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L‟ABUSO PSICOLOGICO NELLE RELAZIONI SENTIMENTALI: PREVALENZA E DIFFERENZE DI GENERE ED ETA‟

COSTRUIRE I CONCETTI DI FISICA NELLA SECONDARIA SUPERIORE Lucia Bigozzi, Paola Falsini e Carlo Fiorentin

L‟ABUSO PSICOLOGICO NELLE RELAZIONI SENTIMENTALI: PREVALENZA E DIFFERENZE DI GENERE ED ETA‟

Alice Bonechi e Franca Tani

Dipartimento di Psicologia – Università degli studi di Firenze alicebonechi@yahoo.it

Introduzione

L‘abuso psicologico costituisce una forma di violenza interpersonale ampiamente diffusa anche all‘interno delle relazioni sentimentali di soggetti che appertengono alla popolazione normale (Jose & O‘Leary, 2009; Menesini & Nocentini, 2008). Le ricerche finora condotte hanno infatti evidenziato che la sua incidenza, seppur con significative differenze a seconda dei paesi considerati, si aggira intorno al 70 e l‘80% (Kar e Garcia-Moreno, 2009; Taft, et al., 2006). Esso si esprime attraverso molteplici atti e comportamenti che tendono a controllare, isolare, denigrare e dominare il proprio partner sentimentale, minando profondamente la sua autostima e identità (Ro & Lawrence, 2007). Al fine di cogliere la complessità del fenomeno, Murphy e Hoover (1999), hanno proposto un modello multidimensionale, individuando quattro dimensioni fondamentali: l‘Invischiamento restrittivo, che include la possessività, la gelosia, l‘isolamento, la Denigrazione, che comprende attacchi verbali, critiche e umiliazioni, il Ritiro ostile, riferito ai silenzi, alla trascuratezza, al rifiuto di discutere di problemi avvertiti come importanti, ed, infine, la Dominanza/Intimidazione che include minacce di ferire o danneggiare il partner.

Nonostante la rilevanza, non solo teorica, ma anche sociale di questo fenomeno, l‘abuso psicologico costituisce un ambito di ricerca di interesse recente e sono ancora oggi scarsi gli studi che hanno indagato la natura di tale forma di violenza, soprattutto all‘interno dello specifico contesto italiano. Obiettivi. Scopo del presente lavoro è pertanto quello di: 1) esaminare la prevalenza nel nostro paese dell‘abuso psicologico, sia agito che subito; 2) rilevare le diverse modalità attraverso cui si esprime; 3) verificare se tali modalità variano significativamente in funzione del genere ed dell‘età dei soggetti. Metodo

Partecipanti. La ricerca si è svolta su un campione complessivo di 557 soggetti di età compresa fra i 18 e i 30 anni (211 M e 346 F) aventi tutti una relazione sentimentale in corso da almeno 6 mesi, suddiviso in due gruppi:

- 296 tardo adolescenti (102 M e 194 F) dai 18 ai 21 anni (M = 19.61, DS = .85). - 261 giovani adulti (109 M e 152 F) dai 25 ai 30 anni (M = 27.74, DS = 3.01).

Strumenti. L‘abuso psicologico agito e/o subito è stato rilevato attraverso l‘adattamento italiano

(Bonechi e Tani, in press) del Multidimensional Measure of Emotional Abuse (Murphy e Hoover, 1999; Murphy, Hoover e Taft, 1999) che consente di misurare le quattro modalità di abuso precedentemente descritte.

Analisi dei dati

La stima relativa all‘incidenza dell‘abuso psicologico, sia agito che subito, è stata calcolata in termini percentuali. Per verificare la significatività di eventuali differenze di genere e di età sono state calcolate

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una serie di analisi della varianza multivariata (MANOVA) inserendo come variabili dipendenti i punteggi totali e i punteggi relativi alle 4 principali modalità di abuso rilevate e come variabili di disegno il genere e l‘età dei soggetti (tardo adolescenti e giovani adulti).

Risultati

Per quanto riguarda l‘incidenza del fenomeno, anche nel contesto italiano risultano confermate le percentuali registrate in altri paesi. In particolare, i nostri dati hanno evidenziato che la modalità di abuso più frequentemente messa in atto risulta essere il ritiro ostile e che tale modalità viene utilizzata di frequente anche nel suo livello più grave. In relazione al genere i risultati hanno messo in luce

l‘esistenza di significative differenze tra maschi e femmine: le femmine riportano più alti livelli di abuso agito, ed utilizzano in particolar modo l‘invischiamento restrittivo e la denigrazione. Esse, tuttavia, dichiarano di subire con maggior frequenza da parte dei loro partner, la forma più grave di abuso della dominanza e l‘intimidazione. Anche per quanto riguarda l‘età si evidenziano significative differenze tra tardo adolescenti e giovani adulti. Nello specifico, i tardo adolescenti ottengono punteggi più elevati sia nell‘abuso agito che subito nell‘invischiamento restrittivo, ritiro ostile e dominanza/intimidazione, mentre non emergono differenze in relazione alla denigrazione.

Conclusioni:

Nel complesso quindi il fenomeno dell‘abuso psicologico, soprattutto nel suo livello più lieve e nei soggetti di più giovane età, risulta ampiamente diffuso nel nostro paese, Questi dati confermano i risultati di numerosi studi condotti in contesti stranieri (Próspero e Vohra-Gupta, 2007; Schnur et al., 2010; Stein, et al., 2009).Inoltre, in linea con la letteratura, i nostri dati confermano che l‘abuso psicologico viene perpetrato con più frequenza dalle femmine che dai maschi (Follingstad, & Edmundson, 2010; Perry & Fromuth, 2005). Esse, tuttavia, quando vengono vittimizzate dai propri compagni, subiscono forme più gravi e strumentali di abuso (Hines & Saudino, 2003)

Bibliografia

Bonechi A. & Tani F (in press). The Italian validation of the Multidimensional Measure of Emotional Abuse (MMEA). TPM.

Follingstad, D. R., & Edmundson, M. (2010). Is psychological abuse reciprocal in intimate

relationships? Data from a National Sample of American Adults. Journal of Family Violence, 25, 495- 508.

Hines, D. A., & Saudino, K. J. (2003). Gender differences in psychological, physical, and sexual aggression among college students using the Revised Conflict Tactics Scales. Violence and Victims, 18, 197–218.

Jose, A., O‘Leary, K.D. (2009). Prevalence of partner aggression in representative and clinic samples. In K.D. O‘Leary e E.M. Woodin (a cura di), Psychological and physical aggression in couples: causes and interventions (pp. 15-35). Washington, DC: American Psychological Association.

Kar, H.L., Garcia-Moreno, C. (2009). Partner aggression across cultures. In K.D. O‘Leary e E.M. Woodin (a cura di), Psychological and physical aggression in couples: causes and interventions (pp.

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59-75). Washington, DC: American Psychological Association.

Lawrence, E., Yoon, J., Langer, A., Ro, E. (2009). Is psychological aggression as detrimental as physical aggression? The independent effects of psychological aggression on depression and anxiety symptoms. Violence and Victims, 24(1), 20-35.

Menesini, E., Nocentini, A. (2008). Comportamenti aggressivi nelle prime esperienze sentimentali in adolescenza. Giornale Italiano di Psicologia, 25(2), 407-432.

Murphy, C. M., & Hoover, S. A. (1999). Measuring emotional abuse in dating relationships as a multifactorial construct. Violence and Victims, 14, 39-53.

Murphy, C. M., Hoover, S. A., & Taft, C. T. (1999, November). The multidimensional measure of emotional abuse: Factor structure and subscale validity. Paper presented at the meeting of the Association for the Advancement of Behavior Therapy, Toronto, Canada.

Perry, A. R., & Fromuth, M. E. (2005). Courtship violence using couple data: Characteristics and perceptions. Journal of Interpersonal Violence, 20, 1078–1095.

Próspero, M., & Vohra-Gupta, S. (2007). Gender differences in the relationship between intimate

partner violence victimization and the perception of dating situations among college students. Violence and Victims, 22 (4), 489–502.

Ro, E., & Lawrence, E. (2007). Comparing three measures of psychological aggression: Psychometric properties and differentiation from negative communication. Journal of Family Violence. 22(7), 575- 586.

Schnurr, M. P, Lohman, B. J., & Kaura, S. A. (2010). Variation in late adolescents‘ reports of dating violence perpetration: A dyadic analysis. Violence and Victims, 25(1), 84-100.

Stein, A. L., Tran, G. Q., & Fisher, B. S. (2009). Intimate partner violence experience and expectations among college women in dating relationships: Implications for behavioral interventions. Violence and Victims, 24(2), 153-162.

Taft, C.T., O‘Farrell, T.J., Torres, S.E., Panuzio, J., Monson, C.M., Murphy, M., Murphy, C.M. (2006). Examining correlates of psychological aggression among a community sample of couples. Journal of Family Psychology, 20, 581–588

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3° COMUNICAZIONE ORALE

La definizione del cyberbullismo tra gli adolescenti italiani: quali criteri e quali tipologie di comportamento risultano essere significative?

Benedetta Emanuela Palladino, Annalaura Nocentini Dipartimento di Psicologia – Università di Firenze Via S. Salvi, 12 50135 Firenze

benedetta_palladino@yahoo.it Introduzione

Lo studio del cyberbullismo ha assunto una dimensione internazionale ma, nonostante ciò, permangono interrogativi relativi alla definizione di tale fenomeno, alle caratteristiche e ai criteri che lo contraddistinguono (Smith, 2009; Willard, 2003)). In letteratura sono riportati diversi fattori che sembrano caratterizzarlo, come l‘intenzionalità, la ripetizione, l‘anonimato, ma non esistono studi che abbiano analizzato la rilevanza di tali criteri (Menesini et al. 2009). Il presente lavoro è un pr imo tentativo di analizzare sistematicamente il ruolo di questi criteri nella definizione e nella percezione del cyberbullismo.

Metodo

All‘interno del progetto europeo sul cyberbullying (COST ACTION IS0801) è stato creato un set di 32 scenari che coprisse tutte le possibili combinazioni dei cinque criteri per la definizione del fenomeno (intenzionalità, squilibrio di potere, ripetitività, anonimato e pubblico/privato). Tali scenari sono stati declinati per quattro diverse tipologie di comportamento (scritto-verbale, visivo, esclusione, impersonificazione) e per ognuno di essi è stato chiesto ai partecipanti se secondo loro fosse cyberbullismo o meno e, in caso affermativo, quanto potesse essere grave per la vittima. Le diverse versioni, randomizzate per quanto riguarda la tipologia, sono state presentate a 299 adolescenti che frequentavano la 2ª e 3ª classe delle scuola secondaria di primo grado e il 1° e 2° anno di quella di secondo grado (59.2% femmine e 41.8% maschi).

Risultati

Le analisi effettuate utilizzando lo Scaling Multidimensionale mostrano che gli adolescenti definiscono una situazione come cyberbullismo discriminando primariamente per la presenza o l‘assenza dei tre criteri del bullismo tradizionale (intenzionalità, squilibrio di potere, ripetitività) e, successivamente per la presenza o assenza dei due criteri specifici del cyberbullismo (anonimato, pubblico/privato). I risultati evidenziano come gli scenari che non sono caratterizzati dalla presenza dei tre criteri del bullismo siano quelli con il più basso livello di identificazione come cyberbullismo (più basso del 50%) e, viceversa, gli scenari che presentano i tre criteri sono identificati come cyberbullismo in oltre il 90% dei casi. Ad ogni modo, i due criteri del cyberbullismo sembrano comunque avere un loro ruolo: per esempio, quando gli altri tre sono assenti e l‘azione viene compiuta da una persona familiare coinvolgendo altre persone (criterio pubblico) le scene proposte vengono considerate cyberbullismo dal 66% degli studenti, mentre se è diretta solamente verso la vittima (privato) non viene per lo più considerata cyberbullismo (solo il

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29% degli studenti ha risposto positivamente). La tipologia di comportamento risulta inoltre essere associata significativamente alla percezione di 11 dei 32 scenari (test del χ²): in generale l‘ ―esclusione‖ sembra essere il comportamento percepito in misura minore come cyberbullismo.

Discussione

La discussione porrà l‘accento sulla progressiva rilevanza per gli adolescenti dei criteri singoli e combinati nella definizione di cyberbullismo e sulla percezione che i ragazzi hanno di questo fenomeno in relazione alle forme faccia a faccia e al punto di vista degli studiosi.

Bibliografia

Menesini, E. & Nocentini, A. (2009b). Cyberbullying definition and measurement – Some critical considerations. Zeitschrift für Psychologie / Journal of Psychology, 217(4), 230-232.

Smith P.K. (2009). Cyberbullying: Abusive Relationships in Cyberspace. Zeitschrift für Psychologie, Journal of Psychology, Vol. 217, No. 4, 2009, pp. 180-181.

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4° COMUNICAZIONE ORALE

BULLISMO E CYBERBULLISMO: UN CONFRONTO EUROPEO

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