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Un eloquente esempio dell‘uso di lunghe omissioni integrali in combinazione con variazioni e sostituzioni-riassunti propone il capitolo X

Nel documento Pinocchio in Russia : andata e ritorno (pagine 139-142)

D IV: Lе avventure di Pinocchio con il grillo loquace, dove si vede come

/ ‒ Dimmela e spicciati

2.2.2. Di tutt‘altro tipo si presenta il modus operandi di A N Tolstoj il quale, sulla base della traduzione fornitagli da N I Petrovskaja, ha realizzato una

2.2.2.5. Un eloquente esempio dell‘uso di lunghe omissioni integrali in combinazione con variazioni e sostituzioni-riassunti propone il capitolo X

di P/T che unisce i capitoli XXV e XXVI di CC dimezzando il loro testo complessivo: le 168 righe di CC XXV+XXVI sono ridotte a 80 righe commisurabili in P/T XXIII. Questa riduzione è ottenuta tramite diversi procedimenti. Da un lato, in entrambi i capitoli di CC sono state operate delle omissioni di vari tipi. Una omissione abbastanza lunga vi è nel cap. XXV (r. 39-83, il dialogo tra Pinocchio e la Fata in cui il burattino promette di andare a scuola, di voler diventare un bambino perbene come tutti gli altri, prima di tradire nuovamente la fiducia che la buona Fata nutre verso di lui); il brano omesso è stato sostituito con un breve riassunto narrativo che non ha corrispondenza diretta nel dialogo omesso. Nel successivo capitolo XXVI vi è l‘omissione integrale delle righe 33-43 (se ne è già parlato, riportandola come illustrazione del terzo tipo di omissioni integrali). In entrambi i capitoli, inoltre, sono stati operati anche una serie di omissioni brevi e di sostituzioni riassuntive. Nel capitolo XXVI, del quale manca ca. il 60% del testo, il racconto, senza che cambi in linee generali, è stato compresso, ridotto alla trama pura.

140 —E a me la scuola mi fa venire i dolori di corpo. [Segue l‘omissione] Ma da oggi in poi voglio mutar vita.

—Me lo prometti?

—Lo prometto. Voglio diventare un ragazzino perbene, e voglio essere la consolazione del mio babbo... Dove sarà il mio povero babbo a quest‘ora?

—Non lo so.

—Avrò mai la fortuna di poterlo rivedere e abbracciare? —Credo di sí: anzi ne sono sicura.—

A questa risposta fu tale e tanta la contentezza di Pinocchio, che prese le mani alla Fata e cominciò a baciargliele con tanta foga, che pareva quasi fuori di sé. Poi, alzando il viso e guardandola amorosamente, le domandò:

—Dimmi, mammina: dunque non è vero che tu sia morta? —Par di no — rispose sorridendo la Fata.

—Se tu sapessi che dolore e che serratura alla gola che provai, quando lessi qui giace...

—Lo so: ed è per questo che ti ho perdonato. La sincerità del tuo dolore mi fece conoscere che tu avevi il cuore buono: e dai ragazzi buoni di cuore, anche se sono un po‘ monelli e avvezzati male, c‘è sempre da sperar qualcosa: ossia, c‘è sempre da sperare che rientrino sulla vera strada. Ecco perché son venuta a cercarti fin qui. Io sarò la tua mamma... —Oh! che bella cosa! — gridò Pinocchio saltando dall‘allegrezza. —Tu mi ubbidirai e farai sempre quello che ti dirò io.

—Volentieri, volentieri, volentieri!

—Fino da domani — soggiunse la Fata — tu comincerai coll‘andare a scuola.—

Pinocchio diventò subito un po‘ meno allegro.

—Poi sceglierai a tuo piacere un‘arte o un mestiere...— Pinocchio diventò serio.

—Che cosa brontoli fra i denti? — domandò la Fata con accento risentito. —Dicevo... — mugolò il burattino a mezza voce — che oramai per andare a scuola mi pare un po‘ tardi...

—Nossignore. Tieni a mente che per istruirsi e per imparare non è mai tardi.

—Ma io non voglio fare né arti né mestieri... —Perché?

—Perché a lavorare mi par fatica.

— Ragazzo mio, — disse la Fata — quelli che dicono cosí, finiscono quasi sempre o in carcere o allo spedale. L‘uomo, per tua regola, nasca ricco o povero, è obbligato in questo mondo a far qualcosa, a occuparsi, a lavorare. Guai a lasciarsi prendere dall‘ozio! L‘ozio è una bruttissima malattia e bisogna guarirla subito, fin da bambini: se no, quando siamo grandi, non si guarisce piú. [Fine dell‘omissione]

Queste parole toccarono l‘animo di Pinocchio, … (CC XXV, r. 38-84)

2.2.2.6. In conclusione del confronto tra CC, D e P/T a livello macrostrutturale vanno segnalati due cambiamenti importanti che

141 contrappongono D sia a CC, sia alla versione di P/T mentre, come si è visto nel § 2.2.1., D di solito in linee generali segue CC a differenza di P/T. Il primo, del quale si è già accennato, riguarda l‘omissione della parte finale del capitolo XV, l‘altro – una variazione della parte finale del capitolo XIX.

In D la parte finale del capitolo XV è stata totalmente omessa (v. qui sopra § 2.1.1), mentre in P/T, dove corrisponde al cap. XIII, è stato applicato un procedimento già descritto: la prima parte è stata riassunta (CC XV, r. 65-70, cfr. P/T XIII, p. 37) e il resto (CC XV, r. 71-80) è stato omesso eccetto la frase che pronuncia Pinocchio alla fine: «Papà Karlo, se tu fossi qui!» («Papa Karlo, esli by ty byl zdes‘!», P/T XIII, p. 37).

Nel finale del cap. XIX, invece, il dialogo che Pinocchio ha con il carceriere in D viene modificato e ridotto ad una sola battuta, cambiando leggermente l‘ultima proposizione: « − Signor Pinocchio, − disse lui, − siete libero, potete andare dove volete…» («Gospodin Pinokkio, ‒ skazal on, ‒ vy svobodny, moţete uchodit' kuda chotite...», D XIX, p. 89). In P/T, nel corrispondente capitolo XVII, questo finale viene totalmente modificato: nel paese accade una «piccola rivoluzione» (P/T, p. 49) grazie alla quale vengono liberati tutti i prigionieri, compreso Pinocchio. Questa modifica già allude al modo in cui A. N. Tolstoj re-interpreterà la fiaba collodiana nel suo Zolotoj ključik del 1936, ma su questo si tornerà nel capitolo successivo.

***

L‘analisi comparativa condotta sinora si è concentrata sul livello macrotestuale per mettere in evidenza le variazioni della composizione, della trama e dei singoli episodi apportate sia in D che in P/T, mentre qui di seguito si passerà ad un‘analisi a livello microstrutturale che illustri il modus operandi di Danini e Petrovskaja-Tolstoj a livello morfo-sintattico, fraseologico e lessicale.

142 2.3. Analisi comparativa a livello microstrutturale

2.3.0. Anche a livello microstrutturale si possono evidenziare una serie di

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