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La permanenza di N Petrovskaja a Berlino fu segnata da continue difficoltà personali che non le impedirono di lavorare intensamente, anzi, la

Nel documento Pinocchio in Russia : andata e ritorno (pagine 61-65)

proposta di Tolstoj di cooperare a «Nakanune» fu un‘occasione per attenuare i suoi problemi economici e dimostare il suo talento soprattutto come traduttrice. Oltre alla pubblicazione di vari articoli176, la Petrovskaja tradusse diverse opere dall‘italiano in russo177

, testi che spesso le venivano consigliati da O. R. Signorelli, la quale non solo informava la Petrovskaja sulle novità letterarie ma le suggeriva anche quali opere sconosciute sarebbe stato meglio tradurre per diffonderle e proporle al pubblico russo.

175La conoscenza tra le due avvenne proprio presso Trud.

Ol‘ga Resnevič Signorelli (1883-1973) era lettone di nascita, russa di lingua e cultura e italiana d‘adozione. Si stabilì a Roma a partire dal 1906 iniziando a studiare medicina e vi rimase fino alla fine dei suoi giorni. La Signorelli fu un personaggio di spicco nell‘ambiente letterario romano e divenne celebre soprattutto in quello teatrale per la sua biografia di Eleonora Duse con la quale era legata da un profondo rapporto d‘amicizia. In più, fu nota anche agli storici della danza per il suo prezioso contributo al successo che riscosse il coreografo italiano Aurel Millos, divenuto uno dei maestri della coreografia europea nella seconda metà del Novecento. Come scrittrice e traduttrice la Signorelli si dedicò molto alla divulgazione dell‘opera di M. F. Dostoevskij, ad altre opere importanti della letteratura e del teatro russo diventando la rappresentante della cultura russa in Italia soprattutto tra il secondo e il terzo decennio del Novecento. Non marginale fu anche il suo ruolo assieme al marito Angelo Signorelli nella vita artistica dei pittori italiani ancora sconosciuti e futuri esponenti dell‘arte figurativa del XX secolo dei quali, oltre ad esserne amici, furono i loro mecenati e principali acquirenti. In particolare Felice Carena, Armando Spadini, Ferruccio Ferrazzi e Filippo De Pisis. Sui rapporti della Signorelli con i pittori italiani di questo periodo si veda l‘articolo di Daniela Rizzi, Olga Resnevič Signorelli e la cultura artistica a Roma tra il 1910 e il 1925, in Toronto Slavic Quarterly (Rivista accademica elettronica di studi slavi) reperibile sul sito http://www.utoronto.ca/tsq/21/rizzi21.shtml.

176La Petrovskaja pubblicò su «Nakanune» alcuni articoli riguardo la situazione politico-sociale

italiana con chiare posizioni antifasciste: Roma, Mussolini dittatore, Mussolini e la terra incognita e inoltre scrisse diverse recensioni sugli autori russi dell‘epoca. Tra queste ve ne è una in particolare dedicata alla raccolta poetica di Natalja Krandjevskaja, Dal maligno, della quale la Petrovskaja riporta i versi che l‘autrice dedicò al marito A. N. Tolstoj.

177

La Petrovskaja tradusse opere di importanti autori italiani come Pirandello, Verga, Bontempelli, Guido da Verona , Buzzi e persino Boccaccio.

62 Il dialogo tra N. I. Petrovskaja e O. R. Signorelli è documentato da una fitta corrispondenza epistolare in cui è possibile ricostruire una parte della loro vita personale, della loro attività e consente di avere alcuni dati precisi sulla traduzione del Pinocchio di Collodi178. Nella prima lettera dell‘8 dicembre 1922 la Petrovskaja descrive alla Signorelli le avversità della vita berlinese e le confessa che l‘unico su cui può contare è A. Tolstoj, persona che lei ammira ed elogia non solo per le sue qualità umane ma anche perché è «uno dei migliori scrittori russi (se non il migliore)»179

. La Petrovskaja, inoltre, si lamenta del fatto che a Berlino «gli editori delle traduzioni di libri per l‘infanzia sono avari e esigenti»180

e chiede indirettamente alla Signorelli di spedirle un libro di pedagogia e uno contenente dei nuovi racconti brevi con la promessa di mandarle in cambio alcune opere russe. Questa richiesta viene subito accolta dalla Signorelli: nella lettera del 31 dicembre la Petrovskaja ringrazia sentitamente l‘amica per i libri inviati, le comunica con entusiasmo che la sua traduzione del Ciondolino di Vamba181 è stata venduta (in anticipo) con successo al Narkompros (Narodnyj Komissariat Prosveščenija)182

di Mosca e accenna che «A. Tolstoj si è offerto di redigere il testo russo e scrivere l‘introduzione»183. Il progetto di tradurre l‘opera di Vamba, un altro classico italiano della letteratura per l‘infanzia, si inserisce dunque nel contesto berlinese e, come nel caso della traduzione di Pinocchio, viene redatta da Tolstoj che avrebbe scritto anche un‘introduzione, idea che per la Petrovskaja si sarebbe rivelata un problema. Nella lettera successiva del 3 febbraio 1923 la Petrovskaja scrive alla Signorelli che durante il mese di gennaio aveva lavorato

178La corrispondenza tra la Signorelli e la Petrovskaja è contenuta in uno dei 500 carteggi che

compongono l‘archivio lasciatoci in eredità dalla Signorelli presso la Fondazione Cini di Venezia dove nella maggior parte dei casi si tratta di corrispondenti russi. A curare in gran parte la corrispondenza russa è stata Elda Garetto che nel volume Una russa a Roma: dall‘archivio di Olga Resnevič Signorelli, ha riportato in traduzione italiana la corrispondenza tra la Petrovskaja e la Signorelli.

179Cit. e trad. da Garetto ed a. 2012: 180. 180Cit. e trad. da Garetto ed a. 2012: 181. 181

Pseudonimo dello scrittore e giornalista Luigi Bertelli (1858-1920) noto soprattutto per il romanzo Ciondolino, pubblicato nel 1895, e per il Giornalino di Gian Burrasca pubblicato in volume dall‘editore Bemporad nel 1911.

182Successivamente diventerà Ministerstvo Narodnogo Prosveščenija (Ministero

dell‘Istruzione popolare).

63 sulla traduzione del Ciondolino184 con ritmi molto intensi e aggiunge: «Ed ecco qual è l‘intralcio: Tolstoj redige la traduzione e vuole scrivere l‘introduzione, ma non abbiamo nessun dato su Vamba»185

. La lettera prosegue con la richiesta della Petrovskaja alla Signorelli di aiutarla a risolvere il problema e di inviarle una risposta entro almeno dieci giorni, specificando che Tolstoj sarebbe andato a Mosca nelle successive due settimane.

Tutta la vicenda sulla traduzione di Ciondolino è un fatto molto importante che permette di appurare, contestualmente alla traduzione-rielaborazione delle

Avventure di Pinocchio, l‘esistenza di un‘altra opera per l‘infanzia tradotta da

Petrovskaja e redatta da Tolstoj. Pubblicata a Berlino nel 1923, come per la traduzione di Pinocchio, non si è conservata la traduzione originale di Petrovskaja. Inoltre, la lettera successiva del 16 febbraio 1923 consente di stabilire che la traduzione di Ciondolino è stata realizzata contemporaneamente a quella delle Avventure di Pinocchio e che fu proprio O. Signorelli a suggerire alla Petrovskaja di tradurre la fiaba di Collodi:

Carissima,

a quanto pare non scrivo da molto tempo. È volato via un mese con il mio lavoro. Ho consegnato appena ieri la traduzione delle Avventure di Pinocchio alla casa editrice Nakanune, la stessa del giornale. Sono tutti entusiasti del testo e dei disegni, mi sono giunte molte lodi immeritate per la scelta! Gliele dono! Sarà un‘edizione di lusso, redatta da Tolstoj; una sciccheria! Cercherò di vendere anche gli altri due, ma certo non con altrettanto successo. Le case editrici dell‘emigrazione pagano poco e per queste bisogna ancora aspettare [...].186

Questa parte della lettera fornisce importanti notizie riguardanti la traduzione delle Avventure di Pinocchio (consegnata «appena ieri»), dalla quale si evince l‘entusiasmo della Petrovskaja e la sua affermazione sull‘operato di Tolstoj che, come nel caso di Ciondolino, aveva provveduto a redigere il testo187. In realtà, come è stato già accennato, nel caso di Pinocchio Tolstoj non si è limitato alla redazione del testo, ma lo ha completamente

184

Oltre a Ciondolino, nel 1923 la Petrovskaja tradusse anche Il dante per i piccoli di Dino Provenzal.

185Cit. e trad. da Garetto ed a. 2012: 185.

186Lettera pubblicata con trad. it. in Garetto 1990:44. 187

Lo studioso V. I. Novikov sostiene che Tolstoj redasse la traduzione per richiesta della stessa Petrovskaja, ma non presenta alcuna documentazione su questo. Si veda Novikov 2006: 314.

64 rielaborato e adattato (come è scritto sul frontespizio dell‘edizione del 1924) suscitando in seguito la disapprovazione della Petrovskaja. Nel resto della lettera c‘è una riflessione della Petrovskaja sulla grande richiesta di libri per l‘infanzia, un accenno alla traduzione in italiano della Signorelli di alcuni brani tratti da Detstvo Nikity (L‘infanzia di Nikita) di Tolstoj188 e al progetto di curare un‘antologia di scrittori italiani da proporre al pubblico russo cui Tolstoj si era mostrato interessato189.

Il ritorno definitivo di Tolstoj nella Russia Sovietica nell‘agosto del 1923190 pose fine sia al progetto dell‘antologia sia alla collaborazione con Nina Petrovskaja, la quale, in una lettera del 18 maggio 1924, confessò alla Signorelli un certo senso di sollievo per l‘assenza di Tolstoj per una ragione molto precisa che viene esplicitata all‘inizio della lettera:

Le assicuro che senza Tolstoj è meglio: ha completamente rovinato la mia redazione (senza la conoscenza della lingua) delle ―Avventure di Pinocchio‖ [...]191

.

Questa affermazione della Petrovskaja è fondamentale in quanto permette di stabilire definitivamente che l‘edizione del 1924, di cui non si è conservato il testo originale della traduzione della Petrovskaja, è il risultato del processo di rielaborazione e adattamento eseguito da Tolstoj di cui egli si servì come base per realizzare il suo successivo capolavoro per l‘infanzia: Zolotoj ključik, ili

Priključenija Buratino.

188I brani tradotti vennero pubblicati nella rubrica intitolata Scrittori contemporanei del

giornale «Russia», anticipati da un‘introduzione e da una nota sull‘autore sempre a cura della Signorelli.

189

Il progetto non venne portato a termine a causa del ritorno di A. N. Tolstoj nel 1923 in URSS, sebbene la Petrovskaja avesse iniziato a tradurre alcune pagine che, a lavoro completato, sarebbero state pubblicate dalla casa editrice «Nakanune». Inizialmente, la Petrovskaja aveva chiesto alla Signorelli di scegliere alcuni racconti di vari autori italiani e di inviarglieli, in modo che avrebbe proposto il progetto a Tolstoj. Quest‘ultimo si mostrò interessato e scrisse in russo una lettera rivolta agli scrittori italiani, tradotta dalla Petrovskaja, che porta la data del 6 febbraio 1923. Nella lettera Tolstoj esprimeva il desiderio di far conoscere la letteratura italiana in Russia, di ripristinare un legame intellettuale dopo gli aventi bellici e chiedeva di ricevere almeno dieci opere letterarie che sarebbero confluite nella futura edizione dell‘Antologia. La lettera è riportata in Garetto 1990: 54.

190Oltre a Tolstoj, nel 1923 molti russi abbandonarono Berlino a causa di una forte crisi del

mercato editoriale.

65 Con la chiusura di «Nakanune» la Petrovskaja nel giro di poco tempo si ritrovò sola e senza lavoro; anche lei come Tolstoj voleva fortemente tornare in patria, ma i problemi con il passaporto glielo impedirono192 e grazie all‘aiuto di Gor‘kij riuscì a trasferirsi a Parigi solo nel 1927. L‘anno successivo la sorella morì e la Petrovskaja, divenuta ormai debole e segnata dalle difficoltà, si tolse la vita.

***

La traduzione-rielaborazione delle Avventure di Pinocchio fu uno dei progetti che venne portato a compimento prima della partenza di Tolstoj, ma che rimase chiuso nell‘ambito della parentesi emigratoria e sarebbe stato ripensato dall‘autore soltanto negli anni Trenta con la realizzazione di Zolotoj

ključik, ili Priključenija Buratino. La fiaba originale di Collodi, comparsa

nell‘ultima traduzione del 1914 ancora con la vecchia ortografia, venne sostituita dal grande successo del rifacimento di Tolstoj per un lungo periodo e avrebbe fatto la sua ricomparsa solo alla fine degli anni Cinquanta grazie a una nuova traduzione che ripristinò la memoria dell‘autentico Pinocchio di Collodi accanto a quella dell‘ormai intramontabile Burattino.

1.3.4. Dopo la traduzione-rielaborazione pubblicata a Berlino nel 1924 e

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