OBIETTIVO PREVENZIONE IN AGRICOLTURA: DAGLI INCENTIVI ALLE IMPRESE PIEMONTESI UNA PROPOSTA ESPORTABILE?
2. ANALISI DEI DATI
L’interesse delle imprese agricole piemontesi per i finanziamenti INAIL è stato sempre crescen-te, tanto che la percentuale di domande è passata dal 3% del primo bando (ISI1 nel 2000) al 41% dell’ultimo (ISI2bis nel 2004) (Figura 1).
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Figura 1 - Percentuale di domande relative al settore agricolo rispetto alla totalità delle pervenute in Regione.
Lo scarso interesse del settore per il bando che ha promosso la formazione e l’informazione per le diverse figure coinvolte nella sicurezza in azienda, rappresenta di per sé un indicatore della carente sensibilità del comparto verso interventi che sono percepiti come poco “concreti”.
L’elevata adesione delle aziende del comparto agricolo al primo ed al secondo bando per l’a-deguamento alla normativa di sicurezza, mostra invece una significativa convergenza tra inter-venti proposti ed esigenze specifiche del comparto.
I 439 progetti per i programmi di adeguamento pervenuti in regione, relativi all’ultimo bando, sono stati esaminati seguendo il metodo già adottato per lo studio dei progetti presentati con il bando precedente (ANTONI et al., 2004).
Per ogni domanda si è annotato il tipo di attività dell’azienda, se inerente la sola agricoltura, il solo allevamento o entrambe le tipologie, la presenza del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS), il rapporto tra numero di lavoratori e di beneficiari dell’intervento. Inoltre è stata effettuata una analisi di dettaglio per ogni Asse:
- Asse 1 “Eliminazione di macchine prive di marcature CE e loro sostituzione con macchine marcate CE…”
distinzione delle trattrici dalle altre macchine e, ove indicato, annotazione dell’anno di immatricolazione.
- Asse 2 “Acquisto, installazione, ristrutturazione e/o modifica di impianti, apparecchi e dis-positivi…”
distinzione tra impianti, apparecchi e dispositivi.
- Asse 3 “Installazione di dispositivi di monitoraggio dello stato dell’ambiente di lavoro…”
distinzione tra agenti chimici, fisici e biologici e annotazione del sistema di monitorag-gio richiesto.
- Asse 4“Ristrutturazioni e/o modifica strutturale degli ambienti di lavoro”
distinzione tra ristrutturazioni dell’ambiente di lavoro in senso generale ed interventi finalizzati alla rimozione di coibentazioni in materiali contenenti amianto, in quanto categorie di interventi maggiormente rappresentate.
- Asse 5 “Implementazione di sistemi di gestione aziendale della sicurezza”
conteggio delle aziende che hanno indicato come sistema di gestione della sicurezza l’SGSL UNI-INAIL (2001) o altre linee guida.
Conformemente a quanto potuto osservare circa i progetti pervenuti con il bando ISI2 (ANTO-NI et al., 2004), la distribuzione delle domande per tipologie di aziende presenta una netta preponderanza delle imprese dedite all’agricoltura a supporto dell’allevamento. Tra le domande pervenute sul fronte delle coltivazioni, sono prevalenti le foraggiere e le colture cerealicole; nell’ambito dell’allevamento, sono più numerose le aziende che allevano bovini e suini.
Il primo dato significativo emerso dall’analisi effettuata riguarda la scarsa adesione delle aziende al finanziamento in conto capitale (solo il 27%), ammissibile per interventi di rior-ganizzazione e reingegnerizzazione e basato quindi su una “progettazione” a priori. Inoltre è risultato che solo pochi progetti (13 su 439 pari al 3%) prevedevano interventi più ampi di quelli richiesti e soltanto 2 riguardavano progetti per interventi finalizzati all’adegua-mento a Direttive Comunitarie non ancora recepite in Italia. Quanto sopra, contestualmen-te al fatto che appena il 25% del numero di aziende esaminacontestualmen-te ha dichiarato di aver
nomi-IL SOSTEGNO DELL’INAnomi-IL ALLE AZIENDE: DALL’ASSICURAZIONE ALLA PREVENZIONE. nomi-IL RUOLO DELLA CONTARP
nato l’RLS, evidenzia la scarsa cultura della sicurezza del comparto. E’ da considerare anche che l’efficacia del D.Lgs.626/94 per il settore agricolo, risulta in parte ridotta dall’esclu-sione dall’applicazione della norma stessa delle aziende agricole condotte in forma diretta e familiare, costituenti in realtà il principale segmento della tipologia di aziende presenti in agricoltura.
Entrando nello specifico degli assi di finanziamento, dall’esame della Figura 2, emerge chiara-mente che il maggior capitale finanziato in conto interessi è stato richiesto per l’Asse 1, in linea con quanto già osservato per il bando del 2002.
Dal momento che nessun progetto ha riguardato l’Asse 3 e, tra i 386 progetti finanziati, uno solo era relativo all’Asse 5, appare evidente che questi due Assi di finanziamento non hanno trovato riscontri nel comparto agricolo. A differenza delle imprese dei settori industriale ed artigianale, gli imprenditori agricoli hanno mostrato un chiaro disinteresse verso sistemi di gestione della sicurezza integrati: l’implementazione di un SGSL necessita di una specifica “cul-tura della sicurezza di base” che ha un ritorno economico difficilmente quantificabile, mentre il settore agricolo è più portato verso la concretezza nell’immediato.
Molto evidente è il consenso circa la possibilità di sostituire macchine “datate” con altre più moderne e attuali, con una ricaduta positiva anche sugli aspetti inerenti la sicurezza. La tipo-logia delle macchine operatrici utilizzate è varia, ma la macchina più usata nelle aziende agri-cole è sicuramente la trattrice. Negli anni la trattrice ha subito notevoli cambiamenti tecnici, volti a migliorare l’esecuzione delle lavorazioni, che hanno contemporaneamente influito sulla sicurezza dell’operatore, sugli aspetti ergonomici e sul comfort.
Le trattrici agricole sono escluse dal campo di applicazione del D.P.R.459/96 ma sottostanno al D.P.R.547/55. La loro intrinseca pericolosità è da tempo conosciuta in relazione ai numerosi infortuni, anche con esiti gravi e mortali, che avvengono durante le fasi di lavorazione del ter-reno (aratura, estirpatura, preparazione del terter-reno, semina, ecc.) e che si manifestano con ribaltamenti, cadute, impigliamenti con organi in movimento, ecc. Gli ultimi dati riferiti all’a-gricoltura italiana riportano che l’agente materiale prima causa di infortunio è l’ambiente di lavoro, seguito appunto dalle trattrici; gli infortuni dovuti a macchine sono oltre il doppio rispetto a quelli dell’industria e del terziario e sono circa il 18% degli infortuni sul lavoro (LI CAUSI, 2003).
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Figura 2 - Distribuzione degli Assi richiesti.
Asse 1
Entrando più nel dettaglio dei dati esaminati, il grafico in Figura 2 evidenzia la netta prepon-deranza di interesse per l’Asse 1 (da solo o contestualmente ad altri assi), con una richiesta di sostituzione di macchine non marcate CE con macchine marcate CE, presente in 340 domande su 439. Tale andamento ricalca la situazione già verificatasi nel 2002, con un ulteriore incre-mento dell’interesse per questo Asse che passa dal 63% di richieste di ISI2 a oltre il 77% di ISI2bis; con i due bandi è stata ammessa al finanziamento la sostituzione di oltre 1000 mac-chine non marcate CE.
Compatibilmente con i dati a disposizione è stata effettuata una valutazione sulla distribuzio-ne della età media delle macchidistribuzio-ne da eliminare.
Sono state distinte due categorie: trattrici e macchine da collegare a motrici, queste ultime uti-lizzate in particolare per attività di raccolta e di distribuzione sul suolo di ammendanti natu-rali. Le macchine motrici risultano ben distribuite nei quattro decenni con netta prevalenza di macchine con oltre 20 anni. Per quanto riguarda le altre macchine, si nota il loro massiccio ingresso nei cicli produttivi a partire dagli anni ‘80. (Figura 3)
Dal punto di vista della prevenzione degli infortuni, il grande interesse per questo Asse ed i finanziamenti concessi dimostrano l’efficacia dell’Asse 1 in quanto in grado di promuovere un significativo rinnovamento del parco macchine.
Asse 2
Per quanto riguarda l’adesione all’Asse 2, questa si è concretizzata in 47 domande; la gran parte degli interventi, analogamente al bando del 2002, prevedeva la messa a norma degli impianti elettrici. I rischi tipici, derivanti dall’inadeguatezza degli impianti elettrici (normati dalla L.46/90), sono quelli di elettrocuzione e di innesco di incendi od esplosioni, in caso di corto circuiti o surriscaldamento di componenti inadeguati.
Più specifici per il comparto in esame sono i rischi legati ad impianti utilizzati nell’allevamen-to: ad esempio, nel caso dell’allevamento di bovini da latte, una significativa suddivisione delle aziende dedite può essere effettuata in base al tipo di stabulazione adottata. La stabulazione
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Figura 3 - Distribuzione degli anni di costruzione delle macchine sostituite.
libera infatti, a differenza della stabulazione fissa, annulla completamente i rischi connessi alla ergonomia, alla postura, ma soprattutto a reazioni non previste degli animali, che possono cau-sare infortuni gravi, anche mortali.
Altro pericolo caratteristico di queste lavorazioni è rappresentato dal trattamento delle deie-zioni degli animali, che nelle moderne stalle a stabulazione libera viene effettuato da macchi-ne semiautomatiche, con macchi-netta diminuziomacchi-ne della esposiziomacchi-ne a rischio biologico (zoonosi) ed a rischio di esposizione a gas di fermentazione prodotti dalle concimaie.
Per le aziende agricole, in linea con il bando del 2002, è emersa una scarsa sensibilità in relazio-ne al rischio chimico, in particolare al rischio di intossicazioni legate all’utilizzo di fitosanitari.
Sebbene il numero di infortuni strettamente connessi all’impiantistica sia relativamente infe-riore rispetto ad altri agenti di rischio, l’adesione agli interventi previsti dall’Asse 2 mostra una certa disponibilità del settore a rinnovare ed adeguare gli impianti, con ricadute benefiche sugli aspetti inerenti la sicurezza.
Asse 4
Molto rilevante, tanto da essere il primo tra gli agenti materiali causa degli infortuni del set-tore, è l’ambiente di lavoro, con particolare riguardo ai locali fissi; qui si svolge una parte con-sistente dell’attività agraria ed avviene una quota di infortuni estremamente significativa in termini di gravità, di frequenza e di incidenza. I dati epidemiologici relativi all’andamento infortunistico consentono di correlare all’ambiente di lavoro, inteso come luogo confinato (diverso dal terreno agricolo), circa il 40% degli infortuni (dati INAIL). Tale rilevanza può esser spiegata dal fatto che in ogni azienda agricola, indipendentemente dall’ampiezza e dall’indi-rizzo produttivo, è presente un ambiente destinato agli interventi di riparazione e manuten-zione dei mezzi meccanici. Spesso l’officina è ricavata in uno spazio interno del ricovero attrez-zi o automezattrez-zi, riducendo al minimo gli spaattrez-zi necessari per il controllo preliminare, per le ope-razioni di agganciamento e le successive manovre delle macchine.
Relativamente all’Asse 4 sono stati presentati 27 progetti di ristrutturazione e ampliamento locali, più numerosi rispetto al precedente bando. Una maggiore adesione si è avuta anche rela-tivamente alla bonifica di materiali contenenti amianto, con 40 progetti riguardanti principal-mente la rimozione di vetuste coperture in cemento-amianto, molto utilizzato per le tettoie per i foraggi e gli attrezzi e per i ricoveri degli animali.
3. CONCLUSIONI
L’esame delle domande di finanziamento presentate dalle aziende operanti nel comparto agricolo della Regione Piemonte ha evidenziato che gli incentivi, strutturati in 5 Assi, sono risultati solo in parte rispondenti alle necessità del settore: a fronte di una grande disponi-bilità ad investire nel rinnovo del parco macchine, ma anche nell’ammodernamento degli impianti e delle strutture, si è riscontrato un interesse pressoché nullo per gli interventi pre-visti dagli Assi 3 e 5.
Il beneficio ottenuto in termini di miglioramento della salute e sicurezza nell’ambiente di lavo-ro, appare come evidente conseguenza dell’innovazione tecnologica di macchine ed impianti e degli interventi mirati alla salubrità dei luoghi di lavoro.
Il progressivo interesse mostrato dalle aziende del comparto agricolo piemontese, unitamente al peso delle stesse nel panorama produttivo nazionale, consente di ipotizzare un modello di
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finanziamenti “mirati” alle esigenze caratteristiche del settore.
Tale modello può ragionevolmente rappresentare una risposta “calibrata” alle richieste evi-denziate dai progetti presentati, invogliando gli imprenditori ad investire maggiormente in un ammodernamento che si traduce in una maggiore sicurezza nel lavoro.
Decisivo a tal fine può rivelarsi l’interessamento delle Associazioni di categoria mediante ini-ziative in grado di coinvolgere in modo diffuso e capillare le imprese agricole e stimolare la par-tecipazione degli operatori.
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