D IV: Lе avventure di Pinocchio con il grillo loquace, dove si vede come
‒ Chi vi ha portato
da me, compar Geppetto? /
‒ Le gambe [mi hanno portato]. Sappiate, mastr’Antonio, che son venuto da voi, /
[20] per chiedervi un favore. /
‒ Eccomi qui, pronto a servirvi, ‒ replicò il falegname, rizzan- / dosi sui ginocchi. /
‒ Stamani m’è piovuta nel cervello un’idea258 . / ‒ Sentiamola. /
247D: combattere con le sciabole e saltare.
248D: All‘improvviso qualcuno bussò. 249D: volendo farlo arrabbiare.
250Nella sua traduzione Danini riporta il nome in una forma italiana comune, Polentina, mentre
Collodi usa quella toscana: Polendina.
251D: perché la sua parrucca era di quel colore così giallo, come la pappa di mais, che in Italia
si chiama polenta.
252D: Che Dio ci salvi dal.
253D: Allora egli s‘infuriava talmente, che era impossibile calmarlo. 254D: Salve.
255D: l‘alfabeto. 256D: Ah, così! 257
D: Come siete capitato.
81 [25] ‒ Ho pensato di fabbricarmi da me un bel burattino259
di legno: / ma [,] un burattino260 meraviglioso, che sappia ballare, tirare di scherma /
e fare i salti mortali261. Con questo burattino262 voglio girare il mondo / [intero], per buscarmi un tozzo di pane e un bicchiere di vino: [.] che ve ne pare? /
‒ Bravo Polendina! ‒ gridò la solita [sottile] vocina, che non si capiva / [30] di dove uscisse. /
A sentirsi chiamar Polendina, compar Geppetto diventò rosso co- / me un peperone263 dalla bizza, e voltandosi verso il falegname, gli dis- / se imbestialito264: /
‒ Perché mi offendete? / [35] – Chi vi offende? /
‒ Mi avete detto Polendina!... / ‒ Non sono stato io265
. /
‒ Sta’ un po’ a vedere che sarò stato io! Io dico che siete stato voi266 . / [40] ‒ No! /
‒ Sì! / ‒ No! / ‒ Sì! /
E riscaldandosi sempre più, [i due amici] vennero dalle parole ai fatti, e acciuf- /
[45] fatisi tra di loro, si graffiarono, si morsero e si sbertucciarono267. / Finito il combattimento, mastr’Antonio si trovò fra le mani la / parrucca gialla di Geppetto, e Geppetto si accòrse di avere in boc- / ca la parrucca brizzolata del falegname268. /
259
D: pajac, ovvero ‗pagliaccio‘.
260
cfr. la nota predcedente.
261D: saltare e combattere con le sciabole. 262D: pagliaccio.
263
D: gambero.
264D: a voce alta.
265D: Io non vi ho chiamato così.
266D: Ripeto che siete stato voi a chiamarmi così. 267
D: iniziarono a picchiarsi, graffiarsi e addirittura mordersi.
82 ‒ Rendimi la mia parrucca! ‒ gridò mastr’Antonio. /
[50] ‒ E tu rendimi la mia, [rispose Geppetto,] e rifacciamo la pace. / I due vecchietti, dopo aver ripreso ognuno di loro la propria par- /
rucca269, si strinsero la mano e giurarono di rimanere buoni amici per / tutta la vita. /
‒ Dunque, compar Geppetto, ‒ disse il falegname in segno di / [55] pace fatta270 – qual è il piacere che volete da me? / ‒ Vorrei un po’di legno per fabbricare il mio burattino271
; [.] me lo /
date272? ‒ /
Mastr’Antonio, tutto contento273, [della possibilità di sbarazzarsi di quel misterioso legno e] andò subito a prendere sul banco /
quel pezzo di legno che era stato cagione a lui di tante paure [per darlo al suo amico]. Ma /
[60] quando fu lì per consegnarlo all‘amico, il pezzo di legno dètte uno /
scossone e sgusciandogli violentemente dalle mani, andò a battere / con forza negli stinchi impresciuttiti274 del povero Geppetto. / ‒ Ah! gli è con questo bel garbo, mastr’Antonio, che voi rega- /
late la vostra roba275? M’avete quasi azzoppito276!... / [65] – Vi giuro che non sono stato io! /
– Allora sarò stato io [a colpirmi]!... / – La colpa è tutta di questo legno… /
‒ Lo so che è del legno: ma siete voi che me l’avete tirato nelle / gambe! /
[70] – [No,] Io non ve l’ho tirato! / – Bugiardo! /
– Geppetto non mi offendete [,]; se no vi chiamo Polendina!... / – Asino! /
269D: ottenuto ognuno il suo.
270D: con un tono conciliante. 271
D: questo pagliaccio che ho pensato.
272D: Non potete darmelo? 273D: si rallegrò molto.
274D: salticchiò, sgusciò dalle mani del falegname e colpì Geppetto sulle gambe sottili. 275
D: fate i favori, mastro Antonio.
83 – Polendina! / [75] – Somaro277! / – Polendina! / – Brutto scimmiotto278 ! / – Polendina! ‒ /
A sentirsi chiamare Polendina per la terza volta, Geppetto perse il /
[80] lume degli occhi279 [:], si avventò sul falegname, e lì se ne dettero un
sac- /
co e una sporta280.[,] /
A battaglia finita281, mastr’Antonio si trovò due graffi di più sul naso, /
e quell’altro282 due bottoni di meno al giubbetto. [Ciò nonostante, i due amici,] Pareggiati in questo /
modo i loro conti, si strinsero la mano e giurarono di rimanere buo- / [85] ni amici per tutta la vita. /
Intanto Geppetto prese con sé283 il suo bravo pezzo di legno, e rin- / graziato mastr’Antonio, se ne tornò284
zoppicando a casa [sua]. /
Capitolo III
[1] Geppetto, tornato a casa, comincia subito a fabbricarsi il burattino285 /
e gli mette il nome di Pinocchio. Prime monellerie del burattino286. /
[Tutta] La casa di Geppetto era una stanzina terrena, che pigliava luce da /
un sottoscala287. La mobilia non poteva essere più semplice288: una seg- /
277 D: Ignorante! 278 D: Vecchia scimmia! 279D: usci fuori di sé.
280D: accadde una nuova battaglia. 281 D: dopo la quale. 282D: Geppetto. 283D: sotto il braccio. 284D: si diresse. 285 D: pagliaccio. 286D: pagliaccio.
84 [5] giola cattiva, un letto poco buono e un tavolino tutto rovinato. / Nella parete di fondo si vedeva289 un caminetto col fuoco acceso; ma /
il fuoco era dipinto, e accanto al fuoco c’era dipinta una pentola che / bolliva allegramente e mandava fuori una nuvola di fumo, che pare- /
va fumo davvero290. /
[10] Appena rientrato in casa, Geppetto prese subito gli arnesi e si pose / a intagliare e a fabbricare il suo burattino291. /
‒ Che nome gli metterò? ‒ disse fra sé e sé292. ‒ Lo voglio chia- /
mar Pinocchio293. Questo nome gli294 porterà fortuna. Ho conosciuto / una famiglia intera di Pinocchi: Pinocchio il padre, Pinocchia la /
[15] madre e Pinocchi i ragazzi [.], e tutti se la passavano bene [:]. Il più ricco /
di loro chiedeva l’elemosina. ‒ /
Quando ebbe trovato295 il nome al296 suo burattino, allora cominciò a / lavorare a buono, e gli fece subito i capelli, poi la fronte, poi gli oc- /
chi297. /
[20] Fatti gli occhi, figuratevi la sua meraviglia quando si accòrse che / gli occhi si movevano e che lo guardavano fisso fisso. /
Geppetto, vedendosi guardare da quei due occhi di legno, se n’eb- / be quasi per male, e disse con accento risentito298: /
‒ Occhiacci299
di legno, perché mi guardate? ‒ / [25] Nessuno rispose. /
287D: consisteva in una piccola stanzetta sotto le scale, sulle quali dava anche la sua unica
finestra.
288D: peggiore.
289D: in fondo alla stanza c‘era.
290D: nel quale s‘intravedeva il fuoco, sul fuoco c‘era una pentola nella quale bolliva qualcosa
che emanava una nuvoletta di vapore. Ma sia il fuoco che la pentola e il vapore sopra non erano veri, ma soltanto abilmente dipinti.
291
D: pagliaccio.
292
D: Che nome dargli? – pensò lui.
293Qui il traduttore riporta la seguente nota (ovviamente in russo): ―Pinokkio – zerno sosnovoj
šiški‖ (―Pinocchio: il seme della pigna‖).
294
D: mi [!].
295D: Scelto il nome del pagliaccio. 296D: del.
297D: prima di tutto tornì la testa, poi la fronte, gli occhi, i capelli. 298
D: Sentendosi in imbarazzo sotto questo sguardo, Geppetto disse con stizza.
85 Allora, dopo gli occhi, gli fece il naso300[.]; ma il naso, appena fatto, / cominciò [velocemente] a crescere: e cresci, cresci, cresci, [tanto che] diventò in pochi minuti /
un nasone che non finiva mai301. /
Il povero Geppetto si affaticava a ritagliarlo302[ma invano, soltanto si stancò molto]; ma più lo ritagliava /
[30] e lo scorciva, e più quel naso impertinente diventava lungo. / Dopo il naso gli fece la bocca. /
La bocca303 non era ancora finita di fare, che cominciò subito304 a ride- / re e a canzonarlo305 [Geppetto]. /
‒ Smetti di ridere! ‒ disse Geppetto impermalito306
[.]; ma [questo] fu come /
[35] dire al muro. /
‒ Smetti di ridere, ti ripeto! ‒ urlò [il vecchietto] con voce minacciosa. / Allora la bocca smesse di ridere, ma [in cambio] cacciò fuori tutta la lingua. /
Geppetto, per non guastare i fatti suoi307, finse di non avvedersene308, / e continuò a lavorare. Dopo la bocca, gli fece il mento, poi il collo, / [40] poi le spalle, lo stomaco309, le braccia e le mani310. /
Appena finite le mani, Geppetto sentì [all’improvviso che qualcuno]
portarsi311 via la parrucca dal /
capo. Si voltò in su, e che cosa vide? Vide la sua parrucca gialla / in mano del burattino312. /
300D: si mise a tornire il naso al pagliaccio. 301
D: enorme.
302D: mise ad accorciarglielo intensamente. 303D: Quest‘ultima.
304D: già. 305
D: deridere.
306D: strillò con stizza. 307D: non volendo distrarsi. 308
D: di non notare la lingua.
309D: il tronco.
310A questo punto Danini usa, ovviamente, l‘unica parola con la quale i russi (e gli altri Slavi)
indicano l‘arto intero, braccio e mano insieme: ruka.
311
D: toglieva.
86 ‒ Pinocchio! . . . rendimi subito la mia parrucca! ‒ /
[45] E313 Pinocchio, invece di rendergli la parrucca, se la messe in capo / per sé [.], rimanendovi sotto mezzo affogato314
. /
A quel garbo insolente e derisorio [di Pinocchio], Geppetto si fece tristo e me- /
lanconico, come non era stato mai in vita sua [;]: e voltandosi verso /
Pinocchio315, gli disse: / [50] ‒ Birba d’un figliuolo316
! Non sei ancora finito di fare [del tutto], e già co- /
minci a mancar di rispetto a tuo padre! Male, ragazzo mio, male! ‒ / E si rasciugò una lacrima. /
Restavano sempre317 da fare le gambe e i piedi318. /
Quando Geppetto ebbe finito di fargli [anche] i piedi, sentì arrivarsi un / [55] calcio sulla punta del naso. /
‒ Me lo merito! ‒ disse allora fra sé. ‒ Dovevo pensarci pri- / ma! Oramai è tardi! ‒ /
Poi [Geppetto] prese il burattino319 sotto le braccia e [,] lo posò in terra, sul pavi- /
mento della stanza, per [e voleva] farlo camminare. /
[60] [Ma] Pinocchio aveva le gambe aggranchite320[,] e non sapeva muoversi, [perciò] e /
Geppetto lo conduceva per la mano per insegnargli a mettere un /
passo dietro l’altro321 . /
Quando le gambe [del pagliaccio] gli si furono sgranchite [un po’], Pinocchio [egli] cominciò a /
313
D: Ma.
314
D: Tutta la sua testa scomparve sotto la parrucca di Geppetto.
315D: egli si rivolse verso il pagliaccio con tali parole. 316D: Ragazzo cattivo.
317
D: ancora.
318Anche qui, come nel caso di ‗braccio/mano‘ Danini usa l‘unica parola esistente in russo:
noga (pl. nogi).
319D: pagliaccio. 320
D: gonfie.
87 camminare da sé e a correre per la stanza [. Ma questo gli sembrò insufficiente:]; finché, infilata la porta /
[65] di casa, saltò nella strada322 e […] si dètte a scappare. /
E il povero Geppetto a corrergli dietro323 senza poterlo raggiungere, / perché quel birichino di Pinocchio andava a324
salti come una lepre [;], / e battendo325 i suoi piedi di legno sul lastrico della strada, faceva un / fracasso, come venti paia di zoccoli da contadini326. /
[70] ‒ Piglialo! Piglialo! ‒ urlava Geppetto [.]; ma la gente che era per /
la via327, vedendo questo burattino328 di legno, che correva come un bar- /
bero329, si fermava incantata330 a guardarlo, e rideva331, rideva e rideva, / da non poterselo figurare. /
Alla fine, e per buona fortuna, capitò un carabiniere332
il quale, /
[75] sentendo tutto quello schiamazzo, e credendo si trattasse di un pu- / ledro che avesse levata la mano al333 padrone, si piantò coraggiosa- /
mente a gambe larghe in mezzo alla strada, coll’animo risoluto334 di /
fermarlo e d‘impedire il caso di maggiori disgrazie. /
Ma Pinocchio, quando si avvide da lontano del carabiniere335, che /
[80] [gli] barricava tutta la strada, s’ingegnò336 di passargli, per sorpresa, fra- /
mezzo alle gambe, e invece fece fiasco. /
Il carabiniere337, senza punto smuoversi, lo acciuffò pulitamente / per il naso (era un nasone spropositato338, che pareva fatto apposta per /
322D: corse fuori dalla porta, sulla strada. 323D: si lanciò dietro di lui all‘inseguimento. 324D: faceva.
325
D: battevano.
326D: venti popolani che indossano scarpe di legno. 327D: i passanti.
328
D: pagliaccio.
329D: con la velocità di un cavallo da corsa. 330D: meravigliata.
331D: si sbellicava dalle risate. 332
D: poliziotto.
333D: che fosse scappato dal. 334D: con lo scopo.
335D: il poliziotto. 336D: decise d‘un tratto. 337D: il poliziotto.
88 essere acchiappato dai carabinieri), e lo riconsegnò [proprio] nelle proprie / [85] mani di Geppetto [.]; il quale, a titolo di correzione, voleva dargli /
subito una buona tiratina d’orecchi339.[,] Ma […] figuratevi come rimase /
quando, nel cercargli gli orecchi, non gli riuscì di poterli trovare340 : / e sapete perché? perché, nella furia di scolpirlo, si era dimenticato /
di farglieli341. /
[90] Allora [Geppetto] lo prese [il fuggiasco] per la collottola, e, mentre lo riconduceva indie- /
tro, gli disse tentennando minacciosamente il capo: / ‒ Andiamo subito a casa342
. Quando saremo a casa, non dubitare / che faremo i nostri conti [, sii tranquillo]! ‒ /
Pinocchio, a quest’antifona343, si buttò per terra, e non volle più /
[95] camminare [con Geppetto]. Intanto i curiosi e i bighelloni principiavano a fermarsi /
lì dintorno e a far capannello344 . / Chi ne diceva una, chi l’altra345. / [; c’erano chiacchiere, battibecchi.] ‒ Povero burattino346
! ‒ dicevano alcuni ‒ ha ragione a non vo- / ler tornare a casa! Chi lo sa come lo picchierebbe quell‘omaccio di / [100] Geppetto! . . . ‒ /
E gli altri soggiungevano malignamente347: /
‒ Quel Geppetto pare un galantuomo348! ma è un vero tiranno /
coi ragazzi! Se gli lasciano quel povero burattino349 fra le mani, è ca- /
pacissimo di farlo a pezzi350! . . . ‒ /
338D: il suo naso era sorprendentemente lungo.
339D: Geppetto come punizione voleva tirargli gli orecchi. 340D: con sorpresa risultò che non avesse gli orecchi. 341
D: affrettandosi ad intagliare il pagliaccio, aveva dimenticato di fargli gli orecchi.
342D: Aspetta!
343D: in risposta a questa minaccia.
344D: si fermavano, cosicché si formò una grande folla. 345D: era a favore del pagliaccio, chi contro.
346D: pagliaccio. 347D: ironicamente. 348
D: una persona onesta.
89 [105] Insomma, tanto dissero e tanto fecero351, che il carabiniere352 [lo] rimesse /
in libertà Pinocchio, e condusse in prigione [il] quel pover‘uomo di Gep- / petto. Il [vecchietto] quale, non avendo353 parole lì per lì per difendersi piangeva /
come un vitellino354, e nell’avviarsi verso il carcere, balbettava sin- / ghiozzando: /
[110] ‒ Sciagurato figliuolo355
! E pensare che ho penato tanto a farlo /
un burattino per bene356! Ma mi sta il dovere! Dovevo pensarci pri- / ma [a tutto questo]! . . . ‒ /
Quello che accadde dopo [questo], è una storia così strano [e inusuale] da
non poter- /
si quasi credere357 [.], e ve358 la racconterò [tutto] in quest’altri359 capitoli. /
Capitolo IV
[1] La storia360 di Pinocchio col Grillo-parlante361, / dove si vede come i ragazzi cattivi hanno a noja di sentirsi /
correggere362 da chi ne sa più di loro. /
Vi dirò dunque, ragazzi, che mentre il povero Geppetto era con- / [5] dotto senza sua colpa in prigione, quel monello di Pinocchio, rima- /
350D: di lui rimarranno solo schegge.
351
D: hanno detto tanto in difesa del pagliaccio.
352D: il poliziotto. 353D: trovando. 354
D: bambino.
355
D: Che ragazzo infame!
356D: Pensate a quanto ho faticato per farne un buon pagliaccio! 357D: che non tutti, forse, ci crederanno.
358
D: Vi.
359D: nei prossimi.
360D: Le avventure (приключения).
361D: grillo-oratore/chiacchierone. Poiché questo non cambia il senso, qui di seguito non viene
più segnato come variazione.
90
sto libero dalle grinfie del carabiniere363, se la dava a gambe giù attra- / verso ai campi, per far più presto a tornarsene a casa [.]; e [Egli] nella gran /
furia del correre364 saltava greppi altissimi, siepi di pruni e fossi pieni /
d’acqua365
, tale e quale come avrebbe potuto fare un capretto o un / [10] leprottino inseguito dai cacciatori. /
Giunto dinanzi a casa, trovò l’uscio di strada socchiuso. Lo spinse, / entrò dentro, e appena ebbe messo tanto di paletto, si gettò a sedere /
per terra, lasciando andare un gran sospirone di contentezza366. / Ma quella contentezza durò poco[;], perché sentì nella stanza qual- / [15] cuno che fece367: /
‒ Crì-crì-crì! /
‒ Chi è che mi chiama? ‒ disse368
Pinocchio tutto impaurito. / ‒ Sono io! ‒ /
Pinocchio si voltò, e vide un grosso grillo che saliva lentamente / [20] su su per il muro. /
‒ Dimmi, Grillo, e tu chi sei? /
‒ Io sono il Grillo-parlante, e abito in questa stanza da più di / cent’anni. / ‒ Oggi però questa stanza è mia ‒ disse il burattino369
‒ e se vuoi /
[25] farmi un vero piacere, vattene subito [da qui], senza nemmeno voltarti in- /
dietro. /
‒ Io non me ne anderò di qui, ‒ rispose il Grillo ‒ se prima / non ti avrò detto una grande verità370
. /