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Ambiti e occasioni particolar

Nel documento Dispensa 2016-17 (pagine 30-32)

Ieri come oggi, un incontro, un viaggio, un luogo, un oggetto, un’opera d’arte, una musica… possono costituire occasioni talvolta uniche — e dunque privilegiate — di esperienza religiosa. Le situazioni non hanno contorni ben delimitati, nel senso che l’elemento «occasionalità – sorpresa – unicità» gioca un ruolo determinante come avvio di un’esperienza, che richiede poi un adeguato margine di sviluppo per una sua vitale assimilazione. Toccherà all’educatore — e anzitutto a

16 Si pensi, per esempio, al rosario o alla predicazione durante la celebrazione dell’Eucaristia; prassi

– questa – che richiedeva l’uso di aprire e chiudere con il “Sia lodato Gesù Cristo…” perché si trattava di un elemento diverso dalla celebrazione; la ripresa talvolta di una simile prassi per aprire e concludere l’omelia è un segno eloquente del non aver ancora compreso che l’«omelia è parte dell’azione liturgica» e pertanto non richiede segni di apertura (è stato appena detto: “Lode a te, o Cristo”) o di conclusione!

17 A 25 anni di distanza dalla SC, la Lettera apostolica di GIOVANNI PAOLO II, Vicesimus quintus

annus (4 dicembre 1988) riprendeva questo argomento della pietà popolare ricordando che essa «non può essere né ignorata, né trattata con indifferenza o disprezzo, perché è ricca di valori, e già di per sé esprime l’atteggiamento religioso di fronte a Dio. Ma essa ha bisogno di essere di continuo evangelizzata, affinché la fede, che esprime, divenga un atto sempre più maturo ed autentico».

chi vive in prima persona l’esperienza — valorizzare l’occasione per portarne i germi a pieno sviluppo nella crescita della personalità matura in Cristo.

3.1. Il «luogo» come spazio sacrale

Nella tradizione cristiana lo spazio così detto sacro non è limitato solo a quello della struttura ecclesiale destinata alla riunione dei fedeli per la preghiera e la celebrazione dei sacramenti e dei sacramentali. Esistono luoghi — solitamente indicati con il termine «santuari» — che possono costituire ottime occasioni di esperienze religiose fuori dall’ordinario. Di solito si pensa ai santuari mariani; ma esistono altri «santuari» resi tali dal clima di spiritualità che vi ha impresso un santo di ieri o di oggi, già riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa nel suo grado di santità o ritenuto tale dal sensus fidelium.18

In luoghi come questi, incontri particolari possono costituire l’inizio di un cammino di ricerca. L’educatore sa bene che simili esperienze richiedono di essere valorizzate in modo adeguato con momenti di interiorizzazione, proprio a partire da ciò che il «luogo» racconta, e soprattutto con elementi teologici che aiutino a vedere e a valorizzare il “luogo” come spazio e occasione per un’esperienza spirituale che contribuisca ad avvolgere l’intera esistenza.

3.2. L’«arte» come iconizzazione della bellezza

Un grado sempre più elevato di livello culturale e la possibilità di occasioni turistiche offrono spazi ulteriori di confronto con segni la cui lettura può costituire l’inizio o la riscoperta di un’esperienza religiosa. La struttura di un edificio ecclesiale, pezzi iconografici, elementi destinati al culto o alla devozione... tutto può offrire occasione di confronto e di interiorizzazione.

Nel loro insieme gli elementi artistici «raccontano» una teologia, un discorso su Dio, che certamente richiede una decodificazione per un’assimilazione più impegnativa. L’educatore può trovarsi di fronte a pagine di Biblia pauperum, che continuano a narrare esperienze religiose con un linguaggio che nella forma appartiene al passato, ma il cui contenuto mantiene la sua forza di attualità nell’oggi. Il misticismo che proviene da certi stili e soluzioni architettoniche forse che non può costituire una risposta alla ricerca di mistero dell’uomo di sempre?

La contemplazione di opere d’arte — ma prima ancora opere di fede — come le pareti musive di battisteri (Firenze, Ravenna...) e di chiese (Ravenna, Roma, Monreale, Cappella “Redemptoris Mater” in Vaticano...), o quelle affrescate di edifici di culto (Padova, Firenze, Assisi, Roma, Cappella Sistina...), o i pavimenti musivi (Aquileia, Grado, Otranto...) o intarsiati (Siena, Napoli...) possono aiutare a passare dal fatto — raccontato con i colori delle tessere musive o del pennello o dei

marmi policromi — a ciò che esso continua a narrare anche a un non credente.19

Opere come la Maestà di Duccio di Boninsegna, a Siena, richiedono uno sguardo attento: ma la loro contemplazione formale può svilupparsi in un’autentica pagina di ricerca di quell’Assoluto mirabilmente iconizzato dalle linee, dai colori e dalle soluzioni strutturali dell’artista.20

3.3. La «musica» come espressione mistica

Lo sviluppo dei mezzi di comunicazione sociale ha fatto sì che l’oggi sia molto più immerso nel mondo della musica che non in passato.

Il boom di certe espressioni musicali – da quella classica a quella operistica, da quella rock al gregoriano... – senza dubbio può rivelare il passaggio di una moda. Ma l’educatore sa leggere in fenomeni come questi che solo alcuni stili musicali hanno la capacità di far vibrare le fibre dello spirito. Perché? La risposta non può essere né univoca né semplicistica.

La prassi pastorale ricorda che un’esperienza religiosa può essere stimolata, suscitata o sorretta anche a partire da un ascolto di composizioni musicali frutto di esperienza mistica dell’artista. E quando l’esperienza originaria dell’artista- compositore è davvero tale allora le forme in cui essa è condensata ed espressa travalicano spazi, tempi e culture per continuare a narrare, secondo i codici delle armonie musicali, quanto lo Spirito ha suscitato nell’intelligenza, nella sensibilità e nel cuore di un compositore. Per questo l’ascolto di un’opera può contribuire a rinnovare un’autentica esperienza di fede.

I tre ambiti segnalati – luogo, arte, musica – non presumono di esaurire l’intero spettro delle occasioni che possono presentarsi e offrire esperienze di tipo religioso. Per il teologo, e di riflesso per l’educatore, il segreto risiede nel cogliere il germe spirituale radicato in questi elementi — talvolta forte, talaltra quasi impercettibile — per offrire possibilità di sviluppo che potranno concretizzarsi in modo pieno solo nell’esperienza sacramentale, cui del resto convergono tutti questi segni.

Nel documento Dispensa 2016-17 (pagine 30-32)

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