IN MORTE
DI
m
CONDOGLIANZEEDISCORSI
RACCOLTI E PUBBLICATIDALLA SUA FAMIOLIA.
UDINE
TirOORAFlADIGIUSEPPESEITE
1880.
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Padova,febbraio1880.
La
famiglia del compiantoprof.AntonioMaooioni non saprebbepreparare allamemoriadelsuo caroestinto tributopiùbellodi queste dimostrazionidisimpatia, di stima edidolore,cheglifurono fatte nell’occasione dellaprecocesuafine.EssaècertacheilsuopoveroAntonio, se avessepotuto alzare perunmomentolatestadal letto dimorte, avrebbesorrisodicompiacenzanel vedersi così amatoe cosìonorato,specialmente peroperadicoloro in mezzo acuiavevapassatatanta partedellasuabreve esistenza,e deiqualipregiavasommamentel’affetto,la considerazione elafraterna,fidatacompagnia. Essa è certache lamesta ombradiluiandrà superbadiquesta aureolagentileoffertaledalleanime,che,dopola fa- miglia,egliebbepiùcare sulla terra: èunasuperbiapu- rissima, chepuòSeguirci anchealdilà dellatomba, perchèètutt’unoconlacoscienza dinonesserevissuti indarno.
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(Epigrafepubblicala inPadotailgiornodei funerali,0 gennaio 1880.)
ANTONIO MAGGTONI
PROFESSORK
N
MATEMATICHE NEI-REGIO ISTITUTODI UDINEASOLIXXXIIIANNISPIRAVA l’viii gennaio
COLTO DAINSIDIOSOMALORE CHE CONRIPETUTIATTACCHI NELOGORAVA LA GRACILEFIBRA
INASPETTATALAMORTE
LOCOLPIVA FRA LE BRACCIA DEL GENITORE DESOLATO TRONCANDO LE SPERANZEDIUNAVITA
ATTIVA VIRTUOSAE MODESTA TUTTACONSACRATA ALLASCIENZA
ALL’AMOREDE*SUOICARI AGLIAFFETTIGENTILIDELL’AMICIZIA
POVERA FAMIGLIA
NON ERAANCORA DILEGUATAl’AMBASCIA DELLARECENTE PERDITA DELLA GENITRICE CARISSIMA
CHE UN NUOVO LUTTOLAASSALE OliPOTESSE AL GENITOREAIFRATELLI
LENIRE L’ANGOSCIADITANTA JATTURA ILRAMMARICO PROFONDO CONCUISIASSOCIANOALORO NEL PIANTO
GLI AMICI
Firmali.L.LtHAiii,V.Lorixzoki, E.Volrh,P.Farini, E.DrllaOiurta, P.Odadagmini,!..Ro*«mi,E.dott.Roui,O.Cattakro,O.I.anari.
Att. 0. Morici ,0, B. Saltiori.
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(Telegranunadelsignor Presidedell'IstitutoTecnico di Udine.)
€Prof.Giovanni Marinelli ViaSchiavi,Padova.
Udine,9 gennaio1880.
Se
tempo, pregorappresentare questo Istituto Tecnico funeralidell'amico compianto desidera- tissimo professore Maqoioni. Esprimi famiglia nostrovivissimoimmenso
dolore.Misani.»
(Telegramnuidei signori Studentidell'IstitutoTecnico di Udine.)
*Prof.Marinelli
Università,Padova.
Udine, 10gennaio1880.
Allievi Istituto Tecnico addoloratissimi perdita, unanimemente porgono sensi vivi sentitissimi condoglianza,dichiarando imperitura
memoria
in essi valenteprofessore affettuoso amico più che precettore. Pregano comunicare questi sensi fa- miglia Maggioni. Ringraziando rispettosamente salutano.Studrnti Istituto Tecnico. *
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(Dal GiornalediUdinee da//a Patria del Friuli deliOgennaioi880.)
Udine, 10gennaio1880.
Una
luttuosissima notiziaè pervenuta oggida Padovaalla sottoscritta:ildott.Antonio Magoioni, professoredimatematica inquestoIstituto,mo-
rivaatrentatrèanni addì8 gennaiocorr.fra le bracciade’suoicari.Non
èinquestomomento
chesipossanodire molteparole asfogodi dolore einomaggioal perduto cittadino,ben sapendodelresto lasot- toscritta quantoilprof. Maooionifosse noto ed apprezzato anche nella città nostra.La
breve esistenzadiLuibrillòperl’integrità assoluta dei costumi epelcultoamoroso dellafamiglia,della scienza e dellapatria.LaDirezionedelr.IstitutoTecnicodiUdine.
(DalGiornale diUdinee dalla Patria del Friuli del10 gennaio1880.)
PadoTa, 8 gennaio1880.
M’
èriservato un compito assaitriste:annun- ciarelamorte delprof.Antonio Magoioni,oggi avvenuta,ai nonpochiamiciche ebbeinUdine, ai suoicolleghi dicodestoIstitutoTecnico,doveDigitizedbyGoogle
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egliinsegnava,ai moltissimiche ne
ammiravano
le egregio dotidel cuoree dellamente.Ahimè!
morirea trentatrè anni,nellaetàdeivirili pro- positi,deifortistudi,quando siècircondati da unafamiglia,
come
quella delpoveroAntonio,è cosabendolorosa!Eppure, abbenchè daqualche settimana coloro che loamavano
interrogassero ansiosilesue soflerenze,ondeconoscerelecause che parevano logorare la sua esistenza, nulla tiicevapresentire unacosì repentina sciagura.Amico
suo carissimo(chètalemidannoildi- ritto diaffermarmiuna ormai lunga consuetudine eunaffettovivoericambiato euna dolce corri- spondenza di servigi),oso affermare che altri certo più degnamente dime
potrebbero ram- mentare agli amici il carattere suo integro e nobilissimo,la menteperspicace ecolta,nonsol- tantonelle dottrinematematiche che avea pre- dilette,ma
sìin moltissimealtre partidellosci- bile, il costume onesto e temperato, la parola sovente arguta,semprefranca eaborrenteanche dall’ombra
dellamenzogna,la maniera coscien- ziosafinoalloscrupoloconcuiadempievala so- lenne missione d’insegnante ches’era addossata;pochissimi potrannopiùdi
me
sentireil doloro dellasuaperdita.Oraeglièmorto:
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esu quellatombapian- gono gli amici,piangono i parenti, piango unDigitizedbyGiloglp
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povero vecchio,a pochi mesi di distanza stra- ziatoda duefralepiùgravi sciagure della vita:
lamortedella
compagna
deisuoi giorni;—
la mortedel figlio. Al fratello,allasorella,aini- poti diAntonio,sopratuttoaquelvecchio rispet- tabile tanto, osare una parola di confortomi
sembraunaprofanazione del dolore.A
noi lalarga ereditàdinobiliricordanzeche ci lasciailcarissimoestinto,come
argomento di perenneaffettoper Lui,così siastimoload imi- tarnele egregie virtùea sopportarecon virile dignitàlo straziodi questasuadipartita.Giovanni Marinelli.
(Dal BacchiglienediPadovadelIOgennaio ISSO.)
«
L
altr’ieri è morto a soli 3:3 anni il nostro concittadino,prof..Antoniodott.Maooioni,inopi- natamentevintodafieromalore. Volontario gari- baldinonel 1866, professore poidi matematica nellaScuolaNauticadiChioggiaenelr.Istituto Tecnico di Udine,avevadatosemprelemigliori provedivirtù cittadine,diintelligenzaedibontà d’animo. Partecipiamo perciò vivamenteal lutto dellasua famigliaper sìimmatura perdita.DigitizedbyGoogle
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(Indit'iìtodei signori Pì'ofessori dell’ IstitutoTecnico.)
Udine,li13genimioISSO.
Signore,
La
più grave delle angosce non trova leni- mento neanchene’ pietosiaccenti dell’amicizia;ma
noi, colleghidiAntonio Magoioni, dobbiamo purdirvi chealle lagrime paterne si associanoamare
le lagrime dei fratelli. Si, fraterno era raffetto nostro per quel virtuoso Cittadinoche precocefato strappava violentoallaFamiglia ed alla Patria—
e fraterno quello ond’Egli con espansione di cuore ci ricambiava.E
d’altra parte non troveremmo un’ espressione efficace deldolorecheciinveste:abbondailsentimento, edeve quindi difettare la parolao riuscirein- feliceemanchevole.Scriviamo perchènoncisietevicino ecirileva chesappiateilnostrolutto;perchècisembra uno sfogoequasi un’acrevoluttàquesto rivolgercia Voi. Scriviamoaltresìperchè l’operadeltempo, nullatogliendoallaimmensitàdellasventura,la renderà tuttavolta
meno
intolleranda;e allora, rivedendo questapagina, non Vi saràinutile ilpensiero d’aver cresciuto unfiglio nobilissimo, chevisseammirato da tutti e da tutti amato.
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Oh,
il piùmiserevole dei disordini è certa- mente quellodi un padre condannato a gemere sullatombadellasuacreatura!...—
Purealtrifigli e degnissimi Vi rimangono: Essi non Vi
saranno avari di carezze; anzi, col generoso proposito di compensarvi un poco, provvede- rannoa moltiplicarle.
Accogliete,o Signore, il nostro caldo saluto elaprotesta delpiù sincerocompianto.
IProfessori delr.IstitutoTecnicodiUdine Firmali;Misam,Kamkri, Falcioni, Marinoni, Pontini,Wolk, Marchesini, Nallino, Qarollo, Bomni, Majbr, Albini, Paladini,
Laemmlk,Clodig,Ramat,DelPcppo, Sporeni, Violiktto.
All’egregio Signore
ilD.''
Gaetano
Maogioni inPadova.(DtdlaPatria del Friuli delSOgennaioISSO.)
Alla
commemorazione
del compiantoMaogioni assistevanojeri tutti i professori delr. Istituto Tecnico, alcunidelr.Liceo, moltiallievidel po- veroprofessore ed alcuni fra gli amici ch’egli ebbefra noi.Il prof.ing.Massimo Misani,che primoparlò dell’estinto,ne ricordòcon belleparoleimeriti
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lUiTC
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non comuni qualeinsegnante, ed il prof. Pala- dini,
compagno
di studi del poverd Maooioni, narròla vita dilui facendorisaltarespecialmenteilcarattere suo fermoed integro e lasuacura continuaegelo.sa di compiere, aqualunqueco- sto,il propriodovere,[>roponeudolo perciò
come
esempio ai giovani.Ricordandole .sofferenze di luiincessanti e la vitasolitaria cli’ei visse,il prof.Paladini trovò tali parole da
commuovere
tutti gli uditori; e fu purecommovente
T addio ch’egli diede, nella chiusa del suo discorso,al suo poveroamico di cui [liù non udiremo la voce soave.(Estrattodal P. V.dell'AccademiadiUdinedelS3gennaio1880.)
Dopo
la lettura del Processo Verbaledellase- duta antecedente, il Presidente dell’Accademia, prof. cav.G
Pirona, annunzia la morte del nostro collega socio ordinario, prof. Antonio Maooioni, avvenutain Padova 1’8 gennaiop.p.Il Presidente, dopo aver constatato con dolore
come
egli fossestaloelettosocioappuntocinque anni innanzi, l’8 gennaio 1875, riassume persommi
capi le qualitàd’ingegno edi cuoreche distinguevanol’egregioestinto.DigilizedbyGoogle
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L’Accademia, uditalacomunicazione delsuo Presidente,ne approva alla unanimità la pro- postadiinviare in
nome
di tutti unalettera di condoglianzaallaegregia famiglia Maggioni.La
letteraè delseguente tenore:Di
Udine, 30 gennaio1880.
L’Accademia, nellasua ultimaseduta del23 gennaio, ha ricevuto la mesta comunicazione della mancanza ai vivi deldott.Antonio
Mag-
GiONi, suo benemeritosocio ordinario.Tutti iconvenuti hanno deliberato di
man-
dare alla famiglia, anome
dell’intiero Corpo, le più vive manifestazionidicondoglianza.Isottoscritticompiono questodolorosoe sacro dovere,aggiungendoper proprio contoaH’cgregia famigliaMaggioni,così crudelmente colpita, le espressioni delloroparticolarecompianto.
ILPRRSIDENTR G. A.
PIRONA
« • IlSegretario
G.Occiom-Bonappons.
AirIllastrìssima Famiglia Maggioni
Padova.
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/lyra
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(ComnMmorujtoui(l)/filenellasalanuujgioredell'IstilutaTecnico diUdine,il*5gennaio ISSO.)
PAROLE DETTE DAL DIRETTOREDELL’ISTITUTO
PROF.MASSIMOMISAM.
La
notiziadellamorte del prof.AntonioMao-
<uoNi, intesasedicigiorni orsono,
commosse
ed addolorò quantilo avevano conosciuto. Più che mai restammocolpiti al miserandocaso noido- centi 0 voi allievi diquesto Istituto,dove per bensette anniil diletto estinto con gelosa co- scienza, con amore vivissimo, esercitò il suo ministero, edoveper quellacorrispondenza d’af- fettuosi sensi,cheè dotedeimembri
dell’umana
famiglia, ci pare ancora di ripigliarecon lui inostri colloqui,diudirneladolce parola,dimirarne
le care sembianze.
L’ambascia chealloras’impadronìdeglianimi nostri noncipermisedidare libero sfogo aldo- loreedidegnamente
commemorare
ilcompianto collega; oggi soltanto in quest’aula possiamo(I)DiquestedueConimemora/ioni vennerogià pubblicati300 esemplariacuradelConsìglio deiProfessoridell' IstitutoTecnico, giustailvotoespresso insedutadel3febbraio 1880.
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mandareinsieme reverentiunsalutoallamemoria di lui, chefu
uomo
per molti pregiben meri- tevoledeimigliori elogi.DiAntonio Maooioni uncollega,chedall’ado- lescenzaglifuamicoeseppedell’intimasuavita, dirà i meriti distinti che lo raccomandano alla nostraammirazione
come
studente,come
figlio ecome
cittadino;ame
sia lecito,perpoco, più particolarmente discorrere delle dolicheloador- navanocome
insegnante.Attitudine di mente ed indole di educazione eccitarono nel nostroAntonio quell’amorealla ricerca del vero che è distintivo delle anime piùelette;pertempoeglisentiqualfosserutfioio percuidoveva spendereleforzesue,e,dedicatosi conardoreal culto delle scienzepositive, volle farescopodellavital'insegnamento.Dallo studio dei
sommi
antichi da lui prediletti attinse egli quelrigoredimetodocosìesemplare,cosìlogica- mentededuttivoalqualeinformavalesuelezioni, nè, con minor interesse,educato allascuoladi illustrimaestri,dava opera allo studiodeimo-
derni,vagosempre dell’acquistodinuovecogni- zioniche gli offrissero e•mezzo di addentrarsi nella indaginedelvero e valido sussidio nell’inse- gnamento.Non
è agevol cosa per certoraggiungere lo scopo che nei nostri Istituti tecnicisi proponeDigitizedbyGoogle
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lo studio delle mateniaticlie,in quantoche, se conviene principalmente ricordare che dei vari processi che esse insegnano ed adoperano è necessitàtrarreprofittoimmediatoperlericerche relativeai numeri ed allequantità geometriche, non è da dimenticarsi
nemmeno
che adesse è assegnatoaltroimportanteuPficioquale è quellodi afforzarelefacoltàdellamenteedirigerelo spirito a risolverequestionidiragionamento, qualunque del restosia lanatura deglientia cui essosiap- plichi.Di questoproblema il nostroMaooioniaveva fattounostudio particolare,c presto gli riesci digiungerea soddisfacente soluzione; spintoperò daquelloscrupolocheeranota peculiaredelsuo carattere,
amava
con fino criterio pedagogico sviscerarlosotto tutto le forme, desideroso più che mai d’andar fino al fondo d’ogni ricerca per trovare il meglio,persuaso, nellasualeale modestia, che la perfezione nelmetodo sia pur su.scettibile sempredi qualche nuovo progresso.Ond’è che la sua abilità di docente chiara rifulgeva nelle lezionipregiate per ordinato svi- luppodi ideee diconcetti che guidavano l’al- lievodalsemplice al complesso,semprepervie liberedasoverchie astruserie,nè peròmai gli veniva fatto dioffendereilrigorescientificoper amoredelpiano edel facile, che,ove qualche
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difficolfàsipresentasse,ben sapevavincerlacon paziente insistenzao ricorrendoadesempi oppor- tunamente scelti econvenienti ad.illustrare od unagenerale teoriaol’astratto teorema.
Il motto: Avancez^et la fuivous viendra non stava certo scritto sulla sua bandiera; e
come
in tutte le scienze,
ma
nelle matematiche in specialmodo
, una verità deriva dall’altra e tuttes’annodano fra lorodiguisache,messain dubbior esistenzad’una,r interoedificio risulta sconnesso e crollante, così poneva eglisomma
cura che i suoi uditori acquistassero pienala convinzionedell’esattezza e veritàdellesueaffer- mazioni, nè mai procedeva d’un passo senza conseguireprimalacertezzachenelleloromenti nonvi fossenulla difalsoo di oscuro.Maestrevolmentenellosvolgereilproprio inse- gnamentoalternava il processo analitico colsin- tetico,salvosempre quel rigorescientifico che èunodei migliori pregidelle scienze
matema-
tiche, del qualeera tenerissimo, ed assai parca- mentericorrevaal meccanismo delcalcolo; chè, sespedito, sicuroedi più facileapprendimento, nonè però il più opportuno a produrre chia- rezza diideeedare sviluppoallefacoltàdelra- gionare.
La
passionatasua devozione allascuolaed ilcostanteproposito d’un intellettualeperfeziona-
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/o
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mentolotrascinavanoad approfondire quegli studi neiquali finodai primi anni dei corsi univer- sitari aveva aspirato a distinguersi;leggevae meditavai libri dei grandi maestri,alcuni fra
i quali erano alui famigliari, e faceva tesoro delleloro dottrine, nè certo avrebbe mancato di trarne frutto a vantaggio della scienza,se allapotenza dell’ingegno ed all’amore del lavoro fossestata
compagna
larobustezza dellafibra.Forzatotalvoltaperlamal fermasaluteall’ino- perosità intellettuale,sene doleva nei confidenti colloqui co’suoi intimi, emaltollerava vedersi interdetto il compimentodel desiderioditratte- nersi edaddentrarsi in quelle speculazioni che offronofecondo
campo
dipreziosienuoviconquisti achi,come
lui,viporta ricco contributodidot- trinaedicostanza.Nè
gli studi delle matematiche distolsero ilnostroMagoionidalconsacrarsia queglialtriche toccano più davicinoilsentimento e sono ben gradito pascoloalleanimenobilie sensitivequale era la sua.Dalle astrattezze dei numeri edelle figure egli aveva bisogno di ritemprarsi inun
campo
più libero,amava
di respirare un’ aria piùapertanelleregioni delpensiero,diassociare nell’azionel’intelligenzaall’affetto,faceva quindi temadellesue occupazioni megliograditela let- turadegli scrittori nostrii piùeccellenti, di cuiDigitizedbyGoogle
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«1—
il suo gustosquisito lo traeva a profondamente sentiretutte le recondite bellezze. Ilsenso del bello edelverosicomponevanonelsuoanimoin perfettaarmonia, per il chele virtùpiùnobili epiùdesideratedelcuore inlui rifulgevano,e prima fra tutte un’ingenua modestia che,ben puòdirsi,dava alla sua personauna impronta affatto propria.
Destinoinfelice! unamalattia, icui germi si manifestarono allorquando il culto devoto alla patria loaveva chiamatoacombatterele guerre dellanostra indipendenza, dovevaspegnere nel fiore dellavitaunasì preziosa esistenza.
Antonio, allatua benedetta
memoria
unanimi docenti,discentied amicimandiamo
,tributod’af- fetto,rultimo salutofil ricordo delletuevirtù ridestainnoivivo e sconsolatodesiderio dite edauguriamoalpaese nostrouominiche,come
tu fosti, stranieri alle ambizioni, semplici,schietti, conpiena fede edevozionenelvero,congiungano all’amore deldovereedellascienza, quellodella famigliae della patria.DigitizedbyGoogle
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21--LETTADALPROF. VITTOR LUIGI PALADINI.
Signori,
Noi
siamotuttaviacommo.ssidarecente jattnra.Inopinatamorterapiva,ildì8delcorrentemese,
ildott.Antonio Maooioni,di 33anni, professore infjuesto Istituto.
Ho
accettatoilmesto compitoditratteggiarvi lasuavita,riccadi virtùedisciagure,perchè gli fuicompagno
e amie» nella carriera degli studi,amico ecollegain quella piùdiffìciledel- rinsegnamento;em’è parsocheTaffettoantico eilcordoglio presente potessero,in parte,sup- plire allascarsezzadell’ingegnomio.Semifossi ingannato, speronon mi negheretecorteseindul- genza.Einacque a Padova,addì8
marzo
1846,dal vivente medico Gaetano e dalla defunta Elisa Fracasso. Nella pueriziamostròanimomite,affet- tuosoe, inquelcrepuscolodell’intelligenza,pron- tezzadi raziocinioetenacitàdimemoria. Supe- ratiglistudielementari*eginnasiali,collaguidaDigilizedbyGoogle
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illuminatadelpadre,senzacuisisachelefatiche delmaestro sonoquasisempreinfruttuosasemento, frequentòilLiceo,dov’ebbevalenti professori, tra quali rillustreZanella,dacui attinsecerto l’a-
more
alle lettere elarobusta naturalezza dellostile. Erafraipiùdistinti dellascuola, stimato e lodatoper svegliatezzad’ingegno eperesem- plarità di condotta;
ma,
lontano dall’invanirsi delle lodi,mostrava anzi non avvedersene. Noi condiscepoli loguardavamo
con quel senso di curiosameravigliachedestal’altruisuperiorità,e nei buonisitraduceinemulazione,nei cattiviin invidia.Ma
un’altrasuaspiccata qualità eccitava maggiormente il nostro interesse: una serietà precoce,daparera primagiunta accigliata, ostica;serietàchein luiprocedevadalla consapevolezza, rara ne’ giovani,chelavita,invece d’essereuna festada godere,quando non sia un’ asprabat- taglia da combattere,è un'ardua missione da compiere. Cosicché,pagodiscarsa
ma
elettacom-
pagnia,nonsiconcedevamai nò a sciammanate baraonde, nèa banalisollazzi.Ma
sebbene, per così dire,amasseisolarsi,eraatutticaroedamico, 0chi ricorrevaalui,trovavaaiuto elume,spe- cialmente nelle disciplino matematiche, per le quali aveva,piùche rapiditàdiconcezione,feli- citàd’intuizione.Nò
per quantolalezionefosse scabrosa, edisagevole ilfarlaapprendere, maiDigitizedbyGoogle
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s’annoiava, mai s’impazientiva, rivelando sin d’allora la tendenza e l’attitudinedidattica,di che altriv’ha degnamente parlato. E,nell’inti- mità della conversazione, nelle confidenze ilari dell’amicizia,ilsuo riserbo,ilsuo atteggiamento austerospariva,per dar luogo
man mano
aduna afiabilitàserena, ad unagiovialitàsaporita,che mettevano anudo labontà del cuore el’argu- tezzadellamente.Riuscitobrillantementenell’esamedimaturità, (ora di licenza) s’iscrisse nell’anno scolastico
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ai corsiuniversitari diMatematica,dove continuò a segnalarsi per solerzia e profitto, mentreandava accentuando laquieta uniformità delleabitudini e lapacatezzadelcarattere, che solo dall’ardore di libertà dovevano esserein- terrotte.Lesue convinzioni audacementeliberali, l’intrinsichezzacongiovaniin odioalla Polizia austriaca,glivalsero qualche brusco richiamo, una perquisizione domiciliare e la sospensiva dall’Università.Il 12 maggio60,nell’imminenzadellaguerra, emigrò. Arruolatosi nel
X”
reggimentodeivolon- tari,io lo vidia Ferrara prima, in Tirolopoi.L’amore dipatriaavevaoperatoin lui un gran mutamento, dando maschiaelasticità allasuagra- cile fibra e vivacità nervosaa’suoi attia’suoi
/
detti. Ritornò incolume dalla campagna, nè
mi
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consta ch’egli abbia preso parte ad alcunfatto
d’armi,dovecertoavrebbe dataprovadiquella prode fermezza, chenasce dallaprofondaconvin- zione evai più dell’inconscio coraggio, poiché questonel disastro s’ammorza,quella resistee trionfa.
Senonchò, idisagi e le fatiche,eccedenti te sue forze, inavvertiti nellafebbredeirentusiamo, predisposero forselasua delicata complessione a quelmalore,chequattordiciannidopo lo uccise.
Ripigliati gli studi,nelmaggio 07preselalau- reain Matematica.
Ma,
ahimè! nell’estate suc- cessivo,mentrestava per daregliesami di abi- litazioneall’insegnamento liceale, fuassalito da acutaenterite. Sin daquell’epoca si pronunciò, nellaregione inferioredel suoaddome, una du- rezza di natura sospetta;però le efficaci cure medicheriuscironoa dissolverla.NeH’autunnodel 68,parendodigià ristabilito,fu proposto dagli illustri professori Bellavitis e Turazza, quale sostituto nella vacante cattedra di Matematica allar.Scuolanautica diChioggia.Venne
accet- tato e,assunte interinalmente lesue funzioni nel novembre,funominato reggente nell’agostodel 69.Nellafestaper l’inaugurazionedelnuovonome
di Cristoforo Sabbadino,dato dal Municipioallo stabilimentodellepubblice scnoledi Chioggia,ei lesse l’elogio del valenteidraulico dellaVeneta
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Republica. Quel discorso, vuoiperanimalabel- lezzadi stile,vuoi per valoredi sostanza, attinta conaccurate ricerchealle fonti, ebbe commenti e lodi vivissimi, e se ne volle la stampa, la rpialeandò ad incremento del fondo per l’ere- zione d’unbusto al Sabbadino.
NoH’autunnodell’anno stesso,mentre s’appa- recchiava con alacrità, a sostenere gli esami d’idoneità,caddedinuovo ammalato. Ricomparve lafataledurezza,danuovadiagnosiqualificataper un vero tumore, il(pialo tenneisuoi cari per qualche tempo injienosaapprensione.Mercè un taglio chirurgico, il tumore suppurò esterior- mente,
ma
laferitanon si rimarginòmai più.I medici fidavano nel vigor giovanile; taluni perfinoaffermarono,chequellasarebbestatauna valvoladi sicurezza perl’infelice. Fatto è, che tale imperfezionelo impensieriva sinistramente, echedaquell’epocanon ebbe più pace.
Nel febbraio del 70 potè ripigliare il corso dellesue lezionia Ohioggia,e,due mesi dopo, quel Consiglio comunaleloelesse
membro
della Giunta di Statistica. Nella primavera vegnente fondò,collacooperazione del suo carissimoamico dott.AngeloPerlasca,elo diresseperun anno intero.IlCircondario di Chioggia, periodico che con larghezzadi vedute, con vera indipendenza esobrietàdi linguaggio, proj)ugnòstrenuamente
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gl’interessi diChioggia,dellasualaguna,delsuo territorio.
Un
decretodelnovembre
1872lono- minò reggentediMatematicaediDisegno topogra- ficoinquestor.Istituto,ov’egli sirecò,lasciando aChioggia unostrascico disimpatie edi gentili ricordi. Nel marzo 73, in que.sla sala, tenne un’applauditaconferenza suArchimede. L’anno dopo,altro decreto lo proraoveva atitolare, eilConsiglio scolastico lo eleggeva professore di scienze fisiche nei due corsi di questa Scuola magistrale.Finalmente,nel1875,l’Accademia di Udinegli rimettevail diploma,concuilo nomi- navasuo socio ordinario, e nell’annoseguente, gli venivaconferito ilpostodi docentenel Col- legio femminile Uccellis.
Ma
risaliamo la correntedel tempo,per pi- gliarLabri vo sulprincipiodelperiodo patologico della sua esistenza, ed accompagnamelo dallo scorciodel69 aiprimordi dell’80, dai23 ai33 anni.È
un decennio, che abbraccia l’età più lieta epiù gagliarda dell’uomo;quando l’intel- letto. tesoreggiando legiovani forzeavvalorate daglistudi, si feconda in severe lucubrazioni,si esplica in felici creazioni; quando il cuore batte riboccante d’affetti,eil sangue, vellicato dal senso, corre veloce, ardenelleveneeinfiamma lafantasia, nellaquale s’aprono orizzonti dispe- ranze,d’eispirazioni.
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Povero amico! quell’etti,agli altricosì bella, così riccad’emozioni, d’illusioni, di gioie feb- brili,tièavvelenatadavaghe,proteiformi sof- ferenze, da segreti terrori; una morbosa nube
ti fivscia,rinfelicitàtiavvinghianelle sue spire omicide, ti paralizzail cuorec ilcervello.
Chissàquantevolto ti sorrise l’idea d’un’o- liera saliente,che t’avrebberivelato, ementre l’andavi architettando, neirallottatrice immagi- nazione,lospettrodiquell’insidiosaferitasorgeva improvviso, a ricacciarbruscamentequei giocondi fantasmi e si faceva bujo nel tuointelletto,e ricadevinell’odiata inerzia, elo spiritoaccasciato
ti fremevaepiangevi;
('hissà(piantevolte, tu cositenero negliaffetti, 'tisarai abbandonato al sogno inebrianted’una famiglia, nelcui fondo roseo si disegnavano le figure soavi d’ima donnaedi figliadorati,eti
armonizzavaneU’animal’idillio amoroso;
ma
ri- sorgevalospettroimplacatoarinfacciartiilvero, a persuaderti,adimportilacrudele risoluzionedi viversolo.Solo! èunatriste parola.0
Signori, chi haesperimentate le lontananzeforzate, può solamente comprendere,quale diadedipatimenti racchiuda per certeanime questa parola!Là, romito nelsilenziofreddodellasua camera, col desiderio ostinato dei diletti parenti, degli
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amici d’infanzia, del paesenatale, cui siasso- ciano lepiù toccanti memorie; or ])rostrato da reali sofferenze, oragitato datetri presagi,che arrestano gl’impeti dell’ingegno ene spengono
illume,eccovil’amico nostro, nel migliortempo del viversuo.
Aggiungete le sventure, che profondamente lo contristarono. Prima, la morte del giovane cognato ingegnere Belloni,che lasciò derelitti cinque figli e la moglie, onde il padre,rico- vrandoli,sentì scossalasuadomesticaeconomia;
poi,la morte della
mamma,
che loadoravae, sapendolo disgraziato e forse prevedendo Tini-^matura sua fine, lo colmava di quelle blande carezze, di quelle previdenti attenzioni,di cui soltanto ècapaceil cuor pio dello madri;
Aggiungete, ch’egli evitava divertimenti e clamorosi ritrovi,dove pnr moltitrovanoil
mo-
mentaneosollievodeiloroaffanni,non solo per- chè abborrente datutto ciòcheodorasse divol- garitàodi frivolezza,ma
altresì perchè doveva scontare, con grossi squilibri di .saluhi, ogni lieve alterazione di abitudini e di regola igie- nica.Ed
io stimo non andarerrato, pen.sandoche taluno,inquestomondo
ditemerari a])prczzamenti, avrà interpretato qual testimonianzadiselvati-DigilizedbyGoogle
/OÓfi
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chezzao d’orgoglio odisterilità,l’isolamentodi queiranimacortese, modesta, appassionata.
Ma,
per esser verace,dirò ch’egli ebbe iconforti dibuoni,schiettiezelanti amici,degni proprio dilui,alcunidei qualimiveggo qui in- nanzi.Senonchè,oSignori,visonoangoscio nella vita,che lepiù dilicatecuredellapiù sviscerata amicizia non valgono a lenire: essa è vital brezza che bacia lapianta rósadall’insetto,
ma
non può ridarle vigorosa freschezza.Eppure,mai sul suo labrouna di quellevoci, iracondeo querule,chesogliono irromperedal- ranima dei tribolati, perchèegli era un forte carattere esapea dominarsi, eil fasciode’suoi^
dolori volleportarlodasolo.Miricordoungiorno, che, ignorando iopure la sua infermità, lo ri- chiesi delperchènons'anmiogliasse: mi rispose incisivo,secco:
«Devo
o vogliobastare ame
stesso»,
magnanima
espressione,checompendia l’energiadelcarattere e la grandezza del sa- crificio.Così lo stillicidiolento delsuo dolorerimase un segretoaipiù: alchecontribuì potentemente
un
trattospiccatissimodella suafisionomiamo-
rale,cheilludevaanchel’osservatore più accorto;
perocché una geniale compagnialomettevadi buon
umore
ealloras’abbandonava ad un’alle-DigitìzedbyGoogle
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gria ingenua, quasi infantile; i motti arguti e lefaceziepiù originali sgorgavanocopiosi dalla suabocca. Fosse naturaleo studiata contradi- zione tralarealtàel’apparenza,fattoèeh’essa rendevasuperlativamentedifficilescoprireilvero statodelsuo spirito.
E
accresceva l’illusione un altro trattoeste- rioredellasuavita:lasua operosità.Quantunquesi dolesse di non poter dedicarsiad opere di grande lena, ei lavorò sempre, anche a costo dideteriorarelesue condizionifisiche,nè venne
meno
un istante alle mansionidel suo ufficio, perchè del dovere avevail sentimento radicato eprepotente,e,ad ogn’altra, preferiva lasodi- sfiizione chevien dal non aver tradita l’altrui fiducia.Povero amico! ha resistito, ha tiratoavanti allaparideglialtri
,quando allentòil suo passo, fu per morire.
In tal guisa, dotato d’un ingegnorigoglioso, versatile, alla dottrinamatematicaaccoppiòuna larga erudizione letteraria e scriveva con un senso d’arte, raro in chi di preferenza coltiva lescienze esatte. Si occupavadi tali studi con predilezioneeconardorenellevacanzeautunnali, quasi intendesse, spaziandonel cielo dell’ideale, trale sueforme morbide, vaporose, ricreareil
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to6tr
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pensiero,costretto, nella stagione scolastica, a piegarsi entroi confini aridi,precisi dellespecu- lazionimatematiche. Fin da giovanissimo attese allo studio delle lingue; seppe, oltre latino e greco,iltedesco, il francesee quel tanto d’in- glese,cheglipermettesse laletturadilibriutili.
Tradusse per esercizio,
ma
con diligentecura, alcunecommedie
delLessing e parecchi lavori scientifici.Ordinato epuntualeinogni cosa, ser- bava d’ognistudio,d’ognilibro,appunti,recen- sioni, richiami.Ma,
adorno d’una riservatezza, d’una modestia veramenteeccezionali, nonc’era pericolochemettesseinmostraunbricciolodella suasoda eampia coltura;come
non c’era pe- ricolo che facesse atto o parola, per ottener promozioni ovantaggi nella suacarriera. Quel poco che gli venne accordato, lo dovè sempre a’suoi meriti e all’interessamento di persone autorevoli che,a sua insaputa,richiamarono su lui l’attenzionedel(Governo e d’altre pubbliche rappresentanze.Come
nel lavoro, altrettanto era pertinace negli affetti, nè mai alcuno ebbe a rimproverargli defezione o tiepidezza, che anzi si cruciava, quasi egli lofosse! dinonpoterrenderfelici le personeamate.Anima
generosa,schietta,refrat- tariaadogniombra
di male,proclive al bene,DigitizedbyGoogle
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intransigentesolquandositrattasse dionestà edi lealtà,pigliavavivo interesse per chilorichiedeva diqualche servigio,prodigava soccorsi ai biso- gnevoli,sentiva pietàd’ognisventura.
Ebbestaturamezzana;testagrossa,angolosa, tagliataalineerigide;strutturadebole;
membra
scarse,barbae capellifolti.nericome
gliocchi scintillanti; lasua facciaaperta,frequentemente accesadasubitanei rossori,esprimevail candore ela sensibilitàquasi femminile; ilgestoparco, parcalaparola,ma
pensata, concisa, facile; ilportamentoeretto,grave: iltuttoavvolto
come
in un’ombradi pensosamestizia.
Ed ei non è più. Per un fenomeno strano, l’aria sottile,vibrata,di Udine,chedapprincipio avevaprodotto una recrudescenza a’suoi mali, negli ultimitempi parevaaverlo ritemprato, e si erarianimato all'ultimobaciodellasperanza.
Nello scorsoautunno,sisentivacosìrinvigorito, ch’era venutonella risoluzione, di chiedere al- l’artemedicailrimarginamentodella ferita,ormai ridotta a proporzioni esigue. Ma, pur troppo, correvatraessae l’intestinounintimo rapporto, che doveva riuscirgli esiziale, l’ochi dì dopo l’ultimosuo ritorno aUdine,fupresodafebbre, sospettatad’infezioneevenneconsigliatodiresti- tuirsi in famiglia. Le purulenze, assorbite dal
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sangue,trasmesse al fegato, produssero degli assessi,i quali, crescendo digiorno ingiorno, alimentando la febbre,inpoco pitidi due mesi occasionaronol’inattesa catastrofe.Egli,non pensò maididover morire,comprendevalagravità del morbo,siapparecchiava a una lungaetediosa convalescenza,
ma
non pensò mai ad una fine tantoimmatura.Le anormalicondizionidelfegato determinarono la paralisi al cuore,chelouccise (piasiistantaneamente.Signori, il martire ignorato, avvolto nella sindonedellasuainfelicità,havarcatigliorizzonti della vitaes’èdileguato nelcielodellasperanza, lasciandonel lutto quanti lo conobbero e
ama-
rono;lasciando desolati i fratelli e il vecchio padre, la cui anima lagrimosava interrogandoilsilenzio deisepolcri cheserrano le santere- liquie di nove figli e della lor madre diletta.
Noi abbiamo perduto un onorato cittadino,
un
valente collega,un caro amico. Addio povero Antonio! più nonti vedremo, nonudremo
più latuavoce soave.Questaterribile certezzami
stringe il cuore, mi sforza al pianto.Ma
pur scema il mio cordoglio, pensando chedi te ri-mane
la pia e venerata memoria, perchè hai molto amato e molto sofferto; perchè tu hai lasciata T eredità più cospicua concessa ai vi-DigilizedbyGoogle
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venti, unacatenadi gentili affetti, una traccia luminosa di nobili esempi; e da te i giovani apprenderanno la dignità del carattere,la co- stanzadel lavoro,il coraggio dellasventura,la forza delsacrificio;eletuevirtùsarannoricor- date e benedette da quanti sappiano che, la grandezzadellapatria sfa nella grandezzadelle virtùde’suoi figli.Povero amico,addio!
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