Meccanismi per la tutela dei diritti dei lavoratori nel sistema agro-alimentare
6.5 Leader, strumento per l’economia civile e l’inclusione dei migranti
6.5.1 Il Leader nelle politiche di sviluppo territoriale
L’approccio Leader, che rientra fra gli strumenti comunitari più innovativi per promuovere lo sviluppo locale, si basa sul cosiddetto approccio bottom-up e pone al centro dell’attenzione i Gal (Gruppi di azione locale), costituiti da un partenariato pubblico-privato che hanno il compito di elaborare e realizzare a livello locale una strategia di sviluppo pilota innovativa, multisettoriale e integrata (Ssl – Strategia di sviluppo locale).
Da oltre venticinque anni nelle aree rurali grazie al Leader vengono realizzati pro-getti per rafforzare la multifunzionalità delle imprese agricole e, in generale, delle aree rurali, a cui viene richiesto di produrre diverse esternalità positive: competitività (occupazione); produzioni alimentari di qualità; erogazione di beni ambientali; svi-luppo agro-politano; welfare locale e inclusione sociale.
Parliamo di circa 2.800 milioni di euro investiti fra il 1991 ed il 2013, a cui si aggiungono altri 1.200 Mln che coprono il periodo di programmazione 2014-2020.
Questi ultimi interessano il 60% del territorio italiano (Figura 6.4) dove risiedono circa 17 milioni di persone, cifre ragguardevoli che assumono ancora più significato considerando che si tratta di una politica di sostegno di cui hanno beneficiato
miglia-ia di luoghi (comuni, paesaggi, riserve naturali, ecc.), di imprese (agricole, artigmiglia-ianali, manifatturiere, dei servizi), di strutture rurali (edifici pubblici, case, strade, ecc.), di beni culturali (materiali e immateriali).
Figura 6. 4 – Aree Leader 2014-2020 (sinistra); Aree Leader 2014-2020 per tipologia aree rurali (destra)
Fonte: Rete Rurale Nazionale.
Nel corso delle diverse fasi di programmazione di Leader sono stati finanziati cir-ca 45 mila progetti presentati e realizzati nella maggior parte dei cir-casi da operatori privati (aziende agricole, artigiani, imprese del turismo e dei servizi, associazioni so-ciali, culturali e ambientaliste, ecc.), ma anche da soggetti pubblici (comuni, parchi nazionali/regionali, enti di ricerca, enti di promozione, ecc.). Nel corso di questi anni, migliaia di famiglie italiane hanno potuto continuare a vivere nella propria terra d’ori-gine, vedere migliorare le proprie condizioni di vita, avere occasioni di occupazione.
Se questi pochi dati già danno evidenza del contributo di Leader per lo sviluppo delle zone rurali italiane, vi sono altri risultati di carattere qualitativo che scaturi-scono dalle modalità con cui i principi di metodo che ne guidano l’azione vengono realizzati.
Migrazioni, ruralita’ e sviluppo territoriale. Politiche e progetti in corso
Nel sostenere processi di sviluppo bottom-up, la politica rurale promuove la co-struzione di percorsi basati sulle risorse endogene e l’intervento proattivo degli attori locali a cui vengono delegate le funzioni di programmazione, attuazione e controllo delle strategie messe in campo a livello locale (decentramento gestionale e finanzia-rio). Affinché sia possibile attivare tali processi, la Commissione europea pone come condizione sine qua non l’individuazione di aree omogenee sufficientemente vaste per assicurare la necessaria massa critica (in termini di risorse socio-economiche) alla realizzazione delle Strategie di sviluppo locale e, nello stesso tempo, abbastanza piccole da massimizzare la partecipazione degli attori locali. Per orientare gli Stati membri, la “dimensione territoriale locale” delle zone sostenute dall’azione Leader, viene definita delimitandola in relazione alla numerosità della popolazione residente (al massino aree con 150 mila abitanti). In questa prospettiva il “locale” non è associa-to ad una geometria istituzionale-amministrativa o “setassocia-tore” di policy (ad esempio, ambientale) o a fattore produttivo (ad esempio, la terra). Attraverso il parametro “po-polazione” la Commissione ha cercato di privilegiare un processo di individuazione di aree di dimensioni tali da privilegiare il sistema delle relazioni sociali, per costruire legami all’interno e all’esterno del contesto territoriale, e di esprimere un migliore rapporto fra costi di transazione (per la gestione territoriale e l’erogazione di servizi) e popolazione.
La prospettiva territoriale adottata da Leader si traduce invece, da un lato, nel leggere i bisogni locali cui dare risposta e nell’individuazione delle risorse da cui partire; dall’altro nella partecipazione attiva, orizzontale e contemporanea di attori economici, istituzionali e della società civile che porta le organizzazioni radicate nei territori ad essere interlocutori privilegiati per lavorare con tutte le componenti delle comunità locali. I partenariati promossi con il Leader, i Gruppi di azione loca-le appunto, vanno ben oltre la dicotomia pubblico-privato, aggregando associazio-ni che sono espressione di interessi sia sociali-culturali-ambientali sia economici (di tutti i settori locali). I partenariati dei Gal sono, quindi, una forma associativa
“nuova” dove, oltre al ridisegnarsi del sistema delle relazioni, si ridefiniscono le motivazioni che portano gli attori ad associarsi strutturando interessi e relazioni in idee di sviluppo condivise e impegni reciproci. In questo caso, oltre a rendere cogente il principio di rappresentatività territoriale dei partenariati, la politica Ue ne rafforza l’azione attribuendo alla struttura tecnica che li esprime una serie di funzioni, compiti e risorse atti a sensibilizzare e coinvolgere il composito tessu-to locale (istituzionale, sociale, economico), accrescerne la capacità di esprimere
progettualità, creare expertise e competenze a disposizione dei territori rurali e renderne effettive le scelte operate.
Figura 6.5 – L’azione integrata di Leader: investimenti previsti nelle Strategie di svi-luppo locale (tipologia e peso percentuale)
Fonte: elaborazione Crea su dati Strategie di sviluppo locale 2014-2020.
Infine, anche le caratteristiche delle Strategie di sviluppo locale che devono essere innovative, integrate e multisettoriali esprimono l’intenzione di sostenere politiche di sviluppo capaci di valorizzare le risorse endogene e rafforzare il sistema relazionale.
Infatti, questi tre attributi, oltre a descrivere la logica compositiva delle Strategie di sviluppo locale e il carattere delle misure/azioni attivabili, esercitano una funzione essenziale nel rafforzare le relazioni fra attori appartenenti a diversi settori dell’eco-nomia e della società locale e rendere effettive le azioni dei singoli e combinarle per produrre comportamenti di sistema (cfr. Figura 6.5).
Tale capacità deriva sia dalla struttura della Ssl e sia dall’articolazione delle azioni in esse contenute. Ad esempio, i 15000 progetti circa che saranno finanziati in questa fase 2014-2020 grazie alle Strategie locali, oltre ad essere articolati attorno ad uno o più ambiti tematici trasversali, che fanno allo sviluppo delle filiere e dei prodot-ti locali al turismo rurale fino a rafforzare l’accesso ai servizi pubblici essenziali e
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11 7 L'approccio integrato di leader per lo sviluppo locale:
risorse programmate per asset del capitale territoriale (%)
Sistema produvo e imprese - qualità delle produzioni; start-up innovave; economie di scala; capacità di servizio ricreavo, didaco, sociale, ambientali delle imprese ecc.
Infrastru ure e servizi alla popolazione - borghi e insediamen rurali; mobilità locale; accessibilità; digitalizzazione;
servizi popolazione; servizi culturali e ricreavi; ecc.
Capitale Sociale - cultura e indentà locale; percezione del territorio e delle sue risorse; capacità istuzionale locale; partecipazione ava; trasparenza; integrazione degli invesmen pubblici e/o priva ecc.
Risorse naturali e storicoculturali - uso del suolo; paesaggio; salubrità ambientale; biodiversità; aree protee;
energie rinnovabili; emergenze storico-architeoniche ecc.
Capitale umano - knowhow, competenze, propensione all’innovazione ecc.
Relazioni con l'esterno - posizionamento del territorio sui diversi merca; re di scambio; immagine del territorio;
accoglienza e fruizione ecc.
Migrazioni, ruralita’ e sviluppo territoriale. Politiche e progetti in corso
l’inclusione sociale di specifici gruppi svantaggiati o marginali, prevedono un’ampia gamma di interventi fra loro integrati per tutti gli asset materiali (sistema produttivo, infrastrutture, servizi, risorse naturali e storico-culturali) e immateriali (risorse uma-ne e sociali e relazionali) del capitale territoriale.
6.5.2 Il ruolo dei Gal e delle Strategie di sviluppo locale nell’inclusione