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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.44 (1917) n.2231, 4 febbraio

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GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

„ . . . . . . , , . I n i „ | FIR E N Z E : 31 Via della Pergola « n o n i A n n o X L I Y - YoS. X L Y I I I F ir e n z e - R o m a , 4 fe b b r a io 1917 { R O M A : 56 Via Gregoriana “ “ *9

P e r l’anno 1917 l’Economista continuerà ad usci-I re con otto pagine in più, come per l’anno de­ corso. Il continuo accrescersi dei nostri lettori ci dà affidamento sicuro che:, cessate le difficoltà materiali in cui si trova oggi tutta la stampa ed in specie la periodica, per effetto della guerra, po­ tremo portare ampliamenti e miglioramenti al no­ stro periodico, ai quali già da lungo tempo stiamo attèndendo.

I I . p r e z z o d i a b b o n a m e n to è d i !.. « o a n n u e a n tic ip a te , p er l ’I t a lia e C o lo n ie . P e r l’ E s te r o (u n io n e p o s ta le ) !.. * 5 . P e r g l i a lt r i p aesi si a g g iu n g o n o le spese p o s ta li. Un fa s c i­ co lo sep a rato !.. t . __

S O M M A R I O : PARTE ECONOMICA.

R e s triz io n e di consumi e com m ercio.

L e sp es e d e lla g u e rra e il p re s tito n a zio n a le 5,55 % n e tto — Fe d e r ic o Fl o r a.

P rim a sta tis tic a d e ll’ a s s is te n z a c iv ile — E. Z. NOTE ECONOMICHE E FINA N ZIA R IE .

Prestiti di guerra presso i popoli belligeranti — Circola­ zione agli Stati Uniti — Problema dello zucchero --C on ven zion e di Bruxelles per lo zucchero - Seta in America.

EFFETTI ECONOMICI DELLA GUERRA.

Commercio mondiale — Com m ercio degli Stati Uniti — Dia­ manti agli Stati Uniti.

FINANZE PR O VINCIALI

Bilancio preven tivo della provincia di Firenze, LEGISLAZIONE DI GUERRA.

Economica .- Abbonamenti ferrovia ri — Esecuzioni su beni im­ mobili di m ilitari sotto le armi — Noleggio di navi di bandiera neutrale — P rova diretta delle successioni nel debito pubblico — M iniere di combustibili fossili — Censimento del carbone — Macellazione suini — Comitato dei consumi — F in a n z ia ria : Ca­ ratteristiche del nuovo p re stito — Carta bollata — Buoni ordinari del Tesoro emessi e da emettersi per pagamenti di forniture militari — Mutui ai Comuni — Monopolio dei fiammiferi. IL PENSIERO DEGLI A LTR I.

Torniamo alla terra, Et e o c l e Lo r i n i— L ’espansione bancaria degli Stati Un iti — Risparmio operaio, Ar n a l d o An e l l i — Ac­ ciaio e piroscafi: per la guerra o per i l dopo guerra? L. Ei n a u d i. NOTIZIE - COMUNICATI - INFORMAZIONI.

Le azioni della Banca d’ Italia — Consorzio bancario per il nuovo prestito — Cambio decennale del consolidato 1916 — Futuro regime doganale — Economia del dopo guerra — Capi­ tale delle Ba'nche russe — Istituto italiano di Credito Fondiario — Prestito Nazionale consolidato 5 °/0 netto a pubblica sotto- scrizione per le spese di guerra — Commercio della Nuova Ze­ landa.

Situazione d e gli Is titu ti di Credito m ob ilia re, Situazione degli Is titu ti di emissione ita lia n i, Situazione degli Is titu ti Nazio­ na li Esteri, Circolazione di Stato nel Regno Uuito, Situazione del Tesoro ita lia n o , Tasso d e llo sconto ufficiale, Debito Pubblico italiano, Riscossioni doganali,Riscossione dei^ trib u ti n e ll’ eser­ ciz io 1914-15, Commercio coi p rin c ip a li Stati nel 1915, Espor­ tazioni ed im portazioni riu n ite, Im portazione (per categorie e per m esi), Esportazione (per categorie e per m esi). Prodotti d elle Ferrovie d ello Stato, Quotazioni di va lori di Stato

it a lia n i, Stanze di compensazione, Borsa di Nuova York, Borsa di P a rig i, Borsa di Londra, Tasso per i pagamenti dei dazi do­ gan ali, Tasso di cambio per le fe rro vie Ita lia n e , Prezzi d e l­ l ’ argento.

Cambi a ll’ Estero, Media u ffic ia le dei cambi a g li e ffe tt i d e ll’ a rt. 39 del Cod. comm., Corso medio dei cambi accertato in Roma, R i­ v is ta dei cambi di Londra, R ivista dei cambi d i P a rig i. In d ic i economici ita lia n i.

V a lori in d u striali. Credito dei prin cipa li Stati.

Numeri ind ici annuali d i varie- nazioni. Pu bblicazioni ricevute. I

I manoscritti, le pubblicazioni per recensioni, le comunicazioni di redazione devono esser dirette all’avv. M . J. de Johannis, 56, Via Gregoriana, Roma.

PARTE ECONOMICA j

Restrizione di consumi e commercio

Si deplora da molti che la massa di denaro che lo Stato è costretto a riversare straordinariamente nel paese in conseguenza della guerra, abbia per effetto un elevamento del tenore di vita di una ri­ levante parte di cittadini e pressoché un eccessivo dispendio per acquisti superflui e voluttuari. Si trae argomento da ciò per invitare il governo ad una diversa e più rigida disciplina dei consumi : diversa inquantochè si appoggiano da alcuni le ra­ gioni dei pasticcieri e dei confetturieri, dei ma­ cellai, lattai, ecc., i quali sostengono che le restri­ zioni nuocciono soltanto al loro commercio e non servono che in parte relativamente lieve a diminui­ re determinati consumi alimentari; più rigida in­ quantochè si invocano provvedimenti diretti a sop­ primere totalmente il commercio di alcuni oggetti così detti di lusso, quali gioielli, toilettes, antichità, bijouterie, ecc.

Riconosciamo che esiste, al di sopra di ogni altra, una ragione morale, la quale riveste della parvenza di giustezza il proposito di coloro i qua­ li protestano contro il dispendio irragionevole da parte della massa dei cittadini; ma al di fuori del­ la ragione morale, non sappiamo vedere altre ragioni che giustifichino una esagerazione di ri­ gidi provvedimenti quali quelli che vengono pro­ posti.

Il tenore di vita del popolo è in genere più ele­ vato del normale : ciò è effetto, in parte degli ele­ vati salari che la scarsezza di mano d’ opera at­ tuale ha causato nelle industrie e nell’ agricoltura, ed in "specie in tutti gli opifici che lavorano su ordinazioni per l’esercito; in parte dell’ essersi un discreto quantitativo di elemento femminile sosti­ tuito nei vuoti lasciati dagli uomini mobilitati che sono usciti dal carico della famiglia; in parte dei sussidi alle famiglie dei richiamati ed indennità percepite dai militari in zona di guerra, che non avendo come spendere, riversano nel paese conti­ nuamente le somme percepite. A questa categoria di cittadini che si sono trovati ad avere improvvi­ samente disponibilità che mai avevano avuto o fórse sperato di avere in precedenza, va aggiunta la schiera, non numerosa però, d industriali e com­ mercianti che in conseguenza della guerra e delle forniture hanno realizzato guadagni considerevoli.

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con-98 L ’ E C O N O M I S T A 4 fe b b r a io 1917 - N . 2231

i ,, «j-crarti-i e pipile toilettes ni-odo bellico, con quelite del coriti-sp-ondente pecio-delle S l l S ^ r d e l Ì S h i t à ' t e n ^ t «o P -iflco . La differenza fra i due pe-r^r cappre-fetti,

non necessari,

co-ntra-pacifiCó. _ ,

senta Ila m aggiore spesa finanziaria effettiva oc^ cagionata ai due dicasteri m ilitari dalla guerra. Re­ stano, quindi, escluse le spese per gli interessi dei debiti di guerra e tutti i nuovi oneri addossati per essa ai bilanci speciali deg-lii altri dodici ministeri.

Anche ristretto alle spese'm ilitari, il calcolo però, riuscirebbe più logico, se il confronto si facesse fra. le spese ordinarie e straordinarie dei due dicasteri, nello stesso andò finanziario isolatamente conside­ rato. Seinpnchè, non essendo possibile distinguere nei pagamenti mensili del Tesoro, quanta parte di­ esai sia dovuta alla guerra .e quanta parte a spese che i due Ministeri m ilitari avrebbero dovuto sop­ portare anche, se quella non fosse scoppiata, è ne­ cessario assumere come termine del confronto Teser­ em o -anteriore alla conflagrazione europea, decor­ rente dal luglio 1913 a-1 30 giugno 1914, riguardante per noi e per i belligeranti tutti un periodo pacifico normale che non lasciava punto prevedere l’orrenda bufera.

In base a tale criterio, il costo finanziario della guerra italiana, desunto dai conti vecchi e nuovi del Tesoro (l’ultimo venne pubblicato dalla Gazzetta Uf­ ficiale dei 23 gennaio) risulta dia questo nostro-chia­ ro prospetto che, limitatamente alle spes-e militari, rappresenta quanto d:i più completo ed evidente è oggi possibile offrire ail-a -legittima curiosità dei cit­ tadini, chiamati con le imp-ost-e èd’ i prestiti a. pagare l’alto prezzo ohe la rimozione deil’iniqu-o confine vale ed esige.

Pagamenti del Tesoro per spese militari

(M ilioni di lire) Periodo preparatorio A g o s t o 1914-aprile 1915 A g o s t o 1 9 1 3 -ap rile 1914 Periodi beliici M a g g io 1915-giugno 1915 M a g g io 1914-giugno 1914 L u g lie 1913-gm gno 1914 L u g l i o 1916-dicem bre 1916 . L u g lio 1916-dicembre 1913 L u g lio 1913-dicem bre 1913 .

Pagamenti Spese di guerra

1.607 — 707 + 900 1.431 236 + 1.195 8.344 1.040 + 7.304 5.586 184 + 5.102 i b e llic h e t o t a l i 14.501

questi oggetti o consumi

riamente ai precetti degli economisti. v

Ora noi osiamo pensare che ciàB non sia cosi rovinoso, da dover provocare discipline eccessive per porre termine ad uno stato di fatto, da al­ cuni (per la ragione morale) reputato scandaloso. In primo luogo il governo stesso quando ha cercato di limitar« i consumi, ha.avuto però la sa­ na preoccupazione di non uccidere i commerci e gli interessi che- avevano base in quei consumi. Sarebbe stato provvedimento facile e decisivo il proibire totalmente e continuatamente la vendita delle paste, dei dolci, dei gelati, delle ghiottone- rie : ma non si volle far ciò, avuto anche in con­ siderazione che non fosse per essere nè politica­ mente opportuno, nè economicamente convenien­ te annientare una complessa rete di interessi, i quali, fra l'altro, figurano nelle dure liste dei contribuenti. E saggiamente il Governo ha scelto la via della limitazione di certi consumi sia pure superflui, anziché quella della loro soppressione. E ’ perciò che abbiamo, caffè, sale da thè, pastic­ cerie, teatri, cinematografi ecc., aperti, sia pure limitatamente.

Ora giova considerare che il denaro detenuto da coloro che danno sfogo al soddisfacimento di desideri forse lungamente repressi, e all’ acquisto di oggetti di lusso, probabilmente troverebbe al­ tre vie per uscire dalle tasche dei medesimi, e non seguirebbe egualmente la via raccomandata, quella del risparmio o della sottoscrizione di pub­ blici prestiti. Allora? allora sembra possa essere più vantaggioso che quel denaro, forse destinato a rimanere infruttifero od improduttivo o mal speso, passi nelle mani del fabbricante di calza­ ture, o commerciante di cappelli o di stoffe, del gioielliere, ecc. i quali già sono iscritti nel libro delle attività del paese, appartengono alla cate­ goria dei commercianti e degli industriali e co­ me tali sanno dare impiego al loro- denaro in­ crementando la ricchezza nazionale, meglio che non lo sappia fare il singolo privato. Devesi an­ che aggiungere che il fisco, l’inquieto ricercatore e indagatore di imponibile, più facilmente -potrà mettere le sue mani sopra al denaro speso per consumi voluttuari, piuttostochè su quello che si trovi ancora nel borsellino del consumatore.

Che il denaro, in tempo di pace, od in tempo di guerra circoli, è cosa che avvantaggia la eco­ nomia generale, anziché nuocerle : e nuocerebbe altresì che gli effetti della guerra maggiormente si estendessero nell’ annientare commerci prosperi quali quelli delle gioiellerie, delle antichità, delle calzature, delle toilettes.

Per le ragioni che abbiamo sopra esposte non partecipiamo della opinione di coloro che vorreb­

bero condurre certe limitazioni di consumi ad estremi eccessivi. Forse per noi il problema che maggiormente dovrebbe attrarre le attenzioni di tutti è l’ aumento proporzionato dèlia produzione Di fronte a questo però si ergono difficoltà di ma­ t o d’opera e di altro genere che per ora lascia­ no poco margine alla speranza che possa venire risolto durante il conflitto; ma comunque, per cer­ ti campi offre ancora migliori' attuazioni, che non la soppressione completa di alcuni commerci.

Li spisi della mura a il prismi nazionali 5,55 %

Il costo- della guerra europea, rimane -sempre, dal lato -e-cono-micio e finanziario, uno degli argomenti che più appassionano i l publhlteo.

E' u-n dialo, per ciò.-che con-eemie le sole spase mo­ netarie m ilitari pagate dalla cassa dallo Stato, che

può 'calcolarsi con sufficiente approssimazione, com- si o d , impiegati.

parando le spese pe-r la guerra e la marina nel pe- j M-a non meno vantaggiosa, riesce l’emissione del-Addizion-an-do le eccedenze d[e.i quattro periodi si ottiene una som-ma dii 14.501 milioni c-h-e esprime la spesai -effettiva della guerra per i dicasteri m ilitari dai-Fago-sto 1914 al 31 dicembre 1916.

Come venne pagata?

La risposta, per la stessa "epoca, è facile. Si emi­ sero 3336 milioni di biglietti di b-anc-a e di Stato; si accrebbe il debito fluttuante di 8996 milioni rappre­ sentati da buoni con scadenze - variabili da tre mesi a -cinque anni collocati airinte-rno p aire-stero; si accesero, c-on i tre prestiti nazionali, 4358 m ilioni di debiti .redimibili da estinguersi entro cinque» lustri, Sono espedienti qhe al 31 di-ce-mb-re u. s-. avevano procacciato a-!i Tesoro 16.690 milioni di entrate straor­ dinarie, ma dei quali non si poteva però usare più a lungo -senza compir omettere la solida situazione odierna.

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ape-4 fe b b r a io 1917 - N . 2231 L ’ E C O N O M I S T A 99

la nuova rendita per i , nostri; risparmiatori, che non hanno già, al pari .degli speculatori, la- preoc- eUipazion.e continua di vendere, o di comprane a seconda delle quotazioni di borsa delle quali non si curano, mia di ricavare dai titoli del! debito perpe­ tuo, mèzzo di risparmio- e- di investimento superio­ re ai mutui ipotecari, per il periodo più lungo pos­ sibile un reddito sia pure modesto ma fisso e co­ stante.

Questa volta il reddito non è più il consueto tre e' mezzo ma, dato il bass-o corso di emissione della nuova rendita il cinque e 55 per cento, superiore al reddito di tutti i prestiti rimborsa bili finora emessi.

E’ una superiorità sufficiente da sola ad assicu­ rare alla nuova rendita perpetua, cine verrà ad ag­ giungersi agli otto miliartdd d-i quella antica, un successo trionfale.

Le spese belliche ed il débiti relativi dieÙTtalia, non giustificamo punto l’opera insidiosa dei subdoli rie mici della nostra guerra, ohe ora, come nel 1866, cercano di scuotere la fiducia dei risparmiatori ai quali lo Stato, per la quarta volta chiede a prestito, a condizioni olitremodo vantaggióse, le -r-icehezizie ne­ cessàrie a compiere l’aspra impresa liberatrice.

Le spese .militari dell’Italia, a* paragone di q-uelle delle altre Potenze nemiche o alleate non sono af­ fatto'allarm anti. Vulga ta proposito, l ’unito prospet­ to, compilato con g li stessi criteri seguiti per il cal­ colo delle spese belliche italiane.

Esso servirà a- temperare alquanto gli entusiasmi per i titoli- esteri ancora acquistati, malgrado l’al­ to cambio, dai cittadini italiani, ignari della situa­ zione' finanziaria, degli Stati emittenti. E’ un con­ fronto salutare, rieco di ammonimenti per ila stes­ sa vittoriosa condotta della nostra 'guerra, che esi­ ge la massima tensione delle forze economiche e spirituali della nazione.

*

Le spese esclusivamente m ilitari delle- cinque grandi nazioni, secondo diati ufficiali od. approssi­ mativi da noi attinti a riviste economiche e finan­ ziarie inglesi e francesi, nei' primi ventinove mesi de! conflitto,- ammonterebbero alle cifre seguenti, alile quali abbiamo aggiunte quelle ottenute per il nostro paese allo scopo di offrire un quadro comple­ to del costo monetario della lotta che insanguina e distrugge, per terra, e per mare', e d'alTaria, la .ric ­ chezza ed! il fiore delia forza e delTintelldgenza eu­ ropea.

Spese militari delle sei grandi potenze europee dal 1° aprile 1914 al 31 dicembre 1916

Stati Spese totali Spese medie mens. giorn. m iliardi di lire m ilioni di lire G e rm a n ia e A lle a t i .

f

82 2.830 94.3 A u s tr ia -U n g h e r ia 36 1.239- 41.3 T o t a le 118 4.069 135.6 I n g h ilt e r r a e C o lo n ie 72 2.483 82.8 F r a n c ia 45 1.552 . 51.7 R u ssia .

,

,

42 1.448 48.2 Ita lia . . . 14.5 500 16.7 T o t a le 173.5 5.983 199.4 T o t a le g e n e r a le

Sono cifre mostruose.

291.5 10.052 385.0

In ventinove mesi si sono spesi, per l ’esercito e la m arina impegnate niella battaglia, circa 300 m i­ liardi, ossia una somma sufficiente — allineando le monete di una lira occorrenti a form arla — a fune centosettantuna volta il giro della terra!

Il prospetto non è però »Confortante per il nostro paese.

Le spese dii guerra dellTtalia non superano la ventesima parte delle, spese belliche complessive.

Sarebbe però erroneo credere che le minori spese assolute implicassero per l’Ita lia uno sforzo finan­ ziario di gran lunga inferiore a quello delle altre nazioni belligeranti. Basta, per convincersene, ri­ ferire le spese d i guerra alTammontar-e del reddito nazionale annuo dei --singoli paesi guerreggianti. Il reddito de.HTta.lda, secondo calieoli anteriori alla guerra ammonta al massimo a quindici miliardi, ossia alla metà del reddito della Francia; - al terzo del re d d ito ’dèlia Germania, al quarto del ‘reddito

d’efli1’Inghilterra. Sono rapporti che lo spostamento di fortune e il rincaro dei prezzi causati dalla guer­ ra, non hanno certo sensibilmente modificati. In ba-se ad assi le spese annuali della guerra per l ’Ita ­ lia Calcolate sulla inedia mensile dei primi venti mesi di guerra (680 x 12) assorbirebbero però più del 54 per cento del reddito nazionale. E’ una per­ centuale superiore a quella de.llTnghilterra che spende per la guerra metà del suo reddito, ma infe­ riore ali© percentuali della Francia e della Germa­ nia, che sempre in base alile medie mensili esposte, spendono per -sostenere la lotta immane il 60 ed il 74 per cento dei loro reddito annuo .

L a situazione dellTtalia, anche da questo aspetto relativo non può destare apprensioni di sorta nei risparmiatori, per i quali, inoltre, -il Tesoro si è già assicurato per Teseremo in corso e per i ven­ turi seicento -milioni di m aggiori entrate ordinarie, sufficienti a pagare gli interessi di sei m iliardi del nuovo consolidato perpetuo.

Simile constatazione nulla togli-e, però alla entità, dei sacrifici compiuti, ammessi eid elogiati dallo stesso Times e che speriamo ci vaiwanno dall’ In ­ ghilterra, che già ebbe a prestarci 3.427 milioni in oro, maggiori aiuti.- Sono sacrifici òhe solo la con­ siderazione del reddito nazionale residuo può met­ tere in piena luce. Le diverse percentuali implica­ no a tale riguardo, per i cittadini dei quattro, pae­ si considerati, sacrifizi profondamente diversi. Sot­ traendo le speso della guerra, dall reddito annuale complessivo l’Italia, fra tutti, è quella che rimane con là quota minore. Ora quanto più bassa è la parte residua tanto maggiore è -il numero dep bi­ sogni insoddisfatti e dei capitali intaccati e quindi il sacrificio.

*

■ Da ciò la urgenza -per l’Italia, esposta per Tesile suo reddito, la -mancanza di valori esteri realizza- bili -e lo sbilancio -oómme-rcialep alla più vq-sta ridu­ zione dei consumi, di una condotta rapida, ener­ gica, intensa delta guerra il cui costo aumenta o- igni mese in misurai inquietante. Nel dicembre del- Tanno testé finito -salì a 1.060 milioni contro 713 m i­ lioni spesi nel mese corrispondente del 1915.

I cittadini, compresi d i questa suprema necessità non possono rifiutarsi di prestare al Tesoro 1-e ric­ chezze all’uopo' occorrenti evitando adì esso l’au­ mento dei biglietti -all’interno -ohe rincara vieppiù prezzi e cambi; 41 rimborso dei -buòni a breve sca­ denza, -che assottigli,a le risorse della Càssia, e re ­ missione di altri onerosi prestiti all’estero che at­ tenta alla indipendenza economica -e politica della nazione.

Ogni acquisto, della nuova rendita, perpetua, mentre giova, per Paltò reddito ei le favorevoli con­ dizioni ai risparmiatori e alle loro famiglie, affret­ ta per, tutti, il giorno radioso della vittoria.

Federico Flora.

P rim a statistica dell’assistenza civile

I provvedimenti ammani sfrativi, come anche quelli d'.ipdoie legislativa presi amm inistrativam ente, in forza- dei pieni poteri, si succedono co-n rapidità Ver- t'igimoisa. L a cosa non potrebbe, finché dura la guer­ ra, andare :in modo diverso, -poiché i bisogni premo­ no, in cab-amo, si moltiplicano. Nel soddisfarli quanto -più e megil-io s-i possa, Trazione dte-1 Governo è stata ed è tuttora coadiuvata da quella dei cittadini, i quali rmmMii in associazioni, spiegano, d-ove più e dove -meno, un buon volere operoso e una assiduit-à di cui -in tempo di pace non v ’era esempio. DeU’ope- ra dii Stato, che riguarda e comprende conte,mpora- neiamiente l’intero paese, -i risultati- sii vedono da tutti, o da tutti-prima o poi si sanno, anche perchè il Go­ verno ogni t-anto suole dam e notizie-. Quella invece delle spontanee e libere 'associazioni private, come è di per sé stessa locale, così anche è poco nota fuori dei singoli 1 Ungivi dove rispettivamente si svolge. Ep­ pure sarebbe bene che, nel suo complesso e nelle sue parti, fosse egualmente nota da per tutto, per le dùe ragioni ohe seguono.

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che combattono per la'patria; ora inviano doni con- '■geoeri a quelli tr.a essi ette si trovano prigionieri in paesi nemici; ora facilitano loro il modo dii dare le proprie notizie all©'fam iglie e dii averne da queste; e quali largiscono sussidi alle , vedove e agli orfani dei caduti in battaglia, quali soccorrono le madri che allattarlo, o i vecchi rimasti privi di. sostegno do­ mestico; quali invece s’adoperano a procurar lavoro ai disoccupati, quali confortano di cure amorevoli e dii ctoni gtlli ammalati, i ferirti, i mutilati, quali fi­ nalmente, con criterio eli raffinata carità e civicamen­ te provvido, recano un soccorso rapido, eh© non e- sclludle in qualche caso lai continuità, a quanti più possono dei numerosissimi danheggiati dalia guer­ ra, non appartenenti a nessuna delle categorie a cui favore aJltrii Comitati sii prestano. Sono milioni e m i­ lioni di lire che in tal modo circolano nel paese e vanno dai più abbaienti ai meno abbienti e cemen­ tano la solidarietà sociale e nazionale e leniscono rinevdrtabile disagio economico.

Mia quanti sono, almeno in via approssimativa?. Come si distribuiscono (in, pnevallemza- tra i vari sco­ pi suaccennati ed altri ancora? Saperlo, sarebbe tiutt’altro 'che ozioso. Fatti collettivi di così ragguar­ devole entità onorano la nazióne, ne tengono preai,o- isamente alto il inorale, e la ¡.oro generale cognizione giova a che ne perduri il moto benefico e questo pos­ sibilmente si accresca.

L ’altro motivo eh© oonsigMa la pubblicità è un do­ vere di giustizia ed ha unò scopo.d’impiulso e <M emu­ lazione. Se il complesso è mirabile,' le sue parti non sono tutte in ©guai modo soddisfacenti.'In molti luo­ ghi la gente isli è ihossa, m a piuttosto tardi; ha dato ma con una tal, quarte parsimonia; Lasslistenza ornile si è organizzata, m a è un jpo’ gracile, oppure non riveste fuorché poche tra le tante forme, ohe ha in­ vece altrove!. Quia ie là non va scevra dia un certo d i­ sordine, o dalia taccia di sperpero', o da quella d i favioritiismo. ISIono difetti sino à un certo segno per­ donabili, frutto qualche volita d ’inesperienza. Ma se in alcune città si è saputo fa r più e meglio che in altre, s© taluni 'Gomitati ha,uno acquistato, assiali più che altri congeneri, vèr© benemeranze 'verso lia, patria,, perelhè non mette rio in .rilievo? Fare in modo che la debita lode stia, data a chi spetta, non è altro che giu­ stizia. Emergeranno spontanei parecchi confronti : e 'beni vetmganio! Piuttosto che odiasi, saranno istrut­ tivi; in quanto a coloro ohe ne escono meno, onorati posson riuscir dii sprone, di’incentivo a misurarsi da oira, iiin-.pdi coli, m igliori e più capaci.

Per tutte ipieste considerazioni, è da approvarsi pienamente il ministro ' Comandimi per aver dira­ mato ai Presidienti dei' Comitati d ’assistenza civile un questionario inteso a raccogliere, dice il comu­ nicato 'ufficilallte, «d diati © le notìzie occorrenti a do­ cumentare coni© tutto il nostro Paese abbia fian­ cheggiato con entusiasmo l’opera dei suoi figli alile armi e si sia mostrato degno die! loro eroismi e dei loro sacrifici ».

Le risposte ai questionario serviranno alla pubbli­ cazione d ’uno dei più importanti documenti della nostra guerra. Non possiamo!, supporre che alcuno dei nostri Presidenti dei Comitati trascuri di porge­ re le notizie richieste. M a s© ciò avvenisse, a noi pa­ re che sarebbe il caso dii farlo sapere. Cuique smini.

Pel questionario è stato preparato un modulo, ohe consta di un notiziario generale e di un notiziario finanziario.

Nel primo dovrà indicarsi sinteticamente quali furono le opere di assistenza! compiute verso i sol­ dati combattenti, i saldati prigionieri, le mogli, i genitori e 1 figli. d'e.i combattenti e dei richiamati, in piro dei feriti, dei mutilati, degli invalidi, per le li­ quidazioni delle pensioni di guerra e gli aiuti of­ ferti alle fam iglie dei .soldati mediante i lavori di indumenti m ilitari, di munizionamento, ecc.

Nel notiziario finanziario i Comitati d,i assistenza civile dovranno • esporre le cifre relative alle entrate e alle uscite al' 30 giugno 1916, indicando, per le u- scite, le somme che furono spese per l ’assistenza ai soildati combattenti, ai prigionieri, all© mogli e ai genitori dei soldati, ai figli, ai feriti, ai mutilati e agili invalidi e così via, in relazione alle opere elen­ cate nel notiziario generale.

Mentre ci piace ripetere l’espressiiomie del nostro ■ plauso, da una lieve critica non possiamo astenerci. Perchè nella parie finanziaria questa prima

stati-4 fe b b r a io 1917 - N . 2231

stica della assistenza civile deve giungere al 30 giu­ gno 19.16 e non oltre? Si tratta di amministrazioni non gigantesche, che gii,oyia. .sino a prova contraria presumere abbastanza ordinate. E’ già trascorso il primo mese di quest’anno nuovo. Non era meglio estendere a tutto il 1916' il limite tracciato? Non si sarebbe ancora in tempo?

_ _ E. Z.

NQTE ÉCONQMTCHE E FINANZIARIE

Prestiti di guerra presso i popoli belligeranti

La legge degli economisti che coli prestiti sia ri­ coperta salo una parte deli© spese di guerra, per cui va celebrato il piistema finanziario inglese duran­ te le guerre, napoleoniche sostenute per metà dai prèstiti e per metà imposte straordinarie, non è istalla, icert,amento applicata dall© inazioni helliige- raliti; tanto è il costo della guerra moderna, che rammento delle imposte serve unicamente a ll’onere degli interessi.

La Francia coll 23 novembre 1915 ha portato a 6 miliardi e mezzo il suo debito con la Banca di Fran­ cia,-coll vantaggio di un interesse limitatissimo, l’I %, fino alla con cinsi,one della pace; ma il debito si accresce di 10' maliardi dì buoni della difesa na­ zionale e di 2.6 miiliaiidli tìli consolidato, ottenuti con due presiti ti all’iinteirnó. (Solfo da aggiungersi 1 mi­ liardo ,e mezzo di' obbligazioni negli Stati Uniti per gli acquisti di combustibili, anni e derrate, e 2 mi­ liardi e mezzo di prestiti contratti sul mercato di

Londra.-La- Gran Bretagna è quelita che fia il maggiore sforzo finanziario: le sue «pese quotidiane salgono a 165.197 milioni delle nostre Tire Lo Scacchiere non si è rivoltò alla Banca d ’Inghilterra, ma ha cominciato coll’aumentare la circolazione fiducia­ ria con emissione di biglietti di Stato, currency no­ tes, per 135 milioni dii sterline. Al debito fluttuante costituito di buoni del Tesoro, certificati di guerra, obbligazioni dello Scacchiere, si aggiungono i con­ solidati d i due prestiti, uno del novembre 1914 e l’altro del giugno 1915, che con quelli contratti al- i’esrtaro portano ili debito pubblico inglese ad una cifra eguale a 76 m iliardi di lire .italiane.

Meno note sona le condizioni della Russila che au­ mentò ila circolazione dei biglietti dii banca da 1600 milioni dìi rubli a 72,00; anc.h’eissa' a prestiti interni 'con buoni risultati, mantenendo i corsi abbastanza •alti. Dopo Ilo scoppio della guerra invéce di emet­ tere rendita sui mercati stranieri fila preferito con­ ti',arre debiti cori la Francia e con lTnghilterra.

Anche le risorse deli’italiia provengono dalle tre fomiti principali della circollazione fiduciaria,, dei buoni del tesoro e dei consolidati, i biglietti, di Stato erano saliti il 31 agosto scorso a 1200 milioni e quél- ili delle banche di emissione ad oltre 4 m ilia rd i Fin rial tempo della' neutralità aprì la serie dei prestiti, emettendone poi altri dure ¡per una cifra oompelsisi- v,a di oltre 4 miliardi. Il servizio degli interessi è stato largamente assicurato con un coraggioso au­ mento d i imposte per 600 milioni di lire.

Anche la Romania; sòlita finora ad emettere-pre­ stiti sui mercati * esteri, ha sperimentata con buona fortuna un prestito interno al 5 %.

Quanto al paesi nemici si posseggono dati meno sicuri, specialmente per TAustria-Unigheria, la Bul­ garia e la Turchia. Del resto esse sono stiate forni­ te più volt© dii denaro diali,a Germania ed' è questa che dà ila misura della resistenza economica dlel blocco nemico.

Essa da l principio della guerra — così concili,ude un suo articolo Raphael Lévy nella Pevue des Dent­ inoti des — ha triplicata la sua circolazione fiducia­ ria, con deprezzamento del marco di quasi un, terzo del suo valore;. I suoi prestiti contano cinque e- missliond fino all’ottobre 1916, sono una' ridda fan­ tastica di miliardi che salgono ad un,a cifra pari a 60 miliardi dèlie nostre Mire.

Circolazione agli Stati Uniti

La circolazione degli Stati Uniti ha subito,, attra­ verso il tempo, come in tutti i paesi, un notevole au­ mento; mentre ai 1° gennaio 1879 essa era di dollari 16.92 per abitante, al 1° novembre 1916. era salita a doli. 41.18. Può essere interessante paragonare la qualità del medilo circolante che ha contribuito al- rinciremiento. Eccone le cifre:

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4 fe b b r a io 1917 - N . 2231 L ’ E C O N O M I S T A 101 Circolazione (dollari)

M edio circolante 1° nov. 1879 1° nov, 1916 O ro c o n ia to ed in lin g o t t i . , • 96.262.850 650.123.528 C e r t ific a t i d ’ o r o ... 21.182 280 1.562.373.319 M o n ete d ’ a rg e n to . . . 5.790.721 70.351.734 C e r t ific a ti d ’ a rg e n to . . . . 413.360 479.021.918 Id. s u s s id ia ri d ’a rg e n to . . 67.982.601 180.534.963 B u o n i d e l T e s o r o d e l 1890 . — 2.049.231 B ig lie t t i d i S t a t o . . . 310.288.511 344.703.873 Id . d e lla F e d e r a i K e s e r v e . . — 236.251.605 Id . id id. B a n k ... — 10.8S8.860 Id. N a t io n a l B a n k . . . . . 314.339.398 707.86; .158 T o t a le 816.339.398 4.241.162.187 P o p o la z ió n e c a lc o la ta . . . . 48.231.000 103.001.000 C ir c o la z io n e p e r a b ita n te . . 16,92 .,41.18

Al I o d;i gennaio 1879, la daita della riassunzione dei. pagamenti in moneta, metallica, le monete d ’oro ed i lingotti erano, come sopra è dietto, inferiore a 100 milioni di diolllari; adesso essa .eccede 1 650 milio­ ni, mentre i corrispondenti certificati sorto saliti da 21 milioni ad ottarp un miliardo e mezzo; e così i cer­ tificati d?argento da meno di mezzo milione raggiun­ gono ora quasi il mezzo miliardo.. I biglietti degli Stati Uniti rimangono pressoché identici, essendone il loro volume fissato per legge; quelli invece della Banca Nazionale sono raddoppiati, edi una nuova forma di moneta cartacea figura, cioè biglietti della Federai Riserve che giungono fino a 236 milioni di dollari, ma che sono al presente’ garantiti, da oltre 200 milioni di dollari dii oro. Il totale della circola­ zione cartacea era nel 1879 di 816.266.721 dollari, mentre al 1916 si trova salita a 4 miliardi 241.162.189.

Nonostante sia stato inserito nella circolazione qua­ si mezzo miliardo d ’hrgento e circa 400 milioni di dollari di, carta, Faumento deU’oiro è stato così pote- volé da renderne la proporzione assai migliore, c.he non fosse nel 1879. Infatti, mentre allora su una cir­ colazione dii 816 milioni di dollari soltanto 117 m ilio­ ni erano in oro, o , certificati d ’oro, cioè il 14.3 per cento, adesso invece, su un totale di 4241 milioni l'oro vi è per 2212 milioni e cioè pel,50 per cento cir­ ca. Anzi, siccome l ’argento ha- un valore intrinseco dii circa la metà del suo valore nominale in oro, llia proporzione aumenta ancora. Però non. è del tutto esatto dire che tutto l’oro sta a copertura della metà della circolazione, perchè infatti esso sta nelle se­ guenti proporzioni : a garanzia .dei certificati d’oro il 100 per cento, dei certificati verdi (greeobacks) 50 per cento, dei biglietti della Federali Reserve, ,8 per cento, mentre i 700 milioni di biglietti delle Ban­ che Nazionali non sono coperti dall’oro. Tuttavia presa nel complesso la circolazione fiduciaria degli Stati Uniti è ben protetta dalle riserve d ’o ro ..

Per molti anni è stata condotta una campagna da coloro che sostenevano che là prosperità del .paasè era in rapporto diretto colla circolazione monetaria per capita, e le presenti prospere condizioni degli Stati Uniti, considerati con una ampiezza di circola­ zione senza precedenti, saranno ritenute come pro­ va incontrovertibile della verità di quella teoria. In ­ vece si potrebbe notare che in fatto alcuni paesi con una larga circolazione non sono prosperi, men­ tre lo sono altri con limitata circolazione; d ’ailltra parte paesi con Larga circolazione, erano anche pro­ speri come la Francia, pr.iima della. ,guerra. L'Im pe­ ro Britannico invece ha prosperato con lim itata c.iir- colazioné, ma i.n quest’ultimo paese il reale medium di circolazione veniva costituito dagli assegni. & che- ques bancari, che, erano, all’opposto, meno usati in Francia.

Negli Stati Uniti, mentre i cheques sono larga­ mente usati, apparirebbe ohe si fi chic cía dal paese una larga circolazione ed. anche-Una varietà di me­ dio circolante'.

Problema dello zucchero

L ’Italia è in girado,di. produrre tutto-lo zucchero che le necessita, per quanto il consumo sia ora cre­ sciuto in modo da avvicinarsi, l’anno scorso, a Kg. 7 per abitante, mentre nel 1900 era soltanto di Kg. 2,4. L’anno passato furono coltivati a barbabietole 50 mila ettari di terreno: per tanto, benché il raccolto sia stato migliòre di quello del 1915, eccezional­ mente scarso causa la cattiva stagione, alcuni dei nostri maggiori zuccherifici rimasero chiusi in man­ canza di materia prima e si produssero complessi- \ ámente un milione ed 800 mila quintali di zucche­ ro. Il consumo del 1915-916 avendo raggiunto 1 due

milioni e mezzo di quintali abbiamo, rispetto al fabbisogno nazionale, un deficit di circa 700 mila quintali; lo che giustifica i vari provvedimenti presi dal Governo per diminuiirne il consumo. E’ cento però che uria maggior previdenza avrebbe evitato il grave inconveniente, con grande beneficio della popolazione, di alcune nostre fiorenti industrie ed alitresì dleiil’Erario.

Sarebbe bastato, infatti, colti vaine a barbabietole da, 18 a 20 m ila ettari di terreno in più — afferma il prof. Felice Garelli, ordinario dii chimica tecno­ lo gica 'n e! Polii, di T a rin o!— per1 fa r lavorare tutti gii zuccherifici « produrre lo zucchero in quantità sufficiente. Nella campagna dlel. 1913, cón 82 mila ettari dii terreno e coi nostri 37 stabilimenti in azio­ ne, si ottennero più di 3 milioni di quintali di zuc­ chero greggio, tanto che si accumularono n.ei'm a­ gazzini forti riserve, pur troppo, .assai presto, im­ provvisamente disperse.

Dacché i mezzi tecnici di produzione non difetta,- no, bisogna provvedere a che si ottenga da essi la massima efficienza. Con l’attuale tassa di fabbrica­ zione dì L. 138.15 per quintale, la produzione ed il ■consumo di 2 milioni e mezzo di quintali di zucche­ ro, avrebbe dato all’erario la cospicua somma di « 309 milioni » di lire, vale a dire « 100 milioni » di q ù della sómma cjie perciiplrà quest’anno in cau­ sa elei forzato, a rtificios» restringiménto del consu­ mo. F non si dimentichi ch.e 20. m ila ettari dii terre­ no coltivati .a barbabietole significano, non soltanto •700 o 800 mila quintali d i zucchero in più e 100 m i­

lioni per l’erario, ma ben. anco, contemporaneamen­ te, T apprezzato foraggio-per 20 mila capi di bestia­ me grosso, e 200 mila quintali di molosso capaci di fornirà da 30 a 40 mila ettolitri di alcool gravati dla.1 fisco per altri 12 milioni di tasse, e 20 mila quintali dii .salino potassico aggiunti ai 40 mila già ricavati quest’anno dalle nostre distillerie di me,lasso, che hanno costitùiito, in questi diffidili momenti, una vera provvidenza per alcune industrie chimiche.

Adunque l ’unica razionale soluzione del' problema zuccheriero consiste nell’ac crescere, alquanto ila no­ stra .bieticoltura, per modo che nessuna delle no­ stre fabbriche, d’ora innanzi, manchi della materia prima. E’ dannoso credano dii rim ediare stabilmen­ te alla scarsità di zucchero con la saccarina; ben­ ché, in via transitoria, pur idi non importare que­ st’anno zucchero estero, indubbiamente più caro del nastro ed il cui trasporto impegnerebbe parte del già scarso, tonnellaggio, si può consentire nel provvedimento governativo che viene annunciato, ma, a condiziona' che esso vanga attuato con rigo­ rosa cautela .e la vendita dèlta saccarina resti un monopolio dello Stato. Ri fatto, perchè l’erario ri­ cuperi con la .saccarina quanto avrebbe, ricavato dallo zucchero bisognerebbe gravare il dolcificante artificiale con una tassa pari ad almeno a 500 lire per ehiilogramrna.: è evidente che un balzello così ele­ vato, su un prodotto che fosse di libera fabbricazio­ ne o importazione in Italia, darebbe potente impul­ so al contrabbando.

Si può ritenere, che il Governo cercherà di otte­ nere la saccarina dalle riserve esistenti in Svizzera ed in Inghilterra,, benché i prezzi di acquisto supe­ rino ora cl.i molto quello di 30 lire, praticato prima della guerra. Sarà tuttavia sempre preferibile ac­ quistare il prodotto già preparato, anziché avven­ turarsi in una nuova industria, la quale richiede capitali, capacità e pensionale tecnico e che, sop.ra- tulto, sottrae materie prime indispensabili alla pro­ duzione dii .esplosivi. Se si volessero sostituire tutti i 700 mila quinta-id dii zucchero mancante con sacca­ rina fabbricata in Italia, bisognerebbe produrne 200 .mila chilogrammi; verrebbero allora sottratti alla fabbricazione'del tritolo circa 400 mila kg. di loluolo, del quale già si lamenta la scarsità, ed una quantità molto maggiore di acido solforico concen­ trato.

Meglio, dunque, spendere in tempo due o tre mi­ lioni per favorire la bieticoltura che dovere, in se­ guito, versarne delle diecine, in oro] all’estero per acquistarvi zucchero., saccarina e farne intascare altri dai contrabbandieri, frodatori e sofisticatori dell'interno.

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pro-102 L’ECONOMISTA 4 fe b b r a io 1917 - N . 2231

dura« dii più; ciò consigliano altresì la fisiologia e ragione, giacché, è hem vero che la saccarina e i dol­ cificanti artificiali vanno considerati come innuo- cui, isopira tutto in considerazione delle piccolissime quantità che ne Vengono ingerite, ma non sono, nè saranno mai dogli alimenti, idei produttori di calo­ rie, -dii energia, quale è in sommo grado- lo zucchero.

Convenzione di B ruxelles per lo zucchero

La Conferenza, internazionale. p.er il regime degli zuccheri riunita nell 1902 a Bruxelles, alla quale par­ teciparono Inghilterra, Germania, Austria-Ung-heria, Francia, Italia, Spagna, Belgio, Olanda e Svezia, soppresse i -premi diretti, impegnando gii Stati con­ traenti a limitare ¡ad un minimo di 6 franchi il quin­ tale il dazio dii dogana su questo prodotto, fatta ec­ ce,zi,qjie per l ’Italia, a lla quale era consentito di conservarne i-1 dazio p.iù elevato sotto la condizione d i,n o n esportare, concessione fatta pure alla Rus­ sia quando più tardi essa ederì a queil’accòrdo. La Convenzione di Bruxelles fu così favorevole sopra- tutto agili Stati tedeschi. La Germania e l’Austria avevano; le ¡barbabietole piu ricche di succo zucche- rilno, possedevano- stabilimenti giganteschi creati ad hoc, ed avevano un vantaggio incontestato sugli altri paesi mercè l’applicazione del principio coo­ perativo della coltivazione e della fabbricazione. Nel 1902 la Germania possedeva 395 fabbriche' che lavo­ ravano, 16.012.867 tonn. di. barbabietole. Nel 1914 esse lavoravano 16.039.450 torta., cioè un accrescimento d i produzione di 26.000 tonn. Nel. frattempo la Rus­ sia aveva nei 1902, 278 fabbriche dì ziu-cohiero che la ­ voravano 8.270.645 tonn. dii barbabietole,- e nei 1911 16.132.400 t.oiln.; il Belgio n.e-1 1902 possedeva 107 fab­ briche con un lavoro di 2.506.000 tonn.; nel 1911 le fabbriche erano ridotte a 77 e Cattività eli1 lavoro a 1.932.000 tonn. di- barbabiefólle. L ’Inghilterra non produce va, a vero dire, zucchero. Essa dipendeva per questa derrata, sii,a dalle sue colonie, sia dall’A - me-ri'c.a, sia dalla Gei-mania. In Francia la col ti va.- , zione della barbabietola era praticata su un scala più ristretta, perchè meno diffusa la coltivazione della barbabietola. ¡Sii chiede ora se la Convenzione dii Br-uxeililies continuerà ad. essere mantenuta in v i­ gore -dopo la guerra. Nessuno degli Stati contraenti ha finora denunziato la Convenzione; il Governo fran­ cese ne rispetta ancora le clàusole; l’Inghilterra non ha fatto Ila dichiarazione dii denunzia che dovrebbe esser manifestata a gli altri Stati contraenti, sei mesi prim a della modificazione del suo regime -degli zuc­ cheri. Essa ha aumentato i dazi di dogana su larga scala, ma la differenza fra questi ed i dazi dì con­ sumo è restata ad un saggio inferiore a quello fis­ sato dalla Convenzione di Bruxelles.

Il pericolo, rtasce dallo sviluppo straordinario -pre­ so -dai,Fin duis tuia delio zucchero di' canna. Nel 1913, : Cuba importava in In ghilterra 275.000 tomi, di zuc­ chero; nel 1915, 600.000; nel 1916, Cuba, Giava, l’isola' Maurizio e le Antil-le inglesi hanno spedito nella Gran Bretagna 2.000.000 di tonnellate d,i zucchero.

Nel 1915 tia produzione diello zucchero di. canna si elevò a 10.216.511 tonn., mentre quella europea dello zucchero di barbabietola fu di 7.583.325 e quella ame­ ricana di 646.257 tonnellate.

Nel 1916, lo zucchero di canna prodotto fu di ton- ■ n.elllate 11.425.000 e le previsioni del 1917 fanno cre­

dere- ad una produzione -dii 15.000.000 tonnellate. Se la Convenzione di.Bruxelles non.è rinnovata, la concorrenza dèlio zucchero di canna e di quello di barbabietola degli Stati Uniti può minacciare di uc­ cidere.■ l’industria zuccherifera dei. paesi ’ alleati.

Prendiamo un esempio. Prim a della guerra il Bel­ gio aveva 7.300.000 abitanti. Ammettendo un consu­ mo di 15 chili di zucchero per abitante, la produ­ zione nazionale dovrebbe fermarsi a 105 mila tonnel­ late. Ma il Belgio ¡prima della guerra ne produceva 270.906 tonnellate, dii cui 165.000 tonnellate erano e-, sport,ale. Se' la Convenzione di Bruxelles non è-rinno­ vata, l’Inghilterra importerà i 2.000.000 di tonnel­ late di zucchero dì cui ha bisognò, da Cuba, dall’E­ gitto, da Haiti, da Portorico, e l’industria dello zuc­ cherò belga sarà-annientata. Lò stesso s-i può dire dògli altri paesi esportatori di zucchero.

L ’Inghilterra importava prima della guerra ap­ pena l ’8 per cento del suo oonsurrìodi zucchero dalle; ‘Site còldnfe. Resta, dunque, una differenza di 82 per

cento c|ie gli alleati avrebbero dòviito fornirle. La

Russia, dove la produzione dello zucchero ta immen­ si progressi, limiterebbe la sua produzione 'come 'Sta­ bilirsele uno degli articoli del protocollo della Conven­ zione del 1908. Gli altri Stati alleati svilupperebbero la loro industria nazionale zuccherifera, protetti dal­ la Convenzione di Bruxelles che dovrebbe essere ri- maneggiata per escluderne gli Stati centrali.

La nuova Convenzione , do-vrebbe ricorrere ad un sistema dii. dazi protettori e di premi che, facilitando la p-rodu-zio-me degli alleati e delle loro colonie e la esportazione dèi loro zuccheri in Inghilterra, impe­ direbbe alla canna di zucchero estera, allo zucchero tedesco ed americano di uccidere Findustria nazio­ nale dii ogni alleato.

Seta in A m erica. — L ’Ufficio di Censimento di W a­

shington ha recentemente pubblicato, il risultato di urna inchiesta fatta presso 900 fabbriche sull’anda- inento deiH industria serica negli Stati Uniti neìl’an- no 1914.

Da questo rapporto assai .interessante si rideva che- i 900 Setifici nord-americani hanno prodotto -durante l’anno 1914 merci pel valore di dollari 253.764.170, mentre- la produzione dell'anno 1990 a. cui prendeva­ no parte ,852 fabbriche, rappresentò un valore di dol­ lari 196.911.667. L ’aumento in un periodo di 5 anni

è stato del 28.9 %■ \

Nella somma totale del 1914, noni sono compresi li tessuti, di ogni -s-peciie fabbricati p'a-rai,ail,mente c-on seta per un valore- dì dòllari 10.626.279.

Nell’armo-. 1914, sono- state lavorate nelle fabbriche ■ nord-americane 22.506.759 libbre di seta greggia per uri valore di dollari 86.586.378, (nel 1909, 17.472.204 libbre pel valore di dollari 67.787.837, aumento 28.8 per cento); 3.852.399 libbre di Trama .ed Organzino p-e-1 valore dii dollari 16.687.346, (aumento in confron­ to del 1909, 14 %); 3.080.750 libbre di seta lavorata pel valore di dollari 7.910.156 (aumento in confronto dei 1909, 45.8 % per la quantità e 63.8 % p e r ii valoJ re); 1.902.974 libbre di seta artificiale pel valore di dollari' 3.440.154; (aumento i n . confronto del 1909, 108.1 % in rapporto -alla quantità, .78.5 % in- rap-, . porto a.l valore-).

Ini aggiunta a ciò furono adoperati nella fabbri­ cazione dollari 11.372.687 di altre materie tessili, so­ pratutto di filati di cotone.

Della altre lindiuisMie che ipu-rie lavorano la seta, quella ideila filatura assume la maggiore importan­ za. Anche qui il consumo della seta ha aumentato enormemente, e mentre nell’,anno 1909 esso- aveva ' raggiunto la cifra d-i d.ri 3.606.599, il valore totale d-ella seta lavorata nel 1914 (seta greggia, seta lavo­ rata e se,t,a artificiale) ha raggiunto ben d. 15.971.698. Dalla seguente tabella si può dedurre lo sviluppo ' della produzione- -della seta nelle fabbriche nord­ americane durante gli ultimi 5 anni.

1914 1900 /o

In mille In mille d'aumento Stoffa di seta: Yarde Doli. Yarde Doli. Yarde Doli. Seta intera e mez­

za seta . . . . 216.033 137.719 185-707 107.881 16.3 277 Nastri di seta • . — 38.201 ___ 32.744 16.7 V e llu ti. , . , , Pelusches . . . 16.318 8.570 10.093 4. 767 61.7 79.7 9,114 10.093 2.159 2.144 230.9 231 6

Tra filati prodotti per la vendita, là Tram a sta in prima linea grazie a ll’uso generale ch’essa trova nell'industria tessile; la produzione'del 1914 ha ra g­ giunto il valore di -dollari 9.698.637. Seguendo l’Or­ ganzino con dollari- 6.325,291, e la seta, lavorata dlol- la.ri 4.577.058. Il numero dei fusi che si trovavano in funzione negli Stati Uniti neil’-a.nno 1914 ammon­ ta a 2.794.971 (nel 1909, 2.415.527); il numero dei te­ lai a 85.058 (¡dii cui 26.431 stretti e 44.549 larghi) con­ tro 75:406 nell’ànno 1909 (2.426 stretti e 35.214 larghi). Le macchine Jacquard sono 'invece diminuite d,a 8985 a 6626.

Secondo il bollettino semestrale pubblicato in set­ tembre dalla « Siiieik Association of America » Fan- damento delFindustria. serica durante gli ultimi sei mesi ha dimostrato che le condizioni favorevoli pre­ sentatesi ih princìpio dell'anno erano da conside­ ri irsi più òhe un fenomeno transitorio.

Specialmente, la tessitura di stoffe , di seta è stata sempre molto attiva, mentre i nastri d i seta non fu-

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4 fe b b r a io 1 9 1 7 - N . 2231 L ’ E C O N O M I S T A 103

Nell'industria dei tessuti leggeri vengono viern- m aggiormente richiesti g li articoli dii seta; le signore portano volontiert colle vesti corte, la sottoveste di seta e fra gii uomini trova sempre maggior prefe­ renza l’uso dell© camicie di seta, le quali vengono considerate, dalla stessa classe media, non più un articolo d'i lusso. Ancih© le cravatte flosce per uomo vengono confezionate di seta.

La provvista delle materie coloranti ha procurato invero a i fabbricanti molta fatica e pena. 11 solo ri­ fornimento fatto dalla Germania mediante il sotto­ marino «D eutschland» non ha potuto m igliorare gran che la situazione. La consegna di prodotti da tinta da parte di fabbriche' svizzere di anilina fu as­ sai gradita dagli industriali serici del Nord-America. Ma ini virtù dell’iniziativa locale, la fabbricazione ' delle materie coloranti è stata introdotta ed assu­ merà, da quanto risulta dal rapporto, un rapido sviluppo, se sarà tutelata da opportune tariffe doga­ nali dii pirioteziilone.

Ad onta di tutte queste difficoltà, la fabbrica nord- ! americana ha saputo porre1 sull mercato stoffe ope­ rate e tessuti leggeri di ogni colore, anche delle tinte più belle e delicate, che sonò ora preferite dal­ la moda.

EFFETTI ECONOMICI DELLA GUERRA

Commercio mondiale

E’ interessante volgere uno sguardo a quello che era il commercio dei principali paesi del mondo nel 1913, ultimo anno di pace, e considerare le cifre del commercio totale dii ciascun paese rispetto alla po­ polazione assoluta, indice questo abbastanza gros­ solano, ma pur sempre dimostrativo della ricchezza attuale dei paesi stessi.

grane valori assoluti del movimento commerciale complessivo dii esportazione ed importazione, abbia­ mo le seguenti cifre :

Inghilterra con 36 miliardi di movimento

Germania » 26.1 » » Stati Uniti » 21 » » Francia » 15.5 » » Olanda » 13.33 . » » Belgio » 8.95 » » Russia » 7.5 » » Austria-Ungheria » 6.58 » » Ita lia » 6.15 » . » Argentina » 1.5 ». » Giappone » 3.5

Tutti gli altri paesi hanno movimento' inferiore ai In questi ultimi tempi si era sentito meno parlare suddetti. Volendo considerare il commercio dii eispor- di deficienza di materie coloranti, e fu quindi u n a . fazione ed importazione ragguagliato ad abitante gran sorpresa il constatare che la ((Weidmann Silk

Dying Co », di Patterson, aurfientava i propri prezzi dial 1° agosto scorso di 50 cents, la Libbra per il bleu scuro, come « Navy »; di 30 cents, la libbra per una serie di altre « nuances », ciò che aumentò il prezzo dei (( taffetas » a buon mercato di 4 cents, e oltre, mentre per le qualità m igliòri i prezzi subivano un maggiore rialzo.

Maggiormente domandati nella scorsa stagione furono i . « taffetas », i tessuti semplici di « satin », i (( orèpes de chine », e ispeciiailmente i « crèpeis Geor­ gette », ì (( taffetas » per altro continuano ad aware favore melila moda.

ed i fiori di seta.

si ha la seguente tabella:

gazzi e delle bambine.,.cxì,ì i o « C l i c u a m m in a P o rt o t i 5 7

Uniformandosi all’ultima moda parigina, i ya.n- Bulgaria 5.8

iees seguono due correnti opposte, l’una che preterì- Giappone 50,— kees

see le stoffe ricche, olmate di fili metallici — special mente d’oro e d’argento — ; l’altra che favorisce le stoffe di seta semplici, in « satin » leggero, « prèpe » o (( crèpon ».

Il ((Committee on Legislation » della ((Silk Asso­ ciation » è riuscito dopo sforzi indefessi,ad indurre la (( Federal Trade Commission » a dare una san­ zione circa la parola: « Seta » in virtù della quale sanzione possono essere ' indicati colla parola: (( Seta », od una parola equivalente, soltanto i pro­ dotti derivati dai bozzoli del baco da seta.

Tale decisione avrà certamente conseguenze di va­ sta portata.

Il grande aumento della seta greggia, che si veri­ ficò nell’autunno 1915 e che niella primavera di quel­ l’anno, raggiunse il suo massimo grado col 75 %, è dovuto, come fa constatare il rapporto (1), più alla grande prosperità dell’indù si ri a, che alla mancanza di materia prima.

L ’attenuarsi delle quotazioni durante la primave­ ra scorsa è stato assai graditò dal commercio in ge­ nerale. La campagna si chiuse con « stocks » modesti sui mercati di produzione ed in America; e sebbene, in seguito alle conseguenze della guerra, il consumo della seta in Europa sia stato assai ridotto,_ tuttavia le scorte europee, alla fine della campagna, si rive­ larono dii poca entità.

Secondo il 'rapporto, le prospettive per l’ulteriore sviluppo dell’Indù stria Serica negli Stati Uniti sono straordinariamente favorevoli.

Abitanti

Commercio

totale Import. Esport.

Cifra per abitante Olanda 6.34 (M iliardi! 13.33 7.14 6.19 2.100 B e lg io 7.50 8,95 5 — 3.95 1.190 S v izz e ra 3.70 3.32 1.92 1.40 850 In g h 'lt . D a n in i. 47 — 36 — 2 0 — . 16 — 765 3 - 2. Ì 1 2 1 — 730 N o r v e g . 2.45 1.42 0.82 • 0.60 580 A r g e n t . 9.75 4.5 2.1 2.4 470 F r a n c ia 39 — 15.5 8.8 6.9 395 G en n ari. 6 8 - 26.1 13.5 12.6 382 S v e z ia 5.73 2.17 1.10 1.07 375 St. U n it i 101 — 2.1 9 - 12 — 205 I t a lia 36 — 6.15 3.65 2.50 171 R o m a n . 7.6 1.26 0 57 0.69 165 B r a s ile 25 — 3.7 1.80 1.90 148 A u s . U n . 5 2 - 6.58 - 3.71 2.87 126 S p a gn a 2.1 2.33 1.27 1.06 111 P o r t o g . 5.7 3.50 3.33 0.17 88 B u lg a r ia 5.8 0.37 0.21 0.16 77 G ia p p o n e 50,— 3.50 2 — 1.50 70 T u r c h ia 21.2 1.42 0.92 0.5 68 G re c ia 4.85 0.30 0.18 0.12 62 S e rb ia 4 — 0.23 0.115 0.117 57 R u s s ia 117 — 7.55 3.30 4.25 43

(1) Manufacture of Silk Good/s, cenilis Bureau Summary concerning the Industry fo r 1914.

Per abbonamenti, richiesta di fascicoli ed inser­ zióni, rivolgersi all'Amministrazione : ■ Via della Pergola, 31, Firenze.

In complesso, per i 23 paesi considerati si ha una popolazione dii 705 milioni di abitanti, una cifra glo­ bale di commercio dii 170 m iliardi circa, di cui 89.5 alTimpórtaziiOine e 80.5 circa a lla esportazione ed una media di 230 lire per abitante.

La tabella mostra, salvo qualche eccezione, — nota D. Civita neil'Elettrotecnica — una conferma di quan­ to emerge anche dia altre considerazioni economi­ che. Che cioè i paesi dove maggiore era il benessere, l'agiatezza, dove più era 'svegliato lo spirito indu­ striale speculatore, Intraprendente, sono l’Olanda, il Beilgio, la Svizzera, la Danimarca, la Norvegia, che si trovano alla testa dii tutti gli altri. E per que­ sti paesi l’indice può servire oggi a stabilire quanto v’è dia 'fare, e quale avvenire potranno avere i paesi nei quali tale indice è molto basso. Risulta che la Russia può dieclupaire il proprio commercio, e che essa potrebbe, per mettersi alla pari con TInghilter- • ra, raggiungere dia enorme cifra di 100 miliardi al­ l’anno, fornendo così il modo agli altri pae'ài di im­ portarvi per 40 o 50 miliardi a ll’anno di merci.

Raggruppando i paesi secondo Fattuale situazio­ ne, abbiamo che il gruppo delle potenze centrali (Germania, Austria-Ungheria, Turchia, Bulgaria) fi­ gura per una popolazione di 146 milioni, con un com­ mercio1 totale, prima della guerra,, di 34.47 miliardi. Il gruppo delle potenze dletlTntesa, figura con una popolazione di circa 375 milioni dii abitanti, con un commercio totale di circa 96 miliardi.

Il gruppo delle nazioni neutrali rappresenta una popolazione di circa 184 milioni con un commèrcio di circa 25 miliardi. In queste cifre gli Stati Uniti, costituiscono quasi la metà.

(8)

104 L ’E C O N O M I S T A

4 fe b b r a io 1917 - N . 2231

a guerra finita., si deve osservare che l’Olanda più essere invasa tenderà ad aumentare le sue esporta­ zioni, e la Norvegia e lai Svezia non castituiimanno mai un terreno fertile ad una maggior penetrazione' teutonica. Esclusi g li Stati Uniti/ che diverranno il concorrente più formidabile della Germania nel mon- •do intero, non potrà restare alla Germania altro campo che l’America del Sud o le Cina o* gli altri paesi dell’Asia, sempre che fosse esclusa dai mercati delle potenze dell’Intesa.

Commercio degli Stati U n iti. — Secondo le ultime

comminile,azioni ufficiali dii looimmeiFcio estero degli Stati Uniti ha raggiunto 8 miliardi dii dollari nel 1916 (un dollaro = L. 5,18) vaio a «direi la quinta par­ te circa del totale del commercio estero del inondo. In rapporto al 1915 e al 1914 il movimento commer­ ciale estero ha aumentato rispettivamente die! SO e

del 100%. '

, L ’eccedenza delle esportazioni sulle importazioni è stata dii 3 m iliardi dii dollari ¡per i primi nove

mie-j W & J f t i S R ‘■7fi8-884wo “ > 13,5 ♦

Gli affari fatti nei primi nove mesi del 1916 hanno raggiunto ila cifra dii 5.780 miilionii dii dchiari .contro 3.833 mlillliomi e 2.877 milioni durante il ieri odo oor- rispondlemte riispettivamente del -1915 e del 1914,

La seguente, interessante statistica, che rilleiviamio dallT « Economliiste Europèeri », rappresenta in m ilio­ ni dii dollari, il valore delle forniture fatte d a g l Stati! Uniti ai paesi belligeranti a causa dell a guerra.

Anno fiscale 1° luglio-30 giugno ■.

FINANZE PROVINCIALI

Esportazione Cavalli a muli . Lamiere . ' . Cereali.

Aeroplani e loro parti Automobili e loro parti Vetture e motociclette Prodotti chimici Rame (per gli Alleati) Munizioni .

Ferro e acciaio

Armi . . , *

Macchine per metalli Chiodi

Filo di ferro per reticolati Cuoi e pelli Scarpe e stivali Cuoi lavorati Latte congelato Zucchero Lana .' Zinco . Totale . Pa r queste forniture d 1913-14 4.700 4.000 165.000 226 33.000 51.000 27.000 50.000 6.000 251.000 3.500 14.000 2.500 7.800 36.500 18.000 57.000 1.300 1.300 9.900 406 1915-1« 98.800 128.000 435.000 7.000 120.000 167.000 124.000 130.000 467.000 261.000 18.000 61.000 10.000 40.000 80.000 47.000 146.000 12.000 79.000 73.000 45.000 Aumento 94.100 124.000 270.000 6.774 87.000 116.000 97.000 74.000 461.000 370.000 14.500 47.000 7.500 32.200 43.500 29.000 89.700 10.700 77.200 61.100 44.594

Bilancio preventivo d ella p ro vin c ia di Firenze. — H ,Bilancilo »di;previsdion,e dell’Amministrazione P ro ­ vinciale dii Firenze per l’anno 1917 è. stato approvato nelle 'seguenti cifre:

ENTRATE

Entrate ordinarie (esclusa la sovrimpo­

sta) ... L. '117.195,00 Sovrimposta Provinciale siili terreni e

f a b b r ic a t i... „ 4.547.856,88 Maggior gettito, per ru b i suppletivi . » 70.000,00 Entrate s t r a o r d in a r ie '... » 118.000,00

Entrate effettive L. 4.853.051,88 Movimento dai capitali . . . » 534.951,22 Contabilità speciali o partite di giro » 216.233’<X)

Totale generale L. 5.604.236,10

SPESE Spese obbligatorie ordinarie Idem, idem, straordinarie . < Idem facoltative ordinarie . Idem, idem straordinàrie.

L. 5.219.943,54 » 802,245,47 » 88.528,94 » 47.800,00 „ . , Spese effettive L. 5.158.517,95 Movimento dei c a p i t a l i ... » 146.384,45 Contabilità speciali o partite di giro » 216.233,’(IO

Totale spese di competenza L.

Disavanzo d1’Amministrazione L. 5.521.135,4083.100,70

Totale generale L. 5.604.236,10

LEGISLAZIONE DI GUERRA

746.632. 2.907.800 2.161.168 guerra l’aumento verifica­ tosi dia un perioda aitali,tro è del 290 % circa': rag­ giunge cioè più del 7.680 % per le munizioni, 3.000 per cento per gli aeroplani, 3.100 % per la lamiera; 350 % per i prodotti chimici e più del 160 % per i cereali.

D ia m a n ti ag li S tati U n iti. — Le importazioni a’gìi Stati Uniti d i pietre preziose raggiunsero durante il 1916 il valore, mai precedèntemente registrato di doli, 51.482.262,

L a cifra più elevata, registrata precedentemente, era stata di doli. 46.137 328 nel 1913, e può essere confrontata con quelle del 1914 di doli. 19 276 591 e del 1913 di doli. 23.995.804.

Le importazioni degli ultimi tre anni avvennero nelle seguenti proporzioni :

Diamanti tagliati . .

1916 1915

(in dollari) ri9 H 39.261.573 18 457.565 15.994,528

M. nontagl. . 11.313.438 7 169.350 2.856.633

id. comuni. 907.245 368.880 425.430

Totali 51.482.262 23.995.804 19.276.591 Durante i precedenti anni, dal 1909 al 1912, le im-oi ciauu iiDcmuj'iuuut nimmo a cune cii im-oir- ca 40.500.000 dollari, nel 1907 .èrano state di dollari 12.862.986 e nel 1897 di doli. 7.040.327.

BJoonomioa

Abbonam enti fe rro v ia ri. — Con decreto 24 gennaio

1917 il Ministro dei trasporti circa gli abbonamenti ferroviari ha disposto quanto segue:

Art. 1. — Per ottenere il rilascio di biglietti dii ab­ bonamento ordinari e di quelli a tariffa locale n. 8 pei' percorrenze superiori a 60 Km. sulle Ferrovie de]lo Stato, d vtiaigigiiatoiri di comm*eircio dovranno ad- legare alla domanda del biglietto :

*°.una dichiarazione, vistata d all’autorità polii,i- ca, delia detta, impresa o società commerciale per cui l ’abbonato agisce, dalla quale risulti ohe questi viaggia per conto idi 'essa ditta, imprese o società e

per ragioni dii eomqnerciio; 1

,. .2? ùn certificato della Camera di commercio del distretto in cui trovasi la sedie della ditta, impresa o società commerci,alb, attestante la regolare iscrizio­ ne di essa nel registro delle ditte. Tale certificato non sarà richiesto, agli agenti dipendenti daM’Isti- tuit.o Nazionale delle Assicurazioni o da altri Istituti di Stato aventi carattere commerciale, peir i quali basterà la dichiarazione di cui al n. 1 rilasciata dal legale rappresentante dell’Istituto.

Le stesse disposizioni valgono per i viaggiatori di •commercio che vogliono ottenere la rinnovazione dei loro biglietti di abbonamento ordinari e di quelli a tariffa locale n. 8 con percorso superiore a Km. 60 i quali a terminili della lettera F. deil’art. 1 del ci­ tato decreto luogotenenziale, cessano pure di avere validità allo spirare dleli mesi da lla data dii pubbli­ cazione del decreto suddetto.

D termine per il rilascio dei biglietti di cui sopra è di 10 giorni.

E’ in facoltà delTammini,straziane delle ferrovie dello Stato di richiedere, occorrendo, anehè una di- dhiiarazione della Unione Nazionale del viaggiatori e rappresentanti di commercio, riconosciuta in ente morale agli effetti della Cassa di previdenza con D R. 22 dicembre 1912, n, 1139, la quale attesti che ili richiedente l’abbonamento deve essere considerato' a tutti'glii effetti, viaggiatore di commercio.

« T Se dichiarazione contemplata nel punto

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