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Aleksej Nikolaevič Tolstoj, il ―terzo Tolstoj‖ 123 della storia della letteratura russa, ha rivestito un ruolo fondamentale nell‘ambito letterario russo

Nel documento Pinocchio in Russia : andata e ritorno (pagine 47-58)

ed in particolare durante l‘epoca sovietica. La sua fama non è dovuta solo al rifacimento dell‘opera di C. Collodi che ancora oggi rimane in Russia una delle favole più lette, ristampate e conosciute, ma anche ad una vasta e variegata produzione letteraria che, solo per dare un‘idea, spazia dalla poesia alla prosa sino al teatro. Tutta l‘opera di A. N. Tolstoj può essere ricostruita intorno a tre importanti periodi della sua vita: il primo periodo russo che va dagli esordi del 1907 sino alla Rivoluzione d‘Ottobre; la posizione antibolscevica e la conseguente fase d‘emigrazione in Francia e Germania tra il 1919 e il 1923; ed infine, l‘accettazione del governo bolscevico ed il ritorno definitivo nella Russia sovietica.

A. N. Tolstoj nacque a Nikolaevk (attualmente Pugačѐv)124 nel governatorato di Samara il 29 dicembre del 1882 secondo il vecchio calendario giuliano allora in uso, o il 10 gennaio 1883 secondo quello gregoriano che

molto più malinconici. Inoltre, come nota Miron Semenovič Petrovskij, gli autori descrivendo i tratti del poeta alludono ironicamente ad A. A. Blok. Cfr. Petrovskij 2006: 230- 231.

123Questa definizione proviene da un famoso saggio che Ivan Bunin scrisse su A. Tolstoj. Si

vedaVarlamov 2008: 13, 57.

48 Una foto di A. N. Tolstoj (1883-1945)

49 entrò in vigore dopo la Rivoluzione d‘Ottobre125

. Le vicende familiari dell‘autore furono molto tormentate a causa dell‘irruente carattere del padre, il conte Nikolaj Aleksandrovič Tolstoj126

, che costrinse la madre, la scrittrice per bambini Aleksandra Leont‘evna Turgeneva127

, ad abbandonare il tetto coniugale e andare a vivere con Aleksej Apollonovič Bostrom, un proprietario terriero non molto ricco, un uomo colto dalle idee liberali che amava la letteratura e influenzò moltissimo l'educazione del giovane Aleksej. Proprio nella sua tenuta sulle rive del Medio Volga il futuro scrittore trascorse l‘infanzia ignorando il fatto di essere il figlio del conte Tolstoj: paternità sulla quale molti, a partire dal conte stesso, hanno espresso dei dubbi, ma che alla luce di alcuni documenti recentemente pubblicati sembra incontestabile128. La madre, però, tenne a lungo nascosta la vicenda sia all'ex marito, dal quale divorziò ufficialmente nel settembre del 1883 (senza diritto di risposarsi perché colpevole di aver abbandonato il tetto coniugale), sia al figlio (che secondo la legge poteva essere affidato al padre per il motivo sopraindicato) e lasciò credere ad Aleksej che fosse figlio di Bostrom. Ignaro della complicata situazione familiare, Aleksej Tolstoj trascorse un‘infanzia piuttosto tranquilla

125Il calendario giuliano venne abolito con un decreto del Consiglio dei commissari del popolo

e dal 1918 al suo posto venne introdotto quello gregoriano (dopo il 31 gennaio seguì il 14 febbraio) che ancora oggi non è accettato dalla chiesa russa.

126N. A. Tolstoj (1849-1900), come voleva la tradizione, era stato avviato alla carriera militare

nella cavalleria imperiale, ma fu espulso dal reggimento a causa del suo impetuoso carattere e gli fu impedito di risiedere sia a Mosca che a San Pietroburgo, ragion per cui si trasferì nel governatorato di Samara, vicino al padre, e comprò una tenuta per stabilirvisi definitivamente. A Samara conobbe e sposò (1873) Aleksandra Leont‘evna Turgeneva. Dal 1881 in poi occupò diversi posti nell'amministrazione del governatorato.

127La famiglia non era imparentata con quella del noto scrittore I. S. Turgenev, si trattava di

una semplice omonimia. Aleksandra Leont‘evna (1854-1906) era nipote di secondo grado dell'economista e pubblicista Aleksandr N. Turgenev (1789-1871), uno degli ideologi del movimento dei decabristi, condannato alla pena di morte in contumacia, emigrato in Inghilterra e poi a Parigi dove pubblicava in francese. Essa sposò il conte Tolstoj, conosciuto a Samara, contro il desiderio della propria famiglia e con l'illusione di riuscire in qualche modo a ―domarlo‖. Purtroppo, i cattivi comportamenti del marito (orge, duelli, etc...) continuarono anche dopo il matrimonio dal quale nacquero presto due figlie (una morta in tenera età) e due figli. Oltre a ciò, N. A. Tolstoj disprezzava e derideva l'attività letteraria della moglie, una ragione in più che spinse la donna verso A. A. Bostrom, un uomo di ampia cultura e fine sensibilità.

128Per una recente ricostruzione delle vicende legate alla nascita di A. N. Tolstoj basata su

documenti (comprese alcune lettere della madre), si veda Varlamov 2008: 12-27;cfr. anche Zapadov 1969: 5-8.

50 nella tenuta di Sosnovka129 ricevendo un‘ottima formazione letteraria grazie alle quotidiane letture di autori come N. A. Nekrasov, L. N. Tolstoj e I. S. Turgenev.

Nel 1901 A. N. Tolstoj si trasferì a San Pietroburgo per iscriversi all‘Istituto tecnologico e nell‘estate del 1902 sposò la prima moglie (ne seguiranno altre tre), Julija Roţanskaja, che aveva conosciuto già a Samara. Nel 1903 nacque il figlio Jurij, ma il matrimonio con la J. Roţanskaja non durò a lungo. Con lo scoppio della rivoluzione russa del 1905 Tolstoj, nonostante si intendesse e interessasse poco di politica, si dimostrò molto sensibile alle problematiche che ne derivarono e attivo nelle varie dimostrazioni studentesche. Fu proprio durante questi anni che egli coltivò maggiormente i suoi interessi letterari, conoscendo diversi autori, appassionandosi alla pittura e alle rappresentazioni teatrali di A. P. Čechov, fino a scoprire il fascino della poesia simbolista. Nel 1906 a causa della chiusura di tutte le università e dell‘istituto stesso, Tolstoj si recò in Germania per quattro mesi proseguendo gli studi a Dresda. Tornò a Samara nello stesso anno per trascorrervi l‘estate e in autunno, dopo la morte della madre, si recò nuovamente all‘Istituto di San Pietroburgo per sostenere gli esami finali.

Parallelamente allo studio Tolstoj aveva sempre nutrito un profondo interesse per la letteratura e nel 1907 debuttò con una raccolta poetica intitolata semplicemente Lirika, di marcata ispirazione simbolista. Il libro portava la dedica «A te, mia perla» riferita alla giovane pittrice Sofija Isaakovna Dymšic che Tolstoj aveva conosciuto a Dresda e che più tardi diventerà la sua seconda moglie130. Dopo un breve viaggio in Italia, compiuto assieme alla prima moglie, Tolstoj tornò a San Pietroburgo da solo e nello stesso anno andò a vivere con Sofia Dymšic in un villino in Finlandia, dove il destino volle che loro vicino di casa divenne il noto critico – ma anche scrittore, giornalista e traduttore – Kornej I. Čukovskij (1882-1969). Tolstoj si recò a Parigi, аssieme a S. Dymšic, nel gennaio del 1908 e lì strinse amicizia con diversi poeti

129Sosnovka faceva parte del governatorato di Samara.

130Nella sua dettagliata biografia su A. Tolstoj, Varlamov non riporta esattamente quando i due

si sposarono. Egli, però, riporta che S. Dymšic scrisse nelle sue memorie «sul suo secondo marito». Cfr. Varlamov 2008: 59.

51 simbolisti tra i quali Maksimilian A. Vološin (con il quale rimarranno amici per molti anni), Kostantin D. Bal'mont e conobbe anche Nikolaj S. Gumilëv.

Nel 1909, tornato a San Pietroburgo, Tolstoj ospitò nella sua dimora la redazione dell‘almanacco letterario «Ostrov» (L‘isola), ideato da Gumilëv, del quale uscirono solo due numeri. Nell‘autunno dello stesso anno Gumilëv e Tolstoj ―traslocarono‖ nella nuova rivista «Apollon» alla quale, tra gli altri, collaborava anche Michajl A. Kuzmin. La rivista «Apollon» e il Cech poetov (La Gilda dei poeti) che l‘affiancò nel 1911, divennero la culla dell'acmeismo, ma Tolstoj nel frattempo si allontanò da questo ambiente e dopo la sua seconda raccolta poetica intitolata Za sinimi rekami (Al di là dei fiumi blu)131 che uscì nello stesso anno abbandonò gradualmente la poesia e cominciò ad orientarsi verso la prosa. Già nel 1909 su almanacchi e giornali russi erano comparsi alcuni racconti come Nedelja v Tureneve (Una settimana a Turenev), pubblicato nel gennaio del 1909 sulla rivista «Apollon», il ciclo Zavolž'e (Oltre-Volga) ed altri che alla fine del 1910 uscirono in due raccolte: Soroč'i

skazki (Le fiabe della gazza), promossa alle stampe da I. Bunin come redattore

per la belletristica della rivista «Severnoe sijanie» (L‘aurora boreale)132 , ed il primo volume di Povesti i rasskazy (Novelle e racconti). Poco dopo vennero pubblicati i primi due romanzi di A. N. Tolstoj: Čudaki (Gli stravaganti, 1911)133 e Chromoj barin (Il signore zoppo, 1912).

Raggiunta una notevole fama, nel 1912 A. N. Tolstoj si trasferì a Mosca dove tra il 1913 e il 1918 uscirà una raccolta delle sue opere in dieci tomi134

. La poliedricità di Tolstoj non si esaurì con poesie e racconti tanto che, dopo aver conquistato i salotti letterari moscoviti, tra il 1912 e il 1913 si dedicò all‘attività di commediografo dando vita a opere come Nasil‘niki (I sopraffattori, 1913)135, Vystrel (Lo sparo, 1914), Nečistaja sila (La forza impura, 1916)136, Kasatka (Mia piccola cara, 1916)137. E nello stesso periodo

131Cfr. Etkind et al. 1990: 594.

132

V. Varlamov 2008: 93.

133Nelle sue prime redazioni il romanzo portava titoli diversi: inizialmente Dve žizni (Due vite)

e successivamente Zemnye sokrovišča (I tesori della terra).

134Gr[af] A. N. Tolstoj, Sočinenija v desjati tomach, Moskva 1913-1918. 135

V. Lo Gatto 1968: 238.

52 fu attratto anche dal dramma storico, scrivendo ancora prima della rivoluzione

Smert‘ Dantona (La morte di Danton)138

, a cui seguirono dopo il 1917 i drammi Zagovor imperatricy (La congiura dell‘imperatrice)139 e Avez, per il quale si avvalse della collaborazione dello storico P. E. Ščѐgolev.

Con il sopraggiungere della Prima guerra mondiale Tolstoj tra il 1914 e il 1916 si recò sia in Inghilterra che in Francia come corrispondente dal fronte per il quotidiano pietroburghese «Russkie vedomosti» (Notizie russe). Le dure immagini della guerra gli suggerirono la creazione di vari racconti come

Obyknovennyj čelovek (Un uomo comune)140

, Na gore (Sulla montagna), Pod

vodoj (Sott‘acqua); le sue numerose opere pubblicistiche degli anni bellici

furono raccolte in un volume, Pis‘ma s puti (Lettere di viaggio) che proponevano uno spaccato dell‘orrore della guerra vissuta in prima persona, arricchito da descrizioni e impressioni volte a mettere in risalto la grandezza del carattere russo.

Per quanto concerne la vita privata, verso il 1913 Tolstoj e Sofija Dymšic si lasciarono. Lei andò a Parigi e si dedicò interamente all‘arte mentre lui, dopo una breve relazione con una ballerina diciassettenne, s‘innamorò profondamente della poetessa Natal‘ja Vasil‘evna Krandievskaja con la quale Tolstoj si sposò nel 1917.

Con il sopraggiungere della Rivoluzione d‘Ottobre Tolstoj non esitò a dichiarare la sua posizione contraria e a mettersi a servizio del giornale antibolscevico «Luč pravdy» (Il raggio della verità) sul quale nel novembre del 1917 pubblicò tre articoli141. Nell‘agosto del 1918 Tolstoj lasciò Mosca e si recò in Ucraina con la famiglia, inizialmente a Char‘kov (in ucraino Charkiv) e poi a Odessa dove assieme ad altri emigrati russi si era già rifugiato I. Bunin. Tolstoj e Bunin passarono l‘inverno del 1918-19 a Odessa stando a stretto contatto, viaggiando spesso per l‘Ucraina per turnée letterarie e scrivendo per la stampa ―bianca‖. Nell‘aprile del 1919 i Tolstoj lasciarono Odessa e passando

137Ibidem. V. Etkind et al. 1990: 594.

138V. Lo Gatto 1968: 238. 139Ibidem.

140

V. Etkind et al. 1990: 595.

53 per Istanbul raggiunsero Parigi, la capitale culturale europea di inizio Novecento che ospitò l‘emigrazione ―bianca‖, ovvero quella parte dell‘emigrazione russa formata da tutti gli intellettuali che non avevano accettato la Rivoluzione d‘Ottobre142. Tolstoj ne entrò a far parte e risiedette a Parigi dal giugno del 1919 all‘ottobre del 1921, affrontando non poche difficoltà. Qui, dove già si era formata una corposa colonia di emigrati russi, l‘autore lavorò assiduamente realizzando il romanzo Choždenie po mukam (tradotto in italiano sia come La via dei tormenti nel 1931 sia come Via al

calvario nel 1946) che successivamente diventerà una trilogia composta

complessivamente tra il 1919 e il 1941. In Francia, Tolstoj continuò a scrivere anche per il teatro componendo la piéce Ljubov‘ – kniga zolotaja (Amore – Libro d‘oro)143

, scrisse un piccolo romanzo come Detstvo Nikity (L‘infanzia di Nikita, 1919-20)144 che ebbe grande successo e fu anche uno dei fondatori e redattori della rivista «Grjaduščaja Rossija» (La Russie future)145

dove iniziò la pubblicazione del romanzo Choždenie po mukam. Tutto ciò, però, non accontentava A. N. Tolstoj: in Francia, dove dieci anni prima conobbe il trionfo come scrittore, questa seconda volta l‘autore non si sentiva a suo agio e nell‘ottobre del 1921 con tutta la famiglia traslocò a Berlino, città in cui avrebbe trovato un‘atmosfera più familiare e la possibilità di preparare il terreno per un ritorno in Russia.

Analogamente alla nascita dell‘emigrazione bianca a Parigi, nella capitale tedesca si era stanziata invece un‘altra parte dell‘emigrazione russa che appoggiava il nuovo governo bolscevico. Già a partire dal 1919 a Berlino era sorta la stampa periodica degli emigrati russi con il quotidiano «Golos Rossii» (La voce della Russia)146, che nel corso di un anno si espanse rapidamente e

142Sull‘emigrazione russa a Parigi e Berlino si veda anche Böhmig 2003: 299-320. 143

V. Etkind et al. 1990: 597.

144Ibidem.

145Fu la prima rivista dell‘emigrazione letteraria russa. La sua uscita era mensile ed era sotto la

redazione di N. V. Čaikovskij, V. A. Anri, M. A. Landau-Aldanov e A. N. Tolstoj. In totale, uscirono solo due numeri nel 1920 a Parigi.

146Il quotidiano uscì il 18 febbraio 1919 ed era edito da da alcui membri della democrazia di

sinistra, tra i quali Stankevič (ex collaboratore di Kerenskij), Aleksandr Drozdov e A. S. Jaščenko. Inizialmente era diretto da S. J. Skljarov, ma fino alla sua chiusura nel 1922 vide l‘alternarsi di diversi direttori. Dal 15 ottobre 1922 venne sostituito dal quotidiano «Dni»

54 raggiunse proporzioni enormi grazie anche all‘inclusione di riviste e periodici caratterizzati da diversi orientamenti politici147. In questa variegata proposta il giornale che si impose maggiormente per importanza e qualità nella Berlino russa fu «Nakanune» (Alla vigilia), pubblicato dal 26 marzo 1922 al 15 giugno 1924. Fu l‘organo del gruppo Smena vech, nome ripreso dall‘omonimo settimanale «Smena vech» (Cambio delle pietre miliari)148 che dal 1921 usciva a Parigi. Il quotidiano era diretto da J. V. Ključnikov e G. L. Kirdecov, vi collaboravano anche S. S. Luk‘janov, B. V. Djušen e J. N. Potechin149

e già a partire dal primo numero del 26 marzo 1922 la redazione manifestò chiaramente la propria posizione verso il nuovo governo bolscevico:

I russi in Russia e all‘estero stanno attraversando un periodo di grande crisi spirituale. Più passa il tempo, e più diventa loro chiaro il significato storico e etico della rivoluzione d‘Ottobre. La Russia sovietica gradualmente diventa per loro semplicemente Russia150.

In sostanza, «Nakanune» si proponeva di continuare sulla stessa linea di «Smena vech» un‘attività di divulgazione che aveva il fine di promuovere l‘accettazione della Rivoluzione d‘Ottobre e giungere a una conciliazione con

(Giorni), pubblicato a Berlino sino al 1924 e a Parigi sino al 1928, nel quale lavoravano alcuni redattori di «Golos Rossii».

147Vi erano i monarchici che pubblicavano il mensile «Prizyv» (L‘appello) e il quindicinale

«Dvuchglavnyj orel» (L‘aquila bicipite); i cadetti dirigevano il quotidiano «Rul» (Il timone) in cui collaborava anche Vladimir Nabokov con lo pseudonimo di Vl. Sirin; i menscevichi erano a capo di «Vremja» (Il tempo). Ed ancora, vi era il quotidiano comunista russo «Novyj mir» (Mondo nuovo) diretto dal tedesco Kurt Kärsten e finanziato dai bolscevichi e persino una ―bezpartijnaja gazeta‖ a capo di A. Verchonskij «Berlinskije Novosti» (Notizie berlinesi). Si veda Scandura 1994: 232.

148Questa traduzione, già esistente, non è abbastanza esatta; l‘espressione russa ―smena vech‖

(lett. ―cambio dei picchetti‖) è da intendere nel senso di ―cambio dell'orientamento‖ (come a volte viene tradotto). Il titolo ricalca quello di una miscellanea uscita a Praga nell‘estate del 1921 che si ricollegava all‘almanacco Vechi (Pietre miliari) pubblicato a Mosca nel 1909, costituito da una serie di articoli che promuovevano un atteggiamento di riconciliazione con il governo bolscevico. Uno degli articoli più rappresentativi in questo senso fu quello di S. Čachotin intitolato V Kanossu! (A Canossa!), in cui vi era un metaforico richiamo ad un accordo con la Russia. Dopo qualche mese anche a Parigi uscì una rivista con un titolo equivalente in cui collaboravano gli stessi rappresentanti della miscellanea di Praga, ma ebbe breve vita (il 25 marzo 1922 uscì l‘ultimo numero) e venne sostiuita da «Nakanune» a Berlino. Cfr. Scandura 1994: 232-233.

149J. V. Ključnikov, S. S. Luk‘janov e J. N. Potechin erano gli autori della raccolta praghese. Si

ritiene che «Nakanune» fosse sponsorizzato dal governo bolscevico. Un segnale formale dello strappo con le tradizioni così care all‘emigrazione fu il fatto che il giornale introdusse la nuova ortografia già in vigore nella Russia Sovietica.

55 la nuova Russia sovietica. Tale linea provocò le reazioni non solo della comunità degli emigrati, ma anche dei membri che facevano parte della redazione del giornale151. Anche in Russia i cosiddetti smenovechovcy (da

Smena vech, il gruppo degli addetti alla politica di riconciliazione con il potere

sovietico considerati dal resto dell‘emigrazione, a seconda del punto di vista, ―opportunisti‖ o addirittura ―traditori‖) erano temuti, poiché si pensava che potessero riportare ad una restaurazione della classe borghese in Russia152.

Dal punto di vista letterario, però, il quotidiano era molto attivo: dagli articoli e le recensioni di I. Vasilevskij, A. Tolstoj, I. Sokolov-Mikitov e Zinaida Vengerova (i capisaldi dell‘allegato letterario) alle rubriche153

che offrivano al lettore russo uno spaccato sulla vita letteraria in emigrazione e nella Russia sovietica154. In questo contesto Tolstoj si inserì subito dopo aver lasciato Parigi e rompendo definitivamente con l‘emigrazione bianca grazie alla famosa «Otkrytoe pis‘mo Čaikovskomu» (Lettera aperta a Čaikovskij)155,

151Già prima dell‘uscita del quotidiano, il 24 marzo del 1922 durante una serata al Dom Iskusstv

(La casa delle arti) alla quale presero parte Belyj, Minskij, Remizov e A. Tolstoj vi fu una tremenda lite in cui gli smenovechovcy vennero accusati di opportunismo e tradimento. In particolare, fu la presenza di Tolstoj a scatenare reazioni negative data la sua notorietà di sostenitore del potere bolscevico, una posizione che venne intensificata anche dall‘arrivo di Boris Pil‘njak e dalla sua nuova promozione della letteratura russa. Un‘altra occasione in cui Tolstoj si trovò al centro di una disputa fu durante la riunione del 31 marzo 1922 al Dom Iskusstv (filiale della Casa delle Arti di Pietrogrado) – circostanza per commemorare la memoria di Nabokov (padre del noto Vladimir Nabokov) – in cui si scontrò con A. Belyj sul discorso degli smenovechovcy e sul ruolo di «Nakanune».

152È il caso di I. Erenburg che si rifiutò di scrivere per «Nakanune»; B. Pasternak, invece,

arrivato a Berlino nel luglio del 1922 manifestò in una lettera a V. Polonskij la sua amarezza nel sapere che Majakovskij e Aseev collaboravano a quello che egli stesso considerava e definì un «elenco telefonico». Ed anche M. Gor‘kij era sospettoso verso gli smenovechovcy al punto da consigliare a Chodasevič, arrivato a Berlino nel giugno del 1922, di interpellarlo prima di un‘eventuale collaborazione. In egual modo scrisse a Tolstoj nel gennaio del 1923 con tono autorevole: «Ho sentito che Lei è uscito da ―Nakanune‖, molto bene! Ma è indispensabile che lei lo comunichi chiaramente, sulla stampa, anche su ―Dni‖, con un breve comunicato: non collaboro più a ―Nakanune‖. Lo faccia!». Cit. in Scandura 1994: 235.

153Le rubriche erano tre: V Rossii (In Russia), Literaturnaja chronika (Cronaca letteraria) e

Chronika (Cronica).

154La redazione moscovita di «Nakanune» era diretta da Michajl Kričevskij (sostituito in

seguito da Michajl Levidov), mentre E. Mindlin era corrispondente fisso e segretario letterario che due volte a settimana inviava una parte del materiale letterario a Mosca. Paradossalmente, però, su «Nakanune» venivano pubblicati racconti o romanzi che nella nuova Russia sovietica sarebbe stato improponibile. È il caso, ad esempio, dei primi racconti di Bulgakov, di Prišvin, Zoščenko, Grin, Kataev, Vč. Ivanov, Lidin, Mandel‘štam, Aseev, Sokolov-Mikitov e Gul‘.

155La lettera uscì due giorni prima del secondo trattato di Rapallo, l‘accordo internazionale che

56 leader dei ―bianchi‖ e poco prima co-redattore assieme a Tolstoj della rivista «Grjaduščaja Rossija». Questa scelta maturò durante gli anni dell‘emigrazione dal forte desiderio di riavvicinarsi alla nuova realtà sovietica e cercare una possibilità di tornare un giorno in URSS. Il clamoroso e inaspettato cambiamento di vedute giovò subito a Tolstoj, procurandogli la stima di M. Gor‘kij (giunto a Berlino nella primavera del 1922) con cui strinse una forte amicizia156. Con l‘emigrazione bianca, invece, vi fu una rottura definitiva: già nell‘aprile dello stesso anno egli fu espulso dall‘Unione degli scrittori russi con sede a Parigi. Le motivazioni che avevano spinto Tolstoj ad abbandonare la capitale francese erano in realtà dettate soprattutto da una forte necessità economica; nella corrispondenza con I. Bunin egli lamentava le difficili condizioni di sopravvivenza e invitava insistentemente l‘amico a raggiungerlo a Berlino. Qui Tolstoj riuscì a ottenere uno stipendio stabile; in un primo momento visse con la famiglia in un appartamento composto da quattro stanze e in seguito si trasferì in una pensione dove riceveva spesso le visite di Gor‘kij e di altri intellettuali157. Il rapporto con Gor‘kij ebbe un‘importanza fondamentale sulle scelte e sulla sorte di Tolstoj: in una lettera del settembre del 1922 Gor‘kij gli sconsigliò fortemente di pensare a un rientro in Russia e rimandarlo a un momento più adatto, poiché erano in corso una serie di arresti

la pubblicazione su «Nakanune» del 14 aprile, la lettera fu pubblicata anche sulle «Izvestija» (Notizie) il 25 aprile 1922. In aggiunta allo scandalo della lettera a Čaikovskij, vi fu un altro episodio increscioso collegato a questo: il 4 giugno 1922 venne pubblicata su «Nakanune» una lettera privata di Kornej Čukovskij (con un allegato di versi del figlio Nikita) a Tolstoj in cui si esprimeva condivisione e stima per la sua coraggiosa azione verso i ―bianchi‖. Čukovskij, inoltre, esortava Tolstoj a fare ritorno in patria senza temere opinioni discordanti: «[...] No, Tolstoj, Lei deve tornar qui con orgoglio e con la coscienza pulita. Tutte queste

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