• Non ci sono risultati.

Leader, Snai e Sprar: il valore aggiunto dell’immigrazione per la rivitalizzazione delle aree rurali

Nel documento MIGRAZIONI, AGRICOLTURA E RURALITÀ (pagine 156-162)

Meccanismi per la tutela dei diritti dei lavoratori nel sistema agro-alimentare

6.3 Leader, Snai e Sprar: il valore aggiunto dell’immigrazione per la rivitalizzazione delle aree rurali

una prospettiva di sviluppo territoriale più ampia, che ha permesso ai migranti inte-ressati di porsi come attori proattivi nel contesto in cui si sono insediati.

6.3 Leader, Snai e Sprar: il valore aggiunto dell’immigrazione

Migrazioni, ruralita’ e sviluppo territoriale. Politiche e progetti in corso

Le considerazioni sulle trasformazioni demografiche interne e sull’intensificarsi della presenza straniera sono di grande rilevanza per orientare le politiche pubbliche nell’arginare lo spopolamento e il declino delle aree rurali più marginali. Per di più, oltre agli stranieri residenti, anche i flussi di ingresso di migranti hanno risvolti che interessano le politiche di sviluppo, date le ripercussioni socioassistenziali che hanno sui territori.

Diverse sono le politiche che cercano di contrastare questi processi di declino puntando a rendere le aree rurali luoghi più attraenti e vivibili, a creare nuove occa-sioni di benessere, a far emergere nuove funzioni (ambientale, ricreativa, inclusiva) accanto a quella tradizionale produttiva agricola. E diversi sono gli approcci che si utilizzano in relazione al prezioso apporto fornito dall’immigrazione.

Fra le politiche di sviluppo territoriale più innovative troviamo il Leader e la Stra-tegia nazionale aree interne (Snai), le quali, pur affrontando diversamente sfide e questioni rilevanti ai fini di integrazione e inclusione, si concentrano prevalentemen-te nelle aree più marginali del Paese.

Ad esse, per similitudini che vedremo in seguito, può essere affiancato anche il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), politica specificamente adottata a livello nazionale per fronteggiare i fenomeni migratori. La gestione degli arrivi e degli sbarchi e della identificazione attraverso i Cas (Centri di accoglienza straordinaria) rappresenta, infatti, solo la prima fase dell’emergenza. Ad essa fa poi seguito un processo di integrazione gestito attraverso il sistema Sprar, che, coinvol-gendo sia gli enti locali che se ne prendono carico con il supporto del terzo settore sia le collettività locali in progetti di accoglienza integrata decentrati sul territorio, si pone come strumento aggiuntivo, trasversale e, a volte, complementare rispetto alle altre politiche di sviluppo locale.

Si tratta di tre politiche i cui approcci si intersecano e si incrociano in vario modo sui territori rurali, come evidenziato nella figura 6.1 e, a volte, si influenzano – diret-tamente o indiretdiret-tamente – a vicenda.

Le prime due sono inquadrate nella cornice metodologica dell’Accordo di Parte-nariato e si realizzano sotto forma di progettazioni integrate che includono più set-tori e interventi e/o più fonti di finanziamento, rispondono a sfide specifiche legate, principalmente, nel caso del Leader, ai soli ambiti di intervento delle politiche Feasr e, nel caso della Snai, ad obiettivi comuni alle diverse politiche pubbliche disponibili (Legge di stabilità, Fondi comunitari, leggi regionali, etc.). Il Sistema Sprar, invece, pur non essendo uno strumento territorializzato ha comunque un impatto sui

per-corsi di sviluppo a livello locale. Si tratta, infatti, di un sistema di Enti locali che bene-ficiano delle risorse del Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo (Fnpsa) per realizzare progetti di accoglienza integrata di rifugiati, richiedenti asilo e titolari di protezione sussidiaria e umanitaria e che si avvalgono, per la realizzazione delle attività, di enti gestori del privato e del terzo settore.

Figura 6.1 – Aree Leader, Aree Progetto Snai e sedi Sprar

Fonte: nostre elaborazioni su dati Rete Rurale Nazionale, Comitato tecnico aree interne, Servizio Centrale Sprar.

Il Leader, la Snai e il Sistema Sprar, pur leggendo e intercettando i bisogni locali in modo diverso, si incardinano sulla valorizzazione di risorse locali rilevanti e

espri-Migrazioni, ruralita’ e sviluppo territoriale. Politiche e progetti in corso

mono azioni pubbliche che concorrono utilmente all’obiettivo di trasformazione so-cio-economica e di riduzione di divari e squilibri dei contesti in cui agiscono. Come si evince dalla tabella 6.2, la gran parte dei comuni interessati dal Leader (94%), dalla Snai (99%) e dal Sistema Sprar (73%) si concentra, infatti, nelle aree rurali svantag-giate (C) e molto svantagsvantag-giate (D). E, come già accennato, sono soprattutto tali aree C e D che soffrono di squilibri della struttura demografica che mettono a rischio il ricambio generazionale e le basi del benessere presente e futuro. Ciononostante, e, benché in più casi copresenti negli stessi Comuni (Tabella 6.2), seguono spesso percorsi distinti che si incontrano solo per volontà politica preordinata (è il caso del Leader e delle Aree Progetto della Snai) o per consonanza tematica (è il caso delle progettualità Sprar).

Tabella 6.2 – Comuni per strumento e per classificazione delle aree rurali 2014-2020 (numero e percentuale)

Tipologia Area Rurale

Italia Aree Leader Aree Progetto

Snai* Sedi Sprar Leader/ Snai/

Sprar

% % % % %

A 193 2,39 4 0,08 - - 88 7,88 -

-B 1.803 22,28 303 6,08 6 0,56 216 19,34 -

-C 3.139 38,79 2.173 43,63 258 23,87 464 41,54 34 28,81

D 2.957 36,54 2.500 50,20 817 75,58 349 31,24 84 71,19

Totale 8.092 100,00 4.980 100,00 1.081 100,00 1.117 100,00 118 100,00 Fonte: nostre elaborazioni su dati Rete Rurale Nazionale, Dipartimento per le politiche di coesione, Servizio Centrale Sprar.

Quanto alle finalità, Leader e Snai sono indirizzati a raggiungere una serie di obiettivi specifici e si articolano su territorializzazioni proprie individuate con me-todologie basate su indicatori chiave legati, nel primo caso, al grado di ruralità e, nel secondo, al grado di perifericità rispetto ai centri di erogazione di servizi essenziali (scuola, sanità, mobilità). Sono, però, accomunati dalla ricerca di distintivi elemen-ti di rottura diretelemen-ti a produrre svolte favorevoli nei trend di sviluppo dei territori interessati, con l’attuazione di azioni integrate volte a valorizzare capacità e energie esistenti o latenti e a contrastare abbandono, spopolamento e rarefazione di attività imprenditoriali e di servizi. In queste politiche, quindi, la gestione della presenza straniera e dei flussi migratori si aggiunge alla presa in carico dei fattori di

squili-brio che caratterizzano le aree su cui agiscono e si concretizza in azioni orientate al ripopolamento e alla stabilità sociale e economica dei territori di interesse. Il Sistema Sprar, invece, pur essendo uno strumento di natura settoriale che si occupa in modo specifico della gestione dei flussi di richiedenti protezione internazionale, rifugiati, titolari di protezione sussidiaria e umanitaria, contribuisce attraverso i suoi progetti di accoglienza diffusa anche ad intercettare e attenuare problematiche demografiche e socioeconomiche locali legate allo spopolamento, alla diminuzione di attività im-prenditoriali e di servizi, coniugando le prospettive dei migranti accolti a quelle delle comunità locali accoglienti e concorrendo, insieme alle altre politiche territoriali, al riequilibrio di molte aree deboli del Paese.

Come descritto nella tabella 6.3, si tratta, di tre strumenti di intervento pubbli-co che differispubbli-cono per fonte di finanziamento, modalità di selezione, definizione, finalità, aree di applicazione e strutturazione. eppure in tutti e tre i casi si mobilita il protagonismo attivo degli attori locali e lo si incanala in partenariati locali strut-turati che sviluppano idee condivise, impegni reciproci, processi di apprendimento e di capitalizzazione (istituzionali, collettivi e individuali) e modificano con l’azione locale dinamiche relazionali, processi decisionali, valori e pratiche. In tutti e tre i casi, inoltre, pur se con toni minori per il Leader, sono le Amministrazioni locali (Comuni e Unioni di comuni) che fungono da unità di base: esse sono interlocutori chiave per istituzioni, imprese, organizzazioni e singoli cittadini, fulcro della pianificazione stra-tegica e promotrici della trasformazione territoriale, partner privilegiate nel disegno di traiettorie di sviluppo e azioni per realizzarle. Infine, in tutti e tre gli strumenti, i documenti di programmazione (Strategia di sviluppo locale per il Leader, Strategia d’area per la Snai, Progetto territoriale di accoglienza per gli Sprar) sono elaborati a partire dall’analisi di bisogni e potenzialità (locali/territoriali nei primi due, indivi-duali nel terzo) e si sostanziano in un articolato sistema di interventi integrati che contribuiscono alla crescita socioeconomica dei territori e all’inclusione socio-lavo-rativa degli individui.

L’interesse ad esaminarli insieme risiede proprio nel fatto che essi sono accomu-nati da un approccio integrato ai problemi socioeconomici incentrato sulla elabora-zione e attuaelabora-zione di percorsi di inclusione sociale e di crescita economica che, come illustrato a seguire, riflettono la formalizzazione di soluzioni condivise dagli attori locali costruite a partire dai fabbisogni e dalle capacità locali e mirano ad innalzare la qualità di vita delle persone attraverso azioni di sviluppo locale, servizi e welfare.

Migrazioni, ruralita’ e sviluppo territoriale. Politiche e progetti in corso

Tabella 6.3 – Principali caratteristiche dei tre strumenti LeaderSnaiSprar Fonte di finanziamento Comunitaria: Plurif

ondo (FEASR + FESR, FSE, FEAMP): Emi- lia-Romagna, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna Monofondo FEASR: tutte le atre Regioni

Comunitaria, Nazionale, altro: Legge di Stabilità (per i servizi essenziali) Feasr, Feamp, Feasr, Fse (per i progetti di svilup- po locale) Altri fondi

Nazionale: Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’a- silo (Fnpsa) Zonizzazione di riferimento

Comuni classificati in base al grado di ruralità:

Poli urbani Aree rurali ad agricoltura intensiva Aree rurali intermedie Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo

Comuni classificati in base alla perifericità rispet- to ai centri di offerta dei servizi di base: A. Polo B. Polo intercomunale C. Cintura D. Intermedio E. Periferico F. Ultraperiferico

Nessuna zonizzazione, Modalità di selezioneBando pubblico: aree individuate dalle Regioni sulla base dei criteri della zonizzazione PSR e se- lezione con regionale nell’ambito del PSR FEASR

Selezione pubblica: aree individuate dalle Regio- ni di concerto con lo Stato sulla base dei criteri della zonizzazione Snai

Selezione pubblica: enti locali presentano vo- lontariamente domanda di contributo a valere sul Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo Territori interessati4980 Comuni (94% in aree C e D) 200 GAL

4185 Comuni in Aree Interne (92% in aree C e D) 72 Aree Progetto (di cui 23 pilota) 1081 Comuni in Aree Progetto (99% in aree C e D)

757 Enti titolari unici (Ente locale/pubblico) 877 Progetti Sprar 1117 Comuni con sede Sprar (73% in aree C e D) PartenariatoPubblico-privato PubblicoPubblico-privato GestioneGruppo di Azione LocaleUnione di ComuniEnte locale/pubblico capofila Modello di governanceApproccio bottom-up, basato su bisogni e po- tenzialità locali e guidato da un sistema di gover- nance locale orizzontale

Approccio misto top down e bottom-up, basato su bisogni e potenzialità locali e guidato da un sistema di governance multilivello (nazionale, re- gionale e locale; verticale e orizzontale)

Approccio bottom-up, basato su decentramento degli interventi di accoglienza integrata attuati attraverso “enti gestori” (soggetti del terzo set- tore) e guidato da un sistema di governance mul- tilivello (nazionale e locale) Documento di pro- grammazioneStrategia di Sviluppo LocaleStrategia di AreaProgetto territoriale di accoglienza Azioni

Interventi integrati su: Assets materiali (sistema produttivo, infrastrut- ture, servizi, risorse naturali e storico-culturali) Assets immateriali (risorse umane e sociali e re- lazionali)

Interventi integrati Adeguamento dell’offerta dei servizi essenziali (istruzione, sanità, mobilità, connettività) Progetti di sviluppo locale

Servizi di accoglienza integrata di richiedenti asi- lo e rifugiati Obiettivo finaleSviluppo economico delle zone ruraliSviluppo locale intensivo/estensivo Inversione dei trend demograficiPresa in carico individuale di richiedenti asilo e rifugiati e costruzione di percorsi individuali di inclusione e inserimento socio-economico Fonte: nostra elaborazione.

6.4 La Strategia Nazionale Aree Interne: accoglienza,

Nel documento MIGRAZIONI, AGRICOLTURA E RURALITÀ (pagine 156-162)