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Implicanze pastoral

Nel documento Dispensa 2016-17 (pagine 101-104)

PER INVOCARE LA SUA BENEDIZIONE

5. Implicanze pastoral

Senza nascondere gli elementi critici reali che di tanto in tanto emergono attorno alla prassi delle benedizioni (del resto, è opportuno ricordarlo, queste non costituiscono la parte essenziale della liturgia cristiana), è indubbio tuttavia che esse mantengono la loro notevole importanza sul piano pastorale. Il senso dell’unità cosmica del regno di Dio e la consapevolezza che anche la creatura infraumana in qualche modo è chiamata a cooperarvi, coinvolge l’uomo con la sua speranza e tutto ciò che lo circonda. Riscoprire allora il senso genuino della benedizione comporta il recupero dei valori della creazione nella sua globalità, la riappropriazione di quel senso di "divino" che avvolge tutto il creato e soprattutto il riconoscimento di Dio come "Signore" e come "Padre". Il cammino che l’operatore pastorale oggi è chiamato a percorrere è senza dubbio lungo e non privo di difficoltà. A queste però si potrà ovviare nella misura in cui si terranno presenti gli elementi che seguono.

5.1. Rivalutazione del dato biblico

Come per altri settori della pastorale liturgica, un recupero della benedizione come atteggiamento permanente del cristiano può avvenire solo con una riscoperta di quegli elementi che nella Bibbia caratterizzano la benedizione: la lode e il rendimento di grazie per tutto ciò che Dio ha operato e continua ad operare nella storia dell’uomo; e il ricordo (memoriale) dei mirabilia Dei che orientano il fedele ad un atteggiamento di domanda e di supplica. Collocarsi in questa prospettiva aiuterà tanto il pastore come il fedele ad evitare sia una sopravvalutazione come pure una svalutazione della benedizione in sé. Tornerà così ad essere evidenziata per quello che realmente è: né un mezzo insignificante, né un mezzo infallibile in ordine alla salvezza. L'uso corretto e costante del Lezionario che accompagna e dà significato ad ogni forma di benedizione, racchiuderà il segreto per un uso corretto della benedizione come elemento educativo per una comprensione più piena del rapporto tra il Creatore e la creatura.

5.2. In un contesto ecclesiale

Una volta distinti gli elementi implicati nella terminologia (giunta fino a noi), che include talvolta in un’unica categoria "benedizione" e "consacrazione", è

possibile allora il recupero dei valori della prima come pure della seconda. «La

benedizione, che viene da Dio e che pervade con la sua forza divina tutte le

benedizioni pronunciate dall’uomo, abbraccia il sacro e profano; al contrario, la

consacrazione comprende «una invocazione rivolta a Dio per ottenere dalla sua

misericordia l’aiuto e le grazie opportune per le persone che a lui si consacrano o per quanti useranno gli oggetti riservati al culto, perché la loro azione sia degna dei santi misteri e fruttuosa per quanti vi prendono parte».

Dal contesto emerge ancora più chiara la benedizione come preghiera del singolo, ma soprattutto della chiesa. Ciò implica la presenza di tutti quegli elementi propri di una celebrazione comunitaria, quali sono la Parola e alcuni gesti che da essa prendono significato, e, parallelamente, la necessità di quelle disposizioni interiori perché, relativamente al segno, anche la benedizione sia segno di salvezza. Si tratta dunque di un momento liturgico finalizzato a quella liturgia della vita attraverso cui il singolo e la comunità intendono ricollocare ogni realtà nel dinamismo della creazione, che ha come traguardo «il disegno... di ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra» (Ef 1,10).

5.3. Mediante una predicazione attenta e una catechesi adeguata

La stessa legge di una catechesi previa, concomitante e susseguente le singole azioni liturgiche vale anche per altre forme di culto come le benedizioni. La preghiera di benedizione costituisce un'occasione privilegiata di catechesi, in quanto permette di riscoprire un dato biblico fondamentale: l’atteggiamento di lode che il fedele deve riappropriarsi sempre più quale tipico habitus del suo colloquio con il Padre, per il Figlio, nello Spirito, e in comunione con la ekklesía. Una rilettura frequente dei relativi brani dell'AT, della letteratura giudaica – in particolare dei Salmi – e del NT, costituirà la migliore azione pedagogica in questo senso. Parallelamente al dato biblico, l’attenzione si incentrerà anche sui testi eucologici. Il contenuto di queste formule educa a inquadrare il gesto-atteggiamento della benedizione – in sé limitato nel tempo e nello spazio – nel contesto più vasto del mistero della salvezza. Tutto ciò concorrerà all'attuazione sempre più piena del mistero di Cristo, che comporta un allargamento dei valori propri della speranza cristiana – fondata sulla fiducia nella sapienza e nella potenza amorosa del Padre –, per proiettarli verso la vittoria definitiva sul male. Al riguardo il Benedizionale deve essere accostato anche secondo questa prospettiva pastorale e catechetica.

Il cammino di educazione cristiana è sostenuto anche dal ruolo specifico della predicazione. Frequenti sono durante l'anno le circostanze in cui il riferimento alle più diverse forme di benedizione può essere proposto o sottolineato mediante la predicazione e soprattutto l'omelia domenicale. Ma il contesto più ordinario è costituito dal momento stesso in cui si celebra una benedizione, come indicato dal

Benedizionale e dagli altri libri liturgici. Parallelamente alla predicazione è da ricordare

il ruolo specifico delle monizioni che talvolta è auspicabile che precedano o accompagnino il momento liturgico, in modo che la semplicità del linguaggio possa essere di prezioso aiuto al fedele e alla comunità per vivere l'evento di grazia.

6. Conclusione

In un'antica preghiera per il vespro testimoniata dal sacramentario Gelasiano, l’assemblea domanda di essere con la propria vita una lode perenne al Padre: «...ut nos omni tempore habeas laudatores» (n. 1594). La riscoperta e l'uso della benedizione orienta in questa prospettiva.

È il Dio in sé – lo stesso Dio visibile nelle sue opere – che suscita la risposta di lode da parte di tutto il creato; e nel lodare il Signore risiede la gloria e la salvezza di tutti «coloro che Dio si è acquistato, a lode della sua gloria» (Ef 1,14).

Capitolo VIII

LE PROPRIETÀ ESSENZIALI DELLA CHIESA

Nel documento Dispensa 2016-17 (pagine 101-104)

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