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La riforma sociale. Rivista critica di economia e di finanza A.22 (1915) Vol. 26

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Fase. 1° Gennaio 1915 A n n o X X I I - V o i . X X V I

LA RIFORMA SOCIALE

RIVISTA CRITICA DI ECONOMIA E 1)1 FINANZA

F o n d a t a n e l 1 8 9 4

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T RI K, S5 A S E R I E C O M I T A T O 1>IR K T T I V O : Direttore : Redattore-Capo: L U I G I E I N A U D I G I U S E P P E P R A T O A L B E R T O G E I S S E R - P . J A N N A C C O N E

Articoli e Questioni del giorno:

Vagina

L'IMPERO BRITANNICO A L B E R T O G E I S S E R 1 (con una carta geografica dell'Ini pero)

LA GUERRA E LA PACE COME DETERMINANTI DEI MOVIMENTI GENERALI DEI P R E Z Z I . . . . W. EGGENSCHWYLER 65 Cronache e "Rassegne :

IMPERIALISMO, NAZIONALISMO. ORGANISMO INDUSTRIALE IN ITALIA ALLA VIGILIA DELLA CRISI . GINO BORGATTA 81 APPUNTI BIBLIOGRAFICI : I. Storia economica e sociale — IL

Fi-nanza — Ili. Statistica — IV. Economia agricola — V. Questioni e legislazione del lavoro — VI. Politica doganale e trattati di com-mercio — VII. Finanza. Banche. Assicurazioni. Relazioni camerali —

Vili. Varia . . . 99

(2)

Per associazioni ed annunzi rivolgersi -esclusivamente alla Società Tipograflco-Editrice Nazionale (già R o u x e Yiarengo. Torino).

I libri, le riviste ed i giornali per recensione e per cambio devono essere inviati, senza aggiungere sulla fascia alcun altra indicazione

— e nemmeno quella della Riforma Sociale — all'indirizzo del prof. LUIGI EINAUDI, Piazza Statuto, n . 16, T o r i n o .

J manoscritti e tutti i comunicati relativi alla compilazione della rivista devono essere inviati, senza aggiungere sulla fascia alcuna altra indicazione — e nemmeno quella della Riforma Sociale — al-l'indirizzo del pro/'.GIUSEPPE P R A T O , Via Ber tota, 37 ; Torino.

Agli autori verranno inviate le bozze una sola volta e in una sola copia. La seconda correzione, salvo motivi speciali di difficoltà, verrà fatta dall'appo-sito ufficio in tipografia.

Gli autori riceveranno gratuitamente in omaggio 50 estratti dei loro articoli. Per un numero maggiore di estratti richiedere ìa tariffa speciale alla S. T. E. N.

Editori: ZANICHELLI di Bologna, ALCAN di Parigi, LNGELMANN di Lipsia. WILLIAMS E NOKGATE di Londra,

S C I E N T I A

RIVISTA DI SCIENZA)

ORGANO INTERNAZIONALE DI SINTESI SCIENTIFICA

Si pubblica bimestralmente; 6 fascicoli all'anno d i 240-250 pagine ognuno.

Direzione: G . BEONI - A . D i o t ì i s i - F . ENRIQUES - A . GIARDINA - E. RIGNANO.

"Scieiltia,, «• Stata t'ondaallo scopo di controbilanciare gli effetti di uno spe-oialismo scientifico troppo ristretto. Essa pubblica articoli che trattano questioni generali relative alle varle scienze e ai loro rapporti: si occupa di astronomia, mate-matica, tisica, chimica, biologia, psicologia, sociologia, economia politica, senza trascurare i problemi pedagogici del tempo nostro: permette quindi ai lettori di tenersi al corrente di tutto il movimento scientifico contemporaneo.

" Scieiltia.. clie col 1912 è nel suo sesto anno di vita, è una rivista che ha riscosso sin dall'inizio il plauso del mondo scientifico internazionale, in virtù della collaborazione clie essa ha potuto assicurarsi dei più eminenti scienziati dell'Europa e dell'America. Essa ha già pubblicato oltre che articoli dei propri direttori. Bruni, Enriques, Dionisi, Rìgnano, lavori originali d i Mach. Poincaré, Picard, Tannery, Borei, Boutroux. Volterra. Levi Civita. Zeuìhen, Arrhenius, Georges Darwin, Schiaparelli. Celoria, Seeliger. Lowell, Maunder, Crommelin, Eddington, Fowler, Bolilin, Puiseux. Moreux, Herz. Suess, Cliwolson. Lebedew. Righi, Bollasse, Brunhes. Ritz Langerin. Fabry, Zesmann, G. H. Bryan. Soddy, Ostwald, Nernst, W a l l e r a n t . Lehmann, Sommerfeldt. Cianiician, flbegg. Bayliss. Hober, Bottazzi, Fredericq, Demoor, Boruttau. Foa, Galeotti. Ebstein, Asher. Raffaele, Delage, Caullery, Rabaud, Le Dantec, Semon. Driesch, Pearl. Hartog. Russell, Wiessner, Haberlandt, Costantin, Z i e g l e r , Uexkiill, Be lle. Sherrington. Bohn. Piéron, Claparède, Jane;, Rey, Pikler, Hoernes. Sollas. Jespersen. Meillét. Simme!. Ziehen. Cunningham. Wesiermarck, Kidd, Landry, Edgewort. Bonar, Pareto. Loria, Carver. Fisher, Sombart, Oppheneiiner, Sciaioja, Ph.

Sagnac. Salomon Reiiiacli, Guigneberi, Loisy, ecc. . " Scieiltia „ contiene, oltre il testo principale con gli articoli riprodotti nella

lingua originale dei rispettivi autori, un supplemento eoo la traduzione francese di tutti sii articoli italiani, inglesi e tedeschi. La Rivista, che ha cosi assunto Carattere anche formalmente internazionale, è quindi completa-mente accessibile a tutti i lettori che. oltre la loro propria lingua, conoscano la sola lingua francese.

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(5)

L A RIFORMA SOCIALE

ANNO XXII - VOLUME XXVI

(6)

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(7)

L A

RIFORMA SOCIALE

RIVISTA CRITICA DI ECONOMIA E DI FINANZA

R o n d a t a nel 1 8 9 4 et—£3 C O M I T A T O D I R E T T I V O : DIRETTORE :

L U I G I E I N A U D I

R E D A T T O R E - C A P O

G I U S E P P E P R A T O

ALBERTO GEISSER — P. JANNACCONE

(8)
(9)

Indice per Materie e per Autori

cieli' a n n a t a I S I S Anno XXII — Voi. XXVI (Terza »erie)

ARTICOLI E QUESTIONI DEL GIORNO.

Agnelli Arnaldo — Leggi sociali e coscienza umana . . . . Pag. 441 Aguet James — A proposito dell'emissione di obbligazioni, di azioni

privilegiate e di godimento e del diritto di recesso nelle

so-cietà per azioni " 568 Borgatta Gino — I grandi porti commerciali del Nord con note sul

porto di Napoli « 617 Comitato Direttivo (II) di " La Riforma Sociale „ — Per la verità

e la giustizia tributaria. Un appello ai lettori ed amici di

« La Riforma Sociale » » 7&9

Corbino Epicarmo — La burocrazia » 928

Edgeworth F. Y. — Le relazioni della economia politica con la guerra » 793 Eggenschwyler W. — La guerra e la pace come determinanti dei

movimenti generali dei prezzi

— Verso la libera concorrenza fra Governi (Considerazioni su alcune

conseguenze della guerra) " 151

— La guerra e l'economia nazionale » 5 0 4

Einaudi Luigi — Per l'avvenire d'Italia nella Libia (Nuove polemiche

doganali " 1 7 0

— Guerra ed economia * 154

— Achille Necco (Necrologio) " 78,5

Fasolis G. — Le finanze della Confederazione Svizzera e l'imposta

straordinaria di guerra " 532 Finanza (La) Britannica in un articolo di The Candid Quarterly Review

(con avvertenza introduttiva di Luigi Einaudi) . . . » 872 Garino-Canina Attilio — Gli alti prezzi dei cereali ed i calmieri » 234

— Problemi di economia granaria: I problemi di politica commerciale

granaria nei primi dieci mesi di guerra » 740 — La speculazione ed il commercio a termine nelle borse dei

pro-dotti agricoli " ^54

Geisser Alberto — L'Impero britannico » 1

— Progressività di aliquote e progrediente evasione nelle imposte » 118 Georgiades L. A. — La Grecia ed i cambi esteri : Come il cambio

è alla pari " 329 Gini Corrado — I fattori demografici delle guerre . . . » 281 Giordano L. — Perequazione fondiaria e catastazione provvisoria . » 909 Graziani Augusto — Guglielmo Lexis ed Eugenio Von Bohm-Bawerk » 393

fOUOttlONt

L 1 UMIDI

(10)

— V i l i

Magai di V. — Una pagina di igiene sociale : La lotta antitubercolare

t in Francia Pag. 684

(Per la) legislazione economica di guerra » 782 Mariotti Angelo — La finanza delle Isole Jonie sotto la «

Serenis-sima " e l'imposta delle successioni nella Grecia Moderna . » 387 Michels R. — In tema di guerra e di democrazia . . . . » 322 Navarra Crimi G. — La guerra e l'imposta sulle successioni . . » 732

— I profitti di guerra e l'imposta di ricchezza mobile . . . » 921 Necco Achille — I prezzi delle merci in Italia nel 1913 . . . » 361 Niceforo Alfredo — Di un errore contenuto nel regolamento per la

legge « Provvedimenti per combattere l'alcoolismo » » 383 Nuovi (I) orizzonti della vita municipale » 255 Patetta F. — Civiltà Latina e Civiltà Germanica . . . . » 838 Pedrazza F. — Le Banche popolari cooperative della Provincia di

Torino negli otto mesi di moratoria » 558 Porri Vincenzo — L'organizzazione dell'economia germanica e la

crisi della guerra » 197 — Socialismo di Stato, socialismo delle Gilde e Trade-Unionismo

nel mondo del lavoro inglese . . . 483 — Il sistema del cambio aureo » 378 — La coscrizione e l'Inghilterra » 887 Prato G. — L'occupazione militare nel passato e nel presente

(Bar-barie antica e civiltà moderna) » 633 " Riforma Sociale,, (La) — Florilegio fiscale » 765 Rocca G. — Un'inchiesta tedesca sulle condizioni economiche dei

paesi anglo-sassoni » 248 — La questione balcanica dal punto di vista tedesco . . . » 340 Rota Romolo — La tassa del pane a Torino ed una relazione quasi

inedita di Camillo Cavour » 301 Scott W. R. — L'economia britannica in tempo di guerra . . » 821 Supino Camillo — Il saggio dello sconto e il saggio dell'interesse

dopo lo scoppio della guerra . . . n 105 Vezzani Vittorino — La questione delle carni » 546

Vianello V. — Tecnica bancaria » 581

Virgilii F. — Il problema enologico nazionale » 707

R A S S E G N A B I B L I O G R A F I C A .

S o c i o l o g i a — Statistica — Storia.

Amphlett G. T. — History of the Standard Bank of South Africa Ltd (1862-1913) (Gino Borgatta)

Annuario statistico del Comune di Firenze 1913 — Le abitazioni e i redditi delle classi popolari fiorentine nel 1914. Il mer-cato delle abitazioni nel 1914. L'attività edilizia degli enti pubblici e delle associazioni (Gino Borgatta) . . . . Aunuaire international de statistique agricole, 1913 e 1914, Rome

(Gino Borgatta)

Annuaire international de legislation agricole, 1914, Rome (G. B.) .

Pag. 603

(11)

— IX —

Barker E. — Politicai Thought in England from Spencer to to-day

(Gino Borgatta) Pag. 600

Boldrini M. — Sulle famiglie con pazzi e sulla variabilità del primo

nato (Gino Borgatta) » 595 Bresciani-Turroni C. — Dell' influenza del commercio a termine

sulla fluttuazione dei prezzi (Gino Borgatta) . . . . » 596 Carboneri G. — La circolazione monetaria nei diversi Stati. Voi. I:

Monete e biglietti in Italia dalla Rivoluzione francese ai

nostri giorni (Gino Borgatta) « 604 Cavaignac E. — Histoire de l'antiquité: La Macédoine, Carthage et

Rome (330-107) (Gino Borgatta) » 605 Corridore F. — Elementi di calcolo infinitesimale per gli studiosi di

statistica (Gino Borgatta) » 599 — Demografia storica (Gino Borgatta) » 953 Dottori G. — Di alcuni caratteri dei neonati secondo l'ordine di

ge-nerazione e l'età della madre (Gino Borgatta) . . . » 595 Fabbri A. — Le Casse di risparmio ordinarie nella monarchia

Austro-Ungarica (Gino Borgatta) » ivi Foa Salvatore — Gli ebrei nel Monferrato nei secoli xvi e xvn

(Gino Borgatta) » 599

Gini C. — Di una misura delle relazioni fra le graduatorie di due

caratteri (Gino Borgatta) » 592 — Nuovi contributi alla teoria delle relazioni statistiche (G. B.) . » 952 — Di una misura delle dissomiglianze fra due gruppi di quantità e

delle sue applicazioni allo studio delle relazioni statistiche

(Gino Borgatta) » ivi

— Indici di omofilia e di rassomiglianze e loro relazioni col

coeffi-ciente di correlazione e cogli indici di attrazione (G. B.) . » ivi Gooch G. P. — Politicai Thought in England from Bacon to Halifax

(Gino Borgatta) » 599

Gould C. P. — Money and transportation in Maryland (G. Borgatta) » 602 Loria A. — Verso la giustizia sociale (Gino Borgatta) . . . » 951 Savorgnan F. — Intorno alla approssimazione di alcuni indici della

distribuzione dei redditi (Gino Borgatta) . . . . » 593 Secrétan — La propagande chrétienne et les persécutions. Notes

historiques (Gino Borgatta) » 605 Nuovi contributi sulla storia economica degli ebrei in Italia (Lavori

di Anfossi M. S. Foa, O. Dito, N. Ferorelli (B. Bachi) » 781 E c o n o m i a e Scienza delle finanze.

Alberti Mario — Verso la crisi? (Gino Borgatta) . . . . Pag. 90 Aloisinl Tito — La Società per azioni e l'imposta di ricchezza mobile

(Gino Borgatta) » 271 Anzilotti E. — I titoli del debito pubblico come investimento di

ri-sparmio (Gino Borgatta) » 419 Bertelli C .— L e tasse in surrogazione del registro e del bollo (G.B.) » 417 Bruocoleri G. — La Sicilia d'oggi (Gino Borgatta) . . . » 427

(12)

Buzano E. — La legislazione del lavoro (Gino Borgatta) . . Pag. 617 Cabrini A. — La legislazione sociale (1859-1913) (Gino Borgatta) . » 425 Clementini P., Bellone A., Gardini A. e De Carolis R. — Leggi

sulle tasse di registro (Gino Borgatta) » 270 Colajanni N. — Il progresso economico (Gino Borgatta) . . . » 425 D'Amario G. — Contratto di servizio domestico. Imposta domestici

(Gino Borgatta) » 957

D'Aroma P. — L'imposta globale e la riforma dei tributi esistenti (Gino Borgatta) . . . ,

De Agostini E. — A proposito di una bella iniziativa del T. C. I.

(Gino Borgatta) " 421 — La geografia (Gino Borgatta) » ivi Defrance P. — Les chemins de fer de la Grande-Bretagne et de

l'Ir-lande. Étude au point de vue commercial et financier (G.B.) » 606 De Francisci Gerbino G. — Le imposte sul trasferimento della

pro-prietà immobiliare per atti tra vivi e la deduzione dei de-biti ipotecari con speciale riguardo al diritto tributario

ita-liano (Gino Borgatta) » 271 De Mauro G. — Il reddito dominicale ordinario nella scienza e nel

diritto finanziario (Gino Borgatta) » 956 Fasolis G.— Le doppie imposizioni: definizione scientifica ; rassegna

e discussione dei casi di doppia imposizione (Gino Borgatta) » 954 Fisher I. — Why the dollar is shrinking. « A Study in the high cost of

living » (Gino Borgatta) » 774 Franciosi P. — La riforma tributaria nella Repubblica di 8. Marino

in un progetto di legge di Lorenzo Gostoli (G. Borgatta) . » 277 Frola Giovanni — Aggravio e sgravio sui dazi di consumo (G. B.) » 275 Girault A. — La réfection du Cadastre (Gino Borgatta) . . . » 274 Giretti E. — Per la libertà e il controllo delle pubbliche spese (Gino

Borgatta) » 269

— Per l'unità e la sincerità del bilancio (Gino Borgatta) . • . » ivi — Spese dipendenti dall'occupazione della Libia (Gino Borgatta) . » ivi — La questione delle spese militari (Gino Borgatta) . . . » ivi — Proroga dell'esercizio provvisorio dei bilanci e provvedimenti

finanziari, 8 dicembre 1914 (Gino Borgatta) . . . » ivi — Trattati di commercio e politica doganale (Gino Borgatta) . . » 425 — Sulla politica granaria (Gino Borgatta) » ivi Graziadei A. — Sulla esposizione finanziaria (Gino Borgatta) . » 269 Graziani A. — Le entrate e le spese dello Stato (Gino Borgatta) . » 262 Griziotti B. — Considerazioni sui metodi, limiti e problemi della

« scienza pura della finanza » (Gino Borgatta) . . . » 261 — Sulla imponibilità degli utili mandati a riserva (Gino Borgatta) » 274 — Le entrate dell'amministrazione postale e telegrafica e le finanze

dello Stato (Gino Borgatta) » ivi Hammond M. B. — Railway rate Theories of the Interstate

Com-merce Commission (Gino Borgatta) » 609 Haney Lewis H. — Business organisation and combination (6r. B.) » 614 Jones Eliot — The Antracite Coal Combination in The United States

(13)

— XI —

Lennar Reginald — Economie notes on english agricultural wages

(Gino Borgatta) Pag. 428

Mallet Bernard — British Budgets 1887-88 to 1912-13 (G. Borgatta) » 276 Matteucci R. — I bilanci delle anonime per quanto riguarda la

forma (Gino Borgatta) " 271 Mayer G. — L'acqua negli usi civili, agricoli ed industriali (G. B.) » 616 Mazzuchelli M. — Società italiane per azioni. Notizie statistiche

(Credito Italiano 1914) (Gino Borgatta) » 93 Missiroli M. — Satrapia (Gino Borgatta) " 427 Murray R. A. — Le nozioni dello Stato, dei bisogni pubblici e

del-l'attività finanziaria (Gino Borgatta) » 257 — La legge - ipotesi fondamentale della scienza finanziaria (G. B.) » ivi — Il problema della determinazione dei bisogni pubblici dal puro

punto di vista politico (Gino Borgatta) » ivi — Principii fondamentali di scienza pura delle finanze (G. Borgatta) » 416 Nappi R. — Agricoltura, industrie e commercio in Tripolitania (Gino

Borgatta) » 423

Norsa R. — Contributo allo studio della tarifticazione dell'energia

elettrica (Gino Borgatta) * 610 Olphe-Galliard G. — La force motrice au point de vue économique

et social (Gino Borgatta) » 615 Pratt Edwin Q. — Railway and natioualisation (Gino Borgatta) . » 608 Ricci Umberto — Reddito e imposta (Gino Borgatta) . . . » 263 Roccatagliata R. — Come si pagano le imposte e le tasse in Italia?

(Gino Borgatta) » 270

Ruggiero S. — L'imposta di ricchezza mobile nella teoria e nella

pratica del credito (Gino Borgatta) » 273 Sakir Behar — Le finanze turche. Le contribuzioni dirette

nell'im-pero ottomano (Gino Borgatta) » 277 Sciaioja A. — I provvedimenti tributari (Gino Borgatta) . . . » 269 Sclaverano G. B. — L'industria politica dello zucchero (Gr. Borgatta) » 426 Seligman E. R. A. — Essai sur l'impòt (Gino Borgatta) . . . » 268 Sella E. — La concorrenza. Voi. 1". Sistema e critica dei sistemi

(Gino Borgatta) » 408

Sowers Don C. — Financial History of New York State from 1769

to 1912 (Gino Borgatta) 275 Tajani F. — I valichi alpini (Gino Borgatta) » 611

Tangorra V. — Trattato di scienza della finanza (Gino Borgatta) » 411 Taussig F. W. — The Tariff History of the United States (G. B.) » 424 Tombesi M. — Il bilancio radicale di Lloyd George e le nuove

im-poste sul valore del suolo in Inghilterra (Gino Borgatta) . » 276 " Direzione Generale della Statistica e del Lavoro „ — Annuario

Statistico Italiano (Gino Borgatta) » 88 (Le) Società Italiane per azioni attraverso i loro bilanci chiusi entro

l'anno 1911 (Estratto della Rivista delle Società Commerciali)

(14)

— XIV —

Prezzolini G. — La Dalmazia (Gino Borgatta) Pag. 934 Rava L. — Pensioni di guerra e operai civili mobilitati (Gr. B.) » 946

— La pensione nello Stato e nelle amministrazioni locali (Gr. B.) . » 946 Ricchieri G. — La guerra mondiale (Gino Borgatta) . . . . » 590 Rignano E. — I fattori della guerra ed il problema della pace (Gino

Borgatta) » 778

Salandra A. — Politica e legislazione (Gino Borgatta) . . . » 405 Salvemini G. — Mazzini (Gino Borgatta) » 589 Tolomei E. — L'alto Adige (Gino Borgatta) » 585 Toniolo C. — L'industria dei prodotti derivati dal catrame (Gr. B.) » 949 Toniolo E. — I trattati di commercio e l'industria della carta in

Italia (Gino Borgatta) » 949 Tortelli M. — 11 problema della carne alimentare durante la guerra

(Gino Borgatta) » 776 Venerosi Pesciolini Ranieri — Le Colonie italiane nel Brasile

me-ridionale (Gino Borgatta) » 84 Wilson Woodrow — La nuova libertà (Gino Borgatta) . » 406 (II) diritto d'Italia su Trieste e l'Istria (Gino Borgatta) . . . » 585 (L') Eritrea economica (Gino Borgatta) » 422 (La) Dalmazia: sua italianità, suo valore per la libertà d'Italia

nel-l'Adriatico. Scritti di diversi autori (Gino Borgatta) . » 934 Relazione della Commissione per lo studio dell'Albania. Voi. I e II

(Gino Borgatta) „ 949 Ministero delle Colonie — La giustizia nella Somalia italiana (Gino

Borgatta) » 423

A P P U N T I BIBLIOGRAFICI.

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— X V —

Vinci F„ Dellapiane A., Stroppa F„ Nallino C. A., Casaburi V., Asquith H. H., Lloyd George D., Church S. H., Vinogradoff P. da pag. 783 a pag. 785; — Rapporti ufficiali ministeriali di Lucciolìi, Basile, Giannini, Magagnini, ecc. Bruno C., Azzolini G., Romolo A. Gizzi, Franchetti A., Porri V., Sacco F., Bresina I., Lambert E., Bossi L. M „ Tocci T., Sicor, Bresciani Turroni C„ Corridore F„ Arnaboldi G. V. E., Nlceforo A., Debenedetti A., Effece E. — Opere di Laterza, ed altre pubblicazioni di Camere di Commercio Italiane: Bonificamento dell'Agro (II) Romano, Credito Agrario nel Mezzogiorno, Per il miglioramento della nostra produzione, Rimpatrii e disoccupazione per la guerra da pag. 958 a pag. 967.

SUPPLEMENTI ALLA " RIFORMA SOCIALE „

B A C H I R I C C A R D O - L ' I t a l i a e c o n o m i c a nel 1914. — Annuario della vita commerciale, industriale, agraria, bancaria, finan-ziaria e della politica economica. Anno vi. Un voi. di pag. xvi-314.

Supplemento al fascicolo di giugno-luglio del 1915. NECCO A C H I L L E - I l e o r s o dei t i t o l i di b o r s a i n I t a l i a dal 1861

al 1912. — Volume I. « Titoli di Stato ». Un fascicolo di pag. VIII-152.

Supplemento al fascicolo di aprile-maggio del 1915.

(16)

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(17)

L A R I F O R M A SOCIALE

Continuando nell'assunto di illustrare largamente e da ogni punto di vista i fattori materiali e morali del tragico conflitto di popoli che tiene sospese le sorti della civiltà mondiale, la « jRiforma Sociale » consacra anche il presente fascicolo allo studio delle forze e dei moventi che lo prepararono e che oggi furiosamente si urtano in una inaudita ecatombe d'uomini e di ricchezze.

Un poderoso inventario degli elementi costitutivi della potenza britannica offre Alberto Geisser, presentando in organica, larga sintesi le conclusioni fondamentali dell'opera monumentale che la « Oxford University » ha teste consacrato alla descrizione critica dell'impero mondiale inglese, nella sua secolare formazione, nella sua fisionomia attuale e nei fattori morali e materiali della sua coesione e del suo sviluppo. Dal magnifico quadro emergono, meglio che da molti discorsi, le caratteristiche e le forze creatrici di una civiltà, che segna certo una delle espressioni più alte, se non la più alta addirittura, della dignità, della cosciente energia, della libera volontà della stirpe umana.

Una serie di fatti economici interessanti e curiosi espone e com-menta acutamente il dott. E g g e n s c h w y l e r , studiando, con copia di dati attuali e costante riferimento ai problemi dell'ora presente l'influenza della guerra e della pace sulle variazioni dei prezzi.

Ed una delle sue rassegne dotte, brillanti ed interessantissime scrive Gino Borgatta sulla condizione economica e sullo stato d'animo in Italia alla vigilia della crisi: storia di ieri, ma che ormai sembra tanto lontana.

L U I G I E I N A U D I

£

Torino, S.T.E.N. — Un voi. in-8», pagg. xxxn-350 — L. 7.

il volmne, che qui si annuncia, scritto «lai prof. Luigi Einaudi dell'Univer-sità di Tonno ha per i scopo di trattare un problema di grande attualità, in un momento in cui in ogni paese si discorre di guerre e di opere pubbliche e dei mezzi atti a far fronte alle enormi spese che dalla guerra e dalle opere pubbl che sono occasionate. Segnatamente negli ubimi anni, quasi tutti gli d i v ! J ! T ° °T. affannosamente andare alla cerca di imposte straordinarie, correnti <Iu e"e "ormali con cui si provvedeva e si provvede alle spese

nnbhh- . V e T6 li e g h e n t ,/u b W Ì C Ì- L o S t a t o Per ài guerra e per le ojere

(18)

popolari, le scuole, i risanamenti, i piani regolatori, ecc., si sono trovati di fronte al problema: come provvedere a queste clie sono spese in conto capi-tale, diverso dalle spese in conto di eservizio, a cui si provvede con le entrate ordinarie?

Il presente volume è un quadro delle maniere corrette ossia economica-mente utili all'universale e delle maniere scorrette, ossia economicaeconomica-mente dannose, di provvedere ai bisogni straordinari degli enti pubblici ; e, natural-mente, poiché le maniere scorrette o dannose sono più numerose e più fre-quentemente adottate delle maniere corrette, la critica degli errori e dei sofismi correnti intorno alle imposte straordinarie ed ai debiti pubblici non ha nel volume una parte minore dell'esposizione della verità. Sono oggetto di critica sovratutto le illusioni, con cui si fanno da molti governanti apparire le spese pubbliche meno pesanti di quanto in realtà non siano.

Chiarire gli errori contenuti nei falsi ragionamenti che corrono tuttodì ed hanno gran credito tra il volgo politico ed i giornalisti analfabeti, mettere in luce quel che non si vede nei fatti della finanza straordinaria e che è ben più interessante degli errori e delle mezze verità che tutti vedono: ecco qual'è uno degli intenti principali che mossero a scrivere l'autore.

Ma non è a dire che il libro sia solo una critica dei metodi cattivi usati spesso dai governanti per provvedere alle spese straordinarie. Esso è anche una larghissima esposizione dei problemi pratici che tuttodì sorgono in questa materia; come si può vedere dal seguente indice sommariissimo del contenuto:

CAPITOLO I. — Speli: ed entrate straordinarie dello Stato : Natura E speoic dette spese straordinarie

— Loro classificazione.

CAPITOLO I I . — Avanzi, economie, tesori di guerra ed alienazioni patrimoniali.

C \riTOLO i n . — Imposte straordinarie e debito pub' lieo : Varie specie di imposte straordinarie —

Limiti alla loro applioazione - Fondamento del debito pubblico e confronto con 1 imposta etraor dinaria — Sofismi intorno al debito pubblico.

CAPITOLO I V . — Del debito pubblico improprio: I buoni del tesoro e le due specie di essi - I p ™ :

etiti forzati - I prestiti patriottici - Del corso forzoso - Anticipazioni statutarie - Dei!'ondi depositati negli Istituti pubblici di risparmio e di assicurazione e della cosidetta indipendenza finanziaria dello Stato - Rendite vitalizie e tentine - Dell'obbligo fatto a talune Banche o Casso di acquistare titoli di Debito pubblico — Del debito pubblico larvato con annualità e sussidi art " enti pubblici e privati.

CAPITOLO V — mi debito pubblico proprio: I prestiti a scadenze fisse - Le annualità o rendite

temporanee - I prestiti ammovtizzabili - I prestiti consolidati perpetui od in rendita perpetua CAPITOLO V I . - Vi alcuni problemi speciali dei prestiti pubblici : Prestiti alla pari o sotto la pari

— I prestiti a premio - Garanzie speciali o garanzia generale per i prestiti pabblioi? - Uni formità o varietà dei tipi di debito pubblico? - Tagli piccoli o tagli g r o s s i i - T i t o l i nomina tìvfo titoli al portatore? - Della emissione o vendita ai capitalisti dei titoli d. Debito pubblico — Delle emissioni all'interno od all'estero dei preetiti pubblici.

CAPITOLO V I I . - Dell'ammortamento dei prestiti pubblici : La logica dell'ammortamento — Il

mi-raggio delle casse di redenzione e le condizioni od i metodi di un ammortamento reale - 1. am-mortamento del debito pnbblioo in Italia ed il Consorzio Nazionale.

CAPITOLO V I I I . — Del ripudio dei prestiti pubblici.

CAPITOLO I X . — Della conversione dei prestiti pubblici: La teoria eoonomica della conversione

-Nozione, premesso logiche ed effetti immaginari — Problemi economici, giuridici c politici (lolla conversione — I metodi della conversione.

Uomini politici, giornalisti, banchieri, industriali, amministratori, capitalisti e risparmiatori troveranno, insieme con gli studiosi, larga messe di osserva-zioni teoriche e pratiche nel volume, che abbiamo il piacere di annunciare al pubblico; osservazioni le quali potranno essere di giovamento grande nella discussione e nolla soluzione di problemi interessanti quotidianamente la vita pubblica e privata delle più svariate classi di persone.

ALTRE PUBBLICAZIONI DELL'AUTORE

Un principe mercante - Studio sulla espansione coloniale italiana (Voi. XXX della Biblioteca di Scienze Sociali. Torino, Fratelli Bocca editori, 1900). Un volume di pagine xvi-315 — L. 6.

Stndi (li economia e finanza - (Voi. II degli Studi del Laboratorio di Economia politica « Cognetti De Martiis » della R. Università e del R. Politecnico di Torino. Torino, Società Tip.-Ed. Nazionale, 1907).

(19)

L e e n t r a t e p u b b l i c h e d e l l o S t a t o s a b a u d o nei b i l a n c i e nei c o n t i dei t e s o r i e r i d u r a n t e la g u e r r a di s u c c e s s i o n e s p a g n u o l a - (Voi. IX di Le Campagne di guerra in Piemonte e l'assedio di Torino, edite dalla R. Deputazione sopra gli studi di Storia patria per le antiche province e la Lombardia, Torino, 1907). Un voi. di pag. XII-366. Ne rimangono alcune copie in vendita presso l'Amministrazione della rivista La Riforma Sociale, Torino, al prezzo di L. 20.

La F i n a n z a sabauda a l l ' a p r i r s i del s e c o l o X V I I I e d u r a n t e la g u e r r a di successione s p a g n u o l a - (Voi. I della serie la dei Documenti

finanziari degli Stati della Monarchia Piemontese. Torino, Società

Tipografico-Editrice Nazionale, 1908). Un voi. in-4° su carta a mano di pag. x x x i - 4 5 5 . — L . 20.

I n t o r n o al c o n c e t t o d i r e d d i t o i m p o n i b i l e e di un s i s t e m a d ' i m -poste sul r e d d i t o c o n s u m a t o - Saggio di una teoria dell'imposta de-dotta esclusivamente dal postulato dell'eguaglianza. (Estratto dalla sene II, tomo L X I I I delle Memorie della Reale Accademia delle Scienze

di Tonno). Un voi. in 4» di pag. v m - 1 0 5 , in vendita presso le

Li-brerie B o c c a , Treves e l'Amministrazione della rivista La Riforma

Sociale, Torino — L. 5.

C o r s o d i Scienza d e l i o F i n a n z e Seconda edizione curata dal D o t tore Achille Necco. Un voi. di pag. L1010, in vendita presso le L i -brerie B o c c a e Treves di Torino, la Libreria della Voce di Firenze e i Amministrazione della rivista La Riforma Sociale, Torino — L. 20. Il Corso di Scienza delle Finanze è diviso in una introduzione ed in quattro parti : I. Dai prezzi privati alle imposte ; II. Delle imposte in generale

-HI. Delle imposte in particolare ; IV. La finanza straordinaria. Questa quarta pavte e la stessa che, pubblicata a parte e con prefazione ed indici partico 'ari, torma il volume su La finanza della guerra e delle opere pubbliche pure annunciato. Questa duplice pubblicazione ha per iscopo di mettere la quarta parte a disposizione di coloro i quali, non occupandosi di problemi tributari m particolare, desiderano di studiare il problema attualo e vivo della finanzi straordinaria.

Quanto al Corso di Scienza delle Finanze, i lettori della informa Sociale conoscono oramai, per l'analisi che nelle sue pagine ne fecero Achille Loria e briuseppo Prato, i concetti informatori a cui esso dottrinalmente si ispira e per mezzo dei quali tenta una sistemazione semplice e logica della materia tributaria.

Crediamo opportuno di aggiungere pertanto che l'A. cerca di applicare • principi, dottrinali ai problemi piatici presentati dal diritto tributario vigente m Italia. A differenza di altri trattati, che sono quasi esclusivamente dedicati alla scienza delle finanze, in questo si dà larghissimo campo allo studio de! diritto tributano. Sopratatto ciò si vede colla larga trattazione dell'imposta di ricchezza mobile : dove l'A. trae partito dai principii fondamentali da

lui dimostrati precedentemente per discutere e risolvere i numerosi e spinosi problemi che negli ultimi anni hanno tenuto in arme fisco e contribuenti. Quali siano i redditi imponibili, quali le spese deducibili, come debbono essere trattati fiscalmente i prezzi d'avviamento, ia plusvalenza dei titoli, il sovraprezzo dello azioni, il conguaglio degli interessi, il prezzo di cessione dèlie annualità, le quote di ammortamento, i prezzi di assicurazione, i redditi avulsi, ecc. ecc.: ecco i problemi vivi che sono discussi a lungo dall'À. io questo suo corso. Come si vede dalla enumerazione di alcuni soltanto fra i numerosi problemi di diritto tributario trattati dall'A. il suo corso fa appello !£L . . °8 1 t d m s i e m e a i professionisti ed ai funzionari delle diverse

ammini-~ , 'a n Z l a n e' * q u a l i cogliono avere una guida nello stadio dei problemi

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_ 1 _

L'IMPERO BRITANNICO.

SOMMARIO. ) I. — La rilevanza del tema.

II. — The Oxford Survey of the Brituh Empire.

III. — Lo sviluppo delle Colonie e dell'Amministrazione coloniale prima dell'era Vittoriana.

IV. — Lo sviluppo delle Colonie e dell'Amministrazione coloniale durante l'èra Vittoriana.

V. — Schizzo storico delle maggiori Colonie:

§ 1. Le Colonie Nord-Americane della « Nuova Inghilterra » e il Canadà.

§ 2. L'Australia.

§ 3. L'Unione del Sud-Africa. VI. — L'India.

VII. — Le Conferenze dell'Impero. — La difesa dell'Impero.

Vili. — Giustizia ed educazione nell'Impero. IX. — Alcune considerazioni finali:

§ 1. La qualità fondamentale degli Anglo-Sassoni e il principio morale unificatore dell'Impero Britannico.

§ 2. Richiami e confronti; Lo spirito d'imitazione ed i suoi pericoli; Un parallelo significativo.

§ 3. Egoismo, reciproca conoscenza e morale fra i popoli.

CAPO I.

La rilevanza del tema.

Tre secoli addietro l'Inghilterra, non ancora congiunta politicamente alla Scozia ed all'Irlanda (1) contava a mala pena 4 milioni di abitanti, dediti prevalentemente all'agricoltura, all'allevamento del bestiame ed alla pesca; non possedeva marina militare e la sua flotta mercantile era allora appena agli inizi, tanto che la lana, precipuo cespite d'espor-tazione e di ricchezza, veniva trasportata da navi delle Fiandre e delle città Anseatiche.

(1) Solo nel 1707 intervenne col Regno, sin allora autonomo, di Scozia, il trattato d'Unione. L'Irlanda, conquistata dagli Inglesi nel xvi secolo, solo nel 1800 divenne parte politica integrante del Regno Unito della Gran Bretagna e d'Irlanda.

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Le scoperte di Colombo, dei Portoghesi, dei Caboto spostando l'asse e i limiti del mondo civile, ridussero il Mediterraneo, sede dell'antica civiltà occidentale, ad un grande mare interno (1), rivoluzionarono le correnti dei traffici, i destini stessi dell'umanità, ed accrebbero a dismi-sura il significato, la portata della posizione insulare, di ciò che è oggi il Regno Unito e la metropoli dell'Impero Britannico (2).

(1) Il taglio dell'istmo di Suez ridonò, dopo il 1870, al Mediterraneo, la fun-zione di via « mondiale » dei traffici marittimi, meno rilevanti però di quelli che si svolgono, attraverso l'Atlantico, dal Capo e dalle due Americhe verso il mare del Nord. Più che il canale di Panama, le ferrovie transcontinentali Europa-Asia andranno attenuando, almeno relativamente, l'importanza della via attra-verso il Mediterraneo.

Poiché gli Italiani, perdendo di vista le altre parti e vie del globo e l'impor-tanza relativa del Mediterraneo, spesso e oziosamente discorrono di egemonia in questo mare, torna opportuno rilevare che il Mediterraneo, sia per i tanti Stati di ben tre continenti cui è " una porta di casa », sia per la funzione sua di via marittima fra Occidente ed Oriente, è e non potrà non rimanere dure-volmente se non un mare comune. Non si discorre ragionedure-volmente di egemonia su le strade e le piazze che servono di sfogo e di passaggio necessario a molte abitazioni, grandi, medie e piccole...

Più fruttuose e persistenti energie, non già ostacoli o sopraffazioni artificiali che i primi arrivati nello sviluppo politico ed economico s'illudessero d'opporre a vicini popoli adolescenti, potranno durevolmente graduare l'importanza e i destini rispettivi delle genti fra le cui terre si distende il Mediterraneo.

( 2 ) Sir J . A . B A I N E S (Giornale della R. Società di Statistica, fase. Luglio 1 9 1 1 ) espone la popolazione e l'area dell'Impero nel 1911 cosi:

(Area: miglia quadrate) (Popolazione: migliaia)

Nella zona temperata 6.977.591 58.672

Dominii (Beguo Unito (a) e

Colonie autonome) . . . 6.967.369 58.157

Colonie della Corona . . . 6 638 254

Protettorati 3.684 261

Nella zona subtropicale 1.204.368 7.786

Dominii 479.500 5.733

Colonie della Corona . . . 10.293 280

Protettorati 714.575 1.773

Nella zona tropicale 3.149.284 352.277

India 1.766.597 315.001

Colonie della Corona . . . 250.985 9.127

Protettorati 1.131.702 28.149

Complessivamente

Dominii 7.446.869 63.890

Colonie della Corona . . . 267.916 9.661

Protettorati 1.849.861 30.183

India 1.766.597 315.001

Totale 11.331.243 418.735

Il miglio inglese equivale a metri 1610.

(o) L'area del Regno Unito è di miglia quadrate 121.633. La sua popolazione nel censi-mento del 2 aprile 1911, risultò di abitanti 45.370 mila.

(23)

com-Invero tale posizione si rivelò non solo una barriera non mai violata da 8 secoli, ma una cittadella avanzata a guardia e dominio sia di quel mare del Nord che divenne emulo vittorioso del Mediterraneo, sia ancora dell Atlantico e delle correnti grandiose di uomini e di ricchezze che si andarono stabilendo colle Americhe e, per il Capo di Buona Spe-ranza, con tutto l'antico Oriente.

Le scoperte marittime fecero della Britannia, estremo angolo del mondo antico e medioevale, il cuore, il nucleo più vitale dell'espansione umana su tutto il globo.

Il nostro pianeta è per tre quarti occupato dai mari; laonde la signoria dell uomo su di esso non può svolgersi che attraverso gli oceani

Queste semplici considerazioni geografiche, questi dati elementari della natura spiegano, di per sè soli, come il Regno Unito sia stato condotto ad immedesimare la prosperità, l'esistenza stessa della nazione con la signoria o la sicurezza marittima.

Nella coscienza britannica è oggi radicata la verità che « la posi-zione insulare del Regno non lascia alternativa che fra supremazia od impotenza. La potenza britannica deve imperare sulle onde dei mari oppure venir fra queste travolta ».

L'interesse del tema si acuisce quando, indagando lo sviluppo appena eOO TOOr0 ^ d e i r i T m p e r 0,B r i t a n n Ì C° ' Si ^ e nel p i o secolo (1600-1700) il Regno Unito fu in preda a continui profondi rivolgi-menti interni; che questo Impero, quale la storia non vide mai l'uguale iu per la maggior parte messo insieme da iniziative d'individui e dì — I I !° I *0' r e n t e P°1 Ì t Ì C 0 C 6 n t r a l e' s o l t a n t o ^ado a grado

spesso ubbidendo solo alla forza delle circostanze, andò affermando la propria azione. Quando poi, nel secolo xvm, il Regno Unito spiegò nel campo internazionale e coloniale un'azione potente e persistente informata ai concetti economici del «sistema mercantile », esso vide staccarsi e perde la parte più vitale e promettente delle ne colonie ' ^ o v a ^ n g h f i t e r r a » diventate gli Stati Uniti del Nord Amerio!

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dovnto ad annessioni di 55,5 milioni (78,7 e 27,3 per cento) ' q

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— 4 —

Quando all'inizio del secolo xix, il genio e il dispotismo di Napoleone caddero prostrati, precipuamente per l'indomita lotta del Regno Unito, questo contava 16 milioni di abitanti e la Francia da sola poco meno del doppio, senza considerare gli altri popoli asserviti alle bandiere imperiali. Il Regno Unito uscì dalle guerre con un debito pubblico di 20 miliardi di franchi, tanto più enorme se ragguagliato al valore dei metalli preziosi in quell'epoca. Ma esso, malgrado il blocco continentale proclamato da Napoleone, aveva avuto nella libertà del commercio marittimo, ossia nella sicurezza e signoria dei mari, la fonte viva di energie che gli permise di reggere vittoriosamente al cimento e di fiac-care benanco la potenza militare di Napoleone.

Più avanti, nel secolo xix, dopo l'èra Napoleonica, vediamo nella stessa metropoli, per quasi mezzo secolo, dal 1830 al 1880, pubblicisti e statisti reputati e tutta una scuola economico-politica, la scuola di Manchester, considerare le colonie quasi un impaccio, un onere, una debolezza per la madre-patria, « frutti chiamati a staccarsi dall'albero, tosto giunti a maturità ».

Ma verso il 1880 un'opposta corrente si delinea e si afforza nell'opi-nione pubblica e gli ultimi decenni del secolo scorso vedono compiersi

o prepararsi l'aggregazione, in varia forma, di nuovi territori che da soli costituirebbero un dominio fra i più vasti.

Mentre l'azione dei privati persiste e giunge ad investire nelle Co-lonie dell'Impero la enorme cifra di 39 miliardi (1) pensatori, scrittori, statisti nella metropoli e nelle dipendenze vanno dell'Impero ponendo in luce e l'importanza e gli aspetti molteplici. Fra questi predomina però il lato commerciale, il regime doganale della metropoli e delle colonie nei loro rapporti vicendevoli e con gli altri paesi; in questo campo la divergenza degli interessi da conciliare, le esigenze pure divergenti dei corpi elettorali e sovrani non consentono di raggiungere alcun risultato positivo e concorde. Mentre gli uomini lungiveggenti, turbati anche dai progressi giganteschi e dai propositi occulti od aperti della Germania, insistono perchè la compagine politica e militare

del-ti) Mr Gr. P A I S H (Journal of R. Statùtical Society, Gennaio 1911) calcolava i capitali investiti dal Regno Unito:

Nelle Colonie e nell'India . . . . Ls. 1.554.152.000 In Stati stranieri » 1.637.684.000

Insieme . . Ls. 3.191.836.000 il che corrisponde a circa complessivi 80 miliardi di franchi e per l'India e le Colonie Britanniche a miliardi 39.

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l'Impero richiami cure, provvidenze, sacrifici, ecco nella metropoli, come già prima in parecchie fra le maggiori colonie, affermarsi incontrastato il predominio della democrazia, sollecita in primo luogo del benessere interno, di provvidenze sociali, refrattaria agli oneri ineluttabili d'una politica imperiale protesa attraverso lo spazio ed il tempo. Solo la difesa navale dell'Impero, la sua sicurezza, che è quanto dire la signoria sul mare, riesce a raccogliere l'unanimità dei consensi e la traduce in uno sforzo imponente non solo per l'entità sua finanziaria, ma per la deter-minazione fredda e calma di proseguirlo e di estenderlo in tutta la misura occorrente (1).

Oggi l'Impero Britannico abbraccia pressoché un quinto delle terre del globo ed un quarto dei suoi abitanti, diversi per razza storia cre-denze e civiltà, li regge con ordinamenti politici ed amministrativi profondamente disparati, tanto che solo la sudditanza ad uno stesso Sovrano e una stessa bandiera appariscono il loro vincolo o denomi-natore comune.

Ecco infine, ad acuire vieppiù la meraviglia dello spettatore e la curiosità dell'indagatore, divampare l'odierno immane conflitto e tutte le parti dell'Impero — l'India la cui storia attraverso i secoli è sino-nimo di reggimenti assoluti, come i recentissimi ed ultrademocratici Stati della Nuova Zelanda, dell'Australia, del Canada — stringersi spon-tanee attorno alle metropoli, soccorrerla non solo di denari e di der-rate, ma col fiore della gioventù che volontaria impugna le armi.

E uno spettacolo che commuove ed esalta, non meno che l'esempio dei 65 milioni di Tedeschi i quali con animo invitto, risoluti a tutti i sacrifici, son uniti attorno alla bandiera dell'Impero Germanico.

Se le carneficine e le rovine d'una guerra che schiera gli uni contro gli altri i popoli cui la civiltà umana aveva affidato le sue insegne, serrano d'angoscia l'animo e martellan la mente ad ogni essere pen-sante, l'indagine delle forze morali che sorreggono nazioni combattenti usque ad mortem et ultra, è oggi problema che a tutti sovrasta con una forza d'attrazione imperiosa, assorbente. Questo problema è pure fra tutti complesso ed arduo, perchè coinvolge i fattori della storia e della civiltà nostra. Nel fragore delle passioni, non meno alto di quello delle armi e dei gridi di dolore, spetta oggi alla storia incidere sui campi di battaglia le sue sentenze. La coscienza dei popoli civili e il

(1) Nella fioritura di opuscoli che in contrapposto alla propaganda Germa-nica presso le nazioni neutrali, la guerra ha provocato oltre-MaGerma-nica, uno fra i più pregevoli è quello di C H . J A N F O R D T E R R Y German Sea-power (Oxferd Pam-phlets 1914, Oxford University Press), obbiettivo e chiaro riassunto comparativo

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— 6 —

corso dell'umanità avvaloreranno o revocheranno poi le sentenze cruente. Noi ci chiameremo paghi se lo studio sereno d'uno fra i maggiori contendenti — l'Impero Britannico — varrà a lumeggiare una delle energie che si trovan di fronte, e se ci sarà dato dallo studio del pas-sato, attingere, nella fosca ora presente, speranza o fede avvivatrice per un avvenire migliore.

C A P O I I .

" Tlie Oxford Survey of the Britisli Empire „.

Il ritrarre in un quadro fedele la genesi e l'attuale costituzione del-l'Impero Britannico sarebbe ad una mente fra le più gagliarde e ver-satili, condegno opus vitae. Se ciò malgrado pubblichiamo queste effimere note, si è nella speranza ch'esse giovino a diffondere fra gli Italiani meglio che la conoscenza, lo studio del cospicuo argomento ed altresì pel desiderio di segnalare ai lettori nostri una recentissima pubbli-cazione, insigne in verità.

« The Oxford Survey of the British Empire » (Oxford, Clarendon Press, 1914) è l'opera collettiva, in sei volumi, di un'eletta di scien-ziati e di uomini d'azione (funzionari civili e militari, educatori, giu-risti e medici) Britannici, concepita e diretta da A. I . HERBERTSON,

professore di geografia nell'Università di Oxford e 0 . 1 . R . HOWART,

vice-segretario della Società Britannica per il progresso delle scienze. I primi cinque volumi illustrano rispettivamente:

il 1° le Isole Britanniche ed i possedimenti nel Mediterraneo (Gibilterra, Malta, Cipro);

il 2° le possessioni in Asia;

il 3° le possessioni in Africa, con le adiacenti isole orientali dì Maurizio ecc. e quelle occidentali di S. Elena, Ascensione e Tristan da Cunha;

il 4° le possessioni delle due Americhe, con le isole Falkland e dipendenze ;

il 5° le possessioni nell'Australasia, con le isole poste nel Pacifico e il settore Britannico Antartico.

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Ogni volume ha signorile dovizia di carte geografiche, di vedute tipiche, di statistiche compendiose. L'opera non risente della compilazione mec-canica, del repertorio enciclopedico ed indigesto, bensì è una serie di scritti in cui ogni autore ha espresso il succo e la sostanza del suo pensiero su argomenti con cui ha diuturna famigliarità.

Il volume 6° ed ultimo « Sguardo generale » tratta in 10 monografie, fornite degli stessi pregi, gli aspetti e problemi generali, i congegni fondamentali dell'Impero.

Di questo volume 6° riportiamo, col titolo delle monografie, i nomi e gli uffici degli autori, perchè ciò lumeggia bene il concetto ed il pregio dell'intera opera collettiva ed il valore dei singoli collaboratori.

Capitolo I. L'Amministrazione Coloniale Britannica ed i suoi organi, di Sir CHARLES P. LUCAS, già capo de) « Dipartimento dei Dominii » nel Ministero delle Colonie.

Capitolo II. Il Ministero degli affari esteri ed i suoi organi, di R. M. BAR-RINGTON-WARD.

Capitolo III. I problemi giuridici dell'Impero, di A R T U R O P A G E .

Capitolo IV. Sommario della storia dell'Impero, di H. E. EGERTON, professore di storia coloniale nell'Università di Oxford.

Capitolo V. La difesa dell'Impero.

Capitolo VI. I problemi educativi dell'Impero, di E. B. SARGANT, già direttore del Dipartimento dell'istruzione negli Stati di Transwaal e Grange.

Capitolo VII. I problemi sanitari e di acclimatamento nei Dominii britannici d'oltre mare, di F. M . S A N D W I T H .

Capitolo Vili. Il rilevamento cartografico dei territori britannici, del colon-nello C. F. CLOSE, direttore generale dell'Istituto cartografico militare.

Capitolo IX. Alcuni aspetti del commercio e delle comunicazioni nell'Impero: Migrazioni - Conclusione, di O . I. R . H O W A R T H (sovracitato).

Capitolo X. Statistiche d'indole generale, di H A R O L D M A C F A R L A N E . Indice nominativo.

Nel complesso, l'opera è testimonianza altamente significativa della mentalità con la quale i migliori elementi del mondo anglo-sassone riguardano oggi l'Impero Britannico, i suoi coefficenti di forza come di debolezza, ne indagano il passato e si sforzano di guidarne l'avvenire.

I sei volumi si propongono di rispecchiare le condizioni e i problemi attuali-, in essi al processo storico che edificò l'Impero, è fatta una parte del tutto secondaria, di mera illustrazione complementare.

Giova ricordare che ad iniziativa e sotto la direzione di Sir C. P . L U C A S ,

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— 1 0 —

o favoriva commercio e colonie. Ma i coloni, quando non erano depor-tati come delinquenti o prigionieri politici, non erano mandati dal Governo, bensì piuttosto e in larga misura si espatriavano per sfuggire al patrio Governo. Questo, soggetto a costanti rivolgimenti, non spiegò, nè poteva spiegare, un'azione continua o sistematica verso le colonie, e così in queste il self-government si affermò in fatto se non di nome. Alla politica coloniale spagnuola, intesa soltanto all'accaparramento dei metalli preziosi, si andò nel xvn secolo sostituendo in tutta l'Eu-ropa civile un sistema politico assai più complesso e sapiente, il

« sistema mercantile » che mirava a promuovere le industrie ed il com-mercio della madrepatria ed a tali fini collegava e subordinava il possesso delle colonie. Queste dovevano fornire alla metropoli materie prime e costituire un mercato o sbocco esclusivo, monopolistico pei suoi manufatti. A questi criteri si ispirarono pure, in tutti gli Stati, gli atti di navigazione, ossia le leggi sulla marina mercantile.

Il secolo xvm, cui è da aggiungere l'inizio del secolo xix insino alla battaglia di Waterloo (1815), fu totalmente diverso dall'epoca precedente. Fu prevalentemente un secolo di guerre coll'estero, con la Francia e le nazioni che la seguivano e vi si aggiunse la guerra civile colle colonie inglesi del Nord-America, il cui distacco fu altresì deter-minato dalla guerra della madrepatria colla Francia.

Fu un periodo che si aprì colle vittorie di Marlborough contro Luigi XIV e terminò con quelle di Wellington contro Napoleone ; la prima metà di questo periodo, che si chiuse col trattato di Parigi del 1763, rifulse altresì per le vittorie di Wolfe nel Canadà e di dive nell'India. Perdite ed acquisizioni furono pressoché interamente il risul-tato di guerre. La sola grande annessione pacifica che questa età re-gistri, quella della Nuova Zelanda e dell'Australia, scoperte od esplo-rate dal Capitano Cook fra il 1768-75, seguì per incarichi a lui conferiti dal Governo, ma con modico sforzo e con effetti virtuali che solo l'avvenire doveva fecondare e render cospicui.

Malgrado le guerre, il commercio si sviluppò rigogliosamente. Vi fu nell'amministrazione delle colonie maggior continuità che nel secolo precedente e si tentò di darle un carattere sistematico.

*

* *

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Queste possessioni furono allora e sono tuttodì, dominii del Sovrano del Regno Unito ; la loro sudditanza alla Corona costituiva allora come oggidì, il loro « comune denominatore », il vincolo comune, più appariscente ed indiscusso.

Ma a quella guisa che la monarchia costituzionale nel Regno Unito si è andata trasformando ed i rapporti fra Re, Parlamento e popolo via via modificando, così la volontà del Sovrano in riguardo alle pos-sessioni d'oltre mare si è andata ma mano manifestando ed attuando col tramite di organi diversi.

Il Consiglio della Corona (Privy Council, o Consiglio privato del Re), istituzione che si riscontra nei primordi del Regno d'Inghilterra, come in quelli di ogni monarchia, fu dapprima ovviamente l'organo consul-tivo ed esecuconsul-tivo per l'azione sovrana, anche nei riguardi delle colonie. I poteri del Parlamento furono dapprima e rimasero a lungo assai cir-coscritti. Nel Consiglio della Corona il Re trovava i collaboratori per l'esplicazione di tutte le funzioni o prerogative sovrane; legislativa, amministrativa, giudiziaria. Così nel seno del Consiglio stesso si ven-nero man mano costituendo, sotto denominazioni varie, Commissioni o Comitati, cui erano affidate le cure di alcuni fra i maggiori interessi e còmpiti dello Stato, insino a che, nel Consiglio assunse perennità ed importanza di gran lunga prevalente, uno speciale Comitato — il Gabi-netto — la matrice degli attuali ministeri parlamentari nominati dal Re fra la maggioranza del Parlamento.

Nel secolo xvn, sotto la monarchia come sotto la repubblica di Cromwell, si ebbe, con attribuzioni mutevoli, un Consiglio o Comitato per il commercio e le colonie (Council for tracie and plantations) che nel 1696 fu costituito in organo permanente e definitivo colla deno-minazione di Board of trade and plantations.

Se nel secolo xvn mancò per l'amministrazione delle colonie un ente od organo apposito, si ebbe però nelle leggi sulla navigazione (Navi-gaiion Acts), del 1646-651-663, l'affermazione di una ben definita e continua politica coloniale.

Di queste leggi, che furono provocate dalla rivalità coll'Olanda per la supremazia navale e commerciale, Adamo Smith, diede questo giudizio : " La difesa della Gran Bretagna riposa in massima parte sul numero dei suoi marinai e delle sue navi... postochè la difesa del Paese importa assai più che non la sua opulenza, gli atti di navigazione furono forse i più saggi fra tutti i provvedimenti commerciali dell'Inghilterra ».

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sopratutto delle scoperte di ordine scientifico e dei rivolgimenti della tecnica.

Il trionfale progresso delle scoperte scientifiche e delle applicazioni tecniche che ha contraddistinto il secolo scorso, ha spiegato anche sull'Impero coloniale Britannico la più penetrante e profonda influenza trasformatrice.

All'avvento di Vittoria (1837) le possessioni britanniche d'oltre mare non annoveravano che un piccolo tronco di ferrovie nel Canadà. Nel 1911 l'Impero possedeva 109.000 chilometri di ferrovie nelle colonie, oltre a 36.000 nella metropoli. Lo stesso anno 1837, vide iniziarsi un regolare servizio di piroscafi tra la Gran Bretagna e l'America. Nel 1911, l'Impero possedeva (all'infuori della Marina di guerra) navi per un tonnellaggio di registro netto di complessive tonn. 13,5 milioni, corrispondenti al 44 % di tutte le navi del globo, dalle 100 tonnel-late in su.

Solo nel 1837 Wheatstone fece brevettare il suo telegrafo elettrico. Il primo cavo sottomarino fra la Gran Bretagna e l'America fu collo-cato nel 1858 e solo alcuni anni dopo il servizio assunse una soddi-sfacente regolarità. L'Inghilterra e l'Australia non furono collegate da servizi di piroscafi prima del 1852, e da linee telegrafiche dirette prima del 1872. Solo nel 1879 si ebbe un cavo diretto col Sud-Africa. Col 1914 fu deliberato un sistema di stazioni telegrafiche Marconi o senza fili che attraverso le viscere delle terre e dei mari collegherà ancor esso il pensiero e la parola in tutte le parti dell'Impero °(Cfr. The Statesman's Yearbook 1914).

Le scoperte scientifiche e tecniche influirono sull'Amministrazione Coloniale precipuamente in due modi : col rendere le comunicazioni più spedite frequenti e regolari, e, d'altra parte, col promuovere oltre -li oceani la costituzione di unità territoriali vieppiù estese.

Telegrafo, navigazione a vapore, ferrovie avrebbero potuto rendere 1 ingerenza degli Uffici metropolitani più assidua e serrata, compri-mendo le iniziative individuali oltre i mari. Ma i progressi della tecnica hanno pure permesso una reciproca conoscenza assai più profonda ed accurata e quindi un migliore e più provvido apprezzamento delle condizioni ed esigenze locali.

Se le trasformate comunicazioni col sopprimere in certo qual modo le distanze, avrebbero potuto ostacolare una crescente autonomia delle Colonie, d altra parte esse, moltiplicando smisuratamente l'afflusso di emigranti, lo sviluppo agricolo ed industriale delle Colonie stesse, vennero a costituire prevalentemente un fattore di indipendenza

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delle singole possessioni d'oltre mare e che le ferrovie ed. in genere, tutti i progressi tecnici del secolo scorso furono il fattore determi-nante nella costituzione di colonie vieppiù estese e potenti e nella successiva confederazione delle colonie territorialmente contigue, come è accaduto in Australia, nel Nord-America e nel Sud-Africa.

È quindi da dirsi che la scienza non solo ha foggiato nuovi stru-menti di governo, ma sollevando nuovi problemi ha nel tempo stesso dettato i criteri coi quali essi vanno riguardati e risoluti.

Se la comunanza della lingua è nell'ambito d'un territorio il maggior coefficiente della nazionalità, la scienza e le sue applicazioni si sono dimostrate il più potente agente unificatore nei riguardi delle varie parti o nazioni del globo. Siffatta unificazione ebbe poi ovviamente a corollario una crescente diffusione della lingua inglese, creando così un ulteriore e riflesso ma efficace fattore di coesione. Oggidì, invero, l'ampiezza degli scambi commerciali, l'importanza enorme e sempre crescente della stampa, periodica e non, centuplicano negli effetti suoi l'uso d'una stessa lingua.

Nell'azione coloniale Britannica durante il secolo xix la guerra ha tenuto larga parte, ma, ad eccezione della guerra di Crimea, che ebbe assai scarsa influenza sulle possessioni d'oltre mare, le guerre non si svolsero contro alcun Stato europeo. Furono guerre locali contro razze di colore, entro o presso i confini di una o più provincie dell'Impero. Una sola guerra notevole si svolse contro uomini di razza bianca, la guerra semi-civile del Sud-Africa. Il secolo xix è stato un periodo di estese acquisizioni, ma segnatamente per via di espansione coll'esten-dere le frontiere ed occupare territori vacanti.

Lo Stato vi ha spiegato un'azione assai più spiccata che non nel sec. XVII ed altrettanto è a dirsi dell'iniziativa privata in confronto

con quella del sec. xvm. E l'azione dello Stato si è affermata simul-taneamente sia nel rilassare, sia nell'afforzare la sua autorità. Essa si è addossato, togliendolo ad una Compagnia concessionaria, tutto il governo dell'India, ma ha concesso la più larga autonomia all'America settentrionale Britannica, all'Australasia ed all'Africa del Sud. Esso ha spinto il libero scambio più in là di qualsiasi altra nazione, ed ha lasciato che le colonie autonome stabilissero a proprio piacimento il loro regime doganale.

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colonie Britanniche abitate dalla razza nostra. Questo fatto importan-tissimo apparirà più nitidamente dallo schizzo storico che nel capitolo V tracceremo del Canadà, dell'Australia e dell'Africa meridionale.

Qui ricorderemo soltanto che punto di partenza per questa liberale poli-tica fu la relazione, rimasta celebre, che nel gennaio 1839 L O R D D U R H A M

presentava a conclusione d'una missione qual Commissario straordi-nario nel Canadà. Lord Durham non era però meno convinto fautore dell'unità dell'Impero e considerava il responsible government delle

Colonie (cioè a dire quella forma di governo tanto indipendente da lasciare alle maggiori colonie l'iniziativa e la responsabilità dei proprii destini), necessario nel tempo stesso al benessere delle Colonie come alla sicurezza e grandezza della madre-patria.

È sopratutto il diverso atteggiamento dell'opinione pubblica di fronte alle Colonie ed all'Impero che nel secolo xix pone in rilievo due periodi nell'azione coloniale Britannica. Verso il 1840 e di poi, durante più decenni, l'opinione pubblica inglese si dichiarò con crescente vigore per il libero scambio in materia commerciale e per una politica di non-intervento dello Stato nei rapporti con le colonie. Il partito libe-rale accoglieva in fatto, pur non formulandola apertamente, la dottrina che esse dovessero « batter la loro strada », che un pacifico distacco dalla madre-patria fosse cosa da prevedere, « nell'ordine di natura, il frutto maturo si stacca dall'albero » ed avrebbe benanco arrecato alle due parti beneficii maggiori del danno.

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portavoce e strumento, ed è pure al tempo stesso capo del governo della colonia.

Nemo duobus dominis inservire potest ! Ma questo, come altri pro-blemi, insolubile con formule verbali o schemi logici, solvitur ambu-lando. Ed il sistema, sorto nella pratica e tuttora in vigore, si è dimostrato, al pari di molte altre istituzioni inglesi, un organo o con-gegno efficente e buono, per quanto poggiato più su compromessi che sulla logica o sui principii.

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Verso il 1880 si andò manifestando nell'opinione pubblica un rivol-gimento, man mano crescente, contro la dottrina e la politica dei

ri higs, di laissez-faire, di astensionismo e quasi di fatalismo circa le colonie, l'unità ed i destini dell'Impero. Un indice di tale mutamento fu la costituzione, per regia concessione nel 1882, del Boy al Golonial Institute « chiamato a promuovere l'incremento e la diffusione del sapere circa le nostre Colonie, Dipendenze e Possessioni, come circa il nostro Impero dell'India, ed a promuovere la conservazione d'una perenne Unione fra la madre-patria e le altre parti dell'Impero Bri-tannico ». Dell'Istituto basti il dire che ha assai efficacemente e degna-mente corrisposto al programma.

Dopo il 1880, il concetto dell'unità dell'Impero, già affermato da Lord Durham insieme con quello dell'autonomia delle Colonie, ma ch'era rimasto dimenticato, risorse man mano luminoso e gagliardo nella madre-patria, come oltre i mari.

A ciò concorsero molti fattori: la conoscenza reciproca e gli inte-ressi economici smisuratamente cresciuti e moltiplicati in entrambi i campi; l'azione di missionari ed esploratori inglesi, precipuamente di Davide Livingstone nell'Africa Centrale ; il risveglio dell'estremo Oriente (Cina e Giappone) e i problemi che ne derivarono segnatamente per l'Australasia ed i lavoratori di razza bianca; l'intensificarsi della poli-tica coloniale francese ; il sorgere d'una consimile polipoli-tica nella Russia, nell'Italia, negli Stati Uniti Nord-Americani, ma sopratutto l'entrata in scena della Germania, unificata nel 1870 e tosto divenuta gigante.

Diremo nel Capo VII dei modi e degli organi coi quali si è andata traducendo in atto la tendenza unificatrice dell'Impero. Qui ricordiamo che a partire da quell'epoca di risveglio della coscienza collettiva, l'Impero ha segnato una serie di nuove acquisizioni, compiute per varie vie e con vari gradi di supremazia.

Sorsero allora i concetti e i vocaboli di « Protettorato », di « sfera d'influenza ». Protettorato indica controllo, in contrapposto a proprietà,

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controllo che varia a seconda dei casi e si estende dal semplice con-trollo delle relazioni esterne sino a quello di vera e propria ammini-strazione. « Sfera d'influenza » non significa controllo ma un diritto d'intervento con esclusione di tale diritto per gli altri Stati europei. Se uno Stato indigeno, contiguo a possessioni di uno Stato europeo, versi in condizioni d'anarchia interna, ciò crea un pericolo per il secondo che vede esposte ad incursioni le sue frontiere, turbati i com-merci, compromesse le persone e gli averi dei suoi cittadini nel paese in disordine. Lo Stato europeo è così condotto a sorreggere un governo indigeno stabile e saldo, a difenderlo sia contro i disordini interni sia contro le ingerenze dì altre potenze. E si crea così una « sfera d'in-fluenza ».

In relazione a questi nuovi concetti e fatti, è stato pure creato o riavvivato il vocabolo di « Alto Commissario » (High Commissioner). Si designa con esso il funzionario che in un Protettorato occupa la stessa posizione che il Governatore in una Colonia vera e propria. Già Corfù e le isole del Jonio, cedute alla Grecia nel 1864, non erano state un'annessione o dipendenza della Gran Bretagna, bensì « sotto la sua immediata ed esclusiva protezione » e il rappresentante della Gran Bretagna nelle isole era qualificato non già Governatore ma « Alto Commissario ».

Il Governatore d'una Colonia Britannica è oggi spesso anche Alto Commissario pei protettorati adiacenti ; così il Governatore degli Straits Settlemcnts (Colonie degli Stretti Malesi: Singapore, ecc.) è Alto Com-missario per gli Stati Malesi indigeni posti sotto il protettorato Bri-tannico e così ancora il Governatore delle Isole Fij è Alto Commis-sario per il Pacifico occidentale.

Mentre le Colonie del Nord-America Britannico, del Sud-Africa, del-l'Australia si sono andate costituendo in Stati federati o unitari, più compatti ed estesi, ugual processo di concentramento e di coordina-zione segui pei Protettorati, ad es. in quello della Nigeria sorto dalla riunione dei tre Protettorati di Lagos, della Nigeria settentrionale e di quella meridionale.

Nell'ultimo quarantennio intorno all'esiguo nocciolo delle posses-sioni inglesi negli Stretti Malesi, si è andato, con forme assai varie, costituendo colà un nuovo Impero Britannico di Colonie e Protettorati.

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