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La grande ascesa di Tolstoj negli anni Trenta, che ebbe inizio con il completamento della prima parte della trilogia Petr Pervyj (1930) e

Nel documento Pinocchio in Russia : andata e ritorno (pagine 173-181)

IL ZOLOTOJ KLJUČIK DI A N TOLSTOJ A CONFRONTO CON IL PINOCCHIO DI C COLLOD

3.1. A N Tolstoj negli anni Trenta e la nascita di Zolotoj ključik, il

3.1.1. La grande ascesa di Tolstoj negli anni Trenta, che ebbe inizio con il completamento della prima parte della trilogia Petr Pervyj (1930) e

l‘avviamento del romanzo Černoe zoloto (Oro nero, concluso nel 1931), corrispose ad un periodo di grandi trasformazioni nella società sovietica che portarono ad un cambiamento radicale anche nel panorama letterario

N. Tolstoj: dalla trilogia al romanzo(una lettura a ritroso) reperibile anche sul sito

http://host.uniroma3.it/dipartimenti/lettcomp/quaderni/2009/Slavistica/Giovannoli.pdf

629Il romanzo uscì anche in volume nel 1928. 630

In una lettera inviata il 4 maggio 1927 al direttore della rivista Tolstoj affermava apertamente di aver accettato da tempo la Rivoluzione d‘Ottobre, ma si rifiutava di descriverla secondo le direttive che venivano imposte ―dall‘alto‖: «Bisogna convenire nel modo più serio possibile a proposito del mio romanzo. Primo: io non solo riconosco la rivoluzione, [...] io amo la sua oscura grandezza, la sua universale ampiezza. Secondo: sappiamo che la rivoluzione ha trionfato. Ma voi scrivete che io, con le prime parole, debba percuotere i timpani della vittoria. [...] Secondo tale piano io mi rifiuto di scrivere il romanzo. Sarebbe, se così scritto, uno tra i tanti manifesti che non convincono più nessuno, in particolare i giovani». Cit. e trad. secondo Okljanskij, Lichova 1984:447.

174 ridefinendo la funzione e i compiti sia dell‘autore che dell‘opera letteraria. Un ruolo molto importante lo ebbe il documento del Comitato Centrale del Partito comunista del 23 aprile 1932 O perestrojke literaturno-chudožestvennych

organizacij (Sulla ristrutturazione delle organizzazioni artistico-letterarie)631

che portò alla soppressione della RAPP e delle altre vecchie organizzazioni letterarie632. Iniziò contestualmente la preparazione per la costituzione delle nuove unioni degli scrittori e degli artisti che culminerà con lo svolgimento del Primo Congresso degli scrittori sovietici (v. più avanti).

Nel momento in cui veniva emanato il suddetto documento, Tolstoj tornava dal suo viaggio in Germania e in Italia dove aveva trascorso qualche settimana a Sorrento su invito di Gor‘kij. Al rientro Tolstoj lavorò sulla pièce Patent 119 (Brevetto 119) e riprese a lavorare sulla seconda parte di Petr Pervyj. A partire dal 1933 egli cominciò a rivestire sempre di più incarichi amministrativi e politici: fu eletto membro della Presidenza del Comitato degli scrittori della città di Leningrado e consigliere nel Soviet cittadino di Detskoe (l‘ex Carskoe) Selo.

Dal 17 agosto al primo settembre del 1934 si tenne a Mosca il Primo Congresso degli scrittori sovietici, un evento di grande importanza per lo sviluppo della letteratura sovietica. Nella relazione di M. Gor‘kij al congresso venne esposto il concetto di realismo socialista come il metodo artistico della nuova letteratura sovietica. Il nuovo metodo si proponeva di rappresentare la realtà nella sua prospettiva sociale, cioè nello sviluppo verso il ―luminoso futuro comunista‖ e lo scrittore veniva definito da Stalin, usando un‘espressione di Jurij K. Oleša, «ingegnere delle anime umane»633

. Tolstoj

631Su questa delibera A. N. Tolstoj si espresse così: «La decisione del Comitato Centrale del

Partito comunista dà a noi scrittori la possibilità di dispiegare integralmente le nostre forze creative». Cit. e trad. da Akimov 1954: 23.

632

Le prime opere composte in questi anni che rispecchiavano i cambiamenti in atto furono Kak zakaljalas‘ stal‘ (Come si temprava l‘acciaio) di N. A. Ostrovskij, Pedagogičeskaja poema (Il poema padagogico) di A. S. Makarenko, Podnjataja celina (Terre dissodate) di M. A. Šolochov ed altre di questo tipo volte ad allinearsi sul nuovo orientamento ideologico del Partito.

633La nota definizione di Stalin sullo status dello scrittore sovietico (pronunciata per la prima

volta il 26 ottobre 1932 a casa di M. Gor‘kij durante una conversazione con alcuni scrittori sovietici) venne precisata durante il congresso da A. A. Ţdanov con le seguenti parole: «Essere ingegneri di anime significa stare con entrambi i piedi sul terreno della vita reale. E

175 ebbe un ruolo importante sia nella fase preparatoria che durante lo svolgimento del congresso, presentando il 27 agosto la sua relazione sulla drammaturgia (O

dramaturgii)634.

Il Congresso degli scrittori, ma anche tutto il lavoro preparatorio che lo precedette, ebbe considerevoli conseguenze anche sulla letteratura per l‘infanzia. Già dall‘inizio degli anni Trenta con una serie di delibere il Partito comunista cercò di indirizzare definitivamente il sistema scolastico ed educativo verso la formazione del nuovo uomo sovietico, costruttore del futuro comunista. Uscirono documenti come O načal‘noj i srednej škole (Sulla scuola

elementare e media, 1931), Ob učebnych programmach i režime v načal‘noj i srednej škole (Sui programmi scolastici e il regime nella scuola elementare e media, 1932), O rabote pionerskoj organizacii (Sul lavoro dell‘organizzazione dei pionieri, 1932). Il 9 settembre 1933 venne presa la decisione di

riorganizzare l‘editoria per l‘infanzia, fondando, sulla base di settori di case editrici già esistenti (Molodaja gvardia, Chudoţestvennaja literatura), una speciale casa editrice per la letteratura per l‘infanzia: Detgiz (dal 1936

Detizdat, dal 1941 di nuovo Detgiz), inizialmente subordinata al Comitato

Centrale del Komsomol (Vsesojuznyj Leninskij Kommunističeskij Sojuz

Molodeži) e più tardi al Ministero della Pubblica Istruzione. E fu proprio presso Detgiz/Detizdat che nel 1936 Tolstoj pubblicò il suo capolavoro per bambini: Zolotoj ključik, ili Priključenija Buratino.

L‘idea era nata proprio nel 1933, anno in cui tra l‘altro la fiaba venne riabilitata e considerata consona all‘educazione dei bambini sovietici dopo un periodo di divieto635. Inizialmente, però, Tolstoj voleva semplicemente ripubblicare l‘edizione berlinese del 1924 (P/T) come fiaba ―per ragazzi‖ (―dlja

questo a sua volta significa la rottura col romanticismo di vecchio tipo, col romanticismo che raffigurava una vita inesistente ed eroi inesistenti, portando il lettore dalle contraddizioni e dall‘oppressione della vita nel mondo dell‘irrealizzabile, nel mondo delle utopie». Cit. in Strada 1969: 182.

634La relazione fu pubblicata per la prima volta nella rivista «Zvezda» (La stella), n° 9 del

1936, cfr. Tolstoj 1961: 239-247.

635Lo studioso Miron Petrovskij a questo proposito afferma che alla fine delle conferenze gli

oratori spesso chiudevano i loro interventi con attacchi contro la favola. La scuola di Char‘kov pubblicò persino una raccolta di saggi intitolata My protiv skazki (Siamo contro la favola). Cfr. Petrovskij 2006: 246-248.

176 detej srednego vozrasta‖, ovvero l‘età in cui si frequenta la scuola media inferiore) e il 7 ottobre 1933 stipulò un accordo con il Detgiz636

che prevedeva

la consegna del manoscritto entro le cinque settimane successive. Pare che egli avesse anche iniziato a lavorare su una revisione di P/T, fatto testimoniato da una copia dell‘edizione del 1924 con i suoi appunti, oggi conservata nell‘archivio dell‘autore a Mosca637. Una serie di altri impegni, però, tra i quali non per ultimo il lavoro preparatorio per il Primo Congresso degli scrittori sovietici, ha fatto sì che il progetto fosse rimandato per tempi migliori. Il 2 ottobre 1934, a distanza di un anno, il Detgiz inviò una lettera a Tolstoj con la richiesta di rescindere il contratto per il mancato invio del lavoro ed egli rispose con una controfferta. Il 19 ottobre dello stesso anno N. Semaško, il direttore del Detgiz, comunicò a Tolstoj che non aveva nulla in contrario sul fatto che il lavoro su Pinocchio uscisse per la redazione leningradese della casa editrice in questione638.

Pochi mesi dopo il congresso, il 27 dicembre del 1934, Tolstoj venne colpito da un infarto cardiaco dal quale si riprese soltanto un mese dopo. Alla fine del gennaio 1935 egli voleva ricominciare a lavorare seriamente sul romanzo L‘anno millenovecentodiciannove (come doveva originariamente intitolarsi la terza parte della trilogia Choždenie po mukam), ma i medici gli vietarono di compiere sforzi eccessivi639. A questo punto Tolstoj, che per natura non poteva rimanere inattivo, decise di dedicarsi a un lavoro più leggero e molto più divertente per se stesso e così tornò sul ―progetto Pinocchio‖.

636Il Detgiz si staccò a settembre dalla casa editrice «Molodaja Gvardija» .

637La studiosa M. A. Černyševa scrive nella sua prefazione al volume Istorija derevjannogo

čelovečka che la copia dell‘edizione del 1924 con le annotazioni di Tolstoj, di cui egli si è servito per rielaborare nuovamente la favola di Collodi, è conservata presso l‘IMLI (Institut Mirovoj Literatury im. A. M. Gor‘kogo – Istituto di letteratura mondiale A. M. Gor‘kij) insieme all‘ultima variante manoscritta di Zolotoj ključik con le annotazioni dell‘autore. Cfr. Černyševa 2007: 4.

638

Su questo fatto lo studioso M. Petrovskij sostiene che non è possibile immaginarsi che Tolstoj chiese di consegnare il lavoro sul manoscritto alla redazione leningradese senza assicurarsi in anticipo il consenso di S. Maršak. La richiesta dello scrittore al Detgiz moscovita sul rifacimento del manoscritto è da intendersi come una prima conseguenza dell‘accordo con Maršak e questo permette, secondo Petrovskij, di datare la conversazione tra Tolstoj e Maršak nell‘autunno del 1934 (fine settembre-inizio ottobre). Inoltre, Petrovskij fa notare che sino alla primavera del 1935 Tolstoj nominava la sua opera sempre con il titolo Pinocchio e non Burattino.

177 Prima della fine dell‘anno il progetto fu portato a termine640

, ma radicalmente variato: invece di proporre una versione riveduta dell‘edizione del 1924, Tolstoj, ispirato sempre dal capolavoro collodiano, scrisse un‘opera sua, abbastanza diversa dall‘originale italiano, intitolata Zolotoj ključik, ili

Priključenija Buratino, che a partire dal 7 novembre 1935 (l‘anniversario della

Rivoluzione d‘Ottobre secondo il nuovo calendario) uscì a puntate sulla rivista «Pionerskaja pravda»641

.

Una delle prime importanti testimonianze sulla fase iniziale di lavoro su

Zolotoj ključik è quella dell‘amico Nikolaj Nikitin642 che andò a far visita a Tolstoj dopo l‘infarto. Nelle sue memorie Nikitin evidenzia con ammirazione la tenacia e la passione di Tolstoj per il lavoro anche durante la convalescenza:

Non lo vedevo mai stare senza lavoro. Lavorava persino quando per la prima volta venne colto da una malattia seria e pericolosa. Questo avvenne qualche anno prima del suo trasferimento a Mosca. Venne colpito da qualcosa simile a un ictus. Temevamo per la sua vita. Ma dopo qualche giorno, stando a letto, tenendo il quaderno sulle ginocchia come un leggìo, già lavorava su La chiavina d‘oro, una fiaba per bambini. Al pari della natura lui non sopportava il vuoto. Era entusiasta643.

In occasione di questa visita, Tolstoj cominciò a raccontare all‘amico i particolari di quello che aveva in mente di scrivere:

640Nella sua biografia di Tolstoj Petelin sostiene che l‘autore concluse l‘opera il 26 aprile del

1935, riportando la seguente citazione di una lettera di Tolstoj alla moglie Krandievskaja del 3 marzo in cui egli le comunicava le sue difficoltà ad iniziare il romanzo L‘anno millenovecentodiciannove: «Ho ricevuto informazioni molto interessanti per il romanzo, ma ora non posso iniziare a scrivere. Inizierò il 1 aprile concludendo parallelamente Pinocchio. Ho scritto un altro capitoletto […], fino al 26 ne scriverò ancora altri due...». Cit. e trad. da Petelin 2001: 783.

Purtroppo Petelin non riporta dati concreti su questa lettera che non è stata pubblicata nella Perepiska di Tolstoj ed evidentemente è stata consultata dallo studioso nella sua versione originale; inoltre, nella lettera Tolstoj parla delle sue intenzioni, non comunica fatti, perciò la data della conclusione della favola sarebbe da intendersi come presumibile.

641Era una rivista per l‘infanzia fondata il 6 marzo 1925. La favola di Tolstoj venne pubblicata

dal 7 novembre al 30 dicembre 1935 (nn. 147-152, 154-157, 159-165) e nel gennaio 1936 (nn. 2-9, 2-18). V. anche Veskler 1948:517.

642I due si conobbero a Berlino nel 1923 poco prima della partenza di Tolstoj per l‘URSS.

Nikitin riporta nelle sue memorie la gioia che Tolstoj provava al pensiero di tornare in patria, al punto da esclamare: «Fra tre giorni Mosca! In patria. Via da qui...Da questo ―Cambio degli orientamenti‖... Da Berlino». Cit. e tradotto da Nikitina, Tolstaja 1973 : 265.

178 ‒ Ascolta, ‒ disse Tolstoj dopo che ebbe risposto alla domanda sulla sua salute, ‒ ho un‘idea. Racconto?

‒ Racconta, certo, racconta, ma riesci a parlare così a lungo? Non è che Nataša mi caccia in anticipo?

‒ Non fa nulla...Allora ascolta...Quando ero piccolo, ‒ molto, molto tempo fa, ‒ leggevo un libro che si intitolava «Pinocchio, ovvero Le avventure di un fantoccio di legno». Lo hai letto?

‒ No, non mi sovviene.

‒ Il fantoccio di legno in italiano si dice ‗burattino‘. Il racconto mi ha impressionato molto, ma lo persi subito chissà dove e non ho potuto rileggerlo come avrei voluto. In più ho condiviso le mie impressioni con i miei amici che mi importunavano, supplicandomi almeno di raccontare il contenuto di questo racconto. E così presi a raccontare ai miei amici, bambine e bambini, le divertenti avventure di Burattino, ma ogni volta le renarravo in modo nuovo, aggiungendo, modificando qualcosa. Cominciò a diventare una storia nuova, inventavo certe avventure che nel libro non c‘erano. Ecco, senti cosa voglio fare. Scrivere un libro sulle avventure dell‘omino di legno e allo stesso tempo spiegare al lettore che, nel caso in questione, rievoco proprio quello che è stato letto e dimenticato. Che ne dici? Secondo me è un buon procedimento...

‒ Sì, sì, ‒ annuì Nikitin, che si stupì dell‘inesauribile energia di questa persona che non si scoraggiava mai.

‒ Ascolta, ho pensato che quando l‘omino di legno si incontrerà durante i suoi viaggi con il teatro delle marionette, allora le marionette subito lo riconosceranno. È vero, loro lo vedranno per la prima volta, ma le marionette si riconoscono a vicenda proprio perché sono marionette. Allora? Cosa ne pensi, è verosimile? È terribilmente interessante... Questo è Burattino... Una trama eccellente! Si deve scrivere prima che lo faccia Maršak644

.

La descrizione dettagliata sulla presunta ri-narrazione delle avventure di Pinocchio-Burattino che Tolstoj fece a Nikitin è essenziale, poiché indica chiaramente quando Tolstoj vi iniziò a lavorare e che cosa egli esattamente intendesse fare: rievocare le rinarrazioni che avrebbe fatto una volta davanti agli amici d‘infanzia. In realtà, si trattava di un gioco letterario ripreso successivamente nella premessa di Zolotoj ključik con parole molto simili (v. più avanti).

Un‘altra testimonianza, questa volta in una lettera dello stesso Tolstoj a Gor‘kij (del 13 febbraio 1935), rivela con estrema chiarezza le sue intenzioni iniziali e l‘effettivo andamento del lavoro sulla fiaba, spiegando anche le ragioni del cambiamento (i corsivi nella citazione sono miei):

644Cit. e tradotto da Petelin 2001: 774-775.

179 Lavoro su «Pinocchio», all‘inizio volevo soltanto scrivere in lingua russa

il contenuto di Collodi. Ma dopo ci ho rinunciato, risultava noioso e insipido. Con l‘assenso di Maršak scrivo su questo tema a modo mio.

Desidero molto leggere questo libro ai Gor‘kij, far sedere Marfa , Dar‘ja e ancora qualcun altro, diciamo, Timoša, e leggere ai bambini. [...]645

Dalle parole di Tolstoj si intuisce che S. Ja. Maršak646

, il primo direttore del

Detgiz647, aveva giocato un ruolo non marginale in questa vicenda e non è un caso che proprio lui aveva insistito che Tolstoj ritornasse all‘idea di renarrare la fiaba di Collodi648.

Dopo la pubblicazione a puntate sulla rivista «Pionerskaja Pravda» nell‘inverno 1935-36, Zolotoj ključik, ili Priključenija Buratino uscì in volume nel 1936 a Leningrado per l‘edizione di Detizdat (come da poco era stato ribattezzato il Detgiz, v. sopra). L‘edizione portava il seguente titolo: Novyj

roman dlja detej i vzroslych – Zolotoj Ključik, ili Priključenija Buratino (Un nuovo romanzo per bambini e adulti – La chiavina d‘oro, ovvero Le avventure di Burattino). L‘opera era dedicata a Ljudmila Il‘inična Krestinskaja che

nell‘ottobre del 1935 era diventata sua moglie649

e le illustrazioni in bianco e

645Cit. e trad. da Krjukova 1989: 202.Gor‘kij rispose alla lettera di Tolstoj lo stesso giorno

dicendogli: «Sono profondamente lieto di sapere che Vi siete ripreso e lavorate di nuovo, ma non è troppo? Che ne pensa di questo la saggia e dolce Tusja? La via dei tormenti, Pinocchio, la sceneggiatura di Pietro e probabilmente c‘è qualcos‘altro ancora? Mio caro amico, non serve strapazzarsi, bisogna riguardarsi per la terza parte di Pietro. [...]». Cit. e tradotto da Krjukova 1989: 204.

Nel commentario dell‘opera omnia di Tolstoj viene segnalato che fu proprio M. Gor‘kij a consigliare a Tolstoj di rielaborare la favola di Collodi, ma non viene riportata alcuna testimonianza al riguardo. Cfr. Tolstoj 1949: 786.

646

Samuil Jakovlevič Maršak (22.10/3-XI. 1887 – 4.07.1964), celebre poeta (che ha dedicato molte opere anche ai bambini), drammaturgo, traduttore e critico letterario che ha giocato un ruolo importante nella cultura letteraria russo-sovietica. Venne definito da Gor‘kij «il fondatore e conoscitore della letteratura per l‘infanzia». Cit. e trad. da Petrovskij 2006: 243.

647La definizione ufficiale del ruolo ricoperto da Maršak era quella di ‗konsul‘tant detskoj

redakcij Leningradskogo otdelenija Gosudarstvennogo izdatel‘stva‘ (consulente della redazione per l‘infanzia del reparto di Leningrado della Casa editrice Statale).

648Su questo è fondamentale riportare la testimonianza di Maršak: «Egli portò in redazione la

traduzione italiana del racconto di Collodi Le avventure di Pinocchio. Questo racconto, uscito per la prima volta in lingua russa prima della rivoluzione, per qualche motivo non ha riscosso da noi il successo che ha avuto in Occidente. Non so se (il racconto) avrebbe conquistato l‘affetto in questa nuova traduzione, ma mi sembrava che un maestro come Aleksej Tolstoj avrebbe potuto farsi valere molto più chiaramente e pienamente in un libero rifacimento del racconto, piuttosto che in una traduzione... A. N. Tolstoj prese a lavorare con grande appetito, - ricordava Maršak, - Era come se giocasse con il lettore a qualche allegro gioco che recava piacere prima di tutto a lui stesso». Cit. e trad. da Petrovskij 2006: 244-245.

649Nell‘agosto del 1935 Tolstoj e Natalja V. Krandievskaja, conosciutisi nell‘inverno del 1913

180 nero erano di Bronislav Bronislavovič Malachovskij650. In tutta la precedente corrispondenza, come si è visto, Tolstoj parlava di «Pinocchio», anche perché era partito con l‘idea di rinarrarlo, pur «a modo suo», come egli stesso diceva. Ne era uscita fuori, invece, una fiaba che s‘ispirava al Pinocchio di Collodi, ma da un certo punto l‘abbandonava e diventava una storia a sé (si veda qui il paragrafo successivo), perciò richiedeva anche un altro titolo.

Il Zolotoj ključik, già diffusissimo tramite la pubblicazione sulla «Pionerskaja pravda» (che a quei tempi raggiungeva la tiratura di cinquantamila copie)651, ebbe un grande successo. Verso la fine del 1936 l‘opera fu messa in scena presso il Detskij Central‘nyj Teatr (Teatro Centrale per l‘infanzia) e nel 1939 uscì anche la sua prima versione cinematografica, ma di tutto questo si parlerà più avanti (v. § 3.3.2). Qui di seguito viene proposto un confronto tra le opere di A. N. Tolstoj e C. Collodi per seguire, capitolo dopo capitolo, lo sviluppo del loro intreccio, constatare le differenze sostanziali che intercorrono tra le due opere e analizzare i cambiamenti apportati da Tolstoj che culminano con la totale variazione della trama, facendo di Zolotoj

ključik una fiaba decisamente diversa dall‘originale collodiano. Per

quest‘ultimo, come già fatto prima, viene usata la sigla CC, mentre al testo di Tolstoj viene attribuita la sigla T.

Krestinskaja (il cognome riportato è quello di nascita, ma spesso viene indicata come L. I. Barševa) che in principio era la sua segretaria. Sulla questione del cambiamento del cognome della moglie di Tolstoj, lo studioso Petrovskij riporta una lettera del 19 settembre 1938 del direttore del Lendetizdat N. I. Komolkin, il quale chiedeva a K. F. Piskunovdi mettersi in contatto con Tolstoj e avere una risposta sul cognome da stampare nella dedica. La questione venne risolta e da quel momento in poi nelle edizioni successive di Zolotoj ključik, ili priključenija Buratino la moglie di Tolstoj comparve come Ljudmila Il‘inična Tolstaja. Cfr. Petrovskij 2006: 314.

650Si ricorda che il fratello L. Malachovskij aveva curato le illustrazioni dell'edizione

Priključenija Pinokkio uscita a Berlino nel 1924. Secondo la testimonianza di L. Barkovickaja, Tolstoj, che amava leggere pubblicamente le sue opere, un giorno lesse Zolotoj ključik proprio a casa di B. B. Malachovskij. Si veda Petrovskij 2006: 312.

181 3.2. «Scrivo su questo tema a modo mio»

3.2.0. Va detto in anticipo che nel corso dell‘analisi, i cui risultati vengono qui

Nel documento Pinocchio in Russia : andata e ritorno (pagine 173-181)

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