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Agricoltura sociale e l’inclusione socio-lavorativa dei migranti Con il crescere del fenomeno migratorio nel nostro Paese e l’aumentare

Nel documento MIGRAZIONI, AGRICOLTURA E RURALITÀ (pagine 140-143)

Meccanismi per la tutela dei diritti dei lavoratori nel sistema agro-alimentare

5.3 Il contributo dell’agricoltura sociale all’inclusione dei migranti

5.3.2 Agricoltura sociale e l’inclusione socio-lavorativa dei migranti Con il crescere del fenomeno migratorio nel nostro Paese e l’aumentare

5.3.2 Agricoltura sociale e l’inclusione socio-lavorativa dei migranti

Strumenti per l’inclusione dei migranti. Il contributo dell’agricoltura sociale

sociali, il Centro di Salute Mentale, associazioni culturali e di volontariato, i consu-matori.

In alcuni casi, i progetti rivolti agli immigrati vedono coinvolti anche i Car e gli Sprar (Cittalia et a. 2018), che attraverso accordi e collaborazioni con soggetti pub-blici e privati, tra cui imprese agricole, hanno avviato iniziative volte alla produzione per l’autoconsumo (orti sociali) indirizzati alla popolazione locale e agli immigrati, all’inserimento lavorativo in aziende agricole del territorio, alla creazione di nuove imprese nel settore agro-alimentare. Si inserisce in questo filone il progetto Sicilia Integra (Timpanaro et al., 2018) che mira a sostenere l’integrazione socio-economi-ca dei migranti attraverso attività di rafforzamento delle socio-economi-capacità agro-ecologiche, aumentando nel contempo la produzione e la commercializzazione di prodotti bio-logici siciliani nei mercati europei. Il progetto si sviluppa attraverso la creazione di percorsi di apprendimento basati sulle tre dimensioni della sostenibilità – ambiente, società ed economia – e offre l’opportunità di specializzarsi in tecniche di agricoltura biologica e progettazione di comunità sostenibili. Inoltre, il progetto promuove la professionalizzazione di migranti e di giovani disoccupati autoctoni, contribuendo allo sviluppo di un’economia verde locale. Le attività sono state sviluppate secondo diverse dimensioni:

• Sociale: rafforzamento della solidarietà tra i migranti e i giovani disoccupati;

introduzione di processi decisionali collaborativi; progettazione di sistemi di governance locale inclusivi

• Economica: rafforzamento di relazioni commerciali etiche, eque e trasparenti;

aumento dell’autonomia dal sistema agroindustriale; promozione di impren-ditorialità sociale; riduzione del divario tra produttori e consumatori;

• Ambientale: riduzione dell’impatto ambientale; aumento della resilienza ai cambiamenti climatici

• Culturale: sostegno alle tradizioni locali; valorizzazione delle diversità cultu-rali sui modelli alimentari.

Per realizzare questo progetto, Gaia Education, un’organizzazione non governati-va attigovernati-va in 54 paesi, con esperienza nell’educazione allo sviluppo sostenibile13, e l’U-niversità di Catania hanno costruito un sistema inclusivo e trasparente di governance con i diversi stakeholder: istituzioni educative, centri di accoglienza per migranti, agricoltori, associazioni del terzo settore e committenti europei. Le attività sono state

13 Per maggiori informazioni https://www.gaiaeducation.org/

realizzate in diversi luoghi della Sicilia, con il coinvolgimento di aziende agricole, associazioni, comunità locali con l’obiettivo di contribuire al miglioramento dell’eco-nomia locale e di sensibilizzare ai temi dell’inclusione e della sostenibilità14.

Le iniziative di agricoltura sociale sono strettamente connesse con il tema del la-voro regolare e legale e, in contesti particolarmente difficili da questo punto di vista, hanno anche l’obiettivo esplicito di contribuire all’emersione del lavoro nero e dello sfruttamento (Perrotta, 2017). Ne è un esempio la Cooperativa sociale (R)esistenza, che nella gestione del Fondo Rustico “Amato Lamberti” impiega alcuni richiedenti asilo nella coltivazione di pomodori che vengono trasformati in pelati inscatolati con il marchio Funky Tomato. L’esperienza viene realizzata nell’ambito di un contratto di rete stipulato con Funky Tomato Project, La Fiammante e Storytelling Meridiano.

Il ricavato della vendita dei pomodori (in parte avvenuta prima della produzione, grazie al meccanismo virtuoso del pre-acquisto dei prodotti) contribuisce anche a finanziare la nascita di una piattaforma editoriale finalizzata alla promozione di «una nuova narrazione del cibo e delle filiere agro-alimentari, attenta agli impatti sociali e all’ambiente» (http://www.funkytomato.it/al-via-il-contratto-di-rete-funky-tomato/).

Funky Tomato, che coinvolge imprese agricole anche in Basilicata, Calabria e Puglia, cerca di combinare le tradizioni rurali con la cultura e lo stile di vita dei lavorato-ri migranti aflavorato-ricani; plavorato-rincipalmente attraverso la musica; il progetto gestisce infatti una serie di stazioni radio e web radio della comunità e coinvolge diversi produttori

“immateriali” (musicisti, DJ, artisti e chef), oltre a piccole imprese artigianali per la trasformazione dei pomodori in salsa e altre conserve. Il lavoro sull’’immaginario collettivo si concretizza in una serie di eventi che combinano gastronomia e musica e che concorrono non solo alla comunicazione relativa al progetto, ma anche alla sedimentazione di un immaginario diverso tra i partecipanti (Giordano et al., 2018).

Sullo stesso livello di intervento si posiziona anche il progetto “IN CAMPO! Sen-za caporale”, che attraverso un percorso di formazione e tirocinio durato 10 mesi ha coinvolto nove ragazzi provenienti da Ghana, Togo, Burkina Faso e Senegal che lavoravano come braccianti alla giornata, sottomessi al caporalato. Dal progetto, in collaborazione con cinque aziende biologiche di eccellenza della Capitanata pugliese, è nato un prodotto nuovo, #ASSAY, un pestato di cime di rapa e broccoletti. Il pro-getto ha consentito anche di trovare una situazione abitativa adeguata ad ospitare i

14 Per ulteriori approfondimenti sul progetto Sicilia Integra si rimanda alla pagina https://www.gaiaeducation.org/

project-based-learning/siciliaintegra/

Strumenti per l’inclusione dei migranti. Il contributo dell’agricoltura sociale

ragazzi, di offrire una formazione linguistica e far conoscere i diritti dei lavoratori15. Sempre sul fronte della lotta al lavoro nero e della corretta inclusione nei circuiti del lavoro agricolo è da segnalare l’esperienza realizzata da Humus, una rete territo-riale di imprese che mettono in condivisione manodopera, mezzi e idee di sviluppo sostenibile per integrare migranti e soggetti locali, creando nuove opportunità lavo-rative e formative16. La Rete è nata dall’associazione MiCò e dalla Banda Valle Grana, una rete di aziende agricole impegnate nella valorizzazione del territorio e nella cre-azione di uno sviluppo comunitario. L’obiettivo del progetto è formare nuovi agricol-tori e creare occasioni di lavoro per i migranti e per altri cittadini perché rimangano sul territorio e ripopolino le valli che possono così diventare luoghi di innovazione sociale ed economica. Attraverso il contratto di rete è possibile assicurare alle per-sone una continuità nel lavoro anche se in diverse aziende durante l’arco dell’anno, superando così il problema della stagionalità e precarietà del lavoro in agricoltura.

Esperienze che possono essere “classificate” come interventi di inclusione sociale sono anche quelle che mirano a fornire supporto alla salute, al trasporto (in “com-petizione” con i servizi offerti dal caporalato), all’abitare, all’istruzione, in particolare per le donne e i bambini (Palumbo e Sciurba, 2018), che spesso costituiscono l’anello più debole in queste situazioni.

Determinante per la riuscita degli interventi di inclusione, inoltre, è l’approccio di sistema, ovvero un insieme coordinato di misure che “devono risiedere nella sfera pubblica, attribuite nella titolarità alle istituzioni e pertanto riconducibili a una pro-grammazione universale di politiche, strategie e misure di intervento di stato sociale”

(Giovannetti et al., 2018). Le misure di accoglienza non possono essere avulse dai contesti territoriali in cui si sviluppano, ma sono frutto dell’interazione e dell’impe-gno di comunità locali, amministrazioni comunali, servizi locali, altri attori del terri-torio, che determinano cambiamenti sul piano culturale, sociale, politico, economico, organizzativo.

Nel documento MIGRAZIONI, AGRICOLTURA E RURALITÀ (pagine 140-143)