Il congresso si chiuse alle ore 23.

V. G.

Le leste sportive

di

dinanzi al cardinale R.chelmy e alla giurìa. (Fot. G. Simoni, Torino, piazza Castello 26). pari merito: Bisio di Genova, De Simoni di

Mi-lano, Frova di Vercelli; secondo, Fumagalli di Gallarate; terzi, pari merito, Villa e Tremolada di Seregno.

Salita alla fune: Primo, De Simoni di Milano.

Salto in' lunghezza: Primo, Fumagalli di Gal-larate.

Il convegno cicli-stico e le regate ebbero l u o g o il giorno 4. La sfilata dei ciclisti riuscì per la varietà dei colori invero pittoresca.

Vi assisteva una folla enorme. Le finestre delle case che guardano sulle vie e sulla piazza per cui passava il corteo ciclistico erano gremite di signore

Durante l'accademia finale. tFofc. G. Simoni, Torino, piazza Castello, 26).

Lo squadre sfilarono col seguente ordine davanti al palco della Giurìa:

Roncade (9 ciclisti): Vittorio 8; Gradisca (Club Friulano) 74; Gemona 7 ; Venezia (Juventus) 19; Udine 31; S. Giorgio di Nogaro 8; Noventa di Piave 10; Meretto 12; San Vito d'Asolo 10; Santa Maria la Longa 29; Cervignano 80; Minerbe 4; Mestre (Libertas) 20; Gradisca 15; Codroipo 34; San Vito Fagagna 11; Palazzolo della Stella 16; Trieste (squadra azzurra) 8; Palmanova 12; Mou-tobelluua 4; Pordenone 69; Treviso, Trieste (squadra triestina) e Cividale.

Sono specialmente applaudite le squadre di Codroipo, Pordenone, Trieste, Gorizia, Cervignano, Gradisca, Udine, Gemona, Venezia e Mestre.

*

* *

La Giurìa è composta dei signori Carlo Peloso Gaspari, presidente, Ermanno Rossetti, Diego Cassi, Gelio Cassi, Carlo Ciani, Pietro Gaspardi e Antonio Balliani.

D o p o attento esame delie squadre la Giurìa emette il seguente verdetto:

I. Premio (coppa d'argento, dono del V. C. Ti-sana! a Codroipo.

II. Premio (medaglia d'oro, dono dell'onorevole de Asarta) a Pordenone.

(5)

Motociclette Z E E D E E L . 2

3

U HP INI. S . U . 2

3

I* HP

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IV. Premio (medaglia d'oro, dono del signor

Carlo Peloso-Gaspari) a Mestre.

V. Premio (medaglia d'oro, dono del Comitato) a Gradisca C. G.

VI. Premio (medaglia d'oro della società Tiro a volo) a Venezia (Juventus).

VII. Premio (medaglia d'argento dorato) a Mo-retto di Tomba.

V e n g o n o poi assegnate medaglie d'argento do-rato a Codroipo per la fanfara, a Trieste, a Cer-viguano, Minerbo e Gemona.

Le medaglie d'argento sono conferite alle squadre di Gradisca C. F., Venezia, Udine, Moretto di Tomba, Cervignano, Mestre, Codroipo, Sant'Orto di Fagagua, Trieste (squadra azzurra), Pordenone, Roncade, Vittorio, San Giorgio, Nogaro, Roventa di Piave, Santa Maria la Longa, Gradisca (C. G.) Trieste (squadra triestina), Pahnanova e Palaz-zolo della Stella.

Le regate sul 'ragliamento formarono lo spet-tacolo più attraente della giornata.

Le rive del fiume sono affollate di pubblico. Lo spettacolo è meravi-glioso.

Su apposite tribune prendono posto le si-gnore patronesse e i membri del Comitato.

Alle quattro comin-ciano le gare.

La prima è la gara « Tagliamento », yole di mare a due vogatori,

juniores.

Corrono: Jolanda, ca-nottieri Vio, Mecchia e Vicentini,timoniere;

Li-systrata, canottieri Ver

La squadra di Codroipo ( l" premio). La squadra di Pordenone (2° premio).

(Fot. Bortoletti).

La società Libertas. di Mestre, sfila davanti al palco della giuria. (Fot. Aldo Jesnrum).

nier, Rossi e Vianello, timoniere; Trieste, ca-nottieri Fasoli, Rossi e Missana, timoniere.

Giungono: 1. Trieste — 2. Jolanda. — 3.

Lisy-strata.

Nella gara «Latisana», veneziana a 2 vogatori tipo libero junior, cor-rono :

Riflessi azzurri, si-gnori Miani e Missana

— Herald, signori Sup-piej e Irman — Vi

ite-zia, signori Molin e Ba-ro! ni.

G i u n g o n o : 3. Herald •— 2. Riflessi azzurri --3. Venezia.

Nella gara « Friuli », yole a 2 vogatori, tipo libero senior, corrono:

Jolanda, signo' i Sal-vadori, Zardinoni e Fa-soli, timoniere;

Lisystra-ta, signori Chiozzotto U., Baldinidi e Missana,

ti-moniere; Trieste, signori l'oli, Bruna e Visentini, timoniere.

Giungono: 1. Trieste — 2. Lisystrata — 3.

Jo-landa.

Nella gara skiff corrono:

Augusta, signor Leo Poschacher e Margherita, signor Arturo Fasoli.

Giungono: 3. Augusta — 2. Margherita. Nella gara « Costanza », veneziana a 4 voga-tori, tipo libero senior, corrono:

Teresa, signori Miani, Bruna, Fasoli e Missana, poppiere ; Leopoldina, signori Vio, Salvador!, Bal-dini e Molin, poppiere; Freccia, signori Suppiej, Basolini, Chiozzotto R. e Irman, poppiere.

Giungono: 3. Teresa — 2. Freccia — 3.

Leo-poldina.

Nella gara « Patronesse », yole di mare a 4 vo-gatori, corrono:

Oalipso, signori Visentini, Zardinoni, Salvador!, Giorgio A. e Fasoli, timoniere; Agostino, signori Chiozzotto, Rossi, Baldini. Parpinelli e Vianello, timoniere; Conte di Bardi, signori Rossi, Bruna, Vio, Poli e Vianello, timoniere.

Giungono : 3. Conte di Bardi — 2. Calipso —

Agostino si ritira durante la gara.

Terminate le gare il Comitato offerse ai canot-tieri un vermouth d'onore.

I. B.

oCettere montuose

i .

L'amicizia che da anni e anni mi lega al caro amico Panciotti, quasi quasi come l'ostrica allo scoglio (l'ostrica è l'amico), mi ha spinto anche quest'anno a chiedergli buone novelle dei suoi viaggi alpini. Quel mallieurl

Quest'anno pare gii siano andate a male le gite. Me le narra egli stesso in una lunghissima

lettera-relazione.

Egli, come tutti gli uomini di questa terra, ha un'ambizione terribile, la notorietà, e supponendo che avrei dato al pubblico il suo lavoro l o ha infiorato come una sposina di campagna o come nna mula che va alla festa, ma io non posso abu-sare della pazienza dei miei cortesi leggitori e cercherò qualche punto saliente per presentarlo, tralasciando i fronzoli.

L'amico Panciotti è buono, oli come è buono, troppo, troppo, tre volte troppo buono, e mi ab-braccerà lo stesso... quando gli avrò prestate le solite dieci lire.

Ecco adunque qualche brano :

« Caro Frpi,

« T u mi chiedi notizie del mio alpinismo an-nuale. L o fai per curiosità tua, per voglia strana di sorridere di me, o per far ridere gli altri; io non voglio e non posso entrare nello spirito della cosa e senz'altro, per l'affetto che a te fortemente mi incatena, ti soddisfo.

Quest'anno è andata un po' a male la faccenda. Partii con parecchi gradi di calore ed in montagna ne trovai altrettanti, se non di più. Perchè avrei dovuto salire io dal momento che saliva già il termometro?

Provai a toccar delle punte, due, tre volte mi spinsi in cerca di ghiaccio, ma non ne trovai nem-meno all'albergo, tentai una gita al rifugio, ma mi accorsi che il miglior rifugio era la stanza da letto... dormire ! oh ! sì, lascia che nel tuo seno capace io possa versare tutto l'estratto della ve-rità delle cose.

Io ho dormito molto ! E dormendo ho fatto delle ascensioni splendide, ho visto tutte le punte della terra, tutti i più profondi ghiacciai, ho va-licato i monti più sconosciuti, ho terrorizzato gli alpinisti più sfegatati con le mie prodezze, in-somma ho fatto nei miei placidi e sudoriferi sonni

tutto ciò che avrei dovuto e non avrei potuto fare stando sveglio.

E poi... tu (fammi il favore di accostare una delle tue orecchie alla mia bocca) sai bene che io non dispongo di mezzi molto abbondanti, e con-fortato da certe gite in montagna che ti fan ge-lare in tanti modi il sangue nelle vene, ho cre-duto molto più sano, più confacente alla mia posizione di... sognare le escursioni piuttosto che farle !

Non è la vita un sogno 1 Per conseguenza non è il sogno una vita 1

Dunque dormendo s i vive... se le zanzare ed altri compagni diletti della campagna lo permettono, e vivendo... si dorme.

Oli ! quest'ultimo para-dosso avrebbe bisogno di una lunga peregrinazione attraverso gli spazi igno-rati e d ignorabili della filosofia, ma non abbiamo tempo nè voglia io che scrivo e tu che leggi, e quindi c i riserberemo la questione per altre occa-sioni migliori.

Quello che è certo si è che io ho dormito molto all'ombra delle alte mon-tagne, e quindi avventure non ne ho. Nel moto sta la vita!

Come si fa a dir delle sciocchezze simili ? Guarda un p o ' le talpe, le testug-gini e gli alpinisti come me ! Muoiono essi forse anche senza muoversi o muovendosi poco ? E poi guarda un po' gli impie-gati che arrivano quasi tutti, a dispetto dei più o meno rispettabili e ri-spettivi governi, a perce-pire la lauta pensione 1

E sono tutte queste con-siderazioni che mi spin-gono sempre più verso le abitudini d i quiete, d i

tranquillità, di pace. Credi p u r e ; noi ci illudiamo di tante cose inutili e finiamo per non capirne più nulla. T u ti metti in viaggio per un'ascen-sione, perdi il sonno, il riposo, il danaro, qualche volta la salute, rovini le scarpe, i vestiti, fracassi la macchina fotografica, ti raffreddi, mangi male e digerisci peggio, e d o p o tanti disagi scendi giù, trovi un crocchio di gente che la pensa

sicura-mente meglio di te, e stanco, morto, racconti che hai messo un piede avanti l'altro, che hai toccato il ghiaccio della Maledetta, la punta della Rovina,

(6)

il canalone del Disastro e tante altre belle cose che a nominarle ti fan venire la pelle di un mi-gliaio d i oche, racconti quante volte sei stato lì 11 per lasciare i tuoi debiti ai poveri successori di-retti, che bai sofferto come un cane tutti i generi di sofferenze, ma che infine hai vinto e sei sod-disfatto !...

Ah ! sì, bella soddisfazione !

Viene fuori uno d i quelli che amano le cose tranquille, e ti dice che egli ha visto tutte quelle bello cose dal finestrino della funicolare, che è arrivato alla punta con un appetito migliore del tuo, che ha mangiato splendidamente con tutto il confortatile, e che non ha un granello d i pol-vere sul suo abito nè una graffiatura sulle sue scarpe ; e che fatti i conti tra sciupo di oggetti e spese per l'ascensione tu hai speso quattro volte

dippiù, ed hai sofferto cento volte dippiù, ed egli ora si fuma un delizioso sigaro (trafugato alla patria dogana), e tu stanco come sei vai a dor-mire come un mulo che abbia tirato il carico por ventiquattro ore !

Credi che io abbia torto ?

Se lo credi dimmelo ed io cercherò di dimo-strarti il contrario... >>

P. S. Questo p. s. è mio per avvisare i lettori elio la relazione continua. Io ho una paura male-detta d i attirarmi addosso delle bestemmie con-tinuandone la pubblicazione, e però sospendo pel momento. Se i lettori amano che io prosegua me lo scrivano, altrimenti respingo il manoscritto al caro Panciotti. Mi raccomando di mettere il fran-cobollo...

jErpi.

Sa settimana automobilistica di Brescia

Le feste di Brescia consacrate ali automobilismo internazionale sono finito da un pezzo, ma la eco di esse che si è diffusa per tutta l'Italia piena di spéranze, di promesse, vibrante d'entusiasmo, e che ha valicato le alpi facendo intendere allo stra-niero i progressi della nostra industria, e come anche fra questo popolo d i poeti, di cantori, di artisti viventi in una continua, serena e pigra ammirazione del loro glorioso passato, del loro mare azzurro, del loro cielo raggiante, possano nascere e trovare esplicazione le più moderne ini-ziative, e si possano mietere allori e conseguire trionfi nei campi vastissimi dell'odierna attività umana, questa eco non si è ancora spenta. Quanti utili ammaestramenti da esse ci vengono ! Noi abbiamo già sul nostro giornale, quando il pro-gramma della Settimana di Brescia venne lanciato fra il pubblico, ammirato ed applaudito all'ardita iniziativa d i quei volenterosi che pieni di fede, di tenacia, lavoranti concordi, uniti, si erano accinti all'opera di formulare, studiare l'organizzazione e la traduzione in pratica d i un programma, il più vasto, il più completo, il più ardito che fosse stato mai presentato in Italia.

E fin d'allora, ripensando a tutti i progetti for-mulati nelle oziose giornate, e che rimasero sempre tali per deficienza assoluta di energie, di volontà, di concordia, noi facemmo risultare come la mas-sima enunciata per primo dal forte poeta asti-giano non fosse una frase vuota di senso, ma come sia innegabile c h e quando fortemente si vuole, tutto si può avere, tutto si può raggiun-gere. Ed oggi che l e feste Bresciane sono state coronate da un successo che è un trionfo vero, indiscutibile, noi vediamo suffragato dalla realtà quanto scrivevamo prima che esse si compissero. E speriamo che l'esempio dato da Brescia all'Italia sia fecondo di bene, valga a scuotere i pigri, gli indolenti che in tanta abbondanza germogliano sull'italo suolo, preparando così altri simili giorni trionfali al nostro paese, al quale ogni giorno di più si rivelano il tesoro delle energie di c u i è capace, la potenza delle forze che possiede ancora vergini, ed attraverso il prisma dei suoi successi guarda con fiducia piena ed intera l'avvenire.

La constatazione più eloquente del successo della riunione bresciana ci viene da c i ò che di essa hanno scritto i giornali sportivi francesi, e dalle conseguenze che da essa ne hanno tratto, le quali pur risentendo dello spirito chauveniste proprio dei francesi, sono per noi italiani molto lusinghiere, e per l'industria automobilistica del nostro paese un giusto titolo d'orgoglio.

Essi infatti scrivono che non erano abituati prima d'oggi a vedere una vettura automobile costruita all'estero tener testa alla vettura di una delle migliori fabbriche francesi e batterla com-pletamente, e dopo di avere constatato come la riunione di Brescia è stata una delle più impor-tanti gare automobilistiche degli ultimi tempi, osservano come ad essa l'industria francese siasi presentata allegramente, senza nessuna prepara-zione, quasi ad vm innocente giuoco, simile ad un gigante che si presenti in una disputa tra fan-ciulli. E si lamentano che Teste e Duray si siano presentati in gara senza aver compiuto quél la-voro di preparazione, che è uno dei fattori più importanti della vittoria, mentre i loro avversari diventati temibilissimi, lo avevano compiuto alla

Il furgoncino Oldsmobile,

esposto a Brescia dal sig. Soldati.

Stanco di organizzare corse, Ettore Oraziani di Padova è diventato concorrente, ed ha debuttato occupando un buon secondo posto.

perfezione, e concludono ch'è finito il tempo in cui bastava all'industria francese presentarsi in gara per riportare incontestati trionfi, per ritor-nare in patria carica di allori; è necessario invece prepararsi a queste gare coi moderni e giovani rivali « perchè bisogna vincere, e noi lo abbiamo dimostrato due volte al Tannus ed alle Ardenne » .

Noi rispettiamo lo spirito che ha alimentato la prosa degli autorevoli nostri confratelli francesi, ci sentiamo lusingati, come dicevamo prima del giudizio molto benevolo ch'essi dànno sulla nostra industria automobilistica classificandoci avversari temibili, riconosciamo sempre, per ora, alla Erancia quel primato automobilistico che invano si è cer-cato strapparle, guardiamo ad essa ancora come al maestro che deve guidarci, come ci h a g u i d i t o finora alle nuove future conquiste del progresso industriale automobilistico, ma con buona pace dei nostri confratelli d'oltre alpe noi riteniamo, ed affermiamo con tutta sicurezza, che la vittoria italiana d i Brescia non riposa sulla imprepara-zione della parte avversaria, ma risiede unica-mente nel progresso da noi compiuto, nella nostra forza attuale, è il trionfo del nostro lavoro inde-fesso, tenace, paziente, è il risultato delle forze combinate di mille braccia e di tante giovani intel-ligenze che nelle gloriose officine della nostra Fiat, ed in quelle ancor fanciulle, ma non meno pro-mettenti, di Matteo Ceiiano, preparano quegli or-digni capaci dei prodigi conseguiti sulle strade del circuito bresciano.

Non solo, ma anche l'abilità di Lancia, non secondo a nessuno nell'arte di guidare una v e t -tura, ha assicurato il trionfo alla nostra industria, ed alla Fabbrica italiana d i automobili di Torino

Il conte Cor'.na!di di Padova, sulla sua 16 HP Ceirano

(al suo fianco il conte Lazzaro, presidente dell' U. A. Veneta di Padova).

che oggi degnamente, superbamente la rappre-senta dinanzi al mondo nel campo del motorismo. Lancia è diventato un insuperabile guidatore, per poco che la fortuna lo assista egli corre al trionfo, egli guadagna il premio della vittoria. E non è nuovo alle battaglie incruenti ma gloriose d e l -l'automobilismo, e gli odierni brillanti risultati da lui ottenuti, guidando quelle macchine Fiat perfette nella costruzione, eleganti nelle forme, formidabili ordigni in corsa, delizia e soddisfa-zione dei touristi nei lunghi viaggi p e r le più lontane contrade, non fanno che riaffermare la sua valentia ed a riconfermare il posto che l ' o -pinione pubblica, dopo il Taunus, le Ardenne, il Cenisio, il Ventoux, gli ha decretato come il più forte dei guidatori italiani ed uno dei più bravi fra i migliori del mondo.

Lancia, nella corsa del circuito d i Brescia, ha battuto il record mondiale della velocità nelle corse di fondo. Nè alla corsa per la Coppa Gordon-Bennett, nè in quella del circuito delle Ardenne belga, la velocità, con cui Lancia coprì i 370 chi-lometri, fu mai raggiunta.

Egli impiegò a fare tale numero d i chilometri ore 3,10' 56" ossia con una velocità media di chi-lometri 115,700 all'ora, mentre alla Gordon-Bennett la velocità raggiunta f u di chilometri 96 ed al circuito delle A denne soltanto d i chilometri 93 circa all'ora.

Influirono certamente a questo risultato bril-lante la sapiente ed impareggiabile organizzazione della corsa, e lo stato delle strade ch'era buonis-simo sotto ogni rapporto.

Nè soltanto le Fiat fra le vetture nazionali di-mostrarono la perfetta loro costruzione e la bontà dei loro meccanismi, ma accanto ad esse dobbiamo mettere in prima linea le vetture Itala della gio-vane fabbrica torinese d i M. Ceirano e C. che in competizione con rivali della forza di Ilemery della Casa Darracq, conseguirono risultati molto lusinghieri. Ed è da notarsi che le due vetture Ceirano erano guidato da due debuttanti, i signori Reggio e Parodi di Genova, ai quali va data am-plissima lode pel m o d o veramente brillante con cui guidarono le forti vetture Itala.

Ma il debutto più impressionante d i questa corsa fu certamente quello del cav. Florio, gui-dante una macchina Mercedes di 60 IIP. Impres-sionante ripotiamo e pieno anche di dolci emo-zioni. Da noi in Italia molto raramente si assiste allo spettacolo di vedere un giovane ricchissimo, appartenente ad una delle più cospicue famiglie italiane, al quale la vita in ogni campo potrebbe dare tutte le soddisfazioni e tutti i piaceri, c i -mentarsi in una gara, non scevra d i pericoli, con tanto entusiasmo, con tanta fede. Questo giovane gentiluomo ha dato all'automobilismo tutta la sua anima ardente di siciliano, tutto l'entusiasmo d i

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Oli «Itimi cimenti nautici all'est ero.

Il nuotatore inglese Burges Forsyth, vincitore del campionato del mondo di nuoto, tenta di attraversare la Manica. ritorna presso la giurìa dopo la sua vittoria.

Reggere nel prossimo numero il resoconto

illustrato della Corsa della Consuma, delle

re-gate di Jfapoli e del Concorso Ginnastico di

JViontecat'ni.

cui sono traboccanti i nobili figli ilei suolo etneo. Noi abbiamo in fortuna ili conoscere da qualche tempo il cav. Vincenzo Florio, perchè il quartier generale delle sue imprese automobilistiche è qui a Torino, e noi come lo abbiamo applaudito al circuito di Brescia, lo ammiriamo sempre quaudo nelle officino di Alessio egli passa le intere sue giornate intorno alle macchine, curandole, osser-vandole con occhio sapiente, indicando ai mecca-nici nuche i più minuti particolari di costruzione, dando giudizi sempre giusti, formulando quesiti sempre molto interessanti, e quaudo le macchine che egli ha fatto approntare per una gara sono pronte ed escono dalle officine, egli le segue con uno sguardo pieno d'amore e di ansia, quasi che dal risultato ch'esse daranno dipenda la sua for-tuna. Ed è quest'amore per l'automobilismo che gii ha fatto compiere la corsa del circuito di Brescia, rivelandosi un guidatore non comune per sangue freddo, per sicurezza, per conoscenza pro-fonda del potente meccanismo ch'egli guidava. La vittoria non gli arrise completa, com'egli cer-tamente desiderava, ma non è una grande vit toria per lui, nuovo a quella sorta di cimenti, aver battuto campioni della forza di Duray e di Hemery ?

Il battesimo da lui ricevuto è stato quantomai glorioso, ed a lui che già dota la Riunione Bre-sciana del 1905 del regalo munifico di una coppa del valore di 20 mila lire e che già si fa l'ini-ziatore per la costruzione nel piano di Montechiari di una apposita pista ove saranno disputate le prove del miglio e dei chilometro, a lui arride-ranno vittorie anche più complete, trionfi anche più brillanti.

L'esempio ch'egli dà, esempio di attività fe-conda di b e n e , ' d o v r e b b e essere seguita in Italia dai nostri ricchi signori, se ne avvantaggerebbe l'industria nazionale ed il buon nome dell'ari-stocrazia italiana.

La Riunione di Brescia ha avuto anche la sua nota molto pratica, ed ha dato un grande im-pulso allo studio di un problema alquanto arduo, quello dell'automobilismo militare. E l'esperimento di automobilitazioue è completamente riuscito, quando lo si esamini dal lato dell'impiego del-l'automobile come mezzo celere di trasporto ed informazione. Anche prima di esso molti erano convinti dei grandi servigi che l'automobile può rendere.

Ne erano persuasissimi il Capo di Stato Mag-giore dell'esercito, generale Saletta, che impiega l'automobile in ogni sua escursione, e l'Ispettore generale del Genio, il marchese Durand de la Penne, che l'anno scorso si arrampicò con un'au-tomobile Fiat di 24 HP per la diffi. ile stradic-ciuoia di Val Morino, sino al Colle dello Chabertoa (in. 2800). Ma questa persuasione nei due capi da cui dipende il servizio delle comunicazioni, e tutti gli altri servigi logistici dell'Esercito, non è stata sufficiente a fare avanzare di un passo il problema dell'impiego dell'automobile nell'Eser-cito.

Non parliamo dell'Inghilterra, dove la costitu-zione dell'Esercito è ben diversa dalla nostra, ma in Francia e Germania, che hanno il nostro stesso ordinamento militare, il problema è sulla via della risoluzione, specialmente per quanto riguarda l'adozione dell'automobile come mezzo di trasporto di materiali. In Francia il Ministero della Guerra ha bandito addirittura un concorso fra le Case costruttrici per un tipo di camion economico c robusto da impiegarsi nei servizi logistici dell'esercito in pace ed in guerra, sul piano ed in montagna. Da noi invece tutto quello che può essere stato detto in favore dell'automo-bilismo, ha urtato fatalmente contro quella mu-raglia cinese del Palazzo di via X X Settembre a Roma, e la polvere ingloriosa degli archivi si è posata su tutte le relazioni e progetti forma-lati e scritti sino ad oggi, e di essi nessuno ha più parlato.

L'esperimento di Brescia ha scosso i dormienti ed ha riportato all'onore delle prati he sospese le antiche e polverose relazioni automobilistiche, a cui oggi si è aggiunta la nuovissima del maggiore Maggiorotti, che ribadisce nella mente di tutti la persuasione che l'automobile serve a qualche

IL sig. Riva, ispettore generale della corsa del Circuito.

cosa, che il problema è maturo, e va svisce-rato in ogni sua parte, va discusso in tutti i suoi particolari, va finalmente risolto.

L'indole del nostro giornale non ci consente di esaminare i risultati dell'esperimento dal lato militare, per quanto riguarda l'impiego dell'auto-mobilismo privato, come fu fatto a Brescia per il servizio di informazioni, d i ricognizione, per

l'impiego esclusivamente tattico. Noi fortemente dubitiamo che in caso di guerra combattuta il risultato possa essere l o stesso, e che le infor-mazioni, le ricognizioni — cose difficilissime e di capitale importanza per un corpo operante — possano essere affidate a privati, che per quanto eroici, volenterosi, intelligenti, non hanno quelle cognizioni ohe si richiedono in chi compie sì de-licati servizi. Si vedrà allora la necessità d'im-piegare provetti ufficiali a quel servizio; ed allora basteià soltanto requisire gli automobili e met-terli a disposizione dell'esercito operante, automo-bili guidati da individui di un ìeparto speciale del Genio, istruiti fin dal tempo di pace a guidare gli automobili, reclutati cogli stessi criteri della

Brigata Ferrovieri, senza tanti reclutamenti volon-tari di molto dubbia riuscita. Noi non possiamo dilungarci nella dimostrazione di questa tesi, ed avremmo altre molto buone ragioni da addurre; abbiamo voluto solo indicarne qualcuna perchè le illusioni sono dannose, quando esse rappresen-tano il substrato su cui devono risolversi impor-tanti problemi.

Ma una vera, indiscussa importanza ha avuto, l'esperimento dei carri-trasporto. Chi scrive ha preso parte, nei primi anni della sua giovinezza, a molte esercitazioni militari, anche in montagna, e ricorda tutte le difficoltà, i ritardi che il baga-glio di un corpo di truppe incontra sulla sna via, appena questa si allontani dalla pendenza nor-male di una strada ordinaria nel piano. Ed il modo con cui i tre trasporti hanno percorso a

Brescia strade che nessuno avrebbe supposto per-corribili ha dimostrato il loro vero valore, e come il loro avvenire militare sia senza d u b b i o gran-dissimo. R. Giannnzzi.

L'ing. (!• mie Gamba, presidente d<U' A 0. di Genova sulla sua 60 HP Mercedes, salutato dal conte Terzi

vice-presidente del Comitato Bresciano.

HpeeialiUt dei

FRATELLI B R A M A - MILANO

Il « Camion » Fiat che ha partecipato con lieto esito

all'esperimento di automob.litazione di Brescia.

ABI9ARO, TONICO

Corroborante, Digestivo

(8)

I C a n o t t i A t J L t o m o l b i l i

Come stupirebbe se tra noi comparisse il buon Lenoir, il primo applicatore dei motori a scoppio, nel constatare quali enormi progressi ha fatto la sua invenzione dal 1869 ad oggi !

Non è solo l'automobile che vittorioso cammina sulle nostre strade fugandovi oclie e pregiudizi,

abbattendo paracarri e prevenzioni, e sollevando al suo passaggio nugoli di polvere e di bestemmie. Quella via che invano il motore a benzina ha cercato sulla terra per sviluppare tutta la velocità di cui è capace, la troverà forse nell'acqua, e quelle ali avvolte di pneumatici, che ha creduto di trovare nelle ruote, le troverà nell'elica, che lo

farà volare sulla superficie delle acque, in attesa di spingerlo alla conquista dell'aria.

Dietro l'automobile muovono i primi passi, e promettenti passi, due nuovi e futuri trionfatori, che dall'invenzione di Lenoir prendono il primo impulso e che sono destinati a portare l'arma

vit-' ~ ~ vit-' " iàÉjp" : *

toriosa del genio umano attraverso il regno del-l'aria e quello dell'acqua.

Dopo l'automobile, l'aereonave, e dopo la terra ed il cielo, ecco il canotto automobile, che por-tando lo scompiglio nell'attuale locomozione acquea, è destinato a rendere segnalati servigi in questo grande ed immenso campo del regno acqueo.

All'infuori dei pesci, nessuno disturba il canotto automobile, non solleva polvere, non spaventa cavalli, non investe pedoni, quindi non v'ha a te-mere che sopravvenga a suo danno la saggia e previdente premura di qualche regolamento re-strittivo ministeriale.

Le prime prove di questi canotti automobili che hanno avuto luogo con ottimi risultati l'anno scorso in Frància ed in Italia, si vanno ripetendo

— fi

' . n HH9I <

quest'anno ancora in Francia, mentre si attende la riunione italiana di Stresa.

L'industria francese ha ancora quest'anno for-niti gli scafi più veloci, dimostrando ancora una volta come i suoi motori siano formidabili e sulle polverose strade e sulle tranquille acque della Senna o su quelle agitate della Manica.

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Il sorgere di questi veloci dominatori delle acque forse farà definitivamente scomparire un altro sport, che pare abbia fatto il suo tempo. Di esso si parla assai p o c o : del canottaggio si di-scorre all'epoca del famoso match tra l'Università di Oxford e di Cambridge, al tempo dei campionati

all'asciutto) non riesce a sedurre questi giovani... clie non sono più quelli di altri tempi i gusti cambiano e la moda passa. La popolare bicicletta, ed ora la veloce motocicletta, essendosi create una numerosa schiera di proseliti, hanno rubato i pochi che erano rimasti fedeli al remo :

diffidi-dido avvenire. Esso p u ò essere un vittorioso con-corrente, come sport, come mezzo di locomozione, di piacere all'automobile e al moto-ciclismo.

(10)

!

Il

primo arrivato

nella gran corsa della Consuma

(categoria Motociclette), signor

Riva,

a parità di macelline

Marchand,

ha battuto

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(11)

D o p o la scatola delle velocità si trova sull'al-bero motore un potente freno a pedale, azionante nei due sensi, poi il giunto cardanico ed infine il differenziale.

L ' accensione è a m a g n e t e , tipo brevettato Brasier; esso presenta il vantaggio di essere sempre regolato e di produrre una rottura brusca a velocità costante, qualunque sia la velocità del motore, cioè permette una perfetta accensione del gas anello quando il motore ha velocità pic-colissima: oltre a ciò le varie parti di questo

al-lumage non essendo più esposte alle alte tempe-rature della camera di esplosione, sono soggette a minimi guasti.

Il carburatore è anch'esso del tipo brevettato Brasier. L'arrivo della benzina avviene dall'alto per mezzo di un raccordo a vite e con-trovite che permette così di regolare esat-tamente il livello e contiene un cappelletto conico indipendente, il quale solleva il gal-leggiante quando il livello è al punto giusto; la benzina, uscendo da due piccoli tubi inclinati fra di loro di 60° circa, torma due getti (come nei becchi per acetilene) che incontrandosi formano una colonna d'aria carburata senza che si abbia proie-zione alcuna sulle pareti del tubo.

11 radiatore è a termosifone, sopprimendo così la pompa e la canalizzazione che riu-nisce negli altri tipi il serbatoio d'acqua al radiatore: nei radiatori Brasier il ser-batoio d'acqua è posto sopra al radiatore stesso.

La lubrificazione del motore è automatica e si ottiene o per mezzo della pressione del gas di scarica o per mezzo di un apposito comando mec-canico.

Ciascuna vettura è munita di due freni: uno a pedale, a mascelle metalliche, posto sull'albero motore, e l'altro alle ruote con chiusura interna. Uno dei pregi più grandi della Ditta costrut-trice di queste vetture è quello che tutti i varii pezzi sono incominciati, lavorati e rifiniti nella grande officina Richard di I v r y : tutti i pezzi sono

ricambiabili e contrasse-gnati, renden-do così im-mensamente facile lo smon-taggio ed il m o n t a g g i o delle v a r i e parti dell'au-tomobile. V i n c e n d o la celebre coppa Gordon

Ben-nett, questa Ditta, che ha adottato per propria marca di fabbrica il quadrifoglio, non e b b e ciie il meritato premio dei suoi lunghi e scientifici studi e della sua continua applicazione dei nuovi trovati in automobilismo.

Castagneto Po, 9 settembre 1904.

Ing. Effren Magrini. Le vetture Richard-Brasier, vincitrici della

corsa Gordon Bennett 1904, sono di quattro tipi, cioè di 8, 12, 16 e 24 HP. Tecnicamente però due soli sono i tipi, e cioè vetture con motori a due cilindri (8 e 12 cavalli), e vetture con motore a quattro cilindri (16 e 24 cavalli).

L o chassis è però sempre dello stesso tipo per tutte le vetture: questo chassis ha la forma di una trave armata, rigida ed elastica nello stesso t e m p o : esso non sopporta che la carrozzeria ed è unito al falso chassis formato di tubi iti acciaio senza saldature: è questo falso chassis che

sop-porta tutto il meccanismo per mezzo di raccordi in acciaio fuso.

L o chassis è portato da molle allungate e spor-genti.

I motori, come si è detto, sono a 2 ed a 4 ci-lindri, e sono posti verticalmente.

Le valvole, tanto quelle di ammissione quanto quelle di scarica, sono comandate meccanicamente. Per regolare la velocità di marcia, regolando l'am-missione del gas, è posto nel carter un regolatore a sfere sensibilissimo e non soggetto a facili guasti: la velocità normale è di 1200 giri, che può discendere a 400 per mezzo del regolatore, e può essere spinta fino a 1400 giri per mezzo di un acceleratore a pedale. I gas di scarica passano attraverso una condotta semplice per i motori a 2 cilindri ed una condotta doppia per i motori a 4 cilindri: i tubi di scarica sono disposti in m o d o che i gas uscendo impediscono iì sollevarsi della polvere delle ruote posteriori o per io meno im-pediscono che essa possa cadere sulla vettura.

L'albero motore è unito al,'albero di trasmis-sione per mezzo di un innesto a frizione a cono ricoperto di cuoio, e disposto in m o d o da elimi-nare qualsiasi spinta longitudinale sull'albero.

Tra il cono di frizione e gli ingranaggi del cam-biamento di velocità trovasi un d o p p i o cardano che permette un rapido montaggio del cono di frizione quando occorre cambiare il cuoio.

II cambio di velocità è del solito tipo a bain

baladeur, con quattro velocità e marcia indietro ^eccetto che per le vetture di 8 IIP che hanno soltanto 8 velocità); l'ultima velocità è per con-tatto diretto: la marcia indietro è i tre quarti della prima velocità. Tutto questo meccanismo è racchiuso in una scatola d'alluminio.

Ultime riunioni ippiche in Italia ed all'Estero

A M I L A N O

Quando ancora le società non erano autorizzate a bandire corse per i puledri di due anni prima del mese di settembre, la riunione di Erba, in cui debuttavano le giovani speranze, era viva-mente attesa nel m o n d o ippico italiano.

Per i decreti del YockeyClub, i due anui c o r -rono dopo il primo aprile, quindi molti hanno terminato la loro carriera di corse al giungere del settembre, quando incominciano le prove più importanti.

Mancata la riunione d'Erba il « Premio Eupili » fu conservato dalla Società Lombarda. E que-st'anno, benché fosse destinato ad essere dispu-tato da un n u m ì i o limidispu-tato di scuderie, cinque, di cui una con due puledri, tuttavia presentava qualche interesse.

Ingegna, una veloce puledra proveniente dal-l'allevamento del signor Tesio, doveva per le sue vittorie riportate in giugno portare un piccolo soprncarico il che, almeno sulla carta, non poteva impedirle la vittoria. Ben diverso fu il resultato della corsa: la vittoria toccò a Bugiala (da Me-lanion e Rosa T'hea) della Razza Volta, la quale non durò fatica a battere Onorio (da Garrick) proveniente dalla Razza Nomentana, ed Ingegna.

Tra i non piazzati si sono trovati La Quercia (sorella piena di The Oack); Volta, primo pro-dotto della fattrice Huntres della Razza G e r b i d o ; e Labicana, un'altra Garrick, che aveva vinto otto giorni prima il « Premio dei Laghi ».

La vittoria della puledra della Eazza Volta può di p r i m o acchito riuscire una sorpresa: in-fatti correndo tre giorni prima non aveva occu-pato che il terzo posto, preceduta all'arrivo da

Euru di Sir Roland, che è certamente un buon puledro, e da Attila (una Vanloo) la quale per le condizioni di vendita godeva di un discarico : del

resto questa puledra della Razza Gerbido non aveva al suo attivo che due vittorie riportate a L i v o r n o in modesta compagnia.

D o p o questa poco onorifica performances,

Bu-giada poteva essere abbandonata, benché sulle

Rugiada, f. b., nata in Italia nel 1902 da Melanion

e Rose Thè, propr. Razza Volta, trainer: W. Bell, jockey Manchester. Vincitore del XV" « Premio Eupili ».

(Fot. Poli, Milano;. corse finite in giugno (e tra esse dove ricordarsi il secondo posto ad un'incollatura da Ingegna nel « Premio Bellagio »), potesse considerarsi come degna vincitrice del « Premio Eupili ». Così la Razza Volta, cui quest'anno la buona fortuna fu

molto avversa, ha vinto per la seconda volta questo premio (Boyalist nel 1901 vi battè il ve-locissimo Euro): se a Bugiala non mancherà la buona stella che ha protetto molti vincitori del « P r e m i o E u p i l i » , potrà forse vincere nel 1905 il « St-Léger ». La corsa di domenica ha d'uopo d'una c o n f e r m a : le prossime grandi prove del l'ottobre ci diranno se veramente Bugiala sia superiore a Ingegna; dal risultato della gara di Milano si può per ora pensare che i tre puledri che vi occuparono i tre primi posti si possono considerare corno i migliori della loro genera-zione... a meno che il crack della generazione del 1902 non debba trovarsi tra i puledri di cui si attende il debutto. E. M.

A L U C B J l i l V A

Nei giorni 4-6-8 settembre hanno avuto luogo a Lucerna lo corse al galoppo, cui parteciparono parecchi cavalli italiani con ottimo risultato. Ecco l'esito delle successive riunioni.

Ingegna, p. b., nata in Italia nel 1902 da Melanion

e Inglesina, propr. F, Tesio. jockey Hemming. Terza arrivata nel XV° « Premio Eupili ».

(Fot. Foli, Milano).

1" giorno, 4 settembre. — la Corsa, Premio del

Bigi, fr. 1700. — Inscritti n. 10 cavalli. Corrono soli 3. fruite di Glenadet, Shillitoè del cav. Ranucci, e la Japonaise di Fr. Sclienkel. Gunge, 1° La

Japonaise, 2° Shillitoè ad un'incollatura. 2» Corsa, Premio del Lago dei 4 Cantoni, Fr. 2000 (corsa di siepi). — Inscritti n. 14 cavalli. Corrono soli 5 : Quirino di Caracciolo, Edelweiss di Tutress,

Eoirmont di Grassa!, Belle-Fille del cav. Ranucci e Porfira di Stener. Giunge buon primo e dopo una splendida corsa Belle-Fille, 2° Quirino, 3°

Eoirmont.

3a Corsa. Premio della Beuss, fr. 7000

(Steeple-chase gentlemen-riders). — Inscritti 8 cavalli. Cor-rono solo: Jonxac di Bloiss, Aigrette II del ca-valier Ranucci, Baltavar di Fessmaim e Eolis di Mùller.

Arriva primo Eolie, buonissimo secondo

Ai-grette II.

4a Corsa. Premio del Gottardo, fr. 3600, Corsa

di siepi. — Inscritti II cavalli. Corrono soli:

Chas-seki di Leibbrand, Shillitoè del cav. Ranucci,

Parent di Sclienkel e Gloaming di Waldner.

Shillitoè viene squalificato per non aver saltato l'ultimo ostacolo. Giunge 1° Gloaming, 2" Parent.

2' giorno, 6 settembre. — Anche la seconda gior-nata di corse al galoppo ha segnato una grande vittoria italiana.

— Corsa: Premio del Pilato (fr. 1700; corsa piana). — Inscritti 13 cavalli. C o r r o n o : Quirino di Caracciolo, Puellant di Tutress, fruite di Gle-nadet, Orgona di Oswald, Muckress di Pavly,

Shil-litoè di Ranucci, Brillant di Sclienkel.

G i u n g o n o : 1° Shillitoè montato da W a d h a m ,

2° Puellant, 3° Quirino.

— Corsa: Grande Steeple - Chase di Lucerna (franchi 10.000). Inscritti 11 cavalli. Corrono:

Ai-grette II di Caracciolo, Manne di Dugas,

Inter-mède di Mayer ; Pelle Fille del cavaliere Ranucci,

Eeuvy di Tour du Pin.

Giungono: 1°, dopo una bellissima corsa, Pelle

Fille, di R a n u c c i ; 2» Manne; 3" Eeuvy.

4a Corsa: Premio del Kursaal (fr. 3000, corsa

di siepi). — Inscritti 13 cavalli. Corrono: Quirino di Caracciolo, Shillitoè del cav. Ranucci, Pavent di Sclienkel, Gloaming di W a l d n e r . Gloaming caduto.

A r r i v a n o : 1° Shillitoè, 2° Pavent, 3" Quirino.

3° giorno, 8 settembre. — Con un tempo splen-dido è terminata la riunione di corse. Nuove vit-torie segnarono le Scuderie italiane.

Premio Stanserhorn (fr. 2000, m. 2000): 1»

Mue-kross di Payly, montato da Sully L e w y , battendo di una incollatura Pelle Fille, di C. Ranucci ( W a d a m ) ; 3° Orgona, di Oswald (Picker), per tre lunghezze. N. P. Puellant, fruite e Brillant.

Premio fitlis (fr. 6000, m . 4 2 0 0 ) : 1° Aigrette II, di Caracciolo di Castagneta ( W o o d c o c k ) , battendo di mezza lunghezza Pìenvenu, di Balsan (prop.) ; 3° Intermide, di Mayer (Luke), cattivo terzo. N. P . :

Baltavar, Proto e Lough Allagh, caduti.

(12)

Notiziario Sportivo

flPTCMOBILISMO

— L'Unione automobilistica delle Indie

occidentali indice dal 26 d ieembre 1904 al 2 gennaio 1905 una prova turistica per automobili da Delhe a Bombay.

— La corsa automobilistica per la coppa Vanderbilt è stata definitivamente fissata per il giorno 8 ottobre sulla strada da Jericho ad Hempstead (km. 523).

— L'Esposizione internazionale di au-tomobili è stata fissata a Berlino per i giorni dal 4 al 19 febbraio.

— Il record turistico in automobile è novamente battuto da un americano.

Telegrafano al New York Herald che certo Whitmann ha terminato un viaggio da San Francisco a New-York, coprendo 4000 miglia in 33 giorni e 20 minuti (6436 chilometri).

e a i v e T T i . n u T O M O B i L i

PROSSIME CORSE ED ESPOSIZIONI ALL'ESTERO. — Sono state fissate le date del secondo meeting di canotti au-tomobili a Monaco nel 1905, e cioè 2, 8, 4, 5 aprile esposizione; 6, 7, 8 prova dei canotti; dal 9 al 10 corse.

TRAVERSATA IN CANOTTO AUTO-MOBILE. — I signori Spartaco Dubelli e Guido Pacifico della R . Canottieri Aniene, fecero la traversata da Anzio a Fiumicino con un canotto-automobile di 12 HP, con un maestrale fortissim > ed il mare agitato, impiegando soltanto quattro ore, colla velocità di 25 chilom. all'ora.

M O T Q g i e L I S M O

LA RIUNIONE D I BRESCIA. - Le

corse Milano-Brescia.—Al Campo di Marte ebbe luogo la prima riunione di corse ciclo-motociclistiche, indetta dall'Unione Sportiva Milanese e dalla Sezione bre-sciana dell'Audax.

Precedettero gli arrivi delle corse Mi-lano-Crema-Brescia.

Della categoria motociclisti arrivò: 1" Piccioni Umberto, il quale, prrtito da Milano alle 12,35, arrivò alle 15,40; 2. Terizza, di Milano; 3. Gatti Guido, di Milano; 4. Sciavo Ettore, di Alessandria; 5. Tapella, di Milano; 6. De Maestri, di Milano; 7. Agatti Enrico, di Brescia; 8. Scotti Carlo, di Milano.

Seguirono le corse ciclistiche pel cam-pionato bresciano. Prima batteria: 1. Girelli, 2. Vilda, 3. Aricci, 4. Tonoli. Seconda batteria : 1. Barone Siro, 2. Strozzi, 3. Bassi, 4. Torri.

Corsa motociclette (50 chilometri). — Prima batteria: 1. Maffeis Carlo, di Mi-lano; 2. Sciavo, 3. Terizza, 4. Gatti, 5. Scotti Douglas. Seconda batteria : 1. Pic-cioni, 2. Ballari di Parma.

Corsa motucicle.tte (chilometri 25).— Ri-servata agli arrivati nel tempo massimo della marcia Milano-Brescia : 1. Piccioni, 2. Terizza, 3. Tapella, 4. Gatti, 5. Agatti. LE CORSE CICLO MOTOCICLISTI-CHE DI BRESCIA. — Continuarono le corse ciclo-motocicliste, ed eccovi il risul-tato:

Campionato Bresciano: 1. Siro Baroni.

Corsa Motociclette (Km. 50): 1. Pic-cioni (Zedel) ; 2. Maffeis (Barscott); 3. Sciavo (Montù); 4. Cerizza (Stucchi). Corsa Esposizione (motociclette ; Filo-ni e tri 10): 1. Cerizza; 2. Ballari (Mar-chand); 3. Tapella (Zedel).

Match Ciclistico fra Tonoli, Truzzi ed Arici (Kilom. 25, allenatori): 1. Truzzi; 2. Tonoli. Arici ritiratosi.

LA GRANDE RIUNIONE DI BUFFA-LO.—Enorme fu la folla che oggi accorse al Velodromo Buffalo, dove si trovavano pure i due campioni del mondo reduci da Londra.

Corsa Scratch (bic. int. prof.): 1. Thuan; 2. Heller; 3. Friol ; 4. Stol.

Gran Premio di Neuilly (per dilettanti): 1. Hurley; 2. Rondelli; 8. Goerke.

Gran Premio di Neuilly (per professio-nisti). — Prima semifinale: 1. Jacquelin ; 2. Ellegaard ; 3. Kutt. — Seconda

semi-finale: 1. Piard ; 2. OttoMeyers; 3. Law-son. — Repechage : 1. Rutt; 2. Thuan; Otto Meyers.— Decisiva : 1. Rutt; 2. Piard; 3. Jacquelin.

Corsa dei Tandems: l.i Meyers-Bixio; 2.i Mayers-Rutt; 3.i Ellegaard-Piard.

Corsa Traguardi : 1. Carapezzi. Corsa di 20 Kilom. (con allenatori): 1. Darragon ; 2. Dussot; 3. Bière; 4. Gou-goltz.

L'ULTIMA RIUNIONE DI BUFFALO. — Al Velodromo Buffalo, dopo parecchi rinvìi, hanno avuto luogo le corse cicli-stiche. Eccone il risultato:

Match Darragon-Deguichard (Kilom. 10). — 1. Darragon ; 2. Deguichard, in 8'28" 2 [5.

Corsa di motociclette (Km. 10). — 1. An-zani ; 2. Champoison, a 5 giri ; 3. Fossier.

Corsa ciclistica (Km. 50). — 1. Walthour; 2. Simar; 3. Darragon. Tempo 41'47" 1[5.

Corsa motociclette (Km. 10). — 1. Anzani; 2. Lanfranchi, ad una lunghezza ; 3. Sou-les. Tempo 7'5"B[5.

Corsa scratch (bic. int. prof.). — Sono qualificati per la finale, che si correrà domani, i corridori Heller, Thuan, Friol e Stol.

Corsa traguardi. — 1. Carapezzi (senior) ; 2. Goven ; '3. Del Rosso.

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