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La riforma sociale. Rivista critica di economia e di finanza A.38 (1931) Vol. 42

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(1)

M U D I , Direttore - P A S Q U A L E J A N N A C CON E Seduttore: FRANCESCO ANTONIO RAPACI

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Artico// e Questioni del giorno:

. I " GOLD STANDARD!*,, DEL 1014 E DEL 1031 NELL'INCHIESTA DELÌA LEGA DELLE NAZIONI . . ATTILIO CARIATI

Pàgina

CAtI PER LE CASE DI NUOVA COSTRUZIONE R. FURISI l i ' RIFLESSIONI IN DISORDINE SULLE CRISI LUIGI EINAUDI 20

L* «ROSTA SUL VALOR LOCATIVO NELLE PROPOSTE DELLA COMMISSIONE DISTUD10PER LA RIFORMA DELLE FINANZE LOCALI È NELLE DISCUSSIONI PARLAMENTARI

F. A. RÈ PACI 40 LE SOCIETÀ ANONIME A CATENA . . L. E. o J5. GIRETTI 78

Cronache e Rassegne •. . > . • • • • 107

Economia teorie* « applicata: 0 . DKMABIA, P. JANNACCONB, F. A. RAPACI.

Appunti Bibliografici . . . . • • u* s s è T * \ ; ' « M -, • . •• mm :M m ? t m m • imte • - " i ' ì i É p ® . . : fAra.-.jiti'^- • v • : ' •: ''Sii' « H f r ! ; - ' ^ . v s ' v - 7 A : "' * . W:. v *•; 'mm i WBe&wBK : 'V

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ITALIA • COLONIE . . . v L « O all'anno ABBONAMENTO SOSTENITORE „ Ì O O

ESTERO . . . . „ 8 0 „ Presi* di ogni fascicolo : 1 . « , B O per l'Italia e L. 1 4 per l'Estero No* li accettalo abboaamati trimestrali e semestrali. Unica deeerrenra dal I? geaaaie.

Non *t aeoottano In sor alo ni a pagamento.

ABBONAMENTI CUMULATIVI:

La Riforma Sociale •

5Qe Rivinta Bancaria » 50,

La Riforma Sortale

». 50 e Economia . . » 50,

La Riforma Sodate

» 50 e Bvfsta Mll Usta il M^anlo » 24,

La Riforma Sociale » 50 e liuni llMIfil . • » 40,

NB. — Queste condislonl sono riservate agli abbonati

che si rivòlgono direttamente all'A mminiatmaUme

— -. , delia.Rivisti senza Intermediari — — Le richieste di numeri di « a p ^ l o e gli eventuali reclami relativi all'invio delle Riviste debbono essere inviati

Tatti coloro 1 quali hanno ricevuto In

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AwnlBtstrasloBe della Rivista (VÌI Lamirmori. 60 - TORINO) so

latsndonoabbonirci por 11 Sorrento sano,

la osco contrario

COBO

pregati di volerci restituire U laieleolo,

o di volerlo passare a personeche «t Interessino della lirista,

dandocene possibilmente avviso.

(3)
(4)
(5)
(6)
(7)

LA RIFORMA SOCIALE

RIVISTA CRITICA DI ECONOMIA E DI FINANZA

Fondata noi 1894

K3ES

C O M I T A T O D I R E T T I V O : LUIGI EINAUDI, Direttore — PASQUALE JANNACCONE

Redattore: FRANCESCO ANTONIO RÉPACI

(8)

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' : — * : •'•^i'th. • , i 1 ifjjBBjl .1

(9)

INDICE DELL'ANNATA 1931

Anno XXXVIII — Voi. XLII (Terw Serie)

ARTICOLI E QUESTIONI DEL GIORNO

Alessio Giulio — Carlo Cassola Pag. 380 Bachi Riccardo — Effetti delle fluttuazioni nel potere di acquisto dell'oro sulla

vita economica delle Nazioni

— La convenienza del calcolo di un numero indice del potere di acquisto

dell'oro nel mercato mondiale 378 Benini Rodolfo — Su l'incidenza dell'interesse del capitale > 449

— e L. Einaudi — Bibliografia degli scrìtti di Bonaldo Stringher

Cablati Attillo — I OM Standard» del 1014 e del 1931 nell'inchiesta della Lega

delle Nazioni > I — Il neo-protezionismo del prof. 225 I Carano-Donvito Giovanni — La politica finanziaria ed economica dorante il

Governo dì Francesco Crispi 287 Di Paolo Giovanni — L'espansione commerciale vista dal lato tributario . . • 146

Einaudi Luigi — Riflessioni in disordine sulle crisi • 20 — Divagazioni moderne a proposito di un libro sul trecento » 172 — Dei diversi significati del concetto di liberismo economioo e dei suoi

rap-porti con quello di liberalismo 186 — Un volume in onore di un economista e storico • 301

— Per la storia di un gruppo ohe non riuscì ad essere partito 309

— Le premesse del salario dettato dal giudice 311 — Del metodo di calcolare numeri indici dei prezzi delle azioni > 382

— Per una nuova collana di economisti 394 — Contro osservazioni in margine all'articolo di R. Benini: Su l'Incidenza

dell'interesse del capitale 458 — Teoria o pratica; e di aloune storture intorno alla equazione degli soambi « 510

— Come misurare la protezione doganale e se la domanda possa essere regolata » 523 — Nuove riflessioni in disordine sulla orisi. — Della fantasia economica e

della mutazione nella domanda di beni conseguente alla guerra 563 — Florilegio fiscale. — A proposito di tentate invasioni oomunali in terreno

riservato allo stato . 620

(10)

— VII! —

Einaudi Luigi e E. Giretti — Le società anonime « a catena * Pag. 78

— e R. Benilli — Bibliografia degli scritti di Bonaldo Strìngher 507 Einaudi Mario — La protezione della Costituziono

Farianl Mauro — A proposito degli effetti dell'esenzione dall'imposta delle case

di nuova costruzioni . - . . . ; . ; . . . : . : . > 337 Fubinl Remo — Sugli effetti delle esenzioni dall'imposta sui fabbrioati per le case

di nuova obstruzione • » 14

— Di un oorso di polìtica economica internazionale 404 Giretti Edoardo — Crisi economica, protezionismo ed alti salari. — A proposito

della «Ford» 138 — L'industria italiana delle automobili. — E mercato interno e la neoessità

dell'esportazione 364 — n sistcnia < a òrftèna » nella < Società per le Bonifiche Ferraresi > — ÌJna

lezione agli azionisti » 590 — e Luigi Einaudi — Le società anonime « a catena » > 78

Lecce Michele — Indagini in tema di interesse 499 Le vis Ruggero — Note su aloune recenti operazioni finanziarie (Banca

Com-merciale Italiani • Istituto Mobiliare Italiano) » 628

Loria Achille — Keynes sulla moneta 113 Mlnoletti Bruno — Le monografie delle provinole d'Italia . . . > 412

Porri Vincenzo — Tipi aurei e deflazioni 645 Radaell Enrico — Il mercato francése delle acccttazioni ì » 159

Rèpaci F. A. — L'imposta sul valor locativo nelle proposte della Commissione di

studio per la riforma delle finanze locali e nelle discussioni parlamentari . » 46 — La gestione delle Ferrovie dello Stato nel 1929-1930 . . . » 121 — Le modificazioni al sistema tributario dei comuni e delle provinole nelle

proposte della Commissione parlamentare e nel T. U. per la finanza locale » 465 — Di alouni classici prinoip! finanziari nuovamente esposti in relazione

all'or-dinamento corporativo > 399 — L'ordinamento dell'imposta di famiglia nel Testo Unico per la finanza

locale > 578

Riguzzi Biagio — Sindacati e cooperazione 277 Sacerdote Iachla G. — Spirito di risparmio e depressione economica > 298

(11)

— IX —

CRONACHE E RASSEGNE

R A S S E G N E B I B L I O G R A F I C H E . Alberta rio A. — Contributo alla conoscenza delle condizioni economiche della

produzione agraria in Lombardia nell'immediato ante-guerra

(quin-quennio 1 0 1 0 - 1 9 1 4 ) e nel passato più recente (sessennio 1 9 2 4 - 1 9 2 9 ) (G.S.I.) Pag. 330 Allertarlo Paolo — La riforma fondiaria in Cecoslovacchia (ID.) » 222

Ammoan Fouad — La Syrie criminelle (MARIO CORBA) 5 3 9

Annals (The): The anti-trust Lawa of the United States (G. S. I.) 218 Année ( L ' ) sociologique. Tome I ( 1 9 2 3 - 1 9 2 4 ) (RENATO BOCOASSINO) • 5 3 8

Arena Celestino — Italiani per il mondo (M. C.) » 423 Atti dell'Istituto Nazionale delle Assicurazioni. Voi. II. Conferenze di cultura

assi-curativa dell'anno 1 9 2 9 ( F . A. RÈPACI) > 2 1 7 Baohi Riccardo — L'economia e la finanza delle prime guerre per l'Indipendenza

d'Italia (ANTONIO FOSSATI) 2 0 2

— Un sognatore del Ghetto: Davide Lnbin (LUIGI EINAUDI) » 4 1 0 Banca Commerciale Italiana — Il movimento economico dell'Italia (ATTILIO

CABLATI) » 3 3 0 Banco di Napoli — Relazione al Consiglio generale e rendiconto 1030 (F. A.

RÈPACI) 5 3 4 Barbadorò Bernardino — Le finanze della repubblica fiorentina ( L U I O I

EINAUDI) 1 3 2 Barbagallo G. — Le origini della grande industria contemporanea (1750-1850)

(GIUSEPPE FRISELLA VELLA) > 6 5 6 Baxa Jacob — Einfiihrung in die romantische Staatswisaenschaft (MARIO

E I N A U D I ) > 3 2 0

Bellini Luigi — Note di sociologia (G. S. I.) 190 Benini Rodollo — In memoria di Bonaldo Stringher (L. E.) 507

Board Of Trade — Statistica! abstract for the United Kingdom for each of the

fifteen years, 1 9 1 3 and 1 9 1 5 to 1 9 2 8 ( F . A . RÈPACI) > 4 4 7 Bonlnsegni P. — Manuel élémentaire d'économio politique (M. F.) > 207 Bonvolsln G. e G. Maignan — Allocations familiales et Caisses de oompensation

(G. S. I.) . 327 Bounlatian Mentor — Les orises économiquos (ID.) » 535 Bousquet G. H. — Institutcs de science économique (ID.) > 209 Bouthoul Gaston — L'invention (ID.) « 650 Bureau International du Travati —Dixans d'organisation internationale du

(12)

f

— X —

Barin Edmondo — Riflessione sulla rivoluzione francese. Versione oon uno

studio introduttivo di V . Beonio-Brocchieri (MARIO EINAUDI) Pag. 4 2 0 Byme H. Eugone — Genoese shipping in the twelfth and thirteenth centnries

( M . D . B . ) , 6 6 6 Cabrinl Angelo e Mondalnl Gennaro — L'evoluzione del lavoro nelle oolonie

e la Società dello Nazioni (G. S. I.) » 668 CallendO Leopoldo — Giurisdizione ordinaria e Giurisdizione contabile nelle

controversie relative alla riscossione dei tribnti (MARIO COMRA) » 638 Capra» Ugo — n commercio del grano (G. 8.1.) > 663 Caitelnuovo (Di) Fernando e Confederazione nazionale fascista gente

del mare e dell'aria. — Almanacco Azzurro, statistico, marittimo,

aero-nautico (R. 663 Cattaneo Carlo — La città considerata come principio ideale delle istorie italiane

(M. D. B.) 666 Chew Oswald — La queation des dettes Inter-Alliées (G. S. I.) » 420

Chlaudano Mario — Il più antico rotolo di rendiconti della Finanza Sabauda

( 1 2 6 7 - 1 2 5 9 ) (ANTONIO FOSSATI) > 2 0 5 — I lettori dell'Univ. di Torino ai tempi di Carlo Emanoelel (1580-1630) (ID.) > » — Torino ai tempi di Cario Emanuele I (ID.) > » — La finanza del comune di Torino ai tempi di Carlo Emanuele I (ID.) . . » > — Un contratto di società di mercanti fiorentini dell'anno 1332 (ID.) . . > » Codes (Les) de la Russie Soviétique. Tome III: « Modifications et additions au Code

Civil, annexes au Code Civil, nouveau Code de la famille > (M. C.) . . . . » 420 Cole G. D. H. — The next ten years in British social and economio polioy (MARIO

EINAUDI) • 3 2 8

Cook Wilfrid Harris — The general Strike (G. S. I.) 536 Consiglio Provinciale dell'Economia di Genova — Relazione

sull'anda-mento economico della provincia di Genova nell'anno 1929 (BRUNO

MINOLETTI) > 4 1 6 Corblno Eplcarmo — Annali dell'Economia italiana. Voi. primo: 1861-1870

( P . 1 0 9 Cornaro Vittorio — Sviluppo ed organizzazione dei maggiori porti europei.

Insegnamenti per i porti italiani (ANTONIO FOSSATI) » 4 4 2 Croce Benedetto — Capitoli introduttivi di una storia dell'Europa nel secolo

decimonono (Luioi EINAUDI) 1 8 6

De Falco Salvatore Esposito — Teoria della crisi (G. S. I.) 210 — Il saggio dello sconto (Io.) > 426

De Jullo Francesco — L'accertamento dei redditi di ricchezza mobile delle

Società Anonime ( F . A. RÈPACI) 4 3 8

Delattre Floris — L'Angleterre d'après-guerre et le conflit houiller (G. S. I.) . > 219 Delevskyj.—Les antinomies socialistcs et l'óvolutiondu socialismo franfais(LD.) > 421 Del Vecchio Gustavo — Grundlinien der Goldthcorie, con prefazione di Otto

Weinberger. Voi. I dei Beitrftge zur òkonomischen theorie (GIOVANNI

DEUARIA) > 1 0 7 Domarla G. — Il principio del bonessero organico e il contratto collettivo di

lavoro (LUIOI EINAUDI) 3 1 1

(13)

— XI —

De Viti De Mano A. — Un trentennio di lotte politiohe (LUIOI EINAUDI) Pag. 3 0 0 D o n a B.Herbert and AlbertG.Hlnman-Urbanlandeconomics(F.A.RÈPAOi) • 426

Enoyclopaedia of the social sciences. Voi. I, II e M (M. D. 194 Ente autonomo per l'Acquedotto pugliese: Relazione al Parlamento

sull'an-damento dell'azienda dal 1° gennaio 1929 al 30 giugno 1930 (F. A RÈPACI) > 433 Falco (De) Esposito Salvatore — Le teorie economiche di Davide Ricardo

(M. D. B.) . 652

— Le teorie economiohe di G. S. Mill (In.) • Faldella Guido — L'automobilismo in Italia ( F . A . RÈPACI) > 4 4 3

Fernrl Giovanni — La ricohezza privata della provinola di Vioenza (P.

JAN-SACCONE) > 3 2 4 Flsher Irving — The theory of Interest ( V . PORRI) » 3 2 2

F l o n Emanuele — Principi di scienza delle Finanze (F. A . RÈPACI) 4 4 0 Fossati Antonio — Saggi di politica economica Carlo Albertina (A. GASINO

CANINA) > 2 0 3 — Elementi per ano stadio del < corso > e dell' • abbassamento > delle monete

d'oro sotto Carlo Emanuele I (1580-1630) (ID.) > — Bilanci, tributi, redditi e valori negli Stati Sardi di Terraferma dalla

Restaurazione all'avvento di Carlo Alberto (ID.) 205 Fovel N. Massimo — Camera corporativa e redditi di gruppo (G. S. I.) 653

Garlno Canina Attilio — Problemi di Finanza (RENZO FUBINI) 4 3 8 Gideonse Harry D. — The International Bank (G. S. I.) 216 Gli Enrlque — Represión de la speculación y trusts (Io.)

Grilli Giuseppe — Come si applicano lo imposto e tasse in Italia ( F . A . RÈPACI) . > 4 3 9

Grillotti Benvenuto — Studi di diritto tributario (L. E.) 325 Haberler Gottfried — Dor Sinn der Indexzahlen (V. PORRI) > 6 2 9

Halbwaehs Maurice — Les causes des suicides (MARIO COMBA) 6 5 1 Hantos Elemér — L'óconomie mondiale et la Société des Nations (G. S. I.). . . > 4 3 0

Harris S. E. — The assignata (M. D. 199 Hayett Eugen — Die 6konomisohe Zurecbnung (V. P.) 425

Helblng Albert Theodore — The departments of the American Federation of

Labor (G. S. I.) 659 Huard G. — L'art royal. Essai sur l'histoire de la franc-majonnerie (M. D. B.) . > 324

In onore di Giuseppe Prato — Saggi di storia e teoria economica (L. EINAUDI) a 304 Instltut International d'AgriouIture — Annuaire international de statistique

agricole 1029-1930 (F. A. RÈPACI) 335 — Les conditions de l'agriculture en 1929-1930. Commentaire économique à

l'Annuaire international do statistique agricole 1929-1930 (ID.) . . . . > 444 — Nombres-indices des prix des produits agricole» et autres nombres-indices

des prix intércssant l'agriculture (ID.) > 445

Istituto Centrale di Statistica — Compendio statistico 1930 (ID.) 445 — Movimento della popolazione secondo gli Atti dello Stato Civile

nel-l'anno 1927 (ID.) 446 — Serie VI, voi. X. Corrado Gini e Bruno de Finetti, Calcoli sullo sviluppo

(14)

— XII —

Istituto centrale di Statistica — Annali di Statistica. Serie V I , voi. X V I I . L. Galvani, Calcoli delle probabilità di morte in genorale e applicazione alla

misura della mortalità infantile nella popolazione italiana dal 1873 in poi; alonne osservazioni sul VI censimento della popolazione italiana

(1» dioembre 1 9 2 1 ) ( F . A. RÈPACI) Pag. 5 4 2 Istituto Nazionale per l'Esportazione — L'Argentina. Sviluppo economico

e relazioni commerciali con l'Italia (ID.)

— Situazione comparata del regime di tariffa doganale esistente fra i paesi

europei in base ai patti commerciali attualmente in vigore (ID.) 429 Knight Melvin M.—Histoire économique de l'Europe jusqu'à la findumoyen-àge

(M. D . 2 0 2 Lamar Schweyer Alberto — La crisìs del patriottismo (G.

Laneve Iris — Il porto di Trieste nel secolo xvm ( F . A. R È P A C I ) > 4 4 1

Laskl J. Harold — An Introduotion to Politics (MARIO EINAUDI) 6 4 8

— The Dangers of Obedience, and other Essays (ID) > Lasorsa Giovanni — La statistica dei salari industriali in Italia (R.) 662

Liveranl Antonio — Le Società civili e di commercio in regime tributario.

Com-mento alla leggo delle tasse in surrogazione del bollo e del registro (F. A. R.) • 439

LoRUSSO Benedetto — Commercio d'importazione e di esportazione (G. S. I.) . > 655 Loveday Ai — Britain and World Trade: Quo Vadimus and other Eoonomio

Essays (LUIOI EINAUDI) » 5 2 3

Maggi Raffaele — Il porto di Amburgo (F. A: RÈPACI) > 442 Mainage Tb. — Dictionnairo de Sociologie familiale, politique, économique,

spirituale, généralo (X) > 417 Mammana F. — Il 6° Codice. Lineamenti di un eventuale Codice tributario

( F . A . RÈPACI) 4 4 0 Marconcinl Federico — Profilo di Giuseppe Tomolo economista (G. S. I.). . . » 651

Martin-Saint-Lion Et. — Les Sociétés de la nation (LUIGI EINAUDI) . . . > 318

Mauldon F. R. E. — The Economica of Australian Coal (G. S. I.) 220 Mazze! Jacopo — Politica doganale differenziale e clausola della nazione più

favorita (GIOVANNI DEUARIA) 427

MazzucchelII Mario — Crisi e causo (LUIOI EINAUDI) 5 1 0

Memorie dell'Istituto giuridico della R. Università di Torino (GIOELE SOLARI) . . > 317 Mengarlni Publio — Il credito, gli intermediari del credito e le banche (F. A.

RÈPACI) . 2 1 1 Michels Roberto — Peter Michela und seine Tatigkeit in der Rheinischon

Industrie, in der Rheinischen Politik und in Rheiniscben Gcselischaftsleben

(MARIO EINAUDI) 2 0 1 Minlco (De) Lorenzo — Rinnovamento o liquidità del capitale nello imprese

industriali (G. S. I.) 654 Ministero delle Finanze - Amministrazione autonoma dei monopoli di

Stato - Aziende dei Tabacchi, dei Sali e del Chinino dello Stato — Relazione e bilancio industriale per l'esercizio dal 1° luglio 1928 al 30

giugno 1929. Parte prima (F. A . RÈPACI) 440

— Bilancio industriale per l'esercizio 1928-1020. Parte seconda «Tavolo

statistiche » (ID.) » » Moore H. L. — Synthetic Economics (GIOVANNI DEMARIA) > 208 Mondalni Gennaro e Cabrlni Angelo — L'evoluzione del lavoro nelle colonie

(15)

— XJII —

Morta» Giorgio — Prospettive economiche (L. E.) . . . . Pag. 533 MUler Adam — Ausgewihlte Abhandlungen (MARIO EINAUDI) 6 4 9 . National (A) Poliey — Aa account of the emergcnoy programmo advancod by

SIR Oawald Mosley (MARIO EINAUDI)

Nona RenZO — Energia elettrica ed energia umana nell'economia nazionale

(G. S. I.) 218 Nunziante Ferdinando — La bonifica di Rosarno ed 11 villaggio di S.

Ferdi-nando (M. D. 431 Office Central de Statistique de la Républlque Polonaise — La République

polonaise; Atias Statistique (F. A- RÈPACI) 447

Pantaleonl Maffeo — Principi di economia pura (LUIGI EINAUDI) 6 2 7 Periglili Luigi — I privilegi inerenti verso lo Stato e gli Enti locali (F. A.

RÈPACI) 4 4 0 Petrocchi Giulio e Tofani Mario — Maremma Toscana (G. 8. I.) 660

Pigou A. C, — The Economica of Welfare (V. P.) . » 423 Porri Vincenzo — Corso di politica economica internazionale ( R . FUBINI) , . > 4 0 4

Project (A) of perpetuai peaoe. Rousaeau's cssay (M- D. B.) . . 197 Proudhon Pierre Joseph — Lea copfession d'un révpjutionnaire pour servir à

l'histoire de la révolution de février (ID.) , > 640

— De la jnstice dans la révolution et dans l'église (ID.) > Pugliese Mario—Le tasse nella scienza e nel diritto finanziario italiano ( R . F U B I N I ) • .435

— L'imposizione delle imprese di carattere internazionale (ID.) > • Raccolta di scritti in memoria di Giuseppe Tomolo (G. S. I.) • 652 Rapport de l'Union sulsse 4u Commerce et de l'Industrie — Rapport sur

le oommerce et l'industrie de la Suisse cn 1 9 2 9 ( F . A. RÈPACI) 447 Relazione all'adunanza generale degli azionisti della Banca d'Italia per l'anno 1930

P.) » 431 Rlcchlonl Vincenzo — Lavoro agricolo e trasformazioni fondiarie in Terra di

Bari ( F . A . RÈPACI) » 1 1 0

Rleel Umberto — Lea crises économiques et la dépression présente (V. PORRI) > 531

Rlohards R. D. — The early history of Banking in England (G. S. I.) 200 Rocoa Carlo — La navigazione aerea dal punto dì vista economioo (F. A. RÈPACI) • 441

Rodanò Carlo — Industria e commercio dei derivati agrumari. Essenze, citrato di calcio, .acido citrico, agro crudo per uso industriale e per bevande,

agro cotto, pectina, alcool etilico (G. S. L) > 535 Buattl Giuseppe — L'economia floreale della Liguria (Io.) . . . > 660 — Alto Adige ( I D . ) ,. . , . . . . . .. .. .. » A — Piemonte (ID.) • »

Rlissel Sage Foundation — The social survey (M. D. B.) 650 — Social work year hook, 1929 (Jp.) » •

— A bibliography of social surveys (ID.) » » tiehlavone Michele — I servizi aerei civili. Stndio statistico, economico, giuridico

( F . A - RÈPACI) » 4 4 ?

(16)

— XIV —

Société des Nations — Memorandum sur le commerce international et sur les balances des paiements 1926-1928. Voi. II: Balance des paiements

( F . A . RÈPACI) Pag. I L I — Études sur le régime juridique des ententes indnstrielles (ID.) > • — Rapport provìsoire de la délégation de l'or du Comité finanoier (Io.) . . . » 213 — Documenta sélectionuéssoumisà la délégation de l'or duComìtéfiuancier(LD.) > >

— Légialation sur l'or (Io.) » — Deuxième rapport proviaoire de la délégation de l'or duComitéfinanoier (ID.)

Società delle Nailonl — Dieci anni di cooperazione internazionale (M. E.). . . » 335 Smith T. V. and L. D. Whlthe—Chioago. An experiment in social soienoo researoh

( F . A . RÈPACI)

Sombart Werner — Die drei Nationalskonomien. Geschichte und System der

Lehre von der Wirtschaft (ROBERTO MICIIELS) 321

Sorokln A. Pltlrim, Zimmerman C.C.e Galpln J. Charles — Asystematio

source boak in rural sociology (M. D. B.) > 662 Spaventa Renato — Burocrazia, ordinamenti amministrativi e fascismo (A. F.) > 422

Stamp J. — The Christian Ethio aa an economio factor (M. F.) 210 Statistique générale de la France — Annuairo statistique 1929 (F. A. RÈPACI) > 663

Stuart-Chapln F. — Cultural chango (G. S. I.) 196 Swlsher e Cari Brent—Stephen J.Field: Craftsman of the LAW (MARIO EINAUDI) > 1 9 7

Tofani Mario e Petrocchi Giulio — Maremma Toscana (G. S. I.) 660 Uokmar Antonio—La legge di registro. Commonto teorico-pratico ( F . A . RÈPACI) » 4 3 7

Unione Bancaria Nazionale. Brescia — Raccolta periodica di legislazione

tributaria, anno 1931 (Io.) 441 U. S. Department of Commerce - Bureau of the eensus — Ccnsus of

eloc-trical industries, 1927 • Telegraphs (ID.) 446

— Telepbones, 1927 (Io.) » — Prisoners in State and federai prisons and reformatories, 1926 (ID.) . » 446

— The prisoner's antecedente. Statistica concerning the previous life of offendere committed to State and federai prisons and reformatories:

Sup-plementary to: Prisonera, 1923 (ID.) > > — Montai patients in state hospitais, 1926 and 1927 (ID.) • 543 Valeur Robert — L'enseignoment du droit en France et aux États-Unis, con

introduziono di Édouard Lambert: L'enseignement du droit comme soionoo

sociale et comme science Internationale (G. S. I.) 541 vinci Fellee — Introduzione al metodo statistico ( F . A . RÈPACI) > 4 4 4

Vlora Mario — Storia delle leggi sui Valdesi di Vittorio Amedeo H (M. EINAUDI) • 4 2 2 Virgili! Filippo — L'Italia agricola odierna (G. 8.1.) > 443

Vito Francesco — I sindacati industriali (Io.) 217 Weiller Jean — L'Influenoe du change sur le Commerce Extériour (ID.) . . . • 333

Wood W. V. e Joslah Stamp — Railways (F. A. RÈPACI) 221

— e C. E. R. Sherrlngton — The Railway industry of Great Britain, 1927.

Memorandum N. 11 (ID.) 334 Zlmmem Alfred — Empire britannique et Sooiété des Nations (G. S. I.) . . . > 430

(17)

— XV —

APPUNTI BIBLIOGRAFICI.

(18)

fc .. -, V O f f e r ì » flctsismi-x .

(19)

I " GOLD STANDARDS „ DEL 1914 E DEL 1931

NELL'INCHIESTA DELLA LEGA DELLE NAZIONI

Le differente dei siatemi monetari odierni rispetto ai prò-bellici. — Le conseguenze ani movimenti dell'oro. — Il caso dell'Inghilterra nei suoi rapporti monetari con la Francia e le rispettive bilancio dei pagamenti. — La malattia monetaria oome riflesso della situazione eoonomioa.

1. — La Sezione Economica della Società delle Nazioni, già tanto benemerita per le sue numerose ed illuminanti inchieste sulle finanze, le bilancio dei pagamenti, i cartelli internazionali, i sistemi doganali, alcune fondamentali materie prime, ecc. — compiute sotto la dotta guida del sig. Loveday — ha avuto l'alto merito di illaminare coi fatti i problemi tanto discassi dell'oro, con tre lavori fondamentali in materia: il primo, Rapport provisoire de la Délégation de l'or du Comité Financier; i Documenta aélectionnéa soumia à la Délégation de l'or, e quello sulla

Légialation aur l'or (1).

I primi due lavori vennero già esaminati largamente fra il pubblico dei competenti. Qui mi propongo invece di trarre dalla abbondante documentazione del terzo volarne, Légialation aur l'or, le conclusioni a cui essa conduce, e che non mi sembrano ancora esaminate sin qui. Come è noto, snlla base del primo di qnei tre lavori, mentre l'oro oggi è ancora più ohe sufficiente agli impegni delle Banche di emissione — intendendosi con la parola « impegni > particolarmente i biglietti in circolazione più i depositi — risulta invece male distribuito. Alcuni Isti-tuti ne hanno una massa tale da permettere una copertura aurea snpriore al 50%; mentre altri non riescono a superare il 30-35%.

Ma il fatto più interessante è ohe l'oro dimostra una particolare ostinata predilezione a riversarsi verso ponti determinati (Stati Uniti N. A. e Francia), mentre le Banche di emissione dì altri paesi non rie-seono a trattenerlo. Il ohe sarebbe inconcepibile in regime di moneta sana e di gold standard e rovescia tutta la teoria classica degli scambi internazionali e della redistribuzione del metallo e del risparmio a breve scadenza.

(1) D quarto lavoro, dal titolo Second Interim Seport of Oe Gold Délégation of the Financial

Commiato, i uscito quando questo articolo era già stato scritto. Tale Seport, che oontieue

alcuni suggerimenti, merita un esame a parte, ma lascia intatte le conclusioni del nostro studio.

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Qui dunque ci chiediamo: il « ritorno all'oro » di oggi equivale al sistema aureo, in vigore nei paesi monetariamente forti prima della guerra! Se l'equivalenza non esiste più, quali sono le differenze! E ohe portata hanno esse sui movimenti internazionali dell'oro!

». — Il terzo volume della Società delle Nazioni ci offre appunto due prospetti di interesse decisivo e ohe perciò riproduco:

Prescrizioni relative all'aequtoto dell'oro. Paesi dove esisto l'obbligo legale di oomperare l'oro

ad ma preazo fiato.

Paesi dove esisto l'obbligo di oomperare divise-oro estere ad un prezzo fisso.

Argentina Germania Bolivia

Austria India Bulgaria

Bolivia Indocina Congo Belga

Brasile Inghilterra Dantico

Cecoslovacchia Isole Filippine Equatore

Cile Norvegia Estonia

Congo Belga Polonia Grecia

Danimarca Stati Uniti N, A. Isole Filippine

Equatore Svezia Ungheria

Francia Ungheria

Preterizioni relative alla eesslone dell'ore.

Paesi legalmente tenuti a rimborsale unicamente in oro.

Paesi legalmente tenuti a rimborsare in oro o in divise-oro estere.

Paesi non tenuti legalmente a rimborsare in un valore oro.

Austria Algeria Albania

Brasile Bolivia Austria

Canadà Cecoslovacchia Belgio

Colombia Cile Congo Belga

Danimarca Costarica Egitto

Francia Equatore Germania

Giappone Filippino Guatemala

Indocina Finlandia Guyana Inglese

Inghilterra (1) India Indio Olandesi

Lettonia Italia Pacai Bassi

Messico Polonia Persia

Norvegia Rumenia Portogallo

Nuova Zelanda Siam Spagna

Scozia Stato Ubero d'Irlanda Ungheria Stati Uniti N. A. Svizzera Venezuela

Unione Sad Africana Jugoslavia

(1) Por l'Inghilterra ricordiamo le disposizioni seguenti: 1° i privati non possono più, portando oro alia Zecca, ritirare sterline: la Zecca lavora solo per la Banca di emissione; 2° la Banca non 6 più tenuta a rimborsare i biglietti in oro: devo però vendere otff non monetato, al prezzo di Lst. 3,17 so., 10% ponce per oncia troy di oro, sotto forma di verghe contenenti almeno 400 oncio dì oro fino; 3° la Banca è tenuta a dare biglietti contro oro valutandolo al prezzo di Lst. 3, 17 so., 0 ponce per oncia troy di oro fino.

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3. — Bis ulta immediatamente dai due prospetti:

1° Ohe l'oro non circola più liberamente nell'interno di nessun paese. Anohe negli Stati dove l'Istituto di emissione è costretto a com-perare e a vendere metallo a prezzi predeterminati, sta por sempre il fatto che l'oro ha cessato di circolare liberamente all'interno passando dagli sportelli delle banche di credito ordinario alle mani del pubblico e viceversa.

Ciò non è per nulla una cosa secondaria. Questa circolazione libera costituiva un primo ordine di trincee a tutela della riserva aurea del-l'Istituto di emissione. Quando la situazione monetaria si appesantiva, il primo ad uscire dai confini del paese era l'oro posseduto dai privati e soprattutto dalle Banche di credito ordinario, le quali in tal guisa perce-pivano immediatamente ohe qualcosa di particolare si produoeva sul mercato ed esaminavano quindi se si trattava di un fenomeno tempo-raneo oppure se agivano cause più profonde e durature alle quali tor-nasse utile di porre rimedio immediato. L'Istituto di emissione, a sua volta — tenendo le « bilancio » delle Banche ordinarie — rilevava la situazione e prendeva le sne misure precauzionali, evitando in tal guisa

nei periodi normali marcati movimenti nell'indice generale dei prezzi;

i quali quindi andavano soggetti ad oscillazioni meno frequenti e sen-sibili. Cosi la riserva dell'Istituto di emissione costituiva la «offerta marginale », il cui prezzo esercitava, con minime variazioni, l'azione veramente decisiva di raddrizzamento del mercato. Eravamo dunque in una situazione di equilibrio stabile, di cui anche i paesi a gold exchange

standard, o a moneta cartacea manovrata, risentivano i benefici effetti.

Situazione che non è più l'odierna.

2° L'oro non viene più comperato nò venduto liberamente da Stati pei quali in antecedenza l'obbligo di compra-vendita, caricato sull'Istituto di emissione, costituiva invece parte essenziale del sistema monetario. Talune Zecche — come quella inglese — dove sino al 1914 i cittadini portavano l'oro con pieno diritto di averne moneta, ora sono state chiuse. In molti paesi, che pure si qualificano a gold exchange

standard, l'Istituto di emissione, anohe quando il cambio passa il punto

dell'oro, non ha nessun dovere o di acquistarlo o di cambiarlo con biglietti, o infine nò di acquistarlo, nò di venderlo.

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Oiò equivale a dire ohe l'Istituto amministra l'oro solo per oonto proprio; che può restringere la circolazione fino al punto in cui l'estero gli vende oro, ma questo non può mai andare nelle mani del privato cittadino, il quale paga cosi le spese di una politica monetaria a cui non partecipa. La Banca di emissione, insomma, si amministra l'oro senza collegarlo con nessun rapporto alle necessità economiche del paese. E l'oro può restare cosi per il momento veramente « sterilizzato » nelle casse dell'Istituto. II che fa si ohe nel mondo l'oro ohe effettivamente funziona è minore dell'oro ohe esiste: e in tal senso si può con esattezza parlare di un aumento del prezzo dell'oro, causato da una sua rarità

relativa e provocata dalla legge.

30 Anche fra gli Stati pei quali il « ritorno all'oro a ha significato semplicemente ritorno al gold exchange standard, vi sono delle grada-zioni. Nel senso che in taluni di essi, per meglio stabilizzare il eambio, si sono rafforzate le Banche centrali dando loro, sotto varie forme, un controllo sul commercio dei cambi. Cosi avvenne in Polonia. Oosl in Bulgaria, dove « qualsiasi operazione che implichi un movimento nei prezzi di pagamento esteri (divise o moneta) BÌ deve effettuare esclusivamente pel tramite della Banca Nazionale », eco.

È noto altresì ohe in vari Stati persino i punti dell'oro non sono più quelli fissati dalle spese di trasporto, perdita di interessi, ecc., ma indicano prezzi-limite puramente arbitrari.

Questi metodi di gold exchange standard a scartamento ridotto sono naturalmente possibili solo in quei paesi che non Bono esportatori di risparmio. Se, attratti da occasioni favorevoli, i cittadini desiderano mandare all'estero dei capitali, l'Istituto centralo, non essendo obbligato a cedere oro nè cambi sino a quando il COB! detto « punto dell'oro » non è superato, non se ne occupa; non solo, ma, se trova che il movimento può far toccare quel punto, restringe il credito. Le Banche di credito ordinario allora non accettano operazioni a termine su cambi se non contro documenti, ossia solo per scopi commerciali; oppure ostacolano in altre guise il movimento. Il valore della moneta naturalmente resta man-tenuto; ma, come si vede, ciò si verifica a danno del commercio e po-nendo alle operazioni a termine BQ cambi ed alla esportazione dei capitali degli impedimenti che creano uno scarto permanente fra U saggio interno e

quello estero dell'interesse, e costringono l'attività mercantile a ricorrere

a mezzi costosi per mantenere l'equilibrio della bilancia dei pagamenti. Ad ogni modo è chiaro ohe, in una situazione del genere di quella prospettata nel quadro di cui al paragrafo 2, l'oro tende a riversarsi in quei paesi che meno degli altri si sono staccati dal gold standard inteso nel senso reale e non solo metaforico del termine; quali precisamente, ad esempio, gli Stati Uniti e la Francia.

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cause non commerciali, e quindi indipendentemente dalle oscillazioni nei corsi del cambio.

Innanzi tutto, per ritornare all'oro molti Stati furono e restano obbligati a ricomprarlo altrove come merce, per trasformarlo in moneta: sotto questi viaggi di oro si compie quindi un vero e proprio trasferi-mento di capitali a prezzi variabili.

In secondo luogo, le imperfezioni dei nuovi « tipi aurei » vennero corrette spedendo oro in località dove esso viene considerato come deposito speciale riservato all'Istituto speditore (contrassegnato —

earmarked). Questo metodo rende una serie di vantaggi, controbilanciati

però da pericoli non trascurabili che conviene avvertire.

Innanzi tutto, lo Stato cho riceve oro earmarked va soggetto al rischio di improvvisi richiami per ragioni economiche o monetarie — di cambio o altre — non inerenti alla sna situazione economica, ma dipen-denti da quella del paese che è suo creditore come depositante del metallo. A questa possibilità talvolta BÌ provvede con intese preventive fra i vari Istituti di emissione interessati.

Più grave è l'altro pericolo dello earmarking, di dare luogo all'infla-zione. La Banca che tiene il proprio oro depositato all'estero lo consi-dera logicamente come suo e quindi commisura anche su di esso il credito che concede; l'Istituto estero, che ha ricevuto l'oro, a sua volta lo riguarda come un deposito e quindi può allargare il proprio credito in un dato rapporto percentuale al valore di esso.

Se invece lo conserva « sterilizzato », si pnò muovere ad esso l'ap-pnnto, che certo muoverebbero ad una Banca di credito ordinario gli azio-nisti, di tenere una voce di più al passivo senza un attivo corrispondente!

Questo punto venne largamente discusso in un'inchiesta ameri-cana (1), pur non rimanendo del tutto risolto.

5. — Possiamo cosi, riforniti con quei decisivi dati di fatto offertici dalla Società delle Nazioni, ritornare al problema fondamentale del-l'esame dello cause per le quali, malgrado il forte aumento della zavorra aurea — di cui quell'Ente espose le cifre nel suo primo volume — l'equi-librio dell'apparecchio circolatorio si mantiene ancora COBÌ instabile e dà luogo a sbandamenti sensibili. Ai quali poi — last but not least — ogni paese Bedicentesi a gold standard oggi provvede con misure diverse; mentre, nel regime del gold standard pre-bellico, i riassestamenti erano

automatici e univoci, poiché si verificavano dovunque seguendo le

clas-siche linee del BuUion Report del 1810 e dei celebri opuscoli monetari di Davide Bicordo.

Un esame di questa natura, condotto Stato per Stato — almeno per i principali di essi — è altamente desiderabile. Siccome però

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temente non pnò venire eseguito con un semplice articolo, ci accontente-remo qui di esaminare il motivo per il quale il gold standard perfetto non si può ancora ricostruire oggi, almeno in un numero sufficiente di paesi.

6. — Per fare più semplice e chiara la cosa, parto dall'esempio di due grandi Stati, l'Inghilterra e la Francia. II paradosso della situazione mondiale odierna non potrebbe venire più vividamente rappresentato di questo passo, che si legge nel numero del 1° gennaio o. a. del Financial

Times: « La quantità di mezzi di pagamento a disposizione del pubblioo

inglese al 31 giugno 1914 era: biglietti in oircolazione, 34.000.000; oro in circolazione, 123.000.000; depositi bancari, 1.142.000.000; totale Lst. 1.299.000.000. Lo scorso novembre, i dati corrispondenti erano: biglietti, 354.000.000; oro, niente; depositi bancari 1.801.000.000; totale 2.155.000.000. Confrontando i dne totali, si vede ohe oggi il pub-blico ha a sua disposizione Lst. 166, per ogni 100 sterline del 1914. Ciò giustificherebbe un indice di prezzi di 166: mentre il numero-indice dei prezzi inglesi all'ingrosso è 104, e quelli dei prezzi al minuto e del costo della vita Bono essi pure inferiori al 166 ».

7. — Se noi confrontiamo la situazione della Banca d'Inghilterra al 29 luglio 1914 con quella al 24 dicembre 1930 (1) vediamo:

Situazione al 29 luglio 1914. — Dipartimento dell'emissione.

Biglietti emessi 55.121.405 Debito del governo 11.015.100 » di altra natura 7.434.900 Oro monetato o argento 36.071.405

55.121.405 55.121.405 Dipartimento bancario. Capitalo sociale 14.553.000 Riserva 3.491.756 Depoeiti pubblici 12.713.217 Altri depoeiti 54.418.908 Cambiali a 7 giorni e diverse . . . 10.069

85.187.850

Biglietti emeeai in circolazione . 379.676.869 Nel dipartimento Bancario . . 28.524.568

408.201.427

Valori pubblici 11.005.126 Altri valori 47.307.530 Biglietti 25.415.056 Oro o argento monotato 1.460.139

85.187.850

Debito del Governo 11.015.100 Valori pubblici 233.038.120 Altri valori 11.477.312 Moneto d'argento 4.469.468 Ammontare circolai, fiduciaria 260.000.000

Oro in moneto e in verghe 148.201.427 408.201.427 Situazione al 24 Dicembre 1980. — Dipartimento dell'emissione.

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Dipartimento bancario.

Capitale social Valori pubblici 61.436.247 Altri valori:

Riserva 3.840.443 Sconti e anticipai. . 14.109.048

Depositi pubblici 10.284.679 Diversi 23.014.306 37.213.354 Altri depositi:

Banchieri 56.217.226 Biglietti 28.524.558 Diversi 33.688.383 Monete d'oro e d'argento 620.006

89.905.609 Cambiali a 7 giorni e diverse .. 1.433

118.094.164 118.094.164

Al giugno 1914, la circolazione monetaria totale secondo i dati del Rapporto Onnliffe (18 gennaio 1918) BÌ calcolava cosi:

Circolazione fiduciaria (1) : Lst. 18.450.000 > interamente coperta da oro > 38.476.000

Let. 56.926.000 Oro tenuto dalle banohe e dai privati > 123.000.000 TOTALE CIRCOLAZIONE L s t . 1 7 9 . 9 2 6 . 0 0 0

I biglietti del Tesoro (Bradbury's bilia) emessi durante il conflitto e nell'immediato dopo guerra salivano nel 1920 a Lst. 320.000.000.

La deflazione progressiva, ordinata secondo le conclusioni del Rap-porto della Commissione Cunliffe, ne fece scendere gradatamente l'am-montare a 260 milioni, sicché al 24 dicembre del 1930 la circolazione era, come si è visto, di 408 milioni, di oui i 148 milioni della Banca sono coperti al 100% da oro.

Come opera la riserva metallica! Se noi, per avere un termine di confronto con gli Istituti degli altri Stati, supponiamo per un istante operata la fusione dei due Dipartimenti, ricaviamo le seguenti situazioni contabili:

Al 29 luglio 1914 (in milioni di Lst.).

Capitale 14,6 Debito del governo 11.0 Riserva 3,4 Valori pubblici 11,0 Depositi 07,1 Altri valori 54,7 Biglietti in ciroolazione 29,7 Oro e argento 88,1

114,8 114,8

Sopporto dello copertura agli impegni (circolazione + depositi) = 38,1:96,8 — 40%.

Al 24 dicembre 1930 (in milioni di Lst.).

Capitale 14,6 Dobito del govorno 11,1 Riserva 3,3 Valori pubblici 284,7 Depositi 100,3 Altri valori 48,7 Biglietti in ciroolazione 379,6 Oro e argento 163,3

497,8 497,8

Sopporto di copertura àgli impegni: 163 : 480 = 31,9.

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£ evidente ohe ogni lieve diminuzione di metallo debba in queste condizioni venire curata con attenzione e come di questo stato di cose risenta anohe l'elasticità dei rapporti fra l'Istituto e le Banche di credito ordinario. Ogni ritiro di oro pesa non più sui soli 148 milioni della circo-lazione propria dell'Istituto, ma anche sui 260 ricevuti in eredità dallo Stato: e una riserva del 31% è già notevolmente più scarsa di quella consentita alle Banche del Federai System ed alla Banca di Francia.

Difatti, se guardiamo alla situazione della Banca d'Inghilterra del 31 dicembre 1930, vediamo ohe il ritiro dell'oro e l'aumento dei depositi effettuati dalle Banche ordinarie per fronteggiare i bisogni di fine d'anno, e che ha per contropartita un aumento negli sconti e anticipa-zioni, è bastato per fare scendere il rapporto della riserva agli impegni dal 31,9 al 28,3%.

Si osservi che l'abbondanza monetaria del dopoguerra ha servito anche a gonfiare la voce « altri depositi » i quali passano dai 54 milioni del 1914 ai 90 del 24 dicembre scorso, per balzare ai 168 del 31 dicembre, di cui 132 imputabili alle sole Banche. È naturale ohe un drenaggio di oro metta subito l'Istituto centrale nella necessità di ridurre la circolazione, o restringendo le operazioni di anticipazioni e sconti; o vendendo titoli pubblici e ritirando cosi danaro; o elevando lo sconto, ove il drenaggio di oro provenga dall'estero. Ed una riprova di questa tensione si ebbe nella nota misura, presa nel giugno 1930 dalla Banca e già commentata su questa Rivista, di non consegnare ai compratori - esportatori di oro se non il metallo standard, cioè a 916% di fino; e non più, come si era usato sino allora, il metallo fino a "Viooo- Ciò per abbassare il punto di uscita dell'oro per esportazione Francia da 123,90 franchi per ster-lina a 123,70. B che, come vedemmo, ebbe conseguenze assai diverse da qnelle ohe in Inghilterra ci si prometteva. In ultima analisi, l'onere della differenza venne riversato sul commercio inglese (1).

8. — Ora, teoricamente il sistema più corretto sarebbe stato di con-vertire nel 1925 i 260 milioni di sterline di Bradbury's Bills — i quali altro non rappresentano se non una delle tante forme del debito pubblico di guerra — in titoli di consolidato, togliendoli cosi dalla circolazione. L'operazione era perfettamente fattibile Botto un certo aspetto, perchè il debito pubblico inglese, ohe anohe ora è di oltre 7.700 milioni di ster-line, poteva certo sopportare questo aumento, percentualmente lieve, senza flettere.

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debito pubblico rappresenta il 45% del totale, non si poteva pensare a ridurre la circolazione di quanto era necessario per riportare la situa-zione monetaria al grado di forza del 1914. Il nesso fra la massa dei mezzi di pagamento e la duplice necessità — di bilancio per il paga-mento del debito pubblico, e di non lasciar cadere di colpo una abbon-dante impalcatura industriale di guerra sorta in periodi di costi crescenti — risulta evidente. Ma riesce evidente altresì come questo poderoso sforzo di tenere la sterlina alla pari aurea antica, con ima tale inflazione cartacea, debba ripercuotersi sulla bilancia dei pagamenti rendendone molto delicato l'equilibrio, attraverso ad una ragione di scambio inter-nazionale continuamente sfavorevole pel commercio inglese.

9. — £ notorio ohe i metodi coi quali la Francia ritornò alla stabi-lizzazione non ebbero nulla, a vedere col metodo inglese della deflazione lenta per gradi, durata dal 1919 al 1925.

Parrà strana a prima vista, dopo quanto si è letto su tanti fogli, l'affermazione che l'inflazione francese odierna è assai minore di quella inglese. Eppure il fatto è manifesto ove si tenga presente il saggio di stabilizzazione prescelto, di 25 franchi in cifra tonda per dollaro. E allora si ha (in franchi prebellici):

Circolazione:

media 1» trimestre 1914 12.000.000.000

al 2 gennaio 1031 16.000.000.000 (pari ai 79 miliardi di franchi attuali).

Riserva aurea:

media 1° semeetro 1914 5.000.000.000

al 2 gennaio 1931 10.700.000.000 (pari ai 53,7 miliardi di frano, attuali).

Depoeiti pubblici e privali:

media 1° semestre 1914 3.000.000.000

al 2 gennaio 1931 4.500.000.000 (pari ai 22 miliardi di franchi attuali).

Crediti a vista in valute auree all'estero:

media 1° semestre 1914 1.250.000.000

al 2 gennaio 1931 5.300.000.000 (pariai 26,5 miliardi di franchi attuali).

Ammontare degli impegni a vista:

al 2 gennaio 1031 101.639.504.232

proporzione dell'incasso oro agli impegni a vista 52,87%. proporzione dell'incasso oro e della disponibilità aurea all'estero agli impegni a

vista 80%. Come si vede, mentre la circolazione d'Inghilterra è aumentata

rispetto al 1914 da 180 a 408 milioni, cioè di ben 2,4 volte, quella fran-cese si è accresciuta solo di poco più del 30%, e la copertura franfran-cese è formidabile.

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ultimo fattore, si potrebbe affermare ohe in Francia non esiste nna vera e propria inflazione.

Si comprende quindi come la Francia senta oggi meno di tutti gli Stati Europei gli imbarazzi monetari, e come il suo maggior studio per ora sia quello di organizzare un mercato di investimenti mondiali pel sno capitale eccedente. La stabilizzazione al saggio attuale evitò alla Francia le scosse ripetute della deflazione lenta operata in Inghilterra. E, per di più, voltò a sno favore la ragione di scambio internazionale.

10. — Siamo cosi arrivati al punto conclusivo. Prima della guerra dunque, col Ubero commercio dell'oro, avveniva in Inghilterra ohe la Banca centrale amminiBtrava nna parte relativamente esigua dell'oro — fra 30 e 40 milioni di sterline — mentre una massa assai più impor-tante, fra 100-125 miUoni, girava Uberamente fra le Banche di eredito ordinarie e il pnbbUco. Ne derivava che se la Banca centrale riduceva di troppo, di fronte ai bisogni del commercio, la quantità dei bigUetti, questi facevano premio sull'oro. GU enti privati comperavano eoi bigUetti deU'oro, lo portavano alla Zecca perchè coniasse sterline e ricostituivano in tal guisa l'equiUbrio monetario. Così la Banca e U pubbUco si control-lavano a vicenda, cooperando assieme a tenere il più possibile fisso il valore della moneta e a dare la massima elasticità alla circolazione.

Oggi, portata la circolazione totale dai 170-180, ai 400-410 miUoni di sterline — di cui 260 miUoni scoperti — è chiaro che la Banca, per padroneggiare il cambio, non poteva più permettere che il pubblico influisse sulla monetazione dell'oro. I 408 miUoni rappresentano una massa monetaria molto grande di fronte ad un volume di affari non troppo cresciuto rispetto al periodo prebelUco, ad una ricchezza privata netta parimenti di poco superiore, e ad un traffico con l'estero in situa-zione statica. Se quindi la Ubertà prebelhca fosse in vigore, l'oro in circolazione prenderebbe inevitabilmente la via dell'estero.

Oggi invece il metaUo giallo che giunge sul mercato di Londra viene acquistato per scopi monetari esclusivamente daUa Banca centrale. Quando la bilancia dei pagamenti si fa sfavorevole, i creditori esteri com-prano per proprio conto l'oro contro i loro crediti in sterline, e queste rifluiscono, direttamente o indirettamente, aUa Banca d'Inghilterra.

Questa quindi, per mantenere la sterlina aU'elevata parità voluta dalla legge, deve piegarsi o a perdere l'oro nella competizione che l'estero le fa di tale merce; o deve restringere la circolazione cartacea facendo meno operazioni attive e sopportando il peso di tenersi inoperosa in cassa una massa di moneta, nel mentre l'industria britannica soffre per mancanza di circolante a quel prezzo.

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Quivi la massa monetaria è rimasta, come si è visto, all'incirca immu-tata nel suo valore aureo prebellico rispetto al 1914.

Fissando il nuovo franco a un prezzo basso rispetto all'equilibrio dei costi e dei prezzi, la Francia ha scoraggiato per il momento le importa-zioni dall'estero ed incoraggiato invece le sne esportaimporta-zioni. Di fronte alle esportazioni francesi l'Inghilterra quindi non ha convenienza a pagare con un aumento di esportazioni sne di prodotti. E questo è un altro modo per indicare che l'industria inglese non ha ancora adattato i propri costi al livello della sterlina riportata alla parità aurea antica; o, ciò ohe torna lo stesso, che, a quel prezzo della sterlina, vi è troppa carta in circolazione, resa indispensabile solo da ragioni di finanza pubblica. Onde la differenza viene saldata con esportazione di oro verso la Francia. E questa tendenza è destinata a durare, sino a quando i costi inglesi si siano portati al punto nuovo di equilibrio.

È a questo impasse che noi potremmo ricollegare, ove lo spazio non stringesse, tntta una serie di fenomeni contradittori che si rilevano sul mercato di Londra, e circa ad alcuni dei quali hanno parlato i banchieri nelle loro recenti relazioni. Tale, ad esempio, il contrasto permanente fra il saggio ufficiale e quello di mercato dello sconto; tale, lo stacco marcato fra l'interesse su gli impieghi a breve e a lunga scadenza; tale ancora, l'esportaziono « eccessiva » di capitali, frase che in condizioni normali sarebbe assolutamente priva di senso: e così dicendo.

11. — Prima della guerra la Banca d'Inghilterra, quando era premuta all'estero per eccezionali richieste di capitali e vedeva il suo eambio tendersi oltre il punto dell'oro, anziché ricorrere all'elevamento del saggio dello sconto preferiva passare una parte del proprio portafoglio — molto volontieri accolto — al risconto della Banca di Francia, sempre ricca di oro. Era questa una delle ragioni per coi il Bagehot criticava la rigidità, affatto inutile a suo avviso, del sistema della riserva aurea al 100%, quale era stata voluta dall'Atto del 1844. Inutile, a di lui avviso, in tempi normali; pericolosa in periodi di erisi. Ed è altresì per questo motivo che, dal 1920 ad oggi, una forte corrente di opinione pubblica in Inghilterra vorrebbe che — ritenendosi già coperta la circolazione di 260 milioni statali di sterline dai ti toh pubblici passati dal Tesoro alla Banca d'Inghilterra — la riserva aurea dovesse servire solo a difendere i bigUetti da questa emessi e gU altri impegni. Nel qual caso il rapporto di copertura aurea salirebbe subito — nella situazione, ad esempio, del 24 dicembre u. s. — al 64%, lasciando cosi una notevole massa di « oro Ubero » per ogni contingenza, senza premere snU'attività econo-mica nazionale.

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movimenti assolutamente liberi dell'oro, corno quelli ohe « automatica-mente » riconducono l'equilibrio stabile della produzione e dei prezzi mondiali alla situazione normale. Tale condizione, invece, è quella ebe oggi manca quasi dovnnqne, e che ha condotto alle misure legali esaminate al paragrafo 2.

Ora se un punto della teoria monetaria è pacifico, è questo: ohe, dove il gold standard non funziona Uberamente, il controUo dell'Istituto di emissione sulle Banche ordinarie si raUenta. Diventa nullo nel caso estremo della inflazione cartacea: si restringe più o meno nei casi inter-medi. Questo rallentamento del controUo centrale sugU apparati peri-ferici del credito non aveva grande importanza sngU scambi interna-zionaU quando, come avveniva prima deUa guerra, i paesi più potenti che dispongono del movimento dei capitaU nel mondo obbedivano alla regola. Oggi, le monete del mondo — che antecedentemente al 1914 si erano fissate dopo lunghi esperimenti intorno a valori corrispondenti aU'eqniUbrio internazionale costituito dalla divisione del lavoro — sono state mutate di prezzo secondo le particolari visioni dei BingoU paesi e avendo riguardo assai più ad intendimenti interni e aUa situazione nazionale, ohe non a queUa complessiva mondiale.

Le Banche di emissione, a loro volta, avendo perduto per tanti anni il contatto stretto con la situazione creditizia, hanno mirato e mirano ad accantonare oro in quantità considerevole: 1° sia perchè non sapevano al giusto quanta massa di credito dovranno sostenere ad equiUbrio rag-giunto; 2° sia per mettersi in grado di allargare le operazioni attive, quando l'inflazione creditizia internazionale si sarà ristretta nel suo nuovo alveo, commisurato alla massa del risparmio effettivo. Di qui la caccia aU'oro, la giacenza di esso nei paesi a risparmio più diffuso, lo sforzo di tenere una riserva non inferiore al 40% degU impegni: alta percentuale non giustificata da nessuna ragione logica in condizioni normaU, neUe quaU, più che l'entità della riserva, importano la bontà e la Uquidità del portafogUo.

Perchè l'equiUbrio nei costi comparati mondiaU si ricostituisse rapi-damente sulla base dei nuovi metri occorreva quindi anche oggi che il grande denominatore comune, l'oro, circolasse in piena libertà. Ma ciò era appunto quello ohe non si poteva più permettere dalla maggioranza degli Stati, precisamente per i metodi segniti nelle singole stabilizza-zioni e per l'ignoranza del rapporto stabilitosi negli anni del disordine fra inflazione creditizia, massa di risparmio reale, e potenzialità pro-duttiva ai nuovi prezzi internazionali.

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-operarsi mediante reazioni nel mondo della produzione, degli scambi, della redistribuzione delle ricchezze, oro compreso. E appunto, studiando paese per paese le forme con le quali le singole monete si stabilizzarono e le conseguenze che ne stanno derivando nelle ragioni di scambio, nella pressione tributaria, nella massa del commercio estero, nelle manovre degli Istituti di emissione, BÌ vede con quale precisione meccanica questo formidabile movimento mondiale por ritornare alla grande legge dei costi comparati in un nuovo equilibrio stabile si viene verificando.

13. — Quanto al fatto ohe la crisi deflazionista definitiva — cioè qnella oggi in pieno sviluppo — si sia manifestata solo attualmente, si rifletta ohe in Enropa le stabilizzazioni monetarie dei maggiori paesi si iniziarono appena nel 1925, e si sono chiose nel 1928, con la legge francese: e parecchi Stati importanti quali, in Enropa, la Spagna, sono ancora fuori dalla norma.

La crisi quindi poteva logicamente iniziarsi solo nel 1929: e principiò agli Stati Uniti con un movimento speculativo assai interessante, operato con risparmi a breve scadenza, anche europei, che cominciano a restare disoccupati, rimbalzando infine sull'attività produttiva a partire dal-l'ultimo trimestre di quell'anno. Sicché non vi è stato tempo perduto.

Ma sino a quando la crisi non sarà esaurita determinando quanta, ai nuovi prezzi internazionali, deve essere la massa delle produzioni e degli scambi e la loro ripartizione geografica nel mondo — data la quan-tità dei mezzi di pagamento ohe si dimostreranno assolatamente irri-ducibili nelle odierne situazioni delle pubbliche finanze — è presumibile ohe il problema della redistribnzione dell'oro continuerà a preoccupare gli uomini di banca. E i rimedi suggeriti non potranno che ridarsi a modesta portata, perchè dietro la malattia monetaria sta quella assai più energica della produzione e dei costi comparati, lasciataci come nltima eredità dal colossale sconvolgimento bellico (1).

ATTILIO CABLATI.

Gennaio 1931.

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Hill EFFETTI DELL! ESERZIOHE NLL'IINSTI HI F1B1IIUTI

PER LE OASE DI NUOVA COSTRUZIONE

1. — Riccardo Bachi, prendendo motivo da una breve trattazione del sno valoroso compianto Figlio MARIO, ha analizzato, in un recente

stadio, assai perspicno, gli effetti ohe l'esenzione dall'imposta sui fab-bricati per le case nuove, nelle varie forme ohe essa può assumere, è atta ad esercitare, inizialmente ed in prosieguo di tempo, sol mercato edilizio (1).

Egli considera anzi tutto la situazione preesistente al factum

prin-cipi». postulato. Il semplice fatto dell'esistenza di case di nnova

costru-zione accanto a case vecchie appare ali'A. essere un indice del carattere progrediente della città o delle città considerate: data tale ipotesi, il livello delle pigioni si forma ad un'altezza tale che continui a sussistere per un tempo indefinito la convenienza di costruire nuove case. L'im-posta quindi — sempre secondo il prof. Bachi — non incide sul proprie-tario della casa marginale, della casa cioè che procura al suo proprieproprie-tario un reddito netto pari al saggio corrente per impieghi analoghi di rispar-mio, ma è da questi trasferita a in gran parte sull'inquilino e in piccola parte sul proprietario dell'area » (2).

Come tale traslazione avvenga l'A. non dice: si può presumere probabilmente che l'offerta di alloggi e, quindi, la domanda di aree per nuove costruzioni siano inferiori quantitativamente al livello che conse-guirebbero in assenza dell'imposta e che, di conseguenza, i fitti risaltino correlativamente elevati e le aree fabbricabili disponibili correlati-vamente deprezzate — in relazione sempre ai prezzi che si determine-rebbero sul mercato a parità di tutte le altre condizioni. Le aree aumen-teranno di valore (assoluto), in quanto è inerente all'ipotesi di società progrediente la supposizione ohe vi sia una crescente domanda di aree, ma ò da presumersi che il loro prezzo e, quindi, la loro rendita aumentino di meno di quanto avverrebbe ceteris paribus. Dato nn tipo di società come l'italiana in cui, per lo più, nelle città si abbia nna fusione nella stessa persona delle due economie del proprietario dell'area e del pro-prietario della casa, ne verrebbe che, per le case vecchie, si ha unicamente nna traslazione dell'imposta Bugli inquilini.

(1) Sugli effetti della esenzione dall'imposta sui fabbricati per le case di nuova costruzione,

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Si può però opporre all'A. ohe l'ipotesi fatta non implica necessaria-mente ohe tutto l'importo dell'imposta sai fabbricati sia trasferito dal proprietario della casa sa di altre economie: onde possa parlarsi di posi-zione di equilibrio, è necessario e sufficiente che sia trasferita unica-mente l'eventuale quota d'imposta che eccede quella gravante su impieghi analoghi di risparmio, in concorrenza con gli impieghi colpiti. Se si tratta d'imposta generale, possono pure aversi ripercussioni sulle curve di domanda e di offerta di beni e servizi, ma, ricostituitasi la nuova posizione di equilibrio, che è quella da cui qui si prendono le mosse, si ha un livellamento nei saggi marginali dei vari impieghi, di risparmio (1). Certo, in un periodo di espansione, le pigioni, alla pari di altri prezzi, tendono ad elevarsi—in misura particolarmente notevole se l'aumento del saggio d'interesse, rendendo meno convenienti impieghi a scadenza più lunga, viene a porre un freno allo sviluppo delle nuove costruzioni —, ma ciò non implica affatto che esse risaltino più elevate di quanto sarebbero in assenza dell'imposta. In una sola ipotesi, non accolta dalla dottrina corrente, l'imposta generale pnò dar luogo a riper-cussioni non eliminabili col tempo, al pari dell'imposta parziale: quando, secondo quanto ebbi altrove ad esporre (2), essa distrae per un periodo di tempo indefinito risparmiatori e imprenditori da impieghi a lunga scadenza; dal contesto non appare però essere questa l'eventualità presa in considerazione dall'autore.

2. — Adottiamo comunque per ora l'ipotesi del Bachi, la quale impli-citamente presuppone l'esistenza di un onere fiscale particolare, che abbia un certo carattere di durata, a carico della proprietà edilizia e la sna trasferibilità attraverso ad una relativa restrizione nell'offerta di nnove case: qnali sarebbero, nella detta ipotesi, gli effetti di un soprav-veniente provvedimento di carattere generale, che abolisca di colpo o sospenda provvisoriamente l'imposta su tutte le case che saranno costruite in futuro!

L'A. nota come, in seguito a siffatto provvedimento, la pigione della casa marginale debba ridarsi d'un importo pari all'imposta soppressa e come per i proprietari di case « vecchie » venga quindi meno quella possibilità di traslazione di coi fino ad allora s'erano valsi. Si verifi-cherebbe per tutto il mercato un generale abbassamento delle pigioni

( 1 ) Cfr. A. D B VITI D B MARCO, 1 primi principi dell'economia finanziaria, cap. I X .

(2) In articoli Bulla Tassazione del risparmio e la teoria dell'interesse (in • Giornale degli economisti » giugno 1928 o febbraio 1930).

LUIOI EINAUDI, per primo, ha parlato esplicitamente di traslazione vera e propria a

proposito di tali fenomeni, ma, a differenza di ohi scrive, ritiene ohe i loro effetti si eliminino col tempo (Contributo alta ricerca dell'' ottima imposta », Milano, 1929).

Chi sorive ebbe puro a sostenere che l'inoidenza definitiva si ha unicamente sul fat-tore < lavoro », le varie remunerazioni capitalisticho seguendo un aumento parallelo. Siffatta tesi 6 ora affermata puro da A. LORIA (Annotazioniall''ottima imposta', eoo., ne < La Riforma

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e l'imposta, capitalizzata, minorerebbe il valore di tutte le case « vec-chie ». L'abbassamento del livello delle pigioni, a sua volta, amplierebbe con una certa prontezza la domanda di case dando cosi origine ad nna serie di ripercussioni (incremento della rendita edilizia, richiesta di maggiori capitali nell'industria edificatoria, elevazione del saggio d'in-teresse, ecc., eco.), effetti questi, ohe costituiscono «in buona parte, un anticipo e un'accentuazione dei fenomeni ohe sarebbero, in prooesso di tempo, determinati dal progresso demografico od economico • (1). La questione mi pare possa essere prospettata come segue. Abolita l'imposta per le case di nuova costruzione, vien meno la ragione d'essere dell'accennata restrizione nell'offerta di nuove case, destinata ad assi-curare l'effettuazione del processo di traslazione del tributo. Aumenta quindi inizialmente la domanda di aree fabbricabili e, con la domanda, il loro prezzo; aumenta pure l'offerta di alloggi. Tale aumento però risulta ben presto ostacolato ed eliminato del tutto dalla sopravveniente tendenza al ribasso nel livello delle pigioni. Bibasso questo, ohe non corrisponde però esattamente all'importo dell'imposta soppressa in quanto è parzialmente annullato, in diverso grado per le varie categorie di alloggi, dall'aumento del prezzo delle aree. Ne risulta che, a parte gli effetti iniziali del tutto transitori, per i risparmiatori nessun parti-colare incentivo alla costruzione di case nuove può derivare dalla decre-tata franchigia, quale potrebbe invece derivare con effetti durevoli da una discesa nel prezzo dei materiali di costruzione, del saggio d'interesse o dei salari (2-3). Si costruiranno si case nuove, ma nella misura in cui se ne sarebbero costruite ugualmente in assenza del provvedimento legislativo: la discesa nel livello delle pigioni, ohe si manifesta dapprima per le case nuove e da queste si estende alle case vecchie, non permette ai nuovi proprietari e ai proprietari in fieri di godere di un frutto di capitale maggiore di quello goduto fino ad allora dai vecchi proprietari. Questo stesso frutto può essere goduto dagli acquirenti di case vecchie. Quanto ai proprietari vecchi, quelli marginati vengono a godere di un fratto inferiore a quello di equilibrio, quelli supermarginali vedono falci-diati i propri sopraredditi. L'offerta di alloggi vecchi naturalmente non si riduce in misura molto sensibile, come invece potrebbe talora avve-nire se si trattasse di altre forme di ricchezza e di impiego di attitudini amministrative: pur tuttavia, col tempo, si potrà notare un certo ristagno nelle opere di riparazione, restauro od accessione (4).

(1) Loc. cit., pag. 442.

(2) Ne segue pure ohe, nella detta ipotesi, l'esenzione postulata non può compensare un eventuale aumento intervenuto nel prezzo dei materiali da costruzione o nei salari dei muratori. (3) £ vero ohe il proprietario di oaae nuove, godrà del vantaggio di non doverti procurare dei mezzi per soddisfare periodicamente all'obbligo dell'imposta: tale vantaggio è, però, per lai ben pooo sensibile, a differenza di quanto avviene per altri soggetti eoonomioi, data la relativa regolarità oon cui si risonotono i fitti e la loro liquidità.

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[1] K. Gordon, General- izations and refinements of a partition theorem of Göllnitz, J.. McIntosh, On the work of Basil Gordon, J. Gordon, Partition identities and a continued

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