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Il tirocinio extracurriculare come strumento di inclusione

Nel documento MIGRAZIONI, AGRICOLTURA E RURALITÀ (pagine 130-135)

Meccanismi per la tutela dei diritti dei lavoratori nel sistema agro-alimentare

5.2 Misurare l’inclusione socio-lavorativa degli immigrati

5.2.2 Il tirocinio extracurriculare come strumento di inclusione

invece efficace quando aiuta i partecipanti ad acquisire competenze, fornisce loro informazioni utili per muoversi nel mercato del lavoro e li dota di caratteristiche che possono essere adeguatamente percepite dai datori di lavoro (Kogan 2016).

Strumenti per l’inclusione dei migranti. Il contributo dell’agricoltura sociale

comunitari 31.347, il 29,4% in più rispetto all’anno precedente. Gli incrementi mag-giori si sono avuti nel Mezzogiorno (+42,5%) e nelle regioni del Nord Ovest (+34%).

I tirocini extracurriculari attivati nel settore agricolo sono stati il 6,2% del totale, con un incremento percentuale del 43,7%; per quanto riguarda la qualifica professionale, il 4,1% del totale dei soggetti coinvolti nei tirocini è stato registrato come bracciante agricolo; un dato interessante riguarda anche la qualifica di Personale non qualificato addetto alla manutenzione del verde (3,4%). La quasi totalità delle persone coinvolte è di sesso maschile (93,4%); il 53,8% dei lavoratori interessati ha meno di 24 anni e il 32,4% ha un’età compresa tra i 25 e i 34 anni.

Questi dati, tuttavia, forniscono soltanto un quadro generale relativo a tale stru-mento, che non dà conto della relazione con altri strumenti e dei risultati ed effetti che derivano dalla sua applicazione. Analisi di singoli strumenti messi in atto in Italia e/o di percorsi più articolati non sono molto diffusi; tra i pochi esempi di valutazio-ne va sicuramente segnalato quello relativo all’aziovalutazio-ne “Percorsi I” per l’integraziovalutazio-ne socio-lavorativa di minori stranieri non accompagnati e giovani migranti3. L'azione, che ha riguardato il periodo febbraio 2016 – dicembre 2018, ha contribuito alla rea-lizzazione di 960 percorsi di integrazione socio-lavorativa per minori stranieri non accompagnati in fase di transizione verso l’età adulta (a partire dai 16 anni) e giovani migranti (fino a 22 anni), compresi richiedenti asilo e i titolari di protezione uma-nitaria o internazionale (Anpal, 2018). L’intervento consisteva nel finanziamento di

“doti” individuali che consentivano l’erogazione di servizi afferenti a tre specifiche aree: accoglienza e presa in carico, formazione, lavoro. Era, inoltre, previsto il ricono-scimento di un contributo al soggetto proponente (pari a € 2.000, per lo svolgimento di attività della durata massima di 64 ore finalizzate all’inserimento socio-lavorativo del destinatario), di un'indennità di frequenza al destinatario (pari a € 500 mensili, per la partecipazione al tirocinio di 5 mesi), di un contributo al soggetto ospitante il tirocinio (pari a € 500, per lo svolgimento di attività di tutoraggio e affiancamento della durata max di 16 ore). Il 56,7% dei 277 enti4 risultati idonei ad attuare gli in-terventi finanziati era concentrato nelle regioni del Mezzogiorno (il 22% in Sicilia);

tuttavia, gli enti hanno attuato gli interventi anche fuori dalla regione di appartenen-za. La maggior parte degli interventi si è comunque concentrata nel Mezzogiorno

3 La prima fase di attuazione del progetto Percorsi è stata finanziata con il Fondo politiche migratorie – annualità 2015 (€ 6.000.000,00), concesso con D.D. del 29.12.2015.

4 All’Avviso potevano partecipare soggetti autorizzati allo svolgimento di attività di intermediazione a livello nazio-nale ai sensi del D.Lgs. n. 276/2003 Titolo II – Capo I e s.m.i - e soggetti pubblici e privati accreditati dalle Regioni all’erogazione dei servizi per il lavoro, purché qualificati dalle normative regionali quali enti promotori di tirocinio.

(65% dei percorsi attivati); in Sicilia sono stati attivati ben 374 percorsi, pari al 38,4%

del totale. I beneficiari erano generalmente giovani con basso titolo di studio (il 75%

non possedeva alcun titolo) che avevano presentato richiesta di asilo e di protezione umanitaria (oltre il 70%).

Le tipologie di tirocinio5 maggiormente utilizzate nell’ambito dell’azione sono state quella in favore di persone svantaggiate (tipologia C, 44,5%) e quella di inseri-mento e reinseriinseri-mento (tipologia B, 29,6%); il 17,5% dei destinatari è stato, inoltre, coinvolto in tirocini finalizzati all’inclusione sociale (cfr. Tabella 5.1).

Tabella 5.1 – Tirocini formativi per tipologia, numero e peso percentuale

Fonte: Anpal Servizi (2018), Report di valutazione dell’azione Percorsi I. percorsi di integrazione socio-lavorativa per minori stranieri non accompagnati e giovani migranti.

I settori di attività economica prevalenti, definiti secondo le classificazioni Istat 2007, sono stati quelli dei servizi di alloggio e ristorazione (25,3%) e delle attività manifatturiere (14,3%). L’agricoltura, silvicoltura e pesca hanno riguardato il 9,5%

dei tirocini attivati. I profili professionali6 sono risultati equamente distribuiti tra ar-tigiani, operai specializzati e agricoltori (24,5%) e professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi (24,2%; elevato è risultato anche il numero di tirocini atti-vati per le professioni non qualificate (22,1%).

L'azione “Percorsi I” ha avuto risultati positivi soprattutto in presenza di una regia comunale (a volte regionale) che ha agevolato l’integrazione, anche delle risorse

eco-5 Linee Guida in materia di tirocini del 24 gennaio 2013 – Accordo sancito in sede di Conferenza Stato-Regioni, aggiornato il 25 maggio 2017.

6 Definiti secondo la Classificazione delle professioni dell’Istat, 2011 (Cp-Istat 2011)

Tipologia di tirocinio N. tirocini %

A. Tirocinio formativo e di orientamento 75 7,7

B. Tirocinio di inserimento/reinserimento al lavoro 289 29,6

C. Tirocinio di orientamento e formazione o di inserimento/reinserimento al la-voro in favore di disabili di cui alla legge 23 marzo 1999 n. 68 o di persone svantaggiate di cui alla legge 8 novembre 1991 n. 381

434 44,5

D. Tirocini di orientamento, formazione e inserimento/reinserimento finalizzati all'inclusione sociale, all'autonomia delle persone e alla riabilitazione in favo-re di persone pfavo-rese in carico dal servizio sociale professionale e/o dai servizi sanitari competenti

171 17,5

N/D 6 0,6

TOTALE 975 100

Strumenti per l’inclusione dei migranti. Il contributo dell’agricoltura sociale

nomiche, e il coordinamento delle attività tra i diversi servizi coinvolti (per il lavoro, la formazione, sociali) e tra questi e il terzo settore. Come evidenziato dal Rapporto,

«l’esigenza di strutturate reti di azione e relazione multi-attore e multilivello, in grado di analizzare, profilare e progettare gli interventi in modo pertinente, è emersa nella maggior parte dei territori come indicazione da tenere in considerazione per la futu-ra progfutu-rammazione» (Anpal Servizi, 2018). Nel Rapporto, inoltre, viene evidenziata l’esigenza di selezionare i soggetti proponenti le attività non solamente in virtù del regime di autorizzazione/accreditamento, ma anche in base all’esperienza con questa tipologia di destinatari, soprattutto in presenza di esigenze e richieste specifiche. La presenza di competenze ad hoc in questo settore, infatti, può essere determinante soprattutto «nell’azione preliminare di individuazione del bacino dei minori stranieri da coinvolgere nell’intervento, così come nella progettazione di percorsi individualiz-zati», necessari per tenere conto delle problematiche multidimensionali che attengo-no alla progettualità migratoria dei singoli. La dimensione partenariale e di network è risultata fondamentale anche per la riuscita delle attività di sensibilizzazione e scou-ting aziendale, dove è stata determinante anche la conoscenza da parte degli enti proponenti delle dinamiche del mercato del lavoro.

L'esperienza permette di evidenziare alcune criticità spesso presenti in questo tipo di interventi, che riguardano sia il capitale sociale dei differenti territori sia le specificità del target. A titolo di esempio, la transizione alla maggiore età risulta un elemento problematico non solo perché la particolare situazione e i vissuti individua-li possono minare e condizionare la progettuaindividua-lità futura, ma anche perché i tempi di permanenza in Italia dall’arrivo al compimento del 18esimo anno spesso non offro-no lo spazio sufficiente al raggiungimento di significativi risultati, anche a causa dei tempi amministrativi per la maturazione dei requisiti giuridici per la conversione del titolo di soggiorno, i tempi lunghi di progettazione e attuazione degli interventi, ecc..

I minori e i giovani coinvolti, inoltre, si trovano in una particolare fase in cui l’esigen-za di riappropriazione di vissuti adolescenziali non completamente esperiti convive con la necessità di affrancamento economico.

L'esperienza di “Percorsi I”, inoltre, evidenzia l’importanza che le attività di pro-filazione del target e l’analisi delle traiettorie migratorie siano affinate e condivise tra i servizi ai fini della progettazione ad personam di interventi integrati. Secondo la valutazione effettuata, è, infatti, importante individuare soggetti competenti e mi-sure adeguate in base alla valutazione dei bisogni specifici, ma anche diversificare e bilanciare la selezione con le variabili anagrafiche, formative e socio-economiche

dei destinatari, oltre che con i tempi di arrivo e la fruizione dei servizi di accoglienza nel paese di approdo. Si suggerisce, semplificando, di operare una discriminazione in entrata per migliorare la performance dell’azione, spostando ancora una volta l’atten-zione dalle caratteristiche dell'intervento al fattore destinatario.

Emerge, tuttavia, la necessità di affiancare a queste esperienze anche interventi socio-educativi, percorsi di autonomia abitativa e di inclusione formativa, di raffor-zamento delle relazioni sociali e affettive, del recupero del patrimonio identitario di origine, per i quali sono necessarie risorse economiche aggiuntive e modelli organiz-zativi flessibili, oltre che una maggiore qualificazione degli operatori dei servizi e/o la presenza di figure professionali dedicate, non previste nell’avviso pubblico. Elementi ascrivibili all'ambito politico e amministrativo, infine, possono costituire un freno non indifferente sia alla partecipazione all’iniziativa sia alla sua efficacia.

Il modello di presa in carico insito nell’avviso “Percorsi I” ha «permesso un con-solidamento virtuoso della rete per i servizi territoriali di inserimento socio-lavorativo di soggetti vulnerabili», anche se è apparsa chiara la necessità di un maggior coinvol-gimento operativo dei Centri per l’impiego e del sistema dei Centri provinciali per l’istruzione degli adulti (Cpia) e dell’Istruzione e Formazione Professionale (IeFP).

Questo intervento ha richiesto la costruzione di nuovi ambiti operativi territoriali e il coinvolgimento nell’intervento di soggetti autorizzati e accreditati ai servizi al lavoro che, però, hanno dimostrato forti carenze sui temi dello svantaggio e della vulnerabi-lità legati alla condizione migratoria (Anpal, 2018).

L'esperienza analizzata ha dimostrato come anche interventi molto mirati e speci-fici possano rivelarsi poco adeguati perché legati a una progettazione e a regole rigide derivanti dall’assetto normativo in materia di formazione e occupazione. Ad esempio, la mancanza di flessibilità oraria, l’eccessiva rigidità dei percorsi e le ore di impegno orario settimanale del tirocinio possono risultare poco coerenti con l’organizzazione quotidiana del lavoro, soprattutto in alcuni ambiti lavorativi come l’agricoltura. An-che la durata del tirocinio può essere valutata in alcuni casi insufficiente, soprattutto in settori in cui si richiede una tempistica più estesa, dai 6 ai 12 mesi. Infine, i ritardi burocratici nei pagamenti dell’indennità mensile possono comportare il rischio di abbandono del percorso, oltre a generare un sentimento di sfiducia e frustrazione nei tirocinanti, come nel caso di alcuni partecipanti a “Percorsi I”.

Strumenti per l’inclusione dei migranti. Il contributo dell’agricoltura sociale

5.3 Il contributo dell’agricoltura sociale all’inclusione dei

Nel documento MIGRAZIONI, AGRICOLTURA E RURALITÀ (pagine 130-135)