COSTRUIRE I CONCETTI DI FISICA NELLA SECONDARIA SUPERIORE Lucia Bigozzi, Paola Falsini e Carlo Fiorentin
IL RUOLO DEI FATTORI COGNITIVI NELLA COMPRENSIONE E PRODUZIONE DI UN TESTO NARRATIVO IN ETA‟ PRESCOLARE E SCOLARE
Stefania Albano *, Assunta Marano*, Antonella Devescovi*
* Dipartimento di Psicologia dei Processi di Sviluppo e Socializzazione Facoltà di Medicina e Psicologia dell‟Università degli Studi “Sapienza” di Roma.
[email protected] Introduzione
Le ricerche che nell‘ambito della Psicologia dello sviluppo si sono focalizzate sullo studio della
comprensione e produzione di storie in età evolutiva, hanno sottolineato che la completa padronanza di un testo narrativo è un‘ attività complessa che richiede e coinvolge l‘integrazione di differenti e
molteplici abilità la cui piena realizzazione si situa intorno agli 8 anni. In letteratura, sono stati
individuati alcuni fattori che sembrano fortemente coinvolti nell‘ acquisizione del racconto in soggetti in età evolutiva (Curenton, 2010): un primo ordine di fattori è legato alla capacità di rappresentazione, nel senso di una ricostruzione e pianificazione su un piano cognitivo e simbolico di sequenze di azioni da comprendere/ produrre; un secondo ordine implica la capacità di cogliere (inferire) l‘organizzazione semantica e sintattica di un testo e di riprodurla secondo le adeguate strutture grammaticali
adeguatamente interconnesse per attribuire un significato univoco per le parole polisemiche e cogliere le informazioni non direttamente espresse dal testo (Zanetti e Miazza, 2004). Muovendo da tali premesse, gli obiettivi del presente studio sono stati, da una parte approfondire lo studio della produzione narrativa in età evolutiva e verificare il ruolo dell‘età sugli aspetti strutturali e sintattici all‘interno di un compito narrativo; dall‘altra, valutare la relazione tra misure narrative, relative alla struttura e complessità sintattica delle storie, e misure cognitive (di comprensione del testo orale e di intelligenza non verbale); infine si è verificato il ruolo che i fattori cognitivi presi in considerazione (comprensione del testo orale e intelligenza non-verbale) hanno sulla capacità di produrre una storia rispettandone la struttura narrativa e utilizzando le strutture grammaticali complesse che esplicitino adeguatamente i nessi temporali e causali delle azioni narrate.
Metodo
Partecipanti: 72 bambini , suddivisi in tre gruppi d‘età di 3, 5 e 8 anni.
Materiali: E‘ stato chiesto ai bambini di raccontare la storia di Cappuccetto Rosso (storia tradizionale, Baumgartner, Devescovi, D‘Amico, 2000); per valutare la capacità di comprensione del testo orale (abilità inferenziali) è stato utilizzato il Test di Comprensione del Testo Orale (TOR, Levorato e Roch, 2007); per valutare le abilità cognitive non verbali sono state utilizzate le Matrici Colorate di Raven (CPM47, Belacchi, Scalisi, Cannoni e Cornoldi, 2008).
Procedura: Tutte le prove hanno previsto la somministrazione individuale. Le storie sono state audio registrate e trascritte. .L‘unità di trascrizione delle storie è stata la clausola (Berman e Slobin, 1994). Sulle storie sono stati applicati due diversi sistemi di codifica, uno per individuare gli aspetti strutturali e l‘altro relativo agli aspetti linguistici utilizzati per organizzare e raccontare le storie.
121 Risultati
I tre gruppi d‘età sono significativamente differenti relativamente gli aspetti strutturali (Kruskal Wallis p<0.01) e gli aspetti linguistici (Kruskal Wallis p<0.01) sia globali che sintattici prodotti nel racconto di storia. Le analisi hanno messo in evidenza che i tre gruppi si differenziano significativamente
relativamente alle abilità cognitive non verbali (CPM: F (2,72) = 32,54 , p<.0001) e alla comprensione del
testo (TOR testuale: F (2,72) = 32,54, p<.0001; TOR inferenziale: n.s; TOR globale: F(2,72)= 13,36, p<.001).
L‘analisi correlazionale rileva coefficienti di correlazioni significativi al livello 0,01 e di intensità variabile tra .30 e .70 tra le misure di intelligenza non verbale e misure narrative, relative alla struttura e complessità sintattica delle storie, mentre poche risultano essere le correlazioni significative tra punteggi di comprensioni e le misure narrative. Dall‘analisi di regressione multipla Stepwise risulta che i fattori cognitivi presi in considerazione funzionino come buoni predittori della produzione di una storia rispettandone la struttura narrativa e grammaticale complesse particolarmente nella fascia di età più piccola anche se gli indici di bontà del modello (R2) non sono elevati.
Discussione
I risultati hanno messo in evidenza che la capacità di produrre una storia rispettandone la specifica struttura narrativa ed esplicitando le struttura sintattiche adeguate, è un‘abilità che aumenta con l‘aumentare dell‘età, così come già riscontrato in altre ricerche (Berman e Slobin, 1994; Karmiloff- Smith, 1985, 2001; D‘Amico, Albano, Marano e Devescovi, 2008).Gli obiettivi specifici su cui si è basato il presente studio, sono stati quelli di valutare la relazione tra le misure narrative di tipo
strutturale e sintattico e le abilità cognitive (non verbali e inferenziali) dei bambini. I risultati ottenuti, in linea con la letteratura, hanno messo in luce che la padronanza del testo narrativo è un‘ablità complessa, strettamente legata e spiegata dalla capacità di pianificazione e di far inferenze (Lavorato e Roch, 2007; Curenton, 2010).
Bibliografia
Belacchi, C., Scalisi, T.G., Cannoni, E., Cornoldi, C. (2008).CPM Coloured Progressive Matrices. Standardizzazione italiana. Giunti O.S., Firenze
Baumgartner, E., Devescovi, A., D‘amico, S. (2000). Il lessico psicologico dei bambini. Carocci, Roma Berman, R., Slobin, D.I.(1994).Relating events in narratives. Typological and contextual perspectives,1. Laurence Erlbaum Associates, Hillsdall
Curenton, S.M. (2010). Understanding the landscapes of stories: the association between preschoolers‘ narrative comprehension and production skills and cognitive abilities. Early Child development and Care, First published on: 11 August 2010
D‘Amico, S., Albano, S., Marano, A., Devescovi, A. (2008). la valutazione della competenza narrativa in bambini prescolari e scolari attraverso un libro illustrato. RIPLA, Rivista di Psicolinguistica
Applicata, VIII/1-2, 172-188
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Organizzazioni Speciali, Firenze
Mar, R. A. (2004). The neuropsychology of narrative: story comprehension, story production and their interrelation. Neuropsychologia, 42, 10, 1414-1434
Paris, A.H, Paris, S.G. (2003). Assessing narrative comprehension in young children. Reading Research Quartely, 38 (1), 36-76.
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4° COMUNICAZIONE ORALE
Ragionamento sequenziale in età prescolare: relazioni con la comprensione del testo e la complessità sintattica nella narrazione
Laura Zampini, Chiara Suttora, Laura D‘Odorico, Paola Zanchi Dipartimento di Psicologia, Università degli Studi di Milano-Bicocca Piazza dell‘Ateneo Nuovo, 1 20126 Milano
[email protected] Introduzione
All‘interno dello studio delle relazioni fra sviluppo del linguaggio e sviluppo cognitivo in età prescolare, risulta interessante indagare l‘esistenza di una relazione fra la capacità da parte dei bambini di riordinare in sequenza degli eventi e lo sviluppo della capacità di comprendere e narrare testi caratterizzati da una crescente complessità sintattica. Questo interesse nasce, da una parte dalla relazione individuata da Tomasello (2003) fra l‘emergente capacità di produrre enunciati complessi e l‘emergente capacità di padroneggiare le relazioni semantiche di causa-effetto e spazio-temporali, dall‘altra parte dall‘evidenza che in uno studio pilota su 20 bambini con sviluppo tipico (Zampini, D‘Odorico e Viscardi, 2010) il punteggio ottenuto ad una prova di riordino di sequenze raffiguranti degli eventi è risultato essere significativamente correlato con la prestazione dei bambini in un compito di comprensione del testo narrativo, presentato in modalità orale.
Pertanto, è ipotizzabile che una migliore prestazione in compiti di ragionamento sequenziale possa essere in relazione non solo con una maggiore comprensione di testi narrativi, ma anche con un più elevato livello di complessità sintattica nelle narrazioni effettuate dai bambini. In modo particolare, un indice che può essere preso in considerazione è la produzione di enunciati complessi, dato che questo aspetto si è rivelato essere discriminante fra i bambini con ritardo nell‘acquisizione del linguaggio che recuperano le loro difficoltà e i bambini che invece non recuperano (Manhardt e Rescorla, 2002). Obiettivi del presente studio sono:
- confermare su un campione più ampio l‘esistenza di una relazione significativa fra l‘abilità in un compito di riordino sequenziale e la comprensione del testo orale;
- indagare l‘esistenza di una relazione fra la capacità di produrre enunciati complessi in un compito di narrazione e l‘abilità manifestata nel compito di riordino sequenziale.
Metodologia
Hanno preso parte al presente studio 112 bambini di età compresa fra i 3 e i 6 anni. Ciascun bambino è stavo valutato individualmente attraverso la somministrazione delle seguenti prove:
1- Prova di Riordino Sequenziale, che è una prova appositamente ideata per valutare la capacità di mettere in ordine una serie 9 storie figurate di complessità crescente (costituite da 3, 4 o 5 vignette); per ciascuna storia riordinata in modo corretto è stato attribuito un punteggio, in relazione alla complessità della storia (3 punti per le storie da 3 vignette, 4 e 5 punti per le storie da 4 e 5 vignette rispettivamente). 2 - Test di comprensione del testo orale – TOR 3-8 (Levorato e Roch, 2007), per valutare la capacità dei
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bambini di comprendere un testo narrativo; tale prova è costituita da brani che
vengono letti al bambino, relativamente ai quali l‘esaminatore pone delle domande atte a valutare la comprensione sia degli aspetti testuali, sia di quelli inferenziali.
3- Narrazione (audioregistrata ed in seguito trascritta) della Picnic Story (Tavano e Biancuzzi, 2008), che è costituita da un libretto di sole immagini che il bambino deve sfogliare e raccontare liberamente; gli indici ricavati sono relativi al livello di complessità degli enunciati (senza verbo, semplici,
complessi). Risultati
Tutte le abilità linguistiche e cognitive considerate risultano essere correlate con l‘età cronologica dei bambini. Rispetto al primo obiettivo, i risultati ottenuti attraverso il calcolo delle correlazioni parziali, controllando per l‘età dei bambini, fra i punteggi alla prova di comprensione del testo orale e quelli relativi alla prova di riordino sequenziale permettono di confermare l‘esistenza di una relazione significativa fra queste due particolari abilità.
Lo stesso tipo di analisi, non ha permesso, invece, di individuare alcuna relazione statisticamente significativa fra l‘abilità nel compito di riordino sequenziale e la capacità di produrre enunciati complessi nella narrazione spontanea; tuttavia, una ulteriore analisi condotta suddividendo i bambini sulla base della fascia d‘età, ha permesso di dimostrare come a 3 anni esista una associazione fra il punteggio totalizzato alla prova di riordino sequenziale e l‘emergente capacità di produrre enunciati complessi.
In conclusione, l‘abilità di ragionamento sequenziale risulta essere maggiormente legata alla capacità di comprendere un testo narrativo, piuttosto che al livello di complessità sintattica raggiunto nella
narrazione spontanea. Bibliografia
Levorato, M. C., e Roch, M. (2007). TOR – Test di comprensione del testo orale – 3-8 anni. Giunti Organizzazioni Speciali.
Manhardt, J., e Rescorla, L. (2002). Oral narrative skills of late talkers at ages 8 and 9. Applied Psycholinguistics, 23, 1-21.
Tavano, A., e Biancuzzi, E. (2008). The Picnic Story. OGV.
Tomasello, M. (2003). Constructing a language: A usage-based theory of language acquisition. Cambridge: Harvard University Press.
Zampini, L., D‘Odorico, L., e Viscardi N. (2010, Settembre). Abilità in un compito di riordino di sequenze e sviluppo del linguaggio in età prescolare. XXIII Congresso Nazionale Associazione Italiana di Psicologia – Sezione di Psicologia dello Sviluppo, Bressanone.
125 ANALISI DELLE INTERAZIONI TRIADICHE: CONTESTI E PERCORSI DI SVILUPPO Proponente:
ADA CIGALA
Dipartimento di Psicologia, Università di Parma, Borgo Carissimi, 10, 43100 Parma [email protected]
Discussant :
PAOLA DI BLASIO
Dipartimento di Psicologia, Università Cattolica di Milano, Largo Gemelli 1, 20123 Milano [email protected]
L‘adozione della prospettiva triadica, come una lente attraverso la quale studiare lo sviluppo in vari ambiti, consente di prendere in considerazione uno spazio relazionale capace di evidenziare competenze interattive fondamentali dei bambini (McHale et al, 2008), così come di analizzare alcune particolari dinamiche relazionali e processuali dei contesti nei quali i bambini vivono nella loro quotidianità assumendo un ruolo attivo (Cigala et al., 2011).
La specificità dello spazio interattivo triadico deriva dal fatto che esso non può essere semplicemente tradotto nella somma di diadi, quanto piuttosto debba essere considerato come un sistema con caratteristiche proprie che implica competenze interattive differenti rispetto al contesto diadico (Mendonҫa et al, 2011; Lindsey, Caldera, 2006). E‘ evidente, quindi, come questa prospettiva richieda di affrontare importanti questioni metodologiche, sia rispetto al setting di studio che al tipo di categorie utilizzate (Kerig e Lindhal, 2006).
Il simposio si propone di presentare alcuni studi che a partire da differenti interessi di ricerca tentano di adottare una prospettiva di tipo triadico nell‘analisi delle interazioni che avvengono tra bambini e/o tra bambini e adulti significativi in vari contesti, come famiglia e scuola. In particolare, dal confronto di questi studi si è interessati ad evidenziare, oltre che spunti di tipo teorico ed epistemologico sull‘opportunità di studiare le interazioni triadiche, anche importanti riflessioni di carattere metodologico inerenti le procedure e i sistemi di codifica utilizzati.
Bibliografia
McHale J.P., Fivaz-Depeursinge E., Dickstein S., Robertson J., Daley M. (2008). New Evidence for the Social Embeddedness of infant‘s early triangular capacities. Family Process, 47 (4), 445-463.
Cigala A., Fruggeri L., Marozza G. Venturelli E. (2010). Entrare e uscire dalle interazioni: microtransizioni familiari osservate in contesti triadici. Rivista di Studi familiari, vol. 2, pp. 152-173. Mendonҫa J., Cosette L., Strayer F.F., Gravel F. (2011). Mother-Child and Father-Child Interactional Synchrony ion Dyadic and Triadic Interactions. Sex Roles, 64, pp. 132-142.
Lindsey E.W., Caldera Y.M. (2006). Mother-Father-Child Triadic Interaction and Motehr-Child Dyadic Interaction: Gender Differences Within and Between Contexts. Sex Roles, 55, pp. 511-521.
Kerig e Lindhal, (2006). Sistemi di codifica per l‟osservazione delle relazioni familiari. Milano: Franco Angeli.
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1° COMUNICAZIONE ORALE
TRIANGOLI IN CLASSE: NON SOLO GEOMETRIA