• Non ci sono risultati.

P 7 V altera sensibilmente il senso dell’argomentazione, nella misura in cui perde la specificità che caratterizza il ramo, generando così una ripetizione di contenuto

PROSPETTO DELL’ARGOMENTAZIONE

B 7 P 7 V altera sensibilmente il senso dell’argomentazione, nella misura in cui perde la specificità che caratterizza il ramo, generando così una ripetizione di contenuto

rispetto a quanto si presenta nel ramo successivo; al § 123 è specificato che sono le donne che vanno con gli uomini di chiesa a compiere il peccato di lussuria mentre, nel successivo, la prospettiva cambia e pone l’accento, nella seconda parte del periodo, sull’ome d’orde che va con la femna seglar. Nel secondo caso, l’omissione di d’ome seglar può essere ritenuta erronea sul riscontro della struttura successiva, introdotta da o lo contrari, che ripropone uno schema che si presuppone identico ma invertito. Come nel caso precedente, analoga è la disposizione delle lezioni anche in

E e in M:

CXX § 123. La .x. brancha es d’ome aordonat la .x.a. brancha de fembra ab

clergue aordonat § 124. La .xj. branca es ab fembra

d’orde e lo contrari de femba seglar ab home d’orde

la .xj.a brancha es de home seglar ab fembra religiosa e lo contrari de fembra seglar ab homen de religio

Cap. 10 § 10.

don nos trobam en l’Avangeli que li demoni demanderon licencia a Jhesu Christ que poguessan intrar els porx e Jhesu Christ donet lur en licencia

que li demoni P5 P9 que .ii. demonis Bc B7 P7 V

Ritengo erronea la lezione que .ii. demonis Bc B7 P7 V, anche in considerazione dell’esplicito riferimento evangelico qui implicato e presupponendo un possibile fraintendimento dell’articolo los:

Lc. 8,32-33: Erat autem ibi grex porcorum multorum pascentium in

monte; et rogaverunt eum, ut permitteret eis in illos ingredi. Et permisit illis. 33 Exierunt ergo daemonia ab homine et intraverunt in porcos, et impetu abiit grex per praeceps in stagnum et suffocatus est. (cito dalla vetus nova).

Il numero due si può ritenere una lezione corrotta non poligenetica con valore congiuntivo tra Bc e B7 P7 V, anche se è più difficile dire se si tratta di un errore separativo. La lezione si legge così anche nel testimone catalano E, non in M.

Agli esempi richiamati in merito al riscontro sugli errori comuni, è possibile ragionare, nell’esame dei rapporti tra il raggruppamento B7 P7 V (per cui cfr. 3.2.2) e Bc, sulla seguente lezione, che mi sembra corroborare quanto rilevato dal sondaggio sulle corruttele.

Cap. 8 § 93.

LIBRE DE VICIS ET DE VERTUTZ Bc B7 P7 V

§ Le segon rams es sobre mals senhors, que fan quistas e toutas e malas accions et

escortegan e rauban e manian lurs homes

que degran gardar e defendre

a lurs homes e degra los gardar e defendre es els los rauban e los pelan non pas raubar mais escortegar Bc

a lurs homens § E degren los guardar et deffendre e ellos los re<…> ben et los pelen no pas pelar mas escorxar B7 a lurs homes et degran los gardar et defendre et els los rauben et los pelan. non pas pelar mas escorgar P7

CXXI et escortegan e rauban e manian lurs

homes a lors homes et degran los garda et defendre et els los rauban e los pelon non pas pelar mas escortegan V

Secondo una tipologia analoga a un caso verificato per i testimoni Av P9 (per cui cfr. 3.2.1) la lezione, imputabile all’integrazione a testo di una glossa correttiva (non “pelare” ma “scorticare”), conservata in Bc B7 P7 V, comprova in maniera decisiva la parentela tra questi testimoni in questa parte del trattato. Il passo è in parte divergente nella ritraduzione catalana ma si potrà notare come nel testimone E si registri regolarmente il verbo pelar, pur senza la correzione:

Lo segon ram es sobre mals senyors qui fan a lurs sotmeses questers e toltes e males costumes E axi com los degren guardar e defendre, e els los robes e los pelen E

Lo segon ram es sobre mals senyors sien cavallers o altres qui escortxen los pobres homens qui son sots ells M

CXXII Si tenga conto, infine, di una casistica che non si accorda con quanto rilevato e risulta difficilmente razionalizzabile e assolutamente incoerente con quanto è possibile comprendere circa i complessi meccanismi in cui si articola la tradizione di questo testo.

Tavola degli errori comuni (non razionalizzabili) (Tav. 7)

GRUPPO CAP. PAR. INNOVAZIONE LEZIONE TESTIMONI

CATALANI Av Bc P5 P9

§ 16

6. Aisso son joiels dels enfans

ioyas Av P9

johells P5

joyes M

Aison joguetz d’efans M

E: loguers

§ 21

71. oli que reten lo plus gras que reten lo pur greis Av P5 P9 P7

§ 1

65. son devedadas uzuras e motas

baratas son devedadas usuras e montas e baratas E M

Av P9 V

§ 12

CXXIII Il capitolo 19.

Dall’assetto così configurato si sottrae una parte del capitolo 19, su cui occorrerà soffermarsi. Si può pensare che l’alterazione significativa che coinvolge i paragrafi §§105-108. di questo capitolo sia da ricollegarsi a una traccia di natura materiale: alla c. 39v e 40r nel testimone Av (cfr. 2.2.1), cui aderisce fedelmente il gemello P9, una porzione di testo (§§ 92-99 alla c. 39v e §§ 140-148 alla c. 40r) è trascritta nel margine inferiore del foglio. Tale evenienza si genera anche e non altrove. Il fatto che a tale anomalia nel testimone corrisponda puntualmente una parte di testo (che non corrisponde con quello trascritto nel margine del foglio, ma stiamo parlando delle stesse carte: è possibile che mancasse qualcosa nel modello, in ogni caso viene recepito e si reagisce a un qualcosa di non definibile con precisione). Questo ci porta a ritenere fortemente che la maggiore aderenza al modello francese in questo punto, conservata nella sola lezione Av P9, sia imputabile a un suo processo innovativo e che la presenza di una porzione di testo interpolata a margine in corrispondenza di questo esatto punto sia una traccia di un’alterazione nel modello che potrebbe aver richiesto (come si verifica con chiarezza in P9 per il capitoli 8 e 9) un confronto con un’altra fonte che, a differenza del caso ora citato, si ritiene essere extra-stemmatica.195

Si confronti il testo di Av con l’ipotesto e con l’analogo estratto, trascritto a partire da Bc. In virtù della difficoltà del caso si rimanda all’Appendice I. per la trascrizione integrale degli altri codici, compresi i due catalani E e M

Av Bc SOMME LE ROI,

p. 188 105. § Mas vertutz es

donx gran cor a drech,

car vertutz fa lo cel conquere, lo mont

despichar, 106. gran

fays de penentia portar e tots los mals del mont segur porta e lialmentz sufrir e per Dieu

endurzir et a totz los asays del dyable contrastar 107. § Aysi com dis le savis Seneca nulha res non pot plus encontra uertut greuiar

108. meysansas ni dolors ni cant que puesca fortmentz menassar ni far plus que fa .i.a. gota de plueya en la mar.

105. § Mas vertut fa

home coraios a dreg e li

fa conquerre lo cel e mesprezar lo mont 106

e fa li portar et sufrir gran fais de penedensa e sostenir alegrament los mals e los trebals del mont et endurar per Dieu et contrastar a totz los assautz et a totas las bathalhas e las temptations del diable.

107 § Es aissi com dis

lo savis Seneca: «Greuges e mescaps e dolors e tot cant que Fortuna pot menassar a

far en aquest mont non

es en aquest mont <sic> non es mas coma .i. gota de plueia en contra tot lo mar».

105 Mes vertu done

grant cuer a droit, que

vertu fet le ciel conquerre, le monde

despire 106 granz fais

de penitence porter e touz les maus dou monde sourporter et liement sousfrir et Dieu endurer, a touz les

essauz au deable contreter. 107 Et si comme dit li sages Seneques, niant n’ont plus pouair encontre vertu 108 griestez, mescheances ne doleurs ne quanque fortune puet menacier et fere, que ont goutes de pluie en la mer.

195 La soluzione editoriale, dandosi come base Av, propone l’intervento sul testo di Av P9, cfr. le note relative.

CXXIV Si considerino, dunque, le tre possibili interpretazioni, riscontrandole su una parafrasi di servizio del testo del modello francese:

Somme le roi

Ma la virtù fa il cuore grande a diritto, poiché la virtù fa conquistare il cielo, disprezzare il mondo, sopportare grandi fatiche della penitenza e tutti i mali del mondo e tollerarlo

allegramente e sostenere Dio, contrastare tutti gli assalti del

diavolo. E così come dice il saggio Seneca, nulla ha potere di gravare sulla virtù, meschinità né dolore né nessuna sfortuna può minacciare e fere, più del potere che ha una goccia di pioggia nel mare.

Versione Av P9 Versione Bc P5 (M) Versione P7 V, (E)

[Ma la virtù è

dunque grande cuore

a diritto, perché la virtù fa conquistare il cielo, disprezzare il mondo, sopportare la grande fatica della penitanza e tutti i mali del mondo

sicuro tollerare e lealmente soffrire e per Dio fortificare e

contrastare tutte le

prove del diavolo.

Così come dice il saggio Seneca nessuna cosa può pesare sulla virtù, meschinità e dolore e quanto possa fortemente

minacciare e fare, più di quanto non faccia una goccia di pioggia nel mare.]

[Ma la virtù rende l’uomo coraggioso a diritto e gli fa conquistare il cielo e disprezzare il mondo e gli fa sopportare e soffrire la grande fatica della penitenza e sostenere allegramente i mali e travagli del mondo e perseverare per Dio e contrastare a tutti gli assalti e a tutte le battaglie e le tentazioni del diavolo. E così come dice il saggio Seneca: Vessazioni e danni e dolore e tutto ciò che la fortuna più minacciare di fare in questo mondo non è se non come una goccia di pioggia rispetto a tutto il mare.]

[Ma la virtù rende l’uomo grazioso a diritto e gli fa conquistare il cielo e disprezzare il mondo e gli fa sopportare e soffrire la grande fatica della penitenza

e sostenere

allegramente i mali e travagli del mondo e perseverare per Dio e contrastare tutte le prove e le tentazioni del diavolo. Così come dice il saggio Seneca: Vessazioni e meschinità e dolore e tutto ciò che la Sorte può minacciare e far in questo mondo non è, rispetto alla virtù, più di una goccia di pioggia rispetto a tutto il mare.]

La maggiore aderenza del testo di Av P9 all’ipotesto dell’edizione di riferimento non costituisce la garanzia dell’autenticità né della correttezza della lezione. In ogni caso, si noti come l’aderenza al testo francese è tale da generare errori di traduzione assenti nella versione degli altri testimoni.

CXXV (I.) Già a inizio paragrafo, la lezione di Av P9, vicina all’ipotesto nell’edizione di riferimento fino a risultarne un calco, degeneri il verbo done nella congiunzione doncx.

(II.) Si noti l’errore congiuntivo del gruppo P7 V, condiviso dal catalano E, sulla cui genesi ha senso soffermarsi: da un lato sembra presupporre un aggettivo, dunque la lezione di Bc P5 (con M) coraios, coerentemente con l’analogia del verbo far e del complemento home non condivisa dall’ipotesto di riferimento né dal gruppo Av P9. Tuttavia, la lezione sembra deteriore nella misura in cui gracios è spiegabile più facilmente da un gran cor, (con titulus ad abbreviare la nasale, del tipo grācor), fraintendibile.

(III.) Desta qualche sospetto il lemma mar con l’articolo al femminile in Av

P9 al § 107. L’uso è verificato nel testo base solo in un altro punto, sempre in