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ALCUNE CONSIDERAZIONI SUI RAPPORTI TRA DIRITTO E LETTERATURA

SPUNTI PER SUPERARE LA PAURA DELLA LETTERATURA

4. ALCUNE CONSIDERAZIONI SUI RAPPORTI TRA DIRITTO E LETTERATURA

Stando almeno all’art. 414-bis c.p., la letteratura non sembra godere di uno statuto privilegiato rispetto ad altre forme di comunicazione ed espressione quando si tratta di valutare la turpitudine di certi contenuti, di distinguere il lecito dall’illecito. Anzi, la nuova disposizione trasmette l’idea che il disvalore di questi fatti possa concentrarsi interamente nel testo letterario. Se, infatti, il carattere artistico di un’opera non esclude la sussistenza dell’apologia, anche la letteratura può integrare un reato di opinione. Quasi paradossalmente, inoltre, la letteratura, esercitando generalmente una notevole fascinazione nei confronti del lettore, potrebbe presentare un’accresciuta idoneità istigatoria rispetto ad altri testi apologetici.

Si tratta di un orientamento che appare antitetico rispetto alle nuove sensibilità che la stessa dottrina giuridica35 esprime in misura crescente rispetto alla letteratura. Sempre più avvertita è, infatti, la consapevolezza di quanto la letteratura possa essere uno strumento essenziale per comprendere la realtà e, di conseguenza, per interpretarla e giudicarla.

Grazie agli studi sui rapporti tra giustizia e letteratura, si è giunti anzi a ritenere che l’esperienza letteraria permetta fortemente di “coltivare l’umanità” 36 , educando alla comprensione e al rispetto di una visione complessa dell’uomo e della sua vita. La letteratura, non fornendo mai soluzioni facili e immediate ai problemi dell’esistenza, è arte del dubbio ed è quindi ben lontana dall’essere un elogio senza problematizzazione, dal presentare quell’idoneità concreta a far commettere reati richiesta dalla sentenza della Corte costituzionale n. 65 del 1970 e quindi a ledere in qualche modo l’umanità delle persone.

Nella progettazione e applicazione specialmente delle norme penali che presentano un più

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Chiaramente l’elenco potrebbe continuare a lungo, passando per Pasolini, la mitologia greca etc.

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Considerazione suggerita dalla lettura di CONSULICH, Federico. Convenzione di Lanzarote e sistema penale: riflessioni sulla riforma dei delitti contro la libertà personale e sessuale del minore. In Studium iuris, Padova, 7-8, p. 802. 2013.

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FORTI, Gabrio - MAZZUCATO, Claudia - VISCONTI, Arianna (a cura di). Giustizia e letteratura – I. Milano: Vita e pensiero, 2012 e FORTI, Gabrio - MAZZUCATO, Claudia - VISCONTI, Arianna (a cura di). Giustizia e letteratura – II. Milano: Vita e pensiero, 2014.

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stretto rapporto con la morale37, è maggiore il rischio di perdere di vista la peculiarità delle singole vicende umane. L’art. 414-bis c.p. sembra voler considerare astrattamente lesiva ogni espressione che abbia a oggetto, anche se solo indirettamente, la sessualità del minore, illecita, a prescindere dal testo e, soprattutto, dal con-testo in cui tale espressione trovi collocazione.

Sviluppare l’“immaginario giuridico”38 facendo sì che la letteratura diventi il terreno su cui esercitare la facoltà di giudizio e la sensibilità di ogni operatore del sistema giuridico è strumento per tentare di superare anche questo problema. È molto importante trovare, però, un significato preciso alla relazione Giustizia e letteratura, espressa soprattutto dalla congiunzione “e”39, che racchiude un millenario rapporto tra i due saperi40. Giustizia e letteratura come Justice through Literature. L’analisi del testo letterario deve fungere da continuo momento di riflessione per giungere ad “affinare il senso di giustizia” degli operatori del diritto41, permettendo così di cogliere le differenze, operare distinzioni precise, abbandonare la rigidità del pregiudizio42. Tutto ciò può avvenire grazie allo sviluppo di una maggiore empatia con ciascun protagonista della vicenda criminale.

La narrativa [ha] l’attitudine di far “immaginare come sarebbe vivere la vita di una persona che potrebbe essere, fatti i debiti mutamenti, un altro se stesso o uno dei propri cari”, sollecitando dunque i lettori a “mettersi al posto di persone di vario tipo e di assimilarne le esperienze”. In tal modo le opere letterarie, favorendo l’identificazione e la partecipazione, “comunicano la sensazione che esistano dei legami possibili, almeno a un livello molto generale, tra i personaggi e il lettore43. In questa prospettiva gli individui coinvolti in una vicenda criminale riacquistano la loro ‘fisionomia’ personale e peculiare, non essendo appiattiti su generalizzazioni. Ogni singolo elemento viene apprezzato nella sua idoneità a rendere il giudizio più vicino alla situazione concreta e a non travisarla.

Sostenere che la letteratura aiuti a sviluppare la facoltà di giudizio di ogni persona è tutt’altro che un’affermazione astratta e non provata. Anzi, grazie a recenti studi, è emerso che la

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Su tale rapporto FORTI, Gabrio. L’immane concretezza. Metamorfosi del crimine e controllo penale. Milano: Raffaello Cortina, 2000, pp. 72 ss.

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Espressione ripresa da OST, François. Mosè, Eschilo, Sofocle. All’origine dell’immaginario giuridico. Bologna: il Mulino, 2007.

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FORTI, Gabrio. Introduzione. In FORTI,Gabrio-MAZZUCATO,Claudia-VISCONTI,Arianna (a cura di). Giustizia e letteratura – I, Milano: Vita e pensiero, 2012, pp. XIV ss.

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FORTI,Gabrio. Introduzione. p. XVI.

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FORTI,Gabrio. Introduzione. p. XVII.

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Sul rapporto tra verità e narrazione, si veda MAZZUCATO, Claudia. La ‘poesia della verità’ nella ricerca della giustizia. Poesia, parresia, esemplarità, giustizia. In FORTI,Gabrio-MAZZUCCATO,Claudia-VISCONTI,Arianna(a cura di). Giustizia e letteratura – I, Milano: Vita e pensiero, 2012, pp. 507 ss.

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FORTI, Gabrio. La letteratura e la riconoscibilità dei sentimenti nelle forme giuridiche, p. 16 ss. del dattiloscritto, di prossima pubblicazione sui quaderni ISSL.

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pratica costante della letteratura, non necessariamente di quella ‘alta’, faciliti l’abbandono dei pregiudizi da parte dell’individuo44. Non c’è da stupirsi, visto che è ormai un dato accertato che la letteratura abbia la capacità di far percepire più nettamente le emozioni e far capire il motivo che le genera45. Impersonarsi nell’altro, riduce pertanto la distanza che inizialmente separa gli individui46. La letteratura, inoltre, modifica progressivamente la personalità, facendola maturare e garantendo una maggiore sensibilità47. Se ciò avviene in generale per qualsiasi situazione in cui ci si trova a vivere, la pratica della letteratura ha poi una diretta e specifica incidenza sulla facoltà di giudizio nell’ambito giuridico. Già Aristotele, nella Poetica, sottolineava che la letteratura avesse la capacità di far pensare non solo all’“esistente”, ma anche al “possibile”, essendo quindi il motore che spinge ad approfondire ogni elemento e a vagliare ogni ipotesi ricostruttiva di un fatto, non solo quella apparentemente certa e a volte persino scontata. La letteratura diventa pertanto strumento principale per l’anagnorisis: incontrare un personaggio significa entrare gradualmente nella sua vita fino a comprendere il suo agire e quindi riconoscerlo nella sua precisa individualità48. È un riconoscimento che avviene attraverso lo sviluppo dell’empatia, cioè della capacità di immedesimarsi nelle storie degli altri49.

Lo sforzo d’immedesimazione nell’altro e di comprensione delle sue motivazioni, garantito dalla sensibilità letteraria, permette, infatti, per esempio in tema di reati sessuali, di abbandonare il pericoloso stereotipo del monstrum e di operare un giudizio completo che tenga conto di tutte le circostanze che hanno condotto ad agire, individuando un confine più certo e netto tra lecito e illecito. Tale migliore conoscenza non ha certamente come finalità quella di giustificare o di sminuire la gravità di alcune condotte, ma quella di comprendere in modo più preciso le cause del

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Si veda, per esempio, STATHI, Sofia - GIOVANNINI, Dino - CAPOZZA, Dora - TRIFILETTI, Elena. The greatest magic of Harry Potter. Reducing prejudice. In Journal of Applied Social Psycology, p. 436. 2014.

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Sul punto si rinvia agli studi condotti dalla New School for Social Research, su cui Reading Literary Fiction Improves “Mind- Reading” skills finds a Study from the New School for Social Research. Diponibile su www.newschool.com. Accesso effettuato in: 12 gennaio 2015.

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ANDERSON, Ephzibah. Bibliotheray: Can you read yourself happy? Disponibile su www.bbc.com/culture. Accesso effettuato in: 6 gennaio 2015.

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DJIKIC, Maja - OATLEY, Keith - ZOETERMAN, Sara - PETERSON, Jordan B. On Being Moved by Art: How Reading Fiction Transforms the Self. In Creativity Research Journal, 21(1), pp. 24-29. 2009, citato da VISCONTI, Arianna nel seminario introduttivo del Ciclo Giustizia e letteratura (Law and Literature), Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, 2014-2015, dal titolo L’esperienza letteraria nella formazione giuridica, Università Cattolica, Milano, 23 ottobre 2014.

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Sul tema del riconoscimento nella letteratura BOITANI, Piero. Riconoscere è un Dio. Scene e temi del riconoscimento nella letteratura. Torino: Einaudi, 2013, pp. 24 ss.

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KIDD, David Corner e CASTANO, Emanuele. Reading Literary Fiction Improves Theory of Mind. In Science, p. 342 ss. 2013, citato da VISCONTI, Arianna nel già menzionato seminario introduttivo del Ciclo Giustizia e letteratura (Law and Literature), Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, 2014-2015, secondo i quali è possibile provare (si vedano i dati riportati nell’articolo) che la pratica della letteratura faccia evolvere la capacità di immedesimazione e quindi di giudizio e di comprensione dell’individuo.

135 reato, anche al fine di prevenire tale tipo di criminalità.

Come è stato di recente osservato50, la letteratura aiuta poi a sviluppare la capacità di pensiero di ogni individuo, non solo degli operatori del diritto. Ogni consociato, abituato a confrontarsi con opere letterarie, sarà quindi più portato a rispettare la norma giuridica, sviluppando progressivamente la propria capacità immaginativa. Lo studio della letteratura, imponendo la riflessione e la problematizzazione, getta così le basi per un’adesione alla norma nata dalla condivisione e non dall’obbedienza per paura della sanzione51.

La “coltivazione dell’umanità” […] e dell’immaginazione nei destinatari dei precetti giuridici, quale condizione perché questi siano motivati (e convinti) all’osservanza, presuppone però che analoga “educazione” dei sentimenti sia acquisita anche da chi è chiamato a creare e applicare tali precetti. È una tale educazione che permette di avvedersi dei diversi effetti delle decisioni e avere quindi anche piena cognizione delle responsabilità derivanti dall’esercizio delle proprie libere scelte professionali, istituzionali e personali, senza lasciarsi rinchiudere nei frame cognitivi imposti dall’organizzazione di appartenenza52.

Lo studio della letteratura consente dunque di instaurare un circolo virtuoso in cui il legislatore detta una norma più attenta alla realtà umana e il consociato è portato a rispettarla per una comunanza di sentimento. L’apertura del giurista come di ogni individuo alla riflessione letteraria fa assumere il compito morale di interpretarla e giudicarla tenendo conto della sua complessità53. È un’esperienza del reale che permette di compiere un giudizio consapevole e di assumersi una responsabilità per l’intera società54.

Per utilizzare un’immagine calviniana, ogni individuo, in special modo il giurista, attento alla letteratura e alla dimensione narrativa dell’esistenza umana, è come Cugino che, al termine dei Sentieri dei nidi di ragno, avendo vissuto la cruda e brutale esperienza della guerra, comprende la necessità di ricostruzione e, pertanto, si prende cura di Pin, tenendolo per mano nella notte che è, al contempo, fine di una società e inizio di una nuova.

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FORTI, Gabrio. La letteratura e la riconoscibilità dei sentimenti. pp. 1 ss.

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FORTI, Gabrio. La letteratura e la riconoscibilità dei sentimenti. p. 15.

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FORTI, Gabrio. La letteratura e la riconoscibilità dei sentimenti. p. 16.

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L’argomento della rilevanza della letteratura nella scienza giuridica è stato approfondito nel seminario, tenutosi in Università Cattolica il 13 marzo 2014, dal titolo La ‘necessità’ della letteratura nella scienza giuridica, a cui, tra gli altri, hanno partecipato François Ost e Arturo Cattaneo.

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Sulla funzione della letteratura come presupposto per la riflessione e quindi per il giudizio, si vedaFORTI,Gabrio-MAZZUCATO, Claudia-VISCONTI,Arianna (a cura di). Giustizia e letteratura – II, Milano: Vita e Pensiero, 2014, Parte quinta, Se questo è un uomo: narrare la resistenza al disumano, pp. 522 ss. Si vedano specialmente i saggi diBARENGHI, Mario. La complicità, l’omissione, il perdono, il rimorso. Aspetti della giustizia nell’opera di Primo Levi. pp. 534 ss. e di VISCONTI, Arianna. Narrare per testimoniare, narrare per giudicare. pp. 616 ss. Per esempio, in Levi, il ricordo lucido, non incrinato dal dolore o offuscato dal desiderio di vendetta permette di attribuire specificamente e puntualmente la responsabilità a ciascuno, fuggendo dalla facile scappatoia della responsabilità collettiva e individuando precisamente le responsabilità anche delle vittime.

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THE APPROACH OF LAW AND LITERATURE AND THE OVERCOMING OF

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