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2. Li quarta testa de la mala bestia d’enfern es accidia, so es pigricia e

3.2. RAGGRUPPAMENTI STABIL

Come si è detto nella breve introduzione, l’operazione di raccolta, segnalazione e analisi dei fenomeni a partire dalla comparazione dei codici ha permesso di rilevare dinamiche compresenti orientate tanto in una prospettiva verticale quanto in una orizzontale.

Il punto di osservazione assunto in questo capitolo e nei successivi (3.3 e 3.4) tenta di guardare all’archetipo ripercorrendo le possibili tracce stratificate del processo di copia e trasmissione testuale. A tal proposito, è stato possibile osservare come queste risultino implicate, a vari livelli, in processi di natura eterogenea, talvolta razionalizzabili sulla base degli accordi in errore, talvolta confusi da evidenti perturbazioni, sempre valutate secondo il metodo degli errori guida.

La presentazione si imposterà, dunque, secondo una struttura così scandita: dapprima lascerà spazio all’esame delle lezioni utili a definire gli accordi tra i gruppi certi e stabili;

definiti i piani bassi della tradizione, si passerà a descrivere la varietà dei rapporti tra i gruppi o i manoscritti isolati ai piani alti dello stemma, definendo ed analizzando le varie stratificazioni perturbative emerse dalla comparazione dei codici.

In queste prime due fasi, sarà centrale la detta prospettiva verticale, ovvero si punterà l’attenzione su quelle dinamiche che permettono di distinguere un livello di genesi variantistica effettivamente imputabile al processo di trasmissione. Non per questo sarà possibile prescindere del tutto, in particolare nella sezione relativa alle contaminazioni (3.4), dai fenomeni inquadrabili in una prospettiva orizzontale, necessaria a comprendere e chiarire alcuni dei processi “contaminatori” rilevati e comprovare un accordo dimostrato in errore.

L’esame della tradizione è organizzato a partire da una gerarchizzazione dei dati – che non pretende tanto di essere esaustiva quanto chiara nel suo costante dialogo con la stratificazione osservata nel corso dell’examinatio: come si è detto, per permettere di seguire il filo del discorso si partirà dai raggruppamenti bassi, ritenuti sostanzialmente stabili, risalendo progressivamente verso i piani alti (cfr. cap. 3.3).

Tenendo conto degli errori raccolti nelle rispettive tavole (cfr. 3.2.3., Tav. 1 per a1; Tav. 2 per b0 e b1. Per le peculiarità di Bc e P5, si vedano rispettivamente 3.2.5 e 3.2.6). Se ne offre una rappresentazione grafica che, per semplificazione, non tiene conto dei rapporti ai piani alti (Fig. 2)

LXV

Figura 2

Mentre a1 b0 e il sottogruppo b1 sono entità testuali ma virtuali, ovvero non conservate, P5 e Bc sono testimoni che, in alcuni punti del testo, manifestano tendenze proprie e, al contempo, non conservano errori che li associno agli altri gruppi bassi della tradizione.

La stabilità dei raggruppamenti più bassi funge da base su cui, di volta in volta, laddove possibile, strutturare il ridefinirsi della configurazione dei reciproci rapporti tra i gruppi. Si tenga presente che la definizione di questi raggruppamenti certi implica che, da un punto di vista editoriale, il valore da attribuire a queste testimonianze sarà sempre di uno, a meno di eccezioni indicate nei prossimi capitoli (in particolare, per quanto riguarda a1).

3.2.1. Av P9 (> a1)

Il testo conservato nei due codici è risultato da subito estremamente affine, tanto da far supporre, in una prima fase dei lavori, una possibile dipendenza di P9 da Av (impossibile il contrario sulla base della datazione relativa, per cui cfr. rispettivamente 2.2.6 e 2.2.1). Tenendo conto delle numerose riflessioni teoriche sul concetto di descriptus,156 si osservano alcune divergenze, pur minime, che inficiano

la possibilità di impostare un rapporto di derivazione diretta Av>P9.

156 Come è noto, nella prassi ecdotica, l’individuazione di un codex descriptus è complementare all’operazione di eliminazione dei codici, momento indispensabile in fase di recensio. Formulata in prima istanza da Paul Maas, la metodologia per l’individuazione di rapporti di dipendenza diretta tra due codici afferenti a una stessa tradizione ha conosciuto, nella storia della disciplina, specificazioni e complicazioni, talvolta implicate in dibattiti teorici di più ampio respiro, non da ultimo Timpanaro, che commenta: «È noto come questa operazione [l’eliminatio codicum descriptorum] sia particolarmente difficile in quei casi in cui un codice presenta, sì, un notevole numero di corruttele in comune con un altro codice più antichi, ma presenta anche un certo numero di lezioni sicuramente probabilmente giuste, là dove il codice più antico è corrotto. Si pone allora il problema: queste lezioni possono essere frutto di congettura, o sono tali da non potere in alcun modo essere state escogitate congetturalmente?» Timpanaro 2016, p. 126. Per le considerazioni di Maas cfr. Maas 2017, p. 11: «se un testimone, J, mostra tutti gli errori di un altro testimone conservato, F, e in più almeno un errore proprio, allora J deve derivare da F». L’assunto è in realtà

LXVI A dimostrazione di quanto indicato sono stati considerati vari esempi, più o meno stringenti, in cui il testo di P9 si accorda con gli altri codici, isolando di fatto

Av nella tradizione. Questa esemplificazione, di cui si offre un prospetto il più

possibile esaustivo, va ulteriormente specificata: dapprima sono raccolti gli esempi meno stringenti, ovvero quei casi che non permettono da soli di negare la dipendenza (poiché è possibile che la lezione di P9, in accordo con gli altri codici, sia imputabile a una congettura del copista, accortosi di una svista – di piccola entità – nel suo modello). Questo primo insieme, da solo, non sarebbe funzionale all’ipotesi sostenuta, ovvero che i due codici dipendano dallo stesso antigrafo, e questi dati hanno un valore di tendenzialmente medio o debole.158

Al contrario, si considera significativa la casistica che si allega qui di seguito, ovvero si ritiene che, nella concreta realizzazione del testimone P9, sia impossibile trovare una ragione che tenga insieme la conservazione di una lezione identica a quella attestata nel resto della tradizione con l’ipotesi di una dipendenza da Av (che conserva, al contrario, una lezione divergente). Si richiama l’attenzione soprattutto sulle micro-omissioni presenti in Av e assenti in P9 (cfr, cap. 11 §§ 127 e 133; cap. 23 §§ 103, 139, 153 e 154), che coinvolgono piccole porzioni del testo e risultano a maggior ragione significative, in particolare se tali omissioni non comportano alterazioni di senso nella frase. In questi casi sarebbe inspiegabile comprendere come P9 (che, si vedrà più avanti in questa esposizione, è un manoscritto che contamina sicuramente zone delimitate e individuabili del suo testo) possa percepire l’alterazione e dunque cercare, nella disponibilità che evidentemente ha, un testo migliore.

Cap. 2

§ 62. gloria: gleya Av Cap. 8

§ 181. En aquest peccat son fals testimonis: om. Av; Cap. 10

§ 76. corporals es esperitals: corporalment et esperitalment Av;

ampiamente mitigato dallo stesso Maas al § 11 (in particolare, si riferisce al caso per cui «se un testimone non si discosta dal suo modello, spesso non è possibile stabilire la relazione di questo testimone con il suo modello e le altre copie derivate da questo» e ancora «se un copista, senza dichiararlo espressamente, corregge correttamente un errore del suo modello per mezzo della divinatio, ciò può dare l’impressione che egli dipenda da un altro modello, o che abbia contaminato il suo testo attingendo a un tale modello» ivi, p. 17).

158 Si riportano in nota in nota come documentazione accessoria: Cap. 1 § 20. E cel que jura: E cels que juran Av; § 20. despiecha: despiechan Av; Cap. 5 § 5.1.B. Le diable que engana: li diable que enganan Av; Cap. 8 § 43. que prestan: que presta Av; § 53. per vendre: per rendre Av; § 53. e desiran: e dezirar Av; § 87. comandan: comanda Av; § 177. et guerras: o greras <sic> Av; § 191. In Av la numerazione da §191 a §195 è slittata di un numero, corretta invece in tutti gli altri testimoni; Cap. 10 § 53. que non los volon; que los volon Av; § 109. tenon: om. Av § 118. de las viandas: en las viandas Av; § 173. et a saborar: et a sadollar

Av; § 211. E li tavernier: li t. Av; Cap. 11 § 28. o qui li enblava: o qui emblava Av; § 79. Si en sabon: si

sabon Av; § 179. E ven hom: E venon hom Av; Cap. 16 § 31. los aman: las aman Av; Cap. 21 § 80. Aysso: aysi Av; Cap. 23 § 12. per paraulas: per paraula Av; § 31. que esser: que es esser Av; § 44. cant tu dizes: cant dizes Av; § 107. non sia: non hy sia Av; § 249.Arma: l’arma Av; § 293. demandam: demanda Av; Cap. 24 § 78. es d’aquels: es d’aquest Av; Cap. 28§ 29. que el es deutors: que es deutors Av § 45 es la .iiii.a.: en la .iiii.a Av § 59 com leons: com es leons Av § 67 tela d’aranha: tela aranhina Av; § 84. e s’abandonan: s’abandona Av; § 190. vencer: vezer Av; § 338. apenre si: apenre Av; Cap. 29 § 297. Peyre] payre Av.

LXVII § 77. en grans langors et: om. Av;

Cap. 11

§ 34. .v. rams, so son v. manieras de gab: [.v. rams so son] om. Av; § 44. per ben fag:per ben Av;

§ 120. jura follament: follament Av;

§ 127. a jurar per aquel glorios senhor: om. Av; § 139. non es ver o promet causa: om. Av; Cap. 23

§ 6. lonx: larxs Av;

§ 7. causas: manieras <su rasura?> Av;

§ 103. car Dieus no pren negun traspassament: om. Av; § 139. sant vol dire tenhc en sanc: om. Av;

§ 153. E per cuy nos siam: om. Av; § 154 om. Av;

Cap. 24

§ 117. neguna cauza: neguna Av;

§ 135. reverencia et honor: reverencia Av; § 135. et amistat: et amistat et honor Av; Cap. 27

§ 79. et en vestir: om. Av;

§ 206. tantas offensas: totas offensas Av; Cap. 28

§ 272. palliar: baylar Av;

Si rileva un solo caso di lezione integrata in Av a margine di colonna corrispondente a un’omissione in P9 (cap. 11 § 78. ad home).

Tra gli esempi più significativi che corroborano l’ipotesi che Av P9 dipendano da uno stesso antigrafo e non siano trasversalmente dipendente, è una lezione del Cap. 11 § 121. Nella fattispecie, P9, la cui lezione è messa a testo, conserva entrambe le possibilità rappresentate nella varia lectio. Si veda più nel dettaglio l’esempio:

«dou fol serement», Somme p. 165 del fol jurar Av

del fol sagramen P5

fol sagrament o del fol jurar P9 del follament jurar Bc P7

del feliment jurar B7 el folament iurar V

Prescindendo da una valutazione su questa specifica variante in rapporto alle sue alternative, il punto di interesse consiste nel fatto che, rispetto all’avignonese,

P9 conserva anche la lezione fol sagramen di P5 (testimone in questo contesto affine