• Non ci sono risultati.

L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.44 (1917) n.2234, 25 febbraio

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.44 (1917) n.2234, 25 febbraio"

Copied!
24
0
0

Testo completo

(1)

L’ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA economica finanza, commercio, banchi, f er r o v ie, in t e r e ss i privati

Anno XL1V - Voi. ILY III

F

ìm n

-K

o m

, 23 UMrai« 1911 I

K. 2234

Per l’anno 1917 l’E con om ista continuerà a d usci­ re con otto pagine in più, c o m e per l’anno d e ­ corso. Il continuo accrescersi d ei nostri lettori ci dà affidam en to sicuro c h e, cessate le difficoltà m ateriali in cui si trova oggi tutta la stam pa e d in s p ec ie la p eriod ica, p er effetto della guerra, p o ­ trem o portare am pliam enti e m iglioram enti al n o­ stro p eriod ico, ai quali già d a lungo tem p o stiam o atten den do.

I l p re zzo di ab b o n am e n to è di so a n n u e a n tic ip a te , p er l ’I ta lia e C o lo n ie. P e r l ’E s te r o (u n io n e p o sta le ) !.. ss. P e r g li a lt r i p a e si si a g g iu n g o n o le sp ese p o s ta li. U n f a s c i­ colo sep a ra to !.. i .

SOMMARIO:

PAUTE ECONOMICA.

V ittorian o fine nel ¡1917 ? L a p o litica del pane. NOTE ECONOMICHE E FINANZIARIE.

Finanza italiana giudicata a ll’estero — L ’entrata pel bilancio 1917-918 — Commercio estero [dell’Italia nel 1916 — Istruzione industriale — Industrie meccaniche — Previsioni economiche pel 1917 — Situazioni del "C r e d ito Ita lia n o ” , della Banca Com­ merciale ” e della “ .B an ca di Sconto ” al 31 dicembre 1916, EFFETTI ECONOMICI DELLA GUERRA.

Carbone inglese nel 1916 e suo sbarco a 'Genova — Econo­ mie in Inghilterra in seguito all’anticipo 'dell’ora.

RIVISTA DELL’ALIMENTAZIONE.

Alimentazione italiana - - Surrogati , d’ alimentazione del bestiame.

FINANZE COMUNALI.

Il bilancio del Comune di Milano ridotto — Mutui ai Comuni. IL PENSIERO DEGLI ALTRI.

L a questione g r a n a r ia : B. Lo k e c c h io — I l problem a m arin aro ita lia n o , O. Ar e n a — L a questione dei consum i e le deficienze del commercio estero — Guerra e agricoltura, G , Ga b r i e l l i Wis e m a n

— L a necessità della m obilitazione agricola, B Lo r e c c h io — Vn

nuovo progetto di legge sul catasto, F . Ca v a n i. LEGISLAZIONE DI GUERRA.

Econom ica : Prezzi dei cereali pel raccolto ¡1917 — Prezzi

PARTE ECONOMICA

Vittoria o fine nel 1917?

Da più parti uomini politici e militari, scrittori e critici, giornalisti ecc., parlano e scrivono re­ centemente affermando il convincimento più che la sola speranza che l’anno 1917 sia quello che da­ rà la decisione della guerra, così Lord Lytton, Lord civile dell’Ammiragliato, così Haig, così Lord Milner; sebbene questi ultimi due abbiano ammes­ so anche che il 1917 possa portare la vittoria sen­ za la pace : precisamente il contrario di ciò che voleva il Presidente Wilson : la pace senza la vit­ toria.

A sostegno di tali persuasioni si addùcono, ol­ tre allo stato di indebolimento della Germania controllato dAi successi della Somme per parte de­ gli alleati, oltre alla migliore preparazione bellica di questi, anche il quasi conseguimento del fronte unico (non essendo possibile formare il Comando Supremo comune, a causa della discontinuità del­ le fronti e della loro distanza) come conseguenza delle Conferenze di Roma e Pietrogrado, ed in­ fine il coordinamento delle azioni che saranno per svolgersi sui fronti orientali ed occidentali. Non vi ha per certo ente collettivo o cittadino ap­ partenente alla coalizione degli Alleati che non sia ansioso di veder realizzate le previsioni più otti­ miste; tuttavia noi troviamo' pericolose affermazio­ ni cosi recise, che se anche non hanno per conse­ guenza di creare delle illusioni tenaci, fanno pur tuttavia diminuire quel fervore di attività, quella perseverante costanza di sforzi che ancora occor­ rerebbero e con maggiori sacrifici degli attuali, ove il 1917 non dovesse segnare la tappa definitiva e completa dello spinoso e difficile cammino verso ___ ___ la vittoria. Già altre volte abbiamo' sostenuto

co-della carta da giornale — Affitti di “case. F in a n z ia ria : Proroga me più conveniente e oiù prudente D O S S a e s s e r e il

al prestito — Corso dellejrendite consolidate in cauzione — Isti- ’ - - -- ^

tuzioni di beneficenza e titoli di S ta to — Caratteristiche di buoni del Tesoro. T ribu taria: Fondo premi per equipaggi.

NOTIZIE - COMUNICATI . INFORMAZIONI.

Statistiche del bestiame — Casse di risparm io postali nel di­ cembre 1916 — Spese di guerra in Austria — Debito tedesco — Movimento commerciale inglese — Movimento del porto di M ar­ siglia nel 1916 — Tabella dei titoli esteri — Istituto italiano di Credito Fondiario — Prestito Nazionale consolidato 5 % netto a pubblica sottoscrizionejper le spese di guerra — P rem i'pei rischi ai guerra in navigazione.

Situazione degli I s titu ti di Credito m obiliare, Situazione degli I s titu ti di em issione ita lia n i, Situazione degli is tit u ti Nazio­ n a li E ste ri, Circolazione di Stato nel Regno Uuito, Situazione del Tesoro ita lia n o , Tasso delio sconto ufficiale, Debito Pubblico italian o, R iscossion i doganali,Riscossione del trib u ti n e ll’eser­ cizio 1914-15, Commercio coi p rin cip ali S ta ti nel 1915, Espor­ tazioni ed im portazioni riu n ite , Importazione (per categorie e per m esi), Esportazione (per categorie e per m esi). Prodotti dello Ferrovie dello Stato , Quotazioni di valori di Stato

ita lia n i, Stanze di compensazione, Borsa di Nuova York, Borsa dì P a rig i, Borsa di Londra, Tasso per i pagamenti dei dazi do­ gan ali, Tasso di cambio per le ferrovie Ita lia n e , Prezzi del­ l ’argento.

Cambi a l l ’Estero, Media o ffic ia le dei cambi a g li e ffe tti d e ll’a rt. 39 dei Cod. comm., Corso medio dei cambi accertato in Roma, R i­ v is ta dei cambi di Londra, R iv ista dei cambi di P a rig i. In d ici economici ita lia n i.

V alori in d u striali. Credito dei p rin cip ali S ta ti.

Numeri ind ici annuali di varie nazioni. Pubblicazioni ricevute.

propagandare, specialmente nelle masse, il propo­ sito di una più lunga resistenza e di un più con­ tinuato periodo di abnegazioni, anziché adagiarle sulla comoda e facilmente afferrata credenza che una data non lontana e troppo nettamente preci­ sata, segni il termine della odierna tensione di sforzi. Sarà per certo più vantaggioso avere popoli che ad un tratto e prima del tempo previsto sie- no allentati e liberati dalla durezza dei regimi e dei sacrifici, che non il doverli riprendere e ricon­ durre alla volontà di nuòve rinuncie e di nuove dedizioni. Anche nei riflessi della economia delle energie è ovvio che costa meno far camminare più lungamente una macchina in moto ad una ve- > locità X e poi fermarla improvvisamente che non il rimettere alla stessa velocità una macchina che si sia fermata od abbia pur anco soltanto rallen­ tato.

(2)

170 L’ECONOMISTA 25 febbraio 1917 - N. 2234

che la partita ingaggiata così spavaldamente possa terminare ai loro danni e perciò ogni sforzo faran­ no perchè questa si chiuda, se non più colla loro vittoria, almeno colla pace senza la vittoria degli Alleati : il tentativo ne è recente; la loro attuale preparazione deve appunto mirare a guadagnare col tempo e colla resistenza, se non più con nuo­ ve conquiste, quella pace che segni per loro il minor danno.

Non dobbiamo dimenticare che abbiamo dinan­ zi a noi un popolo, il quale è convinto che ove la guerra si concludesse anche col solo ritorno allo statu quo ante, significherebbe un suicidio per la Germania. Or non è molto von Bernard, scrittore tedesco dei più vecchi e dei più creduti scriveva nella diffusissima « Vossiche Zeitung » intorno al conto delle spese sostenute dalla Germania in questa guerra e le faceva ascendere a 120 miliardi colla conclusione che tale somma doveva essere pagata dall’Intesa, coi pegni territoriali che sono stati conquistati dai successi militari della Germa­ nia : nessuno dei territori occupati può essere ab­ bandonato senza una congrua indennità, e tutte le indennità insieme devono formare 120 miliar­ di. La « Dresdener Nachrichten » faceva coro al von Bernard e ribadiva che la pace senza il.pa­ gamento delle indennità significherebbe pér la Germania la diminuzione di tutti gli stipendi e sa­ lari, l’aumento degli affitti e del prezzo dei vi­ veri, la disoccupazione generale; in altri termini sarebbe l’immiserimento delle masse popolari, la proletarizzazione del ceto medio, la rovina degli agrari (grandi proprietari) e dell’agricoltura, lo strozzamento industriale ed economico, a comin­ ciare dall'immenso Krupp, fino al più piccolo ope­ raio di industria casalinga.

Un popolo che abbia dinanzi prospettive di tal genere, e che conservi fra le sole speranze di una pace non rovinosa, il tempo, che è anche pe­ ricoloso per gli avversari o, ancora più lontana, la scissione di qualche Alleato, saprà, a nostro credere trovare ancora resistenze militari quali co­ nosciamo, resistenze economiche quali quelle che ci descrisse lucidamente il Pareto nei primi gior­ ni del conflitto europeo, resistenze di disperazio­ ne quali sono quelle che animano ogni essere sin­ golo o collettivo che non vuol morire.

Non confidiamo troppo quindi che successi mi­ litari possano di un subito abbattere gli Imperi centrali e prepariamoci, se del caso e per ogni evenienza, a veder trascorrere il 1917 vantaggiosa­ mente per gli Alleati, ancora più prossimo alla vittoria decisiva anche se questa potrà essere af­ ferrata interamente qualche tempo dopo la data

augurale. __ ____

L a p o l i t i c a del p a n e

Il prezzo del pane è mantenuto dal governo si può dire dal principio della guerra, come già ab­ biamo scritto (1), artificialmente basso. E’ risaputo infatti che lo Stato fornisce al paese grano, requi­ sito all’interno ed acquistato all estero, ad un prez­ zo- assai inferiore della media del costo, il che gli ha permesso di stabilire per il palle un prezzo re­ lativamente basso, e diciamo relativamente, sia perchè data la qualità, la forma e la confezione, non si può dire che si tratti di un tipio di pane a buon mercato in confronto a quello che si acqui­ stava prima della guerra, sia perchè in rapporto al prezzo di surrogati (patate), e generi alimentari (legumi, uova, carne) il pan? può dirsi invece non costoso.

La differenza fra il costo reale del grano che viene acquistato dallo Stato e il prezzo al quale esso lo cede per il consumo del paese, costituisce naturalmente un onere a carico del bilancio, che 1

(1) Vedi E con om ista, n. 2229 del 21 gennàio 1917, p*g, 49,

viene così ripartito fra tutti i contribuenti, i quali partecipano come tali al saldo del bilancio statale. E ’ ovvio spiegare che in tal modo è tutta la ric­ chezza del paese che proporzionalmente concorre a colmare il deficit della gestione grano, non già nella semplice proporzione del consumo, bensì in quella della capacità contributiva stabilita per tutti i contribuenti e per qualsiasi forma di tributo.

Avviene cioè che le classi meno abbienti, le quali o non pagano tasse ed imposte, o le pagano in lieve misura, hanno il pane sufficientemente a buon mercato e partecipano anche in misura esi-. gua a saldare lo sbilancio statale della azienda gra­ no, mentre coloro che più posseggono o più gua­ dagnano sono proporzionalmente coloro che più danno per colmare il saldo.

La politica del prezzo artificialmente basso ge­ nera però, secondo alcuni, diverse sorta di incon­ venienti : 1) favorisce i tanto deprecati accapar­ ramenti e le piccole riserve; 2) impone le requisi­ zioni odiose contro gli accaparratori; 3) inacerbisce i rapporti fra città e campagna; 4) causa l’aumen­ to di consumo.

Non crediamo di condividere pienamente l’opi­ nione di coloro che fondando il loro ragionamento principalmente sugli inconvenienti sopra lamen­ tati trovano che minori essi sarebbero qualora si seguisse la politica del razionamento del consumo, o quella dagli stessi preferita, del rincaro illimi­ tato del pane, che porterebbe così anche alla ri­ duzione del consumo.

Non esitiamo anzi affermare che se forse po­ tremmo concordare nella convenienza del raziona­ mento o del rincaro su altri generi di consumo, (zucchero, uova, pasta, riso, legumi, formaggi, pe­ sce, burro, latte, ecc.) sentiamo al contrario una ripugnanza vivissima a che l'attuale politica del pane venga comunque modificata.

In primo luogo gli inconvenienti sopra lamentati, ad eccezione dell’ultimo, non sono forse del tutto sussistenti. Da due anni il paese è in guerra, da quasi due anni il grano è requisito dal governo, e non risulta che il sistema abbia dato ragione ad odiose vessazioni; anzi, si potrebbe dire che fra i tanti servizi che sono stati impiantati per effetto della guerra, quello della requisizione del grano ha dato meno degli altri, meno certo di quello del­ la requisizione bovini, luogo a disturbi o ad incon­ venienti. Neppure ci risulta che gli accaparramenti o le riserve siano state o siano in quantità tali da pregiudicare seriamente la finalità della requisi­ zione. La paura delle penalità, la vigilanza delle Commissioni e la fissazione sufficientemente razio­ nale del prezzo, non hanno certo troppo favorito nè le riserve, nè gli accaparramenti. Ciò che po­ trebbe, invece, a nostro credere, favorire real­ mente tanto le une che gli altri, è precisamente la speranza dell'applicazione del metodo del rin­ caro, quale da alcuni propugnato. Se per avven­ tura speculatori o privati fossero convinti che l’at­ tuale politica del pane dovesse cambiare per tra­ sformarsi in quella del rincaro illimitato non vi ha

i dubbio alcuno che essi si sentirebbero afferrati

dalla speranza di realizzare lucri per accaparra­ menti o per riserve.

(3)

25 febbraio 1917 - N. 2234 L’ECONOMISTA 171

il raccolto 1918, il governo ha finalmente capito che neanche l’agricoltore lavora senza adeguato compenso. Ma, ritornando agli inconvenienti la­ mentati dai nostri oppositori, troviamo che essi accennano ai rapporti fra città e campagna : nep­ pure su ciò abbiamo contezza che' in Italia sia da lamentarsi quanto è avvenuto in Germania, nè crediamo potrà così accentuatamente avvenire nel nostro paese, dove le grandi città sono poche e moltissimi invece i centri popolosi in diretto con­ tatto colla campagna, e che economicamente par­ tecipano più alle caratteristiche della vita campa­ gnola che di quella di città.

Rimane adunque di fondato soltanto 1 ultimo male deplorato nella politica del pane artificial­ mente basso di prezzo, e cioè : l’aumento del con­ sumo! Invero noi dovemmo dare notizia ai nostri lettori di questa conseguenza che ha le sue ragioni principali nel lieve costo del pane da una parte, nel rincaro costante e notevole di tutti gli altri ge­ neri alimentari dall’altra.

Orbene, ciò non ci spaventa affatto : se finalità precipua dell oggi può essere quella di evitare il consumo superfluo, di limitarlo cioè allo stretto necessario, purché tutti abbiano quel tanto che occorre per mantenere bene integre le energie fi­ siche, (e intendiamo comprendere in queste le mu­ scolari, le intellettuali, le riproduttive, ecc. ecc.) non è però nelle finalità da raggiungere quella di affamare la popolazione. Ora, se il sistema del naturale rincaro (finalmente aboliti gli inutili, quan­ to odiosi calmieri) viene lasciato per tutti i generi di alimentazione (carne, formaggi, legumi, ecc.) occorre però vi sia un solo genere, un solo alimen­ to, il principale cioè, che sia in ogni momento ed in ogni eventualità accessibile a tutti.

Ciò si impone in Italia per il pane : Io) perchè il paese non è abituato a surrogati come altri po­ poli già lo erano prima della guerra; 2°) perchè il pane forma anche in tempi normali il fondamento di tutta l’alimentazione italiana; 3°) perchè ragioni politiche consigliano a non dare appiglio ad alcuni partiti di provocare grida consimili a quelle che accompagnarono i moti del 1898, ed altri; 4") per­ chè gli aumentati salari o le migliori condizioni e- conomiche delle masse non sono generali, e ad ogni modo buona parte dei vantati benefici sono e saranno sempre più assorbiti dal rincaro di altri generi di alimentazione o di consumo.

Del resto, una parte delle preoccupazioni che noi crediamo di poter avere nel caso di rincaro del pane, le hanno appunto anche coloro stessi che del rincaro sono fautori.

L’on. Mosca ponendo il dilemma nella N uova A ntologia del Io febbraio 1917 del rincaro e del ra­ zionamento, concludeva sperando che nè 1 uno ne l’altro fosse necessario dover applicare : che fra i due, ove si trattasse di una derrata non di prima necessità, lascerebbe libero corso alla azione mec­ canica del rincaro, invece di frenarlo con mezzi che alla lunga riescono sempre inefficaci, a m eno ch e lo Stato non paghi la differenza jra il costo reale della m erce e qu ello con ven zion ale d el cal­ m iere, procedimento questo che naturalmente o- stacola la desiderata riduzione del consumo.

E più innanzi propone che se si trattasse di un genere di prima necessità e si dovesse seguire il sistema del libero commercio,, questo venga atte­ nuato con la vendita da parte dei Comuni o di al­ tri enti di determinate quantità per i soli poveri, e la spesa a carico dell’Erario statale.

Si verrebbe cioè ad una introduzione parziale della carta del pane e si moltiplicherebbero, a no­ stro credere, una volta di più, tutti gl’inconvenienti che si sono già lamentati per la assegnazione o di­ stribuzione dei sussidi alle famiglie dei richia­ mati, ecc.

NOTE ECONOMICHE E FINANZIARIE

Finanza italiana giudicata all’estero

Alla bontà della nostra forza economica e della nostra finanza viene reso omaggio, d'a un documen­ to neutrale dii particolare competenza : il bollettino dii febbraio condite del « BarnUverein Suisse » di

Zurigo.

Il numero è dedicato alile finanze europee di guer­ ra 1914-1916, e studila le spese dleil conflitto, le forme adottate per farvi fronte dai singoli Stati che vi partecipano, i prestiti emessi, le modalità dii essi, gli oneri :per interessi, i metodi per pagarli, ecc.

Dalla rigida esposizione degli elementi finanzia­ ri tre fatti vengono alla luce, che ritornano tutta ad onore del nostro paese:

1° La guerra, elevando così considerevotoente il saggio deirinteresise, ha fatto scendere il valore capitale dei tutoli pubblici preesistenti alla guerra, L’,andamento di essi è misurato dalla seguente ta­ bella : V A L O R I Corsi Rendimento fine giugno 1914 fine dicemb. 1916 fine giugno 1914 fine dicemb. 1916 Per cento 2 V» Consolidato inglése . . . . 75 55.50 3.83 4.10 3 o Rendita fra n c e s e ... 83 61 — 3.60 4.91 3 % » tedesca ... 80 66 — 3.80 4.5 3 1 /a°/» » i t a l i a n a ... 97 83 — 3.60 4.21 3 ”/o » austriaca . . . . 82 75.50 4.87 6.20 5 Vs Prestito russo 1906 . . . . 102 84 — 4.90 6.95

Da essa appare chie il nostro consolidato è quello che oggi Tenete meno dii tutti, ossia che la sua di­ scesa proporzionale è più piccola dii quella di tutti i consolidati deii paesi europei in guerra. Il che, in aitili termini, indica ancora che, nella estimazione dei capitalisti, il 3,50 % italiano è un titolo così si­ curo, che ci si può accontentare, pei’ possederlo, di un saggio effettivo di interesse minore di quello lar­ gito dagli altri valori pubblici europei.

2° Il bollettino della Unione delle Banche sviz­ zere dice: «I vari paesi hanno pensato alla que­ stione così importante della copertura definitiva dei nuovi oneri di inteiessi dovuti al conflitto; mia vi hanno pensato in guise assai diverse e con esito idi­ verso, sia aumentando le vecchie imposte, sd.a crean­ do nuove fonti di reddito. In questo ordine di idee, le prime sono state TInghilterra e 11 talla; in questi due paesi sii è cercato immediatamente di assicura­ re, per mezzo dii nuove risorse, il servizio degli in­ teressi e dell’ammortamento dei nuovi prestiti. Si­ nora, il rendimento delle nuove imposte è sufficien­ te a coprire i carichi dei debiti contratti. Gli altri paesi stanno ora per seguire resempio, ma non sono in grado ancora di determinare il' gettito delle nuo­ ve imposte decretate nel corso della guerra.

E’ importante questo riconoscimento della supe- riorità finanziaria inglese ed italiana. Tanto più che, come è noto, le nostre imposte garantiscono già gli interessi di altri 10 miliardi dii nuovi! prestiti

(Il Flora anzi calcola di 12 miliardi).

3° Questa corretta condotta della nostra finanza ha ricevuto subito il suo magnifico compenso. I sag­ gi dii interesse effettivo (cioè tenuto conto dei prezzi di emissione) dei prestiti emessi da.lFagosto 1914 al gennaio 1917, alle nazioni! belligeranti sono, per or­ dine decrescente di gravita, i seguenti :

(4)

172 L’ECONOMISTA 25 febbraio 1917-N . 2234

L’entrata pel bilancio italiano 1916 18. E stato di­ stribuito alla Camera il disegno di legge' presentato dal ministro del Tesoro sullo stato dell’entrata per 1 esercizio 1917-18. Il nuovo documento prospetta le favorevoli condizioni del bilancio. Le entrate effet­ tive sono determinate in L. 3.690.028.189 e superano la previsione del corrente esercizio di L. 822.000.000. Letta -somma è la risultante d,i molteplici variazioni per gran parte dovuta alla imposizione di nuovi tri­ buti e al maggior gettito di quelli già esistenti.

Il disegno ,di legge consta di sette articoli. In essi si chiede- la proroga a tutto giugno 1918 dell’aumento di tre decimi della imposta sui -fabbricati e di- un dee-imo di quelli,1 sui fondi rustici. E poiché la legge 22^ luglio 1914 che aumentò l’aliquota su-ll’im- posta dei redditi di R. M. non -apportò alcuna modi­ ficazione riguardo alle colonie agrumarie, si chiede pure che sia mantenuto limitatamente per le dette colonie- l’aumento del decimo stabilito- con l’art. 3 della legge 1870. 1 contingenti comunali d’imposta sui terreni del compartimento ligure-piemontese re­ stano fissati anche per l’eisercizio- 1917-918 nella mi­ sura stabilita dalla legge 30 giugno 1872. Si chiede inoltre che sia continuata al Ministero del Tesoro la facoltà di -emettere Buoni ordinari del Tesoro sen­ za limitazione- di somma oltre alle- anticipazioni sta­ tutarie della Banca d’I-talia, del Banco di Napoli e del Banco di Sicilia,. E ’ autorizzata la spesa straor­ dinaria di 70 milioni di lire per provvedere a servizi militari di carattere straordinario nella Tripolitania C1 Cirenaica,. -Si dà faco-lità al Governo di provvedere mediante accensione di debiti al rimborso dei Buoni del lesero quinquennali in circolazione che giungono a scadenza,. Da ultimo si chiede- l’approvazione- del riepilogo- dei risultati complessivi -degli stati di pre­ visione deli’.entrata e della spesa del l’esercizio finan­ ziario 1917-918.

Commercio estero dell’Ita lia nel 1916. — La stati­

stica mensile del commercio estero italiano, che pub­ blichi,amo costantemente n-elle- tabelle 28, 29, 30 e 31 del nostro periodi-co, fornisce ora i dati per i primi di-e-cii mesi del 1916, dal 1° gennaio al 31 ottobre, com­ parati con quelli dei due anni precedenti.

Le importazioni hanno raggiunto un totale di.4652 milioni, contro 3280 nel~1915, s-e-gn-andio un aumento dii 962 milioni. Le esportazioni hanno raggiunto 1912 milioni, contro 2144 mtti-ohi, con una diminuzione di 231 milioni. In totale il nostro commercio estero ha raggiunto un valore di Li-re'6564 milioni, contro 5813 milioni nel 1915, con un aumento di 750 milioni dovuto tutto alle importazioni perchè Ite esporta­ zioni segnano una diminuzione costante per effetto della diminuita attività agraria nel Regno.

Riservandoci dii esaminare con maggiore detta­ glilo i dati del,l’ultima statistica, diamo per oggi l’e­ lenco delle più ingenti importazioni verificatesi nei decorso anno e deisti-nate per gran parte a sopperire le deficienze die,Ha produzione agricola nazionale e per co,rriisp,ori etere alle esigenze dei consumo interno.

Valore Differenza in milioni Prodotti chimici . . 400 + 230 Cotone . . . . . . 348 — 53 L a n a ... . . 490 + 257 P e l l i ... . . 282- + 93 Minerali . . . . . 568 + 127 Cereali . . . . 912 + 22 Animali . . . . . . 351 + 216 Le esportazioni invece Segnano diminuzioni

. ir w l a i- c - g iB io G u n i t i e s c i q u e n i a p i u

fim/portante della s-eta, discesa da 439 milioni nei 1915 per un valore dii oltre 25 milioni.

Lo sBilancio che n,e risulta non deve sorprendere, perchè esso è una conseguenza dello stato di guer­ ra, che mentre restringe 1-a produzione utile all’in- temo determina l’aumento delle importazioni dlal- l’estero. Fra 1-e diverse categorie di importazioni quella dei cereali è preminente addirittura, e tale da costituire un debito per oltre un miliardo l’anno ch-e la Nazione contrae con i paesi esteri importa­ tori.

Perciò sono lodevoli l,e misure adottate dal nuovo governo per l’ulteriore incremento della cerealicul­ tura in Italia, che tutti agognano possa efficacemente corrispondere senz’altro alle esigenze d e l’,economia nazionale. Nelle prossime discussioni che si avran­ no il Governo non mancherà dt fornire tutti gli

elementi intesi a chiarire ,la destinazione per il con­ sumo delle grandi quantità dii frumento importate in Italia negli anni 1915 e 1916, che sommano a mi­ liardi e olle prudentemente distribuite avrebbero po­ tuto meglio corrispondere alile esigenze dei consu­ matori.

Istruzione industriale

La necessità di, un maggiore- incremento ali’istru- z-io-ne industriale,; per la formazione specialmente dieille capacità tecniche, ha trovato un tenace asser­ tore nei,fon. De- N-ava, ii quale fin dia quando as­ sunse- il portafogli deUTndustr,i:a, de-1 Commercio e de-1 Lavoro r-ivioise ila sua particolare attenzione, allo studio dei grave problie-ma, che è certo uno di quelli che più strettamente si connettono ad problema ge­ nerale dlel nostro rinnovamento economico.

Già prima che la, Camera prendesse le vacanze- nei dicembre -scorso, fu data notizia della presentasiio- n-e dii un disegno di ¡legge dello stesso on. Die Nova, tendente a modificare la legge del 1912 sull’istru- zlione -industriale.

Oggi il progetto apparo quale -esso è nedlto sue li­ nee essenziali, seguito da un,a lucida nel,azione nella quale il ministro -espone Io- -scopo da cui è -stata de­ terminata Ila sua. iniziativa, e che- è principalmente quello dii una razionale preparazione- oltre che di garzoni © di apprendisti, dii te-cn-ioi, e di dirigenti. E ’ come si vede-, un deciso passo verso quella forala,z,io­ ne della capa-cità, di cui si sentiva tanto dii bisogno nelf evoluzione delle nostre, clàissi industriali, e quin­ di, della nostra produzione, stessa. Il progetto- in pa­ rola s-i proporne innanzi tutto -di facilitare- -il comple­ tamento didattico e tecnico delle- -scuole esistenti e con la creazione di ¡nuovi istituti, di favorire’ te, specializzazione dteill’dnsegnamento in rapporto -alle varie industrie; e- mira quindi -a, dare un p-iù orga­ nico e sicuro assetto economico alle -iniziative lo­ cali.

Per 1 articolo 1 sii -stabilisce ch-e il Mini-stero de-1- 1,’industria, dei commercio- e del lavoro ha obbligo di contribuire alia istituzione ed al mantenimento- di regie scuote industri ali, di primo o di -secondo grado o dii regie- semole ad orario ridotto nei comuni di oltre 10.000 abitanti e nei capo-luoghi d,i circonda­

rio, quando i comuni stessi, ad esclusivo loro carico od m concorso co-n altri enti o co-n privati, abbiano assunto- gli obblighi -stabiliti dalle disposizioni in vigore pe-r Tistruzliione industriale.

In tal caso i-1 contributo del Ministero è dato nella misura di due terzi per i comuni da 10.001 ,a 25.000 abitanti; d-L una metà per i comuni da 25.001 a 50.000’ abitanti; e di dine quinti per i comuni con lina po­ polazione -superiore a 50.000 abitanti.

Le regie scuole industriali saranno coordinate al­ te condizioni delle industrie e delle ma-eistranze lo­ cali ed alle istituzioni scolastiche esistenti nel co­ mune, avuto riguardo anche alia esistenza di scuole consimili nei comuni vicini.

Il- Ministero e gli enti Locali contribuii-sc-ono nella stessa misura stabilita nel comma secondo per spe­ se- di arredamento e d-i completamento delle scuote, delle officine e dei laboratori, qualora no-n vi -si provveda a mente deH’articolo 12 della -presente legge.

Per tate articolo 12, la Gassa dei depositi e pre­ stiti è autorizzata a concedere mutui -pe-r un quin­ quennio e nei limiti di. -cinque milioni all’anno agli enti interessati, ovvero alle scuole -stesse quando siano state istituite prima diell-a legge del 1912 e nes­ suno degli enti contribuenti a-bbia obbligo di fornire i locali.

(5)

25 febbraio 1917- N. 2234 L'ECONOMISTA 173

Altri articoli favoriscono Pistraziane tecnica dei giovani operai durante il loro tirocinio in grandi stabilimenti industriali; la istituzione di stazioni sperimentai per l'industria degli oli, dalle resine, delle materie grasse, dello »aceitero, degli esplosivi, dalle materie coloranti, delle pelli, dei vetri,' eoe., eoe.; e la fondazione di nuovi corsi scientifici speri­ mentali presso glUstituti superiori, nonché la costi­ tuzione presso ile scuole di terzo grado per industrie artistiche, di un Museo d’arte industriale con calchi, disegni, fotografie.

Il progetto comprende in ultimo vano altre norme importanti, tra cui notevole quella per cui si stab ili eoe rassegnamento dii dieci borse biennali d& studio da 2400 lire annue ciascuna, ed altre dieci da 1800 Ire.

Industrie meccaniche

-L’Associazion© Nazionale, fra industriali meccanici

e affini dii, Milano, presieduta dal comm.' Giovanni Silvestri, in disposta alla circolare del Ministro del- ì ’,industria e commercio del 20 settembre 1916 sulla preparazione industriale al dopo-guerra, ha testé presentato un ampio memoriialle che, per la serietà dei giudizi formulati © per l’importanza dei provve­ dimenti proposti, sia riguardo alla nostra industria meccanica, sia in generale riguardo all’insieme del­ le condizioni, della nostra attività industriale nel dopo-guerra, merita la più diligente attenzione di chiunque abbia a cuore l’avvenire economico del no­ stro Paese.

Molto opportunamente il detto memoriale comin­ cia con l’occuparsi deèi’UitUità dell’opera che a tal uopo possono svolgere le Associazioni industriali ed agricole, ite' quali, per il contatto costante con gli ele­ menti vitali del Paese, per la loro caratteristica di essere portavoce degli interessi di gruppi determi­ nati d:i industria, onde nettamente si distinguono diale Camere di commercio, sono bene in grado di informare i dirigenti siulì’indirizzo ed i mezzi neces­ sari per dare aiuto ed incremento all’attività nazio­ nale.

Pertanto si ritiene opportuno ili rapido provvedi­ mento delia costituzione ufficiale e legale di associa­ zioni nazionali industriali cd agricole, con funzioni di consulenti dello Stato nei campo economico e produttivo di loro speciale competenza.

Passando .poscia ad occuparsi dei provvedimenti pel dopo-guerra, il memoriale sii sofferma dapprima sud problemi ÜÁVim m ediato dopo-guerra, che distin­ gue nettamente da quelli che riguardano l’ulteriore periodo.

Infatti, appena sarà cessato il lavoro dii guerra nelle officine, si afferma come necessario il provve­ dimento immediato di riservare alla mano d’opera italiana « tutto » il fabbisogno nazionale, mercè un conveniente elevamento provvisorio ed eccezionale delle tariffe doganali relative ai prodotti manufatti.

Ta.le misura raggiungerebbe anche lo scopo di permetterne all’industria ili nuovo attrezzamento per la fabbricazione degli strumenti di « pace », posto che gli utili attualmente derivanti dalle forniture di guerra si- sono ripartiti completamente fra Era­ rio ed impianti bellici, i quali ultimi a nulla servi­ ranno prima di una conveniente trasformazione.

Provvedendosi, così, all’occupazione delia mae­ stranza ora impiegata nelle forniture di guerra, ed al lavoro delie officine attualmente in opera, non resta che il .problema di dar lavoro agli operai con­ gedati dail’esercdto, ohe non può risolversi senza esecuzione dii strade comunali, di strade ferrate di allacciamento e di canali di navigazione; le bonifi­ che, la sistemazione di laghi e fiumi e te opere* ne­ cessarie per la maggiore utilizzazione delle minie­ re, la ricostituzione del naviglio mercantile.

Riguardo alla coltivazione delle miniere, è da no­ tare la relativa, e in parte ignota, ricchezza del sottosuolo italiano, te difficoltà del capitale privato ad investirsi in quei genere dii imprese essenzialmen­ te aleatorie, e l'imperfetta legislazione mineraria vigente. Onde sarebbe opportuno che lo Stato, sia per ile notizie già acquisite, sia per l’esistenza di un apposito Gorpo reale delle miniere, agevoli l’inizia­ tiva privata, svolgendo una rapida indagine sulla entità dei giacimenti, sul costo iniziale approssima- tivó che lo sfruttamento di esse comporta, ecc.

E’ però necessario che, per le opere pubbliche

in-vocate, si provveda subito agli studi ed ai capito­ lati in modo da poter dare ad esse inizio non ap­ pena le necessità di dar lavoro si presentino.

Per evitare infine il fenomeno della disoccupazio­ ne regionale, specie nelle regioni in cui è stata mag­ giore Temìgrazione all’estero, s’invoca l’istituzione dii uffici di coliocammto, ad es., sotto la direzione del Commissariato per remiigraziione*, ed il ribasso dei biglietti ferroviari di trasporto per gii operai, od almeno .l'istituzione di vagoni dii IV classe con ta­ riffe minime. Quest’imsiiemie dii provvedimenti invo­ cata pei; Timmediato dopo-guerra, impone ■un’orga­ nizzazione agile;, retta da elementi giovani ed ener­ gici, libera da inceppamenti burocratici, onde evi­ tare ohe malgrado ile migliori disposizioni si avve­ rino incresciosi incidenti, dei qiuiaiÌi la grave posta sarebbe la pace sociale.

Riguardo .ai provvedimenti ulteriori per il defini­

tivo assestamento della nostra economia nel dopo­ guerra, la relazione invoca anzitutto, una più inti­ ma collaborazione delio Stato con le classi produt­ tive, mercè le proposte Associazioni, essendo ormai tempo che nel Governo del nostro paese- non avesse solo voce il fattore politico, ma si attribuisse gran peso al fattore economico.

Considerando specialmente le condizioni della no­ stra industria meccanica, occorre che ad essa sia d’ato il maggiore incremento sia perchè impiega la maggior quantità di mano d’opera in rapporto al valore delle materie prime, sìa perchè essa è neces­ saria per la difesa dello -Stato. Bisognano, dunque dei provvedimenti di Governo perchè tutto il fabbi­ sogno di prodotti necessari del Paese*, venga riser­ vato all’indluistria nazionale e., perchè, al fine di evi­ tane una- esuberanza dii* ditte produttrici concorrenti, e quindi una mino-r ©economia delia produzione con un maggior costo unitario, si provveda alla forma­ zione ufficiale dii enti regolatori de.1 lavoro naziona­ le, come appunto potrebbero essere te Associazioni industriali a base nazionale.

La compilazione del programma di lavoro dovreb- [be essere preceduta, da una statistica delle indu- 1 strile esistènti in Itàiia e della loro capacità produt­ tiva, e da una statistica del fabbisogno* nazionale, da compilarsi da quelle Associazioni, che, quando avessero carattere ufficiate, avrebbero il diritto di ottenere le informazioni necessarie.

Oltre a questi provvedimenti, gli industriali mec­ canici invocano altre misure, come quella che, per l’istituto della temporanea importazione, la restitu­ zione del dazio pagato per te materie prime impor­ tate sia fatta, all’atto dell’e*sportazion*e del prodotto, sotto forma di buono concedente il diritto di impor­ rare altrettanta materia prima di esenzione del dà­ zio. Si invoca inoltre la diffusione dell’istruzione /professionale ed industriale, una maggiore notorie­ tà dei brevetti e più accorti negoziati in proposito icoi paesi stranieri; un miglior funzionamento dei j credito industriale, per cui esso non sia limitato alte sole grandi ditte, offerenti maggiori garanzie, ma ; spesso dii dubbia capacità; ma sia invece esteso an- | che alle piccole e medie ditte, che avessero mag­ g io r .capacità di far fruttare il capitate tolto in pre­

stito.

Infine si espone la necessità di maggiori attrezza­ ture per l’imbarco e ilo sbarco nei nostri p ori, e per una riduzione nel casto relativo.

: Con tali propaste e voti l’Associazione fra gli in-i dustrin-ialin-iin-i e meccanin-icin-i ha in-indubbin-iamente corrin-isposto | col maggiore slancio all’invito rivoltole dal Ministro dell’Indùstria nella sua circolare sulla preparazione al dopo-guerra; ed è da augurare ohe ili vivo *e lode- vote' interessamento su quei capitali e non ma.i abba­ stanza discussi problemi abbia Sa *piiù larga eco, e sia condiviso dalle più grandi Ditte e Associazioni economiche del nostro Paese.

Previsioni economiche pei 1917

Togliamo dal solito volume (1) quanto riflette lo stagno.

Strettamente parlando, lo stagno non ,è da consi­ derarsi compreso nelle moderne « necessità di guer­ ra »; ¡infatti non era incluso nella specifica deli. « me­ talli di guerra » fino ai primi mesi del 1916.

(6)

174 L'ECONOMISTA 25 febbraio 1917 - N. 2234

,jPer quanto ne riguarda i mercati, si deve tener conto che gii Stati: Uniti che ne sono importanti con­ sumatori, non ne sono considerévoli produttori. Ri­ sulta intanto che questo metallo è quasi il sodo arti­ colo: cihe sia tenuto ad disotto del prezzo medio dii diversi anni precedenti la guerra. La produzione non ne: è stata seriamente ostacolata dalla guerra ed eccetto che per le difflooltà'de.i noli e delie mag­ giori spese, il mercato europeo non ha risentito no­ tevoli conseguenze.

Un grande impiego di stagno è fatto nella latta. Il consumo delle casse per petrolio', provviste,, ecc., è, ora probabilmente maggiore dii quanto sia mai stato nei tempi moderni, ma questo impiego non ne costituisce' il più grande consumo. Da due terzi a tré quarti della produzione mondiale dello stagno è impiegata nella formazione di leghe, bronzi, ottoni, ogni qualità di metalli bianchi, saldature e simili.

Statistica. —' .Sebbene lo .stagno sia il più raro dei tre principali metalli e la sua estrazione non pro­ venga, che da poche regioni, è sempre stato diffìcile avere precise statistiche della sua produzione e del suoi consumo. La Cina, per esempio, ne produce una considerevole quantità, ma molte ragioni si oppon­ gono ad averne precìse notìzie.

. Dalla tavola seguente risultano le cifre1 più appros­ simative iposs'MBli della produzione, del consumo e degli stock di questi ultimi anni:

Produzione Consumo Stocks Prezzi medi

Tonnellate 1906 104.400 107.600 15.153 180.12.6 1907 102.400 104.600 15.276 172.19.7 1908 113.400 101.91)0 28.022 133.2.6 1909 113.100 108.400 23.120 131.15.6 1910 114.300 118.700 20.300 . 155.6.2 1911 U 7.600 119.500 19.580 192.7.1 1912 124.700 127.700 14.150 209.8.5 1913 128.900 124.900 16.600 201.13.7 1914 113.300 115.400 16.300 151.2.9 1915 126.600 116.300 17.000 164.4.0

In riguardo dei prezzi è opportuno notare come la guerra sia intervenuta mentre dia alcuni anni essi erano eccezionalmente soddisfacenti: nel 1913 rag­ giunsero l ’alto limite' di L. 230 per toma., ma discé­ sero poi nei luglio 1914 stimo a L. 135. Nel 1916 la me­ dia mensile si deve calcolar© coirne segue: L. 173,15,0 in gennaio; L. 181,0,0 in febbraio; L. 193,12,6,in mlar- zo; L, 199,10 in aprile; L. 196,11,3 in maggio; lire 179,11,3 in. giugno; L, 168,10,0 in lùglio;-. L. 170,11,3 in agosto e L. 171,8,0 in settembre. Ma oscillazioni considerevoli Iranno avuto luogo ned diversi mercati dove la scarsità degli stocks era anche occasional- mienite riscontrata; negli Stati Uniti si giunse a pia- .gare la parità dii !.. 250.

La produzione dello stagno non può essere tanto facilmente aumentata 'mentre anche indipendente­ mente dalla guerra il consumo mondiale va sempre intensificandosi.

Il mercato americano, date le attuali contingenze in Europa, può dominare la situazione : l’impiego diretto dii .stagno in Europa è ora assai al disotto del l’epoca precedente la guerra, e questa differenza Si è riversata in altrettante richieste aU’America. La produzione inglese di bande stagnate è ora ridotta a circa il 50 per cento della normale, e TAmerica pro­ duce il totale della sua potenzialità, e ha ingrandito 1© sue officine. Oltre all’inftportante consumo interno TAmericà nei primi sei meisi del 1916 ha esportato 137.500 tònn. di bande stagnate e articoli similari, contro. 52.000 e 30.000 torni, nei péri-òdi corrispon­ denti del 1913 e 1914. Il consumo mensile degli Stati Untiti era prima della guerra di' circa 4000 tonn., ora risulta di almeno 5000 e Le valutazioni più accurate calcolano che nei primi mesi del 1917 esso dovrà ar­ rivare .a 6500, cioè quasi’ a 80.000 tono, per anno,

L’e-sportazione inglese di bande stagnate nei pri­ mi diteci mesi del 1916 è stata di 291.000 tonn. .per un valore non inferiore! a L. 7.500.000, contro 312.000 tonn., ma di un valor© di sole L. 4.700.000 nel perio­ do corrispondente del 1915 e di 374.000 tonn. per lire 5.200.000 -nello stesso periodo del 1914.

L’aumento del consumo, specialmente date, le con­ dizioni degli Stati Uniti, è indubbiamente aspettato, mentre come detto non può. interamente comspon- ■ dere una adeguata maggior produzione, il prezzo quindi di questo metallo non può che ancora pro­ gredire.

j Dopo la guerra. — Non è a ritenere che quando

I l’apparire della pace sia deùnitivamienite in vista ii prezzo dello stagnò debba subire i movimenti dei me­ talli di guerra. Poco notevole è stato l’aumento por­ tato dalla guerra, ugualmente poco dovrebbe essere un movimento inverso. Certo iie Borse, come tutti, i marcati, potranno far sentire su questo come sugli altri metalli dei momentanei spostamenti; ma non esistono importanti stocks presso i governi alleati come può essere il caso dal ierro e dei rame. Le do­ mande dei paesi centrali potranno eventualmente provocare un effettivo aumento fino a che le condi­ zioni generali inori avranno ripreso Tandaniento nor­ male.

E’ da ¡ritenere intanto che ned prossimi anni lo stagno debba riguadagnare la media precedente la guerra, di L. 200 per tonnellata, se non oltrepas­ sarla.

Situazioni del 11 Credito Italiano ”, della “ Banca Commerciale "

e della 11 Banca di Sconto ” al 31 dicembre 1816

La situazione generale .del « Credito Italiano » al 31 dicembre 1916 dimostra i seguenti risultati della gestione.

A un capitale invariabile di 75.000.000 corrisponde una .riserva che si è elevata da 11.5 milioni al 31 di­ cembre. 1915 a 12.5 milioni al 31 dicembre 1916. L’u­ tile delTesercizio del 1916 è di L. 7 milioni 106.430,70, cioè un aumento di L .'1.625.360 su quello dell’eserci­ zio precedente che era stato di L. 5,481.070,70.

I depositi in conto corrente ed i depositi a rispar­ mio sono aumentati di 100 milioni e si sono elevati da 138.7 a 239.2 milioni e le accettazioni, invece so­ no ini lieve diminuzione, da 44.8 scese a 44.6; men­ tre gli cheques in circolazione hanno avuto un au­ mento da 20.6 a 33.5.

Nella parte .attiva della situazione dei conti no­ tiamo un aumento sulla Cassa che da 104.4 è salita a 115.7 milioni. Il portafoglio sull’Italia e sull’Estero si è accresciuto da 1332.6 salendo a 792.1; i riporti da 36.2 sono andati a 37.1 e i conti dei corrispon­ denti attivi da 172.4 a 226.6.

II valore degli immobili è rimasto invariato a 12.5. II portafoglio titoli si è alleggerito da 16.4 a 13.6. Anche , i vari debitori sono in forte decremento.; da 35.5 a 16.3 milioni.

Queste sono le cifre principali che attestano l;a attività dell’Istituto a vantaggio della, economia ge­ nerale.

Anche la « Banca Commerciale » ha pubblicato il resoconto della gestione al 31 dicembre 1916.

Nel 1916 il capitale è rimasto fìsso a 156 milioni. La riserva è di 31.2; ma c’è di più una riserva straor­ dinaria di altri 27 milioni.

Gli utili lordi della gestione 1916 ascesero a Lire 31.298.880,56, contro 28.528.197,17 nel 1915. Le spese sono cresciute ma in misura meno considerevole; da 16.665.118,69 sono salite a 17.985..824,45. I depositi in conto corrente in Boni produttivi hanno avuto un aumento di 104.000.000 poiché da 142.101.271,19 sono saliti a 246.379.173,83. Le accettazioni commer­ ciali da 41.1 milioni sono salite a. 58.6 e gli chèque® in circolazione da 36.66 a 50.2.

Il contante in cassa e i fondi presso gli Stabili- menti di emissione- sono passati da 93.7 a 102 mi­ lioni. Il portafoglio suli’Italia e l’Esitero e i Buoni del tesoro sono aumentati da, 394.8 a 816.6; gli ef­ fetti all’incasso da 16,3 a 24.7 e i riporti da 59.8 a 67.7 milioni. Gli effetti pubblici sono quasi stazio­ nari da 55.8 a 55.2; mentre i corrispondenti saldi debitori salirono da 339 a 395.6 milioni. Sono dimi­ nuite le diverse partecipazioni scendendo da 19.7 a 18.1; e le partecipazioni ad imprese bancarie da 15.1 a 13.6.

Queste le cifre salienti, che segnalano un ritmo più intenso in tutte le attività del potente Istituito.

Parimenti la Banca italiana di Sconto segna un periodo di qualche attività. Il capitale di 70 milioni

ha a fianco urna riserva dii 1 milióne e mezzo e un fondo deprezzamento immobili di L. 767.720.

(7)

25 febbraio 1917 - N. 2234 L’ECONOMISTA 175

salirono a 9.6 e gli assegni in circolazione da milio­ ni 10.3 a 22.3.

I contanti in cassa e fondi presso Istituti di emis­ sione sono passati da 54.6 milioni a 49.6; il portafo­ glio per l’Italia e l’estero 170.7 a 373 milioni e i corrispondenti saldi debitori da 137.1 a 260.2. I ti­ toli di proprietà da 41.0 scesero a 36.6 e le parteci­ pazioni passarono da 5.4 milioni a 4.7.

EFFETTI ECONOMICI DELLA GUERRA

Carbone inglese nei 1916 e suo sbarco a Genova.

— La produzione del carbone inglese, durante il 1916, fu superiore a quella dell’anno precedente.

Nell’ultimo anno di pace 1913, essa ammontò a 287.5 im itali di tonnellate, nel 1914 a 265.5 milionj e nel 1915 a 253 milioni.

Nei primi nove mesi del 1916 la produzione fu dii 192.3 milioni contro 189.8 milioni nel medesimo pe­ riodo dell’anno precedente.

Se si calcola la produzione durante l’ultimo tri­ mestre del 1916, su questa base per finterò anno si raggiunge la cifra di 255 milioni di tonnellate.

Ciò che riguarda l’esportazione sulla quale si basa una parte delfinfluenza economica e politica dei- f i ng hi,1 terra, essa ammontò a:

R u ssia . 5.998 4341913 42.5591916 19184.804 N o rv eg ia. . 2.298.345 2.643.187 2.307.753 Sv ezia . 4.563.076 2.659.995 1.646.502 D a n im a rc a . 3.034.240 3.130 642 2.305.409 G erm an ia . 8 952.328 _ _ Olanda . . 2.018 401 1.792.951 1.346.129 B e lg io . 2.031.077 — _ F r a n c ia , A lg e ria . . 1 4 0 5 7 .5 7 3 18.541.318 18.033.680 P o rto g a llo . 1.356.081 1.022.755 886.972 S p a g n a . , 3.6i8.7tì0 2.057.763 2.407.704 I t a l i a . 9.647.161 5.788.460 5.710.098 Sud A m erica . . 9.892.995 2.495.891 1.129.051

L'esportazione totale inglese di carbone per tutti i paesi, comprai:,i i. paesi sopra indicati, ammonta negli ultimi tre anni.

1913 1916 1916

C arb o n e . . 73.400.118 43.534.771 38.351.553

C oke . l . i 35 141 1.010.302 1.481.498

M a tto n e lle . 2.053.187 1.22j.071 1.324.695

C arb o n e per n a v i . . 21.031.550 13.530.964 12.983.172

Ma, quantunque Tespoirtazione del carbone inglese per la Germania ed il Belgio, sia completamente cessata, fInghilterra non è stata capace ad aumen­ tare la sua esportazione per gii altri paesi.

Ciò è dovuto in gran parte all’aumento dei biso­ gni interni e al maggior consumo della flotta, giac­ ché prima, delia guerra il consuono interno, ammon­ tava annualmente a circa 180 milioni di tonn. men­ tre per l’anno 1916 esso è più di 200 milioni.

Ma è anche verò che ìe miniere inglesi avrebbero potuto produrre di più ed i proprietari., avrebbero dovuto esser meno rigidi nei prezzi.

Dalle superiori difre si rileva una forte dimi­ nuzione nell’esportazione per il Sud America; l’A­ merica del Nord ha preso qui il posto dell’Inghil­ terra.

Nella prima metà dèlio scorso anno gli Stati Uniti hanno spedito un milione di tonn. per ogni 100.000 tonn. ohe si spedivano prima per il .Sud America. Nella seconda metà dell’anno, causa la scarsezza di tonnellaggio, le spedizioni segnarono una diminuzione.

Tutto sommato, dunque, l’Inghilterra — e quindi l’Intesa — non potranno ohe guadagnare da un più att'.vo sfruttamento delle miniere di carbone in con­ seguenza della recentei confisca.

Vediamo adesso come il carbone inglese ci giunge a Genova. Attualmente intanto continua e si acui­ sce, come è noto, la generale scarsezza. Gli stoks nel porto di Genova scesero, giusta censimento del 20 gennaio, fino a 50.000 tonn., di cui sole 20.000 in mano a privati, quasi tutte vendute anteriormente. Per alcuni giorni sii1 ebbe un sole vapore allo scari­ co, adesso la situazione è leggermente migliorata, e si hanno 13 vapori alio sbarco e 60.000 tonnellate in deposito, tutto carbone delle Amministrazioni pubbliche o del munizionamento. Ciò è ben lontano ancora dal sopperire al bisogno, tanto più che poco pare stia, in viaggio o a.l im­

barco. , . ,. . .

Ecco alcuni dati d.sli'importazione dii gennaio in confronto con l'anno scorso :

A rrivi d e l g en n aio 1916 T o n n . o O. CO > Ita li a n i In g le si G re ci N o rv eg . 1 A lt ri In g h ilte rra... 59.300 20 — 12 — 3 5 G a l l e s ... 0J.800 17 9 2 4 — 2 S c o z i a ... 44 500 16 — 8 i 3 4 Am erica... 73.870 12 7 5 — — 239.470 65 16 _ 27 5 6 11

Di tutto questo carbone 154.000 toinn. cioè quasi il 50 % sono state importate dal commercilo libero.

A rrivi d e l g en n aio 1917 T o n n . 4. o Q. CO > a co

ro

Ingle si G re c i N o rv eg . i A lt ri j In g h ilterra... 39.800 10 — 7 — 2 1 G a l l e s ... 53 500 14 1 8 1 2 2 S c o z i a ... 14.300 6 3 2 — —- 1 America ... 27.600 4 3 1 — — — 135.200 34 7 18 __ 1 . 4 4

Di tutto questo carbone sole 8500 tonnel., cioè il 6 %, sono st>qte importate dal commerciò libero.

11 mercato di Genova ha completamente cessato di operare. In pratica fili commercio dei carboni è mo­ nopolizzato dallo. Stato.

Una pioggia di nuove disposizioni ha reso il pub­ blico sempre più perplesso. Crediamo opportuno rie­ pilogare i diversi provvedimenti statali intervenuti : 22 ottobre 1916. Limitation scheme. — L’Inghilter­ ra stabilisce massimi prezzi nei carboni foto e nei noli per lTtailia.

9 novembre 1916 — Un decreto Luogotenenzi'iate sta­ bilisce che per importare carbone dialflnghilterra in Italia, occorre la licenza del Governo itaiian;. -1- Si istituiscono ì Comitati regionali di rappresentan- iza e il Comitato centrale carboni. — Gli importatori saran tenuti a vendere a prezzi massimi che il Go­ verno si riserva fissare.

15 dicembre 1916. — New licence regulations, al- location scherno. — Il Governo inglese coordina il rilascio delle licenze d’esportazione al rilascio dèlie lioeuze d’importazione fatto dal Comitato centrale carboni. — Speciali commissioni in Inghilterra son delegate ad assegnare i vapori e le caricazioni.

22 dicembre 1916. — Decreto ohe regola il ritiro di carbone dai porti, rendendo obbligatoria la li­ cenza che ai consumatore verrà rilasciata da appo­ site commissioni portuali, su certificati relativi al suo fabbisogno emessi da commissioni provinciali, o (in caso di stabilimenti ausiliari) dai comitati di mobilitazioni. — Le commissioni portuali hanno anche il potere di assegnare il carbone. Variazione nella costituzione d'el Comitato centrate.

2 gennaio' 1917. — Primi prezzi di calmiere in Italia.

8 gennaio 1917. — Censimento delle scorte di car­ bone.

12 gennaio 1917. — L’Italia vieta i.1 noleggio e l’ac­ quisto oiif dii partite oltre 1000 tonnellate senza previa autorizzazione del1 Governo; qualunque ne sia la provenienza.

12 gennaio 1917. — L’Inghilterra vieta similmente facqiuisto e il noleggio su navi neutrali, di qua­ lunque merce. (Le nari inglesi già erano control­ late dallo Stato).

15 gennaio 1917. —- Sii preannuncia la costituzione di Comitato unico per i noléggi.

Leggera variazione del nolo limite: viene aumen­ tato di 2/6 per i vapori sotto a 2000 tonnellate.

29 gennaio 1917. — Aumento del nolo limite del 50 % per i vapori neutri con destinazione Mediter­ raneo : e dell 20 % per i neutri con destinazione porti francesi dell’Atlantico. — Gli affitti dei vapori (ti- meicharters) vengono permessi a 47/6 per mese, con un aumento di 5/- per il piccolo tonnellaggio.

3 febbraio 1917. — Istituzione in Italia del Com­ missariato carboni.

(8)

situa-176 L’ECONOMISTA 25 febbraio 1917 - N. 2234

Ziion© in vista della (piale furono studiate. Ad esem­ pio: Il limita,tion scheme andava bene per il mese di agosto; in novembre, quando fu applicato fissava

noli troppo bassi. La vaT.iaz.ioMe ora introdotta dei 50 % : a favore nei neutri fu dal commercio recla­ mata come cosa sensata fin da fine novembre. Da allora sono aumentati i rischi e il 50 % è insuffi­ ciente.

Nei mercati d”oriigiine permane disagio a causa delia ristretta esportazione e quindi tendenza al ribasso per consegna pronta; ma si annuncia che a cagione dii richiami di uomini alle armi la produ­ zione verrà in seguito ridotta, onde prevedonisi au­ menti nei prezzi. In America i carboni sono fermis­ simi fino a 6 dollari fob, e scarsi; le difficoltà di no­ leggi sono poi anche più grandi che per llnghil- terra. Non sappiamo quale fondamento possa avere la lieta notizia data dia alcuni giornali commerciali che avremmo avuto notevoli arrivi di carbone ame­ ricano. Oggi il nolo puramente nominale sarebbe L’assicurazione rischio guerra secondo le tariffe neiristituto Nazionale è 7 %, salvo casi speciali in cui può essere aumentata. Le Compagnie inglesi fanno par i vapori neutri il 10 %.

Riiitenuto che il commercio libero se potrà avere qualche vapore alle nuove condizioni di calmiere, non potrà avere che dei neutri, attesoché gii inglesi, saranno con tutta probabilità assegnati a servizi statali, eooo quali dovrebbero essere i prezzi per tali caricazioni in base ai suddetti premi ¿'’assicurazio­ ne ;ed al cambio odierno salito a L. 34.40 con ten­ dènza ad ulteriori aumentai.

Cardlff. . . N ew castle. Newpelton Nav. Scozz. S jjl i n t . . . . Antracit . .

Fob Nolo Cif vag.Fr.

Cal­ miere 2genn-1917 31/2 90/ 124/6 L. 230 L. 220 31/1 1/2 96'9 131/3 « 241 » 220 26/1 1/2 96/9 126/- » 232 » 220 31/3 1/2 93/9 128 * 1, 2 » 236 » 220 31/3 1/2 93/9 128/4 1/2 » 236 » 220 29/3 1/2 93/9 126/4 1/2 » 233 » 220 31/3 90/ 124'7 1/2 » 230 » 210

Lavoro fem minile in In g h ilterra. — Riportiamo

daAi'Economist qualche dato che può riuscire inte­ ressante, circa fi lavoro delle donne fi» Inghilterra. L’A. delle note « Women’s employment e thè Was » osserva per la mancanza 'd;i organizzazione femmi­ nile operaia, si manifesti nella sproporzione tra l’enorme richiesta di mano d’opera e le paghe ac­ cordiate. L’industriale non sa vedere come sia ne­ cessario pagare bene quando si esige della capacità. Da parte delle impiegate ile cause sono varie e com­ plesse. Anzitutto l’assenza di organizzazione e di pratica inai saper imporre una data paga. Poi il senso di patriottismo e le volontà di sacrificio ec- clitate dal confronto col sacrificio delia popolazione maschile alla frante, resero in generale Ite donne restie a trarre un profitto economico dalie loro nuo­ ve mansioni.

Questo spirito fu facilmente sfruttato dai proprie­ tari d’elle fabbriche, i quali desiderando pure di fare quanto più potevano per gli uomini già impiegati presso di loro, non erano inclini a trattare con ec­ cessiva generosità quelle che li sostituivano. Molte tra le donne più istruite e capaci hanno ormai com­ preso ili loro errore e constatato come fi lavoro po­ co retribuito ottenga scarsa considerazione. La me­ dia dei compensi nei vari impieghi è dii 25 o 30 scellini alla settimana senza distinzione fra' la gio­ vane che ha compiuto gli studi Universitari e quel­ la che non ha oltrepassato la quinta elementare. Vi è una irragionevolie esitanza nell’affidare ad una donna il lavoro finora affidato a dei ragazzi dii 'di­ ciassette anni, mentre anche a parità di anni una donna ha molta maggior prontezza di un uomo nielTadattars'i ad una nuova routine. Inoltre una certa ostilità si verifica naturalmente nel personale maschile rimasto, pel timore che la propria indi­ spensabilità ne soffra e cercano di persuadere il principale che le donne impiegate non potranno la­ vorare ohe sotto la loro vigilanza. E’ bensì vero che molte donne lavoranti alil’Arsenale percepiscono dalle 2 alle 3-Lts. per settimana, ma vi sonno parec­ chie fabbriche sussidiarie comunemente dette di munizioni, e che dii fatto vi concorrono, le. quali

non sono comprese nel Munitions Act i cui operai quindi n,on godono dei privilegi concessi a quelli che invece appartengono alle fabbriche còntempla­ te; e in quei oasi lo stipendio delle donne spesso non supera i 13 se. o poco più per settimana. Gii or­

ganizzatori del Servizio Civile non ®ii sono ancora persuasi’ che la capacità bisogna pagarla e sinché non si offrirà alla donna una paga adeguata, l’in­ segnante o la professionista in genere non sarà in grado di lasoiare il suo posto per il compenso che si assegna ad un ragazzo scrìvano. Negli impieghi inerenti ai mezzi di trasporto la differenza di trat­ tamento è molto meno sensibile. Le conduttrici di trams insistono per uno stipendio eguale a quello degli 'Uomini, e riescono a farlo elevare. Quello in­ vece delle donne bigliettairie, o addette al trasporto delle merci e bauli è alquanto inferiore (eiirca 25 se. alia settimana). Le ferrovie Inglesi non concessero mai paghe molto laute ai propri impiegati, ma in compenso offrivano la stabilità e continuità del la­ voro : ma nel caso della mano d’opera femminile tale vantaggio non esiste, essendo fi loro servizio soltanto temporaneo. Relativamente al lavoro agri- calo oltre al genere spesso disadatto alle donne, esiste pure la difficoltà dei compensi adeguati, mol­ to più che un certo numero di esse dovrebbero es­ sere importate dalle città. Finora il massimo si li­ mitava a 15 se. la settimana, Molte mogli di richia­ mati trovarono sinora sufficiente il sussidio ai bi­ sogni della famiglia senza darsi ai lavori dei cam­ pi, ciò che però dovranno fare tra non molto dato 1 aumento dei costo della vita. In ogni dipartimento si può prevedere una migliore retribuzione dell’o- pera femminile, su cui la nazione dovrà in buona parte copiare anche dopo la guerra e questo con lo stimolo che ne deriva e una più oculata utiliz­ zazione di tali forze non potrà che accrescere il va­ lore economico del paese.

Economie in In g h ilte rra in seguito a ll’anticipo

de li'ora. — E ’ noto come l’ora estiva sia stata mes­

sa in vigore in Inghilterra dalla fine del mese di maggio alla fine del mese di settembre 1916; alcuni elettricisti s’attendevano da questa misura un risul­ tato notevole, mentre altri pretendevano che l’effet­ to dovesse essere trascurabile.

« L’Electrician » del 17 novembre scorso ha dimo­ strato che nè gli uni nè altri avevano ragione com­ pletamente, poiché, senza essere straordinaria, l’e­ conomia realizzata dalla modificazione dell’ora rag­ giunge in molti casi proporzioni abbastanza consi­ derevoli.

Nelle1 città Che sono luoghi di residènza piuttosto che agglom Bramenti industriali, Tillùminazione è l’elemento quasi esclusivo del consumo d’elettricità, e l’ora estiva doveva avere per effetto una perdita netta riguardo al carico delia Centrale ed una eco­ nomia corrispondente di combustibile. Ciò è dimo­ strato, ad esempio, molto bene dai diagrammi di consumi delle città di Ealing e di Winchester. Tali diagrammi, che rappresentano fi carico in funzione del tempo per i mesi estivi del 1915 e per i mesi corrispondenti del 1916, hanno lo stesso andamento per entrambi gli anni. Per la città di Winchester la diminuzione del carico è di circa il 25 %: per la citta di Ealing del 23 %.

Il caso delle città industriali è più complesso, poi­ ché la forza motrice può avere fi sopravvento sulla luce; quindi, l’economia d’illuminazione, anche se molto sensibile in valore assoluto, può essere molto piccola in valore relativo, e l’aumento di forza mo­ trice può compensare, talvolta anche molto abbon­ dantemente, la diminuzione d’illuminàzione. Ciò è capitato, ad esempio, nella città di ^Birmingham, dove l’illuminazione, che non rappresenta più del 10-12 per cento del carico totale, ha subito una diminuzione! die! 16 per cento; è bastato un pic­ colo aumento di consumo d’energia dovuto allo svi­ luppo di forza motrice per annullare gli effetti deila diminuzione di luce.

Riferimenti

Documenti correlati

Questa, colle aumen­ tate sue necessità generali di trasporti per i muni­ zionamenti, e colla diminuita -disponibilità mon­ diale di naviglio — sia per

b) al trasporto dalTInghiliteirrà e diali’America ai porti italiani dei carboni acquistati o comunque éedùti e, ned limiti dei mezzi disponibili, dei car­ boni

E nelle mani del suo successore egli ha potuto conse­ gnare una situazione di tesoro che nelle attuali contin­ genze e nel raffronto con quelle di paesi ben più

Cosicché, denotan­ dosi che per lo più il fenomeno generale della emi­ grazione tende ad una diminuzione della popola­ zione corrispondente, potrà aversi,

Degne di nota sono ie>'disposizioni prese recente­ mente in Inghilterra dalla Gasa Vickens per assi­ curare l"abitazione e il nutrimento degli operai di una

3) per la Corte dei Conti, liquidare le pensioni. In conseguenza, l’Ufficio del Ministero della Guer­ ra ha conservato il compito dell’istruttoria delle pra­ tiche

Altrettanto avviene per le. Lo svolgersi dell agglomeramento non può dunque, nemmeno, per, largni ambienti territoriali, richiamarsi ad una torma normale di

Se però essi esercitino anche ram i dì commercio preveduti nell’articolo prim o del presente decreto, essi devono p er questi' u n ifo rm arsi alla disposizio­ ne